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Visto che un po' di tempo fa fu aperto un thread sondaggio abbastanza patetico "Pavarotti vs Boccelli, chi è il migliore?" vorrei ora aprire una discussione sui tenori in generale, giusto per evidenziare che di tenori migliori ce ne sono e ce ne sono stati.
Non mi sembra il caso di aprire una discussione per ogni tenore visto che dubito vengano prese in considerazione... magari un unico thread qua in altro riesce a risultare un po' più interessante e meno dispersivo.
Ovviamente il problema è un po' come per la musica classica, per giudicare un tenore non basta sentirlo in un'unica opera lirica o in un'unica pezzo, ma bisogna ascoltarlo in vari ruoli per giudicare qual è il suo repertorio e quali sono i ruoli in cui riesce ad esprimersi meglio dimostrando le sue qualità.
Non conto di fare ciò perché impossibile, ma vorrei almeno tantare di dare un'infarinatura che magari chi vuole poi può approfondire.
Faccio riferimento alla musica classica perché come in essa si pone lo stesso problema... sempre se di problema si può parlare... perché ascoltare ad esempio un pezzo al piano di Chopin suonato da Rubinstein non è uguale ad ascoltarlo suonato da Horowitz, piuttosto che da Martha Algerich; anche in questo caso ognuno ha un suo repertorio e ognuno riesce meglio in determinati pezzi.
Oggi vorrei parlare di un tenore italiano che è forse il primo di cui esistono registrazioni sonore... mi riferisco ad Enrico Caruso.
Fu anche uno dei primi ad incidere dischi e venderli, tanto che ne vendette sino ad un milione di copie.
Purtroppo la qualità delle registrazioni sono quel che sono e quindi non si è in grado di giudicare tutte le sfumature dell'artista.
Pur essendo diventato un artista internazionale non aveva queste grandi doti tenorili, infatti nei primi anni dei suoi studi aveva più una predisposizione vocale molto più da baritono per intenderci... riusciva a malapena a raggiungere il "la" naturale.
In seguito si allenò ed affinò molto la sua tecnica di canto riuscendo anche a raggiungere risultati più che soddisfacenti; la sua grande espressività emotività ed il suo stile canoro grave e adatto per ruoli drammatici e violenti fu la sua fortuna, anche perché il suo stile era adatto alle nuove opere della "Giovane Scuola" di artisti come Mascagni, Leoncavallo, Puccini, Umberto Giordano, nascenti proprio in quel periodo che gli consentì appunto di porsi come caposcuola per i futuri tenori da lì in avanti.
Caruso segna infatti perfettamente il passaggio dallo stile ottocentesco del "belcanto" a quello verista (più corretamente "Giovane Scuola") di fino ottocento inizio novecento.
Ecco alcune sue interpretazioni in cui dà ampio esempio delle sue qualità e che sono da considerarsi degli esempi per qualsiasi tenore che voglia cimentarsi in questi ruoli:
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Potrebbe essere senz'altro interessante questo thread.
Caruso un dio, furtiva lacrima me la canticchio sempre, in qualsiasi occasione.
Come anche ''la donna è mobile''.. -
El Mariachi..
User deleted
Io apprezzo molto Franco Corelli, sia per voce che per interpretazione.
CITAZIONE (ShadowsTheatre @ 2/4/2010, 02:29)Caruso un dio, furtiva lacrima me la canticchio sempre, in qualsiasi occasione.
Come anche ''la donna è mobile''.
Ma non è che magari sei convinto sia lui il compositore? LOLZ. -
.CITAZIONECITAZIONE (ShadowsTheatre @ 2/4/2010, 02:29)Caruso un dio, furtiva lacrima me la canticchio sempre, in qualsiasi occasione.
Come anche ''la donna è mobile''.
Ma non è che magari sei convinto sia lui il compositore? LOLZ
No dai, non credo.
Per quanto riguarda Franco Corelli beh che c'è da dire... ci troviamo di fronte ad un colosso.
