X-Men World Community Forum

[ComiX-Man] Scott Lobdell's X-Men, Uncanny X-Men 286-350 + X-Men 46-69 + GenX 1-28

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 26/5/2009, 14:46

PontifeX MaXimus del Sacro Culto di Chris Claremont & Grant Morrison

Group:
Administrator
Posts:
20,939

Status:


Prendendo spunto da altra discussione, parliamo di

SCOTT LOBDELL

image



... il primo "serio" scrittore post Chris Claremont

.... ed autore di un lungo run su Uncanny X-Men e su Generation-X.

Parliamo di lui, del suo stile, dei suoi debiti con Chris Claremont, ma anche con Bob Harras & Fabian Nicieza ...ed ovviamente del suo contributo alla Marvel [ solo incidentalmente delleserie out of M ], ripartendo da quanto detto ai tempi nel periodo (breve ... ed oramai anni luce nella memoria) dell'Esilio ....


@DRAKE
CITAZIONE
posso dire che Lobdell sugli X-Men (parlo della sua prima run) mi è sempre piaciuto, aveva una grande eredità e responsabilità sulle spalle, portare avanti l'immenso affresco creato da Claremont e imho lo ha fatto con uno stile proprio e personale senza alcun timore referenziale verso il predecessore.
Ricordo uno dei suoi primi numeri quando risolse alla sua maniera il rapporto Ororo-Forge. Da li mi resi conto che era un autore che a differenza di Claremont non sarebbe stato per nulla tenero con i "suoi" personaggi . Intendiamoci neanche Claremont era tenero, ma la sua era un ottica epica, eroica, quella di Lobdell no, alla fine delle prove affrontate non c'era quasi mai il riscatto finale, il riposo dei giusti, la gloria, bensi era sempre in agguato il fallimento personale, il dubbio, la messa in discussione .
Con Lobdell il sogno di Xavier comincia a sgretolarsi, e la dicotomia uomo-eroe entra in crisi , per me un aproccio interessante e originale, per questo ricordo con piacere molte delle sue storie.

@RAINMAN
CITAZIONE
Difetti: molto discontinuo, poca focalizzazione sulle trame a lungo termine, in difficoltà con i personaggi "pesanti" di Claremont

Pregio: creatore di personaggi di supporto molto interessanti, molte atmosfere ben catturate, personaggi maschili proponibili (a parte Wolverine e in parte Magneto), crudele al punto giusto.

La coppia con Nicieza era ben assortita, magari con Harras meno plotter potevano reggere molto di più insieme.

Il suo periodo lo ricordo piacevolmente .....e già che è un periodo che si può ricordare è tutto di questi tempi ....

Il paragone con X-Chris è inevitabile ma molto spesso limitante...
Si è detto che era quello delle parole curativi/lenitive, la prevalenza dei discorsi "lamentevoli" sulle azioni per spiegare i vari stati d'animo.
Claremont invece faceva agire i personaggi per spiegare.
Una buona osservazione (credo di Law o di H.P.L.).

Ma oggi è sparito?
Cosa scrive?

@RAINMAN on Mr. K
CITAZIONE
CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
io trovo che lobdell sia un autore sopravvalutatissimo.

avendo scritto gli x-men per anni, è chiaro che abbia formato un'intera generazione di lettori. anch'io mi rendo conto che, ripensando ad alcune delle storie che leggevo da ragazzino, mi sembrano bellissime... anche l'uomo ragno di al milgrom. però, ecco, si tratta di una questione affettiva. rileggendole oggi, non credo proprio che mi farebbero lo stesso effetto che a nove anni.
penso che lo stesso principio di cui sopra si possa applicare anche al grosso dei lobdell-fan, che chiaramente si sono fatti il palato attorno a quella robaccia: la cucina della mamma è sempre la migliore!

in parte condivido questo discorso. Poi personalmente salverei comunque alcune storie/caratterizzazioni che nascevano dal reale interesse dello scrittore per alcuni personaggi.
Oggi tutto ruota soltanto intorno all'evento, svuotandolo di caratterizzazioni.

CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
però, onestamente, quelle storie degli x-men non erano certo molto migliori di quelle di lee e portacio citate dall'avvocato in altro topic. superficialità nella caratterizzazione dei personaggi (altro che "approfondimento psicologico"! personaggi stereotipati e tabula rasa, in primis tempesta), confusione, mancanza di idee... ogni x-man era un action figure immobile, da modificare al massimo a livello estetico, come le versioni di big jim, senza mai una progettualità precisa e coerente.

L'ho detto prima che a Lodbell è sempre mancata una sorta di pianificazione degli archi narrativi rendendoli confusi ed anche inconcludenti.
Fi seguito i suoi personaggi secondo me mal gestiti.

Tempesta:...qui so di non essere popolare...la storia in cui si lascia con Forge l'ho sempre trovata necessaria...magari troppo crudele...ma ne ha mostrato una parte meno epica e quindi umana.
il problema poi è sorto dopo....il nulla...e qui poco lo si può difendere.

Rogue: si è involuta troppo nel suo focalizzarsi sulla relazione con Gambit, trascurando tutto il resto....un sacco di cose...

Wolverine:qui secondo me entra in gioco anche l'inizio della sovraesposizione del personaggio. Va aggiunto che non è un personaggio facile da scrivere soprattutto per il seguito che ha e le aspettative che si hanno nei suoi confronti (mai troppo amato da me forse proprio per questo....quasi intoccabile).

Magneto: un altro personaggio che per la storia che ha...dove tocchi sbagli....solo Morrison mi ha sorpreso con la sua "doverosa" versione acida....

Psylocke:....la storia della Crimson Dawn non aveva senso...però salvo solo la sua lotta con Sabre...il resto nulla e poco più...la storia con Warren è opera di Nicieza

Colosso in fondo aveva un suo fascino crudele...

CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
a proposito del degno "pard" di lobdell... ricordo che il primo albo sul quale io mi sia mai addormentato in vita mia fu l'albo degli x-men scritto da niceza, quello con la morte dei genitori di colosso. madonna mia che palle.
anche l'era di apocalisse era una vaccatona autoreferenziale, che per giunta ha aggiunto al myhtos mutante solo zavorra (sugar man! la bestia nera!! per non parlare di x-man, un personaggio che nulla ha aggiunto al pantheon mutante, una specie di rachel summers emo e con più effetti speciali).
in generale, dallo storico addio di claremont, morrison a parte gli x-men mi han fatto schifo praticamente sempre. tutti quanti hanno praticamente vissuto di rendita e basta
(e infatti, per chi se lo chiedesse, negli ultimi anni ho mollato a più riprese la lettura degli x-men, l'ultima volta dopo aver assaggiato la scialba saga spaziale di brubaker e il primo arco di carey).

Anche io rimango dell'idea che solo Morrison ha fatto qualcosa di nuovo.
Gli altri sono stati o discreti supplenti (Lobdell, Nicieza, Kelly e Seagle) o delle ciofeche allucinanti (Austen, Davis, Milligan, Casey).
Brubaker abbastanza scialbo e Carey con del potenziale ma spesso inespresso

rain

@LAW on Drake-Rainman-Mr.K
CITAZIONE
CITAZIONE
drake Ha scritto:
posso dire che Lobdell sugli X-Men (parlo della sua prima run) mi è sempre piaciuto, aveva una grande eredità e responsabilità sulle spalle, portare avanti l'immenso affresco creato da Claremont e imho lo ha fatto con uno stile proprio e personale senza alcun timore referenziale verso il predecessore.

