Bio Etanolo, Riscirò a farci andare la mia auto?

« Older   Newer »
  Share  
eroyka
view post Posted on 10/12/2002, 17:05




Guardate un pò cosa fanno in sicilia!
Per farci funzionare la mia auto devo modifiacare qualcosa o (magari miscelato) dovrebbe funzionare già così?
Perchè mi sono rotto i polmoni di andare a petrolio!!!!!!!!!!!!http://forum.ngi.it/muhehe.gif
Roy
http://www.gruppobertolino.com/sito.htm
 
Top
enzogal
view post Posted on 10/12/2002, 19:43




Ciao Roy,
purtroppo il tuo motore, così com'è non può funzionare col 100% ad alcool metilico o metanolo
http://www.minerva.unito.it/Storia/Chimica...i/Catalisi3.htm
(e non etilico come nel tuo linck) a causa del più alto numero di ottano. Andrebbero modificati l'anticipo, la carburazione, e non otterresti quanto speri. La FIAT Brasile costruiva (e credo lo faccia ancora) una Uno con motore progettato per alcool etilico. Ma non ti so dire di più.
Altro problemino: se dentro al serbatoio entra un po' d'acqua il rendimento del carburante scende velocemente fino a non bruciare più.
I bolidi americani della formula Indy e le moto da speedway vanno a metanolo... così come tutti i motori per la modellistica.

Puoi però fare una miscela di super ed alcool al 50-50%
http://www.vespaonline.com/vespaonline/off...teste_ad_al.htm
http://staff.nt2.it/michele/Parola.asp?IDParola=83
Enzo
 
Top
eroyka
view post Posted on 11/12/2002, 09:52




Ciao Enzo e grazie della risposta. Ieri ho postato l'indirizzo non preciso e riporto qui di seguito il paragrafo che mi interessava sul bio etanolo:

"BIOETANOLO

Il Bioetanolo ossia Alcool Assoluto avente una gradazione minima di 99,8%peso, viene prodotto dalla I.M.A. srl nel suo impianto “a setacci molecolari”, unico impianto esistente in Italia per tecnologia e dimensioni.
L’ alcool assoluto con un ridottissimo contenuto di acqua (max 0,1%peso) ed un elevato potere antidetonante è un ottimo carburante per autotrazione, sia in miscela con la benzina che esclusivamente quale carburante.
Il Gruppo Bertolino è in questo settore leader al livello Europeo sia per tecnologia che per la sua esperienza passata oltre che attuale. Infatti la I.M.A. srl è stata la prima società Europea a produrre il bio-etanolo per autotrazione da destinare a Paesi come il Brasile, ove tale prodotto è comunemente utilizzato nelle autovetture già dagli inizi degli anni ’70. Sempre più di rilevante importanza è oggi questo prodotto per le sue caratteristiche di carburante alternativo prodotto dalla biomassa agricola, quindi da una fonte di energia rinnovabile, a ridotto impatto inquinante rispetto alla tradizionale benzina “verde”. "

Qui quindi dice che, secondo loro, il bioetanolo in Brasile è già utilizzato così com'è.
E perchè nel resto del mondo no?
Qui in italia abbiamo migliaia di ettari di terreni lasciati incolti per troppa produzione, che si aspetta a coltivare questi terreni per avere biodiesel e/o bio etanolo? Forse ci sono di mezzo interessi di alcuni?
Quello che voglio capire bene è se esiste un vero problema tecnologico o è se il problema è che non abbiamo i coglioni per far valere i nostri diritti di respirare aria al posto dello smog.
Grazie Enzo e a tutti quelli che vorranno dire la loro.
Roy
 
Top
enzogal
view post Posted on 11/12/2002, 15:54




QUOTE (eroyka @ 11/12/2002, 08:55)
Qui quindi dice che, secondo loro, il bioetanolo in Brasile è già utilizzato così com'è.
E perchè nel resto del mondo no?
Qui in italia abbiamo migliaia di ettari di terreni lasciati incolti per troppa produzione, che si aspetta a coltivare questi terreni per avere biodiesel e/o bio etanolo? Forse ci sono di mezzo interessi di alcuni?
Quello che voglio capire bene è se esiste un vero problema tecnologico o è se il problema è che non abbiamo i coglioni per far valere i nostri diritti di respirare aria al posto dello smog.

