E' l'ora di parlarne seriamente

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  1. schmit
     
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    Non si puo' piu' permettere che nel 2006 gli omosessuali,chiamato anche terzo sesso,siano discrimitati. Quindi, per tutti gli uomini di buona volonta' un po' di storia dell'omosessualita'.
    Cominciamo con analizzare l'omosessualita' femminile:

    L'OMOSESSUALITA' FEMMINILE

    L'omosessualità femminile e il circolo di Saffo

    L'omosessualità femminile nell'antica Grecia aveva una funzione pedagogica analoga a quella maschile e rappresentava per l'adolescente una fase di passaggio dall'età infantile al mondo degli adulti, durante la quale la giovane veniva educata e preparata al matrimonio e ad una delle funzioni essenziali per i greci: la procreazione.

    Intorno al VII sec.a.C. in Grecia fiorirono delle comunità femminili nelle quali le relazioni omoerotiche avevano il valore di rito d'iniziazione sessuale analogo a quello della pederastia. Di rilevante importanza fu il circolo di Saffo, che rappresenta il principale modello di questa pseudo-omosessualità. L’attività della poetessa a Mitilene assolveva una ben precisa funzione sociale: Saffo educava fanciulle nobili nella ristretta cerchia del tìaso, una sorta di associazione femminile in cui le ragazze entravano a farne parte prima del matrimonio e dove trascorrevano un periodo d’istruzione e preparazione alle nozze; poi, una volta sposate, si separavano dal gruppo.

    L'esperienza amorosa

    L'aspetto predominante della poesia di Saffo è l'amore per le ragazze della sua cerchia, che aveva un ruolo fondamentale nel processo educativo delle adolescenti e rappresentava la preparazione alla sessualità della fase adulta. L'amore che Saffo provava verso le ragazze era un sentimento sincero, totalizzante e appassionato, che è strettamente legato al culto di Afrodite, come appare nell'"ode ad Afrodite", che apre il primo libro dell'opera di Saffo e costituisce un'accorata invocazione alla dea perché venga in aiuto della poetessa che soffre per un amore non ricambiato.

    Di rilevante importanza sono la concezione dell'amore come una forza di origine divina, che trascende la volontà dei mortali e alla quale non è lecito sottrarsi e lo svilupparsi di quest'ode sotto forma di preghiera. Riversando un'esperienza personale in un'ode che veniva cantata tra le fanciulle del tìaso riunite davanti alla statua della dea, Saffo trasforma l'esperienza individuale in collettiva e il suo intento è paradigmatico in quanto attraverso le parole di Afrodite vuole definire le regole dell'amore proponendo dei precisi modelli di comportamento. Saffo in questo modo vuole sanzionare il proprio ruolo e la sacralità dei rapporti che stabiliva con le ragazze della comunità.

    Fr.1 Voigt:
    Afrodite immortale, che siedi
    sopra il trono intarsiato,
    figlia di Zeus, tessitrice d'inganni,
    ti supplico: non domare il mio cuore
    con ansie, tormenti, o divina,
    vienimi accanto, come una volta
    quando udito il mio grido da lontano
    mi hai ascoltata: giungesti
    lasciando la casa d'oro del padre,
    aggiogasti il tuo carro.
    Sopra la terra bruna ti conducevano i passeri
    belli, veloci, battevano rapidi le ali
    nell'abisso del cielo.
    In un attimo, furono qui! E tu, beata,
    sorridendo nel volto immortale
    hai chiesto perché ancora soffrivo
    e perché ancora chiamavo
    e che cosa voleva sopra ogni cosa il mio
    cuore folle."E chi ancora devo convincere
    ad accettare il tuo amore?
    Saffo, chi ti fa torto?
    Se ora fugge presto inseguirà
    e se respinge i tuoi doni poi ne offrirà
    e se non ti ama presto ti amerà
    Pur se non vuole".
    Vieni ancora, liberami dal penoso tormento,
    e quello che il cuore desidera,
    còmpilo: sii mia alleata!
    trad. G. Guidorizzi

    Un aspetto predominante era anche la dimensione di valore attribuita all'educazione delle ragazze, come si può notare nel frammento 16 Voigt nel quale Saffo, proponendo i valori femminili nel tìaso, si confronta con l'etica maschile della guerra senza tuttavia contestare il sistema dei valori eroici della cultura maschile e proporre un'etica rivoluzionaria, contrappone il criterio soggettivo come metro di valore, sotto la guida dell'eros ("ciò che si ama") e presenta l'esperienza amorosa come un valore incontrastabile, capace di travolgere qualsiasi altro modello e tipico del mondo femminile.

