Eluana morra', ma non sara' lei a volerlo

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  1. schmit
     
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    Eluana è una ragazza che all'epoca dell'incidente aveva 21 anni.
    A quella eta' aveva assistito ad un incidente successo ad un caro amico che(cose strane della vita) dopo circa un anno con le stesse modalita' capita a lei)
    Al tempo dell'incidente al suo amico era rimasta molto scossa e come si è soliti dire in frangenti del genere, si espresse:" se capitasse a me preferirei morire che ridurmi cosi')" cose che si dicono nell'impeto delle proprie emozioni. Quindi non un testamento biologico scritto di suo pugno e analizzato nel momento che uno vive l'esperienza.
    Eluana da poco piu' di 17 anni vive in uno stato che i medici dicono:"vegetativo".
    Le sue funzioni sono regolari, non ha nessuna malattia fisica e viene alimentata artificialmente, l'unica possibilita' di vita è questa "terapia".
    Secondo le suore che da anni l'assistono, essa con gli occhi dimostra gioia e dolore,ad esempio quando entra nella sua stanza una particolare suora che, forse, a parer suo, l'assiste con una particolare amorevolezza.
    Quindi ella VIVE, la sua unica impossibilita' è di comunicare con l'esterno avendo avuto, in seguito all'incidente, colpita la corteccia cerebrale.
    I familiari da 17 anni sostengono di volere che vengano esaudite le sue volonta' verbali espresse all'epoca dell'incidente dell'amico.
    Si puo' questo chiamarlo testamento biologico? Si puo' eticamente parlando, procurare la morte con il non dare piu' nutrimento al corpo? Siamo autorizzati a procurare dolore che immancabilmente avverrebbe non nutrendo piu il corpo?
    Chi puo' dire con certezza che Eluana si trova in uno stato "vegetativo" e chi puo' essere certo che in quello stato lo spirito non avverta cio' che lo circonda? Una pianta, è stato scientificamente provato, che avverte dolore e gioia e paura, come tutti gli esseri viventi e che queste emozioni sono staccate dal corpo. Ho sempre presente il racconto di una mia amica, il cui marito era entrato in coma e al risveglio le disse che si dannava per non poter comunicare le sue emozioni quando lei assistendolo gli diceva:"se hai capito muovi un dito per farmi capire, e lui credeva di farlo ma il dito era immobile e aveva una gran paura che lo ritenessero morto...
    Cosa voglio dire con questo: nessun uomo ha il diritto di provocare la morte di un altro uomo.
    Quindi Luana DEVE vivere.
    Non voglio analizzare quello che potrebbe succedere nella coscienza individuale se venisse a mancare il rispetto verso la VITA.
     
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  2. lucaluca123
     
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    Premettendo che siamo in democrazia e quindi è legittimo pensarla diversamente... gradisco dire qui su invito di Letizia perchè da cristiano credente la penso all'opposto di altri credenti, gerarchie Vaticane incluse.

    Io non capisco se chi si oppone a quanto deciso dalla Cassazione in questi giorni capisce che opponendosi, automaticamente dà anche un giudizio morale netto sui genitori di Eluana.

    Il mio giudizio morale verso i suoi genitori è totalmente positivo. Non penso che nessun genitore voglia la morte dei propri figli, meno che mai suo padre che ho sempre sentito parlare come una persona piena di grande dignità umana e di amore autentico verso sua figlia.

    Secondo chi si oppone invece si direbbe quasi che il padre 'manda a morte' la figlia. Francamente mi pare una tesi 'incredibile'. E mi pare irreale che coloro che si oppongono non provino a mettersi nei panni del suo genitore che non credo sia parente del dottor Mengele o persone simili...E' una persona che trovo assai più simile a San Francesco per intendersi. Che crede quindi alla natura e non alla vita artificiale.

    Altra cosa che da credente non capisco è perchè si voglia continuare a tenere in questo limbo, a metà tra il corpo e l'aldilà, una anima che in paradiso tornerebbe finalmente a vivere e comunicare in modo pieno.

    Realmente non capisco come possa un credente alla vita dopo la morte opporsi ad un risveglio a miglior vita in una condizione del genere. Lo trovo paradossale l'atteggiamento di una parte della comunità cristiana in questo caso specifico. O si crede davvero all'aldilà o non ci si crede.

