gemelli, visto che mi riguarda da vicino

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Sè#9
TOPIC_ICON4  view post Posted on 27/9/2005, 17:25




I gemelli e la gemellarità

Col termine gemelli s'identificano, generalmente, due o più individui nati in un singolo parto. I gemelli si distinguono essenzialmente in gemelli monozigoti (o gemelli monovulari) e in gemelli dizigoti (o gemelli biovulari). Esistono anche altri tipi di gemellarità come i gemelli siamesi, i gemelli monozigoti con differente cariotipo, il feto nel feto, la sindrome del gemello scomparso, il feto papiraceo e le chimere, fortunatamente molto rari.

Gemelli monozigoti e gemelli dizigoti
I gemelli monozigoti derivano da un'unica cellula uovo fecondata da parte di un unico spermatozoo che si divide, nei primi stadi embrionali, dando origine a due organismi separati ma geneticamente identici, in possesso, di norma, gli stessi annessi embrionali. Unitamente all'identità di sesso questo era, a volte erroneamente, un criterio d'identificazione di tale tipologia di gemelli.
Il perché possano nascere i gemelli monozigoti è tuttora un enigma. La scienza non è al momento in grado di spiegare il motivo per il quale un embrione, in un dato momento del suo sviluppo, opera una divisione. Una delle ipotesi più affascinanti è quella che, riferendosi all'innato istinto di sopravvivenza, ipotizza che lo sdoppiamento avverrebbe per suddividere i rischi e aumentare le possibilità di permanenza in vita qualora si verificasse un danno di natura chimica nei primi giorni dalla fecondazione.
Nel caso dei gemelli dizigoti si ha invece la fecondazione di due diverse cellule uovo da parte di due spermatozoi.

Parti gemellari
L'incidenza dei parti gemellari bigemini (ovvero quelli con due gemelli) è di circa 1 su 80; di essi circa 1 su 4 darà origine ad una coppia di gemelli monozigoti. Sono possibili anche parti plurigemellari:
- sono trigemine (3 gemelli) circa 1 su 8.000 nascite;
- quadrigemine (4 gemelli) circa 1 su 730.000;
- pentagemine (5 gemelli) circa 1 su 65.000.000.
L'andamento delle nascite dei gemelli dizigoti è differente nei diversi gruppi etnici, si sono rilevate percentuali più elevate nelle popolazioni di pelle nera e più basse in quelle orientali. La nascita di gemelli monozigoti non sembra invece influenzata da tale fattore.

Il caso degli Yoruba
La tribù degli Yoruba in Nigeria detiene il primato mondiale delle nascite gemellari: uno Yoruba su undici ha un gemello - una frequenza molto di più alta rispetto alle altre tribù della regione - anche se il numero dei gemelli monozigoti, in percentuale, non è più elevato che in Europa o negli USA.
Il tutto potrebbe essere spiegato dalla loro dieta. Gli Yoruba si nutrono prevalentemente di una varietà di igname (una pianta della famiglia delle Dioscoreacee) che contiene quantità elevate di estrogeni, questi fanno aumentare l'FSH (l'ormone follico-stimolante) col risultato di sollecitare il ritmo dell'ovulazione. La tesi, sembra essere avvalorata dal fatto che quando gli Yoruba si urbanizzano, cambiando anche le abitudini alimentari, le nascite gemellari diminuiscono.

La diagnosi di gemellarità
La diagnosi di gemellarità o di zigotismo può avvenire nella fase prenatale (prima della nascita), perinatale (al momento della nascita) o postnatale (dopo la nascita).
In genere, giacché nella fase prenatale i mezzi di diagnosi (prelievo villi coriali, amniocentesi, fetoscopia), sia pur validi, espongono i feti ad una certa percentuale di rischio, l'accertamento della tipologia dei gemelli avviene spesso o in fase perinatale o addirittura in fase postnatale.
Al momento della nascita si ricorre all'analisi degli annessi fetali e agli esami immuno-ematologici. La monozigosità o meno dei gemelli è accertata dalla rilevata concordanza dei gruppi sanguigni (AB0+fattore RH) e dei sottogruppi (MN, Ss, P, Kell-Cellano, Duffy, Kid etc.) unita alla concordanza degli antigeni per quanto concerne il sistema immunitario. Nel corso dell'esistenza, invece, l'esame del DNA consente una diagnosi con bassissime possibilità di errore. Quest'ultimo viene azzerato se tal esame è associato a quello degli antigeni.

Curiosità gemellari
Molto curiosa è la proposta, presentata al Congresso mondiale di Genetica tenutosi a Gerusalemme nel 1981, di determinare l'identità genetica utilizzando l'olfatto dei cani. In effetti, sembra che solo due gemelli monozigoti possano confonderli.


 
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Sè#9
view post Posted on 27/9/2005, 17:26




Capire i gemelli
Quando iniziammo a raccogliere informazioni sui gemelli, quello che maggiormente ci affascinò fu un dato oggettivo: "tuttora sono un mistero". Molte delle ipotesi sul tema, nel campo della medicina, della genetica e della psicologia, sia pur ragionevolmente fondate sono ancor oggi di difficile dimostrazione scientifica.

Non sono certi i meccanismi che determinano la nascita dei gemelli monozigoti o dizigoti, non sappiamo se i gemelli evanescenti appartengano esclusivamente all'una o all'altra categoria, non conosciamo con esattezza in che misura la genetica e l'ambiente incidano sulla formazione della personalità. Per certi versi si tratta di un mondo ancora tutto da scoprire.

In questa sezione del sito è possibile trovare una serie d'informazioni che cercano di illustrare perché, ancora oggi, i gemelli provochino di tutto tranne che indifferenza. In effetti, nel corso della storia dell'umanità si è sempre guardato alla gemellarità come un qualcosa di singolare con sviluppi che, secondo i diversi popoli e le diverse culture, spaziavano dalla totale avversione alla profonda venerazione.

Nel corso degli ultimi due secoli i gemelli hanno ricevuto notevole attenzione anche dalle "scienze" che non hanno mancato di ritenerli in grado di svelare segreti e incertezze dell'umanità. Tanta premura, a tratti morbosa, nel corso della storia è stata fonte anche di vicende a dir poco incresciose.

Alla base di tanto interesse si trova forse più che altro una domanda: In quale misura la nostra identità e la nostra personalità dipendono dai geni e in quale misura sono viceversa determinati dalla società nella quale viviamo? I soggetti ideali per studiare questo dilemma - di notevoli implicazioni anche etiche - non potevano che essere loro, gli affascinanti gemelli.

