Capitolo1

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Aethra
view post Posted on 23/9/2005, 13:07




Anya guardava il mare... il vento scompigliava i suoi lunghi capelli rossi... quello stesso vento che scontrandosi con l'acqua generava della bianca spuma... Anya la guardò e ad un tratto le venne in mente una favola che le raccontavano spesso da bambina... era la favola di una bella sirena che fu vittima di terribili sofferenze e che dopo tanto penare divenne spuma del mare... allora non soffrì più...
Potesse toccare a me una simile sorte! pensò la ragazza mentre una lacrima le scendeva lungo la maschera che portava sul viso.
La ragazza chiuse gli occhi, si voltò e si diresse nella sua cabina...
Appena dentro chiuse la porta. Si avvicinò ad uno specchio e si tolse la maschera... In quel momento aveva gli occhi chiusi. Facendo uno sforzo li aprì e guardò: i suoi occhi erano del colore del mare... le sue labbra rosse come una rosa.. la sua pelle liscia e morbida come quella di un neonato... i suo capelli rosso fuoco... sarebbe stata bellissima se non fosse stato per quell'orribile cicatrice vicino all'occhio destro. Anya abbassò lo sguardo e scoppiò a piangere. Da piccola aveva sempre sognato l'amore... e ora non avrebbe mai potuto averlo a causa di quello sfregio... Anya si rimise la maschera ed uscì di nuovo sul ponte. La cicatrice in realtà non aveva intaccato troppo la sua bellezza ma Anya non se ne accorgeva... non voleva accorgersene... Colui che le aveva fatto quella cicatrice era anche colui che aveva violato la sua purezza... in cuor suo lei sentiva che non avrebbe mai più potuto amare completamente nessun uomo... persino un semplice contatto fisico la spaventava. Ma Anya, La figlia del pirata Roberts, non poteva ammetterlo a se stessa. Preferiva pensare che fosse quella cicatrice ad allontanarla da qualunque uomo... Ora tornava a guardare il mare...
Meg si trovava a prua della nave. Guardava il mare, quello per cui aveva sempre sognato in cerca di avventure, che potessero farla sentire all'altezza del nome di tutti i pirati che l'avevano sempre affascinata. Respirava a pieni polmoni l'aria salmastre e la brezza che soffiava le scompigliava i suoi capelli castani chiari piuttosto lunghi che circondavano il suo viso aggraziato di fanciulla da cui spiccavano due lucenti occhi verdi.
"Ragazzo!" si sentì chiamare da dietro.
Meg si voltò: le parole erano indirizzate a lei, a quella sua menzogna, a quel suo unico lasciapassare per entrare senza problemi sulla nave. Doveva al solito l'obbedienza ai suoi superiori essendo stata assunta come mozzo della nave sotto il nome di Black Raven. Si era presentata sotto questo falso nome, sotto le sembianza di un ragazzo di giovane età, ancora con i tratti poco delineati. Questa era la sua unica scusa plausibile per la sua voce non profonda, che tuttavia te4ntava di camuffare.
Meg si aggiustò con la mano le fasciature nascoste sulla schiena che le davano fastidio, poi rispose all'uomo:
"Torno subito al lavoro!" obbedendo prima ancora che venissero impartiti gli ordini.
"Razza di fannullone che non sei altro, Raven!"
Meg si rimise a pulire assiduamente il tavolato della nave: l'acqua dal secchio le bagnava leggermente i suoi pantaloni larghi senza farci troppo caso.
"Quando hai finito qui, andrai nel cabinato del capo e pulirai anche quello" disse imperioso l'uomo.
"Sì signore!" rispose.

La baleniera dove il giovane Nathan era imbarcato, la "Desperado" veleggiava nei caldi mari dei tropici, sulle rotte di migrazione delle balene che in quel periodo si muovevano verso sud in cerca di mari più caldi. Tutti i marinai, insieme a lui, si muovevano con l'esperienza di anni sulle navi, manovrando canapi e vele con la maestria pari ai marinai della marina regia. Nessuno era stato un soldato a bordo, e Nathan, ancora molto giovane, era entrato nei lavori marittimi per guadagnarsi da vivere e per poter viaggiare di lungo in largo. Non lavorava più insieme ai suoi genitori da qualche anno, ma avrebbe ancora saputo fare tutte quelle cose che venivano richieste in ambito agricolo, anche se ormai si era abituato a quella nuova vita. Si arrampicò sul pennone principale della "Desperado", e scrutò l'orizzonte in cerca di spruzzi dei branchi di balenottere azzurre. Il capitano della nave, Ricardo De Mercandal, un uomo dalla carnagione scurissima, vestito molto più elegantemente dei suoi marinai, gli urlò dal castello di poppa: "Allora, ragazzo, vedi nulla?"
Nathan rispose: "No, capitano, niente!" Poi si fissò in un punto preciso verso nord est, indicandolo: "No, aspetti, la vedo, laggiù, spruzza!"

