| Cap 6
Kora raggiunse finalmente la torre della maga Trupa proprio quando Quirin, Aurore, Nicetie e Roland stavano uscendo fuori di corsa. "Quirin!" disse Kora. "Kora! Che ci fai qui?" rispose lo scudiero. "Al palazzo di Vorzen dicono che... che la principessa Amberle è stata rapita!" "Rapita?!? E da chi?" "Da Nabur... del regno di Abnal!" "Devo andare! Roland! Aurore! Venite con me?"
Roland si guardò indietro, verso le rovine del castello. La torre era in frantumi, e uno dei due draghi ancora volteggiavano li sopra. Di Sir Gail non vi era più traccia, se non per il mantello impigliato in un trave di legno. Quirin si avvicinò al ragazzo: "Sono certo che sta bene." Disse "Non è rimasto sotto le macerie. L'ho visto allontanarsi inseguito dal drago." "Dovrei seguirlo." Disse Roland. Aurore era combattuta. Il suo istinto di cacciatrice l'avrebbe condotta verso i draghi, mentre ciò che le rimaneva dell'essere gentildonna la conduceva verso Abnal. Non sapeva che fare. In cuor suo, era triste perché sperava che, almeno con la morte di Trupa, il sortilegio che questa le aveva fatto avesse potuto svanire. Aurore non sapeva se questo si era spezzato o no ma, al momento della dipartita della strega, non aveva sentito nessun mutamento in sé. "C'è qualcosa che ti preoccupa?" chiese Quirin ad Aurore "No, niente..." "Eppure sembra di si!..." Già! Qui l'unico ad essere preoccupato sono io... se quel Nabur si azzarda a toccare Amberle solo con un dito io.... Kora gli strinse la mano e Quirin la guardò con stupore. La ragazza era vissuta in una realtà in cui denaro e potere erano tutto... non aveva mai conosciuto nessuno leale e idealista come Quirin... Kora si stava innamorando di lui... ed è per questo che aveva deciso di seguirlo... "Io vado." Disse all'improvviso Roland "Non posso lasciare che Sir Gail venga ucciso da quel drago!" "Aspetta Roland!" intimò Aurore allo scudiero. "Ragazzi, che facciamo? Si va dalla principessa Amberle oppure ad aiutare Sir Gail?" si rivolse ella successivamente a tutti quanti, con tono affrettato.
"Tu hai fiducia in Sir Gail, vero?" chiese Quirin. "Certo!" rispose Roland. "Allora questo è il momento di dimostrarlo! Se non è riuscito a cavarsela da solo dubito che tu possa fare molto... Ma Sir Gail è in gamba.... sono sicuro che sta bene!"
"Hai ragione, però..." "Ascolta Roland!" Quirin appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo "Ho bisogno anche del tuo aiuto per salvare la mia amata." Roland, ancora incerto, fece un cenno affermativo col capo.
Ad Abnal intanto la guerra contro l'armata di Kauron stava per iniziare. Le truppe dell'Impero erano già schierate davanti al palazzo di Nabur e si preparavano ad attaccare. Nabur, affacciato dalle mura del castello, osservava la scena mentre beveva del buon vino da una coppa. "Ahhhh! Delizioso! Questo sì che un vino di buona annata! Non trovate, Thomas?" disse all'improvviso. "Ehm... certo sire... ma non dovreste pensare alla battaglia?" "Ah ah ah! Voi vi preoccupate troppo amico mio! Possiamo contare su un forte esercito, sull'alleanza col regno di Falren e per finire su un dolce visino tenuto nelle nostre prigioni come eventuale ostaggio..." "Si... ma se le truppe di Siath di Osdec decidessero di intervenire..." "Non lo faranno... Siath sa benissimo che sarà molto difficile che Amberle esca viva da questa storia... e niente Amberle niente matrimonio, niente unione con Kauron... probabilmente starà già organizzando il matrimonio di suo figlio Vorzen con qualche altra principessa... Possiamo stare tranquilli! Alla salute!" Il re bevve un altro sorso di vino.
"COME SAREBBE A DIRE NIENTE PIU' MATRIMONIO!!!" disse Vorzen a suo padre Siath. "Proprio così! In questo momento le truppe di Kauron stanno per attaccare l'esercito di Abnal per riprendersi la loro adorata principessa... ma tu non crederai che Nabur la lasci uscire viva dal suo palazzo, vero?" "No... ma potremmo mandare qualcuno per cercare di liberarla... AVEVO FATTO DEI PIANI DANNAZIONE!" "Mmmmmm... magari farti portare lì da uno dei tuoi draghi per vedere come va la situazione...." "Lo farò!" Vorzen salì in groppa al suo fedele drago e cominciò a volare in direzione di Abnal...