 
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Sè#9
view post Posted on 27/9/2005, 17:27




Gemelli: una vita in copia
Il testo che segue è tratto da un articolo pubblicato sul Corriere Salute del Novembre 2002 firmato della Dott.ssa Anna Oliverio Ferraris. Ringraziamo la redazione del Corriere della Sera per la cortese concessione.

Stare insieme ancor prima di nascere: un legame forte, unico, complesso. I gemelli sono consapevoli di essere fratelli un po' speciali, ma la simbiosi che a volte si instaura tra loro può essere vissuta in alcuni momenti, in particolar modo nell'adolescenza, come un impedimento al bisogno di individualità e di autonomia.

L'intimità dei gemelli è prima di tutto di ordine fisico. Quando da piccolissimi stanno in stretto contatto si calmano. Perciò spesso i genitori li lasciano nello stesso letto. Con il tempo, questa intimità fisica diventa psicologica. I gemelli si capiscono rapidamente, meglio di chiunque altro. È facile che si formi un legame molto forte che, però, in alcuni momenti, specialmente nell'adolescenza, può essere vissuto come un impedimento al bisogno di individualità e di autonomia.
Durante tutta l'infanzia il legame che si crea tra gemelli dà loro una sensazione di sicurezza, tanto che possono comportarsi, nei confronti degli altri bambini, come una piccola gang autosufficiente. Il fatto di essere in due (o in tre) li fa sentire forti e inattaccabili.

I gemelli e la troppa dipendenza
C'è però il rischio che diventino troppo dipendenti l'uno dall'altro, che formino una unità chiusa che nel tempo può indurli ad isolarsi dal mondo esterno e quindi a condurre un'esistenza all'insegna della solitudine. La psicologa inglese Dorothy Burlingham ha descritto coppie di gemelli che già a 17 - 20 mesi si alleano contro altri bambini, si proteggevano e si imitavano a vicenda. Lo psicologo francese Renè Zazzo riporta il caso di gemelli identici (monozigoti) che a scuola si preparavano in materie diverse e si facevano interrogare al posto del gemello.

I gemelli e la competizione
Un'altra particolarità della condizione gemellare è il livello di competizione che può crearsi all'interno del gruppo gemellare. Anche nei fratelli esiste competizione: tra chi deve avere una cosa e chi no, chi deve essere il primo ad ottenere l'attenzione dei genitori o a conseguire un determinato risultato. Diversa è la condizione dei gemelli: essi si trovano allo stesso stadio di sviluppo, hanno le stesse abilità e desiderano le stesse cose con uguale intensità. ciò rende la competizione tra di loro più intensa. Momenti di grande affetto e solidarietà possono, così, alternarsi a momenti di tensione e risentimento. I genitori non possono eliminare il bisogno di competere dei gemelli, ma possono ridurlo. Come? Dedicando ad ogni bambino un po' di tempo da soli: qualche volta uno sta con mamma e l'altro con papà e viceversa. Questo tempo individuale non deve essere necessariamente un tempo speciale, durante il quale si fanno cose eccezionali: è sufficiente abituare i bambini a stare con altri membri della famiglia, o amici, al di fuori della presenza costante del fratello gemello.

I gemelli e l'autosufficienza
Una ricerca svolta da un gruppo di psicologi dell'Università di Sidney, in Australia, ha rivelato che se la madre di un neonato dedica due ore al giorno ai giochi con il figlio, la madre di due gemelli dedica soltanto 50 minuti al gioco divisi tra i due bambini. La divisione del tempo tra i partner della coppia, inoltre, può essere a favore dell'uno o dell'altro gemello, ad esempio di quello più attivo e da cui la madre riceve maggiori sollecitazioni.
Il fatto che le madri dei gemelli tendano a dedicare meno tempo al gioco con i figli è dovuto a due motivi: il primo è che sono più impegnate in altre mansioni (allattamento, preparazione pappe, pulizia, ecc....), il secondo è che considerano i gemelli autosufficienti da questo punto di vista.

Interferenze tra gemelli
Crescendo i gemelli si abituano presto alla convivenza, il che è positivo. Il rovescio della medaglia consiste nel fatto che ogni volta che uno dei due (o dei tre) cerca di svolgere una attività da solo - ad esempio un puzzle - l'altro finisce per interferire e distrarlo. Il risultato è uno scarso livello di attenzione e l'incapacità di star solo. È bene invece favorire, fin dai primi anni, dei momenti in cui ognuno svolge delle attività autonome. Ciò renderà più facile l'inserimento a scuola e i legami di amicizia con altri bambini.

Differenze tra gemelli
Senza togliere nulla al piacere della gemellarità, si possono favorire le differenze, a cominciare dagli abiti. le occasioni per sottolineare che sono persone diverse non mancano. D'altro canto se a 3 - 4 anni ai gemelli piace essere confusi l'uno con l'altro, via via crescono si irritano quando qualcuno sbaglia o non li riconosce. Il bisogno di individualità è forte almeno quanto quello di gemellarità, se non di più.

I gemelli a scuola
Uno degli assilli di genitori e insegnanti riguarda l'opportunità di far frequentare ai gemelli classi diverse. La valutazione va fatta caso per caso, in linea di massima però, se non ci sono controindicazioni evidenti (ad esempio, un legame che porta alla chiusura della coppia) i gemelli possono frequentare la stessa classe, purché la didattica sia flessibile e i bambini abbiano l'opportunità di svolgere attività in spazi diversi per una parte della mattinata. Se si trovano bene in classe, se l'insegnante si relaziona a loro individualmente (non come coppia), se legano con i compagni, saranno loro stessi a differenziare, via via, interessi e attività.
Spesso non si considera che un gemello ha bisogno di sapere che non sta facendo un torto a suo fratello se ha interessi, amici e gusti diversi.
 
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Sè#9
view post Posted on 27/9/2005, 17:29




Conflittualità tra gemelli
Il testo che segue, a cura delle Dott.sse Liana Valente Torre e Susanna Cameriere, è tratto dagli atti del convegno "I gemelli: La persona, la famiglia, la scuola" tenutosi il 2 febbraio 2001 presso l'Università degli Studi di Torino.

