IL PARLAMENTO APPROVA UNA LEGGE PER LA MORATORIA, NEW JERSEY (USA)

« Older   Newer »
  Share  
*rael.org*Elohangel
view post Posted on 19/1/2006, 13:33




9 gennaio 2006: il New Jersey è il primo stato dell’Unione ad introdurre per via parlamentare una moratoria delle esecuzioni capitali da quando la Corte Suprema Usa ha riammesso la pena capitale nel 1976.
L’Assemblea ha deciso con 55 voti a favore, 21 contrari e 2 astensioni di sospendere le esecuzioni fino a quando una commissione ad hoc presenterà un rapporto al parlamento e al Governatore entro il 15 novembre.
Il Senato aveva approvato il testo il mese scorso. La Commissione dovrà valutare se la pena di morte è un
deterrente e se vi è una significativa differenza tra i costi legati alla pena di morte rispetto a quelli dell’ergastolo senza condizionale.
Il New Jersey è uno dei 38 Stati della Federazione americana che prevede la pena capitale anche se non ha
compiuto esecuzioni dal 1963. Vi sono attualmente 10 persone nel braccio della morte dello stato.
La legge è ora alla firma del Governatore Richard Codey, un Democratico. Vi sono altri due stati americani, l’Illinois e il Maryland, i cui Governatori hanno introdotto una moratoria, anche se quella del Maryland non è più in vigore.
Nessuno tocchi Caino ha chiesto al Sindaco di Roma Walter Veltroni di illuminare il Colosseo.
“Illuminare il Colosseo per la decisione del parlamento del New Jersey sarebbe un modo per richiamare l’attenzione sulla tendenza, in corso ormai da anni negli Stati Uniti, ad abbandonare la pena capitale” ha dichiarato il segretario dell’associazione Sergio D’Elia, che ha aggiunto: “Illuminare la moratoria del New Jersey sarebbe un modo anche per sostenere l’urgenza che una moratoria universale sia pronunciata dall’Assemblea Generale dell’ONU in modo che abbiano dignità di condannati a morte, non solo i condannati negli USA, ma anche le migliaia e migliaia di uomini e donne che si trovano nei bracci della morte dei paesi totalitari ed illiberali che sono i responsabili di oltre il 98% delle esecuzioni che avvengono ogni anno nel mondo.”
 
Top
Simo 84'
view post Posted on 19/1/2006, 16:36




Ehehe .. avevo letto questa cosa cosa su Repubblica e ho notato con piacere che hai aperto un topic a riguardo .. beh ... vorrei però fare anche un discorso generale sulla pena di morte, ne avevvamo forse già parlato in qualche topic ma tanto tempo fa ..e sempre il discorso di OCCHIO PER OCCHIO, DENTE PER DENTE?? cry.gif cry.gif

Sai.. ci si chiede se la pena capitale sia un giusto castigo o un assassinio legalizzato..l'impiccagione e la fucilazione sono i metodi di esecuzione più comuni al giorno d'oggi. La sedia elettrica, il gas e l'iniezione di veleno vengono applicati solo negli USA. Cinque paesi utilizzano la decapitazione e sette la lapidazione in base alla legge islamica (in Iran tra condannati hanno preferito alla decapitazione l'essere precipitati da un dirupo, ott. 1987).

Generalmente il condannato a morte, anche se pentito, non vuole essere giustiziato, tanto è vero che spesso vengono trascinati a forza nella cella della morte (uno ad es. si è tagliato la gola con un pezzo di vetro ed è stato trascinato sanguinante nella camera a gas; un altro ha saputo liberarsi dalle cinghie e, soffocando per il gas, si dimeneva come un pazzo per la cella, gridando e cercando di rompere il vetro dietro al quale si trovavano i testimoni; un altro ancora è stato preso da convulsioni e attacchi epilettici). La crudeltà della pena di morte