Elker salì sul ponte, a respirare l'aria fresca. "Finalmente!" Commentò stiracchiandosi.
"Ah, eccoti." Disse il capitano. "Va ad aiutare Nathan con quelle funi."
"Agli ordini!" Esclamò Elker, finalmente libero di salire sui pennoni.
"Allora Nathan?" Chiese.Si accorse che Nathan lo guardava. Del resto non poteva essere altrimenti. Lui stesso si accorgeva che il suo aspetto era strambo. Del resto, non per niente indossava sempre un mantello che lo ricopriva tutto, e un guanto quando scendeva dalla nave, nonostante il caldo. Ma lì, sulla baleniera, dove poteva essere semplicemente se stesso, si mostrava per quello che era.
Cioè, un uomo fatto a metà da due incantesimi capitati male. La metà sinistra era un normale giovane, di una ventina d'anni, o forse di più, con la pelle scurita dal sole. Ma poi, unita da una linea appena sfumata, dall'alto al basso, l'altra metà. Una serie di linee lucenti, e nient'altro che quelle. La sua metà destra era invisibile, a parte quelle linee che, come vene, ne delineavano la forma e il movimento.
"Signora! Il capitano vuole vederla!" disse un mozzo ad Anya.
La ragazza sollevò gli occhi al cielo. "Va bene! Arrivo!" rispose e si allontanò dall'uomo.
Arrivata alla cabina del capitano bussò.
"Chi è?" disse una voce dall'interno.
"Sono Anya! Mi avete mandato a chiamare voi!"
"Uh?! Deve essere stato Murrey!" disse l'uomo.
Anya entrò. Seduto dietro un tavolo, intento a scrivere un diario, stava Guybrush Treepwood, un temibile pirata, nonchè il suo capitano. Vicino al calamaio stava invece un teschio, con una candela sopra.
"Devi sempre contraddirmi vero? - disse il teschio - Io sono Murrey! Il fermacarte più cattivo di tutti oceani! Bwa bwa bwa bwa bwa bwa bwa!"
"Zitto tu! - disse Guybrush - così mi fai confondere!"
"Allora? Viene bene?" chiese Murrey.
"No! Mi hai fatto sbagliare! Ecco!"
Anya si avvicinò al tavolo del capitano e sbirciò sulla pagina aperta del diario... Guybrush stava facendo un ritratto a Murrey!
La ragazza spazientita chiese: "Si può sapere allora perchè mi avete fatto venire qui?"
"Uh?!" rispose Guybrush "Ah si! Murrey dice che dobbiamo attaccare una nave! E già che ci sei che te ne pare del mio disegno?" disse il temibile pirata.
"Bello... ma andare ora all'arrembaggio mi sembra una follia! Il vento si sta alzando e sta per scatenarsi una tempesta!"
"Forse questa parte dovrei farla un po' più scura..." disse Guybrush
"NON HAI SENTITO CHE HA DETTO IL CAPITANO? DI' ALLA CIURMA DI PREPARARSI ALL'ARREMBAGGIO!" disse Murrey.
"O forse un po' più chiara..." disse ancora Guybrush.
"Ma... dobbiamo ritirare le vele ed andare sotto coperta... non possiamo attaccare una nave con un tempo del genere!" disse Anya.
"Forse dovrei fare la fronte un po' più spaziosa..." disse Guybrush.
"GLI ORDINI NON SI DISCUTONO CHIAROOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!" gridò Murrey.
"O forse dovrei lasciarla così.... che ne dici Anya? Ehm... Anya?"
Ma Anya non c'era più. Era appena uscita dalla cabina del capitano sbattendo la porta.
"Ehi tu! - disse a Black Raven una volta giunta sul ponte della nave - Avverti il resto della ciurma di prepararsi all'arrembaggio!"
"Ma signore..."
"Niente storie! Questi sono gli ordini del capitano!" disse Anya e preso un cannocchiale si mise ad osservare quanto distava la nave nemica. Non distava molto, si trattava di una baleniera.
"Agli ordini!" disse Meg con un'aria alquanto dubbiosa. Il suo dovere non doveva essere messo in dubbio: anche se quella le sembrava una pazzia, era tutto ciò che le piaceva: l'avventura.
"Prepararsi all'arrembiaggio!" furono le parola che gridò Meg camuffando la sua voce.
"Hey tu! Ho detto prepararsi all'arrembaggio: sono gli rodini del capitano!" disse ad un pirata che stava oziando. Subito questo si rizzò in piedi prendendo la sua sciabola.
"La prossima volta non urlare addosso a me ragazzino!" disse a Meg.
"Black Raven.... Mi chiamo Black Raven" disse Meg prima di voltarsi per continuare ad avvertire gli altri e prendere la sua sciabola. La ragazza corse da prua a poppa avvertendo tutta la ciurma che si trovava là.


La “Desperado” era lanciata all’inseguimento del branco di balene, e tutti i suoi marinai stavano manovrando sul ponte. Nathan stava allargando le vele sull’albero di maestro con Elker, tra gli ordini impartiti dal terzo ufficiale, quando un grido irruppe dalla fiancata sinistra della nave: “Vela a sud-est!” Ognuno continuò il proprio lavoro, tutti pensavano ad un mercantile, spesso di quella stagione ne avevano visti in quelle rotte. Il capitano si fece passare il cannocchiale dal primo ufficiale, e osservò la vela distante. Il cattivo stato delle vele e della carenatura non gli lasciò dubbi sulle intenzioni di quella nave. “Pirati! Vengono verso di noi! Quale idiota attaccherebbe con un tempo come questo?!” Urlò De Mercandal, il primo ufficiale gli restituì un’occhiata a metà tra lo spaventato e lo stupito. Dando una spinta di incoraggiamento al primo ufficiale, il capitano continuò: “Timone 40 gradi a dritta, spiegate le vele!” Il primo ufficiale, corse verso il ponte e ripeté gli ordini. Tutti si misero al lavoro e lasciarono correre le balene, arrivate ormai ad una buona distanza. Nathan spalancò gli occhi appena sentì la notizia, e aguzzò la vista verso la nave tra la nebbia: “Ha la linea di un brigantino corazzato, se non sbagliamo nulla, e il vento ci sostiene, forse saremo più veloci..” disse ad Elker. Con la paura che gli saltava in gola, Nathan tirò le funi dall’alto dell’albero per finire di distendere la vela più larga. Elker scese l’albero, il nostromo lo chiamò: “Ecco le chiavi dell’armadietto dei moschetti, prendili e portali qui con un barilotto di polvere da sparo, ho paura che ci servirà!” Elker andò verso il primo boccaporto e si calò sotto coperta.
Il vento si alzò e spinse la “Desperado”, Nathan sperava che le vele avrebbero retto, non era saggio dispiegarle con una possibile tempesta in arrivo. D’altra parte il capitano stava tentando tutto il possibile.