La battaglia nel frattempo era iniziata.
Quando Quirin, Aurore, Roland, Kora e Nicetie arrivarono ad Abnal la guerra era ormai iniziata. Si combatteva ovunque... "Dobbiamo approfittare della confusione per entrare nelle prigioni del castello e liberare Amberle!" disse Quirin. "Ci guidi tu allora, fino alle prigioni?" chiese Aurore a Quirin, aspettando che anche gli altri dicessero la loro. "Io sono pronta." affermò la ragazza pronta a scattare in una corsa, qualora fosse stato necessario.
"Un momento!" Obiettò Roland Tutti si voltarono a guardarlo. "Sta per giungere di nuovo la notte... E, se, Aurore si trasformerà di nuovo in drago, sarà un problema li sotto."
Lontano, mentre i ragazzi stavano attraversando ben due regni, per raggiungere la principessa rapita, Sir Gail era alle prese con il suo stupido drago. Un drago rosso che aveva fiutato la preda, ed era fortemente motivato a ucciderlo. Gail dovette usare tutta la sua esperienza, il suo sangue freddo, e ogni briciolo di forza che gli rimaneva dopo lo scontro con la maga per sfuggirgli.
Era scesa la notte, e Aurore si era di nuovo trasformata in un bellissimo drago color del muschio. Volava, con in groppa, i suoi nuovi amici: Quirin, Roland, Kora e NiceTie. Il volo di un drago poteva rivelarsi il modo più facile per muoversi, quando si aveva fretta. E Aurore aveva abbastanza fretta da tentare, per un'ultima volta, di volare come un vero drago. I lunghi balzi che usava all'inizio, erano presto divenuti uno stabile volo radente, e, la nuova notte, un incerto volo libero nel cielo. Libero ma esaltante al punto che, per un momento, Aurore avrebbe preferito restare per sempre drago.
Quella terza notte di volo, ormai, Aurore era bravissima. E il volo la esaltava a tal punto che, se non fosse stato per i suoi amici in groppa, si sarebbe sbizzarrita in spettacolari evoluzioni. "Aurore!" Gridò Roland, battendole la mano sulle scaglie alla base del collo "Guarda laggiù!"
Aurore guardò verso la direzione che Roland le aveva indicato, così, iniziò a planare dolcemente ed i vigorosi battiti d'ali andavano rallentando. Alla fine il drago atterrò facendo attenzione che i rami delle piante non colpissero né lei, né i suoi passeggeri.
In basso, nella foresta, stava il drago rosso che avrebbe voluto uccidere SIr Gail. E, a poca distanza da lui il cacciatore, riverso a terra. Il drago respirava appena, con gli occhi vitrei di chi, ormai, non aveva speranza di una nuova vita. "Sono arrivati lontano." costatò Quirin, scendendo da Aurore. "SIr Gail!" esclamò Roland, correndo dal cacciatore. Ma pareva che, ormai, fosse troppo tardi. Il corpo, ancora caldo, non si muoveva e non reagiva.
"Presto! Vediamo se respira ancora!" disse Quirin e si avvicinò al corpo. "Respira ancora... Nicetie! Non hai qualcosa che possa aiutarlo a riprendersi?"
"Ha perso troppo sangue." Rispose NiceTie. "La sua morte è segnata. Come quella del drago, a quanto pare." "Non si può fare niente?" chiese, disperato, Roland NiceTie guardò verso il drago: "La gemma del cuore di drago. Stando alle antiche leggende, solo essa lo può salvare. Ma dev'essere presa da un drago appena morto, e usata subito."
"E non possiamo prendere quella di quel drago lì?" chiese Quirin. "Io sono un assistente mago." Rispose NiceTie. "Non pretenderete certo che sia io a prenderla." "Lo farò io!" Disse Roland. Prese la spada del cacciatore, e si avvicinò al drago. Questo, capite le sue intenzioni, sbuffò una piccola ma pericolosa fiammata dalle narici. Roland alzò d'istinto la spada, che lo protesse. "Yhaaaa!" Urlò, correndo verso il dragone morente, con la spada sguainata. Doveva sbrigarsi, prima che Gail morisse. Evitò il primo artiglio, lento e debole del drago. Ma non evitò il secondo, che lo sfregiò su un braccio. Infine, arrivò al petto. Ma la spada rimbalzava sulle scaglie dure del drago.
