Dimagrire seriamente, LE INFORMAZIONI CONTENUTE IN QUESTO TOPIC NON SOSTITUISCONO IN NESSUN MODO IL MEDICO

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baby_93
view post Posted on 8/5/2006, 21:05




Oltre la dieta...

L’approccio medico tradizionale per la terapia dell’obesità(e non solo), basato solo sulla restrizione calorica per un periodo a breve o medio termine ha prodotto, oltre al fallimento del mantenimento del peso raggiunto, l’instaurarsi di danni a carico della sfera psicologica e comportamentale: sensi di colpa, fallimento, bassa autostima, vergogna, depressione e incapacità di controllarsi che sfocia spesso nell’abbuffata e a volte nel vomito.


Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata (DAI) corrispondente al Binge Eating Disorder (DED) degli anglosassoni è messo in relazione ai continui fallimenti da diete drastiche (sindrome dello YoYo). L’imposizione di un controllo rigido porta inevitabilmente alla perdita di controllo con una conseguente assunzione calorica non programmata ne’ controllata.

L’incapacità del rispetto del piano alimentare prescritto, vissuto con senso di vergona, potenzia i pensieri di debolezza e di scarsa volontà già ampiamente sperimentati dall’obeso.

Si instaurano in questo modo pensieri fallimentari e colpevolizzanti che compromettono la qualità della vita stessa.

Riprovare a perdere peso diventa sempre più difficile e la possibilità di venirne fuori sfuma sempre di più, fino all’apparente accettazione dei detestabili chili di troppo.

Mentre la società impone un modello di magrezza - sinonimo di bellezza ma anche di successo- sempre più lontano dal peso sano, l’obeso continua ad essere bersaglio della industria della dieta .

Gli operatori sanitari hanno sempre più la consapevolezza della gravità della malattia ma a fatica riescono a trasmettere il messaggio della terapia che esiste ed è in grado di dare dei risulati stabili nel tempo.

La terapia - visto il fallimento dietetico- va oltre la dieta. Guarda non ai chili ma alla persona che è fatta di vissuti, idee e convinzioni che vanno quasi sempre bonificate.

E’ possibile modificare il proprio peso modificando la propria alimentazione che va rapportata ad una normalità e non ad una restrizione.

Il dispendio energetico negli obesi è spesso o quasi sempre superiore al dispendio delle persone normopeso; basterebbe già questa convinzione per non far sentire l’obeso un diverso, uno sfortunato, uno che deve mangiare meno degli altri.
L’assunzione di cibo normale è in grado di riportare i chili verso il peso sano ovvero verso quel peso che è giusto per quell’individuo fatto di chili ma anche di pensieri, comportamenti, idee e stato di salute.

Mangiare di più per mangiare di meno. Se si riesce a raggiungere la sazietà si riesce a controllarsi, ma se si stimola la fame allora la lotta diventa impari e di certo si perde il controllo.

E’ l’idea iniziale della dieta- ovvero della restrizione- che va contrastata.

E’ il punto di partenza che ha già in sè insito la perdita di controllo.

L’obiettivo primario della terapia dell’obesità non è la perdita di peso ma la capacità di controllarsi che si raggiunge sostituendo la dieta con la regola che prevede la tragressione. La trasgressione va preventivamente programmata e non è da evitare ma da inserire.

La trasgressione - in un programma psicoeducazionale, va prescritta perchè solo abituandosi e allenandosi alla sua gestione si è in grado di sperimentare la piacevolezza del controllo.

Provare il piacere di riuscire a controllarsi fa dell’obeso una persona che vede la possibilià di uscire dai suoi contiuni fallimenti e sensi di colpa.

Si trasforma in questo modo il continuum fallimentare in un circolo virtuoso che partendo dalla capacità di gestione della trasgressione arriva alla non perdita di controllo e quindi all’evitamento dell’abbuffata. Questo rappresenta una forte iniezione di antidepressivo che diventa il volano di una serie di pensieri positivi che hanno come effetto l’acquisizione del controllo alimentare che porta alla perdita di peso e alla capacità di mantenerlo per sempre.