Elker corse verso l'armadietto, lottando per rimanere in piedi sul ponte sempre più mosso. Prese la chiave ed aprì l'armadietto. Le linee sulla sua mano pulsavano come non mai. Sarà la peggior tempesta che abbia mai visto. Pensò, afferrando tutti i moschetti che poté.

Arrivato sul ponte, prese una delle funi di sicurezza e se la legò alla vita. Poi si assicurò che la fune fosse ben assicurata.
"Nathan!" Urlò "La legati a una fune di sicurezza!"

"Avanti!" urlò Meg a coloro che stavano nella stiva. "Stiamo per andare all'arrembiaggio: ordini del nostro capitano! Sbrigatevi, sbrigatevi ad armarvi anche voi!".
Detto ciò, la ragazza tornò su ed andò da Guybrush bussando alla porta della sua cabina:
"Capitano... Sono stati avvertiti tutti dell'arrembaggio... Quando lei vuole...."
"Uh?! Ah si si! Come ti sembra?" disse Guybrush mostrando a Meg il ritratto di Murrey.

"Decisamente bello, signore, però lei aveva detto di allarmare la ciurma per prepararsi all'arrembaggio...."

"Certo! Guybrush temibile pirata è pronto ad attaccare! Quando si comincia?"

"Uffa! Ti devo sempre dire tutto io? - disse Murrey - Devi dare tu l'ordine!"

"Ah si! Certo certo!"

Guybrush uscì sul ponte della nave e gridò: "AVANTI CIURMA ALL'ARREMBAGGIO! E' GUYBRUSH, UN TEMIBILE PIRATA CHE VE LO DICE!"
"Allora come era? Tu combatti come un contadino.... ah si! Molto appropriato: tu combatti come una mucca!... e poi che c'era... non hai ancora smesso di portare pannolini..." continuava a ripetere Guybrush fra sé e sé...
Anya era lì vicino e ascoltava alzando gli occhi al cielo.

La nave cominciò a tirare palle di cannone contro la baleniera.

Meg sguainò la sua sciabola pronta per attaccare una volta reso possibile il combattimento corpo a corpo.
"Capitano, che dobbiamo fare?" chiese Meg cercando di riportare l'attenzione di Guybrush sul combattimento piuttosto che sul ritratto.
"CAPITANO!" richiamò più affrettatamente.
"Ha tutta l'ammirazione mia, capitano: con questi insulti potrebbe stendere qualunque nemico, soprattutto con un "pannolino", solo che siamo a corto di neonati sulla nave, signore!" aggiunse Meg, subito dopo, con un sorriso, rivolto a Guybrush.
"Però, signore, non preferisce armarsi anche lei, prima di insultare i nemici con gli urli di battaglia?" continuò sorridendo Meg.


Intanto, Elker finì di distribuire le armi. Non ne tenne neanche una per se. Non ne aveva bisogno. Del resto non era la prima volta che combatteva, e, ormai, aveva una tecnica assodata.

Salì sull'albero maestro, fino a portarsi al primo pennone. Non era un nascondiglio sicuro quando partivano con i cannoni, ma era ormai abbastanza bravo a saltar giù, in caso di bisogno.
Da lassù studiò la nave che si avvicinava. Sulla prua c'era una toppa. Una vecchia falla abilmente riparata, ma pur sempre una falla. Tenendosi con la mancina, portò la mano destra avanti a se. Le vene luminose pulsarono, e formarono un dischetto luminoso. Portando indietro la mano e poi di nuovo in avanti, il disco partì a gran velocità, puntanto dritto alla falla. meglio attaccare che essere attaccati, no? si disse.


Altrove, Meg chiese seriamente a Guybrush: "Capitano, posso prender congedo adesso o devo avvertire gli altri di usare una certa tattica d'attacco?".
Poi la ragazza lanciò uno sguardo verso Anya per cercare di intuire cosa avrebbe fatto.
"Capitano?" reiterò Meg per cercò di catturare l'attenzione di Guybrush prima di porgli di nuovo la domanda.
"Ah si!... perché? Ne volevi uno?... ecco quale era la risposta! Uh? Che c'è Black Raven?"

"No, signore, no..." disse sconcertata Meg non capendo bene a cosa si riferisse Guybrush. *Forse si riferisce alla tattica dei pannolini di marmocchi puzzolenti* pensò Meg che non sopportava tanto i bambini.
"Capitano, sì, volevo solo chiederle se dovevo avvertire qualcun altro per l'attacco ed una eventuale strategia che lei ritiene più adatta alla situazione, signore." riprese poi il discorso di prima.

"Eh... prendi la tua spada!" disse Guybrush.

"Signore, sono già armato. Vado a prendere una seconda sciabola, però." disse facendo un sorriso sghembo.

"Ora di: tutti i nemici cadono ai miei piedi quando mi vedono arrivare!"

"Per il mio modesto parere direi di sì, capitano. Effettivamente lei ha tecniche molto sorprendenti per metterli a terra. Secondo me sono preparati a questo tipo di combattimento... Tuttavia è solo l'opinione di un semplice mozzo.." disse accennando un sorriso divertito Meg.

"Anya! Ora tu mettiti qui!" disse Guybrush.
"Eccomi!" rispose Anya e si mise proprio di fronte a Meg.
"Che gli rispondi?" chiese il capitano.
"Ancor prima che ti sentano l'alito?" disse Anya.
"Giusto!" rispose Guybrush "E ora abbordiamo la nave nemica!"

