E' interessante il panda maggiore, il buffo e conosciutissimo "orsetto" che vive sulle montagne della Cina meridionale.
Il panda maggiore appartiene all'ordine dei carnivori, ma, a differenza degli altri "rappresentanti" di questo ordine, si nutrono esclusivamente di bambù che trovano nelle foreste dai 1500 ai 4000 metri di altitudine.
Seduti sulle zampe posteriori, trattengono le canne con le zampe anteriori e, nutrendosi dei germogli, le ripuliscano dalle foglie passandole tra un sesto dito, del tutto simile ad un pollice opponibile, e le altre cinque dita della zampa.
In realtà, il sesto dito del panda non è affatto un dito, ma una struttura molto più semplice, almeno dal punto di vista anatomico. E' infatti il risultato di un notevole sviluppo di un osso del polso, chiamato sesamoide radiale, che negli altri animali, uomo compreso, è davvero molto piccolo. Questo ossicino, nel panda, ha raggiunto dimensioni notevoli, allungandosi fino a raggiungere e simulare le ossa delle dita vere, ma senza possedere alcuna articolazione.
Un milione di anni fa il panda abitava le foreste in tutto l'estremo Oriente, fino alla Birmania; oggi sembra che ne sopravvivano circa un migliaio di esemplari, in un territorio grande più o meno come la Sicilia protetto dalle autorità cinesi che l'hanno trasformato in riserva naturale. E' proprio in questa zona che si estende la foresta di bambù dove il panda vive indisturbato, ma il valore nutritivo di questo alimento è scarso e quindi il panda è costretto a mangiarne dai 10 ai 20 chili al giorno.
La sua sopravvivenza dipende dalla disponibilità di queste piante, che hanno un ciclo di vita "bizzarro".
Nel 1975-1976 nella riserva di Min, a causa della scomparsa di molte specie di bambù, furono trovati morti 138 esemplari del raro animale. In passato, queste fluttuazioni non causavano effetti così drammatici, perché il panda poteva facilmente spostarsi di foresta in foresta.
Oggi l'agricoltura ha trasformato le terre più basse in coltivazioni, rompendo la continuità delle foreste. Il panda, dunque, quando il bambù nel suo territorio viene meno, non sa più dove procurarselo, e muore di fame.