E’ un percorso lungo, difficile ma possibile. La gestione di questo programma non può essere affidato al singolo individuo ma ad operatori ( medico- dietista-psicologo) che si fanno carico della persona nella sua globalità. L’obesità è una malattia e come tale va curata da operatori sanitari. Il diabetico, l’iperteso, l’oncologico mai si sognano di curarsi da soli nè mai nessun medico dirà loro "si curi " come spesso l’obeso invece si sente dire "dimagrisca". L’obeso oltre i chili e i problemi non può farsi carico di certo anche della sua malattia.


Dimagrire con la testa

E’ sbagliato pensarla così


    la presunzione di sapere ’come fare’ è la maggiore causa di fallimento
  • per dimagrire bisogna fare la fame
  • salto i pasti cosi dimagrisco prima
  • la pasta e il pane fanno ingrassare
  • sto a dieta quindi non posso assolutamente trasgredire
  • il mio metabolismo non funziona bene
  • solo i farmaci mi possono far dimagrire
  • da domani mi metto a dieta intanto mangio
  • per dimagrire debbo per sempre rinunciare ai miei cibi preferiti
  • la dieta mette tristezza
  • mi sento in colpa se trasgredisco
  • è inutile dimagrire tanto poi ingrasso

E’ corretto pensarla così

  • dimagrisco se riesco a controllarmi
  • controllo alimentare significa dieta come regola che prevede ed è potenziata dalla trasgressione
  • il tempo è il migliore alleato
  • controllo non tanto il tipo di cibo ma il metodo di cottura che non preveda l’aggiunta di grassi di condimento
  • meglio una porzione abbondante di pasta senza condimenti che metà porzione condita abbondantemente
  • la colazione è un pasto principale
  • non salto i pasti altrimenti la fame mi fa perdere il controllo
  • ho la certezza di perdere peso se riesco a mantenere il controllo
  • solo modificando il mio modo di ’pensare dietologico ’ posso mantenere i chili persi
  • se mi trovo a lottare con la bilancia debbo mettere in discussione le mie convinzioni dietologiche


La trasgressione aiuta

Mettersi a dieta è spesso una decisione sofferta perché tornano alla mente tutti i fallimenti dietetici precedenti e spesso si prova, si tenta, si inizia una dieta sperando che sia la volta buona e che sia l’ultima.

Quella che ci farà dimagrire una volta per tutte.

Così però non è, perché non lo è quasi mai quando si dimagrisce facendo una dieta rigida, quella cioè che ci impone uno schema fisso dal quale non bisogna assolutamente uscire.

Schema rigido, regole ferree e desiderio di cibo proibito, mettono a dura prova la nostra volontà. Nasce così la voglia di trasgressione, si perde il controllo e si entra in una fase di ’non dieta’ dove si ricomincia a mangiare o meglio a rimpinzarsi di cibo e, di cibo anche inutile. Si mangia senza controllo anche se ci si era ripromessi di non farlo più. Non ci si è riusciti e quindi ci si sente in colpa.

I sensi di colpa sono il punto chiave da dove nascono i disturbi del comportamento alimentare (Anoressia, Bulimia, Obesità).

L’esperienza dei sensi di colpa, ripetuta nel tempo, porta all’instaurarsi e al perpetuarsi di pensieri fallimentari, depressivi che spesso sono essi stessi causa di una eccessiva ricerca di cibo, che porta inevitabilmente ad un aumento di peso.

Ecco allora che la dieta seguita dalla trasgressione porta ad un recupero di peso spesso maggiore dei chili persi.

Aumento di peso che di per se è grave, ma forse sono di gravità maggiore i danni che questo ulteriore fallimento crea a livello psicologico.