La conflittualità può essere considerata caratteristica di qualsiasi coppia, ma nella coppia gemellare (sia monozigoti sia dizigoti) tende ad esprimersi con modalità estreme, con forti reazioni: i gemelli, come poli opposti di un campo magnetico, tendono ad attrarsi, ma, come poli con lo stesso segno, a volte attivamente si respingono.
Alcuni gemelli che hanno un altro fratello, paragonando l'aggressività nei confronti del fratello con quella nei confronti del co-gemello, non esitano a riconoscere questa qualitativamente diversa e più intensa. Il mito di Romolo e Remo ci attesta una violenza mortale, Pressburger (1996) ne "I due gemelli" e Wallace (1989) ne "Le gemelle che non parlavano" (June e Jennifer Gibson) descrivono situazioni vicino al fratricidio. Ecco cosa dice una delle gemelle Gibson:

"...Sono in vena di suicidarmi, ma servirebbe a qualcosa? ... Porto in faccia le prove recenti (graffi) di quanto sia penosa la vita con la mia gemella. Avrò la forza di ucciderla? ..." (pag. 181)

Tra le testimonianze raccolte per questo convegno vi è quello di una madre molto preoccupata che descrive la "guerra" tra le figlie "... vivo con angoscia il conflitto che c'è tra le mie figlie (gemelle identiche di 12 anni), che vicine all'adolescenza, e quindi in cerca d'identità, tentano disperatamente di diversificarsi ... in questa ricerca però non fanno altro che litigare, accusare me e il padre di preferire sfacciatamente ora l'una ora l'altra ... ed essere invidiose ... esistere in contrapposizione l'una all'altra".
In quasi tutti i fratelli coesistono vissuti d'amore e d'odio, ma nei gemelli questi sentimenti talvolta appaiono "eccessivi" e si manifestano con comportamenti estremi. Questo - spiega Zazzo (1984) - perché la coppia gemellare è "eccessiva", nel senso che è satura delle caratteristiche di tutte le coppie, sia naturali sia elettive. Noi riteniamo però che la coppia gemellare non ha qualcosa di più, ma qualcosa di diverso da qualsiasi altra coppia: è costituita da due individui che sono insieme da sempre. E "insieme" significa non solo "vicini", ma in continua interazione, comportante una reciproca sollecitazione durante la crescita, già nell'utero, condizionando ciascuno lo sviluppo (fisico e psichico) dell'altro.
Essere insieme nell'utero significa iniziare a competere per lo spazio, per l'alimentazione, per la sopravvivenza: la tradizione religiosa ci racconta che Rebecca sentiva "ballare" in grembo i figli durante la gravidanza, e, al momento della nascita, si tramanda che un gemello abbia afferrato per il calcagno il co-gemello per invertire l'ordine di nascita e usurpargli i diritti della primogenitura.
Dalla competitività - a livello biologico - per la sopravvivenza possono verificarsi asimmetrie nel peso e quindi nello sviluppo fetale, fino a comportare talvolta sofferenza e, in casi estremi, morte per l'individuo "perdente".
La competitività per lo spazio uterino si trasforma, nei primi anni dopo la nascita, in rivalità per lo stretto spazio esistenziale, che tuttavia non si vuole (o non si può) accettare di allargare, e in cui è difficile che entrambi trovino possibilità e modalità per soddisfare i bisogni che, non solo sono identici, ma spesso insorgono nello stesso momento. Ludovica e Giovanna (sono due gemelle monozigoti, conosciute nella mia esperienza clinica, che hanno ispirato la mia passione per lo studio dei gemelli), appena hanno cominciato a camminare dovevano essere separate fisicamente: per evitare che si facessero del male la madre era stata costretta a dividere il corridoio con un mobile e ciascuna giocava nel proprio spazio (quasi un box individuale).
Tra i bisogni è fondamentale quello dell'amore materno. La lotta con il gemello per avere in modo esclusivo l'amore della madre è raccontata da Pressburger (op. cit.) in modo drammatico e ci dà il senso di una gelosia insensata che lo fa soffrire ancora, nonostante il gemello sia morto, poiché nella morte egli ha raggiunto prima di lui la madre.
Possiamo cercare di comprendere questa gelosia partendo dal legame gemellare che tende ad essere privilegiato rispetto a quello con la madre: è possibile che i gemelli, crescendo, sentano il bisogno fisiologico di un legame esclusivo con lei e, a livello inconscio, percepiscano questo legame allentato, tenendo - in modo confuso - ad attribuire ciò al fatto che l'altro - il co-gemello - se lo sia accaparrato tutto. Nelle testimonianze emergono espressioni "amore rubato", di "vicinanze sottratte", con sfumature persecutorie estese anche ad altri membri della famiglia. Ed è interessante il fatto che molto spesso entrambi i gemelli sostengano la preferenza della madre (e/o del padre) per l'altro. Alcuni studi vedrebbero fondata la gelosia in molti gemelli, in quanto nella madre di gemelli insorgerebbe non raramente la preferenza per uno dei figli. Tale atteggiamento può essere difficile da comprendere, specie se i gemelli sono "identici", ma ricordiamo che la somiglianza è fisica e che i processi di maturazione tendono a differenziare i gemelli dal punto di vista psicologico.
La rivalità per l'amore di uno dei genitori, per lo più la madre, è sottesa a molte ostilità, che ovviamente vengono dall'altro restituite.
Le asimmetrie fisiche comportamentali, già evidenti dopo la nascita, si presentano in vario modo nell'assunzione di ruoli complementari: un individuo tende ad essere più attivo, l'altro più passivo, uno dominante, l'altro dominato. A volte "dominante" diventa il bambino che ha avuto più problemi post-natali, ma proprio per questo si è trovato ad essere più accudito, più seguito e più "amato".
Molte tensioni tra gemelli si manifestano per la gestione di questi ruoli e hanno la funzione positiva di porli continuamente in discussione, consentendone la rotazione; è così scongiurato il rischio che i ruoli si cristallizzino, impedendo lo sviluppo armonico delle personalità. La cristallizzazione dei ruoli rischia, infatti, di rendere più chiusa la coppia, rinsaldandola con la complementarità di due personalità forzatamente differenti, di cui una frequentemente "parassitaria".
La madre favorisce anche una forzata, spesso "finta", differenziazione esprimendo continuamente apprezzamenti, giudizi comparativi e tendendo a porre i due gemelli "alle estremità opposte" nella scala valutativa: "Giulio è un bambino vivace, allegro, ma la mamma dice di lui che è più allegro del gemello, che a sua volta è più mangione di Giulio".
Il livello estremo di manifestazione dell'aggressività per la competitività dell'amore materno, per la soddisfazione di bisogni contemporaneamente insorti e per la gestione dei ruoli, potrebbe essere rinforzato da quello che è un aspetto positivo della singolare vita di coppia gemellare: la comunicazione totale. Ciascuno dei due gemelli, come in uno specchio, rimanderebbe all'altro, senza veli, tutto l'odio, il vissuto ostile, che nel gioco degli specchi si moltiplica ed acquisisce una profondità senza fine. Non vi sono possibili equivoci che possano attenuare l'interpretazione delle parole o dei gesti, che, se pur con malafede, si possono, si vogliono credere non pesanti: la comprensione reciproca del sentimento è nella cruda realtà.