Su questo non saprei: più che altro è stato il primo tra i due ad essere incoraggiato a seguire le sue idee e posizioni .... a tentare di essere personale, mentre Nicieza venne molto più "costretto" da Harras nei limiti narrativi definiti da Lui stesso e da Scott, anche sotto il profilo stilistico, con Fabian che imitava palesemente lo stile di X-Chris, mentre Lobdell, effettivamente - se non altro nei dialoghi - tentò di emanciparsi abbastanza presto.
Anche se lo stile di Lobdell è comunque ascrivibile al contesto "post-Claremontiano".

CITAZIONE
Cita:
Ricordo uno dei suoi primi numeri quando risolse alla sua maniera il rapporto Ororo-Forge. Da li mi resi conto che era un autore che a differenza di Claremont non sarebbe stato per nulla tenero con i "suoi" personaggi . Intendiamoci neanche Claremont era tenero, ma la sua era un ottica epica, eroica, quella di Lobdell no, alla fine delle prove affrontate non c'era quasi mai il riscatto finale, il riposo dei giusti, la gloria, bensi era sempre in agguato il fallimento personale, il dubbio, la messa in discussione.

Hai citato una delle due storie che di solito si citano di X-Scott., ovvero Uncanny X-Men # 289-290. Personalmente ho sempre amato quella storia e, sia pure nella non logicità di una Tempesta improvvisamente così fragile (e questa è stato l'unico vero ficus di Lobdell con Ororo, che per il resto della sua gestione non è più poi entrata nelle corde dello scrittore), è stata la prima storiai n cui gli X-Men sono entrati nel dopo-Claremont vero e proprio.
L'altra storia è la morte di Iliyana, che invece non ho mai amato ed in cui non ho mai trovato il "pathos" ed il "drama" che tanti invece vi hanno sempre visto.

CITAZIONE
Cita:
Con Lobdell il sogno di Xavier comincia a sgretolarsi, e la dicotomia uomo-eroe entra in crisi , per me un aproccio interessante e originale, per questo ricordo con piacere molte delle sue storie.

Questo è vero, anche se rimane sempre l'interrogativo se farina di X-Scott o di X-Bob.

CITAZIONE
the rainman Ha scritto:
Difetti:Molto discontinuo, poco focalizzazione sulle trame a lungo termine, in difficoltà con i personaggi "pesanti" di Claremont

Pregio: creatori di personaggi di supporto molto interessanti, molte atmosfere ben catturate, personaggi maschili proponibili (a parte Wolverine e in parte Magneto), crudele al punto giusto.

He he heeeeeee parli di Lobdell ed il buon vecchio Rain ri-compare.
Hey Rain ti ricordi le lunghissime discussioni su CCL e SLobd sulla X-Men Mailing List? Ha ha ha, plus ca changè, plus c'ete la mème chose .....

In ogni caso concordo tendenzialmente sulle tue osservazioni.

CITAZIONE
Cita:
La coppia con Nicieza era ben assortita, magari con Harras meno plotter potevano reggere molto di più insieme.

.... oppure sarebbero crollati in rivalità, senza lo scrigno dei plots ed eventi ed idee mai realizzati da X-Chris che Harras si era ben conservato (dopo avere rifiutato al Maestro esasperandolo e costringendolo ad abbandonare).

CITAZIONE
Cita:
Il suo periodo lo ricordo piacevolmente.....e già che è un periodo che si può ricordare è tutto di questi tempi....

Il che in fondo è il concetto che nell'altra discussione si voleva esprimere ....

CITAZIONE
Cita:
Il paragone con X-Chris è inevitabile ma molto spesso limitante...
In questo forum si è detto che era quello delle parole curativi/lenitive, la prevalenza dei discorsi "lamentevoli" sulle azioni per spiegare i vari stati d'animo.
Claremont invece faceva agire i personaggi per spiegare.
una buona osservazione (credo di Law o di H.P.L.).

H.P.L. .... io non sono così profondo ....

CITAZIONE
Cita:
Ma oggi è sparito?
Cosa scrive?
rain

Dopo Hard Roads con Yu ho perso le sue tracce ....

CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
io trovo che lobdell sia un autore sopravvalutatissimo.

(cut)

però, onestamente, quelle storie degli x-men non erano certo molto migliori di quelle di lee e portacio citate dall'avvocato in altro topic. superficialità nella caratterizzazione dei personaggi (altro che "approfondimento psicologico"! personaggi stereotipati e tabula rasa, in primis tempesta), confusione, mancanza di idee... ogni x-man era un action figure immobile, da modificare al massimo a livello estetico, come le versioni di big jim, senza mai una progettualità precisa e coerente.

No su questo dissento. Almeno per quanto riguarda il Lobdell fino ad Uncanny X-Men # 325.
Ha dato una prima forma al personaggio di Bishop.
Ha iniziato veramente il processo di crescita di Ciclope che è esploso recentemente con Whedon. Claremont non amava Scott come Xavier ed invece Lobdell con entrambi (sopratutto poi con un meraviglioso John Romita Jr ai disegni) ha scritto storie encomiabili ....

Poi effettivamente è andato in grande calo ..... forse perchè cominciavano a mancare certi supporti narrativi da parte di Harras che aveva quasi finito lo Scrigno dei Sogni impediti e realizzati .... e che pertanto poi ha iniziato a boicottarlo come fece con CCL.

CITAZIONE
Cita:
a proposito del degno "pard" di lobdell... ricordo che il primo albo sul quale io mi sia mai addormentato in vita mia fu l'albo degli x-men scritto da niceza, quello con la morte dei genitori di colosso. madonna mia che palle.

Ecco su questo concordo ... quella storia era veramente ...... brutta.

CITAZIONE
Cita:
anche l'era di apocalisse era una vaccatona autoreferenziale, che per giunta ha aggiunto al myhtos mutante solo zavorra (sugar man! la bestia nera!! per non parlare di x-man, un personaggio che nulla ha aggiunto al pantheon mutante, una specie di rachel summers emo e con più effetti speciali).

Bah, alcuni episodi erano belli e piacevoli, quelli id Lobdell appunto.
La questione è che la Marvel ci ha - come sempre - speculato troppo.

CITAZIONE
Cita:
in generale, dallo storico addio di claremont, morrison a parte gli x-men mi han fatto schifo praticamente sempre. tutti quanti hanno praticamente vissuto di rendita e basta
(e infatti, per chi se lo chiedesse, negli ultimi anni ho mollato a più riprese la lettura degli x-men, l'ultima volta dopo aver assaggiato la scialba saga spaziale di brubaker e il primo arco di carey).

Sul vivere di rendita su tutti i risvolti e piccole pieghe del First Run è vero ... però personalmente salvo ancora i primi numeri di Joe Kelly e ...... Bru & Carey devo rileggerli ancora ....