    Se ci si crede davvero, che senso ha continuare a tenere qui, prigioniera di un corpo ormai cerebralmente morto, una anima che continuerà a vivere in dio in eterno? Non mi pare un gesto 'cristiano', per come io intendo la realtà di Dio, far protrarre questo limbo inutile a tempo indefinito.

    Questa è per me è 'di fatto' una variante di accanimento terapeutico ormai. L'eutanasia è per me una cosa totalmente diversa, e volerla definire 'passiva' solo per negare che è una variante dell'accanimento terapeutico mi pare solo un voler imporsi sia sulla sofferenza della sua famiglia, sia sulla situazione irrecuperabile di ritorno alla vita dichiarata dai medici.

    Trovo quindi dialetticamente sleale voler far accreditare la tesi che 'i buoni credenti' vogliono la sua vita vegetativa a tempo indefinito perchè "Dio lo vuole".

    Dio secondo me vuole ALTRO: dignità e pienezza della vita. Non ci ha creato per farci vivere intubati e privi di contatto col mondo come purtroppo vive Eluana da 17 anni.
    Non ha mai parlato di vita vegetativa nella Bibbia e chi legge, prima di dire l'eresia che non poteva perchè 2000 anni fa erano tutti primitivi si ricordi che Dio non parla da primitivo perchè nella Bibbia lancia un messaggio destinato anche all'ultimo futuro tecnologico dell'uomo.

    Io ho davvero grande stima dei suoi familiari, e penso che addirittura grande stima ne abbia pure Dio di loro, che sicuramente le vogliono più bene di ogni altro essere umano vivente, incluso i 'difensori' della sua condizione di vita 'vegetale', che si stanno opponendo alla volontà di un padre che semplicemente vuole sua figlia in Paradiso.
     
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  3. schmit
     
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    Cade l'ultimo ostacolo per l'interruzione delle cure alla Englaro, da 17 anni in coma irreversibile
    "Inammissibile" il ricorso della Procura. La sentenza immediatamente applicabile
    Cassazione, stop all'alimentazione
    Il padre di Eluana: "E' uno stato di diritto"

    Eluana Englaro

    IL FOTORACCONTO
    ROMA - I giudici hanno accolto la richiesta del padre di Eluana Englaro: sua figlia potrà morire. La Cassazione ha autorizzato i medici a sospendere l'alimentazione alla donna in coma da 17 anni. "Viviamo in uno stato di diritto", ha commentato a caldo la sentenza Beppino Englaro, il padre della donna ricoverata nella casa di cura Beato Talamoni a Lecco.

    Con una sentenza che ha suscitato commenti discordanti e, una volta ancora, ha spaccato l'Italia in due, diventa definitivo il decreto della Corte di Appello di Milano che, già nel luglio scorso, aveva autorizzato la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale ad Eluana. Il ricorso presentato dalla Procura contro la sentenza di Milano è stato giudicato "inammissibile, per difetto di legittimazione all'impugnazione".

    Dopo aver ricostruito la volontà di Eluana grazie a numerose testimonianze e aver stabilito che il coma è irreversibile, l'autorizzazione a sospendere l'alimentazione da parte dei giudici di Milano torna quindi valido. Immediatamente e senza la possibilità di altri ricorsi.

    Eluana, che ha compiuto 38 anni, lascerà presto le suore che l'accudiscono dal 7 aprile del 1994 in una casa di cura privata a Lucca e sarà trasportata in una clinica per le ultime ore di vita. Accanto avrà un medico e, come sempre, suo padre.

    Quando nell'estate scorsa, dopo una lunghissima battaglia giudiziaria e nove pronunciamenti legali, i giudici di Milano si pronunciarono per la sospensione dell'alimentazione, il padre e il curatore speciale di Eluana dissero che un hospice di Lecco era disposto ad accogliere la donna per i suoi ultimi giorni, ma il presidente della Lombardia si oppose "vietando" il terriorio della regione.

    Alla luce della nuova sentenza della Cassazione, il sottosegretario al Welfare con delega ai temi etici Eugenia Roccella precisa che "non ci può essere un veto da parte delle strutture pubbliche", ma la famiglia di Eluana e Carlo Alberto Defanti, il neurologo che cura da anni la donna, hanno già trovato un'altra struttura idonea, forse a Udine, città natale del padre di Eluana.

    (13 novembre 2008) da La Repubblica

    commento
    sia fatta la volonta' degli uomini! ma quella di Dio risparmimocela noi non siamo Dio e volerlo essere è blasfemo|||


    e non diciamo nemmeno che è la volonta' di Eluana perche' NON LO E'!!!

