MISTERO DI FANCIULLE ROMANE

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marina53
view post Posted on 18/8/2008, 11:46




Tombe, scheletri, mummie. Si scoprono Necropoli nel sottosuolo di Roma. In particolare tre sarcofagi di fanciulle pongono quesiti inquietanti. Chi erano? Come sono morte? E perche' cosi' giovani?
Insieme proveremo a dare un'identita' a queste donne scomparse prematuramente per cause ancora sconosciute.

6 febbraio 1964. Via Cassia, in un cantiere edile, si scopre il corpo imbalsamato di una bambina di 8 anni vissuta tra il 150 e il 200 d.C.. E' la Mummia di Grottarossa.
Come viveva? E, soprattutto, come e' morta? Su di essa viene eseguito l'esame necroscopico. E qui la prima sorpresa. Il corpo e' stato mummificato. Intenzionalmente o e' un caso?

Il corpo della piccola era collocato in un sarcofago scolpito sepolto a 5 m di profondità. Rimase integro fino al 1964, quando, durante gli scavi in un cantiere, venne demolito dalle ruspe, cosi' fini' a pezzi in una discarica assieme alla terra di scavo. Dapprima si penso' ad un assassinio compiuto in tempi recenti e per questo fini' all'Istituto di Medicina Legal dell'Universita' di Roma, come un qualsiasi cadavere da identificare. Il volto, perfettamente conservato subisce intanto un processo di decomposizione a causa della prolungata esposizione seguita al ritrovamento.Il Dott. Gerin, all'epoca direttore dell'Istituto, condotto l'esame necroscopico, constato' che si trattava di un corpo imbalsamato migliaia di anni prima. E qui lo sconcerto degli esperti: al corpo non erano stati asportati gli organi interni.

Nell'antica Roma non era consuetudine mummificare i defunti. Gli aristocratici poi sembra venissero cremati. Perché allora il corpo e' stato imbalsamato?

Si ipotizzo' persino che fosse morta in Egitto e poi portata a Roma, ma a poco a poco su di lei cadde il silenzio. Accanto alla piccola, oltre a rari gioielli di splendida fattura, e' stata deposta una bambola d'avorio. Forse per continuare il gioco interrotto? E probabile.
Ma lo straordinario ritrovamento di un altro sarcofago di donna contenente ancora una volta una bambola, ha indotto gli esperti a pensare che l'oggetto, forse, nasconde un segreto profondo.

Roma, 10 maggio 1889. Durante i lavori per la costruzione del Palazzo di Giustizia, viene alla luce il sarcofago di donna di 18 anni. Inciso un nome : Crepereia Tryphaena.

Il rilievo del lato corto del sarcofago presenta quelle tendenze coloristiche che caratterizzano la scultura dell'età degli Antonini e orienta la datazione negli anni intorno al 170 d.C. Tolto il coperchio, la sorpresa. Il teschio era coperto dalla folta e lunga capigliatura ondeggiante sull'acqua.
Per uno strano caso i bulbi di una pianta acquatica avevano messo le radici sul cranio. Insieme allo scheletro, orecchini, spille, anelli e una corona di mirto con un fermaglio d'argento al centro, a testimonianza che la defunta apparteneneva ad una famiglia aristocratica. Morta all'età di circa vent'anni forse durante il regno di Marco Aurelio, Crepereia fu sepolta adorna dei suoi gioielli. Sul capo una coroncina di foglie di mirto trattenuta da un fermaglio di piccoli fiori d'argento, orecchini a pendente in oro, una elegante collana d'oro con pendaglietti formati da piccoli cristalli di berillo. Una preziosa spilla d'oro con castone in ametista incisa tratteneva probabilmente la tunica di cui forse sono rimasti i resti nei frammenti di tessuto fossilizzato rinvenuti nel sarcofago.
I tre anelli, dalle dimensioni sorprendentemente ridotte, erano stati infilati nelle falangi superiori dell'anulare e del mignolo della mano sinistra; di particolare interesse è quello, ricavato nel cammeo, dove e' inciso un nome: Filetus..

Si puo' immaginare lo sconcerto degli esperti quando, anche in questo caso, si scopre una bambola.
Ma, a differenza delle altre questa e' un vero capolavoro. Inspiegabile per quel tempo

La bambola è alta venti centimetri, il viso è scolpito, la ricca acconciatura, secondo la moda dell'età antoniniana (i capelli raccolti in trecce e poi girati intorno al capo) è rappresentata con cura. I lobi delle orecchie sono forati per gli orecchini, mentre gli arti sono articolai.
Le braccia si raccordano al corpo mediante imperniatura, mentre le gambe si innestano negli appositi alloggiamenti incavati all'interno del bacino grazie ad un accurato sistema ad incastro fissato con perni; analogo collegamento rende possibili l'articolazione del gomito e del ginocchio.
Il lavoro è stato eseguito con una precisione e una perizia tali da richiedere la padronanza di uno straordinario livello tecnico, come si nota nella perfezione dell'incastro tenuto da piccoli perni perfettamente mimetizzati.

