La "pacgotta"

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  1. schmit
     
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    Prendere del pane duro,metterlo in frigo e dopo due ore tagliarlo a fettine, se si sbriciola è ancora meglio, deve rimanere croccante.
    Piu' duro è e meglio è.
    Posizionare i pezzi in un piatto, mettere un po' d'olio e un po' di aceto e sale. Un po' di origano, peperoncino o zenzero.
    Lasciare che l'olio e l'aceto lo inzuppino.
    Qualche aggiughina sopra e pezzetti piccoli di pomodoro, si puo', volendo aggiungere anche mozzarella di bufala.
    Lasciate riposare e gnam gnam...squisita
     
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  2. frichicchio
     
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    lo sai che non avevo mai sentito questa ricetta? deve essere buona e soprattutto economica in linea con le nostre tasce di questo momento...
     
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  3. schmit
     
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    16/9/2008 (7:16) - LA CIVILTA' DEL GUSTO
    L'Europa vien mangiando




    «Un inventario per tutti i cibi del continente»: l'appello di 320 studiosi a Sarkozy
    DOMENICO QUIRICO
    CORRISPONDENTE DA PARIGI
    Non è un omaggio all’ondata di gastronomia ecumenico-edonistica, una internazionale dei cuochi o degli esperti del palato; neppure un mostruoso catalogo continentale delle intemperanze conviviali e delle vivande mirabolanti. E’ una iniziativa serissima, che nell’intendimento dei promotori, tutti ricercatori di immacolata serietà scientifica, dovrebbe perfino contribuire a rassodare l’unità europea. Claudicante nelle «comuni origini cristiane», il continente dei Ventisette potrebbe trovare i suoi punti comuni nel baccalà e nei formaggi, negli arrosti e negli stufati, rispecchiarsi soddisfatta dal Mediterraneo al Baltico, dai Carpazi alla Foresta nera nelle secolari strategie civilizzatrici per riempire la pancia.

    Il vero luogo comune denominatore europeo sarebbe dunque, alla fin fine, la eterna questione del pane. Almeno questa è l’idea, meglio il sogno, di Francis Chevrier, direttore dell’«Istituto Europeo della storia e delle culture dell’alimentazione» che ha fondato sei anni fa all’università di Tours. Che ha come scopo l’analisi del rapporto tra l’uomo e il cibo. Non è solo, tutt’altro. Ha riunito altri 320 ricercatori di vari Paesi, storici, antropologi, sociologi e studiosi di scienze umane, e tutti insieme hanno inviato una petizione al presidente Nicolas Sarkozy e al governo francese per realizzare il primo inventario del patrimonio alimentare e culinario dell’Unione europea.

    In un’unica banca dati centralizzata e armonica vogliono riunire tutte le informazioni che riguardano le culture alimentari, i prodotti, le ricette, i metodi di fabbricazione e di utilizzo di quello che diventa poi cibo europeo. Una raccolta in cui si potrà leggere in controluce la storia delle tecniche di sopravvivenza di coloro che erano forzosamente abituati alla polenta bigia di manzoniana memoria e coloro che invece potevano attingere a mirabolanti vivande. Niente più del cibo ha sintetizzato, brutalmente e quotidianamente, la questione sociale.

    Chevrier e i suoi compagni in questa enciclopedica avventura non hanno dubbi: «Sono stati catalogati tutti i tipi di zanzare e di mosche del pianeta. Nessuno si è mai preoccupato di creare un repertorio sistematico delle tecniche, dei metodi e delle conoscenze elaborate dai contadini e dagli artigiani nel corso di generazioni. Attenzione: non è soltanto una bella raccolta che può servire ai fissati della gastronomia. Tutto questo sapere può avere conseguenze immediate e importanti in molti altri settori a cominciare dalla salute». Ci sono infatti popolazioni più sensibili che altre ad alcune malattie: incrociando le mappe dei cibi e dei saperi alimentari con quelle epidemiologiche i ricercatori potrebbero verificare le loro ipotesi.

    Ecco un enorme sfida per la Memoria: ogni qual volta muore un formaggio perché gli artigiani che lo fabbricavano non ci sono più o si perde l’uso di un determinato prodotto vegetale in cucina, è un pezzo di civiltà europea che se ne va. Come se bruciassero biblioteche, o gli infiniti dialetti del continente aumentassero il necrologio già immenso delle lingue tagliate. Il progetto di Chevrier consiste nell’istituire in ognuno dei ventisette Paesi una squadra di catalogazione coordinata da due ricercatori. Sono loro che dovranno assicurare la unanimità dei criteri di ricerca, redazione, inventario, tecniche di schedatura. Saranno appoggiati nel lavoro sul campo da analisti ingaggiati a tempo determinato, incaricati di lavorare in collaborazione con i sindacati agricoli, i produttori, le associazioni.

    da La Stampa
     
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  4. trombotta
     
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    CITAZIONE
    L'Europa vien mangiando

    quando si può...con l'aria che tira :blink: il pane pare che sia diventato un titolo di stato;è di nuovo in aumento
     
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  5. Satja
     
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    sembrerebbe una specie di pizza fatta con il pane...io la faccio spesso, ma prima ammollo il pane e poi metto sopra mozzarella e pomodorini calabresi e mozzarella e inforno
     
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4 replies since 7/9/2008, 16:39   78 views
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