Sinceramente devo ammettere di averlo rivalutato ampiamente... i primi tempi non riuscivo ad apprezzare quel suo timbro scuro e potente, forse avevo anche sbagliato ad ascoltare cose fuori dal suo repertorio.
Comunque penso che sia uno dei tenori drammatici migliori di sempre e dobbiamo andarne fieri in Italia di avere avuto un tenore di tale calibro
Il suo Calaf ed il suo Manrico a mio parere, sono tra i più belli degli ultimi quarant'anni senza ombra di dubbio.
Come fai lui "Di quella Pira" è da antologia.
Mentre per il "Nessun Dorma" a quella versione più recente preferisco centomila volte questa, pur la qualità sonora sia inferiore:
Anche qua merita tantissimo:
Tra l'altro c'è anche il grande baritono Tito Gobbi.
E anche qua non scherza:
Edited by .Doom83. - 5/4/2010, 22:27. -
.CITAZIONE (El Mariachi. @ 2/4/2010, 10:52)CITAZIONE (ShadowsTheatre @ 2/4/2010, 02:29)Caruso un dio, furtiva lacrima me la canticchio sempre, in qualsiasi occasione.
Come anche ''la donna è mobile''.
Ma non è che magari sei convinto sia lui il compositore? LOLZ
Non esageriamo ora, è tra i canti più famosi tra le opere di Verdi.. -
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Oggi vorrei parlare di uno dei più grandi tenori leggeri del secolo scorso.
Si tratta del tenore spagnolo Alfredo Kraus, sempre rimasto all'ombra rispetto i Domingo e Carreras... o per lo meno è sicuramente famoso per chi s'intende di lirica, ma sono quasi sicuro che se si chiede in giro chi è Alfredo Kraus quasi nessuno te lo sa dire, mentre se si parla degli altri due tenori li conoscono anche i sassi.
Eppure a livello tecnico non c'è neanche da fare un confronto, Kraus è superiore soprattutto nell'epoca giovanile e anche se poi la voce è calata è rimasto sempre superiore.
Controllo della voce e della respirazione perfetta, così come la dizione... su wikipedia c'è scritto:SPOILER (click to view)Punto di contatto tra la tradizione spagnola (che trova uno dei suoi massimi esponenti in Fleta) e la scuola belcantistica italiana (Schipa), Kraus ha costruito la sua celebre e personale tecnica vocale sviluppando e perfezionando i principi esposti nell'Ottocento da Francesco Lamperti ed seguiti anche da Mercedes Llopar, basati sull'assoluta padronanza della voce in maschera (mediante l'utilizzo rigoroso e perfettamente controllato delle casse di risonanza ossee del cranio, zigomi e seni nasali in particolare), sull'appoggio della membrana diaframmatica e sulla compressione del fiato tra il diaframma e la maschera. In Kraus l'applicazione di questi principi raggiunge il massimo livello di perfezionamento, grazie ad una estrema disciplina e ad un controllo totale delle cavità di risonanza e della respirazione, ottenendo così una minima sollecitazione delle corde vocali ed un limitato uso di aria, in grado di garantire fiati estremamente lunghi (sino a 20") e al contempo un controllo delle mezzevoci rimasto insuperato, ed un minimo sforzo della gola nell'emissione dei suoni (permettendo di raggiungere note quali re o mi bemolli senza alcuna tensione vocale). L'uso estemamente attento e accorto della voce in maschera ha anche portato il cantante ad un massimo utilizzo dello squillo (twang), in grado di aumentare l'udibilità effettiva dei suoni anche partendo da un volume limitato, con l'acquisizione di un caratteristico timbro argentino e penetrante (a scapito della rotondità e del calore della voce). La tecnica canora di Kraus, adottata sin da giovane (sembra, in modo empirico, prima ancora dell'incontro con la