    Lo Spirito Divino soffia su tutti: animali piante e cose. Tutto VIVE e non alla maniera di come ne siamo convinti noi.
    Un Vegetale VIVE e non sappiamo se vive meglio lui di noi. Io ho sempre pensato che sia piu' idone alla Vita una pianta che un uomo, un animale che l'animale uomo.L'uomo è capace di fare cose abominevoli quello che la natura non fa se non c'è l'intervento dell'uomo che la distrugge.
    Nei meandri del pensiero umano si annidano le piu' grosse oscenita' come le piu' grandi bellezze.
    Ma di una cosa siamo certi che una pianta amata si rigenera anche da un tronco...


    Non è dato dall'uomo decidere quando un essere debba morire e non alimentandolo un essere muore.

    Io sono contraria pure alle iniezioni letali per gli animali! Ne ho sentiti piu' di uno dire:"per non farli soffrire..." o per non soffrire piu' loro?
     
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  4. schmit
     
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    Ci si è appellati alla "liberta' o spirito "libero" di Eluana...cosa poteva capire di"liberta'" Eluana a 21 anni? quale esperienza poteva aver avuta della Vita? Il senso della" Liberta'" si acquisisce con l'esperienza, non si puo' dire "Libero" un uomo solo perche' è convinto di una cosa a 21 anni e, a volte, nemmeno dopo lunga esperienza.
    La "Liberta'" non è quella di poter fare cio' che si vuole, ma quella che si acquisisce rispettando le regole Universali che sono soprattutto il rispetto della Vita, anche se questo ha un prezzo molto alto da pagare.
    Con questo principio di Liberta' intesa come espletazione del proprio egoismo, si dovrebbero uccidere tutti coloro che ci impediscono di soddisfarre i nostri desideri egoistici. Genitori anziani e malati, figli bisognosi delle nostre cure, gente sofferente che ci disturba attorno a noi,popoli che muoiono di fame, ospedali con malati terminali le cui cure nei nosocomi sono a nostro carico etc etc. Con lo stesso concetto dovremmo farli morire tutti...
    Credetemi...non è questa la "Liberta'" La Liberta' e coscienza di se' e del mondo, è saper accettare con amore tutto...è avere rispetto delle bellezze e delle bruture della Vita, perche' entrambe create non a caso.
     
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  5. D'Atene
     
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    Sia chiaro, ho molto rispetto per i genitori di Eluana ma per fatto istintivo e naturale i genitori hanno sempre grande sofferenza per un figlio che se ne va e so di persone che dicono:avrei preferito averlo in carrozzella per tutta la vita piuttosto di provare il dolore che ho provato a distaccarmene.
    Ora mi perdonino coloro che leggono, ma io negli occhi del Padre ho visto solo freddezza.
    Proprio oggi le suore che assistono da 17 anni Eluana hanno detto: speriamo ancora che qualcosa possa cambiare. Lasciatela a noi che siamo certe che ella viva, lo leggiamo nei suoi occhi. Lasciatecela e non vi chiederemo nulla in cambio. Siamo molto attaccate a lei e lei lo è con noi. Di questo ne siamo certe.
     
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  6. kislestreap23
     
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    la mia idea io l'ho espressa in tag e non la ritraggo.
    Questo mi sembra un assassinio!!!
     
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  7. schmit
     
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    Il padre di Eluana contatta Udine
    «Nessuno più mi fermerà»
    Presto il trasferimento in ambulanza da Lecco. «Siamo in uno Stato di diritto, ora basta questo inferno»

    da Il Corriere della Sera

    commento

    sento pieta' per questo uomo che non sa quello che fa...speriamo che Dio abbia misericordia di lui...
     
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  8. schmit
     
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    leggete qui

    http://ilfoglio.forumcommunity.net/?t=2163...stpost#lastpost

    15/11/2008 (7:22) - DIRITTO A MORIRE - L'INCHIESTA
    Tutte le Eluana d'Italia

    Daniela Gozzano è entrata in coma nell’agosto del 2005 dopo un’emorragia cerebrale. Suo marito, Luigi, ha fondato l’associazione amicididaniela.it per aiutare i malati come lei e i loro parenti. Daniela ha «chiesto» di farla finita quattro o cinque volte, ma poi ha cambiato idea



    Duemila persone nello stesso stato
    della ragazza lombarda. Quante di
    loro sceglieranno di staccare la spina?
    M. CORBI, G. GALEAZZI
    ROMA
    Duemila casi «Eluana» in Italia, secondo la Chiesa, preoccupata che la sentenza della Cassazione produca un effetto a cascata in tutto il Paese. Duemila storie che ci raccontano la sofferenza, la vita-non vita dello stato neurovegetativo, il dolore di chi ama quelle persone intrappolate nei corpi, da anni silenziose, immobili.