Meg fece un altro sorriso per gli strani metodi del capitano: non era ancora molto abituata ad avere a che fare con un capitano bizzarro quanto Guybrush ma già cominciava a non farsi troppa meraviglia.
A quanto pare Anya conosce meglio di me il capitano tanto da riuscirlo a prevedere... Dopo di ciò, Meg disse: "Avverto gli altri.." prima di voltarsi uscendo dal cabinato di Guybrush con un po' di fretta. Meg riportò gli ordini di Guybrush in tutta fretta, perché si apprestassero all'assalto della baleniera.
Poi salì chiedendo notizie sulla distanza dall'obiettivo al pirata che stava in avvistamento.
Le palle di cannone colpirono la baleniera fino a danneggiarle l'albero maestro.
"AVVICINIAMO LA NAVE!" gridò Anya.

"Preparate le tavole per l'assalto!" urlò anche Meg.
"Black Raven, sei solo un mozzo, vuoi forse darci gli ordini, ragazzo?" disse uno degli altri pirati scocciato.
"Vuol dire che vado a prenderle da solo, dovremmo anche agganciare quella baleniera, presto o tardi, per passare al vero arrembaggio e io non sono addetto ai cannoni..." disse più sommessamente Meg.

"Avanti! Pappamolli! TIRATE LE FUNI!!!!" gridò Anya.
"Ha carattere quella ragazza, pero! - disse Murrey a Guybrush - Credi che accetterà di sposarmi?"
"Forse se fossi un po' più alto..." rispose Guybrush.
"E' il cervello la mia migliore qualità!" rispose Murrey.
"Praticamente hai solo quello..." rispose Guybrush.
"Sgrunf!" disse il teschio. Poi cominciò a gridare: "AVANTI CON QUELLE CORDE, RAMMOLLITI! E' MURREY CHE VE LO ORDINA!!!!"


Intanto, su "El Desperado", Elker pensò Perfetto! Sono abbastanza vicini!

Quando ancora i proiettili dei moschetti non arrivavano alla nave, il ragazzo a metà iniziò a lanciare dardi luminosi proprio dove la nave era stata riparata. Insistette, finché uno degli assi non cedette. Poi dovette fermarsi: la nave pirata era troppo vicina.

"ALL'ARREMBAGGIO!!!!" Gridò Anya sfoderando la sua bellissima e lucente spada.... c'era solo una cosa che avrebbe potuto renderla perfetta... il sangue dei nemici!
La ragazza saltò su una tavola e si lanciò contro il primo marinaio che le capì di fronte. Un colpo netto e gli mozzò la testa. "Ora si..." disse sorridendo, mentre mostrava uno sguardo fiero e soddisfatto. "AVANTI, MARMAGLIA! CHE ASPETTATE!!!!!" gridò ancora mentre penetrava con la propria lama il petto di un secondo marinaio.
"Ha stile la ragazza!" disse Murrey.
OK. pensò Elker Si inizia.

E con l'arrembaggio, iniziò anche a tirare un vento forte e insidioso, che faceva traballare entrambe le navi.
Anya fece roteare la spada sopra la sua testa. Poi con un colpo netto tagliò in due la testa del terzo marinaio che le si presentava di fronte. D'un tratto si fermò. L'odore nauseabondo di un uomo si faceva sentire da dietro le sue spalle... la ragazze infilò una mano dentro la camicia... poi iniziò a tirarla fuori piano piano... BANG! Un colpo di pistola e il cervello del grasso marinaio che si trovava dietro la piratessa andò a finire addosso all'albero maestro. La ragazza soffiò sull'imboccatura della pistola e la rimise velocemente dentro la camicetta.

"Che stile..." diceva intanto Murrey sospirando...
"Ho parlato con scimmie più intelligenti di te!" disse Guybrush.
"Uh?!?" rispose il marinaio e si grattò la testa in segno di dubbiosità. Guybrush nel frattempo lo aveva già disarmato.

In quel momento si vide la luce di un lampo. Poi si udì un tuono...

Elker non aveva molto tempo per pensare. Scendere sul ponte non se ne parlava, ma da lassù poteva fare ben poco. Sparava a raffica i suoi dischetti dorati sul ponte, mirando ai pirati, e a volte colpendo qualcuno. Correva da una parte all'altra dell'albero, saltando sulle corde e muovendosi sempre, per essere un bersaglio più difficile.

Una donna stava facendo una strage tra i suoi compagni. Mirò a lei.

Il discetto dorato ferì lievemente Anya ad un braccio. "AHI! MA CHE DIAVOLO...?!?" disse la ragazza guardando verso l'alto. E scorse Elker. La ragazza puntò la pistola verso di lui. "MUORI!" disse preparandosi a premere il grilletto.

Non poteva permettersi un secondo errore. Mirò alla pistola, e il proiettile dorato la colpì con precisione millimetrica. Un secondo proiettile la disarmò della spada. Ora toccava agli altri finirla.

Anya lanciò ad Elker uno sguardo carico di odio. Me la pagherai... pensò. Poi due marinai corsero verso di lei. La ragazza saltò alle spalle di quello più vicino e gli alzò con forza il braccio in modo da parare il fendente lanciato dal secondo marinaio. Poi guidò il braccio armato del marinaio verso il petto dell'atro suo nemico. E lo trafisse. Dopodiché diede un forte pugno alla nuca del suo temporaneo aiutante facendolo svenire. Velocemente recuperò una spada.

Iniziò a piovere. Un diluvio di quelli che se ne vedono di rari, le onde si alzarono, e divennero tanto alte da sballottare qua e la i marinai sulla nave. La falla che ho indebolito pensò non resisterà a lungo. Ma neanche noi, di questo passo!