"...Ho letto nella sua mente, ho capito tutto del suo stato d'animo, in quella frazione di secondi mi sono svegliata dalla mia incoscienza al suono delle sue sensazioni, le sue sensazioni che rendevano le mie dieci volte più acute. Il mio stato d'animo.
Il suo. Scontro. Come uno spargimento di sangue.
Le mie sensazioni. Le sue. Si ritorcevano acute, scaltre ..." (pag. 236)

La conflittualità gemellare, talvolta, ma non così raramente, si presenta come indifferenza reciproca: due gemelli s'ignorano, evitando anche il contatto oculare tra loro. Questo può avvenire per qualche mese nell'infanzia oppure durare per alcuni anni, dando a ciascuno l'illusione di vivere come un "nato singolo" (uno strano effetto coppia che ci proponiamo di studiare).
Più spesso il conflitto scoppia in età adolescenziale e può essere compreso facendo un parallelo con il conflitto con i genitori, comune a tutti i bambini di quest'età. Negli adolescenti nati singoli sorge l'esigenza di acquisire un'identità attraverso la separazione e l'opposizione nei confronti dei genitori, in modo tanto forte quanto era stato forte il legame con loro rinsaldato nei processi di identificazione primari. Per un gemello questo processo avviene meno nei confronti dei genitori ed esplode soprattutto con il co-gemello.
A questo punto emerge il vero "nocciolo" della conflittualità: essere vicino a uno che a tratti appare come feroce nemico e, pur tuttavia, non potersene staccare.
L'effetto coppia appare qui in tutta la sua negatività, minando la separazione, indispensabile per consentire a ciascuno di perseguire un processo di individuazione:

"...Proprio come la vita con la gemella era intollerabile, la vita senza di lei le dava un terribile senso di vuoto: in un modo o nell'altro soffriva comunque ..." (pag. 236-37)

A volte in età adulta è assunto un comportamento di cancellazione dell'altro: uno dei gemelli sceglie di rompere i rapporti con l'altro e di ignorarlo completamente. È una situazione che fa soffrire e distrugge chi la subisce, ma segna anche profondamente l'altro.
Un gemello di oltre settant'anni si è rivolto a me perché lo aiutassi a capire e magari a risolvere la situazione, per lui di gran dolore, dell'evitamento da anni attuato come condotta dal co-gemello.
Ho cercato di parlare con il fratello ed è emblematico che mi abbia risposto: "Mio fratello è stato un problema per me per tutta la vita; l'ho risolto così. Adesso il problema è suo".
L'aggressività può quindi essere rapportata allo scacco per non poter risolvere il rapporto simbiotico, all'angoscia per la limitazione della libertà, alla riduzione delle possibilità di scelta esistenziale, alla percezione dell'altro come ostacolo all'acquisizione dell'identità.

"... June e Jennifer erano rimaste intrappolate nella loro incapacità di comunicare se non tra loro. Più si sentivano escluse dal gruppo, più si addossavano la colpa della propria emarginazione. Ma nessuna delle due era disposta a cedere e lasciare libera la gemella. Avvertivano chiaramente l'impossibilità di quella situazione che le stava soffocando" (pag.181)

Dai diari delle gemelle June e Jennifer emergono ipotesi di soluzioni estreme:

"... la maggior parte del tempo s'ignoravano, poi all'improvviso si aggredivano. I diari scritti in quei mesi sono un'indomita testimonianza implacabile della rabbia crescente che provavano nei confronti della loro situazione, e l'una nei confronti dell'altra ..." (pag. 202)

Scrive Jennifer:

"... Ho bisogno di essere una, di essere un individuo, ho bisogno di sapere che al mondo ci sono solo io ..." (ivi, p. 205) "Non so cosa farei per diventare quella che dovevo essere quando sono nata ..." (pag. 213)

È anche difficile per i gemelli, se è stretto il rapporto di coppia, aver quel tessuto relazionale esterno alla famiglia che consente un'equilibrata maturazione attraverso confronti e identificazioni. June confida al suo diario:

"... nessuno soffre come me ... ma questa mia sorella, un'ombra oscura che mi ruba la luce del sole, è il mio tormento" e prosegue "... se fossi sola, senza Jennifer, avrei un'amica... la vita non sarebbe così minacciosa ..." (pag. 219)

Il loro conflitto - cerca di interpretare la Wallace - assume una nuova dimensione:

"... Jennifer cercò di uscirne tentando di eliminare ogni differenza percettibile tra loro così da diventare effettivamente un unico essere umano. Era come se volesse riportare June con sé dentro il grembo materno, prima che l'ovulo li dividesse" (p. 67). "Il conflitto nasceva perché June, viceversa, desiderava ardentemente differenziarsi. Un compagno ricorda il suo tremendo grido -Io sono June, io sono June - mentre Jennifer la costringeva a sottomettersi. L'intensità della loro lotta sconvolgeva gli insegnanti ..." (pag. 68)

Sono situazioni estreme, queste, che hanno portato le gemelle Gibson, June e Jennifer, in un manicomio criminale. Ma estrema era la loro chiusura, l'isolamento in seno alla famiglia; si credeva che nemmeno parlassero, ed invece nella comunicazione esclusiva, interagendo solo tra loro, ciascuna ha distorto la personalità dell'altra. Tuttavia la competitività è stata proficua in un aspetto: nella formazione artistica e letteraria in cui, cercando l'una di superare l'altra, hanno raggiunto espressioni poetiche toccanti. E collegata a questa, sicuramente, una notevole capacità di riflessione e di introspezione.
Si desidera lasciare, al termine dell'intervento, un altro messaggio positivo sulla conflittualità, questa volta "gemellare" solo per adozione: si tratta dell'impostazione gemellare degli affidamenti.
Una dottoressa, in provincia di Cuneo, con il marito, sta portando avanti un coraggioso programma che si è delineato con precisione nel tempo: aveva chiesto l'affidamento di un bambino affetto da AIDS e si era accorta che era stato per lui molto stimolante il fatto di trovarsi accanto ad un altro bimbo, adottato successivamente, nelle sue stesse condizioni. Si tratta qui di competitività per la vita e sembra che essa abbia fatto raggiungere traguardi impensati.
L'esperimento di costruire una "coppia gemellare" affinché i bambini si sollecitassero a vicenda è stato affrontato anche, e con maggiore consapevolezza, con due casi di tetraplegia. La reciproca stimolazione al movimento, all'autonomia, ha fatto veri miracoli. Ora un bambino cerebroleso grave, già molto migliorato dopo l'inserimento in famiglia, attende di costituire una coppia ... per aiutare sé ... e qualcun altro.
Questo tipo di conflittualità è quella che si riscontra spesso nei gemelli e che ha radici profonde nella solidarietà.
Una bell'iniziativa, questa, assolutamente "gemellare", in cui desideriamo impegnarci, affinché i due elementi della coppia, anche se non a livello di poche cellule, ma di strutture corporee già complesse, purtroppo imperfette, incomincino a vivere insieme una vita umana.
 