Chi ha vissuto l’esperienza dei sensi di colpa sa bene come diventa sempre più difficile riprovare un’altra dieta .Nasce, allora, l’apparente accettazione del proprio aspetto fisico,dei propri detestabili chili di troppo; è questa apparente calma che nasconde travagli interiori e che porta all’appagamento del cibo, al mangiare senza controllo, alla non dieta. La non osservanza di nessuna regola ci fa vivere meglio perché solo così, se non esiste la regola, non può esserci la trasgressione.

Ma trasgredire non solo non va evitato ma diventa utile.

La trasgressione va prevista, controllata e contenuta, non evitata. Se posso trasgredire, la dieta diventa non più uno schema fisso fine a se stesso, ma uno strumento finalizzato a modificare lo stile di vita.

Il programma dimagrante che diventa anche e principalmente di mantenimento è dato dalla regola che prevede la trasgressione. Debbo cioè imparare a controllare l’assunzione di cibo e rapportala solo alla fame vera e alla voglia di cibo.

Il nostro corpo è in grado di comunicarci sia la fame come bisogno generico di cibo/energia, che la voglia di cibo come ricerca di specifici nutrienti. La voglia di zuccheri nella donna è spesso un bisogno di triptofano utile per la sintesi di serotonina. Il calo di serotonina che si ha nel periodo premestruale spiega la voglia, a volte incontrollabile, di cibi dolci quali la cioccolata.

Il programma alimentare che prevede dieta e trasgressione apparentemente dà un dimagrimento di entità minore rispetto all’osservanza di una dieta da 800 calorie e ciò sicuramente avviene nelle prime settimane ma nel lungo periodo cioè dopo qualche mese, mentre la dieta da 800 calorie ha sì fatto perdere dei chili ma li ha fatti anche recuperare., Il nostro programma basato sul controllo alimentare avrà dato non solo una perdita di peso più o meno importante ma anche e principalmente una educazione alimentare e comportamentale. Questo avrà modificato il nostro modo di pensare dietologico, che ci permetterà di non cadere nella trappola dei sensi di colpa che ci portano verso un’obesità psicogena cronica o peggio ancora verso l’anoressia e la bulimia dove il vomito acquista un significato liberatorio sia del cibo che di quello che rappresenta.

Vanno evitati dunque tutti i metodi dimagranti che tendono a colpevolizzare chi -suo malgrado- non riesce a stare a dieta, va cercato viceversa chi può aiutarci ad acquisire un modo di pensare dietologico corretto che è fatto di conoscenze vere, scientifiche rapportate sempre e solo alle proprie esigenze metaboliche.

Solo un nutrizionista esperto può insegnarci a soddisfarle per sempre, perché solo così, potremo diventare magri e continuare ad esserlo fin quando ci andrà.


Sensi di colpa

Ogni qual volta ci si propone di iniziare e portare a termine una dieta rigida, alla fine si finisce sempre per mangiare, quei cibi proibiti, anche se ci si era proposto di non farlo più.

Dopo averli mangiati scattano immediatamente i sensi di colpa; si sperimenta il fallimento, insorge uno stato depressivo che ci porta, ahimè, a consolarci con altro cibo.

Altro cibo che segna l’inizio di un altro periodo senza controllo con la conseguenza di un repentino aumento di peso che accentuerà la nostra depressione, il nostro fallimento. Si riinizierà a mangiare un’altra volta senza controllo, abbandonando l’idea della dieta perché solo cosi, almeno apparentemente si sta meglio. Non sono a dieta quindi posso mangiare sperando in un’altra dieta, in un altro tentativo dietologico che sarà nostro i malgrado fallimentare se non si cambierà il nostro modo di rapportarci con il cibo, , cambiando il nostro modo di pensare dietologico per non fallire ulteriormente.

E’ sbagliato l’inizio: il pensiero, cioè, della dieta rigida senza possibilità di trasgressione.