Anya stava facendo grande fatica a tenersi in equilibrio... ad un tratto vide di nuovo Elker... aggrappatasi ad una corda cominciò ad arrampicarsi per raggiungere il suo nemico...


Cacchio! Ma quella non muore mai? Si chiese il ragazzo di luce e ombre, mentre saltava su un altro gruppo di corde. Una manovra pericolosa, ma indispensabile.

Anya si arrampicava velocemente tenendo l’elsa della spada fra i denti.

Lanciò un altro dischetto, tranciando la corda su cui cercava di arrampicarsi la ragazza, poi riprese a scappare.

Anya saltò su una corda lì vicino che dondolando la portò sull’asta che reggeva la vela legata all’albero maestro, che essendo stato colpito dalla palla di cannone lanciata precedentemente non avrebbe retto a lungo… *Ma il tempo sufficiente perché io raggiunga questo sfrontato che ha osato sfidarmi…* pensò Anya e riprese l’inseguimento.

[Naz]

Ormai si trovavano faccia a faccia. “Tu mi dive qualcosa!” disse Anya.

[Naz]

“La tua vita…”

In quel momento l’albero maestro si spaccò.

Elker si sentiva come un topo in trappola. Ma non voleva lasciarlo trasparire. Iniziò a concentrare la sua energia sulla mano destra. Sarebbe stato un colpo incredibilmente forte. Ma doveva colpire quella ragazza, agile come e forse più di un felino.

Ormai si trovavano faccia a faccia. "Tu mi devi qualcosa!" disse Anya.
 
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Aethra
view post Posted on 23/9/2005, 13:08




"E, Cosa sarebbe?" Chiese, continuando a caricare il proiettile.

"La tua vita"

In quel momento l’albero maestro si spaccò.

Entrambi caddero. Anya, che si trovava più indietro, finì dritta in acqua. Elker vide il ponte della nave avvicinarsi sempre di più. Cadere dal pennone della nave significava rompersi almeno una decina d'ossa. In un attimo vaglio tutte le possibilità. La mente lavorò a velocità assurda. Portò il braccio destro avanti, e fece esplodere il suo proiettile quando fu abbastanza vicino al ponte. L'esplosione fece traballare la nave, e Elker sentì la spassa uscire dal proprio alloggiamento.

Ormai non era più il tempo di combattere. La tempesta infuriava, e la nave rischiava di venir travolta in qualsiasi momento.

Meg, che fino ad allora si era tenuta un po' più in disparte, aveva ancora in pugno la sua sciabola intenta a combattere come erano gli ordini. La tempesta la sorpresa ma non più di molto: era pirata. I pirati non si possono far cogliere da una sorpresa del genere, non durante un attacco.
Punto la sciabola verso Nathan, con l'intenzione di combattere se avesse tentato di fermarla.
"Non voglio la tua vita. Black Raven non è un assassino: voglio solo fare razzia!" disse sorridendo e puntando l'arma verso Nathan.
"Lasciami il passo!" disse fermamente.

La nave pirata venne spinta contro la nave mercantile, ed entrambe si squarciarono l'una sull'altra. Stavano affondando. Il primo pensiero di Elker fu di mettersi in salvo. Il secondo di salvare un vecchio amico. Si precipitò nella cabina del capitano, che ora si stava innalzando sulle acque, prima di ricadervi e affondarvi.

Un istante dopo, sfondava la finestra, aggrappato a una grossa asse di legno.
Elker era in acqua, aggrappato al grosso pezzo di legno. Non aveva intenzione di abbandonarlo per niente al mondo: quando le due navi sarebbero affondate, avrebbero portato con se qualsiasi cosa non galleggiasse. Quel pezzo di legno era la sua unica speranza.
Cercò di spingersi lontano dalla nave, ma era difficile: ogni onda lo travolgeva, portandolo per lunghi istanti sott'acqua. Ma lui non era intenzionato a mollare la presa.
In quel preciso istante, tuttavia, Meg fu colta da un'onda che mosse violentemente la nave scaraventandola in acqua. La ragazza lottava contro le onde burrascose quando si aggrappò alla prima tavola di legno infranta che riuscì a trovare più vicina a sé. Si aggrappò talmente forte che vi sali sopra, quasi come volesse fare del windsurf. Meg era terrorizzata sia dalla tempesta perché in tutta la sua vita aveva incontrato un mare in burrasca solo due volte e mai di quella forza, sia perché un vero pirata non avrebbe nemmeno dovuto esitare ed avrebbe dovuto mostrare più coraggio in situazioni rischiose. Anche nel pericolo, non dimostrò questo suo timore e agi con sangue freddo e mente lucida. La tavola era in balia delle onde: l'avrebbe condotta là dove avrebbe voluto.

Elker si alzò facendo forza sulle braccia, e sputando l'acqua salata del mare. Era ancora vivo. Questo era già n risultato.
Vicino a lui stava l'axit con la sua armatura dorata. Un umanide alto appena un piede, fatto interamente d'oro e di piombo, animato dalla magia.
"Come stai?" Chiese all'umanoide.
"Io sto benissimo. Tu, piuttosto?"
"Me la caverò."
Anya aprì lentamente gli occhi. Attorno a sé non vedeva altro che sabbia. Dove era la sua nave? Dove erano gli altri pirati? La ragazza si alzò lentamente facendo leva sui gomiti. Che siano tutti morti? si chiese. Ripensò ai suoi compagni e al suo capitano... con sua grande sorpresa si rese conto che questo le sarebbe mancato. Ma ora non era tempo di pensare a questo. Doveva trovare il modo per andarsene di lì. Avrebbe innanzitutto fatto il giro dell'isola, per verificare se vi fosse qualche altro sopravvissuto. Poi avrebbe pensato a costruire un'imbarcazione. Ma prima moriva dalla voglia di togliersi tutta la sabbia che aveva in faccia. Si avvicinò all'acqua e togliendosi la maschera cominciò a sciacquarsi il viso.

