Salve a tutte, signorine devote all'illustre Federico Moccia.
Sono qui solo di passaggio, venito semplicemente per esprimere il mio modestissimo e riverentissimo parere sul libro "Tre metri sopra il cielo" che comprai all'epoca della sua uscita (fortunatamente, ora sono cresciuto).
Ora, io posso capire che dissentirete dal mio parere, visto che qui siete tutte fan di questo 'scrittore', ma non vedo la necessità di bannarmi; direi piuttosto che sarebbe costruttivo instaurare una specie di dialogo fra le parti.
Dunque, esprimerò il mio parere.
Innanzitutto, già leggendo la prima pagina, notai uno stile di scrittura osceno. L'utilizzo del tempo presente in primis, il che ha a rovinare praticamente tutta la storia di un libro, che di norma, per dare un effetto quantomeno gradevole, dovrebbe essere rigorosamente al passato remoto (ricordiamo che anche l'autore dei Piccoli Brividi sapeva scrivere al passato remoto, tanto per farvi capire quanto è semplice).
Pur non ricordando nei dettagli la prima frase, ricordo l'oscenità con cui esordiva il libro – e faccio presente che io sono aperto a qualsiasi tipo d'espressione di sessualità, purché sia trattenuta nei limiti dell'eleganza e del buon gusto –, oscenità giustificata da molti con un semplice: "Eh, ma Moccia si avvicina al gergo giovanile". Bella roba, trasmettiamo l'ignoranza ai giovincelli, che faticano a interporre addirittura gli apostrofi in frasi di senso quasi-compiuto! XD
La storia narrata è di livello infimo, senza nessuna offesa, ma è veramente scadente. La classica storia pseudo-romanzata fra adolescenti (e daje, non ne possiamo più di questi adolescenti! XD) che ci esce dalle orecchie. Priva di qualsiasi tipo di spessore, una storia che promuove atti stupidi come il drogarsi e l'alcolizzarsi, trattata dalla prospettiva di ragazzini idioti che della vita non sanno nulla. E, anziché insegnare come vivere a questi ragazzini, Moccia li catapulta direttamente in un mondo che, se prima se l'era inventato, ora è tristemente riuscito a ricrearlo. Quanti ragazzini imitano le "eroiche gesta" dei protagonisti dei libri di Moccia? Una moltitudine.
Semplicemente triste, deludente e vergognoso. Con l'Illuminismo si tendeva a far progredire la società: fior di scrittori e filosofi ci hanno regalato trattati, racconti, enciclopedie, temi interessanti su cosa sia la vita. Adesso arrivano questi scrittori da quattro soldi a infrangere il lavoro di un secolo, il secolo dei Lumi, che ci ha dato grandi eredi quali scrittori del calibro di Sebastiano Vassalli, Umberto Eco, Luigi Pirandello, Thomas Mann, James Joyce, Italo Svevo. Potrei elencarne a decine.
Ora vediamo autori che scrivono libri e che faticano a farseli pubblicare, quando gente dello spettacolo si offre con un libretto del cavolo ad una casa editrice e ha la pubblicazione assicurata. Che vergogna. L'Italia, la patria di Galilei, di Manzoni, di Dante, del professor Eco, dell'astrofisica Margherita Hack, del grande Vassalli, del Verga, rovinata dall'anonimato di scrittori come... Federico Moccia.
Per carità, sarà genuino e semplice, come volete voi. Però mettetelo con la semplicità di Eugenio Montale, che comunque nelle sue poesie usava temi molto semplici e diretti.
L'Italia sta diventando davvero uno schifo. La cultura infangata dalle storielle di adolescenti. Non sappiamo più che farcene di questi adolescenti svogliati che vengono segati a scuola perché pensano alla fidanzatina o al fidanzatino; non ne possiamo più di ragazzini che non fanno altro che crearsi problemi e incolpare i genitori, non ne possiamo più di questi disgustosi incidenti del sabato sera!
Datevi una svegliata: il mondo non è fatto di programmi della de Filippi e di libri di Moccia!
In attesa di una risposta,
saluti.
