La Dama del Castello di Nebbia

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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:02




PERSONAGGI

Julien: 16 anni, proprieteria di una locanda. Quando verrà a conoscenza della scomparsa di Sir Rubert, si metterà immediatamente alla ricerca dell'uomo, giungendo così nel castello della Dama.

Marken: 13 anni, fratello di Julien. Seguirà la sorella nella ricerca di Sir Rubert.

Adele: 12 anni. Dopo aver assistito all'uccisione di suo fratello da parte della dama i suoi capelli divennero bianchi e non riuscì più a parlare. Seguirà il gruppo partito alla ricerca di Sir Rubert, suo padre.

Aron: 20 anni. Innamorato segretamente di Julien la seguirà nella ricerca di Sir Rubert.

Adrian: 25 anni. Studioso di fenomeni paranormali si addentrerà con il gruppo all'interno del castello.

Diane: 20 anni. Affascinata dal paranormale, andando contro la volontà di suo padre, Lord Wells, si unirà a Julien e agli altri.

Cooper: 30 anni. Insieme ad altri 4 uomini si addentrerà nel castello per cercare Sir Rubert. E' iperprotettivo nei confronti di John, suo fratello minore.

Giles: 25 anni. Dongiovanni, nullafacente e curante solo del proprio aspetto, si addentrerà nel castello con il gruppo guidato da Cooper.

John: 18 anni. Il timido fratello di Cooper seguirà il fratello nella ricerca dell'uomo scomparso.

Gavilan: 30 anni. Il suo unico interesse è il combattimento con la spada che muove in una maniera ineccepibile. Seguirà Cooper.

Bugus: 30 anni. Ha modi assai rozzi. Si unirà al gruppo di Cooper.

Gatto: felino appartenente alla strega Arber aiuterà il guppo a sconfiggere la Dama.

Arber: strega custode dell'arcanum

Amabel: dama del castello di nebbia

Lord Wells: 60 anni. Padre di Diane. E' contrario all'interesse di sua figlia per il paranormale.

Sir Rubert: 60 anni. Padre di Adele, si addentrerà nel castello per distruggere la Dama che ha ucciso suo figlio. Ma perderà la vita.

Edited by Aethra - 31/8/2005, 17:03
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:17




Prologo

Alle prime luci dell'alba una carrozza attraversa una radura avvolta nella nebbia. Ad un tratto la carrozza viene fermata da una giovane donna, uscita fuori dalla nebbia, che si rivolge al cocchiere: "Vi prego signore! Aiutatemi! Sto cercando mio fratello! E' uscito ieri sera per una cavalcata e non è più tornato... lo avete visto?" "No, mi dispiace..." rispose l'uomo. "Dove può essere?!..." disse la ragazza. Poi la nebbia si diradò e lasciò intravedere un castello...
"Che succede lì fuori?" disse una voce dall'interno della carrozza.
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:17




Cap 1

"Hai sentito" Stava chiedendo Julien alla sua amica "che un altro nobile è scomparso?"
"No." Rispose questa "Ma di chi si tratta?"
"Di Ser Nosfin. Stava tornando in città con la sua carrozza... E da allora nessuno lo ha più visto."
"Passava per la strada della nebbia?"
"Esatto."

Diane cavalcò fino ad una città su cui dominava un castello.
"Adesso ci fermiamo, va bene?", disse accarezzando la criniera del suo destriero, "E' tutto il giorno che siamo in viaggio e adesso comincio a sentire la stanchezza".
"Va bene, prima però dobbiamo trovare un luogo per legare i cavalli" rispose un signore che cavalcava a fianco a lei.
"Padre, questo posto mi dà i brividi, è così tetro... Sarà opportuno permanere qui?"
"Non fare la sciocca. Hai 20 anni ed ancora credi alle storie di fantasmi e simili?" disse il duca Wells.
"Ehm... Guarda! Lì c'è una locanda, ci andiamo? Magari potranno dirci qualche informazione sulla città" propose Diane.
"Va bene." disse l'uomo prima di entrare insieme nella locanda (di Julien).

Adrian era seduto in un tavolo in fondo alla locanda (di Julien) e sorseggiava la sua birra
ho camminato moltissimo per arrivare fino a qui e quindi stanotte andrò dentro il castello per scoprire se le voci che ci sono su di esso sono vere

Mentre il duca Wells ordinava da mangiare e da bere, Diane si avvicinò alla locandiera per avere delle informazioni.
"Mi scusi, io e mio padre siamo nuovi da queste parti. L'aspetto di questa città è alquanto bizzarro. Magari avrò letto troppi libri e le mie letture avranno influenzato il mio spirito ma... Ci sono forse fantasmi da queste parti? Ehm... Non voglio mancare di rispetto, affatto ma... Cosa c'è in quel castello che domina la città?"

Julien si muoveva disinvolta tra i tavoli, mentre suo padre serviva al banco.
"Mi scusi, io e mio padre siamo nuovi da queste parti. L'aspetto di questa città è alquanto bizzarro. Magari avrò letto troppi libri e le mie letture avranno influenzato il mio spirito ma... Ci sono forse fantasmi da queste parti? Ehm... Non voglio mancare di rispetto, affatto ma... Cosa c'è in quel castello che domina la città?" Le chiese una ragazza appena arrivata.
"Il castello nella nebbia?" Chiese, come se preoccupata "Nessuno. È disabitato da anni."
"Mi sembra che vi sia qualcosa che la turba." Commentò Diane.
"Niente. Niente." Rispose Julien "Solo circolano strane voci su quel castello."
"Di che si tratta?"
"Mi scusi, ma devo continuare a servire ai tavoli."

E con Ser Nosfin sono undici gli uomini scomparsi... pensava Julien mentre continuava a lavorare Se continuiamo così questa diverrà davvero una città fantasma...

Diane tornò dal padre che si era già seduto al tavolo dopo aver ordinato.
"La gente si comporta in un modo strano... Sembra preoccupata o spaventata. Ma cosa sarà successo?" chiese la figlia.
"Non ne ho idea... Comunque mangia che si fredda e lascia stare i tuoi pensieri strampalati. Dobbiamo andare a cercarci qualche lavoro consono al titolo..." affermò il duca Wells.
"Padre, smettetela con i duelli! Sono vietati, lo sapete! L'ultima volta abbiamo avuto tanti grattacapi per scappare via dalla giustizia. Non volete fare un mestiere più "legale"?" disse Diane preoccupata.
"Un duca non si può sporcare le mani a fare dei lavori comuni, devi ricordarlo!" la ammonì l'uomo.
"Io non trovo che sia tutto questo scandalo però.."
"Lasciamo stare. Non voglio tornare più discutere con te di questi argomenti, razza di ingrata!" tagliò il discorso prima di portare alla bocca il primo cucchiaio di zuppa.
"Va bene, va bene" disse cominciando a mangiare la ragazza.

"Fantasmi!" disse all'improvviso un vecchio ubriaco che stava seduto al tavolo vicino a quello di Diane. "Fantasmi!..." ripeté e scoppiò a ridere di una risata isterica. "Dammi retta ragazzina!" disse rivolgendosi a Diane, mentre si puliva la bocca con la manica, "Stai lontana da quel posto infernale!...". Poi afferrò Diane per un braccio e avvicinandosi a lei le disse urlando: "Lì c'è il demonio!" disse l'uomo e riprese a ridere, mollando il braccio della ragazza. "Sir Rubert! Lasci in pace i miei clienti!" disse Julien. Poi prendendolo sotto braccio ordinò ad un ragazzo che lavorava lì di riaccompagnarlo a casa. "Perdonatelo signori!" disse Julien rivolgendosi a Diane e a suo padre, "Una volta era una persona di tutto rispetto... prima che..." Julien si interruppe. "Prima di che cosa?" chiese Diane. "Prima della tragedia... Il suo primogenito un giorno sparì di casa insieme a sua sorella... di lui non si seppe più nulla... sua sorella fu ritrovata il giorno seguente... vagava senza meta per la strada della nebbia... aveva un'espressione di puro terrore dipinta sul viso... il suo sguardo era perso nel vuoto e la sua voce... aveva perso la voce..."

Marken era un giovane appena adolescente, già alto per la sua età, secco nei vestiti smessi di qualcun altro. Portava i pasti ai tavoli come meglio poteva, ma inciampò malamente, rovesciano la birra a terra.
Tutta la taverna prese a ridere e a schernirlo.
"Mi scusi" Disse ad Adrian, rialzandosi e raccogliendo i cocci del boccale. "Gliene porto subito un'altra."

Adrian si voltò verso il ragazzo
"non preoccuparti ragazzo: tanto non ne voglio più di birra adesso vado a riposare" detto questo lanciò una moneta al ragazzo
"ecco la mancia...e questa è per pagare il boccale" disse mentre lanciava un altra moneta

Le parole di Julien misero timore nella ragazza che, allo stesso tempo, rimase affascinata dall'alone di mistero che circondava la città.
"Ah ah ah! Fandonie!" commentò il duca Wells.
"Ma padre! Deve pur esserci qualche motivo per le sparizioni di cui parla la ragazza!"
"E tu, Diane, perché pensi che chiunque ti dica la verità? Non vedi che ti prende in giro?"
Diane rimase ammutolita e contrariata dalle parole di suo padre. Il duca Wells pagò il conto per la cena, gettando monete sul tavolo quasi con disprezzo, poi disse:
"Mi può dare la chiave di una stanza con due letti?"
Julien accompagnò i due alla stanza e, con sarcasmo, si rivolse al signore:
"Ecco la stanza, come desideravate, signore!"
Con aria di sufficienza, il duca le rispose:
"La pagherò quando andremo via, ovviamente!". Poi lui entrò nella stanza per controllare se era adatta al suo rango.
Diane si attardò alla porta con Julien.
"Mi dispiace... E' sempre di cattivo umore quando viaggia tutto il giorno.." bisbigliò Diane giustificando il carattere sgarbato del padre. Poi dette una piccola mancia alla ragazza per la sua cortesia.

“Si, si certo! Non ci credere, vecchio stupido!” disse Julien con sdegno. In quel momento una ragazza entrò nella locanda. Non dimostrava più di 13 anni, eppure aveva i capelli completamente bianchi. La fanciulla si sedette in un angolo, tirò fuori un blocco da disegno e cominciò a ritrarre i clienti della locanda. Julien si avvicinò alla ragazzina e disse: “Hai fame, Adele?". Adele le mostrò il disegno di una mela. "Certo, cara..." disse Julien e gliene diede due.

Diane tornò nella stanza e cominciò una discussione con il duca Wells:
"Padre, scusate l'arroganza, ma c'era tutto questo bisogno di trattare male le persone che non conosciamo?"
"Figlia scellerata!! E' questo il modo in cui ti rivolgi a tuo padre??"
" Non ho alcuna intenzione di chiedervi scusa e non trovo nulla di male a essere più cordiali con gli altri. Non ci troveremmo in questa situazione se non fosse stato per voi e per il gioco d'azzardo!" replicò la ragazza.
Il duca Wells le dette uno schiaffo sul viso e continuò incollerito:
"Diane, se questo non ti sta bene, puoi pure andartene. Vuoi fare lavori comuni, non adatti al titolo nobiliare? Fai pure!!"
"Padre, il titolo è l'unica cosa che vi resta e voi vi ci nascondete dietro per giustificarvi davanti agli altri. Se questo è il prezzo, non mi importa dell'etichetta, degli inchini, di chi deve cedere il passo per strada ai nobili di rango superiore,..."
"Ingrata e scellerata!" disse l'uomo rincorrendola per la stanza.
Diane riuscì a uscire dalla stanza per tornare di sotto, alla locanda.

In quel momento le porte della locanda si spalancarono. Un uomo entrò gridando: "Presto! Sir Rubert è impazzito! In questo momento sta andando al castello! Bisogna fermarlo!". Adele scoppiò a piangere. "Aron! Io vengo con te!" disse Julien rivolgendosi all'uomo. Poi disse al fratello: "Pensa tu alla locanda!" e andò a prendere il soprabito.

Adrian senti delle voci e poi lo sbattersi di una porta...
al diavolo! Come faccio a riposare con tutto questo rumore? pensò incollerito il ragazzo mentre usciva dalla stanza e si incamminava giù per le scale.

Diane si accorse dell'accaduto, che vide solo in parte. Curiosa, la ragazza uscì fuori dalla locanda per vedere dove andavano con tanta fretta. Si avvicinò al suo cavallo accarezzandogli il muso per tranquillizzarlo. Non sapeva se seguire loro o non intromettersi. Non aveva nessuna voglia di tornare in camera per continuare ancora la discussione, né di rivedere suo padre in questo momento. Se avesse voluto, il duca Wells avrebbe seguito il suo istinto e sarebbe andato anche lui al castello, a patto che non si fosse messo di nuovo a giocare d'azzardo.

"Dobbiamo dividerci!" disse Julien "Chi viene con me e con Aron?"

"io vengo con te..."si intromise Adrian
"voglio scoprire qualcosa...ti va bene?"

"Anch'io vengo con te" disse Diane prendendo una decisione. Sciolse le redini del cavallo legate ad una sporgenza che si trovava vicino all'insegna della locanda.

"Va bene!" disse Julien mentre montava anche lei a cavallo. "Avanti andiamo!" disse Aron. Ma qualcuno si mise davanti al piccolo gruppo prima che questo potesse partire. Si trattava di Adele. "Vuoi venire con noi?" chiese Julien. La piccola fece cenno di si con la testa. "E' pericoloso!" protestò Aron. "Ma è pur sempre suo padre che è scomparso..." disse Julien. Aron fece salire la ragazzina sul suo cavallo e il gruppo partì. Marken restò qualche secondo a guardare sua sorella mentre si allontanava... poi salì sull'ultimo cavallo rimasto e si mise a seguire sua sorella.

Diane disse a mezza voce mentre il suo cavallo continuava a galoppare più velocemente:
"Io chiuderò la fila... Non so la strada, per cui seguo voi. Ma prima mi potrei sapere cosa si dice sulle persone scomparse? Queste sparizioni hanno avuto un'incidenza molto frequente?"

"Sono spariti ben undici uomini! L'unica persona uscita viva dal castello è la piccola Aline, che, come ti ho già detto, non può parlare... dobbiamo cercare di non dividerci se non vogliamo fare la stessa fine degli altri!" rispose Julien.

"Va bene" rispose Diane chiudendo la fila. Ancora il cavallo di Marken non aveva raggiunto il gruppetto. Marken non voleva che la sorella si accorgesse che li aveva seguiti, per cui si teneva leggermente più distante.

Il gruppo giunse finalmente in prossimità della strada della nebbia. "Forse è il caso di legare insieme i cavalli!" suggerì Aron, "O rischiamo di perderci!"

Diane seguì il suggerimento, assecondandolo.

Aron legò in fretta insieme tutti i cavalli e il gruppetto si avventurò
per la strada della nebbia. Marken aveva difficoltà a stargli dietro tuttavia proseguì. Più andava avanti però e più gli rimaneva difficile vedere. Quando la nebbia divenne talmente fitta da impedirgli di vedere il proprio naso, il ragazzo iniziò a preoccuparsi e gridò forte il nome della sorella.

Julien udì la voce di suo fratello in lontananza e disse tra sé e sé:
"Cosa ci fa Marken qui a quest'ora?"
Anche Diane si voltò. Essendo lei l'ultima della fila allora si offrì per tornar indietro per condurre il fratellino della locandiera al gruppo.
"Vi prego di aspettarmi, farò in un lampo" disse Diane facendo cenno allo stalliere di sciogliere momentaneamente le redini del suo cavallo.
Diane chiese a Marken gridando:
"La nebbia è troppo fitta! Parlami così sarò in grado di trovarti!"
Marken obbedì, così, al galoppo, la ragazza riuscì a ritrovarlo. Lo stesso metodo fu utilizzato per il ritorno al gruppo, prima di legare di nuovo i cavalli tutti insieme. Diane chiudeva sempre la fila.
Marken non aveva il coraggio di guardare la sorella negli occhi: sapeva che aveva disobbedito alle sue richieste, per cui temeva i suoi rimproveri.

Il gruppo riprese la ricerca di Sir Rubert... ma il tempo passava e non c'erano tracce dell'uomo. Aron gridava a squarciagola il suo nome... ma senza ottenere alcuna risposta. "Dovremmo tornare indietro..." disse Julien "Ormai non credo che ci siano più speranze di ritrovarlo...". "Credo che tu abbia ragione!" disse Aron. Adele scoppiò a piangere poi saltò giù dal cavallo dell'uomo e corse via nella nebbia. "Presto dobbiamo inseguirla!" Aron guidò il gruppo nella direzione in cui era adatta la ragazzina... Poi improvvisamente i cinque si trovarono di fronte alle gigantesche porte di un castello. Queste si spalancarono da sole come per invitare il gruppo ad entrare...

Diane si guardava attorno mentre seguiva il gruppo.
"Questo posto fa davvero venire i brividi..." disse osservando l'atmosfera cupa e quasi surreale di quel posto.
La ragazzina si avvicinava sempre di più verso l'entrata della lugubre dimora in una corsa frenetica.

Adrian scese dal cavallo ed entrò per primo il quel posto
proprio come me lo avevano descritto pensò mentre guardava le pareti incostrate.
"Dove può essere andata quella ragazzina?" chiese al gruppo
"potrebbe essere entrara!" rispose Diane
"Accidenti se è vero si sarà persa...e visto che è muta sarà difficilissima trovarla...cosa facciamo?" chiese mentre si girava verso i compagni

"Entriamo di soppiatto... Questo castello è davvero spettrale... Forse sarà disabitato e potremmo sentire i passi della bambina... Ci saranno trabocchetti?" disse a bassa voce Diane prima di ammutolirsi per udire eventuali passi della bambina. Intanto la ragazza si guardava attorno.
C'erano anche splendidi arazzi sulle pareti e le ragnatele la facevano da padrone. Era indubbio che il castello doveva appartenere ad una famiglia altolocata: di quegli anni o di epoche passate.
E' così tetro qui... pensò prima di cercare di orientarsi.

Il gruppo cominciò ad addentrarsi nel castello...non si vedeva nessuno in giro... tutto ciò che potevano udire era il rumore dei loro stessi passi... e l'unica luce che illuminava le stanze era quella delle candele appese sui muri del castello... le finestre erano murate. "Dobbiamo proseguire!" disse Aron con fermezza, tuttavia nei suoi occhi si poteva scorgere il timore che stava cominciando a provare...
Le ore passavano e di Adele non vi era alcuna traccia... e ancora c'era silenzio, silenzio assoluto... ad un tratto Aron si fermò: "Dannazione! Per questa stanza ci siamo già passati!" "Guarda che ti sbagli..." rispose Julien. "No che non mi sbaglio! Ci siamo passati un'ora fà!" "No... non era la stessa... quel quadro non c'era!" disse Julien indicando un dipinto appeso al muro. Su questo era ritratta, vista da dietro, una donna seduta davanti allo specchio che spazzolava i suoi lunghi capelli biondi... sullo specchio non vi era alcun riflesso del volto della fanciulla... a un lato del quadro era dipinto un gatto nero. Gli occhi dell'animale sembravano vivi...

Anche a Diane tutto l'interno sembrava uguale o, almeno, simile.
"Abbiamo girato diverse alle del castello ormai e della bimba ancora nessuna traccia... Ma dove sarà finita?" disse a mezza voce la ragazza dimostrando preoccupazione sulle sorti della ragazzina.
Ad ogni passo che facevano, si sentivano gli scricchiolii del legno tarlato del pavimento sotto le loro scarpe. Nei punti più adiacenti le pareti, il legno era talmente corroso da mostrare perfino l'anima di pietra ad esso sottostante.