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Sè#9
view post Posted on 27/9/2005, 17:47




Gemelli famosi

Aristotele
Non era un gemello ma non mancò di elucubrare anche sui gemelli. Vista la sua fama, ci sembra opportuno riportare nota dei suoi stravaganti tentativi di interpretare il parto plurimo.
Aristotele ritenne il concepimento dei gemelli la conseguenza di un rapporto sessuale accompagnato da un surplus di materia seminale:"Si ha in un colpo solo l'emissione da parte del maschio di una quantità di sperma in grado di formare più esseri", scrive nella Generazione degli animali.
La generosità produttiva dell'uomo, tuttavia non basta, necessita che l'eccesso di seme incontri nella donna un'altrettanta copiosa quantità di materia per creare più embrioni. Quanto alla procreazione dei dizigoti, i cosiddetti falsi gemelli, Aristotele riportò la curiosa teoria della superfecondazione. Tale ipotesi è definita come un raro evento che avviene quando la madre ha rapporti sessuali ad intervalli frequenti, cui consegue un duplice concepimento ben distinto.
Lo Stagirita, espose anche il caso della superfetazione, nel quale, la donna già incinta ha un amplesso qualche tempo dopo il concepimento del primo figlio, rimanendo nuovamente gravida. Si spiegavano così le differenze di dimensioni e di peso spesso riscontrate alla nascita.

Anfione e Zeto
Figli di Zeus e di Antiope furono entrambi sovrani di Tebe. Dopo la loro nascita, la madre fu gettata in prigione e i gemelli esposti su una montagna dallo zio Lico, reggente per Labdaco.
I due bambini furono raccolti e allevati da un pastore, Anfione si dedicava alla musica e Zeto alle arti marziali. Il primo innalzò un altare ad Apollo e il dio gli fece dono di una lira. Imparò l'arte della musica presso i Lidi, poiché aveva sposato Niobe, la figlia del re Tantaro, (si narra che aggiunse tre corde alle quattro che la lira già possedeva).
Antiope, con i gemelli ormai adulti, riuscì a fuggire e si fece riconoscere dai figli che, decisi a vendicarla, reclutarono un esercito per attaccare Tebe. Spodestarono Lico che reggeva il trono durante l'infanzia di Laio, dopo la morte di Labdaco. Uccisero ferocemente sua moglie, la gelosissima Dirce, legandola viva ai corni di un toro che la straziò trascinandola tra le rocce, procurandole la stessa fine che aveva riservato ad Antiope.
Anfione e Zeto si proclamarono re di Tebe, il primo suonava la lira cosi bene che le pietre lo seguivano e da sole tornavano poi al loro posto. Zeto che in precedenza si era spesso beffato dell'arte del fratello, era ora obbligato ad ammettere che il suo aiuto era più efficace di una gran forza fisica. Anfione fece aprire nelle mura di Tebe sette porte, poiché tante corde aveva la lira. La città, chiamata fino allora Cadmea, fu battezzata dai due fratelli col nome della moglie di Zeto (Tebe).

Apollo e Artemide
Figli di Zeus e Leto i gemelli Apollo e Artemide sono tra gli dei più importanti sia del Pantheon greco sia di quello romano.
La titanessa Leto era alla ricerca di un luogo dove mettere al mondo tranquillamente i figli del dio supremo che portava in grembo, la terra intera rifiutava di accoglierla per timore della collera di Era o, secondo altri, perché ricusava l'onore di essere luogo natio di dei cosi ragguardevoli. Solo Delo, un isola galleggiante, gli offrì ospitalità e ivi nacquero i due pargoli.
Da grandi i due gemelli trafissero con le frecce il gigante Tizio, colpevole di aver tentato violenza su Leto prima della loro nascita, spedendolo nel Tartaro vittima di un eterno castigo. Altro episodio a cui partecipano in coppia è la vendetta per l'offesa subita da Leto ad opera di Niobe che, essendosi vantata della sua fecondità, si ritrovò assassinati quasi tutti i figli.
Entrambi arcieri erano preposti ai morti di vecchiaia o di malattia. Omero narra che Apollo dava la morte agli uomini e Artemide alla donne, inviando loro le "dolci frecce della morte".
Altro episodio famoso riguarda lo scontro col fratellastro Eracle - anch'egli un gemello - che essendosi impadronito del tripode sacro fu affrontato da Apollo. La contesa fu risolta da Zeus che con un fulmine li separò.
Artemide era considerata protettrice dei parti ma si riteneva anche colei che generava le doglie e le morti per tal evento.

Castore e Polluce
In mitologia alcuni gemelli erano spesso concepiti l'uno da un dio e da una donna, l'altro dalla stessa donna e dal marito mortale. Esempio ne sono Castore e Polluce che nella mitologia greca e romana erano i gemelli figli di Leda, moglie del re spartano Tindaro. Fratelli di Clitennestra, regina di Micene, e di Elena.
Benché entrambi fossero conosciuti come i Dioscuri, "figli di Zeus", in molti racconti soltanto Polluce era considerato immortale, essendo stato concepito quando Zeus aveva assunto le sembianze di un cigno per sedurre Leda. Castore era invece considerato un mortale, figlio di Tindaro. Nel mondo romano erano venerati come divinità protettrici di navigatori e guerrieri.
Vissuti prima della guerra di Troia, i due gemelli parteciparono a molte famose imprese di quel periodo, tra le quali la caccia al cinghiale nel paese di Calidone, la spedizione degli argonauti e la liberazione di Elena, rapita dall'eroe greco Teseo. Nelle loro avventure i due fratelli erano inseparabili, e quando Castore fu ucciso dal cugino Ida, in una disputa riguardante i suoi buoi, Polluce divenne inconsolabile. In risposta alle sue preghiere di morire a sua volta o di ottenere l'immortalità per il fratello, Zeus li ricongiunse, autorizzandoli a stare insieme per sempre, metà del tempo agli Inferi e metà con gli dei sul monte Olimpo.
Secondo una leggenda posteriore, Castore e Polluce furono trasformati da Zeus nella costellazione dei Gemelli.