L'esecuzione sulla sedia elettrica causa sofferenze inverosimili (vi sono stati casi in cui la scarica è durata 10 minuti oppure è stata ripetuta più volte prima che il medico costatasse la morte).
L'iniezione del veleno non è un metodo più "umano", poiché a volte vi sono problemi con le vene indurite, il catetere che si può ostruire, la composizione imprecisa della miscela... (J. Autry nel Texas soffrì 10 minuti prima di morire, in piena coscienza, lamentandosi e muovendosi per il dolore: i medici dissero che si era intasato l'ago del catetere. Marzo 1984).
Un operaio edile thailandese impiccato in Kuwait nel 1981, morì soltanto dopo 9 minuti per soffocamento, in quanto il peso del suo corpo non era stato sufficiente a rompergli l'osso del collo. Il giornale Arab Times scrisse: "Per un attimo il suo volto espresse tutta l'incomprensione, l'angoscia e la disperazione".
In Nigeria la fucilazione in pubblico, anche davanti a bambini, è la punizione obbligatoria per i prigionieri colpevoli di rapina a mano armata. Nel luglio 1986 un governatore ordinò che i condannati di questo tipo fossero giustiziati con scariche successive, sparate a intervalli, iniziando dalle caviglie.
In Iran afferma il Codice penale: "Nella pena della lapidazione le pietre non devono essere così grandi da far morire il condannato col lancio di una o due di esse: non dovrebbero essere così piccole da non poter essere definite come pietre".Nel 1984 un medico iracheno dichiarò che era stato testimone e obbligato a partecipare all'uccisione per dissanguamento di prigionieri condannati. Lui stesso ammise di aver saputo che tra l'82 e l'83 il sangue di 1000 condannati a morte era stato inviato alla banca del sangue irachena.

J. Terry Roach, quando aveva 17 anni, venne dichiarato colpevole dell'omicidio di due giovani e di altri reati, fra cui la violenza sessuale e il sequestro di persona. Fu condannato a morte nonostante il fatto che durante il processo risultasse che era stato plagiato da un uomo più anziano e che fosse affetto da disturbi della personalità. Uno dei suoi avvocati restò con lui durante la notte precedente l'esecuzione e descrisse così le sue ultime ore: "Sebbene Terry avesse 25 anni quando morì, sembrava molto infantile. Aveva un quoziente intellettivo pari a 70, livello paragonabile a quello di un dodicenne. Quando il prete gli mostrò alcune preghiere, che avrebbero letto insieme, Terry gli chiese quali preghiere lo avrebbero aiutato di più ad andare in paradiso; questo nell'infantile presupposto che una preghiera "funzioni" meglio di un'altra. Sebbene fosse evidente che aveva paura, collaborò con le guardie e cercò di far finta che tutti i preparativi di rito fossero cose normalissime.
Cercava l'approvazione delle persone attorno a lui e sembrava convinto che quella notte avrebbe guadagnato la stima di tutti per essersi dimostrato coraggioso. Poi però, quando la guardia comparve nella sua cella alle 5 di mattina e gli lesse il mandato di morte, mentre Terry stava in piedi con i polsi immobilizzati nelle manette, la sua gamba destra cominciò a tremnare con ampi movimenti involontari. Lesse la sua ultima dichiarazione. [...] Appena fummo fuori dall'edificio, sentii le urla di una folla riunitasi per festeggiare l'esecuzione". Terry morì sulla sedia elettrica il 10 gennaio 1986....

Naturalmente è impossibile quantificare le sofferenze psicologiche causate al condannato a morte, tenuto separato dal resto della popolazione carceraria, rinchiuso nel "braccio della morte", costretto a non fare niente e soprattutto obbligato ad affrontare l'idea di essere messo a morte entro un tempo prestabilito.