Un'ora dopo che ebbero lasciato la stanza del quadro i cinque si ritrovarono in una gigantesca sala... al centro vi era una grossa tavola imbandita attorno alla quale erano seduti 5 uomini. "Ehilà Aron! Anche tu da queste parti?" disse un uomo dalla grossa corporatura. "E voi che ci fate qui?" rispose Aron. "Anche noi stavamo cercando sir Rubert... ma non abbiamo avuto più fortuna di voi! Sedetevi ora e mangiate con noi!" "Chi ha preparato tutto questo?" "Non lo so! Quando siamo arrivati era già tutto pronto... ma che vi importa? Sedetevi e mangiate! Oh, che sbadato! E' il caso che mi presenti: io sono Cooper! Questo ragazzo alla mia destra è il mio fratellino John, è un po' timido! Non fateci caso... Questo tizio alla sua destra è invece Bugus gola profonda!..." l'uomo si presentò con un bel rutto in faccia a Diane. "Perdonate i suo modi... questo alla mia destra è Giles il bello, non c'è bisogno che vi spieghi il suo nome..." l'uomo, di gran bell'aspetto, si alzò da tavola e fece il baciamano a Diane e a Julien. "Incantato!" disse. "E per ultimo - riprese Cooper - abbiamo Gavilan! E' il nostro combattente più abile!" Gavilan fece solo un cenno di mano e riprese a mangiare.

Che strani tipi! pensò Diane facendo finta di non osservare gli atteggiamenti dei commensali. La ragazza fece un inchino ed abbassò leggermente la testa prima di voltarsi verso gli altri del gruppo, mantenendo sempre decoro ed educazione nei confronti delle persona appena incontrate.

"Beh... ora che siamo sazi direi che possiamo andare tutti a dormire!" disse Cooper. "E dove?" chiese Aron. "Seguitemi!". L'uomo guidò il gruppo in un'ala del castello su cui si affacciavano numerose camere da letto. "Scegliete quella che volete! - disse - Questa sarà la mia!" e, sbadigliando, entrò nella prima stanza a destra chiudendosi poi la porta alle spalle. Gli altri fecero lo stesso.
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:18




Cap 2

Era ormai notte fonda. Aron era disteso sul letto... ma non riusciva a chiudere occhio. Quel silenzio lo tormentava. Il ragazzo si alzò e, presa una candela, uscì dalla stanza. Dopo aver percorso un breve tratto di corridoio all'improvviso cominciò a sentire una musica proveniente da un'arpa. Era una melodia bellissima ma estremamente triste.... il ragazzo andò nella direzione da cui proveniva la musica.... all'improvviso Aron sentì la voce di una donna che pronunciava il suo nome. "Aron vieni... vieni da me..." diceva la voce... Aron la seguì... fino ad arrivare di fronte ad una porta. L'uomo allungò la mano per aprirla quando... la musica si interruppe e un miagolio di gatto lo fece sobbalzare. L'uomo si girò di scatto... davanti a lui stava la piccola Adele con in braccio un gatto nero. Aron scrutò la piccola e chiese: "Sei stata tu a chiamarmi?". Adele fece cenno di no. "Già! Che sciocco... dimenticavo che tu non puoi parlare... bene! Torniamo dagli altri!". L'uomo fece pochi passi, poi si voltò per guardare di nuovo la porta da cui proveniva la musica.... e si accorse che non c'era più. Al suo posto c'era un muro con appeso un quadro... lo stesso che aveva già visto quella sera... ma ora il gatto nero era sparito e sullo specchio dipinto c'era ora un'immagine riflessa... l'immagine della morte...

Diane si svegliò sentendo rumori. Aveva il sonno leggero. Dormire in un posto così tetro non le dava molta sicurezza e comfort quindi rimaneva suo malgrado sempre sul chi va là. Aprì la porta della sua stanza dopo uno sbadiglio e poi si rivolse a bassa voce ad Aron:
"Ma cosa succede? Perché questo baccano?".
Diane si coprì gli occhi con una mano e poi li stropicciò infastidita dalla luce della sua candela accesa. La luce era fioca ma le pareva che le ferisse gli occhi come un intenso raggio luminoso tra le tenebre del castello.
"Non lo so! - rispose Aron - Ora chiedo! Cooper! Che succede?" "Non riusciamo più a trovare Bugus! Sembra sparito nel nulla! Dobbiamo andarlo a cercare!" rispose l'uomo. "Fantastico! Proprio adesso che avevo ritrovato Adele! Vieni con noi, Diane?"
Ma non è quello che..... pensò Diane istintivamente. Un secondo dopo, disse: "Sì vengo con voi". Lanciò uno sguardo verso la piccola Adele vedendo che era sana e salva. Avrebbe voluto chiederle dove era stata per tutto quel tempo ma sapeva che non avrebbe udito parola. Non era il tempo per chiedere spiegazioni alla ragazzina in un modo o nell'altro per cui si affrettò a chiedere a chiunque potesse smentirla nei paraggi senza alzare la voce:
"Dove avete cercato l'uomo scomparso? Così possiamo cercare negli stessi posti.."
"E' difficile orientarsi qui dentro... - rispose Cooper - ...In ogni caso Gavilan, Giles e John sono andati a destra. Quindi ci conviene andare a cercarlo a sinistra!"
"Allora andiamo a sinistra" concluse Diane facendosi luce con la fioca fiamma della sua candela. La ragazza si voltò per vedere chi la seguiva.

Cooper, Aron e Diane cominciarono a percorrere il corridoio di sinistra. Il tempo passava e di Bugus non vi era ancora nessuna traccia... fino a quando i tre giunsero in una stanza completamente buia... la candela di Diane si spense e la ragazza sentì una goccia cadere sulla sua spalla... poi un'altra e un'altra ancora... Aron sfregò un fiammifero e riaccese la candela della ragazza... con orrore i tre scoprirono che quelle non erano gocce d'acqua... ma di sangue...
Diane cercava di scrollarsi di dosso quel sangue presa dal panico. Poi tutti e tre fecero qualche passo indietro per evitare nuove gocce di sangue e guardarono verso l'alto, da cui esse provenivano. Meravigliati, si accorsero che c'era una pozza di sangue sul soffitto ma che non c'era motivo alcuno perché questo fenomeno si verificasse.
"Ma sul soffitto non c'è nulla a parte... a parte quella..." disse Diane indicando la macchia.
"...Eppure ci deve essere una spiegazione" continuò Aron pensando ad una causa.
"Forse la pozza di sangue è solo un fenomeno di filtrazione..." azzardò Cooper.
"Vuoi- vuoi dire che allora c'è qualcosa sul pavimento del piano di sopra e che il sangue lo abbia addirittura attraversato...?"
"...Fino al soffitto di questa stanza, esatto!" continuò Cooper seguendo la prima spiegazione elaborata per istinto.
I tre si diressero in fretta al piano superiore e qui, nel punto in cui doveva esserci la porta per accedere nella stanza sopra a quella in cui c'era la macchia di sangue, trovarono solamente un muro...
"Non è possibile!" esclamò Diane inginocchiandosi a terra per la disperazione.
"Tutto qui dentro sembra cambiare in continuazione, in modo illogico" affermò Aron.
"O è solo un'illusione?" mise in dubbio Cooper.
"Che vuoi dire?" chiese Diane non capendo a cosa si riferisse.
Cooper non le rispose: si avvicinò al muro tastandolo, cercando eventuali passaggi segreti nel castello. Premendo un mattone nudo del muro, delle lame fuoriuscirono dal pavimento a meno di un palmo dalle ginocchia di Diane. Diane sgranò gli occhi e si alzò subito in piedi chiedendo:
"Avete visto? Stai attento Cooper!"
"Perché? Che è successo?" chiese Cooper voltandosi verso di lei per qualche breve istante prima di tornare a tastare il muro.
"Ma... Ma... Tu Aron?" continuò la ragazza.
"Niente!" disse Aron che aiutava Cooper.
"State a vedere che ora mi sono sognata quelle lame!!!" disse Diane.
"...Trabocchetti nel castello..." disse con aria interessata Cooper.
"Coosa?" chiese Aron.
"Continuiamo le ricerche e tu aiutaci, Diane!" concluse Cooper. Diane obbedì.
I tre girarono l'angolo, per vedere se ci fosse un'altra porta da dietro... ma niente! Delusi tornarono sui loro passi e con grande sorpresa trovarono... una porta, proprio nel punto in cui prima doveva essere.
"Che diavolo succede?!" disse Aron.
I tre entrarono e... trovarono la stanza completamente vuota ma al centro di questa videro... il corpo senza vita di Bugus. La pelle era stata tolta del tutto...
Diane emise un grido per il ribrezzo al vedere la scena. Si avvicinò alle pareti: non si sentiva affatto bene. Non aveva mai visto un cadavere da vicino, tantomeno un cadavere scuoiato. Poggiò una mano sulla parete e, quando la ritrasse, vide che era sporca di sangue. emise nuovamente un grido per l'orrore. Tutti i muri della stanza erano ricoperti di sangue.
Cooper commentò l'atteggiamento di Diane:
"Quante storie! Se continui così sveglierai tutto il vicinato che si trova a miglia e miglia di distanza da qui!". Egli cercava di mantenere la calma; insieme ad Aron si avvicinò al corpo esanime di Bugus o, almeno a quello che ne restava.
Diane cadde a terra inciampando, poi posò una mano a terra per aiutarsi a rialzarsi.
"Cos'è tutto questo chiasso?" - chiese a mezza voce Cooper - "Così ci farai scoprire da qualunque cosa abbia ridotto così Bugus". Cooper e Aron esaminarono il cadavere per vedere quale potesse essere l'entità che, inoltre, gli aveva mozzato la testa. La testa di Bugus infatti giaceva a una metrata dal resto del corpo.
Diane esclamò sorpresa:
"Ma cos'è?"
"Cos'è cosa?" chiese Cooper che continuava a guardare Bugus.
"Ma questa... E'...." continuò la ragazza.
"E' una botola!" concluse Aron.
Aron sollevò la botola e tutti e tre entrarono.... il ragazzo si sarebbe aspettato di trovarsi di nuovo nella stanza in cui avevano visto la macchia di sangue sul soffitto ma non fu così: si trovavano invece nel corridoio in cui poco prima Aron aveva trovato Adele... il ragazzo istintivamente andò a vedere se c'era di nuovo la porta che stava per aprire prima dell'incontro con la bambina... ma niente! Ed ora non c'era neppure più il quadro che era apparso prima...
"Aron, cosa cerchi?" chiese in dubbio Diane.
"Il quadro... Il quadro non c'è più!" disse Aron meravigliato.
"Questo castello cambia in continuazione" sottolineò Cooper.
"Adesso dove si va? Bugus lo abbiamo trovato e -ahimè- morto!" chiese Aron agli altri.
"Cosa può averlo ridotto in tale stato?" chiese Diane.
"Non le ho la minima idea" - rispose ad entrambi Cooper prima di aggiungere- "Ma qualcuno o qualcosa
deve anche averlo ridotto in quello stato... Dobbiamo scoprire cosa..."
"Non è che ci tenga molto a fare la stessa fine di Bugus... Gli altri dove sono? ... Beh, l'unione fa la forza, giusto?" disse onestamente Diane.
"Non so dove siano, per cui, finché non li incontreremo strada facendo, continueremo da soli. Hai qualche dubbio? Se vuoi puoi pure tornare dagli altri, se hai troppa paura.." disse Aron.
"Fossi matta! Io non ritorno lì da sola! Spero solo che gli altri stiano bene" disse subito Diane.
"Hey voi due! Guardate! Non me ne ero nemmeno accorto..." disse Cooper avvicinandosi alla parete del corridoio.
"Cosa hai trovato?" chiese Aron.
Vicino a dove era posizionato il quadro, Cooper cominciò a tastare il muro. Ad un certo punto il suo braccio pareva attraversare la parete.
"Ma cooosa...?" chiese Diane.
"E' illusione... Qui c'è un varco, ben nascosto dalle pareti... E' pura illusione ottica!! Andiamo?" chiese Cooper.
Gli altri si avvicinavano a lui, quasi come sentendosi più protetti per la vicinanza gli uni con gli altri.