Llopart), è rimasta sostanzialmente la stessa durante tutto l'arco della carriera del cantante, che vi ha indrodotto successivi perfezionamenti e adattamenti. In particolare, nella seconda fase della sua esperienza canora, il frequente uso della lingua francese ha portato ad un immascheramento più pronunciato, sfruttando soprattutto i risuonatori della parte superiore del volto (portando, secondo alcuni, a più evidenti inflessioni nasali nella voce). L'ultima parte della carriera di Kraus corrisponde ad un progressivo assotigliarsi della voce, riducendo volume e armonici a favore di un sempre maggior controllo dell'emissione, con una minima sollecitazione delle corde vocali che ha permesso al tenore di cantare con una voce ancora integra, sino agli acuti più estremi, sino alla morte. Gli ultimi anni sono anzi stati caratterizzati (al contrario del normale progresso della voce) da uno sfaldarsi del registro inferiore e da uno schiarimento del timbro, con il mantenimento del registro acuto pressoché integro. Del tutto estranea a Kraus, per sua stessa ammissione, è invece la tecnica del falsettone, che non ha mai saputo, ne voluto, padroneggiare (a detta del cantante in virtù dell'innaturale e insalubre uso delle corde vocali che essa prevede), preferendo al contrario perfezionare l'utilizzo della piena voce anche negli acuti più estemi.
Per quanto riguarda il suo repertorio, trovo che il suo tipo di voce sia particolarmente indicato in ruoli come nel Duca di Mantova (Rigoletto) o anche nelle opere Rossiniane, vedesi Barbiere di Siviglia e Guglielmo Tell... anhce se sono del parere che sarebbe in grado di cantare bene anche parti che non le se addicono.
Se non l'avete mai sentito vi conviene sentirlo, perché è uno dei tenori più perfetti ed eleganti che vi capiterà di ascoltare.
SPOILER (click to view)Ecco, ridente in cielo
spunta la bella aurora,
e tu non sorgi ancora
e puoi dormir cosi'?
Sorgi, mia dolce speme,
vieni, bell'idol mio;
rendi men crudo, oh Dio,
lo stral che mi feri'.
Oh sorte! gia' veggo
quel caro sembiante;
quest'anima amante
ottenne pieta'.
Oh istante d'amore!
Oh dolce contento!
Soave momento
che eguale non ha!
da "Il Barbiere di Siviglia" di Gioacchino RossiniSPOILER (click to view)Il piccol legno ascendi,
O timida donzella,
Deh, vieni, e pago rendi
Il tenero mio cor.
Io lascio il lido, o Lisa;
Non sii da me divisa;
Il ciel sereno è pegno
A noi d'un grato dì.
Gentil come la rosa
D'un bel mattin nascente,
Potrai d'un ciel fremente
Placar, ben mio, l'orror.
Ed al tuo fianco assiso
Novella vita io spero;
Proteggerà il mistero
Le gioie dell'amor.
dal "Guglielmo Tell" di Gioacchino Rossini"
da "I pescatori di perle (Les Pêcheurs de perles)" di Georges Bizet
da "La Fille du Regiment (La Figlia del reggimento)" di Gaetano di Donizzetti
Ascoltare da 5 minuti in poi, purtroppo la qualità non è delle migliori
SPOILER (click to view)DUCA: De la mia bella incognita borghese toccare il fin dell'avventura io voglio.
BORSA: Di quella giovin che vedete al tempio?
DUCA: Da tre lune ogni festa.
BORSA: La sua dimora?
DUCA: In un remoto calle; misterioso un uom v'entra ogni notte.
BORSA: E sa colei chi sia l'amante suo?
DUCA: Lo ignora.
BORSA: Quante beltà!... mirate.
DUCA: Le vince tutte di Cepran la sposa.
BORSA: Non v'oda il conte, o Duca...
DUCA: A me che importa?
BORSA: Dirlo ad altra ei potria...
DUCA: Né sventura per me certo saria.
DUCA: Questa o quella per me pari sono
a quant'altre d'intorno mi vedo;
del mio core l'impero non cedo
meglio ad una che ad altra beltà.