Meg era arrivata sull'isola trascinando le sue gambe sulla sabbia che le sporcava gli stivali corti e i pantaloni che erano raccolti da essi.
La ragazza cadde in ginocchio, poi per terra, quasi come addormentandosi. La stanchezza ben presto svanì: non sapeva dove era naufragata e questo era importante da stabilire. Meg allora continuò a trascinarsi coi i vestiti tutti sporchi di sabbia fina alla ricerca di Anya, visto che era l'unica che conosceva.
Intanto e qualche chilomento di distanza anche Guybrush si svegliò. "Voglio essere un pirata!" disse.
"SEI GIA' UN PIRATA, STUPIDO!" disse una voce alle sue spalle.
"Ah già... me ne ero dimenticato! Ma... MURREY!!!! CI SEI ANCHE TU?!?"
"Io e tutte le più potenti forze demoniache!"
"CHE BELLO! SEI ANCORA VIVO?!?" disse il ragazzo abbracciando il teschio.
"Non essere sciocco! Vivo io?!?!?!?!?!?!?" rispose il teschio. Poi aggiunse: "Adesso basta con le smancerie! Pensiamo ad andarcene di qui!"
"Uh? Si..."
Il pirata con in mano il teschio cominciò a percorrere la spiaggia: "Credi che ci troviamo di nuovo a Monkey Island?"
"Qui l'unica scimmia sei tu!" rispose Murrey.
"Uh? Io una scimmia? No io non... ehi guarda lì! Quello non è Black Reaven?"
Meg si senti chiamare con il suo falso nome.
Ah, già! La tempesta mi stava facendo dimenticare anche il mio falso nome, pensava la ragazza scuotendo il capo.
"Capitano! Siete voi! State bene?" Esordiva Meg avvicinandosi a Guybrush cercando di aiutarlo a rialzarsi.
"Certo! Ma chi ha messo questo sasso qui?!" chiese riferendosi al sasso su cui era inciampato.

"Non saprei, forse per sbaglio l'ho spostato con lo stivale...." disse la ragazza ancora un po' affaticata dopo la lotta contro le onde.

"Posso chiamarti Herman?" chiese all'improvviso il capitano.

"Ma, signore, non mi chiamo in questo modo...." disse per correggere delicatamente le proposte di nomi di Guybrush.
in effetti sono tanto abituata a cambiare nome su ogni imbarcazione che a me non farebbe la differenza

"Allora posso chiamarti Bob?"

"Ma non mi chiamo neppure Bob, capitano, mi chiamo Black Raven, ma tutti mi chiamano o Raven o semplicemente ragazzo...."
...oppure "moccioso" se si tratta di qualcuno a cui sto antipatica... Io preferirei Meg ma questo non posso dirlo si diceva tra sé e sé.

"Comunque, capitano Treepwood, mi potete chiamare come volete, a patto che io lo sappia prima, ovviamente! Per me non fa grande differenza...." continuava accennando un sorriso di scherzo che spuntava sul suo volto dai tratti gentili ed affatto marcati.
"Allora ti chiamerò Carla!" rispose Guybrush.
"Ma Carla è un nome femminile e io, per quanto giovane, sono sempre un ragazzo. Vede, capitano, è vero che io posso accettare qualunque soprannome ma da qui ad un nome femminile...."

"Davvero ti hanno chiamato in tanti modi diversi?" chiese il capitano.

"Oh, è vero, mi hanno chiamato anche in altri modi, per esempio, una volta, presso un corsaro francese poco conosciuto, il capitano Roux, ero chiamato Mec Traqué."

"Ah toupè! E' per i capelli?"

"No, affatto, non toupé. I miei capelli sono veri e sono solo miei" disse Meg giustificandosi e mostrando i suoi capelli prima di accarezzarli vigorosamente all'indietro, come per dimostrare che i capelli castani, piuttosto lunghi, erano i suoi.

Guybrush si avvicinò e glieli tirò per verificare.

"Era un soprannome non troppo bello per un pirata ma era quello che mi avevano dato dopo l'ammutinamento della ciurma, ero dunque "il ragazzo braccato". Io ero uno dei pochi rimasti fedeli al capitano destituito. Dopo un naufragio e dopo che la ciurma fu decimata da una forte tempesta, ripresi il mio nome, questo nome, Black Raven, capitano."

"E Otis? Ti posso chiamare Otis?"

"Come desidera, allora, capitano. Capitano, ma ha visto gli altri della ciurma?"

"Uh? Gli altri? No! Veramente no!"


Lentamente, quasi trascinandosi, Elker camminò fino a un tronco spezzato dalla tempesta e li si sedette.
"Ehi? Tutto ok?" Chiese il piccolo Axit, arrampicandoglisi su una spalla.
"Si. Sono solo stanco."
"Posso capirlo. Nuotare è stato faticoso. Faccio io la guardia, se vuoi dormire."
"Grazie." Rispose Elker, e sdraiatosi all'ombra del tronco, si addormentò.
Anya si era appena rimessa la maschera quando vide Elker.
"ANCORA TU?!? ORA TI... ti... " la ragazza non riuscì a finire la frase che cadde svenuta perché sfinita per la stanchezza.

Nathan si ritrovò sbalzato in mare senza accorgersi nemmeno come, e mentre osservava le due navi inclinarsi, le onde furiose lo trascinarono lontano. Fu fortunato, le correnti lo favorirono, permettendogli di allontanarsi. Aspettò in acqua sfinito, cercando di conservare le forse al più possibile, finché la tempesta si attenuò. Si rese conto che le onde lo avevano portato via, ed in lontananza scorse quello che desiderava di più da più di tre ore. Con gli ultimi sforzi, molto lentamente, si lasciò portare dall'acqua verso la scogliera che vedeva avvicinarsi. Quando toccò il terreno sassoso, la prima cosa che fece, fu di sdraiarsi sui ciottoli, e cadere privo di sensi.

