| L'astrologia pretende di conoscere il futuro dall'aspetto e dalla posizione dei corpi celesti. In antico astrologia e astronomia erano quasi la stessa cosa; cominciarono ad essere distinte a partire dal I sec. d.C. e furono nettamente separate nel 1300. L'astrologia prediceva le sorti e il destino delle persone e interpretava i fatti naturali come se fossero stati eventi magici. Gli astri non erano soltanto utili, ma anche temuti: un'ecclisse o una cometa facevano spavento. Quando un pianeta pareva fermarsi e tornare indietro nel suo cammino fra le stelle, destava ansia e meraviglia. Si credeva che gli astri fossero divinità o lampade portate dagli dei, e comunque si attribuivano ad essi poteri superiori a quelli degli uomini.
Draghi, leoni, giganti: tutte le figure osservabili nelle costellazioni erano altrettante immagini divine, sempre uguali, immutabili, che palesavano il loro potere con influenze buone o cattive. Ciò era particolarmente evidente per le figure delle stelle che caratterizzavano la zona da cui sembrava via, nel corso dell'anno, sorgere il Sole. Queste figure (le costellazioni della fascia zodiacale) hanno avuto sempre una grande importanza in ogni forma di collegamento tra i destini dell'uomo e i moti celesti. Come il Sole sembra nascere ogni giorno in una certa costellazione, così per ogni uomo, il giorno della sua nascita lo lega per sempre a una determinata configurazione di astri e lo lega nel bene e nel male, in tutte le vicende della vita.
L'astrologia vide il suo più grande sviluppo nell'area mediterranea. I Sumeri la praticavano più di cinquemila anni fa, ma furono i Babilonesi a perfezionarla. Oltre ai sette pianeti, essi conoscevano duecentosettanta stelle e costellazioni, indicate le una e le altre con un solo vocabolo, i simboli dello zodiaco, che fino all'epoca dei Seleucidi furono undici (mancava la Bilancia), e le comete. Dalle "torri osservatorio" di Ninive e Borsippa i sacerdoti tenevano sotto osservazione questi corpi, ricavandone predizioni che riguardavano per più il re e il destino del paese. L'indagine comprendeva l'osservazione dell'intensità e del colore della luce della stella o del pianeta, della connessione e congiunzione con altri pianeti, con speciale riguardo alla Luna, al Sole e a Marte. Anche le comete, le meteore, le aurore boreali, i venti erano posti in dipendenza dei pianeti e delle stelle.
Verso la fine del VI sec. a.C. l'arte astrologica si diffuse fra i Persiani e quindi in Asia. Alla scuola pitagorica si deve la dottrina dell'armonia del Cosmo, e perciò la possibilità di considerare benevolmente l'idea di un influsso del cielo sulla Terra. Tale teoria si accordava con quella (nata più tardi) dei quattro o cinque elementi (acqua, terra, aria, fuoco, etere) che reagendo perpetuamente fra loro formavano l'universo. L'uomo, paragonato a un piccolo mondo, è teatro di questo processo di scambi e ogni parte del corpo umano è sotto l'influsso di un elemento o di un astro.
Nel II sec. d.C., Claudio Tolomeo codificò l'astrologia in 4 motivi basilari: 1) i pianeti (compresi il Sole e la Luna), che avevano attributi (caldi, freddi, maschili, femminili) e influenze (fisiche, fisiologiche e mentali). Il Sole, la Luna, Giove e Venere erano generalmente benefici, Marte e Saturno malefici; 2) i segni, che erano positivi o negativi, avevano virtù proprie connesse ai quattro elementi e ai quattro umori (sangue, bile, bile nera e flegma), ma erano associati a un pianeta "legislatore" con cui si trovavano in armonia e in risonanza; 3) le dodici case, che erano affini ai segni dello stesso numero e ai loro pianeti legislatori; 4) gli aspetti, che consideravano le posizioni degli astri fra loro, come la congiunzione, il sestile, la quadratura, il trigono, l'opposizione, alcune favorevoli, altre no, oppure a seconda dei casi.
Dai Greci fino a Galileo le principali forme astrologiche furono: il sistema delle interrogazioni per soddisfare le esigenze della vita quotidiana; il sistema delle elezioni per determinare il momento propizio di un'impresa: l'oroscopo, per conoscere il futuro di persone e popoli. La Chiesa cattolica condannò l'astrologia, ma molti Papi consultarono astrologi e addirittura li nominarono professori alla Sapienza. L'Umanesimo e il Rinascimento ebbero in grande stima l'astrologia in cui molti videro non una limitazione della libertà umana, ma un arricchimento di interessi ed energie.
Con l'avvento di Galileo e la scienza sperimentale l'astrologia morì. La Terra perdeva la sua posizione centrale e il Sole non era un pianeta; con Urano, Nettuno e Plutone furono scoperti nuovi pianeti che l'astrologia nemmeno aveva supposti; il cielo non era un soffitto relativamente vicino; né le stelle erano l'ultimo o il penultimo cielo; la precessione degli equinozi aveva mutato l'indirizzo dei segni,i che non corrispondevano più alle costellazioni originarie; i corpi celesti non erano divinità, né erano mossi da angeli o demoni. Il firmamento aveva perso la sua poeticità, ma l'uomo era diventato più adulto.
Ma l'astrologia e davvero morta oggi? I nostro giornali hanno la rubrica quotidiana degli oroscopi. E quanti ancora credono che un bambino nato sotto il segno del leone abbia qualità leonine? Che dire delle espressioni "lunatica", "marziale", "venerea" etc.? E quanti di noi, pur non credendo agli oroscopi non accendono la televisione e si sintonizzano con "Uno Mattina" per avere un indirizzo per la giornata?
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