La costoro avvenenza è qual dono
di che il fato ne infiora la vita;
s'oggi questa mi torna gradita,
forse un'altra doman lo sarà.
La costanza, tiranna del core,
detestiamo qual morbo crudele;
sol chi vuole si serbi fedele;
non v'ha amor, se non v'è libertà.
De' mariti il geloso furore,
degli amanti le smanie derido;
anco d'Argo i cent'occhi disfido
se mi punge una qualche beltà.
dal "Rigoletto" di Giuseppe Verdi. -
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Parliamo di un altro grandissimo tenore italiano del secolo scorso, Giacomo Lauri-Volpi.
E' forse uno dei più celebri tenori leggeri in ambito italiano, caratterizzato da una voce potente, squillante e da un'estensione lunga (riusciva a raggiungere il Fa alto in voce piena, qui), molto adatta nei ruoli eroici (Trovatore, Puritani, gli Ugonotti).
Inoltre è forse uno dei pochi tenori che ha portato avanti le nozioni e tradizioni della scuola belcantistica anche nel secolo scorso.
Di lui Arturo Toscanini disse: "Lauri-Volpi è forse una delle voci più belle al mondo".
Purtroppo le sue registrazioni datate hanno scarsa qualità e non si riesce in pieno a carpire le reali sfumature della sua voce giovanile... in più molti sostengono che nelle registrazioni perdeva molto a causa della sua scarsa fonogenicità e che rendesse mille volte dal vivo.
Qua c'è una breve intervista di Franco Corelli che parla di Lauri-Volpi:
Alcuni arie da lui interpretate:
"A te o cara" da "I Puritani" di Vincenzo Bellini.
dal "Trovatore" di Giuseppe Verdi.
Da "Gli Ugonotti" di Giacomo Meyerbeer
"Di quella pira" dal "Trovatore" di Giuseppe Verdi.. -
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Doom non sapevo t'intendessi così tanto di tenori/classica/lirica.
Vorrei un po' ampliare le conoscenze ma non so proprio da dove iniziare. Forse questa non è la sezione adatta per chiederlo, ma hai qualche consiglio da darmi?. -
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Ma non è che sia sto gran intenditore eh.
E' un periodo che mi sto concentrando sulla lirica giusto per cambiare un po' musica.
Comunque non ho capito, ma vuoi consigli per quanto riguarda opere o musica classica in generale?
Se ti riferisci alle opere il discorso è un po' più complesso nel senso che ti consiglierei di partire da quelle un po' più leggere e meno barbose, soprattutto con il trio italico Puccini, Verdi e Rossini, per poi passare a Bellini, Donizetti e successivamente all'epoca classica e barocca, con compositori come Handel, Mozart e Vivaldi.
Direi che le migliori per iniziare sono sicuramente quelli di Verdi "La Traviata" e "il Rigoletto", mentre di Puccini "La Turandot" ed "Il Tabarro"... anche "Pagliacci" di Leoncavallo.
Comunque è tutto molto più impegnativo e occorre una miriade di tempo in più, soprattutto di attenzione e voglia.
Mentre se ti riferisci alla classica in generale o comunque non opere, c'è il thread apposito.
https://metalforum.forumcommunity.net/?t=2689978
qua sicuramente c'è gente più esperta di me che ti potrà consigliare meglio... o per lo meno spero ci sia ancora.
Io per la maggior parte prediligo le sonate per pianoforte o per violiono o i concerti per pianoforte o violino dell'epoca classica, pre-romantica e romantica... mentre a sinfonie o musiche sacre sono un po' scarso.. -
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Nono, mi riferivo alle Opere come hai ben inteso tu.