Aurore si avvicinò al drago rosso che vide a terra. "Contro un drago ci vuole un cacciatore di draghi o, in sua vece, un drago!" disse Aurore a Roland senza sapere quali fossero state le intenzioni dello scudiero. Essendo Aurore ancora un drago, questa si avvicinò al drago rosso sfoderando i suoi artigli e colpendo di scatto al petto la sua vittima. Dopo di che si rivolse a Roland dicendo: "Aiutami..." Roland si arrampicò fino al petto del drago. "Dove?" chiese, volgendosi verso NiceTie "All'interno del cuore. Cerca dentro il cuore." Senza esitare Roland affondò la mano fino alla spalla nella ferita provocata da Aurore. Il drago rosso ebbe un ultimo sussulto ma poi morì. Dove sei? Dove sei? Roland cercò, tra la carne morbida, il sangue umido, mentre il braccio si graffiava contro le ossa e le scaglie maciullate. Sentì qualcosa di duro sotto la sua mano. Che sia questa? Aveva una forma vagamente sferica, ma era frastagliata. Non riusciva a prenderla. Affondò ulteriormente la mano, fino a sporcarsi di sangue anche la base del collo, e metà voltò. Presa! pensò. Ma l'oggetto si spostò. Tentò di nuovo, infine riuscì ad afferrarlo. Tirò con forza, e stavolta la gemma venne. Con un grido di trionfo, mostrò a tutti, ancora insanguinata e irriconoscibile, come lo stesso Roland, la gemma del cuore di drago.
Aurore fece un sorriso, essendo riusciti nell'intento. NiceTie intimò allo scudiero di affrettarsi a porgergli la gemma, cosicché potesse salvare Sir Gail: "La gemma! Portami la gemma!" gli disse mentre si chinava vicino a Sir Gail, che stava ancora a terra. Roland si affrettò: in quel momento era felice di aver fatto qualcosa di utile per una persona che per lui rappresentava un esempio. Non indugiò affatto e consegnò la gemma a NiceTie, senza curarsi delle ferite che aveva riportato per estrarre la gemma dalla carcassa fresca del drago abbattuto. "Ma tu sei ferito.." gli disse il drago Aurore. Roland fece cenno come per dire che le sue ferite non erano affatto gravi. Presa la gemma, senza neanche pulirla, NiceTie la premette sul petto di Sir Gail, pronunciando delle parole in lingua antica.
"Rede ad vitam!"
Roland guardava, aspettando e sperando. NiceTie premette sul petto di Gail con tutta la forza che aveva, ma pareva che non era sufficiente. "Aiutami a spingere!" Ordinò a Roland. "Ma..." "Aiutami! La gemma deve entrare in contatto con il cuore di Gail, prima che lui muoia!" "Ti aiuto io!" disse Quirin. "Ah, finalmente! Ma come sei gentile!" disse Roland con ironia. "Ma che fine avevi fatto???" "Ho visto un'ombra sopra di me... poi ho visto Kora correre via... l'ho inseguita ma l'ho persa di vista..."
Aurore stava a guardare avvicinandosi: c'era troppa folla attorno al cacciatore di draghi. Con le sue dimensioni sarebbe stata solo di intralcio se si fosse avvicinata ancora un po'. NiceTie continuava a premere la gemma sul petto di Sir Gail, con l'aiuto degli altri.
NiceTie continuava a spingere con forza, fino a sentire che l'osso si rompeva. Bene. Ancora uno sforzo!
Aurore vedeva che Roland continuava a sanguinare, così esordì: "NiceTie! Mi potresti dire quale pianta medicinale possa curare le ferite? Così potrò andare a cercarla!" "Non vedi che sono occupato?" disse spazientito l'assistente mago al drago. "Non serve a me: non stai facendo un favore a me! Dimmi che pianta è, mentre fai quello che devi fare ed io mi renderò utile così!" affermò con tono pressante Aurore.
Kora arrivò in quel momento di corsa e col fiatone: "Mi dispiace se mi sono allontanata... speravo di sbagliarmi... ho visto il drago di Vorzen... si sta dirigendo ad Abnal! Se lo conosco bene ci sarà solo d'ostacolo...". a quel punto si accorse di Roland "Ma tu sei ferito... aspetta! Ti aiuto io!" E si avvicinò al ragazzo.
"Grazie." Disse il ragazzo, ma continuando a guardare l'uomo a terra.
"Stai tranquillo... starà bene! Ora vieni via con me in modo che possa medicarti..." disse Kora sorridendogli dolcemente.