@Mr.K on Law
CITAZIONE
devo dire di non essere per nulla d'accordo con chi asserisce che claremont sia mai stato "tenero" con i suoi personaggi. ma quando? mi pare anzi che lui li abbia sempre messi tutti quanti all'interno di percorsi difficili, tormentati. wolverine e mariko, tempesta con tutte le sue trasformazioni e la perdita dei poteri, rogue, scott e madeleine, jean grey... il massacro mutante, dissolution and rebirth e tutta la saga australiana con i reavers, inferno, genosha, ecc ecc ecc.
certo, alla fine, quasi sempre, l'eroe trionfa. ma d'altronde, così deve essere, e non è certo una prerogativa di claremont, questa.

CITAZIONE
The Lawyer Ha scritto:
Hai citato una delle due storie che di solito si citano di X-Scott., ovvero Uncanny X-Men # 289-290. Personalmente ho sempre amato quella storia e, sia pure nella non logicità di una Tempesta improvvisamente così fragile (e questa è stato l'unico vero ficus di Lobdell con Ororo, che per il resto della sua gestione non è più poi entrata nelle corde dello scrittore), è stata la prima storiai n cui gli X-Men sono entrati nel dopo-Claremont vero e proprio.
L'altra storia è la morte di Iliyana, che invece non ho mai amato ed in cui non ho mai trovato il "pathos" ed il "drama" che tanti invece vi hanno sempre visto.

sono d'accordo, anch'io ho sempre trovato la storia della morte di illyana piuttosto insulsa.

piuttosto, la storia con tempesta è l'ennesimo esempio di come gli autori successivi a claremont abbiano praticamente solo vissuto di rendita. CCL aveva già scritto parecchi episodi su forge e tempesta, molti dei quali anche molto problematici.

CITAZIONE
Cita:
Con Lobdell il sogno di Xavier comincia a sgretolarsi, e la dicotomia uomo-eroe entra in crisi , per me un aproccio interessante e originale, per questo ricordo con piacere molte delle sue storie.

originale non saprei... comunque, si può dire che questa strada abbia portato alla "morte" vera e propria della serie, perchè in fondo cosa sono gli x-men senza il sogno di xavier? solo morrison ha provato a metterci una pezza, restituendo al professore un ruolo centrale da vera e propria "icona" mutante.

CITAZIONE
Cita:
No su questo dissento. Almeno per quanto riguarda il Lobdell fino ad Uncanny X-Men # 325.
Ha dato una prima forma al personaggio di Bishop.
Ha iniziato veramente il processo di crescita di Ciclope che è esploso recentemente con Whedon. Claremont non amava Scott come Xavier ed invece Lobdell con entrambi (sopratutto poi con un meraviglioso John Romita Jr ai disegni) ha scritto storie encomiabili ....

Poi effettivamente è andato in grande calo ..... forse perchè cominciavano a mancare certi supporti narrativi da parte di Harras che aveva quasi finito lo Scrigno dei Sogni impediti e realizzati .... e che pertanto poi ha iniziato a boicottarlo come fece con CCL.

onestamente io ricordo che ciclope sia sempre stato un personaggio noiosissimo. ricordo giusto una storia sul filone che dici tu, il famoso x-men unlimited #1, disegnato se non mi sbaglio da bachalo. si trattava non a caso di una storia autoconclusiva, e comunque non la rileggo da anni... giusto con morrison, scusate se lo tiro in ballo in continuazione, mi pare che ciclope abbia acquisito un po' di spessore in più (assalto ad arma x), iniziando a brillare più di luce propria.

tra parentesi... ma scusa, bishop ha mai avuto una forma? ancora adesso non sanno che farsene di lui, ora han provato a riciclarlo in messiah complex in un ruolo del tutto nuovo che denota la disperazione degli autori nei confronti di questo personaggio...

CITAZIONE
Cita:
Sul vivere di rendita su tutti i risvolti e piccole pieghe del First Run è vero ...

ormai scrivere una serie di super-eroi, in generale, significa scegliere un "mood" attraverso il quale filtrare ciò che si è già detto sui personaggi. ormai non si inventa mai nulla, anche perchè gli autori hanno evidentemente minori incentivi di un tempo ad inventare...

@H.P.L. on Raiman
CITAZIONE
CITAZIONE
the rainman Ha scritto:
in questo forum si è detto che era quello delle parole curativi/lenitive, la prevalenza dei discorsi "lamentevoli" sulle azioni per spiegare i vari stati d'animo.
Claremont invece faceva agire i personaggi per spiegare.
una buona osservazione (credo di Law o di H.P.L.).

Sì era mia... mi fa molto piacere che te la ricordi!
Personalmente ho sempre considerato Lobdell un onesto mestierante, con grandi carenze su alcuni aspetti narrativi. Le sequenze d'azione erano il suo debole, e da bravo comedian - il suo precedente mestiere - cercava di coprire le pezze facendo dire montagne di battute cretine ai personaggi: ve lo ricordate quando Fitzroy irrompe nell'attico di Forge?

Secondo me bisogna anche considerare un secondo il periodo storico in cui Lobdell si muove: i terrificanti primi anni '90, con l'esplosione della scuola Image prima maniera. Ovvero la dimostrazione che, cifre (assurde per oggi) alla mano, un bravo scrittore non è più un elemento assolutamente necessario per fare un fumetto che venda milioni di copie.

In quel clima la Marvel, orfana di talenti e sotto enormi pressioni economiche, adotta la politica del cross-over annuale. Testate integrate, copertine metallizzate e una marea di eventi che lasciano il tempo che trovano. Emerge quasi subito che persino a Lobdell questo schema va stretto. Tanto è vero che, ci fanno caso tutti i suoi fans, i suoi numeri migliori sono quelli immediatamente precedenti o successivi al "numero evento". La morte di Illyana (qui condivido il parere di Law, storia sopravvalutata) precede il tremendo inizio di Fatal Attractions. La famosa scena della colazione con Quicksilver e Jean che fa le frittelle per tutti segue l'epilogo di Onslaught.

Lobdell ha sfornato un solo vero capolavoro (IMHO) sugli X-Men, ed è "Tigri nella notte". Quello è un albo veramente al livello del miglior Claremont e tuttora bellissimo e leggibilissimo, un esempio di sceneggiatura con tempi perfetti che paragonerei solamente al numero di Morrison con Scott e Logan nello Strip-Club Infernale (Law sa di cosa parlo...). Un vero caposaldo degli X-Men con una definizione di Xavier che a CCL non sarebbe mai riuscita, eppure rispettosa anche della sua visione. Ed è pure la prima e unica volta che Lobdell scriverà un Magneto decente.

Si nota lo sforzo di Lobdell di fare la differenza rispetto alla Image con una "sua" definizione di interiorità, spesso banale, ma soprattutto con la stesura di un sentimento di "familiarità" che - probabilmente - vuole portare i lettori a sentire negli X-Men il "calore" di una famiglia che i Wildcats o la Cyberforce non possono avere.
Ecco quindi Santo Xavier di Calcutta, padre amorevole di tutti i mutanti (direzione poi deviata verso Onslaught e poi ripresa); ecco una marea di dialoghi "da amici", di confidenze, di fiducia l'uno nell'altro, la famosa fiducia di Lobdell nel dialogo come strumento che funziona veramente.

In quanto a Nicieza, è sicuramente sempre andato al traino.