Cosma e Damiano
Cosma e Damiano santi e martiri del cristianesimo. Nati in Siria, subirono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano. Secondo la tradizione, Cosma e Damiano si dedicarono alla medicina per spirito di carità cristiana, prendendosi cura degli infermi senza chiedere denaro in cambio. Trascinati al cospetto del proconsole di Siria, Lisia, si rifiutarono di rinnegare la fede e furono decapitati. Il loro culto si diffuse rapidamente nella regione alla fine del secolo successivo. Sono patroni dei medici.

Benedetto e Scolastica
San Benedetto da Norcia e Santa Scolastica, altro caso di fratelli gemelli innalzati agli onori degli altari. Nati nel 480 d.C. a Norcia. Il primo fu l'ispiratore del monachesimo occidentale, fondatore del monastero di Montecassino e redattore della regola benedettina all'interno della quale è riportata la celebre norma "ora et labora". Nel 1958, fu proclamato solennemente "padre dell'Europa e Patrono dell'occidente". É anche il Patrono delle città di Perugia e Frosinone. La sorella gemella aveva retto le sorti di un monastero femminile sorto nelle vicinanze di Montecassino. Le loro ossa - un'antica tradizione, avversata dai cassinesi le riteneva traslate in Francia nel monastero di Fleury - furono ritrovate in quel di Montecassino, nel 1950, in seguito ai lavori di ricostruzione intrapresi dopo il bombardamento dell'abbazia.







 
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Sè#9
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Efialte e Oto
I giganteschi gemelli, conosciuti anche come Aloadi, figli di Poseidone e di Ifimedia già sposa di Aloeo. Famosi per aver imprigionato Ares in una botte di bronzo per tredici mesi e per aver ammassato il monte Pelio sul monte Ossa nel tentativo di raggiungere l'Olimpo per combattere gli dei.

Esaù e Giacobbe
Nel libro della Genesi dell'Antico Testamento, Esaù e Giacobbe sono i figli di Isacco e Rebecca, nipoti di Abramo. La madre rimasta incinta dopo lungo tempo, sentendo i bimbi che si urtavano violentemente nel suo grembo né chiese ragione al Signore che rispose: "Due nazioni sono nel tuo seno e due popoli dal tuo grembo si disperderanno; un popolo sarà più forte dell'altro e il maggiore servirà il più piccolo" (Genesi 24-25).
Esaù (in ebraico "irsuto"), poiché figlio maggiore, aveva diritto di primogenitura su Giacobbe, ma lo vendette al fratello per un piatto di minestra di lenticchie o di stufato (Genesi 25:21-44). Nonostante ciò, tentò di ottenere la benedizione patriarcale dell'ormai morente Isacco ma Giacobbe lo ingannò ed Esaù ottenne solo una benedizione secondaria. Furioso, decise di uccidere il fratello che fuggì.
Giacobbe si rifugiò dallo zio Làbano, dove lavorò per molti anni e ne sposò le due figlie, Lia e Rachele. Le mogli e le loro ancelle gli partorirono dodici figli, che divennero patriarchi delle dodici tribù d'Israele.
La storia di Giacobbe è narrata in Genesi 25-45. Gli eventi principali della sua vita sono la visione della scala, la benedizione ricevuta a Betel (Genesi 28:10-22), nonché, il nome "Israele" che gli venne conferito da un avversario divino (Genesi 42:24-42).
Ai figli di Giacobbe, ciascuno dei quali sposò la propria sorella gemella, si attribuisce l'origine delle dieci tribù di Israele.

Eracle e Ificle
Eracle, o Ercole per i latini, nasce mitologicamente a Tebe benché le sue vicende non appartengano in particolare al ciclo tebano.
Figlio di Zeus e di Alcmena, figlia a sua volta del re di Micene, Elettrione. Alcmena era la sposa di Anfitrione, principe di Tirinto e generale tebano. Mentre Anfitrione era impegnato in una spedizione militare, Zeus n'assunse le sembianze e si unì con Alcmena. Quella stessa notte Anfitrione fece ritorno al talamo nuziale, e Alcmena concepì due gemelli, Eracle, figlio di Zeus, e Ificle, figlio di Anfitrione.
Le prove di forza di Eracle ebbero inizio pochi istanti dopo la sua nascita, era nato da poco quando la sposa di Zeus, Era, accecata dalla gelosia, decise di uccidere il frutto del tradimento inviando nella culla due grossi serpenti che il neonato riuscì a strangolare.
Con un tranello, sembra per opera di Ermes, riuscì a succhiare il latte dal seno della dormiente Era ottenendo, in tal modo, l'immortalità. Un'altra versione narra che Alcmeda, timorosa dell'ira di Era, decise di esporre il bimbo in una radura nei pressi della città di Argo. Le dee Atena ed Era lo videro e la prima convinse l'altra ad offrire il seno al vigoroso pargolo. Eracle morse il seno di Era scatenando la sua potente ira, Atena impietosita lo raccolse e lo riconsegnò alla madre.
Da adulto fu protagonista d'innumerevoli imprese, oggetto di varie tragedie. Impazzito per opera di Era assassinò i suoi figli e due di quelli di Ificle.
Morì per opera del centauro Nesso che spacciò, a Deianira, una tunica avvelenata per filtro d'amore. Nell'Olimpo si celebrò un rito per simulare una nuova nascita che lo riconcilio ad Era.
La morte di Ificle, invece, avvenne in una delle imprese compiute accanto al gemello.

Romolo e Remo
Secondo la tradizione, Roma fu fondata il 21 aprile del 754 a.C., da Romolo e Remo, figli gemelli della vergine vestale Rea Silvia e del dio Marte. Il dio sedusse Rea nel bosco sacro ove ella era andata a cercare acqua per un sacrificio. La madre, scoperta incinta da Amulio che nel frattempo aveva spodestato dal trono d'Alba Longa il di lei padre Numintore, fu imprigionata.
La leggenda narra che, i bimbi, appena nati furono affidati alle acque del Tevere e dalle stesse depositati all'ombra di un fico. Una lupa li allattò e protesse fin quando, un pastore del re, Faustolo, impietosito li raccolse allevandoli insieme alla moglie Acca Larenzia.
Da grande Remo, durante una scorreria, fu fatto prigioniero dai pastori di Amulio. Romolo, nel frattempo informato da Faustolo sulle sue origini, riuscì al liberare il fratello uccidendo l'usurpatore e rimettendo sul trono il nonno Numintore.
Decisi a fondare una città, consultarono gli auguri stabilendo che sarebbe stata eretta là dove avrebbero indicato i presagi. Romolo si stabilì sul Palatino e vide dodici avvoltoi, Remo dall'Aventino ne vide solo sei. Remo, tentando di oltrepassare i confini della città nuova tracciati dal fratello perse la vita per opera dello stesso.
Questo delitto peserà, secondo molti autori latini, come una sorta di "peccato originale" del popolo romano e sarà creduto fonte delle ricorrenti guerre civili.
A rinnovare il mito provvederanno i figli di Remo, Aschio e Senio, ai quali è attribuita la fondazione della città di Siena.