Il primo ad entrare nella parete fu Cooper... tutto ciò che vide fu una semplice camera da letto. Attaccato alla parete di fronte a lui c'era un letto a baldacchino matrimoniale. Le lenzuola erano in disordine... a destra c'era un mobile con sopra uno specchio e davanti una preziosissima sedia.
"Ma è il mobile del quadro! - disse Aron che era appena entrato nella stanza - Abbiamo il gatto, il mobile con lo specchio... manca solo la donna..."
Di colpo la stanza divenne buia. Un vento gelido la attraversò e la melodia che, quella stessa sera, Aron aveva sentito, cominciò a risuonare nell'aria.
"Ho paura!" disse Diane. Aron le mise un braccio attorno alla spalla per rassicurarla.
Di colpo una luce rossa si accese ad un lato della stanza e illuminò una figura femminile che, seduta ad un lato della stanza, suonava l'arpa. Il suo corpo leggiadro era ricoperto da una veste nera e sul viso la donna portava un velo, che non lasciava intravedere nulla....
La donna cominciò a cantare con voce soave:
"Chi mai in un castello potrà alleviar...
il dolor per la sorte della bella Amabel...
chi mai in un castello potrà riportar...
il tenero amato della dolce Amabel...
Dolore e morte ancor ci saran...
se un'anima pura Amabel... non fermerà...."
Si sentì una risata demoniaca. Poi la donna scomparve.
"Ma chi era quella donna?" chiese Diane tornando a farsi coraggio.
"Quella voce l'ho già sentita ma non so chi sia" rispose Aron.
"Pare che sia in lutto... I colori del velo e dei vestiti... Neri entrambi" aggiunse Diane.
"Più che altro... Che quella donna sia uno spettro che si aggira nel castello? Perché?" continuò Cooper.
"La canzone... La canzone era piena di dolore. Era agghiacciante. Qualcosa dovrebbe legarla molto a questo castello però!" disse Diane portandosi la mano al petto e stringendo il ciondolo di giada della collana che portava al collo.
"La morte o l'attesa per una vera morte, suppongo" continuò Cooper.
Il cuore di Diane si riempì di tristezza e di incertezza allo stesso tempo. Quell'apparizione l'aveva scossa nel profondo della sua anima nel ricordo di sua madre.
"La donna ha pronunciato un nome: Amabel..." continuò Cooper.
"Che sia il suo nome?" chiese Diane con voce interrotta.
"Quasi certamente" le rispose.
Aron si avvicinò indietreggiando verso una parete per darsi una visione di insieme. Qui vi era una libreria. Per sbaglio egli la urtò e fece cadere a terra un libro. Diane si voltò di scatto verso Aron, mentre Cooper intimava il silenzio avvicinandosi all'arpa per trovare lì qualche indizio. Diane raccolse ai piedi di Aron ciò che era caduto quando si accorse che si trattava di un album di bozze di disegni e ritratti vari, che lei aprì. Gli spifferi voltarono le pagine dell'album freneticamente finché non si fermarono su una pagina in cui, tra qualche miniatura dorata esplicativa, era ritratto l'esterno del castello. La ragazza richiamò l'attenzione degli altri. Alzando gli occhi, ella vide che vi erano molti altri libri in quella libreria, tutti coperti da fitte ragnatele.
C'era tuttavia un libro che era meno impolverato degli altri, e su di esso si potevano vedere impronte di dita, segno che qualcuno lo aveva spostato di recente. Diane istintivamente lo tirò fuori per sfogliarlo. Di colpo la libreria si spostò mostrando un passaggio segreto.
"Vogliamo entrare?" chiese Aron.
Diane e Cooper fecero cenno di si.
I tre entrarono. Ben presto si ritrovarono a scendere per una lunga scalinata a chiocciola. Più scendevano e più si faceva buio... la fine di quella scalinata sembrava non arrivare mai... erano passate due e ancora scendevano... scendevano...
"Torniamo indietro!" disse Diane che ormai era esausta. In quel momento la ragazza si accorse che era arrivata all'ultimo gradino della scala. E ciò che aveva di fronte era un'enorme stanza, quasi completamente vuota. Le pareti erano nere come la pece e anche il pavimento... tuttavia c'era un gigantesco disegno rosso su questo... un rosso che pareva sangue... e ciò che questo disegno rappresentava era... una stella a cinque punte.
"E' un simbolo di magia nera..." disse Cooper.
Al centro di questa c'era un leggio, illuminato da due candele rosse. I tre si avvicinarono... si poteva osservare nella polvere l'impronta di un libro... ma di questo non vi era nessuna traccia.
"Forse ora è il caso di tornare indietro!" disse Aron. Gli altri due assentirono. Risalirono allora la scala... ma quando arrivarono trovarono il passaggio bloccato.
Diane cercava un varco e dietro di lei, si trovava Aron. Cooper per primo cercò una via di uscita. I tre si muovevano adagio per poter meglio scrutare l'ambiente circostante e fare il meno rumore possibile. Aron, che stava per inciampare, afferrò il braccio di Diane per non cadere. La ragazza, presa alla sprovvista, emise un grido di spavento.
"No, no, sono io! Stavo cadendo..." si giustificò Aron.
"Ok, ma mi hai fatto prendere un bello spavento..." gli rispose Diane.
"Fate silenzio o sveglierete anche i sassi!" concluse Cooper.
Infatti, il grido di Diane svegliò Julien, che fino ad allora stava dormendo nella sua stanza. Di colpo si alzò, sentendo il grido e, preoccupata, uscì di corsa dopo essersi rivestita.
"BUGUS!!!" chiamava John ad alta voce... ma senza ottenere risposta. Gavilan invece proseguiva per il corridoio serio e silenziosissimo, come sempre, mentre scrutava ogni singolo angolo del castello. Giles invece era troppo occupato a sbadigliare per preoccuparsi di cercare seriamente l'amico. "Ma non poteva aspettare domani mattina per sparire?!? Così domani avrò le occhiaie!!!" disse. "E finiscila!!!" disse Gavilan. "Non la finisco affatto! Le occhiaie dovrei averle per aver passato la notte a spassarmela con Julien o con Diane! Non per essermene andato in giro a cercare quel maiale di Bugus!!!"
Gavilan allora commentò infastidito:
"Voi unirti a noi a cercare una persona scomparsa oppure devi ancora lamentarti per i tuoi sogni erotici infranti? C'è una persona scomparsa e tutti si stanno adoperando a cercarla senza fare troppe storie... Quindi sta' zitto e aiutaci anche tu!"
Giles allora si mise a controbattere incrociando le braccia per il disappunto:
"Hey, santarellino, neanche mi è stato mai simpatico quel Bugus! Per me, se crepasse non farebbe la differenza. Solo a vederlo mi dà i nervi!!"
John allora trovò una crepa sul muro. La crepa era abbastanza ampia da poter guardare dentro ed infilarci un intero braccio.
"Cosa hai visto?" chiese Gavilan.
"Una crepa sul muro" rispose.
"Ha-ha-ha! Uno va in cerca di un maiale, l'altro in cerca di crepe sui muri e io sto qui al seguito di due pazzi..." commentò ancora infastidito Giles.
John fece finta di non sentire e disse:
"Chi prova a sentire cosa c'è lì dentro?"
"Non guardate me!!! - disse Giles - potrebbero esserci degli animali lì dentro... magari che pizzicano e farebbero arrossire la mia bellissima pelle!"
"E va bene!!! Lo farò io! Mammolette..." disse Gavilan, e infilò la mano. In quel momento il pavimento sotto i piedi di Giles e di John crollò e i due caddero.
"Tutto bene?" gridò Gavilan.
"Si, tutto a posto! - disse Giles - Vieni qui!"
Gavilan saltò giù. Ora i tre si ritrovavano in un corridoio completamente buio.
"Arrivo subito" disse Gavilan prendendo tempo. Prese uno degli oggetti in legno tra residui di travi marci del soffitto caduti a terra, poi si strappò una manica. Strofinò sul muro una scheggia del portone del castello, che aveva preso all'entrata e, in un batter d'occhio, si procurò così una torcia.
"Gavilan, allora?" incoraggiò John.
"Ti sbrighi? Che stai facendo? Hai avuto una visione mistica lassù, forse?" rincarò la dose Giles.
"Sta' zitto, ti dico. Basta che tu pensi alle donne e per te è tutto a posto. Le tue uniche preoccupazioni sono loro e che non ti si scompiglino i capelli e che gli insetti non ti irritino la pelle... Manca solo che ti metti fondotinta e cipria e ti comporti come una vera femminuccia" rispose Gavilan scendendo con la torcia accesa per illuminare l'ambiente circostante.
"Femminuccia a chi, insulso essere che nessuna si fila?" lo schernì a sua volta Giles.
"Basta! Guardate... Andiamo qui" disse John intimando di smetterla ed indicando una direzione.
*Femminuccia! - rimuginava Giles - E solo perché cerco di piacere alle donne! E' lui che dovrebbe preoccuparsi invece!*
I tre intanto proseguivano lungo il corridoio. Ad un tratto si ritrovarono in una stanza illuminata ma completamente priva di mobili. Al centro della parete tuttavia c'era un quadro... il quadro della donna che si spazzolava i capelli davanti allo specchio.
"90 - 60 -90" disse Giles.
"Stai dando i numeri?" disse Gavilan.
"Sono le sue misure, idiota!"
"E ti pareva! Pensa sempre e solo a quello lui!..." disse sospirando Gavilan.
"E piantatela!" disse John.
Ad un tratto tutte le luci si spensero, ad eccezione di una che era proprio vicino al quadro. Si sentì un sospiro... poi un teschio apparve nello specchio dipinto sul quadro... e parlò: "Morirete tutti!" disse con voce rauca e scoppiò in una sonora risata.
"VA' ALL'INFERNO!!!" gridò Gavilan che colpì il quadro con la spada... improvvisamente un getto di sangue sgorgò dalla parete.
"DANNAZIONE! I MIEI VESTITI!" disse Giles...
"Così mi hai sporcato i vestiti brutto idiota!" continuò Giles.
"Vedi di smetterla e comincia a preoccuparti di questioni più serie Narciso che non sei altro!" replicò Gavilan.
"Guardate!" esclamò John indicando la pozza di sangue che si era formata colando dal quadro.
Gavilan si accostò alla pozza, toccò il sangue. Quando John fece altrettanto. il sangue divenne subito nero. "Ma cosa sta succedendo qui?" disse con una domanda retorica a John. "Non ne ho idea ma non mi piace affatto..." gli rispose.
Intanto Giles cercava di pulirsi con cura i suoi vestiti. John e Gavilan diedero uno sguardo veloce attorno a tutta la stanza. Le pareti cominciavano a annerirsi e l'aria aveva un odore fetido di morte.
Giles arricciò il naso lamentandosi:
"Ma che c'è qui dentro? Un topo morto? O è di nuovo colpa di quel suino di Bugus??".
Nessuno riuscì a darsi spiegazioni: nella stanza non c'era nessuna carcassa che potesse spiegarne l'olezzo.
All'improvviso si sentì uno stano rumore proveniente da una parete.
"Temo che stia per crollare!" disse Gavilan. Pochi secondi dopo la parete crollò e un fiume di sangue sgorgò da dietro di essa.
"CORRETE, SVELTI!"
Giles fu il primo a correre fuori, seguito da Gavilan e infine da John.
"Attento! Mi hai dato una gomitata sulla spalla correndo..." si lamentò Giles contro Gavilan.
"Scusa, ma se tu stai sempre in mezzo a frignare come una ragazzina di dieci anni non è colpa mia!" disse Gavilan continuando a correre distaccandosi leggermente da Giles.
"Se il tuo gomito immondo mi ha fatto un livido, io ti sgozzo, essere ignobile!" continuò Giles che correva. John li seguiva ma fu leggermente distanziato.
Mi ci mancherebbe anche questa: essere travolto da un fiume di sangue forse evocato perché quell'idiota di Gavilan ha contrariato quei pochi apprezzamenti sulle fattezze di quella bella donna ritratta nel quadro pensò Giles.
I tre raggiunsero presto il buco da cui era scesi e saltarono su.
"Scommetto che per quello che è successo è stata tutta colpa tua!" disse Giles.
"Che diavolo stai dicendo?" disse Gavilan.
"Prima hai vanificato i miei elogi alla bellezza della donna del quadro... poi lo hai colpito con la spada... mai maltrattare una donna! Neanche se dipinta!"
"Ma falla finita!!!" disse Gavilan e riprese a camminare.
"E ora vuoi continuare a cercare quel porco di Bugus? Secondo me stiamo solo perdendo tempo! Sono sicuro che si trova in qualche angolo del castello attaccato alla sua bottiglia ... Mentre io sto qui ad affannarmi a cercarlo e a sporcarmi tutto... e pensare che in questo momento potrei starmene tranquillamente in camera mia... sdraiato sul letto con la testa comodamente poggiata sul morbido seno di Julien... mentre Diane mi massaggia i piedi… poi le gambe… poi…”
“MA FALLA FINITA!!!” disse ora John. Il ragazzo era sempre piuttosto taciturno. A Gavilan e a Giles sembrò talmente strano sentirlo rispondere in quel modo che entrambi scoppiarono a ridere. Poi Giles disse: “Ho toccato argomenti troppo scabrosi per le tue giovani orecchie?”
John guardò storto i due per la risata, prima Giles poi Gavilan.
"Scusa, ma è stato più forte di me" ammise Gavilan.
"Io ritorno alla mia stanza! Non mi va di stare qui a cercare Bugus quando avrei meglio da fare..." disse Giles risoluto iniziando ad intraprendere il percorso da cui provenivano precedentemente.
"Tu cosa? Torna subito qui!!!" ordinò seriamente Gavilan.
John guardò invece dalla parte opposta e iniziò ad incamminarsi da solo, in direzione opposta a Giles.
"Hey voi due! - continuò Gavilan- si va tutti da una parte! Giles, torna qui prima che ti prenda io con la forza! Si va in quell'altra direzione!!"
"Non ho nessuna intenzione di stare qui e di seguirvi ancora. Io vado dalle ragazze!" concluse Giles.
"No! Tu ora torni qui e zitto!!" disse Gavilan prendendo e trascinando Giles per un braccio. John si estraniò dal discorso e continuò a camminare lentamente osservando l'ambiente circostante.
"Avevi dato la tua parola che saresti venuto con noi a cercare Bugus e ora tu non ti ritiri indietro così facilmente!" continuò Gavilan a Giles.
Giles tirava verso il lato opposto e disse:
"Non ho mai dato la mia parola e mollami il braccio idiota!"
"Ah, è così? Vai pure, vai pure, sai che me ne importa!" disse Gavilan lasciandogli il braccio.
Giles inciampò e cadde a terra mentre Gavilan si stava avviando verso John. A tradimento, Giles saltò addosso a Gavilan e cominciò a prenderlo a pugni esclamando:
"Questi sono per il fatto di avermi trattenuto, per avermi fatto cadere e per questo!". Giles indicò un livido.
"Basta con questa lotta da macho, venite e basta!" disse John.
Giles, vedendo Gavilan a terra, si rialzò e si diresse verso John. Lo stesso fece anche Gavilan che si ripulì il sangue sul labbro rotto e il sangue dal naso.
"Sei solo una bestia: hai un istinto bestiale in ogni caso e due soli pensieri passano nel tuo cervello: donne e narcisismo!"

"La volete finire? - disse John - Giles, guarda che se continui così rischi un occhio nero... e pensa se Gavilan ti desse un pugno in bocca facendoti cadere un dente?!?"
Giles sbiancò e disse a Gavilan: "Per questa volta te la cavi!"
Poco dopo si udì uno scricchiolio dal soffitto... il muro crollò e John si ritrovò un cadavere senza pelle fra le braccia. "Ah!" gridò lasciando cadere a terra il corpo. Gavilan si avvicinò e osservò un medaglione che il cadavere aveva al collo. Poi disse: "Riconosco questo medaglione... è di Sir Rubert... a quanto pare lo abbiamo trovato..."

Giles si teneva a distanza per evitare di avere contatto con la carcassa scuoiata del loro amico.
"Ma cosa può aver ridotto in questo stato Sir Rubert?" chiese ad alta voce Gavilan cercando di esaminare il corpo esanime straziato.
John rabbrividì guardando ancora le sue braccia insanguinate per aver tenuto per un solo istante quel corpo senza vita. Non riusciva ad emettere una parola, per cui rispose Giles:
"Non lo so e non me ne importa niente! L'ho detto, non voglio stare qui. Voglio tornare indietro e... non vorrei stare nei panni di John..." disse guardando John sporco di sangue.
"Senti, qui in giro c'è qualcosa che è capace di ridurre le persone in questo stato... Ora non so se questo possa minimamente sconvolgerti al di là dello sporco di sangue ma a me terrorizza la sola idea che qualcosa possa ridurci tutti come Sir Rubert. Dobbiamo comunque scoprire di cosa si tratta altrimenti non potremmo mai sapere cosa si cela dietro e come fermare quest'entità assassina... O credi che Sir Rubert si sia fatto da solo tutto questo??" disse Gavilan rimproverando Giles.
Infastidito, Giles fece una smorfia di disappunto e replicò:
"C'è un'altra soluzione: prendiamo armi e bagagli, raggiungiamo gli altri, ragazze incluse ovviamente, e usciamo di qui. Ritorniamo di sotto, così ritorneremo al portone e finalmente tutto sarà risolto!!" aggiunse in modo sbrigativo Giles.
"Ma chiunque sia colui che ha fatto questo a Sir Rubert potrebbe intralciare lo stesso anche il tuo vigliacco piano di fuga, Giles" disse John con voce flebile come se si sforzasse a parlare.
"Allora fate voi! Io non voglio più stare qui dentro in questa gabbia di matti!! Signor sapientone, allora, che facciamo?" chiese Giles a Gavilan con scorno.
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:19




Cap 3

Gavilan, Giles e John avevano infine deciso di tornare indietro, visto che di Bugus non avevano trovato nessuna traccia. Appena arrivarono trovarono Julien ad attenderli... la donna aveva in volto un'espressione preoccupatissima.
"Ti sono mancato?" chiese Giles.
"Aron, Diane e Cooper non sono ancora tornati... cosa può essergli capitato?"
Giles, cadendo dalle nuvole, disse: "Perché? Diane dov'è?"
"E' andata insieme a Aron e Cooper di là, nella direzione opposta alla vostra a cercare Bugus... Avete trovato qualcosa? Ma dov'è Sir..." disse Julien.
"Sir Rubert è morto... E' stato ucciso" disse Gavilan con voce grave.
"Sì... E' stato scuoiato" disse John guardandosi le braccia insanguinate.
"C'era sangue ovunque" concluse Giles che si strofinava il vestito sporco di sangue pensando di convincere così Julien a pulirlo per lui.
"Mi dispiace per Sir Rubert..." disse Julien tra la preoccupazione per l'accaduto e la desolazione per quanto era successo ad un componente del loro gruppo.
"Aspettiamo qui Diane?" chiese Giles agli altri notando che il suo intento per il lavaggio dei vestiti non era stato recepito.
"Sì, aspettiamo qui D-i-a-n-e, A-r-o-n e C-o-o-p-e-r, Giles!" corresse Gavilan.
Ad un tratto da dietro l'angolo spuntò la piccola Adele con in braccio il gatto... la bestia miagolò, poi saltò giù dalle braccia della ragazzina e andò nella direzione in cui erano andati precedentemente Aron, Cooper e Diane. Ad un trattò si fermò, girò il muso verso Julien e i tre uomini e miagolò. Poi proseguì per la sua strada...
"Credo che voglia che lo seguiamo..." disse Julien.
Dopo aver pronunciato quella frase, Julien guardò Adele e poi verso gli altri e disse:
"Ma non potrà essere pericoloso per Adele seguirci? Finora non è successo niente quando stavamo tutti insieme qui..."
"Già!" disse con aria seccata Giles verso Gavilan mentre pensò: E' stata tutta colpa di quel maiale di Bugus!
Gavilan fece cenno di non riprendere il discorso, facendo zittire Giles che guardava Julien mentre accompagnava Adele dagli altri.
"Adele, è meglio che tu stia qui con gli altri... Ti voglio sapere qui, al sicuro!" disse Julien alla piccola. Adele la abbracciò con affetto e cercò di obbedirle. Adele fu condotta dalla ragazza da Adrian e dal suo fratello.
"Bada tu a lei!" disse Julien al fratello. Indicò a Marken la direzione in cui andare, dirigendolo verso la stanza di Adrian.
Poi Julien tornò dagli altri uomini.
Giles continuava a seguire con lo sguardo tutti i movimenti della ragazza. Nel frattempo, tutti e tre si erano messi d'accordo sul seguire Julien verso il luogo in cui il gattino li avrebbe condotti.
I quattro si misero in cammino.

"Stai tranquilla Julien!... Qualunque cosa succeda ti proteggerò io!" disse Giles.
"Certo!... Purché non debba sporcarsi le manine..." disse Gavilan.
"Hai detto qualcosa?" ribatté subito Giles.
"Che ricominciate?" disse John.
Ad un tratto il gatto si fermò davanti ad un muro. I quattro cominciarono a sentire delle grida provenienti da lì... "Fateci uscire!"
Julien riconobbe la voce di Diane: "Stai tranquilla vi tireremo fuori!"
"Non temere dolce Diane! Ci sono qui io!" disse Giles.

"Allora sì che stiamo apposto!" disse a bassa voce Gavilan senza che Giles sentisse.
I quattro seguirono la voce di Diane, di Cooper e di Aron:
"Siamo qui, aiutateci ad uscire: il passaggio è bloccato!"
I quattro arrivarono in soccorso mentre Aron batteva sul muro per far localizzare la loro posizione.
"Attento. Non vorrai che ci senta anche quella donna ammantata di nero!" disse Diane sussurrando a Aron.
Cooper intimò di rimanere in silenzio un attimo. Mise l'orecchio alla parete e disse a bassa voce:
"Sono qui, si stanno avvicinando. Sento i passi. Sono in quattro… No, in cinque! Sento anche dei passi molto leggeri, troppo leggeri per essere una persona!"
"Oddio! Cos'è?!?" chiese Diane a Cooper.
"Se lo sapessi te lo direi!" disse questo con una risposta secca.
"Sono qui sotto i nostri piedi!" disse Gavilan dall'alto.
"Ah! Sono loro, fortunatamente!" disse Diane con un sospiro di sollievo.
"Bene! Aiutateci ad uscire: questo passaggio è bloccato e non sappiamo perché!" disse Aron.
Giles provò ad aprire il passaggio ostruito a mani nude ma non ci riuscì.
"Certo che quando ti ci metti riesci a fare qualcosa di buono, Giles! Mi meraviglio! Non sarà perché… Va beh, lasciamo stare! Giles, no, John! Cerca qualcosa che faccia leva per aprire il passaggio!" coordinò Gavilan.
John si diede da fare, mentre il gatto curiosava cosa stesse accadendo.
"Non fa per te, gattino, vieni in braccio, su!" disse Julien mentre prendeva in braccio l'animaletto.
"Fortunato, l'animale!" borbottò sommessamente Giles guardando il gatto.
"Allora, io e Giles cercheremo di tirarvi fuori di lì!" informò Gavilan. E' un'occasione irripetibile vedere Giles a lavoro per qualcosa di costruttivo pensò egli in mente sua.

"Siamo entrati estraendo un libro! - gridò Aron - deve esserci lì fuori una leva o qualcos'altro per fare aprire il passaggio..." Almeno spero... pensò.
Giles e Gavilan cominciarono a cercare... ma non riuscivano a trovare niente.
"E' tutto inutile!..." disse Giles e si appoggiò al muro. In quel momento il passaggio si aprì consentendo ad Aron, Diane e Cooper di uscire.

"Già cominciavo a disperare… Lì dentro l'ambiente era da far morire per claustrofobia…" disse Aron prima di respirò profondamente come per far scorta di ossigeno.
"Effettivamente là dentro l'ambiente era veramente stretto… " constatò Cooper lanciando un ultimo sguardo al passaggio da cui erano appena usciti.
"Grazie. Odio rimanere imprigionata lì dentro…" disse Diane guardando poi verso Aron e Cooper.
Giles le si avvicinò e disse:
"Non temere, ci sono qua io…". Poi le rubò un bacio. Diane subito dopo si scostò, lanciò un'occhiataccia a Giles e si avvicinò in silenzio a Julien dicendole a bassa voce:
"Tutto bene? La bambina?"
"Adele sta con mio fratello e li ho inviati verso la stanza di Adrian. E' ancora spaesata e pare che abbia un nuovo amico" sussurrò Julien a Diane mostrandole il gatto che accarezzava.
"Che diavolo stanno confabulando quelle due?" disse Giles osservando le ragazze divertito, senza poterle udire.
"Avete trovato Bugus?" chiese Gavilan a Cooper.
"Sì, morto scuoiato in una delle svariate stanze." rispose Cooper.
"Che brutta fine… Il castello pare quasi un labirinto. Ci sono passaggi tra le pareti, botole, muri che paiono cambiare posizione…" aggiunse Diane.
"Noi abbiamo ritrovato Sir Rubert: ha fatto la stessa fine di Bugus…" ammise preoccupato Gavilan.
"Già, quel maiale ha fatto la fine che si meritava." Aggiunse Giles.
"Pensa a te, Giles!" commentò John.
"Abbiamo trovato molto sangue nelle stanze." Continuò Aron.
"Anche noi" ammise John mostrando i suoi vestiti ancora sporchi. Giles fece altrettanto.
"C'era una donna: una donna vestita di nero. Cantava una canzone mentre suonava l'arpa. Era inquietante" disse Diane con aria triste tenendo ancora stretto al cuore il suo ciondolo che portava al collo.
"Bene! Dobbiamo trovarla!" disse Giles.
"Ma con ogni probabilità lei è la padrona del castello e la responsabile di ciò che sta accadendo!" disse Gavilan.
"Come sei ottuso! Una donna così bella non può aver commesso simili delitti!" rispose Giles, poi voltandosi verso Diane disse: "Non temere... io ho amore per tutte!"
A Diane quella frase sembrò talmente sciocca che in quel momento non seppe proprio cosa rispondere.
Julien intanto si avvicinò ad Aron: "Tutto bene?" gli chiese.
"Certo... - rispose il ragazzo - e tu... stai bene?"
"Certo! Perché non dovrei?" rispose la ragazza lanciandogli un sorriso.
Aron arrossì. Il ragazzo aveva da sempre un debole per Julien ma non glielo aveva mai confessato.
"E' naturale che stia bene! Era con me! Vero, piccola?". Così dicendo Giles si avvicinò alla ragazza e sollevandole il mento con un dito tentò di baciare anche lei... Ma Aron lo tirò indietro afferrandolo per una spalla e lo sbatté contro la parete. "NON- CI- PROVARE!" disse.
"Ehi! Ti ricordo che se non fosse stato per me saresti ancora lì dentro!"
"Piantala, Giles!" disse Gavilan.
"Che vogliamo fare, allora?" chiese Cooper che si stava spazientendo. "Io dico di andare via!"
Tutti diedero il loro assenso... eccetto Giles. "Non possiamo andare via senza che io abbia incontrato quella donna... voglio dire... senza aver portato via anche lei.... INSOMMA! NON VORRETE LASCIARLA QUI!"
"Si! E se non vieni lasceremo qui anche te!"
"E va bene... solo perché non mi fido a lasciare Diane e Julien nelle vostre mani!"
Il gruppo andò a riprendere Marken e Adele.
Julien e Marken si salutarono con un abbraccio fraterno:
"Tutto a posto mentre non c'eravamo?"
Adele annuiva con la testa e Marken rispose:
"Non sapevo come tranquillizzarla e così le ho cantato una canzone.."
Adele pareva aver trovato per un attimo un po' di serenità, anche se in quel momento i suoi occhioni diventavano di nuovo tristi.
"Non ti preoccupare, Adele, ti aiutiamo noi.." disse Julien alla bambina sfoggiandole il sorriso dolce.
"Dai, usciamo di qui." disse John.
Il gruppo si incamminò e a loro si riunì anche Adrian.
"Torniamo all'entrata, voglio uscire da qui" ammise Marken.
Il gruppo si incamminò. Ritrovarono la scala che li avrebbe condotti di nuovo al portone di ingresso. La scala era pericolante e gli scalini erano sdrucciolevoli al lato più esterno. Julien quasi per scivolò, così Aron le chiese permesso e, per galanteria, la prese in braccio per evitarle di cadere. Giles ne approfittò facendo altrettanto con Diane. Marken stava attento che la bambina lo precedesse e che camminasse il più vicino possibile alla parete. Tutti scesero prestando la dovuta attenzione ai gradini marci e a quelli logorati dal tempo.
Arrivati in fondo alle scale, Adele indicò a destra, come se volesse andare da quel lato a riprendere il gatto che faceva capolino.
Rimesse a terra le ragazze, Julien andò dalla bambina:
"Dobbiamo andare, Adele, vedrai che il gattino qui starà bene. Ha sempre vissuto qui.."