Altrove, Meg reiterò la sua proposta a Guybrush.
"Capitano, andiamo a cercarli? Non è nemmeno curioso di sapere quanti sono i superstiti della sua ciurma?" gli disse la ragazza tentando di attirare l'attenzione di Guybrush, che nuovamente, si era distratto.
Speriamo che almeno stavolta non si distragga, sennò dovrò trovare un modo per toglierlo da qualsiasi distrazione. Chissà dov'è Anya, magari riuscirebbe a farlo ragionare un po' di più rispetto ad un mozzo come Black Raven... si disse la ragazza grattandosi il capo e osservando il suo capitano.
"Capitano Guybrush, ricorda l'arrembaggio, vero? Non brama anche lei accaparrarsi i tesori? Saranno naufragati anche persone della ciurma di quella baleniera.... E non vorrebbe rubare loro gli averi!".
Detto questo Meg, per un attimo si ritrasse compostamente e a testa bassa, pensando:
Ahi! Magari adesso mi prendo anche una ramanzina per non essere stata al mio posto per ciò che ho detto.
"Tesori? Quali tesori?" rispose Guybrush. "Ehi Murrey! Avevamo la nave carica di bottino?"
"Certo! Possibile che non ti ricordi mai niente?"
"Scusa un attimo!" Guybrush diede Murrey in mano a Meg e cominciò a camminare in direzione del mare.
"Dove va, capitano?" chiese Meg.
"A riprendere il bottino" disse. Poco dopo Guybrush sparì nell'acqua.
Meg guardò il muso di Murrey, poi gli chiese frastornata:
"Ed ora dove è andato il capitano?"
"Avrà deciso di raggiungere il relitto a nuoto!" fu la sua risposta.
La ragazza rimase era sconcertata e le uniche parole che riuscì a pronunciare furono:
"Adesso bisogna riportarlo a riva o desisterà da solo?!?"

Senza preavviso, una banda musicale passò svegliando tutti una scimmia a tre teste suonava i bonghi e un simpatico vecchio pazzo dirigeva e Guybrush disse: "Quanti bei ricordi!!!"

Meg ascoltò che da qualche parte c'era qualcuno che suonava. Si voltò verso Murrey e, a questo punto, senza parlare, lo prese e corse verso il luogo da cui proveniva quel suono.
"Black Raven, stupido bamboccio! Lasciami!" ordinò Murrey.
Di colpo, Meg si arrestò: vedeva scimmiette, alquanto bizzarre andare verso una direzione e, curiosa le seguì.
"Shhh.... Voglio vedere dove vanno. Sono curioso di vedere che fanno" disse Meg camminando quasi in punta di piedi.
"Ora che è sparito Guybrush, ci si mette questo ragazzino a fare le stranezze!" esclamò Murrey.

Mentre seguiva la strana banda di scimmie guidata dal vecchio pazzo simpatico,che stava aiutando portandogli un pò di strumenti di riserva
Olòrin si sorprese a pensare:"chissà quanto gireremo ancora"
per la prima volta in vita sua non era contento di aiutare,sentiva che qualcosa stava per succedere,qualcosa di sconvolgente per la sua vita.
In effetti qualcosa successe,ma non fu così sconvolgente,
per l'esatezza la banda si fermò per riposare mentre dalla foresta sbucava
un ragazzo,che l'occhio allenato di Olòrin fece diventare un pirata;"Il mio sesto senso(gli sprovveduti la chiamerebbero preveggenza)mi dice che qualcosa non è come sembra in lui"pensò Olòrin.
Il ragazzo si trascinava dietro un qualcosa,e tutti e due sembravano alquanto laceri.
"Loro si che hanno bisogno di me,e chissà che storia interessante avranno da raccontare"pensò un attimo Olòrin,e subito si avvicinò ai due che si guardavano intorno stupiti e disse solennemente:"Olòrin al vostro servizio,qualunque cosa possa fare per voi la farò,ma prima ditemi i vostri nomi e quali problemi vi turbano"
il qualcosa disse:"Manda via questa specie di crocerossina"
"Ma cosa dici?ci serve ogni aiuto possibile."sbraitò il pirata
"Comunque io sono Black Raven e questo qui è Murrey"disse infine gentilmente

La ragazza si era dimenticata, in quel momento, di camuffare la sua voce, che era risultata spiccatamente femminile, come quella di una ragazza sui diciotto anni.
"Olòrin, eh? Toh! Delle scimmie ammaestrate?!?" disse guardando verso le scimmiette che la incuriosivano.
Meg si accorse del suo errore, poi, schiarì un attimo la sua voce tossendo, come per far finta che fosse stato il vento ad averne fatto assottigliare il timbro.
"Conosci dove ci troviamo, Olòrin? Sono naufragat... Naufragato, e non so dove ci troviamo, né io né Murrey" chiese guardando per un secondo il teschio, che portava ancora in mano.
Olòrin si avvicinò a Black Raven:" Non c'è bisogno di mentire mia affascinante piratessa" gli bisbigliò nell'orecchio: "Non c'è macchia nel nascondere la propria identità, se ciò ha uno scopo, ma io non sono ancora così cieco da non riconoscere una ragazza da un mozzo di una nave pirata, ma non preoccuparti! La colpa non è tua, né di qualcosa che hai fatto, lo sapevo già da quando sbucasti dalla foresta sotto il mio sguardo, e non chiedermi come ho fatto, anch'io ho i miei piccoli segreti".
Infine si allontanò da uno stupito Black Raven e disse:
"Siete su un isola da cui è difficile partire, io stesso sono qui da mesi per scampare ad un ordine di cattura, vi abita solo questo vecchio pazzo con le sue scimmie ammaestrate e quella lì a tre teste. L'unico modo per andarsene sarebbe quello di assaltare una nave, dato che ci sparerebbero in quanto pirati se chiedessimo un passaggio , di quelle del governatore dell'isola vicina che ogni tanto (molto spesso a dire il vero) si fermano in una rada protetta a rifornirsi".
Si fermò un momento indicando un vago punto ad Est, poi ricominciò:
"Ho studiato anche un piano per farlo, ma da solo è impossibile, e anche in tre ops, scusi due e un quarto..."
Murrey disse:" Finiscila coso"
"Beh in TRE siamo ancora pochi, certo se ci fosse qualcun altro......."