@LAW on H.P.L.
CITAZIONE
CITAZIONE
H. P. L. Ha scritto:
Lobdell ha sfornato un solo vero capolavoro (IMHO) sugli X-Men, ed è "Tigri nella notte". Quello è un albo veramente al livello del miglior Claremont e tuttora bellissimo e leggibilissimo, un esempio di sceneggiatura con tempi perfetti che paragonerei solamente al numero di Morrison con Scott e Logan nello Strip-Club Infernale (Law sa di cosa parlo...).
Un vero caposaldo degli X-Men con una definizione di Xavier che a CCL non sarebbe mai riuscita, eppure rispettosa anche della sua visione. Ed è pure la prima e unica volta che Lobdell scriverà un Magneto decente.

Ecco, Ti aspettavo al varco, amico mio .... ... perchè è vero.
A parte il fatto che so che abbiamo opinioni differenti relativamente all'altra grande storia (PER ME) degli X-Men di Lobdell, che è la già pluricitata sua prima storia interamente scritta - Uncanny X-Men # 289-290 con Ororo & Forge -, indubbiamente il periodo di Lobdell tra Uncanny X-Men # 297 (l'epilogo all'X-Cutioner Song) ed Uncanny X-Men # 314 ... o giù di li ... (PhalanX Cross-Over) è per me più che dignitoso, se non buono.
Il vertice però è proprio quella storia che ... si ... concordo ha quelle similarità di atmosfera e di mood ... di penetrazione emotiva e psicologica con "quella storia" ... che è per inciso uno dei capolavori di Morrison sui mutanti.

Nota di menzione al fantastico lavoro id John Romita Jr di quei tempi .....

CITAZIONE
Cita:
Si nota lo sforzo di Lobdell di fare la differenza rispetto alla Image con una "sua" definizione di interiorità, spesso banale, ma soprattutto con la stesura di un sentimento di "familiarità" che - probabilmente - vuole portare i lettori a sentire negli X-Men il "calore" di una famiglia che i Wildcats o la Cyberforce non possono avere.
Ecco quindi Santo Xavier di Calcutta, padre amorevole di tutti i mutanti (direzione poi deviata verso Onslaught e poi ripresa); ecco una marea di dialoghi "da amici", di confidenze, di fiducia l'uno nell'altro, la famosa fiducia di Lobdell nel dialogo come strumento che funziona veramente.

In quanto a Nicieza, è sicuramente sempre andato al traino.

Amen.

Quanto a Fabian, beh oggi sappiamo a mente fredda che era il n. 2, e doveva seguire le decisioni di Bob & Scott (in rispettivo ordine di importanza ... chi vuol capire capisca .... ) e doveva seguire uno stile pure ben preciso che era quello aulico e drammaticamente shakespeariano di Claremont (cfr. la radicale differenza col suo X-Force) .... ovviamentenon riuscendo minimamente ad avvicinarsi, anche perchè le parole in X-Chris avevano sempre tutte un senso ed un'idea (paradossalmente proprio uno dei difetti del CCL del 2.nd & 3rd Run è proprio l'evidenziarsi troppe volte di uno scollamento in questo senso) ed un servizio ad un progetto (come pure per Morrison), cosa che in Fabian non c'era.

@DRAKE on Mr. K
CITAZIONE
CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
devo dire di non essere per nulla d'accordo con chi asserisce che claremont sia mai stato "tenero" con i suoi personaggi. ma quando? mi pare anzi che lui li abbia sempre messi tutti quanti all'interno di percorsi difficili, tormentati. wolverine e mariko, tempesta con tutte le sue trasformazioni e la perdita dei poteri, rogue, scott e madeleine, jean grey... il massacro mutante, dissolution and rebirth e tutta la saga australiana con i reavers, inferno, genosha, ecc ecc ecc.
certo, alla fine, quasi sempre, l'eroe trionfa. ma d'altronde, così deve essere, e non è certo una prerogativa di claremont, questa....

a dire il vero se leggi la mia frase per intero finisce cosi "Intendiamoci neanche Claremont era tenero, ma la sua era un ottica epica, eroica, quella di Lobdell no, alla fine delle prove affrontate non c'era quasi mai il riscatto finale, il riposo dei giusti, la gloria, bensi era sempre in agguato il fallimento personale, il dubbio, la messa in discussione " . In pratica diciamo la stessa cosa . Semplicemente in Claremont il non essere tenero era propedeutico ad esaltare il lato eroico e la grandezza del personaggio , in Lodbell no . Lodbell metteva alla prova i suoi eroi per scoprirne le debolezze e incrinarne la figura iconica. é successo con Tempesta nella famosa storia più volte citata, lo ha fatto con Xavier, Colosso, IceMan ecc ecc .

CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
sono d'accordo, anch'io ho sempre trovato la storia della morte di illyana piuttosto insulsa. ...

qui sono d'accordo anch'io , abbastanza banale e scontata , a quella dlla morte preferisco quella del funerale su Uncanny #304

CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
piuttosto, la storia con tempesta è l'ennesimo esempio di come gli autori successivi a claremont abbiano praticamente solo vissuto di rendita. CCL aveva già scritto parecchi episodi su forge e tempesta, molti dei quali anche molto problematici....

su questo invece non sono d'accordo , c'è una scuola di pensiero che dice che siccome Claremont aveva già buttato i semi da qualche parte anche il frutto del raccolto sia merito suo. Scuola a cui non mi associo. Claremont spesso inseriva spunti e rimandi al giorno del mai nelle sue storie senza ancora sapere bene come e quando li avrebe sfruttati, e comunque Claremont non avrebbe mai trattato in quel modo la "sua" Tempesta, quella con una forza di carattere tale da guidare gli X-Men anche senza poteri. Cosi come idee come quella del legacy, della riabilitazione di Emma, o dell'EDA sono di Lobdell e non di Claremont .

CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
originale non saprei... comunque, si può dire che questa strada abbia portato alla "morte" vera e propria della serie, perchè in fondo cosa sono gli x-men senza il sogno di xavier? solo morrison ha provato a metterci una pezza, restituendo al professore un ruolo centrale da vera e propria "icona" mutante..

La figura del prof.X è destinata ad essere messa in discussione, la parte del M.L.K. mutante , del sognatore utopico non può reggere a lungo, o te ne disfi e lasci solo il sogno come fece Claremont, o lo gestisci e lo fai scontrare con la realtà come fece Lodbell, Morrison essendo un genio ha svicolato a modo suo trasformando il professore in un uomo pragmatico e d'azione che si pone pochi problemi etici e morali ma molti problemi pratici, Per lo Xavier di Morrison il problema non era più quello dell'integrazione , ma quello della regolamentazione di una minoranza che improvvisamente era esplosa e che sarebbe diventata per forza di cose prossima classe dominante.

CITAZIONE
Mr. Kayak Ha scritto:
onestamente io ricordo che ciclope sia sempre stato un personaggio noiosissimo. ricordo giusto una storia sul filone che dici tu, il famoso x-men unlimited #1, disegnato se non mi sbaglio da bachalo. si trattava non a caso di una storia autoconclusiva, e comunque non la rileggo da anni... giusto con morrison, scusate se lo tiro in ballo in continuazione, mi pare che ciclope abbia acquisito un po' di spessore in più (assalto ad arma x), iniziando a brillare più di luce propria.

oltre a Ciclope e Bishop, io ricorderei l'Uomo Ghiaccio e Emma Frost, da Uncanny #314 in poi (primo freddo) è stato un crescendo per entrambi grazie a Lodbell. Non dimentichiamoci poi dei personaggi creati personalmente da lui , Monet, Skin, Chamber, Husk ecc magari altri autori non li hanno saputi gestire a dovere ma i personaggi di generation-X , serie su cui Scott aveva mano libera erano unici. Un ultima cosa giusto per specificare dato che è stato tirato in ballo più volte , X-Man non c'entra niente con Scott Lodbell, il personaggio è stato creato e scritto nelle sue inconcludenti storie iniziali da J.Loeb .