"Di' un po', Adrian... che stavi facendo tu mentre tutti erano impegnati nella ricerca di Bugus?" chiese Giles con tono ironico.
"Ad essere sincero non mi ero proprio accorto della scomparsa di Bugus! In quel momento non ero in camera mia ma ero nella biblioteca del castello che si trova vicino alle stanze in cui abbiamo dormito... Mi sono messo a leggere un libro e quando sono tornato ho trovato Marken solo con Adele...il ragazzo mi ha raccontato cosa era successo e così sono tornato in camera mia a prendere una candela per venirvi a cercare... ma siete tornati prima voi"
"Hai scoperto qualcosa?" chiese Diane.
"Si... il libro che stavo leggendo era la storia di questo castello... A quanto pare fu costruito secoli fa sulle rovine di un'antica torre che era dimora di maghi e di streghe dediti alla magia nera... fu Costantino V a porre fine ai loro rituali di stregoneria... il papa mise al rogo tutti... nessuno si salvò..."
"Mio Dio... Credi che sia possibile che quanto è successo sia opera di una strega tornata dal mondo dei morti per vendicarsi?" chiese Diane.
"No, lo escludo! - disse Adrian - Tutti i maghi e le streghe furono arsi vivi in un luogo lontano da qui e la torre fu subito fatta abbattere da Costantino V e i libri di stregoneria furono tutti bruciati..."
"E del castello che ci dici?" chiese Gavilan.
"Qui vissero diverse famiglie nobili. Gli ultimi residenti in questo castello furono il conte Igor Foltreroy e sua moglie Amabel..."
"Amabel, hai detto? - disse Diane - Amabel era il nome della donna che suonava l'arpa!"
Arian corrugò la fronte: "Che donna?"
Diane gli riferì per filo e per segno cosa aveva visto. Adrian alla fine del racconto sospirò: "Sul libro ho trovato scritto che questo castello fu donato ad Amabel e al conte come regalo di nozze dal padre di lei... e che alla morte del conte, la sera stessa delle nozze, una fitta nebbia si innalzò attorno alle mura... poi non c'è scritto altro..."
"Chi ha scritto il libro?" chiede Aron.
"Adesso controllo..." disse Adrian che aveva portato il libro con sè... ma con sua sorpresa le pagine del libro ora erano bianche...
"Accadono di nuovo stranezze..." si lasciò sfuggire John.
"Di cosa parli?" chiese Diane un po' allarmata.
"Sta parlando di uno specchio: è apparso un teschio che prediceva…" iniziò a dire Gavilan subito interrotto da John:
"… Morte, sì, morte!"
Diane sgranò gli occhi: non riusciva a pronunciare nessuna parola.
"Questo castello è davvero stregato… Ma se è così dovrebbe pure esserci un modo per spezzare questo sortilegio. Placare l'ira di qualcuno, esaudire il desiderio di questo spirito…" spiegò Julien.
"Ma come? E se questa donna dovesse avere sete di sangue? Io ho visto Bugus: ho visto come era ridotto, Nessun essere ragionevole e non malvagio farebbe una cosa del genere" disse Diane.
"Calma ragazze - le interruppe Giles- Non può essere stata lei, se si tratta della bella donna del ritratto!"
"E come fai a dirlo tu?" gli chiese indispettita Diane non vedendo nesso logico tra le due cose.
"Facile, zuccherino, una donna non può ferire così un uomo, anche se l'uomo fosse Bugus o Sir Rubert!" rispose Giles con aria spavalda da uomo di vita.
"Purtroppo a questo punto lo credo anche io. Dovrebbe avere una forza al di là del normale e poi come farebbe a scuoiare due persone presumibilmente nello stesso momento?!?. Bugus e Sir Ribert stavano in due posti quasi diametralmente opposti. Siamo sicuri che sia solo una l'entità che compie questi omicidi?" chiese Gavilan agli altri destando così sospetto, incredulità ed incertezza. Gavilan cercava solo una spiegazione razionale, che non riusciva a trovare.
"E' solo lei!" disse all'improvviso una voce... tutti si girarono per vedere chi avesse parlato... ma c'era solo Adele lì.
"Sei stata tu?" chiese Julien alla bambina.
La piccola scosse il capo per dire no.
"Andiamocene di qui!" disse Julien.
Il gruppo arrivò finalmente all'entrata.
"Avanti! Usciamo di qui!" disse Gavilan e aprì la porta ma... con suo grande stupore si accorse che era stata murata...
Gavilan a questo punto chiese aiuto a Giles e a Cooper:
"Aiutatemi a cercare di buttare giù questo muro… Prendete ciò che potete."
I tre uomini cercarono qualche oggetto che potesse aiutarli in quella impresa non facile. Nulla di fatto: i pochi oggetti che erano riusciti a trovare non erano abbastanza adeguati da poter sfondare il muro.
"Potremmo uscire dalle feritoie del castello: sai quante volte sono dovuto uscire dalla camera di una signora maritata dalle finestre?!?" suggerì Giles.
"Diciamo che immagino quante volte…" aggiunse Gavilan.
Sentito il discorso, Diane e Julien cominciarono a perlustrare l'ampio salone in cui si trovavano. Il salone era buio e ciò faceva presagire che anche le finestre erano murate ma le due ragazze non demordevano. I bambini rimasero con Aron, a cui Julien le aveva affidati momentaneamente.
Al loro ritorno dopo una breve perlustrazione, Diane ammise:
"Ci sono solo strettissime feritoie: nemmeno Adele potrebbe passarci attraverso però!"
"… E quelle più ampie che ci sono o sono murate o hanno inferriate fitte e spessissime da non poter neppure romperle" continuò Julien riportando agli altri del gruppo.
"Maledizione!" disse Gavilan.
ci fu un momento di silenzio... poi... "MIAOOOOO!"
Tutti si girarono. Vicino ad Adele c'era il suo amico gatto.
"Questa bestiaccia compare sempre quando meno te lo aspetti!" disse Giles.
"Non dimenticare che ci ha aiutato a trovare Diane e gli altri prima!" disse Julien.
"E come potrei dimenticarlo..." disse Giles strizzando l'occhio a Diane che girò il viso dall'altra parte.
"Seguiamolo!" disse Aron.
"Pensate che dividendoci potremmo trovare meglio un'uscita?" propose Cooper.
"Dipende se gli altri sono d'accordo. Io proporrei che Julien, Adrian, Adele e Marken rimangano tutti insieme. Magari ci diamo appuntamento da una parte ad una certa ora e noi altri ci dividiamo. Che dite? Facciamo io con Aron, … " iniziò a suggerire Gavilan.
"Io con Diane" lo interruppe Giles, che poi si rivolse alla ragazza promettendole protezione.
"E ti pareva! Allora John con Cooper? Poi ci ritroveremmo tutti qui, in quest'ampio salone. Che dite?" concluse la proposta Gavilan.
"E va bene! - disse Cooper - io e mio fratello andremo a destra, Gavilan e Aron andranno a sinistra, nella direzione in cui è andato il gatto, e Giles e Diane proseguiranno dritto"
"BENISSIMO!!! - disse Giles - "Andiamo Diane!"

Giles e Diane allora proseguirono dritto. L'ambiente circostante era sempre più tetro. Camminavano fino ad un ampio salone fino a fermarsi davanti ad una porta tutta intarsiata. Sebbene i bassorilievi avessero forme aggraziate, la polvere e le ragnatele ne ricoprivano la bellezza ignea. Tra le figure di questo portone spiccava una in particolare: una donna molto bella quasi in procinto di formulare un sortilegio e, attorno a lei, anime dannate e ninfe. La donna al centro pareva quasi impersonare la malvagità di un'epoca passata suscitando una sensazione di timore in Diane, che si avvicinò al portone socchiuso. Giles le si avvicinò, commentando la bellezza delle ninfe, poi scrollò le spalle quasi per farsi gioco del timore che la strega incuteva a Diane.
"Hai paura di un portone?" chiese lui.
"No, affatto! Tuttavia sembra "vivo". Non so come definirlo ma da l'idea che ci stia spiando" ammise Diane.
"Se è tutto questo che ti dà fastidio, dolcezza, entriamo nella stanza che non ti darà più fastidio!" disse Giles accompagnando, con una mano appoggiata sulle spalle di Diane, il movimento di lei.
Entrarono nella stanza e Diane esclamò a bassa voce:
"Ora sì che mi sento più tranquilla! Questa sala è piena di quadri con l'aspetto orrendo e questi paiono davvero fissarci con sguardo malvagio".
"Non preoccuparti, ti dico. Nessuno potrà farti del male finché ci sono io con te" disse Giles sorridendole maliziosamente.
Effettivamente l'armatura, che era posta all'ingresso, si mosse. L'elmo si voltò verso i due ospiti ed una freccia fu scoccata colpendo di striscio il braccio di Diane.

Intanto Aron e Gavilan seguivano il gatto.
"Chi lo avrebbe mai detto che le nostre speranze sarebbero state riposte in una bestia a quattro zampe?!" disse Aron.
"Già..." rispose Gavilan.
Il gatto si infilò in una stanza buia...
I due vi entrarono... all'interno seduta su una sedia... una vecchia...
"Chi siete?" chiese Gavilan.
La vecchia non rispose subito. Aspettò che il felino le fosse salito sulle ginocchia... poi, mentre lo accarezzava, disse: "Chi sono io? eh eh eh! Il mio nome è Arber... e sono l'ultima rimasta delle streghe che un tempo vivevano in questo luogo..."
"Il gatto è suo?" chiese Aron.
"Si... io e lui eravamo i custodi dell'Arcanum..."
"L'Arcanum?" chiese Gavilan.
"Il libro proibito... in esso racchiude antichissime formule di magia nera... formule che non avrebbero mai essere dovute lette... ma non fu così.."
"Chi le lesse?"
"Lei... fu lei... io ho sbagliato, ho commesso un grave errore, E' COLPA MIA!" La vecchia si alzò all'improvviso e si gettò a terra piangendo disperata: "Volevo solo dare un po' di conforto a una giovane disperata! Avrebbe dovuto finire subito!"
"Finire subito cosa?" Chiese Aron.
La vecchia scoppiò in una risata isterica e disse con una voce d'oltretomba: "IL PATTO CON LA MORTE! AH AH AH..." poi ricadde a terra morta.

"Ma tu non dicevi che.." disse Diane rivolta verso Giles, che controllava la ferita della ragazza.
La frase di lei fu interrotta da un ennesimo bacio che Giles le rubò.
"Ma che diavolo ti viene in mente?!? Una volta passi, una seconda però è da villani!!" reclamò la ragazza.
"Però non mi hai respinto!" disse Giles con un sorrisetto sulle labbra.
"Ah no???" esclamò Diane dandogli uno schiaffo su una guancia prima di aggiungere "Non si tratta così una ragazza perbene, che neppure conosci affatto!"
"Suvvia, non è che una ferita di striscio" continuò Giles noncurante di ciò che gli aveva appena rimproverato e face il baciamano sulla candida mano di Diane.
In quel frangente si udì un nuovo cigolio: la lancia dell'armatura cadde a terra facendo frastuono.
Diane si voltò subito atterrita, Giles fece il gradasso in una erculea posa, come se potesse spaventare l'armatura.
"Ti prego, andiamo via di qui, cerchiamo un'uscita da un'altra parte!" propose intimorita Diane.
Giles, che capiva che lo scontro sarebbe stato impari, decise di seguire il suo consiglio. Di corsa, i due passavano nella stanza successiva, alla destra del salone in cui si trovarono, sotto lo sguardo di ciascuna effigie ritratta sui quadri appesi alle pareti. Dagli occhi di questi ritratti, uscirono fuori dardi che i due schivarono. Entrambi si ritrovarono in un altro salone, dove evidentemente, un tempo si svolgevano i balli.

"Niente!" disse Cooper.
Era da un bel po' che lui e John andavano avanti... ma di un'eventuale uscita non vi era ancora nessuna traccia...
"Che cos'è questo suono?" John sentì ad un tratto la musica di un'arpa.
"Dove vai?" chiese Cooper vedendo il fratello allontanarsi.
"Viene da questa parte!" disse John e corse via.
"Aspetta!" gridò Cooper ma non riuscì a fermare il fratello. Lo vide correre fino ad una porta... lo vide entrare... poi la porta sparì....

Aron era ancora esterrefatto, Gavilan non era da meno.
"Ma che diavolo era quella?" chiese Aron indicando il corpo della vecchia.
"Quella strega custode di quell'Arcanum era davvero singolare" disse Gavilan avvicinandosi al corpo della vecchia.
"E' un modo più carino per non dire che era una vecchia pazza.." parafrasò Aron guardando a distanza cosa stava facendo l'amico.
Gavilan voltò il corpo della donna per constatare cosa fosse successo. La sua mano tremava non per terrore ma per la tensione pensando a come reagire nel caso in cui si fosse mossa. In effetti quel castello era tutto singolare, per cui ogni certezza, al suo interno andava sbriciolandosi minuto dopo minuto. Gavilan iniziava mettere un po' da parte, anche se solo al livello del suo inconscio, la sua razionalità. Prese la donna e la voltò girandola su una spalla. Con grande stupore suo e dell'amico, la vecchia non si mosse, anzi, al tocco di Gavilan si polverizzò lasciando a terra un'orma più scura, che ricalcava la posizione del cadavere. La polvere in cui il corpo della vecchia si era tramutato si sparse per tutto l'ambiente circostante. E l'atmosfera si incupì acquisendo un tono lugubre.
Gavilan tornò in sé e poi rifletté ad alta voce: "La vecchia ha parlato di patto con la morte.. Cosa intendeva? Avrà a che fare con l'uccisione di Bugus e di Sir Rubert?"
Aron gli rispose solo con un gesto: alzò le spalle non sapendo più come giustificare gli avvenimenti.

John era affascinato da quella melodia... non si accorse neppure della porta scomparsa alle sue spalle... sollevò lo sguardo e vide davanti a sé una bellissima figura di donna con il volto coperto da un velo... la fanciulla cominciò a cantare:

Chi mai al mondo potrà risanar...
le ferite del cuore della triste Amabel...
Chi la speranza potrà mai donar...
di un amore puro che trionferà...
Chi mai la pace potra far trovar...
all'anima turpe della rea Amabel...

La donna sollevò il volto.
"Avete una voce bellissima..." disse John sorridendo alla fanciulla.
Non ottenne risposta...
"Amabel... è questo il vostro nome?"
"Amabel... dolce e innocente... pura... e ora... non più...." La donna si avvicinò al ragazzo...
"Cosa c'è?" chiese John "Io voglio aiutarvi..."
Amabel non disse nulla... lasciò cadere il velo...
John rimase senza fiato... il viso della fanciulla era bellissimo.. paragonabile a quello di una Dea... un volto angelico... che portava i segni di una terribile sofferenza...
Amabel si avvicinò ancora di più al ragazzo... lasciò cadere la veste nera...
John non avrebbe mai creduto di trovarsi di fronte a una simile perfezione...
La fanciulla si avvicinò e lo baciò...

Nel salone da ballo, Giles e Diane si guardavano attorno. Le pareti erano ancora drappeggiate come se di lì a poco si sarebbe tenuta una festa. Diane guardava meravigliata la magnificenza dell'ambiente che, seppure tetro, era almeno ben arredato. Giles invece si guardava alle spalle, verso il portone da cui erano entrati, per rendersi conto se l'armatura movente li avesse seguiti. In effetti li aveva inseguiti ma si era arrestata ben prima che Giles chiudesse la porta, come se quella stanza in cui i due si trovavano non fosse sotto la sua custodia. Giles non ci fece troppo caso, Diane guardò le finestre che erano anche esse murate, come la porta di ingresso del castello. Tuttavia, ad un certo momento, la ragazza sentì come uno spiffero attraversare la sala.
"Hai sentito qualcosa?" chiese a Giles.
"Sì, l'armatura si è fermata e non ha intenzione di buttare giù la porta. Mi domando come mai"
"No, no, parlavo del vento. Hai sentito il vento sibilare?!?"
"Dolcezza, non c'è vento qui dentro: le porte sono chiuse e le finestre sono murate. Qui ci siamo solo tu ed io!"
Gli occhi di Diane diventarono languidi, acquosi, poi fece un inchino e disse:
"Va bene. Accetto"
Giles rimase interdetto e commentò:
"E chi ha chiesto niente?!?"
Diane non riusciva più a sentirlo e prese a ballare un ballo di coppia.
"Ma con chi stai ballando Diane?!?" chiese Giles spazientito.
Diane non riusciva a comprendere le sue parole: pensava solo a ballare in quel momento, tutto ciò che le stava attorno le pareva scomparire, così come ogni sua preoccupazione ed ogni suo pensiero. Era il "ballo dell'oblio" quello a cui Giles stava assistendo. Ingelosito, Giles prese Diane e la trascinò tra le sue braccia, strappandola dal partner che lui non riusciva neppure a scorgere.
"Questo ballo spettava a me!!" disse con tono secco Giles al fantasma del gentiluomo che dimorava in quella stanza. Diane era ancora ipnotizzata e non comprendeva nulla di quanto accadeva. Il fantasma infine si manifestò anche a Giles nella remota forma mortale.