"Sì, non siamo in molti e serve aiuto. Noi siamo in giro per l'isola anche per ritrovare alcune persona della nostra ciurma o, meglio, per ritrovare quelli che siano rimasti ancora vivi, incluso il nostro capitano" gli spiegò Meg annuendo.
"Sì, quello sarebbe capace di perdersi anche nella sua nave!" disse Murrey.
La ragazza guardò verso il teschio e poi verso Olòrin:
"In effetti, non sappiamo più che fine abbia fatto il nostro capitano Guybrush, nemmeno un'amica che stava sulla nostra nave. Penso che la nostra nave sia andata del tutto in pezzi, dopo la tempesta, come anche la baleniera che abbiamo assaltato. Spero che sia rimasto qualcosa dei tesori, altrimenti ci ritroviamo tutti su un'isola deserta e senza grana... Magari converrebbe vedere anche se ci sono dei sopravvissuti della baleniera, che potrebbero essere utili per questo tuo piano di fuga. Ci aiuteresti?" chiese Meg ad Olòrin dopo avergli velocemente spiegato la situazione.
Meg rimase confusa: Che succederà? pensò.
Poi si fece coraggio e si rivolse al vecchio Herman, per spiegargli la situazione.
"Salve, per caso ha incontrato qualcun altro qui nei pressi?!? Io... Noi stiamo cercando i nostri amici, naufraghi dopo la tempesta che c'è stata..." esordì Meg.
"Parla per te, Black Raven!" interruppe Murrey.
"Beh... Signore, stiamo cercando non solo la ciurma ma anche il nostro capitano che è sparito nel frattempo. Lo ha visto o ha sentito pronunciare il suo nome? Si chiama Guybrush..." gli spiegò.
"Conoscevo un Guybrush una volta" disse Herman:" ma è passato un po' di tempo, ma ora che è arrivata tutta questa gente potrò stare in compagnia per anni ,e far sentire tutte le mie composizioni e diventare famoso. Li raduno subito!" e dopo aver detto questo ordinò alle scimmie di cercare.
Stupiti Meg e Murrey guardavano, mentre Olòrin gli diceva: "Scusate se non mi stupisco, ma io l'ho già visto migliaia di volte".
Passarono buoni dieci minuti, poi le scimmie tornarono con un bel po' di gente, i resti dei due equipaggi probabilmente, e un paio di casse che sembravano ricolme di gemme e ricchezze varie.
Quando arrivarono tutti, la strana scimmia a tre teste bisbigliò qualcosa a Herman, che la bisbigliò a sua volta a Olòrin.
"Bene" disse infine quest'ultimo: "pare che oggi sia la giornata dei ritrovamenti e delle buone notizie:
se non sbaglio questi sono tutti i vostri compagni e qualcuno dei marinai della baleniera, oltre a tutti i tesori."
Sorrise e continuò: "Ma vi offro anche qualcos'altro, infatti le scimmie hanno una vista e un udito fine, e nella rada di cui vi ho parlato è ancorata una fregata del governatore, e a bordo hanno un prigioniero che chiamano capitano Guybrush, che portano ad impiccare!"
" Dobbiamo prendere per forza questa!!" disse Meg
"Esatto" annuì Olòrin con veemenza e aggiunse: "Svegliamo tutti, il mio piano dovrà essere spiegato ed attuato ora!"


Intanto, Anya si svegliò accanto ad Elker. Il suo primo istinto fu quello di ucciderlo, ma poi ci ripensò: le serviva aiuto per lasciare l'isola!
La ragazza diede un calcio al giovane per svegliarlo.
"Ma che?!" disse Elker ancora intontito dal sonno. Poi si accorse di avere una spada puntata alla gola.
"Oggi è il tuo giorno fortunato! Non ti ucciderò perché mi servi per lasciare questa dannata isola!" disse la piratessa.
"Troppo gentile!" rispose il marinaio con tono ironico.
"Avanti, andiamo!" disse Anya.
Elker si alzò e insieme al suo androide seguì la ragazza.
Dopo aver percorso dieci metri circa Anya si fermò accorgendosi della presenza di qualcun altro sull'isola.
"Ma quello non stava sulla tua nave?" chiese.
"Si. E' Nathan!" rispose Elker.
Nathan stava in piedi sulla spiaggia, quando scorse Anya: il suo primo istinto fu quello di scappare, ma per andar dove? Ci pensò, e si avvicinò ad Anya. Salutò Elker, e disse che era felice di vederlo ancora vivo. Fece conoscenza con la piratessa: “Ascolta, visto che ci troviamo tutti in queste condizioni penose, suggerirei di cercare qualcun altro… Magari può darsi che ci sia un modo per scappare da qua.”
Anya rispose convinta: “Andiamo, forza. Non voglio perdere altro tempo con voi.”
I tre si incamminarono lungo il bagnasciuga.
Mentre camminavano i tre si trovarono di fronte a una banda di scimmie.

Edited by Aethra - 23/9/2005, 14:09
 
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