@RAINMAN on Drake
CITAZIONE
CITAZIONE
drake Ha scritto:
a dire il vero se leggi la mia frase per intero finisce cosi "Intendiamoci neanche Claremont era tenero, ma la sua era un ottica epica, eroica, quella di Lobdell no, alla fine delle prove affrontate non c'era quasi mai il riscatto finale, il riposo dei giusti, la gloria, bensi era sempre in agguato il fallimento personale, il dubbio, la messa in discussione " . In pratica diciamo la stessa cosa . Semplicemente in Claremont il non essere tenero era propedeutico ad esaltare il lato eroico e la grandezza del personaggio , in Lodbell no . Lodbell metteva alla prova i suoi eroi per scoprirne le debolezze e incrinarne la figura iconica. é successo con Tempesta nella famosa storia più volte citata, lo ha fatto con Xavier, Colosso, IceMan ecc ecc.

Con la differenza che con Tempesta si è fermato lì mentre con gli altri ha costruito qualcosa.
Per inciso....la storia di Tempesta ha visto, almeno per me, un Portacio con uno storytelling discreto. Segno che se ci si impegnava sapeva raccontare una storia....poi è tornato al nulla...

CITAZIONE
Cita:
Drake
su questo invece non sono d'accordo , c'è una scuola di pensiero che dice che siccome Claremont aveva già buttato i semi da qualche parte anche il frutto del raccolto sia merito suo. Scuola a cui non mi associo. Claremont spesso inseriva spunti e rimandi al giorno del mai nelle sue storie senza ancora sapere bene come e quando li avrebe sfruttati, e comunque Claremont non avrebbe mai trattato in quel modo la "sua" Tempesta, quella con una forza di carattere tale da guidare gli X-Men anche senza poteri. Cosi come idee come quella del legacy, della riabilitazione di Emma, o dell'EDA sono di Lobdell e non di Claremont.

non ho sempre amato il lato iconico di Claremont ed è forse per questo che i "suoi" personaggi riuscivo anche ad odiarli (su tutti Wolverine e Tempesta, come Law sa bene).

CITAZIONE
Cita:
Drake
La figura del prof.X è destinata ad essere messa in discussione, la parte del M.L.K. mutante , del sognatore utopico non può reggere a lungo, o te ne disfi e lasci solo il sogno come fece Claremont, o lo gestisci e lo fai scontrare con la realtà come fece Lodbell, Morrison essendo un genio ha svicolato a modo suo trasformando il professore in un uomo pragmatico e d'azione che si pone pochi problemi etici e morali ma molti problemi pratici, Per lo Xavier di Morrison il problema non era più quello dell'integrazione , ma quello della regolamentazione di una minoranza che improvvisamente era esplosa e che sarebbe diventata per forza di cose prossima classe dominante.

in effetti Morrison con Xavier ha fatto questo.
personalmente penso che su Ciclope, seguendo in parte il percorso aperto da Lobdell, ha giocato le carte migliori.....

CITAZIONE
Cita:
Drake
oltre a Ciclope e Bishop, io ricorderei l'Uomo Ghiaccio e Emma Frost, da Uncanny #314 in poi (primo freddo) è stato un crescendo per entrambi grazie a Lodbell. Non dimentichiamoci poi dei personaggi creati personalmente da lui , Monet, Skin, Chamber, Husk ecc magari altri autori non li hanno saputi gestire a dovere ma i personaggi di generation-X , serie su cui Scott aveva mano libera erano unici.

La sua GenX è mille volte superiore all'attuale New X-men.
Monet è il suo capolavoro, soprattutto il suo rapporto con Jube ed Emma.
Credo che non sfiguri accanto a New Mutants.....almeno quelli Claremont/Sinkiewicz.
Aggiungiamo Amelia Voght e Cecilia Reyes, abbozzate ma con del potenziale veramente interessante...

rain

@DRAKE on Rainman
CITAZIONE
CITAZIONE
the rainman Ha scritto:
In questo forum e sulla mailing list si è detto che era quello delle parole curativi/lenitive, la prevalenza dei discorsi "lamentevoli" sulle azioni per spiegare i vari stati d'animo.
Claremont invece faceva agire i personaggi per spiegare.
una buona osservazione (credo di Law o di H.P.L.).

la definizione è bella ma non sono molto d'accordo, lo stile verboso di CC era un suo marchio di fabbrica e purtroppo divenne un marchio di fabbrica anche degli X-Men , tanto che imho all'inizio Lodbell tentava di imitarlo, Tigri nella notte , è una bella storia ma soffre di questa sindrome dei soliloqui mentali, delle emozioni esposte verbalmente fino all'inverosimile, del discorso interiore, tutto ereditato dal modus operandi di CC. Dal canto mio la mia storia preferita di Lodbell è quella della colazione a base di frittelle (sorry non ricordo il nome), dove i testi e i dialoghi sono molto più leggeri e gli stati d'animo dei protagonisti lasciati all'intuito del lettore senza bisogno di esplicitazioni superflue.

@H.P.L. on Drake
CITAZIONE
CITAZIONE
drake Ha scritto:
la definizione è bella ma non sono molto d'accordo, lo stile verboso di CC era un suo marchio di fabbrica e purtroppo divenne un marchio di fabbrica anche degli X-Men , tanto che imho all'inizio Lodbell tentava di imitarlo,

E' sicuramente vero che Lobdell cercava di mantenere lo stile linguistico di CCL, ma c'è una fondamentale differenza IMHO: i personaggi di CCL parlavano quasi esclusivamente per se stessi, quelli di Lobdell parlano per chi sta loro di fronte.
Mi spiego: in CCL, anche un dialogo è finalizzato a dare un quadro psicologico del personaggio che parla. In genere in CCL i personaggi parlano per dire "Io sto così, io penso così, io sento questo...", confermando il fatto che CCL non ne aveva abbastanza dei though baloons, delle dida e persino delle espressioni disegnate per raccontare un personaggio.
Il run di CCL dimostra abbastanza che Chris nel dialogo ci credeva poco: Xavier non dice a Scott che sta morendo in Uncanny 200, anche se il pupillo l'ha capito. Rachel descrive un mondo apocalittico e quasi nessuno le crede. Paradossalmente, l'unico personaggio claremontiano con cui il dialogo funziona è Magneto.
In Lobdell, al contrario, c'è piena fiducia nel dialogo. C'è la certezza che se due persone si parlano, le cose andranno meglio.

CITAZIONE
Cita:
Tigri nella notte , è una bella storia ma soffre di questa sindrome dei soliloqui mentali, delle emozioni esposte verbalmente fino all'inverosimile, del discorso interiore, tutto ereditato dal modus operandi di CC.

E' curioso: io penso che Tigri nella Notte CCL non sarebbe mai stato capace di scriverla. Proprio perchè è una storia tesa a dimostrare che "nessun uomo è un'isola, caratteristica fondamentale invece dell'eroe claremontiano. E i dialoghi a me non sembrano così verbosi, considerato che è una storia scritta come una seduta psichiatrica.

