Esplorare lo Spazio

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  1. Schou
     
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    NEWS
    1/10/2008 - FISICA

    E' l'ora dei "Sette cavalieri"




    Il maxi-programma dell'Europa è ambizioso: svelare gli interrogativi sull'Universo. Una rete di telescopi, rivelatori e antenne indagherà neutrini, raggi cosmici e materia oscura


    ANTONELLA DEL ROSSO

    C’era una volta Leonardo che da solo riuniva gran parte della conoscenza scientifica del suo tempo. Da allora i saperi si sono talmente ampliati che oggi si fa fatica a seguire tutte le specializzazioni che un ingegnere, un chimico o un fisico possono ottenere sia negli studi sia nella professione. La fisica delle astroparticelle è un segnale in controtendenza, perché nasce dall’intersezione di cosmologia, fisica delle particelle e astrofisica. La Natura, ovviamente, non fa tali distinzioni, ma gli scienziati, per studiare fenomeni diversi che avvengono ad energie, scale e condizioni diverse, utilizza strumenti sempre più specifici e ottimizzati per lo scopo particolare al quale si dedicano.
    E così, per esempio, la fisica delle particelle utilizza potenti acceleratori, mentre la cosmologia invia satelliti nello spazio e l’astrofisica costruisce osservatori ultrasensibili. La fisica delle astroparticelle si colloca nella zona di intersezione tra queste discipline e nasce da una forte comunità di intenti per risolvere alcuni dei misteri fondamentali della scienza.
    Di che cosa è fatto il 95% dell’Universo? Qual è il ruolo dei neutrini nell’evoluzione del cosmo e che cosa possono rivelarci dell’interno del Sole e della Terra? Che origine hanno i raggi cosmici che ci colpiscono ad altissima energia? Qual è la natura profonda della gravità e il ruolo nei processi cosmici più violenti? Sono domande a cui la cosmologia, l’astrofisica e la fisica delle particelle possono contribuire a rispondere, ciascuna con i propri metodi e strumenti.

    Il Cern di Ginevra
    Un esempio per tutti. Prendete i rivelatori di particelle del Cern di Ginevra, chiedete loro di scoprire le pesantissime, ma ad oggi invisibili particelle supersimmetriche, e poi domandate a un esperimento, l’Ams, installato sulla stazione spaziale, di confermarvi che le stesse particelle si ritrovano anche nel cosmo. Avrete risolto l’enigma della materia oscura: più del 20% dell’Universo, la cui esistenza è provata da complicatissimi calcoli e teorie, ma che al momento resta invisibile anche agli strumenti più sofisticati. La novità è che ora un gruppo di scienziati, selezionati tra i rappresentanti degli istituti nazionali che finanziano gli esperimenti, coordinerà gli sforzi sulla base di un documento presentato a Bruxelles l’altro ieri. Il gruppo di coordinamento si chiama «ApPEC» (dall’acronimo inglese: Astroparticle Physics European Coordination) e rappresenta 17 istituti di 14 Paesi europei. Nel 2006 la Commissione Europea aveva accettato di finanziare il progetto «Aspera», che ha permesso ad «ApPEC» di migliorare i rapporti tra i vari istituti, creare le basi legali per costruire future collaborazioni internazionali e, soprattutto, elaborare la lista dei programmi scientifici su cui si concentreranno gli sforzi finanziari.
    Molti istituti di ricerca europei partecipano ad «Aspera» e ad «ApPEC». L’Italia è in prima linea, soprattutto grazie ai Laboratori del Gran Sasso (Lngs) e all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn). Installati a 1400 metri sotto la montagna, gli esperimenti dei Lngs studiano le particelle che arrivano dal cosmo, filtrate dall'atmosfera e dalla roccia che sovrasta le gallerie sperimentali. Tra gli altri, ospitano gli esperimenti «Opera», che studia i neutrini inviati dal Cern, e «Dama», che investiga la materia oscura.