    Saffo propone inoltre la figura di Elena, la donna che ha abbandonato ogni cosa per seguire l'uomo che ha sconvolto il suo cuore, come un esempio positivo in quanto è una donna che rivendica la propria autonomia di decisione e il diritto alle proprie scelte: Elena è la portatrice all'interno del tìaso di valori femminili quali la bellezza e il coraggio di lasciarsi travolgere dall'amore. Ma mentre Elena dimentica Menelao e la figlia, Saffo invece ricorda ed evoca la figura di Anattoria nella sua sensualità nonostante sia lontana.

    Fr.16 Voigt:
    Uno dice che un esercito di fanti
    altri di cavalieri, altri di navi
    è la cosa più bella sulla terra nera,
    io, ciò che si ama.
    E questo ognuno è in grado di comprendere;
    Elena, che in bellezza superava
    tutti i mortali, abbandonò il marito
    nobilissimo eroe
    e navigò verso Troia e della figlia
    e dei suoi genitori non ebbe pensiero,
    ma fu la dea Cipride a travolgere
    lei nell'amore

    e ora d'Anattoria ch'è lontana
    mi desta il ricordo;
    vorrei veder di lei l'amato incedere
    e il luminoso fulgore del viso
    più che i carri dei Lidi e i fanti
    muniti d'armi.
    trad. B. Gentili

    La poetessa concepisce l'eros come una forza molto possente, un'esperienza psicologica sconvolgente, dolorosa e capace di porre una persona in conflitto con se stessa; la poetessa presenta molteplici immagini efficaci per esprimere l'effetto dell'amore sulla persona che ne fa esperienza, come nel frammento 47 Voigt, nel quale viene espressa l'idea dell'eros come una pulsione che investe l'anima dall'esterno:

    Squassa Eros
    l'animo mio, come il vento sui monti che investe le querce.
    trad. F. Sisti

    Talvolta designa eros come una mescolanza di piacere e tormento, in quanto è in grado di recare gioia e serenità, ma al tempo stesso dolore e infelicità, come emerge nel frammento 130 Voigt:

    Eros che scioglie le membra mi scuote
    nuovamente:
    dolceamara invincibile belva

    Attis, ora rifiuti
    di pensare a me
    e voli da Andromeda.
    trad. G. Guidorizzi

    Immagini amorose compaiono in altri frammenti: nel primo Saffo propone la metafora dell'amore inteso come fuoco che brucia e consuma l'anima dell'innamorato, e il forte sollievo dovuto alla soddisfazione del desiderio amoroso, nel secondo emerge sempre la potenzialità dell'amore che distoglie dalle occupazioni femminili.

    Fr.48 Voigt:
    Sei giunta, ti bramavo,
    hai dato ristoro alla mia anima
    bruciante di desiderio.

    Fr.102 Voigt:
    Dolce madre, non posso più tessere la tela
    Domata nel cuore dall'amore di un giovane:
    colpa della soave Afrodite.
    trad. G. Guidorizzi

    La dimensione della memoria

    Un'importanza tutta speciale nella poesia Saffica riveste la tematica della memoria. Ciò è spiegato dal fatto che l'esperienza di una ragazza nel tìaso era temporanea, destinata a concludersi col ritorno alla casa paterna o con il matrimonio: per questo si spiega l'esigenza di trovare, proprio nel ricordo, una forma di continuità capace di annullare in qualche modo gli effetti dell'inevitabile separazione.

    …da Sardi
    qui sovente rivolgeva il pensiero

    te, come una dea luminosa,
    molto godeva al tuo canto.
    Ora splende tra le donne di Libia
    come quando il sole scompare
    e la luna dita di rosa
    vince tutte le stelle.
    La sua luce sfiora
    il mare salato
    e insieme i campi screziati di fiori,
    gocciola la rugiada gentile
    germogliano rose
    e i cerfogli teneri
    e il meliloto fiorente.
    Si aggira inquieta, ricorda,
    e il desiderio della tenera Attis
    le consuma l'anima lieve

    non è facile per noi
    farci pari alle dee
    nell'amabile aspetto…
    trad. G. Guidorizzi






     
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  2. schmit
     
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    L'OMOSESSUALITA'