"Scusatemi... mi ricordate la mia Elspeth!" disse lo spirito.
"Elspeth?" chiese Diane.
"Sì... la donna che amavo o che credevo di amare più della mia stessa vita... prima di incontrare lei...."
"Lei chi?" chiese Giles.
"Amabel... la donna più bella che avessi mai visto... chi avrebbe detto che un volto così angelico mi avrebbe causato una morte tanto atroce?..."
"La donna più bella che avete mai visto?!?" chiese Giles la cui mente non gli aveva permesso di sentire altro.
"Si... e la più terribile! State attento, signore! Nessuno può resistere al fascino di Amabel... e chiunque giacerà con lei verrà ucciso quella stessa notte...! Il suo corpo verrà straziato durante un rituale satanico e la sua anima rimarrà prigioniera in questo castello per l'eternità!"
"Ma perché?" chiese Diane.
"Lei ha fatto un patto con la morte! Non posso dirvi altro... è il libro... l'Arcanum.... è quello la causa di tutto... voi dovete....". Il fantasma svanì nel nulla.
"Aspettate! Tornate qui!" disse Diane.
"LA donna più bella che avesse mai visto..." disse Giles che sembrava non aver capito niente di tutto il resto.

Nel frattempo, Gavilan si rivolgeva a Aron:
"Senti, questa storia non mi piace affatto, questa tizia giaceva morta qui fino ad un minuto fa ed ora è polvere. Tutto sembra così irrazionale. Propongo di tornare dagli altri"
"Ma dovevamo cercare un'uscita!" gli ricordò Aron.
"Sì, certo. Facevo congetture. Dove andiamo?"
"Io direi di andare verso quel corridoio. Pare illuminato." Propose Aron.
"Quella è la luce di una torcia, non è un raggio di luna. Non ci porterà vero un'uscita ma ci farà addentrare di più nel castello"
"Però quell'ala del castello deve essere abitata. Non ci sarebbe la luce, no?"
"Andiamo." Concluse Gavilan.
Gavilan aveva ragione: non c'era nessuna fessura e il corridoio pareva tutto uguale: dritto.
"Aspetta!" disse Aron.
Gavilan, che apriva la strada, si fermò ad aspettare il ragazzo che lo seguiva.
"Cosa c'è?" chiese.
"La luce della torcia in lontananza pare muoversi come se ci fosse del vento.."
"Presto, affrettati e seguimi!" disse allora Gavilan seguendo la scia di luce.
"Deve esserci un'uscita" si rallegrò con un sorriso Aron.
I due rimasero delusi. La luce della torcia si affievoliva man mano che si avvicinavano. Entrarono in una stanza e, in quel momento, la fiamma si estinse.
L'ambiente si fece gelido come una lapide all'interno della stanza. Da lì si poteva solo udire una voce femminile che rideva sommessamente:
" Una vita vale come una torcia..." disse la voce.
Intanto Cooper batteva con i pugni sul muro oltre il quale era scomparso suo fratello...
Aveva una gran paura...
Era passata ormai un'ora da quando il ragazzo era scomparso... e per tutto il tempo non si era udito nulla... Ora Cooper aveva veramente paura...
Ad un tratto si udì il grido di una donna: "Noooo! Non andartene di nuovo!" poi un gemito... poi più nulla... il muro si aprì, Cooper corse velocemente dentro e quello che vide fu orribile: suo fratello giaceva lì, senza pelle, in mezzo ad un insieme di candele rosse accese e dispode in modo da formare una stella a cinque punte... Cooper lo fissò come ipnotizzato... poi cadde sulle ginocchia... poi svenne...
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:21




Cap 4

Gavilan, Giles, Aron, Adrian e Diane ora seduti attorno ad un tavolo... lo stesso tavolo davanti al quale avevano cenato tanto allegramente la sera prima...
"Non possiamo restarcene qui con le mani in mano e aspettare che quella donna ci faccia fuori tutti!" disse Gavilan.
"EHI! Non è detto che sia stata lei!" disse Giles.
"E chi vuoi che sia stato?!?" disse Adrian.
"Magari quel fantasma che abbiamo incontrato io e Diane! O magari la vecchia strega!"
"Seee quella?!? Appena l'ho toccata si è sbriciolata!" disse Aron.
"Mi rifiuto di credere che una donna così bella abbia potuto commettere delitti tanto atroci!" insistette Giles.
Diane sbuffò.
"Non essere gelosa, passerottino!" disse Giles.
"Gelosa io?!?" disse Diane.
"Non mi sembra il momento di mettersi a discutere di questo! Abbiamo cose più importanti a cui pensare!" disse Adrian.
In quel momento Julien entrò nella stanza e si sedette anche lei.
"Come sta Cooper?" chiese Gavilan.
"E' ancora sotto shock!" rispose Julien.
"Almeno ha ripreso i sensi!" disse Diane
"Scoprire il fratello morto e in quelle condizioni deve essere stato terribile!" disse Aron.

Julien sentiva il peso delle parole di Aron: anche lei aveva lì suo fratello. Abbassò solamente lo sguardo sul tavolo per non farsi accorgere della sua preoccupazione. Aron tuttavia conosceva quello sguardo che tante volte aveva intravisto negli occhi della ragazza. Quasi distrattamente, Aron posò la sua mano su quella di Julien in gesto amichevole per farle capire che le era vicino nella preoccupazione.
"Ma adesso dove potremmo trovare questa donna malefica?" chiese Gavilan agli altri.
"Ti ho detto che non può essere stata lei l'artefice, quante volte devo ripetertelo?" alzò leggermente la voce Giles.
"Sei sempre il solito - continuò Gavilan- Allora, dove pensi che stia questa donna?"
"Ah, non saprei: vediamo… In una camera da letto sdraiata placidamente a dormire con un respiro soave.." iniziò a rispondere Giles.
Diane si scocciò e disse a Giles: "Piantala! Siamo seri!!"
"Visto? Hai fatto arrabbiare il mio passerottino!" si giustificò Giles dando la colpa a Gavilan.
Diane si voltò dall'altra parte contrariata.
"Bando a questi discorsi! Sto parlando seriamente. Dove andiamo se non siamo riusciti ancora a trovare una uscita?" disse alterato Gavilan.
"Per favore, calmatevi, - si intromise Adrian- è meglio fare piano e non far agitare Cooper in questo momento"
"Cosa proponete di fare allora?" chiese Aron con tono pacato.
"Vediamo... - disse Gavilan - sappiamo che questa donna bellissima uccide tutti gli uomini che finiscono nelle sue grinfie... il perché non lo sappiamo, né conosciamo il come... tuttavia da quanto ha detto la vecchia strega sembrerebbe che i poteri di Amabel siano legati a quel libro... l'Arcanum... forse trovando quello troveremo anche il modo di uscire da questa situazione..."
"Ci stai proponendo di tornare alla libreria dove Aron, Cooper ed io abbiamo visto colare il sangue dal soffitto?" chiese Diane turbata.
"Vedi alternative?" chiese Gavilan.
"No, in effetti... Ma tu pensi che sia adatto per Cooper tornare lì?" chiese la ragazza.
"Non voglio essere insensibile, ma è necessario per tutti noi o qui creperemo tutti!!" affermò Gavilan.
"Non trattarla così!" si intromise Giles, mentre Diane abbassò la testa dicendo sommessamente:
"In effetti ha ragione.. A meno che non ci sia un'altra biblioteca del castello, dovremmo tornare proprio lì. In tal caso, allora, sono d'accordo con Gavilan"
"E io verrò con voi.. Vieni anche tu Julien, vero?" interruppe Giles.
"Certamente" disse Julien all'unisono con Aron, poi ella continuò:
"Adrian, tu hai trovato quell'altro libro di cui ci parlavi nella stessa biblioteca di cui parla Diane?" chiese Julien ad Adrian.
Prima che Adrian rispondesse alla sua domanda, Cooper si rialzò, ancora un po' sconcertato per l'accaduto e per suo fratello e, facendosi tuttavia forza, tornò dal resto del gruppo.
"La donna che ha ucciso mio fratello me la dovrà pagare! Verrò con voi!" disse Cooper.
Il gruppo si avviò guidato da Diane.
Diane condusse gli altri esattamente nella camera da letto in cui aveva trovato precedentemente il libro che lei aveva sfogliato:
"Ecco, era qui.. -disse- Tu non eri stato qui, vero Adrian?"
"No, non ero stato in questa camera prima d'ora." rispose il ragazzo.
"Ah, beh! Allora tutto a posto" disse Giles mentre finiva di lanciare sguardi di odio verso Adrian.
"Sì, riconosco anche io questa stanza" disse Cooper.
Aron intanto si avvicinò alla libreria per vedere i titoli dei libri.
Gavilan faceva altrettanto mentre Julien dava uno sguardo alla stanza in cui si trovavano.
Diane aprì il passaggio. Cooper stava per entrare ma ad un tratto si fermò.
"Non sentite anche voi?" disse.
"Io non sento niente!" rispose Aron.
"E' lei!!!" disse ancora Cooper e corse fuori dalla stanza.
"Aspetta!" gridò Gavilan... ma non riuscì a fermarlo. Cooper aprì una porta e appena fu entrato... la porta sparì.
"Ma cosa succede?" chiese Diane a Gavilan. La ragazza si era accorta del trambusto ma non aveva capito di cosa si trattasse poiché, aprendo la fila, non le era possibile controllare tutti quelli del gruppo.
"Cooper! E' scomparso! E' andato fuori, poi entrato in una porta che successivamente è scomparsa... " disse Gavilan che indicava la direzione in cui si era diretto Cooper.
Giles rimase zitto ma in mente sua pensava: Non mi è mai stato simpatico quel Cooper!!

"Vieni! Mio prode guerriero..." disse Amabel distesa su un letto, completamente nuda con solo un velo nero che le copriva il viso.
"Tu hai ucciso mio fratello..." disse Cooper.
"Credi che io avrei mai potuto fare una cosa del genere?!? Guardami... ti sembro forse il tipo da uccidere?..." Amabel si tolse il velo mostrando il suo volto angelico.
"N-no!" rispose Cooper e avvicinandosi la baciò... poi si spogliò anche lui...
...
"Ti amo!..." disse Cooper al termine di quella notte...
"Amore è dolore..." disse Amabel e all'improvviso, prendendo un pugnale da sotto al letto, trafisse l'uomo... mentre lo baciava per l'ultima volta...
La donna trascinò il corpo dell'uomo al centro della stanza. Col pugnale si fece un taglio sul palmo della mano e fece colare il sangue sul pavimento in modo da disegnare una stella a cinque punte... su ciascuna punta pose una candela rossa e al centro della stella mise il corpo dell'uomo.
Poi pronunciò l'incantesimo:
"Arac matrac..
baral devoc..
dochiel miennè!"
Il corpo senza vita di Cooper cominciò a tremare e a sollevarsi , gli occhi senza vita si spalancarono, il cadarvere cominciò a girare su se stesso, poi... si fermò, la bocca si spalancò e parlò... ma non con la voce di Cooper... ma con una voce d'oltretomba...
"Amore mio! Finalmente sei tornato da me!" disse Amabel e abbracciò il corpo.
"Mia adorata Amabel... vorrei poter restare con te per sempre..." disse lo spirito all'interno del corpo di Cooper.
"Lei non mi ha concesso questo... lo sai... ma in cambio delle vite che le dono... lei mi permette di vederti ancora e ancora..." Amabel baciò il suo amato.
Lui la strinse forte fra le braccia.
"Quello che fai è orribile... lo sai?"
"Lo so!... Ma è anche terribile quello che hanno fatto a noi... è l'amore che rende folli..."
Lo spirito baciò di nuovo Amabel... poi gli occhi si richiusero.
"Nooo!" gridò Amabel e si allontanò. Il corpo ricominciò a tremare sempre di più, sempre di più! E intanto la pelle si seccava e cadeva giù dal corpo davanti agli occhi privi di emozione di Amabel.
Due minuti dopo il corpo era di nuovo a terra. Amabel si allontanò.

"Si sentono dei rumori strani provenienti da lì, non sentite anche voi?" chiese Aron.
"Perché non torniamo sui nostri passi?" chiese Julien agli altri del gruppo.
"Che facciamo allora?" si domandava Diane perché gli altri le dessero una risposta.
"Cooper si trova là, laddove provengono quei rumori. Non sono un buon presagio... Giles, che ne pensi tu?"
Giles rimase muto un istante, Diane fece altrettanto per sapere quali fossero le intenzioni altrui.
"Allora? O andiamo in direzione in cui è scomparso Cooper o, chi ha più sangue freddo e cuore di pietra può anche continuare a cercare il libro Arcanum senza dare peso alla circostanza della sparizione misteriosa di Cooper" si intromise Adrian.
Diane chinò lo sguardo a terra: le possibilità di trovare Cooper vivo a quel punto le sembravano quasi nulle ma non era da lei lasciare indietro chiunque si trovasse in difficoltà: era contro la sua indole voltare le spalle a chi è in pericolo.
"Al diavolo Cooper!" disse ad alta voce Giles prima di continuare:
"Avete visto che è successo a tutti gli altri! Quante probabilità ci sono che sia ancora vivo?!? Se troviamo al più presto il libro riusciremo a sconfiggere questo sortilegio che incombe sul castello e su chi vi abita. E forse avremmo tutti salva la vita..."
Questa volta fu Diane ad avvicinarsi a Giles ed esordì:
"Effettivamente, mi rincresce dirlo, ma pare che Giles abbia ragione. Gavilan, che ne pensi tu a questo punto?"
"Io non so..." ed era vero. Per la prima volta in vita sua Gavilan non sapeva cosa fare. Ad un tratto sentirono una voce alle loro spalle che disse: "Ormai il vostro amico è spacciato!". Si girarono tutti. C'era solo la piccola Adele...
"Non è possibile! - disse Julien . Non puoi essere stata tu a parlare!"
"Sono lo spirito della custode dell'Arcanum... ho preso in prestito questo corpo ma posso restarvi solo per pochissimo tempo... ASCOLTATEMI! La storia che vi racconterò ora risale a molto tempo fa...
Era un secolo buio per noi streghe ... l'inquisizione ci stava sterminando tutte... ma la cosa peggiore era che l'Arcanum stava rischiando di rimanere senza custodi..."
"Ma che cos'è l'Arcanum?"
"L'Arcanum è la chiave del sapere... intendo il sapere assoluto! Cosa il destino riserva ad ognuno di noi... cosa c'è oltre la vita... oltre la morte... ed oltre a questo racchiude le più potenti magia... magie proibite... alcune delle quali richiedono un patto con la Morte... ed è questo che ha fatto Amabel... a causa di una mia debolezza... ma andiamo con ordine: come stavo dicendo, noi streghe avevamo paura che l'Arcanum finisse in mani sbagliate.... così le altre custodi chiusero con la magia il passaggio per accedere alla stanza dove era custodito il libro... io fui scelta per rimanere lì dentro a custodirlo per l'eternità... finché fossi rimasta lì sarei stata immortale... ma ahimè! Non poterono scegliere persona più sciocca!... Secoli dopo in questo castello giunse una donna di nome Amabel col suo novello sposo. Non avevo mai visto una donna tanto triste... erano secoli che non parlavo con qualcuno... così aprii il passaggio! Lei vi entrò incuriosita... si sedette vicino a me e mi raccontò che l'uomo che era stata costretta a sposare era anche colui che aveva ucciso l'uomo che amava... commossa le mostrai l'Arcanum... e le suggerii un rito con cui, uccidendo il suo sposo, avrebbe avuto potuto riavere per pochi istanti il suo amato di nuovo con sé.... poi la cosa avrebbe dovuto finire lì… il rito poteva essere effettuato solo una volta… lei lo eseguì... ma, invece di essere un po' più sollevata dopo, fu ancora più triste... Lei prese il libro di nuovo... lo sfogliò... ed evocò la Morte... fece un patto con lei.... Amabel avrebbe seminato morte... in cambio, applicando quello stesso rituale che io le avevo suggerito di eseguire con l'uomo che aveva ucciso il suo amore, avrebbe potuto riavere di nuovo il suo amato... anche se ogni volta per pochissimo tempo... Io ero pentita per ciò che avevo fatto ma non potevo riprendere l'Arcanum... per farlo sarei dovuta uscire fuori dalla stanza e questo per me avrebbe significato la fine e molto probabilmente sarei morta prima di aver fatto ciò che dovevo! Circondai il castello con una fitta nebbia in modo che meno gente possibile potesse giungervi! Mandai fuori il mio gatto... a cercare persone che potessero recuperare il libro al posto mio... solo quando mi disse che aveva trovato voi mi decisi ad uscire... ma ahimè! Non feci in tempo a dirvi nulla... ma qualcuno di molto importante mi ha concesso un'altra occasione per parlarvi e per salvare le anime di quei poveri malcapitati che sono finiti nelle mani di Amabel! Purtroppo finché non recupererete l'Arcanum queste rimarranno imprigionate nel castello!"
“Ma perché queste cose non ce le ha dette quando eravamo nella stanza del libro? Lei doveva essere lì in quel momento…”
“Infatti c’ero… ma Amabel oltre ad aver fatto un patto con la morte ha anche imparato a memoria tutti i segreti dell’Arcanum… non le ci sarebbe voluto molto per uccidere sia me che voi se vi avessi rivelato qualcosa in quel momento… il suo sguardo era poggiato su di voi! In quel momento non stava uccidendo nessuno!…”
“E’ lei quindi che faceva cambiare il castello?”
“A volte era lei…a volte ero io… sono stata io a guidarvi nella stanza del libro… fu lei ad intrappolarvi… ero io a farvi trovare sempre il quadro di fronte…”
“E chi fu lei a sporcarmi i vestiti di sangue?” chiese Gavilan.
“Ti riferisci al sangue che fuoriusciva dalle pareti? E del volto della morte apparso cullo specchi che vi parlo? Entrambe le cose furono opera degli spettri che dimorano in questo castello… volevano mettervi in guardia e guidarvi verso il corpo di Sir Rubert…”

"Compreso lo spettro nella sala da ballo?" chiese Diane.
"Certamente, anche quello spettro"
"Ma come facciamo a trovare l'Arcanum? Dove si trova? Ci guiderà lei fin lì senza che la donna ci blocchi?" chiese Gavilan.
Julien non lasciò il tempo di ottenere risposta a quella domanda e disse:
"Quindi, se in questo m,omento lei si trova qui, allora Cooper.....?"
Non ci posso credere... Una donna così bella... disse affranto quanto incredulo Giles.
"Temo che il vostro amico sia ormai defunto... ma se ritroverete l'Arcanum farò in modo che almeno il suo spirito sia salvo... purtroppo però non posso aiutarvi... la mia permanenza in questo mondo sta per giungere a termine... Addio!" detto questo lo spirito della strega lasciò il corpo della piccola Adele che cadde svenuta.
"Ma non ci ha detto se andiamo....? ... Se andiamo bene per di qua..." disse Diane interromepndosi vedendo Adele svenuta. Julien, che le stava più vicina, le tirò su le gambe così, dopo qualche minuto, Adele rinvenne.
"Come sta?" chiese a questo punto Diane.
"Pare che in questo momento stia meglio ma è in uno stato confusionale" rispose Julien.
Aron prese allora in braccio la piccola Adele per non farle fare sforzi mentre gli altri proseguirono nella direzione in cerca del libro.
"Mi dispiace per Cooper, anche se ogni tanto ci litigavo" disse Diane dispiaciuta.
"A noi tutti..." disse Giles avvicinandosi a lei ma invece pensava: Fuorché a me stesso. Mi stava antipatico..
Tutti continuarono il cammino, chi più chi meno dispiaciuto per l'accaduto.
"Direi di dividerci di nuovo in gruppi! Dobbiamo trovare quel libro al più presto! Io andrò con Adrian e con Marken" disse Gavilan.
"Io andrò con Julien e con Adele" disse Aron.
"E io andrò con il mio tesoruccio!" disse Giles.
Diane sbuffò.
"Ci vediamo qui fra un'ora!" disse Gavilan.
I gruppi si divisero.