    Una struttura da 1 km
    Il documento di «ApPEC» va oltre e propone «Sette magnifici progetti», che rappresenteranno il futuro della fisica delle astroparticelle. Prevedono la costruzione di una fitta rete di telescopi per la rilevazione di raggi cosmici ad alta energia; un gigantesco (è lungo, largo e alto un chilometro!) rivelatore di neutrini da istallare nelle profondità del Mediterraneo; un’antenna gravitazionale di terza generazione; nuovi dispositivi per l’individuazione diretta di particelle di materia oscura; rivelatori per studiare la natura profonda del protone e altri per studiare i raggi cosmici carichi; ancora più pesanti sistemi per svelare la natura profonda dei neutrini.
    Ciascuno di questi progetti può costare 800 milioni di euro. La cooperazione tra Paesi e istituti è quindi l’unico modo per realizzarli, perché evita la duplicazione degli investimenti e riduce il rischio di fallimento scientifico ed economico. Fortunatamente, nel passato, i Paesi europei hanno dato prova che, quando si uniscono in un intento comune, il risultato è di sicuro successo.

    Lo sapevi che?
    L'ITALIA IN PRIMA LINEA
    I partecipanti
    Nonostante lo studio delle particelle cosmiche sia iniziato nel 1911, il gruppo di coordinazione per la fisica delle astro-particelle, «ApPEC», è stato fondato solo molto recentemente, nel 2001. Agli iniziali sei istituti se ne sono aggiunti altri sette, che in totale coprono 10 diversi Paesi in Europa. L'Italia è stata rappresentata fin dall'inizio dall'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare.
    L’iniziativa
    Nel giugno 2006, grazie a un contributo europeo di due milioni e mezzo di euro distribuito su tre anni, «ApPEC» ha lanciato il programma Aspera: il risultato più evidente è stato quello di portare all’attenzione della comunità scientifica e del pubblico in generale gli scopi e i metodi della fisica delle astroparticelle. In seguito al successo di Aspera, la Commissione Europea ha quindi deciso di finanziare il seguito, battezzandolo Aspera 2.
    Due test-chiave
    Due esperimenti, tra quelli identificati da Aspera e «ApPEC» come i «Magnifici 7», vale a dire «CTA» e «KM3NET», sono stati integrati anche nel documento riassuntivo pubblicato dall’Unione europea e preparato dal gruppo di lavoro «Esfri» (Forum per la Strategia Europea sulle Infrastrutture di Ricerca).
    Le informazioni http://www.aspera-eu.org/.

     
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  2. Schou
     
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    Osservatorio Astronomico di Padova e Asiago
    L'Osservatorio Astronomico di Padova è uno degli osservatori della rete nazionale degli Istituti Nazionali di Astrofisica e Fisica dello Spazio (INAFS; http://ophelia.pd.astro.it/astronet/), ed è quindi principalmente un istituto di ricerca, che svolge però un'intensa attività divulgativa. Ha due sedi: quella storica, di Padova, e quella attuale, ad Asiago. Presso la sede storica è il Museo della Specola (vedi scheda). Ad Asiago è stato attivato il Centro per la Diffusione dell'Astronomia Stazione Pennar, una sala multimediale dove vengono proposti giornalmente incontri per il pubblico generico, conferenze per insegnanti e studenti, corsi di aggiornamento e osservazioni guidate del cielo. Per preonatazioni e informazioni sul centro di Asiago: http://www.pd.astro.it/visitasiago; [email protected] (dott.ssa Lina Tomasella).

    Organizzazione Proprietà pubblica
    Tipo Osservatori astronomici
    Indirizzo Vicolo dell'Osservatorio 5 CAP 35122
    Città Padova
    Provincia Padova
    Regione Veneto
    Stato Italia
    Telefono 049 8293411 (sede di Padova); 0424 600034 (Centro di Asiago)
    Fax 049 8759840 (sede di Padova)
    Orari I visitatori singoli (minimo 6 ) possono entrare solo il sabato e la domenica alle 16.00.I gruppi e le classi devono prenotarsi(consultare il sito).
    Costo Per il Museo della Specola Euro 7 intero e Euro 5 ridotto.
    URL http://www.pd.astro.it
    E-mail [email protected]
    Note Una sezione del sito dell'Osservatorio (http://www.pd.astro.it/stelle) è interamente dedicata alla divulgazione dell'astronomia e dell'astrofisica, con informazioni di attualità, planetario virtuale. Per la cura con cui è gestito e progettato, si tratta senz'altro di uno dei migliori siti divulgativi italiani.

     
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  3. schmit
     
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    IL CIELO
    13/10/2008

    Spediti 500 messaggi per E.T.
    tra 40 anni la risposta





    Il 9 ottobre un radiotelescopio che si trova in Ucraina (foto) ha spedito 501 foto, disegni e messaggi verso Gliese 581C, pianeta scoperto qualche anno fa intorno a una stella che si trova a 20 anni luce da noi.