Ciao Roy,
mi sono informato: il bioetanolo in Brasile è usato, eccome!
Nel resto del mondo non si hanno tecnologie sufficienti? Non so.
Il problema dell'etanolo, in Italia, è che è molto più remunerativo fare vino, spumante e liquori, com'è logico.
"Forse ci sono interessi di alcuni?" è molto carino.
A proposito di quanto dissi a proposito delle solrelle del petrolio e dei loro interessi nel rinnovabile, dai un'occhiata qui:
http://www.shell.com/home/Framework?siteId=shellsolar
http://www.bpsolar.com/ContentPage.cfm?page=7

C'è sempre da chiedersi quanto costerebbe l'etanolo alla pompa o, meglio, quanto il Governo ce lo farebbe pagare...
Il problema non è certamente tecnologico, nè di produzione, nè nei motori endotermici (o nelle turbine).
Il problema è che i coglioni ce li abbiamo, ma in Parlamento!!!
Enzo
P.S. Sai che figata sarebbe circolare con un'auto che profuma di grappa? tracanna.gif
 
Top
eroyka
view post Posted on 29/1/2003, 15:02




Ciao,
voglio solo segnalare che su www.progettomeg.it/bioetanolo.htm c'è una prima pagina dedicata al bio etanolo.
Al più presto ne seguirà un'altra con link ed altre info.

Bye bye!
Roy
 
Top
Gennio
view post Posted on 26/11/2003, 23:58




Ciao,

In anteprima:

una società Italiana in collaborazione con un gruppo Canadese sta avviando un progetto per la produzione di bioetanolo in Malesia, la materia prima sono sopratutto scarti di produzione nell'industria dell'olio di palma.
L' impianto si avvale di tre nuove tecnologie brevettate, ha un costo di 35 milioni di euro e una produzione annua di 80 milioni di litri di etanolo, il ritorno dell' investimanto è inferiore ai 3 anni, si tratta di un impianto pilota che quando sperimentato e verificata la funzionalità sarà subito affiancato da altri per un investimento di 250 milioni di euro in vari paesi cofinanziato dalla Banca Mondiale.
Insomma: il bioetanolo può costare alla produzione meno del gasolio...

a presto

Enn;o)




 
Top
xyz
view post Posted on 9/5/2004, 10:45




da http://www.volontariperlosviluppo.it/2002_...2_9/02_9_05.htm

"Si chiama Proalcol ed è uno dei programmi più audaci al mondo sull'utilizzo di energia rinnovabile per il trasporto. Nato nel 1975 in Brasile, e in parte abbandonato negli anni '80, ritorna oggi con forza dopo gli accordi stesi a Johannesburg tra Germania e Brasile. In previsione: 100 mila nuove auto ad alcol per un valore di 32 milioni di dollari.
di Geralda Privatti e Nadia Fossa
da San Paolo

Nel recente Vertice mondiale sullo Sviluppo sostenibile di Johannesburg c'è stato un accordo, dai possibili sviluppi futuri, di cui si è parlato veramente poco. Brasile e Germania hanno infatti creato un gruppo di lavoro al fine di produrre alcol da usare come combustibile per automobili. L'accordo comprende la costruzione di 100 mila auto ad alcol da vendere in Brasile con incentivi all'acquisto, grazie alla riduzione delle imposte. La Germania, per finanziare il progetto, si è impegnata a versare al governo brasiliano 32 milioni di dollari. Come contropartita acquisisce un credito per l'immissione nell'atmosfera di ben 710 mila tonnellate di CO2 all'anno, secondo uno dei meccanismi previsti dall'accordo di Kyoto sul clima, ovvero il "commercio delle emissioni". Si tratta del finanziamento di tecnologie pulite nei paesi in via di sviluppo in cambio della possibilità per il paese donatore di accreditare l'investimento fatto come riduzione della propria quota di emissioni inquinanti. In parole povere, riduco con i miei soldi le emissioni a casa d'altri, ma le conteggio come se le avessi ridotte a casa mia.