Shu e Tefnet
Nella cosmogonia egizia sono i gemelli figli di Atum il dio venerato ad On. Egli, nato dall'acqua primordiale, diede origine ai primi due elementi del mondo materiale rappresentati proprio dal dio Shu e dalla sorella e sposa Tefnet.
Shu rappresentava il dio dell'aria, Tefnet la dea dell'umidità. Da loro discende un'altra coppia di gemelli, il dio Geb e la sorella e sposa Nut. Da quest'ultima, secondo la teologia eliopolitana, si originarono la più famosa Osiride, nonché Iside, Set e Nefti







 
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Sè#9
view post Posted on 27/9/2005, 17:51




Le gemelle Dionne
Nate a Callander (Ontario) nel 1934, da una giovane coppia d'agricoltori, le cinque sorelle Dionne rappresentano una tappa importante nella storia della medicina. Il primo parto quintuplo di gemelli "identici" documentato e con sopravvivenza totale.
L'opera del Dr. Dafoe, il medico che le assistette alla nascita e supervisionò le delicate fasi successive all'evento, resterà per sempre negli annali.
L'accaduto, all'epoca cosi singolare, le trasformò in celebrità con conseguenze per il loro futuro anche non propriamente piacevoli.

Le gemelle Lembed
Maria e Sofia Lebed sono nate a Mosca il 9 dicembre 1980 e formano un raffinato Duo di musica classica. Una al pianoforte l'altra al violino.
Hanno studiato allo Gnessin Music Gymnasium dal 1986 al 1999 e suonano assieme fin da bambine. Dal 1994 il Duo è stato seguito dalla professoressa Elena Ozol (Moscow Gnessin Academy). Maria Lebed studia anche con Arie Vardi (Musikhochschule di Hannover) e Sofia Lebed è allieva di Juri Bashmet (Moscow State University).
Il Duo Lebed ha partecipato a svariati concorsi internazionali, tra i quali spiccano:
- nel 1996 il Mosca Classical Chamber Ensembles (2° premio), nel 1997 ad Hannover The 1st International Music Competition Classica Nova (a Sofia il 4° premio, a Maria il 4° premio e premio speciale per il migliore accompagnamento);
- nel 1998 a Togliattigrad, Russia, il 4th Young Performers International Competition for Strings (a Sofia il 4° premio e a Maria il Diploma per il migliore accompagnamento);
- nel 2000, a Mosca, il 4th Juri Bashmet International Viola Competition (per Sofia il 2° premio e premio speciale per il miglior complesso);
- nel 2001, il Premio Trio di Trieste (2° premio al Duo).

Le gemelle Olsen
Belle e simpatiche, le gemelle Mary-Kate e Ashley Olsen, per gli americani sono le golden-twins.
Adoratissime dai ragazzini, statunitensi e non, sono entrate nel mondo dello spettacolo fin da piccole - hanno cominciato a lavorare a soli nove mesi - dividendosi la parte di Michelle Tanner in Full House, una delle sit-com più seguite degli USA.
Nate a Los Angeles il 13 giugno 1986, attrici, cantanti, scrittrici e imprenditrici nel campo della moda, dirigono un impero che fattura circa cinquecento milioni di dollari.
La loro immagine imperversa, oltre che al cinema e in TV, dalla Barbie della Mattel alla Playstation, il loro sito www.marykateandashley.com è accreditato di circa 270 milioni di contatti l'anno.

I Bee Gees
I Bee Gees sono un noto gruppo di musica pop composto dai gemelli Maurice e Barry e dal fratello Robin Gibb. Nati rispettivamente nel 1949 e nel 1946 nell'isola di Man (Gran Bretagna) si trasferirono in Australia nel 1956.
Il nome del gruppo nacque dalle lettere iniziali di "brothers Gibbs". Dopo un periodo di alterne fortune, raggiunsero un primo, discreto successo con canzoni come To Love Somebody (1967), Lonely Days (1970) e How Can You Mend a broken Heart (1971).
Profondi ammiratori dei Beatles, eccellenti autori e interpreti caratterizzati da un originale falsetto, i Bee Gees conobbero un enorme successo (ben trenta milioni di copie vendute) con la colonna sonora del film La febbre del sabato sera (1977), con John Travolta. Tra gli altri dischi, si ricordano Trafalgar (1971), Mr. Natural (1974), Spirits Having Flown (1979) contenente celebri singoli come Too much Heaven e Tragedy.

I fratelli Andretti
Entrambi piloti d'auto da corsa, i gemelli Mario ed Aldo Andretti nacquero in Italia nel 1940 ed emigrarono negli Stati Uniti all'età di quindici anni.
Mario è sicuramente il più famoso - alcuni lo ritengono il più gran pilota mai esistito - essendo riuscito a primeggiare in tutte le più importanti manifestazioni del settore, dalla Formula Uno ad Indianapolis.
Aldo, dopo due seri incidenti, decise di smetterla con le corse pur restando in attività nel campo.
Curiosità, sia i figli di Mario, Michael e Jeffrey che il figlio di Aldo, John Andretti, sono appassionati piloti.

Edited by Sè#9 - 27/9/2005, 18:54
 
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Sè#9
view post Posted on 27/9/2005, 17:56




Bibliografia sui gemelli

Dalla vasta bibliografia disponibile sul tema, segnaliamo dei testi che crediamo possano essere d'aiuto ai gemelli, ai loro genitori e a tutti coloro che vogliano approfondire l'argomento.

Gemelli. I geni, l'ambiente e il mistero dell'identità
Un testo per comprendere i rapporti tra genetica e comportamento dell'individuo e per scoprire quante implicazioni, anche politiche, hanno avuto gli studi sui gemelli dalla metà dell'ottocento fino ai ns. giorni.
É uno dei libri più appassionanti che abbiamo avuto modo di leggere, racchiude davvero un gran numero di curiosità e notizie inedite. Non mancano interessanti considerazioni sulle implicazioni che alcune scoperte, in ambito genetico, potrebbero avere sull'etica comune.
Di Lawrence Wright - Ed. Garzanti, 1999.