    E il dibattito sulla sorte di Eluana entra in queste stanze, abbraccia i malati e i loro parenti, costringendoli a schierarsi, per chiedere il diritto di morire dolcemente, o che venga rispettato quel respiro che ancora li unisce alla vita e agli affetti. Un dibattito che attenua le divisioni tra cattolici e laici. «Il diritto a morire e far morire, le cure a ogni costo, si intrecciano ai dati che dicono anche (Istituto dei Tumori di Milano) che di 40mila malati terminali, solo 4 vogliono farla finita». Gloria Valenti è la madre di Simone, 18 anni, da tre in un letto per un arresto cardiaco, il suo scopo adesso è stargli accanto e mandare avanti l’associazione «Amicisimone» che si batte perché una famiglia possa essere messa nelle condizioni di tenere un malato in questo stato a casa. «Io non giudico», dice, «ma non farei mai la scelta del papà di Eluana. E lo dico da laica. Perché nel mondo laico, c’è un gruppo robusto, sostenuto, che la pensa come noi. La speranza? Non si perde anche se razionalmente non esiste».

    Dialoghi con gli occhi
    Bruno Tescari, dell’associazione Luca Coscioni, bloccato in una sedia rotelle, la pensa diversamente: «chi mi conosce sa che vorrei che mi venisse staccata la spina. Penso alla vita, ma anche alla qualità della vita». Anche Severino Mingroni, classe 1956, loocked-in (bloccato nel suo corpo ma cosciente) dal 1995 per una trombosi ha consegnato al testamento biologico il desiderio: «Come Eluana proprio non vorrei “vivere”, o, meglio, vegetare».

    Dibattito faticoso, doloroso, in cui i percorsi personali si intrecciano a quelli scientifici. «Ma io vorrei dire a tanti medici di confrontarsi con le famiglie e non solo con politici, teologi, filosofi», dice Luigi Ferraro, marito di Daniela, da cinque anni bloccata nel suo corpo (sindrome di locked-in) e presidente dell’associazione «amicididaniela.it». «Penso a ieri sera a “Porta a Porta” dove si è cantato un inno alla morte e non alla vita». La storia di Daniela inizia cinque anni fa quando a 39 anni una emorragia cerebrale la fa entrare in coma. Cinque mesi dopo è Luigi che si accorge che in quel corpo immobile c’è vita. «Ho chiesto a mia moglie di aprire gli occhi quando sentiva una lettera dell’alfabeto per comporre una frase. E infatti mi ha detto: “perché ho sempre così tanto sonno?”. I dottori non volevano credermi e continuavano a dire che era in uno stato vegetativo persistente, che io ero un illuso. In questi anni quattro cinque volte mi ha chiesto di farla finita, ma poi ha cambiato idea. Per questo dico che certe cose dipende anche dal momento in cui si dicono. E oggi il dubbio più atroce è se in qualche ospedale ci sono locked-in scambiati per stati vegetativi persistenti».

    A Budrio, in provincia di Bologna, Mario è in stato vegetativo da 12 anni in seguito a una gravissima malattia vascolare, ma la moglie che lo assiste non intende «staccare la spina». A Tricarico, in provincia di Lecce, Emanuela Lia, è nella stessa condizione di Eluana da 16 anni e anche lei come la Englaro, prima dell’incidente automobilistico, aveva detto ai suoi di non voler essere tenuta in vita artificialmente se le fosse accaduto qualcosa. Adesso però il padre Cesare non vuole interrompere i trattamenti e le sta accanto giorno e notte come «testimonianza d’amore». A Treviso, invece, Maria Ravasin vorrebbe che suo figlio Paolo, da 10 anni malato di Sla, potesse «porre fine al suo calvario». Sara D. è siciliana, ha 25 anni, è in stato vegetativo da due anni e mezzo; suo padre si batte da allora perché in Sicilia ci siano condizioni di assistenza migliori, ed è solidale con il padre di Eluana: «Mia figlia ed Eluana sono doppiamente sfortunate perché oltre ad avere le loro giovani vite spezzate, non hanno potuto rifiutare l’uso della “tecnologia avanzata” delle sale di rianimazione per chiedere di morire secondo natura».