Il ragazzo si lasciò dolcemente allontanare. Poi, mentre Kora iniziava a pulirlo del sangue di drago, fece un lungo sospiro.
"Sei stato molto coraggioso lo sai?"
"Credi?" Chiese il ragazzotto, guardando i dolci occhi della fanciulla.
"Non è da tutti affrontare un drago per salvare qualcuno..."
"Non è un gran merito: ormai quel drago stava morendo." rispose Roland, arrossendo.
"Valete molto più di quanto crediate Sir Roland!" questa affermazione fu accompagnata da un altro dolce sorriso della fanciulla.
Roland sorrise a sua volta. Con lei era diverso. Con Kora si sentiva a suo agio più che con chiunque altra.
Un urlo che aveva del sovrumano, distolse i pensieri dei due ragazzi. Gail, improvvisamente, iniziò a contorcersi, urlando di dolore.
"Che sta succedendo?" Chiese Roland, più spaventato per quella reazione che altro.
NiceTie si voltò verso di loro: "Presto gli passerà." disse.
"Tutto questo è normale allora?" chiese Aurore. "Fidati! Se non hai fiducia nelle mie capacità allora vattene pure!" disse NiceTie indispettito a Aurore. Non aveva mai sopportato i draghi, animali di cui Maga Trupa era sempre stata amica per compiere nefandezze. Un drago per lui, come rappresentava Aurore, era come ricordare la sottomissione che doveva a quella strega. Ancora non si era abituato all'idea di essere libero da ordini ed ogni domanda sul suo operato portava un senso di astio nel suo atteggiamento. Aurore non ci fece molto caso: stava assistendo a qualcosa che non aveva mai visto ma non poteva trattenersi dal fare domande: "Sta soffrendo?" chiese mentre si sedeva, guardando cosa stesse accadendo, mentre si domandava se la gemma di drago avrebbe avuto qualche ripercussione sul modo di essere del suo collega. In fondo, anche lei era una cacciatrice di draghi e drago al contempo: la sua identità, dal momento della maledizione era cambiata, accettandosi ed odiandosi allo stesso tempo, in alcuni momenti. Avrebbe anche lui sofferto di questa crisi di identità così come era stato per lei? pensava tra sé Aurore che, con il passare del tempo, stava imparando ad accettare con rassegnazione la sua condizione, anche se ciò continuava a ferirla.
"Presto il dolore passerà." Disse NiceTie. Proprio in quel momento, Gail urlò più forte, voltandosi sulla schiena. Una strana gobba si stava formando sotto il corpetto di cuoio. La gobba divenne sempre più accentuata, fino a che il corpetto non poté più trattenerla, ed esplose. Quello che mostrò fu terribile: un nuovo paio di arti, lunghi e fini si era formato sulla schiena dell'uomo. Essi continuarono a crescere, formandosi del tutto, mentre sulla schiena la pelle si trasformava in scaglie come quelle di drago, rosse come se fossero fatte di sangue e di fuoco. I nuovi arti presero forma, diventando ali di duro cuoio. Le mani si contrassero in artigli. Gail si voltò di nuovo, mostrando quello che accadeva al resto del suo corpo. I capelli divennero bianchi, e lunghi fino ad arrivare a metà della schiena. La mascella si rafforzò e i denti divennero sempre più aguzzi. Il petto divenne più grande, in modo da sostenere le nuove ali, e la pelle divenne dura come il cuoio. Altre scaglie si formarono ai lati del petto. Aurore stava guardando quella che pareva essere davvero una trasformazione: non si aspettava che immettere la gemma di drago in Sir Gail avrebbe portato ad una trasformazione. Non poteva fare altro che osservare ma la sua bocca di drago pronunciò delle parole indirizzate a NiceTie: "Sta diventando un drago? La gemma lo fa diventare un drago? E' una maledizione come quelle che faceva Maga Trupa, forse?". Le domande