Perfetta nell'esecuzione, testimonia una maestria artigianale che non trova riscontro in altre bambole romane di quel periodo.
Come mai tanta raffinatezza di trattamento per questa piccola scultura?
E, se e' vero che si tratta di un gioco infantile, perche' e' stata seppellita con il corpo di un'adulta?
E' probabile che tra la bambola e la defunta vi sia un segreto piu' intimo? Piu' profondo?

Il mirto e la bambola inducono a pensare che la fanciulla morì prima di sposarsi.Infatti era usanza che la sposa donasse i giocattoli della sua infanzia a Venere alla Vigilia delle Nozze ma, se la padroncina moriva prima, gli oggetti la seguivano nella tomba. Crepereia ispirò al poeta Giovanni Pascoli una poesia in lingua latina, dove Egli rievoca la cerimonia funebre per la giovinetta morta poco prima del matrimonio e rivive l'amore del promesso sposo Fileto. In un passo dell'opera si legge: "...Venerique pupa nota negata est" "...riconosco la bambola promessa invano a Venere". Al momento del ritrovamento infatti il teschio era rivolto verso la bambola. Forse chi la sappelli' voleva che la fanciulla vi si rispecchiasse, per sopravvivere nell'aldila'. Questo spiegherebbe perche' la bambola incarna le sembianze delle defunta. Una giovinetta in miniatura ferma nell'ora piu' vaga della vita: quella dell'attesa.

Secondo quanto affermato dalla Dr.ssa Sommella, Dirigente Musei Capitolini la fattura della bambola, molto curata nei particolari, la classifica come un balocco di lusso. Sicuramente era vestita da sposa, gli abiti si sono dissolti nei secoli, la pettinatura, infatti, è quella che usavano le giovani donne nel giorno del loro matrimonio.

Ma un'altra bambola accanto allo scheletro di una donna di 16 anni, scoperto il 19 marzo 1993 a Vallerano, lungo la Via Laurentina, ha messo di nuovo in discussione ogni ipotesi avanzata dagli studiosi.
Cominciamo dal sarcofago, privo di iscrizioni, che ha indotto inizialmente a pensare che si trattasse di una schiava, ma una volta aperto ancora una sorpresa.

La mancanza di iscrizioni esterne alla cassa, non aiutano a collocare storicamente la defunta. Tuttavia i reperti preziosi rinvenuti servono a ricostruire i costumi e la moda dell'epoca, per ricreare l'ambiente del mondo femminile nel II secolo dopo Cristo. Il copricapo costituito da una rete di seta ricamato con 13 mila elementi d'oro, assomiglia alle reticelle rappresentate negli affreschi di Pompei.
Il cammeo in ametista, poi, di raffinata fattura, richiama Palmira, citta' della Siria. Con essa, Roma, intraprese rapporti di scambio in un periodo in cui i traffici con il mondo orientale, sotto l'Impero di Marco Aurelio, avevano raggiunto la massima intensita'. La Stele di Palmira infatti riproduce la moda palmirea, all'epoca contemporanea alla tomba di Vallerano, che in quel periodo influenzo' le dame romane.

Una schiava? Un'aristocratica? Di certo il prezioso corredo funebre e' quello di una nobile, ma non sappiamo chi fosse, ne' il perché della sua morte prematura.
Possiamo solo ammirarne il volto, ricostruito al computer.
Incredibilmente anche qui una bambola, con caratteristiche molto simili a quelle precedentemente rinvenute.
Tra gli esperti si insinua, allora, un sospetto: l'oggetto potrebbe avere un significato magico-religioso. E' possibile che la bambola venisse posizionata in modo tale da riprodurre scene di vita terrena della defunta, per accompagnarla lungo il viaggio nell'oltretomba?

Forse non lo sapremo mai, ma al di là delle informazioni storiche ciò che colpisce di questi ritrovamenti e' la presenza di minuti e fragili scheletri di donne la cui esistenza rimane un mistero, così come la morte, che le ha raggiunte precocemente.
E la morte, come sostenevano gli Egizi, e' il mistero più grande.

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