Diane allora si mise in cammino per condurre Giles nel luogo in cui era stata alcune ore prima, quella stessa notte, con Cooper e con Aron.
"Dove mi stai portando di bello, piccola?" chiese Giles.
"Ti sto conducendo alla libreria in cui abbiamo trovato alcuni libri qualche ora fa. Magari è lì che si trova il libro che stiamo cercando. Si trattava di...?" chiese Diane.
"Dell'Arcanum, passerotto mio" la imbeccò Giles.
I due camminavano lungo uno stretto corridoio. Il passaggio si faceva sempre più stretto man mano che si avvicinavano.
"Ma poche ore fa non era così..." disse preoccupata Diane corrucciando un po' le sopracciglia mentre si voltava verso Giles che la seguiva.
"Andiamo avanti... Non vorrai mica tornare indietro dagli altri quando possiamo stare un po' soli soletti, no?" disse Giles con tono invitante quanto arrogante.
"Ti ricordo che stiamo qui per cercare questo Arcanum, per cui risparmiami tutto ciò" disse un po' alterata Diane continuando ad andare avanti. Le pareti si facevano sempre più strette. Diane portò le braccia a livello delle spalle quasi tentando inconsciamente di riuscire a farsi più spazio con le sue mani. Ad un certo punto le sue dita affusolate colsero una specie di marchingegno insito tra le pietre vive delle pareti di quel corridoio.
"Diane, amore, guarda!" disse Giles alla ragazza richiamando, oltre l'attenzione di lei indispettita. Lei esordì, voltandosi verso di lui:
"Certo che tu sai essere sempre fuori luogo ed arr...".
La frase non fu completata: Diane rimase a bocca aperta guardando spalancarsi un passaggio segreto.
"Ma questa non è la libreria in cui sono stata..."
"Entriamo" concluse Giles invitando Diane ad entrare con un gesto della mano. I due entrarono e si guardarono intorno. La stanza non era affatto la stessa libreria della stanza in cui Diane si era già trovata. Era una specie di santuario molto buio con molti libri, alcuni dei quali molto impolverati, altri invece in uno stato di uso quantomeno recente.

In quel momento risuonò nella stanza una melodia... Giles corse velocissimo fuori dalla stanza.
"Dove stai andando????" gridò Diane, poi gli corse dietro.
Giles non la sentiva... continuava a correre come sotto ipnosi.
"FERMATI!" gridò Diane ma Giles non si fermò.
Ad un tratto davanti a loro apparve una porta... Giles la aprì ed entrò...
Amabel stava sdraiata sul letto seminuda.
"Vieni mio bel cavaliere!..." disse.
Diane correndo il più velocemente possibile riuscì a varcare la soglia della porta poco prima che questa sparisse...
Giles intanto si stava avvicinando pericolosamente al letto della dama...
"GILES!! ASCOLTAMI! TI PREGO" ribadì improvvisamente Diane ad alta voce tentando di distrarlo.
Gli occhi di Giles erano ancora assenti e continuava a camminare verso Amabel.
Diane allora si affrettò ad avvicinarglisi e gli si pose davanti bloccandogli il passo. Giles, sempre irretito dal fascino della dama, che continuava a chiamarlo, girò attorno a Diane noncurante.
"Ma possibile che sei così tonto??" continuò Diane puntandogli più volte l'indice tra le scapole di lui in modo ingiurioso.
Chissà che così io non riesca a farlo rinsavire... pensò la ragazza.
Giles era vicinissimo al letto della dama e il sortilegio sarebbe avvenuto di lì a poco. A questo punto, Diane si frappose di nuovo e chiese velocemente:
"Sai benissimo cosa ti accadrà dopo: sai che morirai... Allora perché vai da lei?!? Vuoi salva la vita o sei così deciso a morire?"
Non ricevendo risposta, Diane rispose per lui a bassa voce:
"Vorrai salva la vita, penso...".
Poi ella avvicinò le sue labbra sigillandole alle labbra di Giles in un bacio.
La dama si alterò. Il suo aspetto quasi angelico ed etereo del viso e delle sue fattezze ora si trasformò mostrando un viso, seppur bellissimo, perfido nei confronti dei due. Infatti in quel momento il sortilegio non sarebbe più avvenuto e, a causa di ciò, la dama non avrebbe visto il suo spasimante dall'aldilà. Il suo amato non avrebbe potuto incarnarsi nel corpo di Giles, se egli era ancora vivo. In quel momento, infatti, la mente di Giles non era più ottenebrata dal fascino ammaliatore della padrona del castello.
"Ma che succede?" chiese Giles tornato in sé grazie al bacio e avvolgendo Diane in un abbraccio.
"Sei di nuovo tu!! Ti aveva ammaliato e stavi per fare la fine degli altri. Tu mi avevi rivegliata nella sala da ballo dall'oblio ed io ho ricambiato il favore. Adesso però andiamocene, ti prego." si giustificò Diane.
"Ecco! Questa è la biblioteca in cui ho trovato il libro!" disse Adrian.
"Beh... se lo ha nascosto qui ci vorranno almeno 3 secoli per trovarlo!" disse Marken osservando la numerosità dei libri che si trovavano lì dentro.
"Temo che il ragazzo abbia ragione... però scusa, come hai fatto a trovare il tuo?" chiese Gavilan.
"L'ho trovato appoggiato qui sul tavolo... aperto... probabilmente è stata quella strega a farmelo trovare.
"Che ci faccia trovare anche l'Arcanum allora!!! Lei è stata la causa di tutto questo e noi dobbiamo rimediare! Umf!" sbuffò Gavilan poi salì su una scala e cominciò a cercare nella prima mensola in alto.
Adrian invece cercava più in basso.
Marken iniziò a dare una mano ma si stancò molto presto.
"Dai! Lascia stare! - disse Gavilan in tono gentile - Ma non ti allontanare!"
Marken smise di cercare ed uscì dalla biblioteca.
"MIAOOOO!" sentì il ragazzo alle sue spalle e girandosi vide di nuovo il gatto.
"Ti annoi anche tu, vero?" disse alla bestiola, dopo di che cercò di prenderla in braccio, ma il gatto si allontanò.
Marken non era certo un tipo ubbidiente, così, contravvenendo agli ordini di Gavilan, si allontanò seguendo il gatto...

La dama vide che era inutile restare lì ancora poiché il suo piano in quel momento era stato appena sventato. Indispettita da ciò, in men che non si dica scomparve sotto gli occhi dei due giovani verso chissà quale altra destinazione.
Giles disse:
"Però! Era davvero bella e con un fisico da schianto quella donna!"
"Sei sempre il solito... Basta che una donna ti faccia gli occhioni e tu fai subito così" disse Diane togliendosi dalle braccia di Giles e guardandosi attorno.
"Sei gelosa passerottina?"
"Non sto pensando più a ciò che hai detto: sto cercando dove possa stare un'uscita" gli rispose tranquillamente.
"Perché cerchi da quella parte? La porta sta qui!" la prese per un braccio Giles mostrandole la porta che era riapparsa.
"Ma quella... Quella non era sparita?!?"
"Mi domando perché dobbiamo andarcene via così presto da qui." affermò Giles guardando Diane e poi facendo cenno con il capo verso il talamo.
Diane si avvicinò a Giles con un sorrisetto e gli dette piano tre schiaffetti su una guancia:
"Questo è tutto, carissimo" - gli disse lei- "Torniamo dagli altri: dobbiamo sapere se loro hanno scoperto qualcosa.."
"E va bene, dolcezza." disse Giles che le fece il baciamano, prima che entrambi uscissero dalla stanza.
Marken nel frattempo continuava a seguire il gatto... finché questo non lo condusse di fronte ad una parete... Marken appoggiò ambedue le mani... la parete si aprì... Marken si trovò di fronte ad una lunga scalinata a chiocciola che conduceva nelle profondità di un abisso.... tutto era illuminato da una luce rossa... Marken cominciò a scendere...

"Chissà che sta combinando mio fratello?..." si chiese pensierosa Julien.
"Sono sicuro che sta bene..." disse Aron e mise un braccio attorno alla spalla di Julien. Poi disse: "Julien era da molto tempo che volevo dirtelo... io...."
"Non è il momento questo..." disse lei lasciando uscire un debole sorriso dalle labbra.
"Hai ragione..." rispose Aron un po' deluso.

"Dove diavolo è finito quella peste?!" disse Gavilan.
"Deve essersela svignata di nuovo!" rispose Aron.
"Dobbiamo trovarlo!" disse Gavilan.

Diane e Giles nel frattempo percorrevano un corridoio diretti alla stanza dove avrebbero dovuto incontrare i loro amici.
"E dai! Solo uno!" continuava a ripetere Giles.
"NO!" rispose Diane.
"E dai! Tesoruccio! Un altro bacetto!"
"Ti ho detto di nooo!" rispose di nuovo Diane.

Ad un tratto tutto il castello cominciò a tremare.

"CHE SUCCEDE?!?" gridò Adrian.
"MARKEN!" gridò Gavilan e si precipitò fuori dalla porta, seguito da Adrian.

Diane cadde fra le braccia di Giles che ne approfittò subito per baciala di nuovo...

Aron, Julien e Adele si strinsero a terra attaccati alla parete.

Il terremoto finì.

Aron tirò un sospiro di sollievo. Poi porse la mano a Julien per invitarla a rialzarsi. Ma la musica della dama giunse di nuovo alle sue orecchie... Come ipnotizzato il ragazzo cominciò ad attraversare il corridoio...
"ARON!" gridò Julien. "Seguiamolo, Adele!... Adele?..." Julien si accorse ad un tratto che la ragazzina era sparita. Ma non aveva tempo per lei ora. Doveva pensare all'uomo che amava...

"Finalmente!" disse Adrian.
"Speriamo che Marken stia bene!" disse Gavilan.
Poi ambedue cominciarono a sentire la musica della dama... non pensarono più a Marken...

Giles fu l’unico a non far caso a quella musica poiché in quel momento stava ancora baciando Diane.
Adele infatti era scappata via. Aveva avuto paura del terremoto ed, appena trovato il momento adatto, riuscì a sfuggire da Julien ed Aron poiché era troppo terrorizzata.
La bambina si nascose sotto un mobile e guardare cosa stava accadendo facendo ogni tanto capolino per farsi coraggio.
Questa volta tutti gli uomini erano stati irretiti da quella musica che li conduceva tutti nella stessa stanza, eccetto Giles, che era troppo impegnato a corteggiare Diane, e il ragazzino Marken.
Adele prese infine coraggio e, con passo felpato, iniziò anche lei a seguire il gatto che miagolava e di cui vide solo l'ombra nei pressi.
"Adele!" esclamò sottovoce Marken prima di aggiungere: "Ma tu non eri con Julien ed Aron?"
La bambina prima scosse la testa annuendo, poi negando.
"Sei scappata di nuovo, vero Adele?" - insisteva Marken- "Ma dove sono gli altri?".
Adele indicò con il dito la direzione da cui lei proveniva. La bambina, che ancora tremava un po', ora non si sentiva sola per cui era pronta a tornare in quel posto che tanto la aveva spaventata.
"Devo parlare con Gavilan. Adele, se lo hai visto scappando, portami da lui, per favore" concluse Marken.

Julien intanto continuava a seguire Aron che procedeva imperterrito lungo il corridoio. Ad un tratto una porta si spalancò di fronte a lui... Aron entrò, seguito da Julien...
Gavilan e Adrian erano già all'interno...
Ad un tratto la melodia cessò. Tutti e tre gli uomini tornarono in sé.
"Che diavolo...?!" disse Gavilan ma non fece in tempo a terminare la frase che dei fili, come delle ragnatele fuoriuscirono dalle pareti e intrappolarono i tre uomini e Julien.
Un muro si aprì e Amabel entrò nella stanza:
"Bene, bene, bene... chi di lor gentili signori detiene l'Arcanum? O forse è la signora ad averlo..."
"Noi non abbiamo l'Arcanum!" rispose prontamente Julien.
"Ah no?... Forse sono stati i vostri amici a rubarlo allora... quello stupito ragazzotto e quella insignificante ragazza... Molto bene! ARAC!" chiamò Amabel e un ragno gigantesco entrò nella stanza. "Pensa tu alla ragazza! - disse la donna - Ma non toccare gli uomini! Li userò per il rituale..." Amabel uscì dalla stanza.
Il ragno si diresse pericolosamente verso Julien...

Diane si divincolò di nuovo dall'abbraccio di Giles.
"Dai, su, non è il momento" gli disse.
"Ma allora.." iniziò Giles.
"Allora dobbiamo cercare gli altri. Hai sentito quel terremoto, prima, no?"
"Quando?"
"Prima di baciarmi nuovamente!" disse secca Diane.
"Ah! E allora?"
"Ho sentito strani rumori provenienti da quella parte... Un'altra porta spalancarsi... Era questo tipo di rumore!" disse lei indicando la fine del corridoio.
"Le porte sono fatte apposta per essere aperte per accedere in una stanza, e con questo che vuoi dire? Non ci vedo nulla di strano"
"Per favore, seguimi!" concluse Diane.
"Con molto piacere"
hmph sbuffò Diane.
I due raggiunsero un salone, alla fine del corridoio, poi si sentirono voci provenire da una stanza non troppo distante da lì.
"Ma quella è la voce di Julien.." disse Giles.
Diane non badò alla constatazione di Giles e si precipitò subito verso la porta.
"Potrebbero esser in pericolo, seguimi!" incalzò Diane.
I due videro un enorme ragno avvicinarsi a Julien, Diane e Giles entrarono nella stanza. Diane cominciò a sbracciare per attirare l'attenzione del ragno su di sé:
ottima mossa, Diane, così questo ragno gigante adesso verrà contro di te a mangiarti.. ottima mossa davvero! pensava la ragazza.
Intanto Giles si avvicinò al letto che stava nella stanza e ruppe parte di quel letto a baldacchino precipitandosi poi in soccorso delle due fanciulle. Il ragno si stava avvicinando sempre più a Diane e Giles era pronto a infilzarlo con il pezzo di legno appena ricavato.

Giles era lì, pronto a colpire la bestia... quando ad un tratto la porta si aprì...
"Bene, bene, bene! Pare che la mia ricerca sia stata più breve del previsto..." disse Amabel mentre varcava la porta...
La dama schioccò le dita e altre ragnatele fuoriuscirono dal muro imprigionando Diane.
"Ora sei rimasto solo tu, mio bel cavaliere... coraggio! Dimmi dove si trova l'Arcanum..."
"N- non ce l'ho io... e neppure Diane!" rispose Giles.
"E allora chi ce l'ha?!?" chiese la dama.
Ormai era chiaro a tutti che il libro era nelle mani di uno dei due ragazzini...
Giles stesso rimase sorpreso dalla risposta che uscì dalle sue labbra: "Ce l'ho io... ma non te lo darò!"
"Come preferisci... ekate birkus nakatum!"
Le pareti cominciarono a sgretolarsi.. e dalle aperture cominciarono ad entrare i corpi di tutti coloro che erano stati uccisi dalla dama... erano corpi privi di un'anima... che si muovevano solo per volontà della padrona... ed erano un centinaio...
La dama scomparve.
Giles si rendeva conto che non avrebbe mai potuto farcela da solo... velocemente corse verso Gavilan e lo liberò.
"Questo non è da te!" disse Gavilan.
"Lo so che ti saresti aspettato che io liberassi prima le fanciulle... ma tu sei il più forte fra tutti noi e quello che può essermi di maggiore aiuto!" rispose Giles.
Gavilan era momentaneamente esterrefatto dall'azione inaspettata di Giles, che per una volta si dimostrava davvero un uomo d'onore.
Subito si riprese: c'erano degli zombie da fermare e non si poteva lasciare in congetture.
L'aspetto di questi nemici vagamente ricordava le loro vecchie sembianze umane. Anche se a difficoltà si potevano scorgere pure Cooper, John, Bugus e Sir Rubert tra loro.
"Anche se siamo in due ci servirà l'aiuto degli altri! Io ti copro le spalle, Giles, tu comincia a liberare gli altri intanto!" disse Gavilan e Giles.
Giles a questo punto disse:
"Ti libererò presto, zuccherino.. Vi libererò presto!" si rivolse Giles prima a Diane e poi a Julien.
"Aron! Aiutaci!" disse infine Giles liberando anche Aron. Nel frattempo, Gavilan estrasse la spada e cominciò a lottare contro i primi non- morti che si avvicinavano lentamente e sanguinanti verso il gruppo.

Nel frattempo la dama, messasi alla ricerca dei due ragazzini, cominciava a comparire e a scomparire nei vari luoghi in cui avrebbe potuto incontrarli.
Adele e Marken si nascosero per non farsi vedere.
"Che facciamo? Andiamo?" chiese a bassissima voce Marken a Adele.
Adele annuì, per cui si misero in cammino con occhio guardingo.

Aron corse verso un'armatura lì vicino e staccò la lancia mettendosi poi in posizione da combattimento.
Gavilan fece roteare la sua spada pronto a colpire ogni nemico che gli si presentasse davanti.
Adrian, ormai libero dalle ragnatele, poneva mano alla sua fedele balestra puntandola contro lo zombie a lui più vicino.
Julien e Diane, schiena contro schiena, si preparavano a difendersi...
Giles intanto raccoglieva il suo bastone pronto ad affrontare di nuovo il gigantesco ragno che si trovava ancora nella stanza: "Coraggio! Avvicinati! Insulto alla bellezza!" diceva.

Intanto la dama si aggirava pericolosamente per il castello...
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:22




Cap 5

Gavilan trafisse con la sua spada lo zombie ce era davanti a lui... ma il colpo non gli arrecò nessun danno.
"GAVILAN! - gridò Adrian - DEVI COLPIRLI ALLA TESTA!!!"
Gavilan con un fendente gliela staccò.
Adrian intanto scoccava frecce mirando al cervello di quegli esseri senz'anima...
Aron invece faceva roteare la sua lancia facendo cadere una testa dopo l'altra.
Le due donne facevano del loro meglio per tenere lontani gli zombie...
Il ragno continuava ad avvicinarsi alle due donne, come gli era stato comandato dalla dama. Giles allora accorse. Il ragno lanciò nuovamente ragnatele contro le due fanciulle per bloccarle prima di avvelenarle, dando però le spalle a Giles. Egli allora impugnò saldamente il bastone appuntito lanciandosi contro il ragno a 8 occhi. Si arrampicò fino alla sommità del corpo dell'animale aggrappandosi ai peli di questo. La bestia era troppo intenta ad attaccare Julien e Diane per difendersi da Giles, che scelse il lato più appuntito della stretta tavola di legno per accecare i quattro occhi del ragno. Un gesto di dolore dell'animale fece però cadere a terra Giles, che strisciò a terra verso Diane e Julien, per non dare subito nell'occhio al ragno ferito. Così le liberò entrambe, alla buona, dalla ragnatela che ora le imprigionava. Diane si posizionò in modo da potersi difendere dagli zombie con il suo stiletto e da poter coprire eventualmente le spalle a Giles. Julien invece si continuava a difendere come poteva dai non- morti.
Giles tentò di nuovo un attacco frontale al ragno con quella stessa barra di legno che si era procurato.
Il ragno fece uscire una ragnatela con cui bloccò il bastone di Giles. Il ragazzo cominciò a tirare ma la ragnatela risultò più robusta del previsto.
Accortosi della situazione, Adrian scoccò una freccia contro la tela liberando l'arma di Giles. Il ragazzo ne approfittò subito per infilzare la testa del gigantesco insetto.
Diane e Julien continuavano a lottare contro gli zombie che si avvicinavano loro: l'una usava lo stiletto per recidere la testa di uno degli esseri, l'altra usava un pugnale cercando di fare altrettanto. Uno zombie riuscì a prendere Julien. Subito, accortosi che la sua bella non riusciva a liberarsi dallo zombie, Aron andò in suo soccorso. Nel frattempo, Giles aiutava Diane infilzando il suo bastone nel collo di uno di questi nemici...
Diane per un attimo rimase imbambolata e priva di difese:
"... Era Cooper..." pronunciò la ragazza guardando verso Giles ed abbassando l'arma per un istante.
"Tanto non l'ho mai potuto soffrire. Avanti! Tagliagli la testa"
Riluttante, Diane eseguì l'ordine: impugnando lo stiletto mise tutta la forza nel colpo.