le venivano spontanee ed ella era totalmente incredula: aveva sperimentato sulla sua pelle un evento analogo che l'aveva segnata molto in precedenza e che, in questo momento, le pareva di rivivere indirettamente. "Non proprio." Rispose NiceTie. "Diventerà un uomo drago divino. Una razza molto rara, in questi tempi. Se accetterà di aiutarci, sarà un grande supporto tattico alla guerra che si sta scatenando. Quirin guardava stupefatto e in silenzio quanto stava accadendo. "Sir Gail!" gridò Roland e si accinse ad alzarsi per correre da lui ma Kora lo trattenne. "Fermati! Probabilmente questa è una conseguenza della cura... non ti rammaricare... se non altro è vivo!" "Sì. - rispose Roland prima di chiedere, non esattamente calmissimo, a NiceTie- Quindi hai fatto tutto questo per usarlo?" NiceTie non si scompose: "No. L'ho fatto per salvargli la vita. Ma se volesse aiutarci, non mi spiacerebbe di certo." Vatti a fidare dei maghi! - pensò Quirin - Forse non è stata proprio una buona idea portarlo con noi... Kora intanto tratteneva Roland per un braccio. Aurore nel frattempo meditava sulle ultime parole di NiceTie: Forse, almeno, è stato un bene portarlo con noi: si è dimostrato utile a qualcosa perlomeno! Finora ci ha solo cacciati nei guai e, nel momento del bisogno, non si era degnato di aiutarci se non promettendoci aiuti mai verificati. In quell'istante la ragazza trasformata stava osservando cosa stesse facendo NiceTie e le reazioni degli altri. Il suo sguardo di drago, poi, incrociò quello dello scudiero Quirin e, mentalmente, diceva tra sé e sé: Chissà cosa starà pensando in questo momento. In fondo, sembrava che la donna, la principessa rapita, suscitasse in lui qualche sentimento: sembrava essere affrettato per andare a salvarla... Il drago Aurore, in seguito, si scansò leggermente, per evitare di essere da intralcio per la trasformazione di Sir Gail, che in quel frangente non poteva fare altro che osservare. I lamenti di colui che era stato l'umano Gail, infine cessarono, lasciando il posto a un ansimante respiro. Il corpo era profondamente mutato, nell'aspetto, e forse, nello spirito. Lunghe ali rosso come il sangue si distendevano dietro di lui. Ali lunghe e grandi, adatte a portare il suo peso. Fatte di cuoio, muscolose, terminanti in un artiglio che appariva letale. E anche i suoi piedi, più lunghi, più forti, terminavano in artigli duri come il diamante, bianchi come l'avorio. Si mosse, fino ad alzarsi in piedi, incerto sulle sue nuove gambe. Non poteva poggiare il tallone, sostituito da un corno d'avorio acuminato. Doveva tenere i ginocchi piegati, le i muscoli, forti e guizzanti delle gambe, contratti. Era completamente coperto di scaglie, dei colori del sangue e dell'alba, tranne sul petto, unica parte del corpo libera da scaglie, coperta, invece, da cuoio durissimo. Il volto aveva solo un ricordo umano, negli occhi marroni tagliati in due da una pupilla triangolare. Il resto era solo linee dure, cuoio e scaglie. L'arcata sopracciliare era massiccia, e sfuggiva ai lati, andando a formare due corni lunghi e robusti. La mascella era grossa, e la bocca priva di labbra, lasciava intravedere una fila di denti aguzzi. I capelli si allungavano dietro di lui, continuando come una criniera, lungo tutto il dorso, fino alla coda, grossa e lunga anch'essa.
L'uomo- drago respirò a fatica per un po', traballando sulle gambe ancora instabili. Poi, con un urlo disumano, si alzò in tutta la sua figura imponente.
"TU!" Esclamò a gran voce, guardando NiceTie "AVREI PREFERITO MORIRE, PIUTTOSTO CHE DIVIDERE TRA DRAGO E UOMO IL MIO CORPO!!!!!"