Una lunga tradizione
L'utilizzo dell'alcol come combustibile per le automobili in Brasile non è una novità. A partire dal 1975 infatti il governo del più grosso Stato sudamericano ha lanciato il Programma Nazionale dell'Alcol, ribattezzato Proalcol, un piano di incentivazione dell'uso del combustibile "mas pulito do mundo" ricavato dalla fermentazione della canna da zucchero.
I vantaggi dell'impiego dell'alcol sono molteplici: pochissimi residui nell'atmosfera a fronte delle numerose emissioni di carbonio delle vetture alimentate a benzina, tra i primi responsabili dell'effetto serra. Una fonte continuamente rinnovabile, perché estratta dalla canna. Le piantagioni di canna brasiliane inoltre, attraverso la fotosintesi, assorbono oltre un quinto di tutto il carbonio rilasciato nell'atmosfera dal petrolio consumato nel paese, l'equivalente di una riduzione di 39 milioni di tonnellate di CO2 l'anno. E ogni tonnellata del vegetale ha un potenziale energetico equivalente a 1,2 barili di petrolio. Dalla spremuta di una tonnellata di canna, poi, oltre allo zucchero e alla grappa, si possono estrarre fino a 60 litri di alcol, producendo dai 300 ai 500 kg di buccia per alimentare le caldaie delle stesse fabbriche che producono l'alcol (sostituendo gli oli combustibili derivati dal petrolio). Un circolo virtuoso che fa capire le reali potenzialità del progetto. In definitiva, se queste vengono sfruttate appieno, la canna da zucchero può generare energia elettrica, alcol, fertilizzante, cibo e altro ancora. Si calcola che le piantagioni del vegetale oggi esistenti in Brasile potrebbero sostituire l'impiego di circa 600 mila barili di greggio al giorno.

Ascesa e declino
Nel corso degli anni '70, in seguito alla grande crisi petrolifera mondiale, il Brasile, spinto dalla necessità di trovare una via d'uscita, ha creato il Proalcol. A partire da questo momento il paese ha investito molto nell'incrementare la cultura della canna da zucchero e, allo stesso tempo, nel costruire impianti di distillerie di combustibile.
A metà degli anni '80, la fine della tensione in Medio Oriente e il ribasso del prezzo del barile hanno rallentato via via fino a bloccare il progetto Proalcol. Senza adeguate politiche di sostegno le "fabbriche di alcol" sono entrate in crisi. Come se non bastasse, sul mercato internazionale si è alzato notevolmente il prezzo dello zucchero. I produttori hanno cominciato a vendere la canna destinata alla fabbricazione dell'alcool a chi produceva zucchero per l'esportazione, e il mercato dell'alcol è crollato. Le successive crisi di approvvigionamento subite dagli automobilisti "ad alcol" brasiliani hanno fatto perdere fiducia nel progetto. Il mercato delle auto "alternative" è crollato e nel paese si è ricominciato a vendere quasi esclusivamente auto a benzina. Anno dopo anno, l'industria automobilistica è stata obbligata a diminuire il ritmo della produzione di questi veicoli. Nel 1984, ogni cento automobili nuove vendute, 94 erano ad alcol. Negli anni successivi questo numero è via via diminuito (63% nel 1988, 10% nel 1990 e soltanto l'1% nel 2000).
A partire dal 2001 si è assistito a una piccola inversione di tendenza: complice il caro petrolio, un lieve aumento della richiesta di mercato ha fatto salire il numero di auto ad alcol all'1,5% nel 2001 e al 3% nei primi sei mesi di quest'anno.
Attualmente il totale di automobili ad alcol che circolano sulle strade brasiliane è di appena 3 milioni (il 20% del parco auto complessivo), mentre nei momenti d'oro dei primi anni '80 erano ben il 66%.