Gavilan era ancora alle prese con lo zombie di Sir Rubert, riuscendo a fatica a mozzargli la testa con la sua spada.

Nel frattempo, ancora nessuna traccia dei ragazzini, che giravano per il castello, avvicinandosi alla stanza in cui gli altri si trovavano, con l'intenzione di unirsi presto al resto del gruppo. Adele stava attenta a non fare rumore mentre Marken nascondeva sotto una giacchetta quanto aveva rinvenuto prima dell'incontro con la bambina. La dama continuava a vagare nei paraggi in cerca dei due fuggiaschi.

Gavilan sferrava colpi a destra e a manca. combatteva sicuro di sé quando ad un tratto vide avvicinarsi a lui lo zombie di una persona che conosceva molto bene... si trattava di John...
Gavilan per un attimo fu assalito dai ricordi: ripensò a quando lo aveva incontrato la prima volta... un bambino timido, indifeso, del tutto dipendente dal fratello... era stato lui ad insegnargli ad essere un uomo e a combattere... ma tutto questo non era servito a salvargli la vita... e ora lui avrebbe dovuto togliergliela di nuovo! Gavilan gettò la spada a terra e lanciò un grido di rabbia! Il corpo senza anima intanto si avvicinava pericolosamente a lui... era sempre più vicino... più vicino... Gavilan lo guardò... per un attimo credette che per lui fosse arrivata la fine... poi vide la testa di John cadere e una mano porsi davanti a lui per aiutarlo a rialzarsi...
"Quello che avevi davanti non era più John..." disse Aron. Era stato lui a tagliare la testa dello zombie...
Ora che il ragno era stato tolto di mezzo, Giles trascinò Diane più in avanti, portandola verso gli altri amici del gruppo. Julien si trovava già vicino ad Aron e Gavilan fin da quando il giovane la salvò dall'attacco dello zombie.
Diane balzò indietro: sentiva avvicinarsi un altro zombie: quello di Bugus.
Bugus non era molto differente da morto da come era da vivo: le sue cattive abitudini non erano cambiate e la ragazza se ne rese ben presto conto. Un nuovo rigurgito d'oltretomba la fece barcollare e le cadde lo stiletto a terra. Giles se ne accorse non vedendo più accanto a sé Diane. Notando che Bugus dava le spalle a Giles per attaccare Diane, intontita, Giles stesso ne approfittò per conficcargli tra le scapole il bastone appuntito.
"Muori, brutto porco!! Insulto alla mia presenza!!" urlò Giles in un grido di guerra aperta.
Diane scosse la testa e tornò in sé, si abbassò e riprese il pugnale, conficcandolo nella giugulare dello zombie. Da quella azione scaturì un fiotto di sangue nero che sporcò entrambi i nemici di Bugus. Quest'ultimo allora continuava ad avanzare per strappare il cuore di Diane. Per Bugus- zombie, infatti, nel cuore risiedeva la vita e l'anima, ciò che a loro non- morti mancava.
Diane fu presa, inorridita, tra le braccia di Bugus sanguinante che la tirò su con un braccio scuoiato quasi strangolandola mentre tentava di estrarle il cuore dal petto. Lei ebbe la forza di conficcare più a fondo lo stiletto mentre Giles faceva altrettanto al lato opposto del collo. La testa di Bugus fu infine recisa.
"Tutto bene, Diane?" chiese Giles.
"Sì, ti ringrazio... Torniamo dagli altri adesso però, stanno anche loro in difficoltà.." gli rispose Diane con un filo di voce, tossendo.

"Sto finendo le frecce! Maledizione!" disse Adrian. Solo tre frecce... e sette zombie che si avvicinano... una freccia andò a conficcarsi sulla fronte del primo... Bene, Adrian, e adesso? pensò l'uomo. E indietreggiò...
All'improvviso sentì qualcosa che lo afferrava da dietro. Adrian si mise la balestra sulle spalle e scoccò la seconda freccia... del sangue gli sporcò la camicia e qualcosa ruzzolò sul pavimento... era la testa di un altro zombie...
Bel colpo, Adrian! Magari se qualcuno uscirà vivo da questa situazione lo racconterà ai posteri... ma quel qualcuno non sarai tu... hai una sola freccia ora!... L'uomo strinse forte l'arma pronto a lanciare l'ultimo dardo Che questo serva a far sì che qualcuno ne esca vivo! Adrian puntò la balestra...
Ma accadde qualcosa: l'uomo si sentì afferrare di nuovo da dietro... credeva che ormai fosse giunta la fine... ma non fu come si aspettava: ad afferrarlo erano stati i proprietari di quei corpi senza vita...
Da ogni angolo della stanza cominciarono a spuntare spettri...
Diane riconobbe lo spettro che aveva ballato con lei.
"Non temete! Ora ci siamo noi ad aiutarvi!" disse il fantasma.

Ancora lui?!? pensò Giles scocciato vedendo Diane sorpresa di rivedere il fantasma.
"Avanti, amici!" ordinò lo spettro, con un cenno di braccio, agli altri come lui.
Gli spettri allora si misero a vagare nei dintorni. Ogni volta che passavano attraverso agli zombie si scaturiva una fioca luce che per un attimo diventava intensa: in quel momento infatti i non- morti cadevano a terra privi di alcun tipo di vita e di alcun tipo di movimento. Quegli zombie tornavano ad essere carcasse destinate, in un tempo non molto lontano, alla decomposizione e i loro corpi si laceravano al passaggio delle anime senza corpo attraverso le loro masse scuoiate.
Giles abbassò per un secondo l'arma vedendo quanto accadeva, lo stesso fece Diane che rimase sbalordita. I due si riarmarono ben presto continuando a uccidere, insieme, quanti più zombie potevano.
Gavilan guardò lo spettro che aveva precedentemente danzato con Diane:
A questo punto non mi meraviglio più di nulla... La razionalità bisogna metterla da parte, qui dentro. Almeno loro sono dalla nostra parte pensava Gavilan mentre continuava ad attaccare i non- morti. Notando che Adrian era in difficoltà, allora, l'uomo dall'arma nobile si avvicinò a lui ed uccise, in un unico ma forte fendente di spada, tutti e tre gli zombie che lo stavano catturando. Fu così che Gavilan mozzò le loro teste mentre Adrian si abbassò per permettere un attacco senza intoppi all'amico.
Anche Aron e Julien trovarono il loro da fare. Uno zombie cominciava a strapparsi brandelli di carne lanciandoli contro Julien, che rimase scossa da tutto ciò. Aron, con la sua arma, riuscì a evitare che quei pezzi di gamba e di braccia colpissero la sua amata. I pensieri di Julien, anche se riconoscente, andavano però altrove:
Marken... Starà bene Marken? Dov'è Adele?
Uno spettro di una donna si avvicinò a Julien:
"Non preoccuparti -disse- per ora non è successo nulla... Attenta però ai tuoi pensieri. Essi ti tradiscono. Noi spiriti possiamo ascoltare i pensieri degli uomini: siamo perciò rimasti attaccati alla vita terrena. Tuttavia non siamo gli unici...."
Detto ciò, lo spettro aggraziato fece il suo dovere uccidendo lo zombie che ostacolava sia Aron sia Julien.

Adrian, alle spalle di Aron, si sentiva inutile. Aveva la balestra ancora carica dell'ultima freccia ma non si decideva a lanciarla... l'uomo si avvicinò ad un muro e rimase inerme ad assistere a quanto avveniva in quella stanza...

Intanto Diane vide avvicinarsi a lei il fantasma della donna che poco prima aveva parlato con Julien... Diane sgranò gli occhi non credendo a quanto stava vedendo... quella donna era sua madre!
"Madre… Voi siete qui… Come fate voi ad essere qui?" le chiese Diane.
"L'ira della dama si abbatteva su tutti coloro che frequentavano il castello."
"Diane, che succede?" interrogò Giles vedendo Diane disarmata in quel preciso istante.
Diane non gli rispose:
"Madre.. Ma mio padre non era con voi?"
"No.."
"Era evidentemente a giocar d'azzardo…. Madre…" disse la ragazza sciogliendosi il ciondolo e porgendolo allo spirito della donna.
"No, voglio che lo mantenga tu per me. Il fatto di rivederti per me è la gioia più grande. Figlia mia, abbi cura anche di tuo padre. So bene come è, ma è il suo carattere e una brava ragazza dovrebbe seguire il consiglio paterno…"
Dagli occhi di Diane scesero lacrime e una voce flebile dalla sua bocca:
"No, madre. Mi dispiace. Io non mi sottometto ai suoi ordini. Ha portato tutti noi alla perdita di dignità: per il suo vizio del gioco e magari voi sareste stata ancora qui con me, adesso, sotto mortali vesti, se non fosse stato per lui"
Giles stavolta non si intromise nella discussione familiare ma continuava a lottare contro gli zombie.
"DIANE! Vuoi venire ad aiutarci?" chiese scocciato Adrian.
Diane riprese il suo stiletto e salutò con un cenno alla madre e con le lacrime che le solcavano le guance.
"Madre, il mio compito non è quello di obbedire ai ciechi ordini di un padre snaturato ma quello di rincorrere i miei ideali". Poi provò ad abbracciare il fantasma ma le fu impossibile visto che lo spirito era inconsistente.
Lo spirito della donna fece un dolce sorriso prima di tornare ad attaccare, a suo modo, gli zombie così come tornava a fare anche sua figlia.

Strano che la dama abbia fatto anche una donna fra le sue vittime... Pensò Aron mentre continuava a tagliar teste.

Adrian intanto poggiandosi su una parete fece aprire un passaggio segreto... il ragazzo vi entrò...
Grazie all'aiuto dei fantasmi e alle energie di tutti quanti del gruppo, i non- morti furono sconfitti quando Gavilan uccise l'ultimo zombie che era arrivato ad attaccare.
Il fantasma che aveva ballato con Diane si avvicinò a Giles parlandogli:
"Il nostro compito qui si è esaurito. Al momento non ci è concesso restare qui molto a lungo. Se fosse necessario, chiunque di voi si troverà in difficoltà, potrà invocare il nostro aiuto"
"Sì, sì, va bene" - gli rispose Giles -"Grazie lo stesso"

A Gavilan si avvicinò la madre di Diane.
"Dovete apprestarvi. Non so quanto ancora impiegherà la dama a tornar qui oppure a trovare i vostri amici. Hanno bisogno di voi tutti al momento i due giovanetti" disse il fantasma indicando verso il passaggio segreto.
"Infatti! Marken e Adele... Sono spariti e non sappiamo dove si trovano" sussurrò Gavilan.

Julien era molto preoccupata per suo fratello e per la bambina al momento.

"Ragazzi, seguiamo Adrian!" disse Giles.

Al momento in cui tutti uscirono dalla stanza per andare al passaggio segreto, i fantasmi che si trovavano lì svanirono dissolvendo le loro evanescenti e fiocamente luminose forme nell'oscurità della stanza.

Il corridoio sembrava non giungere mai a termine quando... i sei si ritrovarono in una stanza illuminata da una fioca luce rossa... al centro stava seduto un uomo di nobile aspetto... ma di età indefinibile...
"Chi siete?" chiese Diane
"Sono Ser Cavendisc!" rispose l'uomo.
"Colui che fece costruire il castello... il padre di AMABEL!" disse Adrian.
"Già.... e il responsabile di tutto ciò che sta accadendo..." disse l'uomo.
"Non dica così! Non è colpa sua se..." disse Diane.
"No, invece... è tutta colpa mia! Una volta la mia Amabel era tenera, dolce... poi le ordinai di sposare quell'uomo che non amava... lei mi diceva che amava un altro ma io rifiutai di ascoltarla... e lei fu costretta a fuggire... una fuga che si rivelò fatale per il suo amore... e nonostante vidi chiaramente tutto il suo dolore la obbligai ugualmente a sposarsi!!! Fu allora che il suo cuore cominciò a divenire freddo... lei accettò il patto con la morte perché era disperata... ma ora il male si è impossessato di lei... solo il vero amore con l'aiuto dell'Arcanum potrà sciogliere il maleficio..."
"Il vero amore?... Che dite?" disse Diane.
"Va bene! Non perdiamoci in indugi! Troviamo questo Arcanum e poi io e Diane ci daremo da fare!" disse Giles con un sorriso enorme stampato sul viso.
"Fare cosa?" chiese Diane.
"Non temere, piccola! Ti spiegherò tutto io!" Giles strizzò l'occhio.
Diane ritenne che quello era uno dei tanti "trucchetti" di Giles per cui gli rispose:
"Non vedo cosa ci sia da spiegarmi..."
Giles le sorrise di nuovo ma Diane stava già guardando di nuovo in direzione di quella figura ieratica che fino a poco tempo prima aveva parlato.
"Non abbiamo ancora l'Arcanum, noi sei..." disse ella dispiaciuta.
"Inoltre stiamo cercando due bambini: un ragazzo ed una bambina" disse con tono apprensivo Julien.
Il padre di Amabel fece un sorriso a Julien, prima di risponderle:
"Insieme potrete sconfiggere mia figlia: farla tornare in sé, strappandola dalla pazzia che l'ha avvolta con la magia nera. L'Arcanum è già stato trovato. Dovete cercare infatti quei bambini prima che li trovi Amabel per voi. Attenti però perché se l'amore vero e corrisposto salverà tutti, l'amore che non è corrisposto, nemmeno in segreto, toglierà la vita a tutti quando verranno lette le parole contenute nell'Arcanum, Julien."
"E dove si trovano i bambini? Ce lo può indicare?" chiese Aron.
Gavilan ed Adrian stavano lì ad ascoltare quale sarebbe stata la risposta di Ser Cavendisc al loro amico. Gavilan intanto rifletteva sulle parole enigmatiche dell'uomo.


"Hai paura, vero? Anch'io... ma vedrai che ce la caveremo..." disse Marken a Adele. Poi aggiunse: "Ma dove sono gli altri?"
In quel momento Amabel apparve davanti a loro. Il suo viso aveva un'espressione angelica: "Marken! - disse - Devi venire con me! Tua sorella è in pericolo!"
Marken non si mosse.
"Avanti piccolo! Ti sembro forse malvagia?"
Marken non rispose.
"E' stata una vecchia strega a provocare tutto questo.... non io.... non Amabel... e ora ha catturato tua sorella!"
"Julien!" rispose a questo punto Marken. Adele tirò il giacchetto del ragazzo per distoglierlo dallo sguardo della donna che lo stava fissando.
"Cosa c'è?" chiese il ragazzo ad Adele. La bambina rispose con un cenno negativo del capo.
Marken intuì che Adele non voleva che Marken desse confidenza alcuna alla dama.
"E dov'è mia sorella?" chiese duubbioso il ragazzo.
"Vieni con me e ti condurrò da lei..." rispose la dama con voce soave ed ammaliatrice.
Adele di nuovo tirò la giacchetta di Marken.
"No, se sai dove si trova potresti darci delle indicazioni direttamente, senza il bisogno di accompagnarci." disse Marken con tono perentorio rifiutando l'invito di Amabel.

"NO! TU VERRAI CON ME!!!" la dama afferrò Marken per il braccio. Ma il ragazzino lanciò velocemente il libro ad Adele, che lo prese al volo.
"SCAPPA, ADELE!!!!" gridò Marken. Adele non se lo fece ripetere e cominciò a correre. Amabel lasciò la presa e cominciò ad inseguire Adele.
Poco dopo entrarono nella stanza Adrian, Giles, Gavilan, Diane, Aron e Julien. Quest'ultima corse verso il fratello e lo abbracciò: "Ti ha fatto del male?"
"No - rispose Marken - Ma Adele è nei guai! Lei la sta inseguendo perché ha il libro!"
Tutti corsero fuori dalla stanza per cercare la ragazzina. Ad un tratto si trovarono di fronte ad un bivio. "Dobbiamo dividerci di nuovo! - disse Aron - Io, Julien, Marken e Adrian da una parte, Gavilan, Giles e Diane dall'altra!"
Tutti fecero un cenno di assenso e si divisero come aveva stabilito il ragazzo.
Ma presto Giles, Diane e Gavilan si trovarono di fronte ad un altro bivio.
"Tu vai con Diane, io andrò da solo da questa parte!" disse Giles. Gavilan lo guardò con volto stralunato. "Che hai da guardarmi in quel modo? - disse Giles - Tu sei senz'altro un combattente migliore di me e Diane sarà più al sicuro con te!"
"Giles..." disse Diane.
"Ma ti avverto! Se le dovesse succedere qualcosa io...." proseguì Giles.
"Ti prometto che non le succederà niente! E prenditi cura di te!" disse Gavilan.
"Tranquillo! Lo farò!" disse Giles e corse via.

Diane rimase sorpresa da tutto ciò e Gavilan le intimò di continuare a camminare nella direzione opposta a quella di Giles, come si erano appena messi d'accordo. Il percorso era buio, le rare torce che erano appese al muro erano perlopiù
ammuffite, per cui non era possibile guardare bene dove i due mettevano piede.
Diane, col piede, pestò una lastra di roccia sul pavimento che innescava una trappola: dalla parete destra infatti fu lanciata una rete che imprigionò lei e Gavilan. Subito la ragazza estrasse di nuovo il suo stiletto, così come l'uomo fece altrettanto con la spada per tagliarne i robusti fili intrecciati. Poco dopo riuscirono a liberarsi da quella rete che li imprigionava.
"Mi chiedo se Adele sia passata di qua" esordì Gavilan.
"Non saprei- rispose lei- ma se fosse così potrebbe essersi intrappolata anche lei da qualche parte ed è solo una bambina indifesa.."
I due si affrettarono a continuare lungo il cammino prestando la maggiore attenzione possibile ad altri eventuali trabocchetti.

Nel frattempo Aron Julien, Marken e Adrian continuarono verso la loro direzione. Il corridoio era ampio e pareva non finire mai. Si sentivano vagamente delle voci provenire altrove, attutite dalle pareti che là erano rivestite in legno corroso da tarli.
"Deve essere uno dei corridoi principali vista l'ampiezza e per il fatto che le pareti sono rivestite e non a pietra viva" disse Adrian.
"Riesci a vedere qualcosa laggiù? Sembra un portone di una sala enorme" continuò Julien.
"La porta infatti è socchiusa: da lì proviene una luce fioca!" disse Marken.
"Ma sarebbe troppo pesante per una bambina come Adele aprirla da sola. Pensate forse che stia lì?" chiese Aron aprendo la strada agli altri. Anche loro affrettarono il passo.