Aurore guardava la trasformazione: non poteva aggiungere nulla ma in quel momento provava un brivido. Aveva passato anche lei una trasformazione simile, che ormai si rassegnava ad avere, pensando che allora sarebbe rimasta permanente. A causa del suo attuale aspetto di drago Aurore notava di nuovo una testimonianza della sua sorte: infatti non poté fare a meno di lanciare uno sguardo su se stessa. "Non è la fine del mondo, Sir Gail- gli disse- All'inizio magari potrà sembrarlo ma poi... Poi ci si fa l'abitudine". Pronunciate queste parole il drago Aurore voltò lo sguardo verso NiceTie, quasi interessata a sapere che tipo di incantesimo era. In quel momento era presa dalla smania non sempre ben celata di chiedere all'assistente di Trupa se avesse potuto spezzare anche il suo incantesimo ma, in quello stesso momento rammentò le parole di Trupa e rammentò anche che soltanto Trupa, che era più abile del suo assistente, avrebbe potuto spezzarle il suo sortilegio. "Lo è, invece!" Esclamò l'uomo drago. "E non chiamarmi più con il nome di quell'umano!" "Ma..." Iniziò Aurore, fu però Roland a completare: "che significa?" "Perché non glielo spieghi tu, apprendista da strapazzo?" Disse l'uomodrago. Ma NiceTie scosse la testa. "Non lo sai? Stupido uomo che crede di poter giocare con la magia! La fusione delle gemme del cuore non impone solo una fusione dei corpi, IDIOTA!" "Presto! Dobbiamo andare!" disse Quirin. Il gruppo si spinse fino alle mura della città. La guerra intanto era in atto. "Seguitemi!" disse Quirin e diresse ad ovest. Gli altri lo seguirono. Dopo circa 10 minuti si ritrovarono nei pressi di un albero vicino ad una roccia. "Aiutati a spostare la roccia presto!" disse Quirin. Sir Gail, Roland e Nicetie fecero quanto l'uomo gli aveva chiesto. Sotto la roccia c'era una porticina di marmo. "Un passaggio segreto! - disse Aurore - Come facevi a saperlo?" "Me ne aveva parlato il mio amico Thomas una volta... mentre era ubriaco... come facesse a conoscerlo lui proprio non lo so..." "Ma come facciamo ad aprirla?" chiese Kora. Quirin infilò la mano nella cavità dell'albero. C'era una specie di leva all'interno. Quirin la tirò e la porta si aprì. "Andiamo!" disse lo scudiero. "Sono troppo grosso, per passare di qui!" Esclamò l'uomo drago. "Allora," Rispose Aurore, "noi due potremo creare un bel diversivo sul castello. Del resto sta scendendo di nuovo la sera, abbiamo una notte intera davanti."
Il giorno cominciava a morire e le luci del sole cominciavano ad offuscarsi. L'imbrunire fece nuovamente avvenire la trasformazione di Aurore, le sue sembianze prendevano nuovamente l'aspetto di drago verde. Il drago allora guardò verso il drago che era stata solita chiamare Sir Gail, poi cominciò a muovere velocemente le ali prima di cominciare un volo basso, aspettando che anche l'altro facesse altrettanto. Piano piano Aurore cominciava a prendere quota in direzione delle torri più alte del castello. "Spero che così gran parte delle guardie confluiscano in cima al castello: così gli altri avranno il via libera!" disse lanciando lo sguardo verso gli altri della compagnia. Quirin, Nicetie, Roland e Kora intanto avanzavano lungo il passaggio segreto finché non sbucarono nella stanza del re. Non c'era nessuno in quel momento. "Alle prigioni, svelti!" disse Quirin. I quattro aprirono la porta sbucando in un corridoio. Nicetie cose verso una scalinata e cominciò a scendere finché... non si trovò di fronte Thomas. "Che ci fai qui?" chiese Quirin sconcertato. "Non te l'ho mai detto? Io lavoro per Nabur!" rispose Thomas con tono ironico e sfoderando la spada. "Andate avanti! - disse Quirin - a lui ci penso io!" e sfoderò anch'egli la spada. L'uomo drago rosso fece un cenno affermativo con la testa. "Anche tu senti gli istinti del drago risvegliarsi? Il desiderio del sangue?" "I sentimenti in me si mescolano: non sono più ragazza solamente ma si risvegliano anche gli istinti di drago, nonostante sia solo un sortilegio. Non saprei come definire tutto ciò." disse Aurore continuando a volare vigorosamente e volteggiare in cima al castello. Faceva acrobazie per attirare l'attenzione di quanti più soldati possibili, prima di posizionarsi per lanciare una prima fiammata. "Devo ringraziare te per avermi fatto imparare le tecniche di lancio del fuoco." disse poi la draghessa al drago Sir Gail. "Dannato! Ti sei finto un amico solo per tendere una trappola ad Amberle!" "Bravo! Per il tuo intuito hai diritto ad un premio: una morte rapida!" "Sarai tu a morire, Vigliacco!"
Kora, Roland e Nicetie intanto continuavano a scendere giù, verso le prigioni. Ad un tratto Nicetie si fermò. "Che succede?" chiese Kora. "Succede che ora voi farete un bel sonnellino..." "Cosa?!?" chiese Roland. "Acbandul sitien!" disse Nicetie. Roland e Kora caddero a terra profondamente addormentati.