Fiat in testa
La prima automobile ad alcol prodotta in Brasile è stata la 147 della Fiat, uscita dalla fabbrica nel giugno del 1979. La produzione iniziale del mezzo, di 10 unità al giorno, serviva unicamente a soddisfare il fabbisogno del parco auto del governo. Nel 1980, con l'aumento della catena di distributori, la 147 è finalmente stata commercializzata al grande pubblico con un motore da 1300 cc dalle funzionalità identiche a quello a benzina. Oltre a rendere 8,8 km/litri (una media considerata eccellente per l'epoca), il costo dell'alcol era un terzo di quello della benzina. Gli attuali motori ad alcol fanno ormai 12 km con un litro, che costa circa 50% in meno della benzina.
La ricerca tecnologica è andata avanti, e a Fiat si sono aggiunte altre case costruttrici come Ford, Volkswagen e General Motors. I problemi iniziali, come la difficoltà ad avviare il motore nei giorni più freddi dell'anno o la rapida corrosione delle parti metalliche del veicolo, serbatoio in testa, sono ormai stati superati.
Nel corso degli anni il progetto Proalcol ha cambiato il paese. Oggi in Brasile esistono una tecnologia e una logistica di trasporto e distribuzione del prodotto uniche al mondo, con una catena di più di 25 mila pompe ad alcol disseminate in tutte le regioni del paese.

Ritorno al futuro
Oggi tutti i paesi del mondo si stanno interrogando, chi più chi meno, sulla necessità di pensare al futuro del nostro pianeta. La canna da zucchero e l'alcol derivato rappresentano sicuramente una possibile alternativa al petrolio nella ricerca di una fonte d'energia "pulita".
Oltre alla Germania, neo firmataria dell'accordo con il Brasile, ci sono altri paesi interessati all'alcol combustibile. Secondo i calcoli del governo brasiliano l'esportazione del prodotto, che attualmente è di 600 milioni di litri l'anno, nel 2003 potrebbe raddoppiare. Grazie a futuri accordi che pare saranno siglati con Cina, India e Giappone, negli anni a venire l'esportazione potrebbe salire a quota 70 miliardi di litri di combustibile annuo. Mentre la Cina e l'India vogliono utilizzare l'alcol per sostituire interamente combustibili a base di petrolio, i giapponesi hanno già approvato una legge che, oltre a concedere sussidi per la costruzione di centrali termoelettriche ad alcol, autorizza la miscela del 5% di alcol alla benzina, pratica già in voga dal 1930 in Brasile, nelle proporzioni di 25% di alcol per litro di benzina.
Primo della lista dei maggiori produttori mondiali di canna, alcol e zucchero, questo immenso Stato ha la capacità di produrre fino a 16 miliardi di litri di alcol l'anno, il corrispondente di 84 milioni di barili di petrolio. Una potenzialità che colloca il paese latinoamericano in una posizione privilegiata anche nella lotta mondiale contro l'inquinamento.
Durante la Conferenza di Rio+10 il presidente brasiliano Fernando Henrique Cardoso fece la seguente proposta: derivare il 10% di tutta l'energia utilizzata nel mondo da fonti rinnovabili entro il 2010. E il progetto Proalcol va proprio in questa direzione, anche se, per ridargli nuovo impulso, il Brasile dovrà convincere i cittadini interessati che possono acquistare una macchina ad alcol senza paura di essere poi abbandonati com'è successo in passato.
I primi passi in questo senso sono stati fatti: nel '95 è stata creata la Commissione Interministeriale dell'Alcol e in agosto 2002 il governo ha ridotto l'Ipi (Imposta sui prodotti industrializzati) gravante sulle automobili ad alcol, per stimolarne la ripresa delle vendite."


se i dati riportati sono corretti c'è la risposta anche per chi ...è più l'energia spesa di quella ottenuta..., oltre ad ottenere il calore per i processi di produzione con gli scarti si può pensare di integrare il calore mancante con dei pannelli termosolari, non è impossibile arrivare ad un buon bilancio energetico nella produzione di bioetanolo, sembra anche che in Brasile il bioetanolo costi in proporzione alla benzina come da noi il metano, se ciò è vero significa che qui stiamo perdendo troppo tempo, in Italia sarebbe possibile ottenere dalle biomasse quasi la metà dei carburanti oggi utilizzati, il resto potremmo importarlo da altri paesi dove la produzione potrebbe essere eccedente il fabbisogno.


ciao
claudio
 
Top
fabiomas
view post Posted on 10/5/2004, 23:08




Un articolo che mi sembra legato al tema,preso da http://www.solaraccess.com


Orlando, Florida - May 7, 2004 [SolarAccess.com] A milestone in industrial biotechnology has been achieved with the first commercial shipment of bioethanol, according to the Biotechnology Industry Organization. Unlike conventional ethanol, bioethanol is made not from grain, but from cellulosic biomass, such as wheat straw, sugar-cane bagasse, and corn stovers and stalks left over after harvesting. This green alternative fuel, compatible with current automobile engines, could significantly reduce greenhouse gas emissions.