"E ora cosa dovrei farmene di te?" disse la Dama lanciando alla bambina un sorriso maligno. La piccola, intrappolata da una tela di ragno attaccata al muro, stava tremando dalla paura... la donna che aveva visto uccidere suo fratello stava, con l'Arcanum in mano, davanti a lei... e ora si chiedeva se avrebbe fatto la stessa fine...
"Ora che ho di nuovo il libro non ho più nulla da temere... ma sarà un piacere tagliare la tua dolce testolina...."
Che posso fare? Nessuno sa che sono qui... pensò Adele. Da quando suo fratello era morto non aveva più parlato... ma ora doveva farlo! Doveva! O non avrebbe avuto più alcuna speranza di salvarsi! Adele spalancò la bocca e cercò di gridare... ma non ci riuscì... tentò di nuovo... ancora niente... Adele cominciò a piangere...
"Non piangere piccola! Sono qui!" Adele sollevò gli occhi e vide finalmente chi aveva parlato: era Giles!
"Ma guarda chi si rivede! Il mio prode guerriero..." disse la dama con voce sensuale... poi si avvicinò pian piano a Giles..."Non vorrai mica uccidermi, vero? Vieni da me... so cosa desideri..."
"S- sì!" disse Giles... sembrava come ipnotizzato... il ragazzo cominciò ad avvicinarsi...
La dama fece lo stesso...
"Baciami..." disse lei...
Giles avvicinò le sue labbra a quelle di Amabel e la baciò...
Anche lui morirà come mio fratello e come gli altri! pensò Adele... i suoi occhi si riempirono di lacrime quando... "Preso!" sentì dire. Guardò. E non riuscì a credere ai suoi occhi: Giles era ormai lontano dalla dama e stava correndo verso di lei... e con in mano l'Arcanum!
La dama stava immobile, ancora sconvolta per quanto era accaduto... un uomo le aveva resistito... come era possibile? "N- non è possibile!" disse. Giles tagliò in fretta le ragnatele che tenevano prigioniera Adele. Poi girandosi verso la dama disse: "Sono meno sciocco di quanto tu non creda! Tutte le volte io e gli altri siamo stati attirati in una tua trappola ti abbiamo sentito cantare... credi che non abbia capito che il tuo potere di seduzione deriva dalla voce??? E così mi sono premunito!" Giles si era infatti messo della cera dentro le orecchie.
La dama ora era accecata dall'ira. Spalancò le braccia e girò i palmi delle mani verso l'alto pronunciando alcune parole incomprensibili. Il pavimento cominciò ad aprirsi... dei vortici di vento cominciarono a fuoriuscire dalle aperture.
"Prendi il libro e scappa!" disse Giles e si preparò ad affrontare Amabel...

"Mi sembra di aver sentito la voce di Giles! - disse Diane - dobbiamo fare in fretta!"
Lei e Gavilan stavano cercando disperatamente di aprire una porta... ma era bloccata!

"Facciamo leva con la spada!" disse Aron che insieme a Julien, a Marken e ad Adrian stava cercando disperatamente di aprire la porta a sud della sala in cui si trovavano Giles, Adele e la dama...

Finalmente la porta ad ovest cedette e Diane e Gavilan fecero il loro ingresso nella sala... e trovarono Giles a terra... completamente coperto di sangue... non si muoveva...
"Giles!" disse Diane correndo verso il ragazzo...

In quel momento la dama chiamò a sé un suo fedele servitore... una gigantesca vedova nera... Gavilan si preparò al combattimento....

Intanto anche la porta a sud cedeva e Aron, Julien, Marken e Adrian entrarono...

Mentre Diane cercava, accarezzando il viso di Giles, di farlo rinvenire, Gavilan si portò avanti ed iniziò a difendersi dai colpi di zampa della vedova nera. Il ragno dalle dimensioni ingigantite si muoveva verso Diane e Giles, vedendoli come i più indifesi al momento. Gavilan con una sferzata poderosa riuscì a tagliare una delle otto zampe del ragno, che si volse contro di lui.

Intanto la dama si stava riavvicinando alla bambina per riappropriarsi del libro che le era stato di nuovo rubato. Adele, terrorizzata, cominciò a correre con tutte le sue forze. Correva alla cieca, più lontano che poteva, come Giles le aveva comandato. Adele infatti non vide che aveva Julien davanti a sé quando, nella fuga, urtò contro la giovane ragazza. Adele cadde a terra, lasciando cadere sul pavimento il libro. Adrian lo raccolse mentre Julien ed Aron aiutarono la piccola a rialzarsi. Marken successivamente prese Adele con sé lasciando campo libero a Aron che si preparava a difendere gli altri dall'attacco della dama. La dama si fermò. Aron stava in posizione d'attacco mentre Adrian cominciò a sfogliare l'Arcanum per vedere quale avrebbe dovuto essere la formula richiesta. Julien si mise a fianco di Aron.
Non permetterò che faccia ad Aron lo stesso che ha fatto agli altri, pensò Julien.

Al vedere gli occhi di Giles riaprirsi Diane gli fece un dolce sorriso prima di aiutarlo ad alzarsi. Diane restò muta un secondo prima che lui la baciasse di nuovo. Diane e Giles accorsero in aiuto di Gavilan e lei mise nella mano di Giles il suo stiletto:
"Tu sei più bravo di me e più forte, prendilo tu! Io distrarrò il ragno facendo da esca cosicché tu e Gavilian possiate colpirlo a morte" disse la ragazza.
Giles allora accettò l'arma e con Gavilan staccò entrambe le zampe anteriori del ragno.
"Attento al veleno" Gavilan avvertì Giles quando quest'ultimo si arrampicò sui peli del ragno fino a montargli sulla testa. Mentre Gavilan combatteva a terra, Diane continuava a distrarre il ragno che si muoveva per togliersi di dosso Giles, che prima gli accecò tutti gli occhi e poi gli dette il colpo di grazia.
Cadendo morta la vedova nera, Diane rimase incastrata sotto una delle zampe di questa, le quali non erano ancora state mozzate. Giles la tirò fuori da lì la ragazza e, poco dopo, tutti e tre corsero in direzione degli altri, che erano alle prese con la dama.

"Octopus ai garth dialmenneh!" disse la dama e delle lingue di fuoco fuoriuscirono da pavimento e cominciarono a lanciare sfere di fuoco. Adele stava per essere colpita e Adrian si gettò su di lei per salvarle la vita... il libro cadde a terra. Lo raccolse Diane che lo aprì e cominciò a recitare una formula: "DIARETES AGAMUN..." La Dama lanciò una freccia di ghiaccio contro di lei e Giles fece appena in tempo ad afferrarla per un braccio per farla spostare prima che questa la colpisse... il libro cadde di nuovo a terra. Questa volta fu raccolto da Adrian che continuò a recitare la formula: "...DIORUL ATRAK...". Una sfera di fuoco fu lanciata contro di lui facendogli perdere il libro che questa volta fu raccolto da Marken.
"...SARNAT BORGUS..." disse il ragazzino. Un'aura di luce cominciò a circondare la dama che gridò infuriata: "DANNATA PESTE! IO TI FERMERO'! ATARUN FURMEDOS!" La dama congiunse le mani in un pugno e le puntò verso il ragazzino. Un insieme di fiamme nere cominciarono a fuoriuscire...
Julien precipitò davanti a suo fratello... la ragazza chiuse gli occhi e attese la sua fine... che non arrivò! Appena li riaprì vide, steso davanti a lei, Aron.... il ragazzo le aveva fatto scudo col suo corpo... ora giaceva a terra svenuto...
"A- Aron!...." disse Julien e si chinò sul ragazzo per baciarlo...
Marken intanto stava ancora fermo lì come paralizzato...
"S- sbrigati!" gli disse una voce... era quella di Adele! La ragazzina aveva recuperato la parola.
"Subito!... TEKBERN ODPARAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!"
Julien baciò Aron in segno del suo amore. Questo gesto, alla pronuncia della formula per intero, ebbe un esito nefasto sulla padrona del castello. Di colpo, questa, infatti, si sentiva più indebolita. Il suo bellissimo corpo era avvolto da una luce che man mano si faceva sempre più intensa, accecante per coloro che stavano in quella stanza. Il bagliore fece chiudere gli occhi a tutti i presenti. Al momento di massima intensità del bagliore, il corpo della dama sussultò e rimase in piedi a braccia allargate come se le fosse strappata l'anima. Dopo questo scorporo, si poteva notare che la luce andò affievolendosi pian piano. A questo punto Julien, Aron, Gavilan, Adrian, Giles, Diane, Marken e Adele riuscirono ad aprire nuovamente il loro occhi. Videro che la dama si accasciò a terra, come esanime. Pochi minuti passarono e la donna riuscì a rimettersi seduta facendo leva sulle sue braccia ricoperte dal velo nero. I suoi lunghi capelli si erano sciolti coprendole il viso, prima che questa alzasse il volto in direzione dei vincitori. Gavilan fu il primo ad osservare la dama in viso. Se la magia nera le aveva dato giovinezza prolungata con le sue formule e con i riti, le parole scritte sull'Arcanum, che erano state pronunciate, le avevano tolto ciò da cui era posseduta, cosicché il volto della dama appariva stanco. Poco tempo dopo, la dama si volse in direzione di Giles, che la vide bene in faccia in tutte le sue rughe che le costellavano il volto e attorno ad una bocca sdentata.
Giles fece un passo indietro:
"Strega, ma fai veramente schifo!!" disse di primo impatto l'uomo guardando la dama. Poi egli si avvicinò a Diane.
La dama implorò la morte chiese a Gavilan di esaudire quest'ultimo suo desiderio:
"Dammi la felicità di raggiungere il mio unico amore" disse lei a Gavilan chinando la testa verso il basso.
Vedendola così inerme Gavilan non riusciva a toglierle la vita, così la dama cercò di assalire, con perfidia, con le sue ultime forze, l'uomo che, per legittima difesa, le trapassò il ventre con la spada. La dama cadde a terra moribonda. I suoi occhi velati ormai erano rivolti verso il vuoto, prima che esalasse l'ultimo respiro.
Il castello era sempre tetro all'interno ma dall'oscurità che lo avvolgeva si potevano notare spiragli di luce di un mattino sereno che irraggiavano di tanto in tanto l'interno del castello attraverso gli squarci sui muri e dalle fessure tra i lastroni di pietra di una parete piuttosto fatiscente. Il sole era già alto in cielo e emanava un tiepido calore primaverile. La nebbia era ormai scomparsa e non avvolgeva più la città: la magia nera non aveva più effetto su di essa. Tutti si guardarono negli occhi, essendo quello un evento straordinario. La dama, inaftti, non avrebbe più mietuto vittime nel suo castello ed Adele aveva finalmente parlato dopo un lungo periodo di tempo. Julien aiutò Aron a rialzarsi. La ferita avrebbe dovuto essere disinfettata. Gavilan aprì il portone, che non era più bloccato, aiutato da Giles. Il gruppo uscì fuori dal castello, per far ritorno alla locanda di Julien dove lei avrebbe potuto curare Aron. Tutti tornarono ai cavalli, chi al proprio, chi a quello altrui, per far ritorno alla locanda: Adrian e Marken presero un cavallo, Julien adagiò Aron in groppa al suo cavallo, Gavilan ed Adele salirono su un altro cavallo mentre Giles si offrì di condurre Diane alla locanda sul cavallo di lei.

Al passaggio del gruppo la nebbia si diradava... gli otto sopravvissuti non ci impiegarono molto a raggiungere la locanda di Julien. Ad attenderli all'interno c'era il padre di Diane.
"Ho visto la mamma..." disse Diane.
"Sapevo che sarebbe successo..." disse Wells. Fece un sospiro... poi proseguì: "Io e tua madre eravamo molto innamorati... ma come te anche lei aveva una smisurata passione per l'occulto... un giorno venne da me dicendomi che aveva ricevuto un messaggio dagli spiriti che le dicevano di recarsi al castello di nebbia per sconfiggere la dama... io la giudicavo una follia e decisi di non assecondarla... le dissi di non andare... ma lei non mi ascoltò... quando mi accorsi che si era allontanata era ormai troppo tardi... mi dispiace Diane..."
"Oh padre!" La ragazza, con le lacrime agli occhi, abbracciò suo padre.

Nel frattempo Aron veniva portato nel retro da Julien con l'aiuto di Adrian.

Giles invece continuava a dire a Gavilan: "Il padre di Diane?!? Che dici? Sono presentabile?"
"Devo essere sincero? NO!" rispose.
"Tutta colpa di quella vecchiaccia! E così?" Giles si sistemò i capelli.
"Ancora peggio!"
"Così?" Giles si sistemò le maniche.
"E BASTA!!!"

Marken e Adele osservavano la scena divertiti mentre si riempivano lo stomaco con dell'ottimo cibo.

Giles era troppo preso dal sistemarsi per presentarsi al padre di Diane come il suo ragazzo che non fece caso alla risposta di Gavilan.
"Allora? Va meglio adesso?" gli chiese.
"Sei quasi più presentabile, se la pianti di metterti le mani fra i capelli e di chiedere se stai messo bene o no!" disse infine Gavilan per evitare quella tortura.
Giles con un sorriso smagliante sulle labbra ed impettito si avvicinò a Diane, prendendola per la mano.
"E chi sei tu, damerino?" chiese il duca Wells.
Prima che Giles potesse rispondere, Diane lo interruppe:
"Lui è Giles, padre!"
"Quale titolo ha il qui presente Giles? Sir?"
"Veramente io non…" esordì Giles.
"Lui è l'uomo della mia vita, padre. Sir o non sir" disse Diane stringendo la mano di Giles.
"Figlia scellerata! Ma quante volte ti ho detto che tu sei la figlia di un duca e che avresti dovuto sposare un uomo di alto rango! E continuare così la progenie!" alzò leggermente la voce il duca Wells.
Giles guardò Diane per sentire la sua risposta.
"Padre, mi dispiace che le vostre aspettative siano divergenti dai miei pensieri ma…" disse Diane guardando Giles negli occhi prima di continuare a parlare "non amo nessun conte o duca o principe ma Giles"
"I non nobili non portano rispetto alle donne, non hanno idea di cosa sia l'etichetta, te ne rendi conto?" disse il duca Wells abbassando il tono di voce.
"Io la amo" disse Giles prima di baciarla.
Vedendo che ogni sua rimostranza non aveva avuto alcun esito, il duca Wells disse:
"Diane, non mi lasci scelta. Forse questa volta hai ragione tu"

Intanto Julien prese dell'alcool per poter disinfettare la ferita di Aron. Fu in quel frangente che i due si dichiararono amore eterno. Qualche giorno dopo si unirono in matrimonio, a cui parteciparono tutti coloro che erano reduci della dama e delle insidie del castello. Dopo quel lieto evento, Diane, Giles e il duca Wells partirono da quella città, con la speranza di tornarvi un giorno per ritrovare i loro compagni d'avventura che avevano lasciato.
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 16:22




Epilogo

10 anni dopo

Una carrozza giunse davanti ad una locanda. Ne scese un uomo di circa 35 anni, di bell'aspetto e vestito elegantemente. L'uomo porse la mano a una donna che si trovava ancora all'interno, per aiutarla a scendere. Anche la donna, molto bella, era vestita elegantemente.
La coppia entrò nella locanda e il loro ingresso non passò inosservato agli occhi di un uomo dai lunghi capelli argentati che sedeva ad un tavolo ad un angolo della locanda.
"Guarda guarda chi si rivede! -disse l'uomo - Giles e Diane! Quanto tempo!"
"Eh già!" E' dal matrimonio di Julien e di Aron che non ci vedevamo! Come stai, Adrian?" disse Giles.
"Benone direi! E vostro figlio? Non è venuto con voi?" chiese Adrian.
"No, lo abbiamo lasciato con il nonno... hai avuto più notizie degli altri?"
chiese Giles.
"Per quanto ne so io Gavilan è sempre in giro per il mondo per cercare di imparare nuove tecniche di scherma... Julien e Aron sono in attesa del loro primo figlio... e Marken gestisce la locanda insieme ad Adele, la sua fidanzata!"
"Sembra che tutto si sia concluso nel migliore dei modi..."
"Già... pare proprio di si...."
Adrian lanciò uno sguardo al di fuori della finestra... il castello era ancora lì... ancora circondato dalla nebbia ... come se questa volesse celare ciò che era stato luogo di tanto dolore... e morte...

"Nostalgia dei vecchi tempi?" chiese Giles ad Adrian.
"E' stata una bella impresa ma alla fine ce l'abbiamo fatta, anche se quella nebbia ricorda fatti di sventura, come se fosse solo un vago ricordo..." gli rispose con un sorriso.
Diane si avvicinò al bancone scherzando con Marken ed Adele, che aveva una splendida voce.
"Stavamo pensando di rinnovare un po' la locanda, pensiamo di mettere un po' di allegria ai clienti con un po' di musica. Adele infatti è bravissima a cantare" informò Marken. Adele arrossì per il complimento.
"Penso che sia una buona idea", disse sorridendo Diane, con dolcezza.
"Dov'è Julien?" chiese lei poco dopo.
"Mia sorella si trova al piano di sopra: è al settimo mese" la informò Marken.
Diane si congedò da loro per andare a trovare i futuri genitori. Incontrò per le scale Aron che andava a prendere un bicchiere d'acqua per sua moglie e salutò in fretta Diane, che trovò Julien su una sedia con il pancione. Il suo aspetto era radioso e materno al contempo. Le due donne si raccontarono gli ultimi avvenimenti e si promisero aiuto solidale.
"Promettimi che verrai a trovarci quando nascerà nostra figlia Selen, Diane. Porta anche tuo figlio."
"Va bene, non dovrei ripeterlo due volte a Ernest, basta che la locanda sia a prova di terremoto..", rispose lei
Giles accolse con una pacca sulle spalle Aron:
"Benvenuto nel gruppo dei papà, Aron. Non sai cosa ti aspetterà... Pannolini sporchi, vagiti in piena notte, ..."
"Giles!" disse Aron voltandosi di scatto per la contentezza di vedere gente che da tanto tempo non vedeva.
"Caspita! Ci siete proprio tutti!" disse una voce maschile alle spalle di Aron e di Giles.
"GAVILAN! ANCHE TU QUI?" disse Aron con entusiasmo mentre dava una pacca sulle spalle all'amico.
"Già... ho viaggiato per tutto il mondo... e ora ho deciso di fermarmi qui... è ora che cominci a mettere un po' d'ordine nella mia vita..."
"E' quello che dico anch'io... potresti cominciare dai tuoi vestiti... guarda io come sono bello ed elegante..."
"Certo che tu non cambierai mai, Giles..."
"Che vorresti dire?"
"Niente, niente..." Gavilan rise.
"Raggiungiamo gli altri?" propose Aron.
"Certo!" rispose Giles.
I tre uomini si recarono al piano superiore mentre Marken chiudeva le porte della locanda.


Fine

Edited by Aethra - 31/8/2005, 17:23
 
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Aethra
view post Posted on 31/8/2005, 17:41




Questi sono i creatori che hanno contribuito alla creazione del racconto della "La Dama del castello di nebbia "

L'IDEA DEL RACCONTO, E' STATA PRESENTATA DA AETHRA (allora IRIN)

I personaggi erano:

- Julien e Marken ~ creati da Nazareno.

- Adrian~ creati da Marko

- Diane ed il duca di Wells ~ creati da Meg_BlackRaven (allora Merenwen)

- tutti gli altri erano (Giles, John, Cooper, Bugus, Gavilan, Adele, la dama,...) ~ creati da Aethra (allora Irin)

- comparse ~ create da Aethra e Meg_BlackRaven


Ognuno, poi, in base al proprio tempo disponibile, muoveva anche tutti i personaggi soprattutto dal capitolo 2.

Edited by Aethra - 31/8/2005, 18:42
 
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