A volte capita di colpire persone innocenti:
* In Florida, dove il numero delle esecuzioni è tra i più alti, il 50% delle condanne a morte sono state revocate dall'85 ad oggi sulla base di vizi procedurali, nuove prove o collegio di difesa insufficiente.
* Negli ultimi anni negli USA sono state giustiziate 23 persone la cui innocenza venne in seguito confermata pienamente (in altri 32 casi gli innocenti vennero scarcerati direttamente dal braccio della morte). Da notare che il numero esatto di innocenti messi a morte è impossibile stabilirlo, poiché raramente si istruiscono inchieste o revisioni postmortem.
* Vladimir Toisev, della Bielorussia, venne arrestato per l'omicidio della moglie, di cui peraltro aveva dichiarato alle autorità la scomparsa: dapprima venne condannato a morte, poi all'ergastolo, infine venne rilasciato nel 1987, dopo circa 14 anni di carcere, perché fu trovato il vero colpevole. Anche qui le prove erano state ottenute a seguito di percosse (a lui e al fratello). Da notare che in URSS le statistiche sulla pena di morte sono un segreto ufficiale dal 1934. Le prime statistiche, molto generiche, sono state pubblicate dalla Tass nel 1987.
* Clamoroso il caso di Sakae Menda, condannato a morte in Giappone nel marzo 1950 per un omicidio commesso due anni prima. Nel 1983, dopo 33 anni di carcere in attesa dell'esecuzione, fu riconosciuto innocente, perché la corte dìappello accettò il suo alibi e riconobbe che la sua prima confessione di colpevolezza, poi ritrattata, non era credibile.
* Dal 79 ad oggi A.I. non è venuta a conoscenza di un solo caso in cui un prigioniero politico che rischiava la pena di morte in IRAN fosse difesa da un avvocato. In questo paese vige la presunzione di colpa dell'accusato: il che significa un processo di pochi minuti, con la lettura delle accuse e il verdetto.
* In IRAK la possibilità di contattare un avvocato scelto dal governo è assai ristretta (in alcuni casi solo nel giorno del processo). Agli imputati spesso è negato il diritto di produrre testimoni a discarico.
* In SUDAFRICA le condanne a morte vengono imposte a neri da giurie composte da quasi tutti bianchi. La maggior parte degli imputati è troppo povera per permettersi un proprio avvocato.
* In GIAMAICA nel 1988 vi erano almeno 120 prigionieri nel braccio della morte. La maggioranza di essi proviene dalle aree più povere della comunità e sono stati costretti ad abbandonare la scuola precocemente. All'epoca dell'arresto molti erano disoccupati o svolgevano lavori non qualificati, alcuni erano piccoli agricoltori.



..99 nazioni mantengono nelle proprie leggi la pena di morte: almeno 37 nazioni hanno tribunali militari o speciali che possono comminare condanne capitali senza dover celebrare processi equi o senza prevedere il diritto di appello.

..Da 1948 (Dichiarazione Universale dell'ONU, che vieta di usare torture, trattamenti e punizioni crudeli) solo 69 nazioni hanno abolito di fatto o di diritto, parzialmente o del tutto, dalle proprie leggi o dalla vita sociale, la pena di morte. Nell'ultimo decennio in media almeno un paese all'anno ha abolito la pena di morte.

..In SUDAFRICA negli ultimi 10 anni sono stati giustiziati più di 1250 prigionieri (oltre 100 all'anno).

In NIGERIA nel 1985 sono state fatte 301 esecuzioni.

In CINA i processi sono stati addirittura interrotti per accelerare l'esecuzione degli imputati: dall'83 all'88 sono state fatte circa 30.000 esecuzioni (con accuse che vanno dall'omicidio alla rapina, dall'organizzazione di società segrete alla proiezione di film porno, ecc.).

In PAKISTAN fra le ultime 115 condanne a morte ve n'erano almeno tre comminate a minorenni. Oltre al PAKISTAN, anche USA, IRAN, IRAK, BANGLADESH e BARBADOS hanno giustiziato per reati commessi nella minorità.

In INDONESIA nell'85-87 sono state giustiziate delle persone che attendevano l'esecuzione da oltre 10 anni (in due casi da 25 anni).