    Dai Greci dell'età classica era considerato vergognoso il rapporto omosessuale tra adulti; non desteva invece nessuno stupore che un uomo si sentisse sessualmente attratto da un bel ragazzo imberbe e che intrattenesse con lui rapporti erotici. Non si trattava però di una vera e propria omosessualità, nel senso che l'amore omosessuale coesisteva con le pratiche eterosessuali e probabilmente, in qualche misura, anche le influenzava: la pittura vascolare a alcuni epigrammi ellenistici mostrano casi di sodomia eterosessuale. D'altra parte, il ragazzo, una volta adulto prendeva regolarmente moglie e a sua volta amava donne e ragazzi. Le ragioni di questa sorta di polivalenza sessuale sono da ricercare sia nella segregazione dei sessi nell'adolescenza, che avrà contribuito ad instaurare pratiche destinate a mantenersi in età adulta, sia, soprattutto, nel fatto che il rapporto tra gli uomini era l'unico che prevedesse un partner di pari livello, scelto liberamente e conquistato dopo un regolare corteggiamento: una soluzione all'insegna del disinteresse delle parti, che certo non aveva luogo nè con la sposa legittima, frutto di un accordo famigliare nè con etere e prostiture, che erano per lo più straniere o schiave prezzolate, e forse nemmeno con la concubina, che pure beneficiava di integrazione famigliare. Non mancano gli esempi nella letteratura come nel mito: la poetessa Saffo canta il suo amore per le ragazze del circolo del tiaso, il lirico Teognide dedica interi componimenti alla formazione morale del suo giovane amante Cirno, Zeus per avere il bel Ganimede sempre accanto a lui lo porta sull'Olimpo donandogli l'immortalità. L'amore omosessuale è stato dunque uno spunto fondamentale per la produzione letteraria dall'epoca arcaica all'età classica e assumeva un ruolo basilare e quasi istituzionale nella formazione intellettuale dei giovani preparandoli ad affrontare i diversi aspetti della vita da adulti.

     
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  3. armida 3
     
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    Interessante la tua ricerca...ma dimmi:la massa è attaccata come non mai nessun altro alla tradizione e al mondo contadino dal quale l'italia dell'ultimo millennio deriva...mi vuoi dire come fare a far loro capire che ognuno è diverso dall'altro e nel rispetto di ognuno si forma la societa' sana?

    Edited by armida 3 - 2/2/2006, 10:19
     
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  4. rino 53
     
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    QUOTE (armida 3 @ 2/2/2006, 10:18)
    Interessante la tua ricerca...ma dimmi:la massa è attaccata come non mai nessun altro alla tradizione e al mondo contadino dal quale l'italia dell'ultimo millennio deriva...mi vuoi dire come fare a far loro capire che ognuno è diverso dall'altro e nel rispetto di ognuno si forma la societa' sana?

    la massa e`attaccata a tradizioni e al mondo contadino dici ?secondo me o son io all'oscuro di tutto, la massa è attaccata a cose inutili e a se stessa,se fosse attaccata ad antiche vecchie tradizioni sarebbe anche disposta a accettare chi è diverso ma questo non succede;si grida allo scandalo se si parla di matrimoni o convivenze tra persone dello stesso sesso,il fatto che due persone di qualsiasi sesso siano possano o no convivere e adottare figli secondo me non lo posson decider leggi di un governo conservativo o una chiesa attaccata a rigorosi dogmi; son cose e sentimenti che la coscienza delle persone interessate soltanto puo`decidere
     
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  5. schmit
     
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    e che ho detto?...tutto tace
     
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  6. sopracau
     
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    La realtà e che viviamo in un mondo di struzzi, o nel migliore dei casi di falsi e ipocriti che non parlandone e non discutendone si illudono di rimuovere il problema dal mondo e dalla propria coscienza in particolare.
    Personalmente sono convinto che l'amore in ogni caso e in ogni situazione vada comunque oltre il rapporto sessuale e comunque oltre quel + e quel - che identificano uomini e donne. Appunto per questo sono del parere che comunque questo rapporto personale di fatto si identifichi anche come un rapporto sociale, come lo è il matrimonio oppure i pacs, di cui oggi si parla.
    Penso di essere una normale persone a cui, in quanto uomo, piaciono le donne sia nei loro tratti sessuali che in quelli piu' in generale del fascino dovuto al sorriso, allo sguardo e alla loro anima profonda, tuttavia ritengo, onestamente che tutti gli uomini non sono identici a me nei gusti e altrettanto vale per le donne.
    Se questo vale in generale per i singoli casi personali parlando in termini politici qui in Italia il caso diventa drammatico perchè tutto ciò che investe la parte dei comportamenti sessuali è improntata a secoli e millenni di persecuzioni verso il diverso a causa di una bibblica cultura dove i cosidetti saggi (o profetti) sono solo gli uomini con moglie e concubine alle quali è riconosciuto solo il diritto d'essere impianto di procreazione e non di reale amore. Volgarmente parlando leggendo qualche pezzo di bibbia ho capito la fondamentale differenza che esiste tra una volgare scopata e il fare l'amore, o se preferite tra una penetrazione e un coinvolgimento emotivo.... Mi chiedo però se i vari papi e cardinali, nonchè i loroapostoli e seguaci se questa differenza la sappiano oppure fanno finta che non esista.
     