CITAZIONE
Cita:
Dal canto mio la mia storia preferita di Lodbell è quella della colazione a base di frittelle (sorry non ricordo il nome), dove i testi e i dialoghi sono molto più leggeri e gli stati d'animo dei protagonisti lasciati all'intuito del lettore senza bisogno di esplicitazioni superflue.

E' il numero post-Onslaught. E mi permetto di dire che già lì i personaggi erano talmente ridotti di spessore che IMHO quello che ci mette il lettore... è tutta farina del lettore! Cmq è una bella storia, l'avevo citata anch'io.

@DRAKE on H.P.L.
CITAZIONE
CITAZIONE
H. P. L. Ha scritto:
E' sicuramente vero che Lobdell cercava di mantenere lo stile linguistico di CCL, ma c'è una fondamentale differenza IMHO: i personaggi di CCL parlavano quasi esclusivamente per se stessi, quelli di Lobdell parlano per chi sta loro di fronte.
Mi spiego: in CCL, anche un dialogo è finalizzato a dare un quadro psicologico del personaggio che parla. In genere in CCL i personaggi parlano per dire "Io sto così, io penso così, io sento questo...", confermando il fatto che CCL non ne aveva abbastanza dei though baloons, delle dida e persino delle espressioni disegnate per raccontare un personaggio.
Il run di CCL dimostra abbastanza che Chris nel dialogo ci credeva poco: Xavier non dice a Scott che sta morendo in Uncanny 200, anche se il pupillo l'ha capito. Rachel descrive un mondo apocalittico e quasi nessuno le crede. Paradossalmente, l'unico personaggio claremontiano con cui il dialogo funziona è Magneto.
In Lobdell, al contrario, c'è piena fiducia nel dialogo. C'è la certezza che se due persone si parlano, le cose andranno meglio.

questo e verissimo, in CC spesso i dialoghi erano una vera e propria estensione dei though baloons , i suoi personaggi si pensavano e si parlavano addosso, mentre Lodbell usava i dialoghi per quella che dovrebbe essere la loro funzione naturale, la comunicazione tra persone, e usava meno i though baloons rispetto a CC.
L'interiorità dei personaggi in Lodbell non era esternata continuamente, lasciava che fosse la situazione e lo storytelling a trasmettere il messaggio, la stracitata storia di Ororo-Forge Claremont non l'avrebbe mai scritta cosi, dato che Lodbell la basa tutta sull'incomunicabilità, la stessa Ororo è incapace di capire i suoi sentimenti figuriamoci di dare un quadro a un osservatore esterno, mentre per CC la cosa fondamentale era che i personaggi fossero lucidi verso se stessi e trasparenti agli occhi del lettore.

CITAZIONE
H. P. L. Ha scritto:
E' curioso: io penso che Tigri nella Notte CCL non sarebbe mai stato capace di scriverla. Proprio perchè è una storia tesa a dimostrare che "nessun uomo è un'isola, caratteristica fondamentale invece dell'eroe claremontiano. E i dialoghi a me non sembrano così verbosi, considerato che è una storia scritta come una seduta psichiatrica.

me la devo rileggere io me la ricordo fitta di baloon strapieni, certo che come dici tu è impostata come una seduta psichiatrica , quindi non poteva essere diversa. , sull'eroe Claremontiano visto come isola, non ci avevo mai pensato ma hai ragione. In effetti malgrado negli X-Men di CC sia molto esaltato il gioco di squadra è sempre la componente individuale, solitaria, quella che risalta, mentre in Lodbell le cose migliori scaturiscono appunto nelle storie in cui si parla di relazioni, dualismi, confronti. Xavier-Magneto, Emma-Bobby, Scott-Corsaro ecc , chi sfugge alla regola della comunicazione e del dialogo ne esce sempre sconfitto .
Non dimentichiamoci poi che dobbiamo a Lodbell l'Emma-analista , la stupenda storia di Whedon in cui l'inconscio di Scott viene rivoltato come un calzino dalla mogliettina è figlia della storia in cui Emma fà lo stesso con Bobby mettendolo di fronte alle proprie paure e magagne mentali.

CITAZIONE
H. P. L. Ha scritto:
E' il numero post-Onslaught. E mi permetto di dire che già lì i personaggi erano talmente ridotti di spessore che IMHO quello che ci mette il lettore... è tutta farina del lettore! Cmq è una bella storia, l'avevo citata anch'io.

Più che senza spessore , erano personaggi ormai perfettamente delineati. In pratica da un certo punto in poi i personaggi prendono vita propria e si raccontano da soli, io ricordo con piacere il Quicksilver imbarazzato dal tentativo di confidenza di Jean , o l'entrata in scena di Psylocke misteriosa e imperscrutabile dopo l'affaire alba cremisi , o la Jean materna che serviva le frittelle, quei personaggi stuzzicavano l'immaginario senza bisogno di appesantirli costringendoli in pensieri scontati. imho

@SABRETOOTH
CITAZIONE
appunto.. in Lodbell diventano PERSONAGGI.. riconoscibili, statici, ma comunque con un carattere ben delineato e stabile (a differenza di CCL che li faceva evolvere continuamente)

ma... tutti sti confronti con il predecessore.. ma confronti con i SUCCESSORI di Lodbell??
Davis? Kelly/Seagle? Austen? Morrison? Casey? Milligan? Brubaker? Carey? ma anche i ritorni di Claremont?

gli Xmen di ora (Bru & Carey) sono BURATTINI.. non hanno una personalità definita.. si possono tranquillamente interscambiare che non ce ne si accorgerebbe minimamente...

Gli X-Men di Lobdell non erano così.
prendiamo anche uno dei personaggi la cui caratterizzazione NON è piaciuta in quanto statica e chiusa in se stessa..
Rogue.. mi dici con chi la scambi nella fase in cui ha i ricordi di Remy e scappa in giro per gli US con Bobby?
Tempesta.. mi dici con chi la scambi come leader che insinua il dubbio verso Xavier, come donna forte che si riprende il controllo dei morlock da Marrow?
Jean che fa da mamma agli Xmen nella famosa scena dei pancakes?? con chi la sostituisci? con Tempesta? Psilocke? Rogue? Wolverine? Gambit? Bobby? sarebbe stata da morir dal ridere per quanto assurda...

sono stereotipi questo può essere vero.. sono statici e questo è verissimo e voluto da harras (maggior facilità nel vendere se i lettori sporadici riconoscono i personaggi piuttosto che vederli diversi ogni volta.. ragion per cui ANCHE la formazione è stata molto stabile).. ma non puoi dire che ciascuno NON abbia la SUA personalità..

@JACK FROST
CITAZIONE
Il mio episodio preferito di Lobdell è l'epilogo di Phalanx, mi pare si intitolasse "Trasloco". Una magistrale storia corale che utilizza la partenza di Gen X per approfondire i vecchi x-men, facendoli apparire sotto una luce differente.
Magistrale il dialogo tra jube e Warren.
Per me Lobdell era questo, un attento osservatore capace di far emergere, sempre dai dialoghi, gli aspetti più insoliti dei personaggi, che però non risultavano mai fuori luogo. Mi piaceva perchè dava ai personaggi sempre qualcosa in più di quello che sembravano scritti da qualcun altro.