"The commercial use of industrial enzymes to convert agricultural biomass into clean motor fuel represents a key breakthrough in our ability to produce homegrown energy, reducing our reliance on foreign oil and providing new markets for agriculture biomass," said Brent Erickson, vice president of industrial and environmental biotechnology for the Biotechnology Industry Organization (BIO). "This breakthrough means we can grow our own fuel, and farmers could harvest two crops from every field -- a grain crop and a biomass crop."

Using this technology, raw materials such as wood-product manufacturing residues, municipal solid waste and garden waste could supply more than 500 million dry tons of biomass -- enough to make more than 50 billion gallons of ethanol, equivalent to approximately a quarter of current U.S. gasoline consumption.

Another 10 to 15 billion gallons could be produced from corn stalks and husks and wheat straw, according to the Biotech 2003 report from Burrill & Co. The commercial production breakthrough reported by a Canadian biotech company, Iogen Corp., involved using recombinant DNA-produced enzymes to break apart cellulose -- the tough substance that gives plants their rigidity -- to produce sugars.

The sugars produced in such a biorefinery process are used to make greener versions of ethanol and plastics. Many members of BIO's Industrial & Environmental Section are pursuing similar projects.

"This is just one environmentally friendly application of industrial biotechnology," said Erickson. "The benefits of industrial biotechnology are expanding, from boosting the cleaning power of laundry detergent to enabling manufacturers to make everyday products like paper, vitamins and textiles more efficiently and with a cleaner environmental footprint."

The full spectrum of industrial biotechnology applications was under discussion last month at the inaugural World Congress on Industrial Biotechnology and Bioprocessing in Orlando, featuring more than 100 speakers and four tracks of sessions on novel technologies, environmental impact and policy issues
 
Top
arco
view post Posted on 13/5/2004, 22:53





interessante l'articolo, sembra che la tecnica di distillare etanolo da materiale lignocellulosico invece che da zuccheri stia prendendo una piega commerciale, ho trovato anche questi articoli

http://www.e-consapevoli.it/news.asp?id_ne...s=400&mode=arch

http://www.enn.com/news/2004-04-22/s_23089.asp

della società canadese Iogen corp.di cui parla anche l'articolo che hai segnalato non ho trovato il sito, in canada c'è anche un'altra società che sta portando avanti un progetto simile

http://www.biovisiontech.ca/

sembra che il canada sia la patria di questa tecnologia che se mantiene le "premesse" potrebbe essere molto concreta.

ciao
Marco
 
Top
fabiomas
view post Posted on 14/5/2004, 12:57




Uno studio molto dettagliato sulla produzione di etanolo da biomasse si può trovare qui:

https://www.cti2000.it/virt/cti2000/files74...0production.PDF

Qualcuno sa a che punto sono le celle combustibili a etanolo?
Sarebbe possibile costruire una automobile alimentata da una cella a etanolo + batterie al litio?
 
Top
Gennio
view post Posted on 14/5/2004, 21:44




peccato che non sia in italiano cmq interessante e approfondito

f cell a etanolo diretto sembrano a buon punto
si tratta di una fuel cell platinosintetica. L'ha brevettata e la produce la Technofil di Cerro Maggiore (Milano) e consente la ricarica dispositivi elettronici (palmare, Gps, telefoni cellulari, televisori a cristalli liquidi e computer). La novità di questa cella a combustibile è di essere priva di platino (metallo prezioso, componente base delle altre fuel cell) sostituito da un platinosintetico funzionante ad alcol etilico e glicole etilenico.
http://technofil.celle-combustibile.it/ sito un po' ambiguo con pochi dati ma devo ancora guardare bene
http://www.platinosintetico.com/01.php in inglese

perchè le batterie? se un auto va a combustibile anche se con motore elettrico basta una batteria tampone magari sovradimensionata, a meno che tu non volessi dire questo solo con la batteria al litio che mi sembra siano in commercio anche se costano di più.
ciao

enn;o)
 