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  7. filli
     
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    carissimo...la realta' è che non solo viviamo in un mondo di struzzi ma soprattutto in un mondo che non si fa i fatti propri!!!
     
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  8. sopracau
     
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    CITAZIONE (filli @ 15/2/2006, 11:22)
    carissimo...la realta' è che non solo viviamo in un mondo di struzzi ma soprattutto in un mondo che non si fa i fatti propri!!!

    Hai perfettamente ragione.... perchè si preferisce l'omolagazione superficiale e popolare all'essere se stessi prima di tutto.
     
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  9. schmit
     
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    Io credo invece che non si abbia il coraggio di affermare se' stessi per cio' che si è
     
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  10. schmit
     
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    L'orientamento sessuale si definisce nel corso dell'adolescenza.

    Quello eterosessuale, che corrisponde all'attrazione per persone di sesso diverso dal proprio, è il più frequente. Esso segue una finalità biologica: la sopravvivenza della specie attraverso la riproduzione.
    Tuttavia vi sono molte persone che hanno un orientamento omosessuale, sentendosi attratti emotivamente, fisicamente e sessualmente da individui dello stesso sesso. L'omosessualità è infatti una variante del comportamento umano che si connota con il desiderio di amare, desiderare, costruire e autoidentificarsi con persone dello stesso sesso e non esclusivamente con atti sessuali. E' quindi una condizione esistenziale con contenuti di affettività, progettualità e di relazione.

    Considerata per molto tempo come una malattia, una perversione, le è stata tolta questa etichetta dalla psichiatria a partire dalla metà degli anni 70. Via via, i codici diagnostici psichiatrici se ne sono occupati, fino all'inizio degli anni 90, per quella sua variante cosiddetta ego-distonica. Veniva cioè considerata meritevole di attenzione clinica e terapeutica quella condizione nella quale l'omosessualità non era in sintonia con il vissuto profondo di un determinato soggetto, creandogli uno stato di disagio e di tensione psichica.
    Nell'ultima edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-IV) l'omosessualità non occupa più alcuna casella diagnostica. Questa posizione è stata fatta propria anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1993.
    Così, sul piano scientifico è stata posta fine alla criminalizzazione, colpevolizzazione e medicalizzazione di questo frequente comportamento umano. Malgrado ciò, permane un atteggiamento discriminatorio e pregiudizievole di rifiuto, condanna e patologizzazione dell'omosessualità.
    Questo atteggiamento stratificato nella coscienza di figure importanti di riferimento quali genitori, insegnanti, medici e sacerdoti determina sensi di colpa e bassa autostima nelle persone che si scoprono omosessuali, le quali si allontanano dal proprio sentire per paura di essere rifiutate o si condannano a vivere relazioni senza libertà e in sintonia con le richieste di società e cultura con ripercussioni psicologiche talvolta rilevanti.

     
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  11. schmit
     
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    qualcuno mi chiedeva se la famosissima manifestazione del gay pride la trovo giusta. Giusta o no loro desiderano farla, quindi a noi quale disturbo da? contenti loro...
     
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  12. trombotta
     
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    Senti Letizia,tu sai che io sono sempre a favore della liberta'...ma adesso mi pare che si siano passati i confini...la liberta' finisce dove comincia la liberta' degli altri quindi intasare le vie con manifestazioni carnevalesche fuori carnevale non mi pare il caso
     
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  13. Satja
     
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    Riguardo l'omosessualita' non saprei cosa dire se non:non la conosco

    ma sopracau che fine ha fatto?
     
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  14. Schou
     
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    CITAZIONE
    Non si puo' piu' permettere che nel 2006 gli omosessuali,chiamato anche terzo sesso,siano discrimitati.