    Di anni di coma Cristina Magrini, bolognese di Porretta, ne ha già fatti 18 a causa di un incidente. Durante questi anni di lungo «sonno» sua madre è morta e il padre che la assiste non ha intenzione di porre fine alla sua vita artificiale ed è preoccupato di quando lui non ci sarà più. Per questo ha creato un gruppo di volontari che possano garantirle assistenza. Niente accanimento terapeutico, e volontà di staccare la spina, nei casi di Davide, colpito a Brescia da un virus letale e di Roberto di Sarzana, vicino La Spezia, bloccato da un micidiale infortunio. Da 12 anni è in stato vegetativo a Forlì, Giovanna, però a sua madre Letizia danno speranza gli impercettibili segni di miglioramento, come quando oltre al tubicino per gli alimenti nello stomaco, riesce a darle il gelato per bocca. Istanti di gioia che vincono la disperazione e aiutano ad andare avanti.


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    "Questa sentenza è una vergogna"

    da La Stampa
     
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  9. lucian le stelle
     
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    Chiedo ospitalita' a questo forum perché, mi pare, il posto più obiettivo per parlare di certe cose.
    La storia di Eluana è ben conosciuta quindi non la sto a riassumere.
    Leggo sul web,non dico in quale forum l'ho letto perche' non desidero si apra una polemica, mi interessa solo dire spassionatamente il mio pensiero in proposito e so con certezza che qui verrà rispettato:

    Chi scrive parla del padre di Eluana:
    CITAZIONE
    è un uomo che ha dato un senso alla condanna "divina" dell'agonia ultradecennale di sua figlia proprio combattendo per quello che lui ritiene fondamentale e giusto e la visibilità fa parte di questa sua lotta.

    Innanzi tutto D-o NON CONDANNA NESSUNO e a maggior ragione su questa terra. Questi ATEI farebbero bene, prima di parlare di cose che non sanno, prendere le Sacre Scritture e informarsi.
    Ve lo immaginate possibile un D-o AMORE che condanna una sua creatura ad una agonia ultradecennale...

    Questo padre lotta, non per la vita,ma per la morte della figlia da 17 anni...cose da far rabbrividire il diavolo in persona...
    La scusa? esaudire il desiderio della figlia 21enne che avendo assistito ad un incidente di un amico entrato in coma, si è espressa sull'onda dell'emozione in questo modo:"piuttosto che ridurmi così meglio la morte."
    Quante volte lo abbiamo detto anche noi alla vista di una persona sofferente?
    dietro l'impeto delle emozioni, si dicono tante cose, ma da li a prenderle come testamento biologico c'è una bella dfferenza!.
    Il padre questo lo chiama:"testamento biologico" e i giudici gli hanno dato ragione.
    Vi sembra un testamento biologico una cosa detta a voce sull'onda di una emozione?
    Un Padre che trova il tempo di lottare, lui dice: per far rispettare il desiderio di sua figlia... e non trova il tempo per far sentire il suo Amore alla figlia assistendola, preferendo affidarla alle cure di altri, che indubbiamente saranno piu' specializzate a prestare cure, ma sempre estranei sono.
    Certo, accudita senz'altro meglio, di uno che va sbattendo a destra e manca per farla morire.
    Ma me lo vorreste dire voi dove intravedete un briciolo di umanità in questo uomo? mi volete dire se possiede un briciolo di pietas, per i più deboli, gli indifesi, i malati ,i bisognosi di cure e di Amore?
    Si tratta della figlia... ve lo immaginate quale Amore avrebbe verso un estraneo?
    L'ho visto in una intervista a porta a porta, freddo, come se parlasse di qualcosa che non lo riguardava emotivamente, deciso nella sua idea ormai, a parer mio ,paranoica di vincere Lui la partita, dopo anni di lotte, non per la vita della figlia, ma per la morte. Proprio in questi giorni, come un segnale Divino agli uomini, è tornata ad avere il ciclo mestruale e noi sappiamo che questo ciclo è legato alla vita, alla procreazione.
    Le suore sostengono che gli occhi di Eluana esprimano gioia e dolore. Non soffre, perché le uniche cure che gli vengono somministrate sono il nutrimento artificiale:bere e mangiare.
    Avete idea di cosa significherebbe non darle più nutrimento? Avete idea che morte farebbe? Avete idea il tormento del suo spirito? perché una persona in coma non perde il suo spirito, perde solo la possibilità di comunicare agli altri ciò che sente, infatti in seguito all'incidente è stata colpita la corteccia cerebrale preposta alla comunicazione.
    Centinaia di persone uscite dal coma hanno denunciato che sentivano tutto, erano solo impossibilitate a comunicarlo.
    Per ultimo:
    cosa vuol dire :" stato vegetativo" forse una pianta non ha reazioni al freddo, al caldo, alla sete, all'Amore di chi la accudisce? Una pianta VIVE come tutti gli esseri viventi. Non a caso si chiamano:"viventi".
    Quindi, per me, questo è assassinio! e questa sbandierata è cultura di morte non di vita!