Top
artistoide
view post Posted on 14/5/2004, 23:40




i bio carburanti come la biobenzina(bioetanolo) e il biodiesel sono il prossimo futuro io non vedo una via di uscita più attuabile

insomma andate in una grande città del sud america dove il concetto di marmitta è un mistero mai spiegato (anche quello di polmone) e prova a spiegargli:
-cioè caro dovresti buttare via la carretta, perche dovresti prendere un mercedes a idrogeno e poi dovresti andare a fare il pieno a monaco, che se il distributore lo costruiscono i tuoi connazionali credo che dovremo cambiare le mappe della regione-


cosa credete che risponderebbe ? (era una domanda retorica non postate volgarità)

sopratutto quando le carrette in circolazione potrebbero terminare i loro giorni in pace, inquinando e costando meno

Edited by artistoide - 15/5/2004, 00:42
 
Top
fabiomas
view post Posted on 15/5/2004, 09:20




Pensavo alle batterie per recuperare l'energia persa durante le frenate,come si fa nelle automobili ibride,e magari,in un futuro non troppo lontano,per immagazzinare l'energia del sole,se si avranno vernici o plastiche fotovoltaiche.
Però non so quale sia il rapporto tra il peso delle fuel cell e la potenza erogabile.
Un paio di settimane fa c'era un articolo sul sole 24 ore che parlava della technofil,diceva che stava per mettere in commercio celle da pochi watt,per far funzionare portatili,a circa cento euro,con ricariche di bioetanolo della grandezza delle ricariche di caffè per le macchinette,vediamo quando usciranno......
 
Top
Archangel
view post Posted on 15/7/2004, 06:00




Anche se penso che per l'autotrazione sia più conveniente il biodiesel, segnalo che al Politecnico di Milano ho cominciato a seguire una tesi di laurea in Ingegneria Chimica che tratta del processo di distillazione dei brodi di fermentazione per ottenere etanolo anidro.
Ho l'impressione che i produttori di bioetanolo si siano concentrati e specializzati nella parte fermentazione e abbiano trascurato l'ottimizzazione della parte distillazione, che invece è responsabile della maggior parte del costo del bioetanolo, visto che se non è studiata bene può portarsi via quasi tutto il potere calorifico dell'etanolo prodotto. La simulazione al computer di un processo di distillazione e la messa a punto di un processo efficiente sono questioni tutt'altro che banali. Già passare dal 5-10% di etanolo nel brodo di fermentazione all'80% (dopo di che si deve continuare con particolari processi che usano un terzo componente) consuma più dell'80% del calore totale, e questo si può ridurre parecchio con qualche trucco che solo un buon ingegnere di processo può conoscere e che solo chi dispone di un buon programma di simulazione può valutare numericamente (e non tutti possono permettersi il costo di questi programmi).
L'argomento è molto interessante. Vi terrò informati
 
Top
Gennio
view post Posted on 16/7/2004, 11:20




bella notizia, Archangel

se c'è ancora margine di miglioramento nelle tecnologie per la produzione di bioetanolo sarà certamente competitivo visto che già oggi siamo molto vicini ai costi del gasolio.

In California c'è una società che commercializza il diesel con il 7,7% di bioetanolo, (mai sentito prima) non è una percentuale particolarmente alta ma per cominciare sarebbe già un ottimo passo, sostengono che la maggiore ossigenazione del carburante permette un miglior rendimento e sopperisce al minor contenuto energetico in volume, per cui sostengono che si percorrano gli stessi km/litro del diesel tradizionale, costa 50 lire in più al litro (di gasolio alla pompa in california) e sembra che gli affari vadano bene. http://www.o2diesel.com/  

perchè pensi che per l'autotrazione sia più conveniente il biodiesel, credevo che rispetto al bioetanolo costasse di più produrlo e che avesse un più alto costo energetico, mi sbaglio?

Tornando al progetto che stai seguendo... ..aspettiamo con ansia...buon lavoro a te e ai tuoi collaboratori, vogliamo avere le anteprime di questa iniziativa

complimenti e saluti

Enn;o)
 
Top
16 replies since 11/12/2002, 04:05   356 views
  Share