La singolarità del doppio
Una interessantissima introduzione ai vari aspetti, genetici e psicologici, che rendono molteplici le problematiche insite nel tema della gemellarità. Un testo che si rivela utilissimo anche a quei genitori che desiderano informarsi per cercare di compiere scelte consapevoli in ambito educativo.
Il tema centrale è quello della costruzione della personalità con particolare attenzione al problema della comunicazione esclusiva sempre in agguato.
L'autrice, docente di Psicodiagnostica e responsabile del Laboratorio di Indagine della personalità dell'Università di Torino, da anni si occupa del tema gemellare. In tale ambito viene unanimemente segnalata come uno dei maggiori esperti.
Di Liana Valente Torre - Ed. La Nuova Italia, 1999.


Manuale ad uso dei genitori di gemelli
É un libro che consigliamo a tutti, un'ottima introduzione alle problematiche che devono affrontare le famiglie in caso di parti gemellari. Scritto con uno stile fluido e moderno, all'interno dei vari capitoli, l'autrice fa largo uso di domande e risposte il che rende la lettura piacevole e di pratica utilità.
Una frase che ci ha particolarmente colpito: "L'intesa tra i gemelli supera i normali rapporti tra i membri della stessa famiglia: spesso approfittano del vincolo speciale che li unisce e pongono problemi di adattamento a fratelli e sorelle, mettendo i genitori di fronte a responsabilità particolari, a nuovi limiti alle loro libertà".
Di Audrey Sandbank - Ed. Raffaello Cortina Editore, 1994.


Crescere gemelli
Anche questo è un saggio che non deve mancare nella libreria dei genitori di gemelli. Nato da una ricerca del Gruppo Multidisciplinare di Gemellologia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, si occupa in particolare dello sviluppo psicologico dei gemelli e dell'impatto che hanno sulla famiglia che li accoglie. Viene anche riportato un reale caso di indagine.
Di F. Barbieri e C. Fischietti - Ed. Phoenix, 1997.


Le gemelle che non parlavano
Un caso misterioso, rivelatore e straziante. Un libro che documenta la vita di due gemelle monozigoti, June e Jennifer Gibbons, che dall'età di otto anni troncarono qualunque comunicazione, anche verbale, con il resto del mondo. In seguito, dopo aver appiccato diversi incendi, furono arrestate, condannate e rinchiuse nel manicomio criminale di Broadmoor, in Gran Bretagna.
L'autrice, nota giornalista del "Sunday Times", viene cosi elogiata da Oliver Sacks nella prefazione all'edizione italiana: "Il fatto che la Wallace sia riuscita nel suo intento, a dispetto dell'ostinato mutismo che, sin dall'età di otto anni, le gemelle avevano opposto al mondo, e che sia stata capace di superare la barriera che impediva l'accesso al mondo delle gemelle, insolito e spesso distorto, testimonia che anche lei, come autrice, possiede qualcosa di fuori del comune".
Di F. Barbieri e C. Fischietti - Ed. Phoenix, 1997.


Chang e Eng. La storia dei primi gemelli siamesi
Chang ed Eng Bunker, il caso più famoso di gemelli congiunti, nacquero in Siam all'inizio dell'ottocento e da loro trae origine il termine gemelli siamesi.
Questo romanzo narra la loro storia che non mancherà di affascinarvi e di porvi di fronte a profonde inquietudini.
Di Strauss Darin - Ed. Rizzoli, 2001.


Il paradosso dei gemelli
Un classico della psicologia gemellare.
Di René Zazzo - Ed. La Nuova Italia, 1987.

Riflessi. Esperienze con bambini allo specchioAncora un testo di Zazzo, il tema analizzato dall'autore è intuibile dal titolo, con tutte le implicazioni che questo comporta nel caso di gemelli.
Di René Zazzo - Ed. Bollati Boringhieri, 1997
 
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view post Posted on 27/9/2005, 18:40
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Ma credi di esistere solo tu in questo forum..skerzo,continua così!(x i messaggi scritti)

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Io ho un fratello gemello,
ma non ci assomigliamo per nulla...
Menomale e poi non è vero che se uno dei due sta male l'altro pure...
 
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Sè#9
view post Posted on 27/9/2005, 19:29




CITAZIONE (Skirmish @ 27/9/2005, 19:40)
non è vero che se uno dei due sta male l'altro pure...

quoto!!!

io e mia sorella invece ci somigliamo un bel pò
 
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Vero X
TOPIC_ICON12  view post Posted on 27/9/2005, 21:03




Spè...non ho capito blink.gif ...sia Skir che Sè hanno un gemello ? blink.gif
Fortissima sta cosa biggrin.gif

Onestamente io ci vedo anche qualcosa...beh non so di mistico forse smile.gif , c'è anche un gioco per Playstation 2 che riguarda il rito di due gemelle in cui una uccide l'altra per tornare ad essere una sola unsure.gif

A voi non iquieta questa cosa ?
Credete a qualcosa di simile ?

Ecco alcune immagini suggestive:
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Edited by Vero X - 27/9/2005, 22:03
 
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Sè#9
view post Posted on 28/9/2005, 18:49




inquietante pensare di poter uccidere la gemella x restare da sola...dovresti avere un bisogno di individualità MOLTO forte!
 
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Shiva!
view post Posted on 28/9/2005, 19:02




CITAZIONE
dovresti avere un bisogno di individualità MOLTO forte!

Più che altro devi essere affetto da seri problemi mentali wacko.gif
 
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Madoka86
view post Posted on 28/9/2005, 20:05




io invece ho mio padre ke è gemello kn mia zia.... e dalla parte di mia mamma ho 2 zii gemelli(ke nn si assomigliano)..e visto ke x avere dei gemelli si salta 1generazione io o i miei fratelli abbiamo una buona percentuale di avere dei gemelli!!ki billoooooooooooooooo biggrin.gif
 
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Vero X
TOPIC_ICON12  view post Posted on 29/9/2005, 09:40




Io vorrei tanto avedere dei gemelli un maschio e una femmina per la precisione

Ad ogni modo, non vi affascina quel rito ?
Sì chiaramente sono d'accordo con Shiva che è da malati di testa eh , ma cerchiamo di vederla nella maniera...uhm spirituale o cmq del rituale

Iniziamo col chiederci:
Le gemelle al momento proprio del concepimento sono una o sono da sempre due ?
 
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16 replies since 27/9/2005, 17:25   2248 views
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