"Abni abnos!" disse il mago e i due giovani furono trasportati in una prigione. Nicetie fece un sorriso maligno... poi corse su per le scale fino a raggiungere una porta situata un po' più in basso rispetto a dove si trovavano ora Quirin e Thomas. Attraversando questa porta si ritirò su una grande muraglia. Da lì poteva facilmente vedere Aurore e Gail... Nicetie cominciò a muovere le braccia in modo da attirare la loro attenzione. Perfetto! Ora dirò a Gail che Roland è stato catturato... lo attirerò in una prigione... e se vorrà essere salvato dovrà per forza darmi una delle sue scaglie... rendendomi il mago più potente del mondo!
Anche l'uomodrago soffiò. "È una sensazione meravigliosa!" Disse, ormai preso dal proprio potere. Vedo che nonostante tutto ti sei subito appropriato di questa identità, a me ha richiesto molto tempo e rassegnazione, ora cerco di prenderne i frutti, almeno non sarò più disarmata quando è buio, al calar del sole", disse all'uomo- drago, facendo una nuova fiammata sui soldati accorsi e sulle guardie che si proteggevano, come potevano, dietro i merli del castello, quando i draghi prendevano quota oppure dietro i propri scudi. "Che ne dici di approntare un attacco con gli artigli? Potremmo prenderne qualcuno e poi lasciarlo cadere giù dal castello. Mi copri mentre tento un attacco?" disse nuovamente Aurore lanciandosi già in una planata su un gruppetto di soldati. *Spero che questo diversivo dia la possibilità agli altri di muoversi nel castello con più tranquillità, se sono già riusciti a varcarne le mura* pensò tra sé la donna- drago Aurore si arrestò un momento prima di effettuare la planata d'attacco su un primo gruppo di soldati accorsi in cima al castello. "Vedi anche tu NiceTie agitare le braccia? Vorrà darci un segnale? Che dici, dovremmo andare da lui o continuiamo con l'attacco?" chiese il drago verde al drago rosso. "Meglio andare da lui." Rispose l'uomo drago. Il drago Aurore cominciò a planare verso NiceTie per sapere per quale motivo stava facendo quei segnali. Finché rimase vicina a NiceTie. L'uomo drago si voltò di nuovo a fissare l'apprendista.
"Che aspettate?!"
"È stato facile, non ti sembra?" Chiese, in tono beffardo.
"Facile dite?"
"Niente guardie, nessun problema, una semplice parola per aprire questa porta. Avresti potuto salvarli da solo. Che ti servivo io? "Mi servivate perché... BORDORUT NIENIET!!!!!!" gridò il mago e un vento fortissimo travolse Sir Gail ed Aurore, spingendoli dentro la cella.
"Traditore!" esclamò con disprezzo Aurore. "Gli altri staranno affrontando chissà quale pericolo e tu cosa fai? Ci imprigioni? Perché? Lasciaci andare: non possiamo fare nulla per i nostri amici se ci troviamo qui... Non sei così diverso da Trupa..." continuò la donna. Sapevo che non mi dovevo fidare di quella specie di mago da strapazzo! Che intenzioni avrà? Perché si comporta così? "Bhé?" Chiese "Che aspetti?"
"Arrivo - disse Aurore- andiamo allora? Credi che riusciremo ad entrare? Le nostre dimensioni non sono abbastanza ridotte per passare...."
"Queste sbarre non potranno certo resistere a i nostri fuochi, se spariamo contemporaneamente, no?"
Aurore allora cominciò a fare una fiammata aspettando di essere seguita. Il drago verde allora cominciò ad avvicinarsi in volo un po' più a Nicetie, per cercare di comprendere quali erano le sue richieste.
Subito dopo anche l'uomo drago rosso soffiò, un soffio impetuoso e distruttivo. Il ferro delle sbarre non riuscì a resistere che per pochi secondi. Poi divenne rosso, e, infine, si squagliò come ghiaccio, formando un pantano di ferro fuso sul pavimento.