@DRAKE on Sabretooth
CITAZIONE
CITAZIONE
Sabretooth Ha scritto:
appunto.. in Lodbell diventano PERSONAGGI.. riconoscibili, statici, ma comunque con un carattere ben delineato e stabile (a differenza di CCL che li faceva evolvere continuamente)

ma... tutti sti confronti con il predecessore.. ma confronti con i SUCCESSORI di Lodbell??
Davis? Kelly/Seagle? Austen? Morrison? Casey? Milligan? Brubaker? Carey? ma anche i ritorni di Claremont?

gli Xmen di ora (Bru & Carey) sono BURATTINI.. non hanno una personalità definita.. si possono tranquillamente interscambiare che non ce ne si accorgerebbe minimamente...

la differenza fondamentale passando da Claremont a Lodbell è che le storie degli X-Men invece che in maniera rettilinea cominciano a muoversi in maniera circolare, nel senso che mentre prima le trame e le caratterizzazioni si evolvevano costantemente portando a dei cambiamenti progressivi, con Lodbell per quanto cataclismatico possa sembrare l'evento affrontato alla fine lo status quo ritorna al punto d'origine, ma comunque la sua capacità di focalizzarsi sui personaggi per renderli ben chiari e identificabili rimane. In pratica mentre CC ha la tendenza a evolvere tutti i personaggi nella stessa maniera fino ad omologarli nello stesso eroe finale duro e puro, in Lodbell la diversificazione dei personaggi e la loro unicità rimane nel tempo. Imho gli autori che li seguono tentano di mischiare questi due approcci, oppure si affidano semplicemente al "mestiere" navigando a vista.

in ordine di apparizione

Kelly/Seagle: tentano di dare nuova spinta al gruppo grazie agli ultimi arrivi Marrow, Cecilia, Maggot , Cannonball, l'inizio è buono sopratutto per le prime 2, ma poi si perdono, ci sono troppi X-Men da gestire e le trame che imbastiscono mancano di grinta e coesione, le varie storie si focalizzano troppo sugli elementi singoli e sembrano saltare da un X-Men all'altro senza un disegno complessivo, poi quando ci si aspetta che questo lavoro porti a un nuovo spirito di squadra e alla creazione di un nuovo amalgama con l'esclusione dei vecchi elementi (la 1° generazione, Gambit, Rogue, Psylocke) arriva la restaurazione di rigeneraxione , la sensazione è del "vorrei ma non posso".

Davis: Questo è quello che va avanti col mestiere, tenta un approccio classico utilizzando tutti i clichè supereroistici, gli X-Men sono rappresentati come una famiglia senza tensioni e problemi interni, il suo compito è principalmente quello di tagliare alcuni rami secchi e di allegerire la serie, gioco che non funziona, almeno per me , dato che gli X-men devono il loro successo all'essere incasinati e problematici, l'emblema dell'approccio di Davis è la macchina Skrull che "guarisce" Marrow, Davis schiaccia gli X-men e le trame in una visione troppo lineare e consolatoria.

Claremont 2 & 3 : cosa avesse in mente CC nel suo 2° run non si è mai capito, posiziona le sue pedine ma è chiaramente incapace di gestirle ripete schemi triti e ritriti e incapace non solo di approfondire i suoi personaggi ma anche di crearne di nuovi, neanche il gioco dell'evoluzione progressiva gli riesce più , tanto che usa il trucco del six-month-gap per cambiare prospettiva su alcuni personaggi come Kurt e Kitty , ma sono cambiamenti con basi di argilla, immotivati . Sul 3° run si muove meglio ma anche qui nel tentativo di ripetere un suo classico (l'eroe ggiovane ancora da svezzare) distrugge anni di caratterizzazione di Rachel, e si inventa situazioni inverosimili come il quadrilatero amoroso Logan/ororo/Kurt/Rachel , siamo al non-sense.

Casey : ha delle idee per delle buone trame ma sostanzialmente non sta scrivendo storie degli X-Men, affronta argomenti come lo showbusiness, la religione, la droga, la prostituzione di cui gli x-men sembrano essere attori per caso tanto è minimo il loro coinvolgimento emotivo e personale, purtroppo in tutta la run Casey dimostra di non essere mai entrato in sintonia con i personaggi .

Morrison : è l'unico che si ricorda dopo tanto tempo cosa fece il successo della 2° generazione, quello strillo "all new all different" , i suoi personaggi sono nitidi, profondi, controversi, senza smentire nulla del loro passato, anzi prendono spunto da questo per andare ancora più a fondo nelle loro personalità. Utilizza benissimo lo strumento del dialogo, e nella sua run ci sono bellissime pagine che riguardano tutti, Emma, Scott, Logan, Hank, Jean. In più inserisce nuovi personaggi che finalmente colgono il segno. Sà essere costruttivo quando vuole ma anche volutamente distruttivo, ed è l'unico dopo la 1°run di Claremont a ridare innovazione e originalità alle storie.

Austen e Milligan sono ingiudicabili talmente pessimi.

per Brubaker hai detto bene , bambolotti con battute preregistrate.
su Carey non sono così drastico, si vede che ha delle idee ma non riesce a renderle al meglio, al contrario di Lodbell si è concentrato troppo sulle tematiche di gruppo e ha adottato una scrittura minimale per quello che riguarda le introspezioni e le relazioni interpersonali. Mi sarebbe piaciuto vedere i bei dialoghi di Lodbell utilizzati tra Bobby e Sam , tra Rogue e Mystica, ecc , forse sarebbe venuto fuori un quadro più chiaro e approfondito delle reazioni e dei pensieri dei personaggi in relazione alle storie che stavano vivendo.



Edited by The Lawyer - 26/5/2009, 23:10
 
Top
`Lara`
view post Posted on 26/5/2009, 15:37




Ahem... io sono una delle più grandi ammiratrici di Lobdell, qua dentro, ma dopo un simile monumentale copiaincolla di argomentazioni così ben esposte, che altro mi resta da dire? Le mie riflessioni sembrano un riciclo di quanto sopra, dopo aver letto il massiccio quote... :unsure:

In pratica Drake ha detto ogni cosa che avrei detto io quasi allo stesso modo (ad eccezione di Milligan, unico x-writer sul quale non sia al 100% d'accordo con lui, e Davis, sul quale mi sarei accanita maggiormente.) E dove non ha espresso lui il mio pensiero, l'hanno fatto Sabretooth e Jack Frost.
E H.P.L. in merito a Tigri nella notte (tuttora una delle mie preferite, anche io penso CCL non l'avrebbe potuta scrivere)

Ho paura di risultare ripetitiva quindi per una volta non dilago.... ma se si ergesse qualche detrattore di Lobdell sarò felice di ri-argomentare a modo mio perchè sia un buon x-writer ;)
 
Top
Skabrego
view post Posted on 26/5/2009, 16:35




Io aggiungo la splendida "Su e Giù" pubblicata su X-Men Deluxe 4, ve li ricordate Jube e Xavier?
Senza dimenticare l'attenzione per la Bestia, sia con l'idea della Bestia Nera, sia con il suo rapporto con Trish, oltre che con la sfida personale del Legacy.
Nessuno ricorda l'omosessualità di Bobby?
Condivido appieno l'opinione su Gen X come di serie importantissima e purtroppo sempre dimenticata, ci vorrebbe una bella ristampa altro che...
 
