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| Permesso a Erika, Omar si ribella
"Lei gioca, a me negano tutto" "Non ho alcun permesso. E continuano a negarmi la possibilità di mostrare che sono cambiato". A parlare è Omar Favaro, 22 anni, complice di Erika De Nardo nell'uccisione della madre e del fratellino della giovane. Omar, detenuto nel carcere di Asti, se la prende con il permesso concesso a Erika dopo averla vista sorridente in tv. "Almeno lei un'ora di libertà per giocare a pallavolo l'ha avuta", ha detto il giovane.
Fino a questo momento a Omar, 22 anni, una pena di 14 anni di carcere, non è stato concesso alcun permesso premio, nessuna deroga alla carcerazione dura e pura. Lui giura di essere cambiato, chiede un'opportunità per dimostrare che il 21 febbraio del 2001, il giorno del massacro, quando assieme a Erika uccise la madre e il fratellino di lei, è ormai cosa lontana. Vorrebbe mostrare che questi anni di prigione lo hanno cambiato e iniziare a mettere un piede fuori dal carcere, proprio come ha fatto la sua ex fidanzata, anche se solo per qualche minuto.
Invece, in questi ultimi due anni, gli è stato concesso di partecipare soltanto ad alcuni progetti extra didattici in collaborazione con le scuole della città. Ma tutto rigorosamente dalla sua cella, senza permessi o libere uscite. Chi lavora nel penitenziario e lo segue dice che Omar è più sereno di qualche anno fa. Che ha compreso la gravità dei fatti che lo hanno coinvolto e che sa perfettamente che dovrà pagare ancora molto per le sue colpe. Ma dopo avere visto in tv la sua ex fidanzatina ha perso le staffe. Un po' per invidia un po' perché le immagini di Erika provocano in lui sentimenti di odio. Un rancore maturato negli anni e che è iniziato poche ore dopo i fatti. Quando, dopo avere tentato inutilmente di fare ricadere la responsabilità del massacro su una banda di albanesi, i due giovani iniziarono ad accusarsi a vicenda.
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