In IRAN spesso le esecuzioni avvengono per la pidazione: un testimone oculare ha raccontato che alcune donne, condotte sul luogo con un sacco sulla testa, vennero prima lapidate e poi finite a colpi di vanga.

In IRAK il governo chiede ai parenti del giustiziato il pagamento di una tassa a titolo di rimborso per le spese sostenute dallo Stato per la fucilazione, il trasporto e la sepoltura.

Negli USA due prigionieri mentalmente malati (W. Falte e L. Lowenfield) sono stati giustiziati in Louisiana nel marzo 88 (uno era addirittura uno schizofrenico che non riuscì neppure a intendere il senso della sentenza di morte).

Sempre negli USA attualmente 2182 prigionieri attendono nei bracci della morte di 36 Stati l'applicazione della sentenza (il 40% sono di razza nera).

Fra gli ultimi paesi che hanno abolito la pena di morte si segnalano: RDT, HAITI, FILIPPINE, LIECHTENSTEIN e ROMANIA.


Perché viene usata la pena di morte?

Per impedire che i criminali possano commettere delitti più crudeli di quelli che hanno già commesso.
Per dissuadere la popolazione civile dal commettere analoghi crimini.
Per dimostrare alla popolazione civile che la giustizia funziona.
Per rispondere all'esigenza di giustizia dei parenti della vittima.
Per eliminare fisicamente l'avversario politico del governo in carica.


--------------------------------------------------------------------------------

Cosa dicono i paesi abolizionisti?

Dopo l'abolizione della pena capitale il numero degli omicidi, all'interno di una nazione, tende a diminuire (ad es. in Virginia, Washington e Vermont, dove esiste la pena capitale, il numero degli omicidi è superiore a quello degli Stati limitrofi: West Virginia e Maine dove invece è stata abolita).

Negli USA poliziotti e guardie carcerarie vengono uccisi in proporzione uguale sia negli Stati che hanno abolito la pena capitale sia negli altri. Questo per due ragioni: 1) il criminale uccide nel momento in cui viene colto sul fatto, per evitare la galera; 2) i poliziotti vengono uccisi per uno scopo preciso (ad es. vendetta personale o furto dell'arma). Il criminale va incontro ad ogni rischio, sicuro che non sarà catturato. La pena capitale non costituisce un freno.

In GIAPPONE gli studi della psichiatra Sodokata Kogi, condotti per due anni su un campione di 145 assassini, hanno dimostrato che nessuno degli intervistati aveva pensato, prima di commettere il crimine, al rischio di essere condannato a morte. Questo perché i delitti erano stati compiuti sotto l'influsso di violente emozioni quali l'ira o la vendetta.

In effetti, la maggior parte dei crimini crudeli e insensati vengono compiuti da persone con serie anomalie mentali, incapaci di prevedere le conseguenze delle loro azioni. Molti omicidi vengono commessi sotto l'influsso dell'alcool o della droga, oppure in momenti di panico (ciò che in altre situazioni o condizioni di vita non si farebbe mai).

Non solo, ma la pena di morte può anche esasperare il criminale, il quale sa di non aver più nulla da perdere (ad es. laddove esiste la pena capitale per lo stupro i criminali spesso uccidono la vittima per non essere identificati). L'assassino che per il suo delitto merita la pena di morte e che ancora non è stato preso, non ha alcun motivo per non commettere altri delitti. Per non parlare del fatto che se per un determinato delitto l'assassino merita in uno Stato la pena capitale non è detto che meriti la stessa pena in un altro Stato.

Insomma le persone che progettano gravi crimini in maniera calcolata, non si fermano neanche davanti alla pena di morte, mentre per quelli che li commettono senza calcolo l'esecuzione capitale è senza dubbio una punizione eccessiva. I criminologi sostengono in genere che il mezzo per scoraggiare i criminali che uccidono in maniera calcolata non è la severità della pena ma l'aumento delle probabilità di essere catturati.