Top
ororos
view post Posted on 26/5/2009, 19:15




Io sono affezionatissimo a Lobdell, ho cominciato con lui e Nicieza. Secondo me da Execuzione a EDA e' il secondo periodo piu' bello degli X-Men dopo il primo run. Poi c'e' Morrison/Xtreme.

Ororo's
 
Top
Gif
view post Posted on 26/5/2009, 20:48




Ma ke fine ha fatto Lobdell?
 
Top
view post Posted on 27/5/2009, 09:07
Avatar

Weapon X membro

Group:
Grafico
Posts:
11,427
Location:
Bologna

Status:


io ne ho perso le tracce dopo la terza serie di Alpha Flight....
per me il suo ciclo con Fabian è buono in toto.. fino al finale di OZT dove, come per CCL, la mano di Harras ha stroncato le velleità creative e mandato tutto in vacca...
 
Top
`Lara`
view post Posted on 27/5/2009, 11:14




CITAZIONE (Gif @ 26/5/2009, 21:48)
Ma ke fine ha fatto Lobdell?

Lobdell dopo gli X-Men scrisse un ciclo di Fantastic Four, poi passò a Wildcats e Gen13
1998 - Approda alla TopCow, dove scrive Darkness dopo Ennis e Coney (fino alla chiusura della prima serie).
2001 - Tornò alla Marvel per Eve of Destruction e la mini di Blink.
2002 - Lascia nuovamente la Marvel e va alla Dark Horse per scrivere Buffy. 13 numeri (dal 47 al 59) in coppia col suo amicone Nicieza. Poi pausa.
2004 - Riaffiora in Marvel per scrivere 12 numeri di Alpha Flight.
2006 - Lancia Manifest Eternity per la Wildstorm, scrive libri e serie TV.
2008 - Ha iniziato Galaxy Quest per la IDW (etichetta geniale, quella di 30 days of night e Locke&Key) ma non l'ho ancora letto.

Nel mezzo, scrive i romanzi della serie Hardy Boys.

Inoltre, chatta con me :lol: ed è una persona disponibilissima e anni luce dal divismo di tanti altri fumettisti.
 
Top
view post Posted on 27/5/2009, 11:24
Avatar

Weapon X membro

Group:
Grafico
Posts:
11,427
Location:
Bologna

Status:


allora ricordavo bene AF3 come suo ultimo lavoro Marvel ;)
 
Top
ororos
view post Posted on 27/5/2009, 14:33




Ah, per non parlare di Generation X fino e compresa Generation Next: capolavoro!! Ecco, con l'EDA si e' davvero toccato il massimo punto creativo IMHO, tant'e' che gia' con X-Men Prime (subito dopo l'EDA)si sentiva che si era perso qualcosa IMHO.

Ororo's
 
Top
view post Posted on 27/5/2009, 15:42

PontifeX MaXimus del Sacro Culto di Chris Claremont & Grant Morrison

Group:
Administrator
Posts:
20,939

Status:


CITAZIONE (ororos @ 27/5/2009, 15:33)
Ah, per non parlare di Generation X fino e compresa Generation Next: capolavoro!! Ecco, con l'EDA si e' davvero toccato il massimo punto creativo IMHO, tant'e' che gia' con X-Men Prime (subito dopo l'EDA)si sentiva che si era perso qualcosa IMHO.

Ororo's

Totalmente d'accordo.
Anche perchè Lobdell era pure utilizzato come prezzemolino altrove (mi pare fosse di quel periodo l'avvento di Harras pure come EiC della Marvel) per cui spesso faceva solo il plotter lasciando i dialoghi ad altri ... con evidente scomposizione/indebolimento della forza delle sue storie.

Comunque mi fa piacere che Tu l'abbia osservato: paradossalmente il primo episodio post- EoA è quello che fornisce un sapore diverso .... strano ... cambia ... cambia qualcosa ...... non c'è più la magia.

A voler guardare gli stessi episodi di Uncanny X-Men da lì in avanti perdono ..... spessore ... le idee risultano più di livello inferiore ... cambia ...
 
Top
ororos
view post Posted on 27/5/2009, 18:48




Straquoto, fu proprio una sensazione a pelle.
Che ricordi cmq! Quanto mi appassionai a Phalanx, alla nascita di GenX, a Quest for Legion e poi all'EDA..mi vengono i brividi. E non l'ho mai riletta per paura di rovinarmi i ricordi!!

Ororo's
 
Top
`Lara`
view post Posted on 28/5/2009, 18:22




CITAZIONE (The Lawyer @ 27/5/2009, 16:42)
paradossalmente il primo episodio post- EoA è quello che fornisce un sapore diverso .... strano ... cambia ... cambia qualcosa ...... non c'è più la magia.

Forse perchè si rincoglionì, voglio dire... guarda di cosa è stato capace...



(scusa Scott, ti voglio comunque un bene immenso :lol: )
 
Top
view post Posted on 28/5/2009, 18:51
Avatar

Eterno

Group:
Member
Posts:
29,732
Location:
Roma

Status:


non hai citato la "bellissima" storia in coppia con Yu in cui gli Xmen attaccano Genosha e Wolvie trafigge Magnus...
 
Web Contacts  Top
Berto Da Costa
view post Posted on 28/5/2009, 19:11




CITAZIONE (Logan_alle_Hawaii @ 28/5/2009, 19:51)
non hai citato la "bellissima" storia in coppia con Yu in cui gli Xmen attaccano Genosha e Wolvie trafigge Magnus...

Perché bellissima tra virgolette? <_<
A me è piaciuta. -_-
Specie la caratterizzazione del Woody Allen mutante. :shifty:
 
Top
`Lara`
view post Posted on 29/5/2009, 08:39




CITAZIONE (Logan_alle_Hawaii @ 28/5/2009, 19:51)
non hai citato la "bellissima" storia in coppia con Yu in cui gli Xmen attaccano Genosha e Wolvie trafigge Magnus...

Era un divertissement, una parodia dei trend mutanti (la squadra assemblata all'ultimo, la missione suicida, il piano convoluto, la retorica eccessiva, le sottotrame accennate e mai risolte). "Mi richiamate a scrivere gli X-Men... ma solo come tappabuchi per pochi numeri? E io vi trasformo la storia in una farsa quasi palese :yeah: "

C'è il tipico stereotipo di italiano mafioso, il tipico mutante dai poteri incomprensibili e apparentemente inutili che salva la situazione, la tipica incursione dei due badass con frasi da spacconi.

Peccato che in fase di produzione venne deciso dagli editor di tagliare una pagina per motivi di lunghezza della storia, nel punto in cui Amelia libera Xavier... rendendo così incomprensibile come ciò avvenga e quando (le modifiche fan sì che la scena non sia mostrata ma raccontata in dialogo :sick: )

Per carità, fu ben lungi dall'essere una delle migliori prove di Lobdell e anzi era abbastanza mediocre come storia, ai tempi mi scagliai con veemenza contro Eve of Destruction... ma rileggendola qualche settimana fa ho colto l'intento che stava dietro e ho sorriso. E' un po' il vaffanculo di Lobdell alla marvel per le pesanti ingerenze passate. Un po' quello che alcuni dicono abbia fatto Claremont nel primo "X-men Forever".
 
Top
38 replies since 26/5/2009, 14:46   909 views
  Share