    Da alcuni indizi gli astronomi hanno potuto supporre che questo pianeta potrebbe ospitare forme di vita eventualmente intelligenti. Gli ottimisti sperano quindi in una risposta, checomunque non potrà arrivare prima del 2049 considerando la velocità finita della luce. I messaggi, raccolti tramite una sorta di concorso intitolato "Un messaggio dalla Terra", sono stati selezionati tra quelli proposti da ben 12 milioni appassionati di esobiologia. I temi toccati vanno dell'ambiente alla politica fino a riguardare l'esperienza personale: c'è chi ha parlato, per esempio, dell'emozione del primo bacio d'amore.

    I 501 messaggi selezionati, tradotti in linguaggio binario, sono partiti da Evpatoria, una località dell'Ucraina dove opera il grande radiotelescopio RT-70 di solito utilizzato dall'agenzia spaziale di quel paese ex sovietico per seguire le orbite degli asteroidi. Dopo 4 ore i messaggi avevano già lasciato il Sistema Solare. Ora non resta che attendere.

    Un'altra notizia riguardante la ricerca di forme di vita nello spazio ci arriva dalla sonda "Venus Express" dell'ESA. lanciata nel novembre 2005. Il suo strumento Virtis, uno spettrometro per l'analisi della radiazione infrarossa ha infatti permesso di stabilire che... la Terra è un pianeta sul quale esistono forme di vita quanto meno vegetali. Benché sia facile fare dell'ironia su questo risultato scientifico, esso è importante per insegnarci a riconoscere eventuali segnali simili riguardo ai pianeti di altre stelle che ormai si stanno scoprendo sempre più frequentemente e che, grazie a satelliti come il francese Corot e la missione Kepler della Nasa, diventano sempre più simili alla Terra per massa, dimensioni e collocazione intorno al loro sole.

    Dal 2006 ad oggi, per due o tre volte al mese gli scienziati hanno puntato "Venus Express" verso la Terra e con lo spettrometro hanno potuto rilevare la presenza di ossigeno, anidride carbonica, ozono e vapore acqueo nella nostra atmosfera. Queste molecole però si trovano anche nell'atmosfera di Venere. Quindi non sono prove certe di vita. La differenza sta invece nell'osservazione della radiazione nel vicino infrarosso abbondantemente riflessa dalla vegetazione: questa è in sostanza la "firma" spettroscopica della clorofilla, la sostanza che caratterizza la vita vegetale.

    Secondo David Grinspoon (Museo di scienze naturali del Colorado, Usa) e Giuseppe Piccioni (Inaf, Roma) le 40 immagini raccolte non lasciano dubbi, e sono tanto più interessanti in quanto talvolta l'immagine ottenuta corrispondeva a un solo pixel, che è la condizione in cui si opera quando si osservano pianeti extra solari.Con la stessa tecnica sono stati individuati sulla Terra oceani e continenti.

     
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  4. D'Atene
     
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    intanto degli altri pianeti non sappiamo nulla e pare che gli extraterrestri esistano solo nel nostro immaginario...
     
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  5. Schou
     
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    India, partita la prima missione lunare
    http://www.lastampa.it/multimedia/multimed...3067&tipo=#mpos
     
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  6. D'Atene
     
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    non si conosce ancora bene il nostro pianeta e ne andiamo a cercare altri...
     
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  7. scleva
     
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    Sicuramente non siamo soli nella Galassia, questo è certo perchè tutto questo spazio sarebbe sprecato.

    Il problema è semplice invero. Viaggiare fra le stelle in tempi che non siano di qualche generazione e per mete vicine, non è umanamente possibile.
    Ottenere velocità apprezzabili ( che non sono possibili ) ci manderebbe si avanti nello spazio, ma ci farebbe irrimediabilmente naufragare nel tempo, lontanissimi dal tempo della nostra base di partenza.

    Poi c'è il problema della comtemporaneità, cioè questi esseri ci sono contemporanei?? Oppure si sono già estinti oppure sono in fase di evoluzione tecnologica.

    Per quello che sappiamo ( e non è poco ).. viaggiare fra le stelle è una mera illusione del'uomo.
     
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  8. francesco56_8
     
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    ma io non ho capito una cosa:i Tachioni esistono o non esistono?
    Il mondo subatomico è una realta', allora cosa sarebbero questi tachioni?
     
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7 replies since 1/10/2008, 11:51   164 views
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