    Non si puo' permettere non in quanto omosessuali ma in quanto uomini.
     
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  15. bernardina
     
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    Il "Rapporto Kinsey" e la stima del 5%

    Quella di Hirschfeld rimase comunque l'unica stima scientifica disponibile fino al 1947, quando uscì il primo dei due volumi del celebre Rapporto Kinsey, dedicato al comportamento sessuale maschile.

    Le statistiche fornite da questo Rapporto ebbero un effetto dirompente, suscitando un'infinità di polemiche. Alfred Kinsey era un biologo e non uno psichiatra, ed ebbe l'idea di applicare anche alla specie umana il metodo usato nelle ricerche scientifiche, catalogando i soggetti in base non a ciò che dichiaravano di essere, ma in base a quello che dichiaravano di avere fatto. Grazie a tale studio scoprì che la maggior parte dei soggetti studiati aveva avuto contatti sessuali protratti fino all'orgasmo con una persona dello stesso sesso almeno una volta nella vita.

    Inoltre, il 5% (una su venti) fra le persone studiate aveva avuto esclusivamente rapporti omosessuali nel corso della sua vita dopo l'adolescenza, e un ulteriore 5%, pur avendo avuto rapporti con entrambi i sessi, ne aveva avuti in prevalenza col proprio sesso.

    I dati relativi alle donne, editi nel secondo volume, nel 1953, fornivano percentuali inferiori, ma confermavano che gli atti sessuali fra donne erano enormemente più comuni di quanto si fosse ritenuto fin lì.

    Questi dati furono contestati con estrema violenza, soprattutto da coloro che giudicando l'omosessualità un comportamento estraneo alla natura umana e che quindi ritenevano poco credibile che la maggior parte degli esseri umani l'avesse sperimentata almeno una volta nella vita. Per screditare l'attendibilità dei suoi studi, Kinsey fu attaccato a livello personale come pornografo, omosessuale e pedofilo.

    Kinsey cercò di ribattere alle critiche con un ulteriore volume della sua ricerca, che avrebbe dovuto essere il terzo, dedicato esclusivamente al comportamento omosessuale, ma la Fondazione Rockfeller, che lo aveva sin lì finanziato, poco soddisfatta delle polemiche innescate dalla ricerca e soggetta a forti pressioni da più parti, gli negò ulteriori fondi. La ricerca di Kinsey sugli omosessuali, pertanto, abortì, e da allora le ricerche sulla percentuale di omosessuali sono compiute con estrema timidezza, su campioni limitati, spesso traendo conclusioni in base al modo in cui gli intervistati si definiscono anziché in base al loro comportamento effettivo.

    Per questo motivo la stima dell"'uno su venti" (cioè del 5%) continua ad essere considerata come la più attendibile da un punto di vista scientifico, al punto da essere adottata ufficialmente dall'OMS per valutare l'incidenza dell'omosessualità esclusiva all'interno della popolazione umana.

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    L'unico studio serio compiuto sull'omosessualità risale al 1947. In quegli anni il 5%della popolazione era (statisticamente) omosessuale, un altro 5% bisessuale. Lo studio si riferisce a comportamenti sessuali di 60 anni fa, e se in quell'epoca la maggioranza dei soggetti intervistati ha dichiarato di aver avuto almeno una volta nella vita un rapporto omosessuale, quale sarà la percentuale attuale?

    L'omosessualità è quindi un falso problema in quanto la natura umana è tendenzialmente bisessuale, per cui è improprio di parlare di normalità eterosessuale e diversità omosessuale. La ricerca scientifica lo dimostra.
    La cura dell'omosessualità è quindi un problema morale in una società in cui l'eterosessualità è vista come norma di vita.

    Il gay pride è una manifestazione che rivendica diritti nei confronti di chi si pensa normalmente eterosessuale. Le donne in minigonna negli anni'70 facevano scandalo, ma solo esibendosi e contestando hanno (quasi) raggiunto il diritto di vestirsi come vogliono. L'esempio delle donne in minigonna è di ben poco conto, perchè rigurda uno stile di vita e non una vera liberazione dal pregiudizio.
    Fino a che il gaypride sarà considerato un carrozzone carnevalesco in quanto intende rompere il tabu' della sessualità stereotipata, avrà ragione di esistere, per ricordare a tutti quelli che giudicano con il metro morale, quella volta in cui si son sentiti attratti da una persona dello stesso sesso.



     
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95 replies since 30/1/2006, 12:47   1903 views
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