Quirin intanto affrontava Thomas in uno scontro all’ultimo sangue. “Ti credevo mio amico…” disse Quirin. “Delle amicizie non te ne fai nulla… è il potere quello che conta!” Quirin lanciò un fendente contro il braccio di Thomas. L’alchimista lo parò facilmente e ne approfittò per colpire lo scudiero con un calcio nello stomaco. “Perché?” chiese Quirin. “Perché sono diventato così?… Non so… infanzia difficile forse o forse… si forse dipende dai soldi che mi ha offerto Nabur… un bel mucchio sai?” disse Thomas. “Vigliacco! Hai messo Amberle nelle mani di quel verme di Nabur!” “Andiamo!!!! Ancora dietro a quella… sai bene che sposerà Vorzen… perché ti affatichi tanto allora?” “Tu l’amore e l’amicizia non sai nemmeno cosa siano vero?” dicendo questo Quirin tentava un secondo attacco ma anche questo fallì. “Non puoi battermi! - disse Thomas - Sono stato addestrato a lungo nell’uso delle armi!” “Nonostante tutto… IO TI BATTERO’!” gridò Quirin e si gettò su Thomas ed entrambi caddero dalla scala… giù nel vuoto… Quirin e Thomas continuavano a precipitare nel vuoto... La fine sembrava vicina... quando Quirin riuscì ad aggrapparsi con una mano ad una lastra di pietra che sporgeva dalla parete della torre. Con l'altra mano il ragazzo riuscì ad afferrare il braccio di Thomas. "Perché mi stai aiutando?" chiese l'alchimista. "Perché ho sempre nutrito amicizia nei tuoi confronti... non riesco a lasciarti morire così!" "Cadremo entrambi se non mi lasci!" disse Thomas. "No, ce la faremo! Vedrai!" Quirin raccolse tutte le sue forse riuscendo a portare in salvo sia lui che Thomas. "Grazie..." disse l'alchimista, "Suppongo che ora tu voglia che ti aiuti a trovare Amberle..." Thomas sospirò. Poi disse: "Avanti! Seguimi! E prendi questa!" Thomas diede a Quirin una pozione dell'invisibilità. "Ti sarà utile!". Poi lui e lo scudiero si avviarono verso le celle.
Nel frattempo Nicetie si trovava di fronte a Nabur. Lanciando una fiamma azzurra lo incenerì. Poi afferrò la corona e se la mise in capo. "Ora qui ad Abnal il re sono io!!!!" disse il mago ridendo soddisfatto... e non accorgendosi che Aurore e Gail si erano appena liberati, mentre Roland e Kora si stavano svegliando, come sveglia era la principessa Amberle nella cella vicino.
La porta della sala del trono venne develata dal suo alloggiamento, portata a schiantarsi sul pavimento con un frastuono incredibile. L'uomo drago entrò a grandi passi nella sala del trono.
Nicetie rimase un momento a fissare immobile il suo nemico poi disse: "E così sei riuscito a liberarti... ma non ti servirà!" Nicetie cominciò a creare con la magia una sfera di ghiaccio pronto a lanciarla contro Gail.
Il drago non si degnò neanche di rispondere. Invece, sputò fuoco verso il mago. Nel frattempo Quirin e Thomas avevano raggiunto le prigioni. Le trovarono vuote. "QUIRIN!" udì lo scudiero all'improvviso. Era stata Amberle a parlare. La ragazza gli corse incontro e abbracciò l'amato. "Dove sono tutti?" chiese Quirin. "Sono andati nella sala del trono! Credono che Nicetie si trovi lì!" "Raggiungiamoli, presto!" disse Quirin guardando Thomas che fece cenno di si col capo. L'alchimista li giudò verso il luogo dove stava per svolgersi la battaglia.
Aurore si accorse di quanto stava accadendo. Non capiva il motivo di tale reazione. Anche se Nicetie non le era mai stato simpatico o una persona in cui riporre la sua totale fiducia, non lo credeva capace di fare tanto. Due secondi dopo, indirizzò una fiammata contro Nicetie. Forse non lo avrebbe colpito ma lo avrebbe almeno distratto. Nicetie creò uno scudo d'aria per pararsi dalle fiammate di Aurore e di Gail. Poi lanciò una nuova sfera di ghiaccio contro Gail.
Gail saltò, un salto che non ha niente a che vedere con i salti umani. Un salto che lo portò talmente in alto da evitare completamente l'incantesimo.
A quel punto il mago lanciò una sfera d'energia contro Aurore.
La donna dall'aspetto di drago, si alzo in un volo basso ma non fece in tempo a schivare completamente il colpo di NiceTie, rimanendo ferita ad un'ala. Dannato! Mi hai colpita ad una spalla! Pensò.
Nel frattempo Quirin, Thomas ed Amberle facevano il loro ingresso nella sala del trono. Appena videro cosa stava accadendo lo scudiero e l'alchimista bevvero la pozione dell'invisibilità di Thomas e ne diedero un po' anche a Roland. Kora invece si avvicinò ad Amberle e insieme a lei cercò un luogo dove nascondersi.
Gail corse sino l'altro lato della stanza, iniziano a menare fendenti conto Nicetie, mago e sicuramente poco esperto in combattimento
Un colpo dritto al cuore colpì Nicetie... il corpo del mago scoppiò in mille pezzi. La battaglia era finita.
Fine
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