La capacità di sapere trasgredire, infatti, non innesca i sensi di colpa e la spirale quindi di pensieri e comportamenti che ci portano a mangiare sempre di più e sempre senza controllo.

La maggiore assunzione di cibo ci porterà da una parte al fallimento del tentativo dimagrante e dall’altra a sviluppare a livello psicologico pensieri fallimentari che sono essi stessi causa di ricerca di cibo e quindi di aumento di peso.

Questa esperienza ripetuta nel tempo può portare ad un’ incapacità di iniziare un’altra dieta e quindi all’apparente accettazione cronica dei chili di troppo.

Nasce così l’obesità cronica di tipo psicogeno


Pensiero dietologico

I chili di troppo, si sa, si vorrebbe svanissero all'improvviso:i famosi sette chili in sette giorni, anche se appartengono al mondo dei sogni, spesso diventano una meta irragiumgibile e quindi frustrante per chi continua a sognare a occhi aperti.

La realtà dietologica corretta è però diversa perché si basa sul lungo periodo e bandisce le diete rigide.

Essere magri ed esserlo per sempre è possibile solo se si punterà su un pensiero dietologico corretto e non sull'imposizione di regole alimentari rigide, spesso fantasiose e prive di qualsiasi valore scientifico.

Per pensiero dietologico si intende l'insieme di idee, convinzioni e comportamenti che, se corretti, ci permettono di raggiungere e mantenere per sempre non solo il peso corporeo ma anche e soprattutto quel giusto equilibrio che rispecchia il nostro benessere psicofisico.

La certezza della perdita di peso nel lungo periodo ci permetterà di puntare non più su una dieta ma ad un comportamento alimentare che dovrà essere basato sul controllo; pertanto il programma dimagrante prevederà sì la dieta intesa come regola ma anche la trasgressione, ossia il potersi concedere ogni tanto quel cibo o quei cibi che sono in quel determinato momento importanti da assumere.

La differenza sostanziale, in questo diverso modo di affrontare la sfida ai chili di troppo, sta nel fatto che la dieta rigida senza la possibilità di trasgredire è destinata ad essere interrotta in un periodo più o meno breve .L'interruzione che ne consegue, darà inizio ad un periodo di incapacità a controllare l'assunzione di cibo che annullerà immediatamente l'effetto della dieta appena conclusa.

Il programma basato sull'autocontrollo potenzierà, invece, la capacità di gestione del cibo, che si tradurrà nella non perdita del controllo e quindi nel mantenimento del risultato ottenuto.



Edited by baby_93 - 9/5/2006, 18:20
 
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Self-injuried
view post Posted on 9/5/2006, 17:12




^^ carino il topic
 
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* MorGana *
view post Posted on 18/9/2006, 14:04




Molto intelligente come topic.... Si, mi piace ^__^
Seguite cosa dice Baby perchè sono cose veram interessanti... Io sono andata dal dietologo e vi assicuro che 3/4 delle cose che baby ha detto sono le stesse cose che mi ha detto lui... Ma se avete tanti chili da perdere e volete farlo seriamente, andate da un medico, e starete veramente molto bene, ve l'assicuro!
 
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::*Giadina93*::
view post Posted on 14/6/2008, 20:46




nn so se questo è il posto giusto ma io scrivo lo stesso
io VOGLIO dimagire, ma il fatton è ke mia madre nn mi porta da un dietologo xkè dice ke troppe volte l'ho illusa ke nn mi crede + xlè in realtà c sn già andata una volta da pikkola a 10 anni e un'altra volta 3 anni fa...ma ho sempre fallito :( io volgio essere magra nn ce la faccio più e nn so se da sola c riesco
 
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roxy 89
view post Posted on 20/12/2010, 18:43




mi piace quello che avete scritto :)
 
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4 replies since 8/5/2006, 21:05   4823 views
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