Negli USA è stato dimostrato che su 2646 assassini scarcerati, dopo aver scontato la pena, solo 16 sono stati condannati ancora per omicidio. Se fosse stata usata la pena di morte, in 2636 casi sarebbe stata inutile, poiché i soggetti hanno preferito pentirsi.

In CANADA il tasso di omicidi ogni 100.000 ab. è passato dal 3,09% del 1975 (anno precedente all'abolizione della pena di morte per il reato di omicidio) al 2,74% nel 1983.

E' forse una lunga pena detentiva che si rivela come fonte di dissuasione? No, perché l'ergastolo non è una punizione meno terribile della sentenza capitale: oltre ai problemi psicologici ch'esso può creare, facilmente può trasformare un criminale da dilettante a professionista. Il problema principale resta quello della capacità di recupero che la società può dimostrare nei confronti del criminale.

Non vi è comunque modo di sapere con sicurezza se un detenuto, una volta scarcerato, non ripeterà il crimine. Nel dubbio non si può preferire la pena di morte, poiché le statistiche dimostrano che i recidivi sono sempre una minoranza insignificante.

E' vero, i parenti della vittima reclamano giustizia, ma l'esecuzione dell'assassino non fa tornare in vita il morto, e la famiglia dell'assassino giustiziato spesso è votata essa stessa alla sofferenza.

Non si può comunque punire la crudeltà con la crudeltà. I codici penali non prevedono la violenza carnale per gli stupratori o l'incendio delle case per i piromani. Perché dunque fare un'eccezione per l'omicida? Di recente il Senato americano ha approvato una legge che prevede una riduzione di 2/3 della pena per quello stupratore che accetta di farsi castrare: questi metodi sono molto semplicistici e non possono che sortire effetti illusori (ad es. l'odio nei confronti della società certamente aumenterà nel criminale).

La pena di morte è l'uccisione premeditata e a sangue freddo di un essere umano compiuta dallo Stato. Può lo Stato avere il diritto di sopprimere una vita?

Sempre negli USA la Corte Suprema nel 1972 deliberò che la pena capitale come "punizione crudele e straordinaria" era incostituzionale (4 anni dopo però con una delibera speciale diede facoltà a tutti gli Stati di introdurla).

Da notare che i reati per cui la pena di morte è oggi introdotta più di frequente sono quelli correlati al narcotraffico. Più di 20 nazioni lo hanno fatto (10 negli ultimi 10 anni). In MALAYSIA e a SINGAPORE, p. es., vi è la pena di morte per il possesso di una quantità di eroina superiore ai 15 gr.


Nessuna società può contare sull'infallibilità dei propri tribunali. I giudici possono sbagliare, anche in buona fede (spesso perché condizionati dalla mentalità dominante, che può essere carica di pregiudizi politici, ideologici, razziali, religiosi, etnici, ecc.). Ad es. negli Stati meridionali degli USA la condanna a morte per violenza carnale è quasi inevitabile per un nero (se la vittima è bianca) e meno probabile per un bianco (del tutto improbabile se la vittima è nera). Inoltre molto più facilmente si condanna il povero del ricco, ovvero quello che non ha mezzi per pagarsi esperti avvocati.

Insomma la pena irrevocabile della morte cancella sia il diritto della vittima di ottenere la modifica di una condanna errata, sia la capacità del sistema giudiziario di correggere i propri errori.

Inoltre non va dimenticato che in molte società i cui governi sono corrotti l'introduzione della pena di morte finirebbe col colpire la criminalità meno significativa, quella riguardante individui isolati, non privilegiati o non protetti dalle organizzazioni criminali, con poche risorse materiali. Il 90% dei condannati a morte negli USA non ha proprie risorse finanziarie per pagarsi degli avvocati qualificati. Gli onorari pagati agli avvocati d'ufficio sono molto bassi. Di conseguenza gli incarichi vengono assegnati ad avvocati giovani ed inesperti, disposti ad impiegare poco tempo per ogni singolo caso.






 
Top
1 replies since 19/1/2006, 13:33   96 views
  Share