    Edited by lucian le stelle - 16/11/2008, 00:54
     
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  10. schmit
     
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    Grazie Lucian le Stelle :)
     
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  11. schmit
     
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    Ruini: "Eluana, decisione sbagliata"

    Camillo Ruini è nato a Sassuolo il 19 febbraio del 1931
    + L'avvocato della famiglia Englaro: "Le Regioni non possono bloccarci: non vale l'obiezione di coscienza



    Il cardinale: «L'uomo non è oggetto»
    ROMA
    Il cardinale Camillo Ruini non si aspettava in Italia «un nuovo caso Terry Schiavo»: la pronuncia della Cassazione che di fatto autorizza a staccare il sondino a Eluana Englaro, ha affermato, è «una decisione tragicamente sbagliata, alla base della quale c’è un grande equivoco: guardare all’Eluana di oggi come se fosse quella di ieri, invece alla luce di quel che è oggi, Eluana ha esigenze molto modeste, ha bisogno di un pò di cibo e di un pò di acqua».

    Camillo Ruini lo ha sostenuto intervenendo alla trasmissione "A Sua Immagine" in onda su Rai Uno. L’ex presidente della Cei e oggi presidente del Comitato per il progetto culturale della Chiesa Italiana, ha espresso preoccupazione «certamente per la sorte concreta di Eluana ma potenzialmente anche per chi è nelle stesse condizioni». «C’è il rischio - ha aggiunto - che decisioni come questa spingano verso una concezione dell’uomo considerato come un oggetto». Ruini ha anche confidato di aver appreso della decisione su Eluana, «con grande tristezza e un certo smarrimanto. Non pensavo - ha spiegato - che si potesse ripetere in Italia un caso come quello di Terry Schiavo. I mie sentimenti - ha rivelato - ricalcano quelli delle suore che l’hanno accudita e che oggi chiedono: "la lascino a noi che la sentiamo viva". Sentono e capiscono che lei è viva».

    commento
    Giusto! L'Uomo non è oggetto
     
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  12. lucian le stelle
     
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    purtroppo, cara Letizia, oggi, sempre più l'uomo è considerato oggetto...siamo in un mondo i cui uomini non sono considerati tutti uguali e...la morte sembrerebbe essere il minore di tutti i mali...
     
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  13. Schou
     
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    Scusami ma questo lo ritengo un luogo comune. C'é tanta gente, piu' di quanta appaia veicolata dai mass- media, che rispetta la vita umana. Questa è la speranza che un giorno le fila si ingrossino,
    ed è ciò che ci tiene vivi.
     
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  14. D'Atene
     
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    la dimostrazione sono le suore che assistono Luana che si impegnerebbero a continuare ad occuparsene loro senza avere niente in cambio. L'Amore fa miracoli!
     
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  15. scleva
     
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    Io premetto che non ho letto tutto.

    Ma se esiste testimonianza attendibile che riporta la Volontà di Eluana di morire se si fosse trovata in quella situazione, questo è un fatto.

    Circa i metodi per " sopprimere" Eluana, resto disgustata dall'idea di farla morire di fame e di sete.

    Lo trovo assolutamente immorale per una società che si autodefinisce civile.

    Ci vorranno 10 gg e forse piu' prima che l'organismo cessi di funzionare.

    La religione dovrebbe stare fuori da questi discorsi, a mio parere, perchè essa è per la vita ad ogni costo anche quando palesemente non è vita.
     
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14 replies since 14/11/2008, 13:57   229 views
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