Di Verdi ascoltavo già qualcosa, sopratutto dopo aver assistito ad un concerto della Corale Verdi di Parma. Da li in poi ho ampliato ma mai in modo molto approfondito, avevo giusto bisogno di un paio di dritte per cominciare ad ambientarmi. Inizio da ciò che mi hai detto allora, grazie mille.. -
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Guarda se inizi con Verdi per "La Traviata" ti consiglio di ascoltare quella i cui interpreti sono Maria Callas e Alfredo Kraus o quella con Mirella Freni, Franco Bonisolli e Gino Bechi.
Mentre per il Rigoletto quello interpretato da Pavarotti o da Franco Bonisolli che è ottimo per la parte del Duca di Mantova.
Edited by .Doom83. - 9/4/2010, 22:46. -
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Un altro tenore insieme Caruso particolarmente importante per tutti i tenori del ventesimo secolo è Miguel Fleta.
Questi 2 tenori sono tra quelli che più hanno influenzato tutti i tenori a venire e c'è da dire che sono tra i pochi tenori capaci di interpretare molto bene quasi qualsiasi repertorio.
Su Fleta c'è poco da dire anche perché la sua carriera è stata solo ventennale, visto che poi ha dovuto interrompere per problemi di laringite.
In seguito è morto anche abbastanza giovane a seguito di un uremia... comunque soffermandoci sul suo stile canoro si può dire che fosse dotato di una grande estensione vocale e di una tecnica veramente sopraffina.
La sua capacità nel smorzare i suoni e gli acuti ed il suo cantato pianissimo sono da manuale... è stato sicuramente uno dei più importanti tenori spagnoli.
Inoltre credo che sia stato il tenore più espressivo di sempre, in fatto di interpretazione e di feeling è veramente unico.
Da "Romeo e Giulietta" di Riccardo Zandonai
Da "La Favorita" Di Gaetano Donizetti.. -
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Parliamo di un altro tenore portentoso.
La Russia ha sempre sfornato fenomeni, non capirò mai come, ma in passato la scuola russa ha fatto veramente delle cose incredibili.
Mi riferisco al tenore Ivan Kozlovsky uno dei più importanti tenori russi seppur di etnicità ucraina.
La sua notevole estensione vocale li permetteva di fare cose che sembrano tutt'oggi incredibili, era anche noto per i suoi "scherzi" durante il canto che erano caratterizzati in vocalizzi con note altissime e bassissime anche se assenti in partitura.
www.youtube.com/watch?v=9GtvWIl088E
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Un altro grande tenore italiano di grande carisma e potenza è sicuramente Franco Bonisolli.
Adatto soprattutto per ruoli eroici e spinti, anche se è stato perfertto in ruoli come Alfredo nella Traviata e il Duca di Mantova nel rigoletto.
Caratteristiche della sua voce: grande potenza, grande squillantezza e grande estensione.
"Di Quella Pira" dal Trovatore di Giuseppe Verdi
dal Rigoletto di Giusuppe Verdi
"Lungi da Lei..." e "Dei miei Bollenti Spiriti" dalla Traviata di Giuseppe Verdi
"O Muto Asil Del Pianto" da "Guglielmo Tell" di Rossini. -
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Un altro grande tenore italiano famoso ai tempi insieme a Corelli e Di Stefano è Mario del Monaco.
Uno dei più grandi tenori drammatici di sempre insieme a Corelli, anche se a mio avviso dopo vari ascolti, sono giunto alla conclusione che sia totalmente inferiore.
A livello di fiato, a livelli di potenza ed a livello di estensione, forse un po' più squillante nelle parti eroiche... in seguito negli ultimi della sua carriera canta quasi sempre di un semitono sotto o anche un tono sotto perché molto probabilmente non ce la faceva più.
Da dimenticarsi assolutamente i suoi esperimenti da baritono, la schifezza proprio.
Voce scura non tanto come quella di Corelli, ma adatta anche per ruoli eroici tipo il Trovatore o Calaf in Turandot.
da "I Pagliacci" di Leoncavallo
dalla "Cavalleria Rusticana" di Mascagni
dal "Trovatore" di Giuseppe Verdi (è un po' filtrato il video).