| Cap 5
Gavilan trafisse con la sua spada lo zombie ce era davanti a lui... ma il colpo non gli arrecò nessun danno. "GAVILAN! - gridò Adrian - DEVI COLPIRLI ALLA TESTA!!!" Gavilan con un fendente gliela staccò. Adrian intanto scoccava frecce mirando al cervello di quegli esseri senz'anima... Aron invece faceva roteare la sua lancia facendo cadere una testa dopo l'altra. Le due donne facevano del loro meglio per tenere lontani gli zombie... Il ragno continuava ad avvicinarsi alle due donne, come gli era stato comandato dalla dama. Giles allora accorse. Il ragno lanciò nuovamente ragnatele contro le due fanciulle per bloccarle prima di avvelenarle, dando però le spalle a Giles. Egli allora impugnò saldamente il bastone appuntito lanciandosi contro il ragno a 8 occhi. Si arrampicò fino alla sommità del corpo dell'animale aggrappandosi ai peli di questo. La bestia era troppo intenta ad attaccare Julien e Diane per difendersi da Giles, che scelse il lato più appuntito della stretta tavola di legno per accecare i quattro occhi del ragno. Un gesto di dolore dell'animale fece però cadere a terra Giles, che strisciò a terra verso Diane e Julien, per non dare subito nell'occhio al ragno ferito. Così le liberò entrambe, alla buona, dalla ragnatela che ora le imprigionava. Diane si posizionò in modo da potersi difendere dagli zombie con il suo stiletto e da poter coprire eventualmente le spalle a Giles. Julien invece si continuava a difendere come poteva dai non- morti. Giles tentò di nuovo un attacco frontale al ragno con quella stessa barra di legno che si era procurato. Il ragno fece uscire una ragnatela con cui bloccò il bastone di Giles. Il ragazzo cominciò a tirare ma la ragnatela risultò più robusta del previsto. Accortosi della situazione, Adrian scoccò una freccia contro la tela liberando l'arma di Giles. Il ragazzo ne approfittò subito per infilzare la testa del gigantesco insetto. Diane e Julien continuavano a lottare contro gli zombie che si avvicinavano loro: l'una usava lo stiletto per recidere la testa di uno degli esseri, l'altra usava un pugnale cercando di fare altrettanto. Uno zombie riuscì a prendere Julien. Subito, accortosi che la sua bella non riusciva a liberarsi dallo zombie, Aron andò in suo soccorso. Nel frattempo, Giles aiutava Diane infilzando il suo bastone nel collo di uno di questi nemici... Diane per un attimo rimase imbambolata e priva di difese: "... Era Cooper..." pronunciò la ragazza guardando verso Giles ed abbassando l'arma per un istante. "Tanto non l'ho mai potuto soffrire. Avanti! Tagliagli la testa" Riluttante, Diane eseguì l'ordine: impugnando lo stiletto mise tutta la forza nel colpo.
Gavilan era ancora alle prese con lo zombie di Sir Rubert, riuscendo a fatica a mozzargli la testa con la sua spada.
Nel frattempo, ancora nessuna traccia dei ragazzini, che giravano per il castello, avvicinandosi alla stanza in cui gli altri si trovavano, con l'intenzione di unirsi presto al resto del gruppo. Adele stava attenta a non fare rumore mentre Marken nascondeva sotto una giacchetta quanto aveva rinvenuto prima dell'incontro con la bambina. La dama continuava a vagare nei paraggi in cerca dei due fuggiaschi.
Gavilan sferrava colpi a destra e a manca. combatteva sicuro di sé quando ad un tratto vide avvicinarsi a lui lo zombie di una persona che conosceva molto bene... si trattava di John... Gavilan per un attimo fu assalito dai ricordi: ripensò a quando lo aveva incontrato la prima volta... un bambino timido, indifeso, del tutto dipendente dal fratello... era stato lui ad insegnargli ad essere un uomo e a combattere... ma tutto questo non era servito a salvargli la vita... e ora lui avrebbe dovuto togliergliela di nuovo! Gavilan gettò la spada a terra e lanciò un grido di rabbia! Il corpo senza anima intanto si avvicinava pericolosamente a lui... era sempre più vicino... più vicino... Gavilan lo guardò... per un attimo credette che per lui fosse arrivata la fine... poi vide la testa di John cadere e una mano porsi davanti a lui per aiutarlo a rialzarsi... "Quello che avevi davanti non era più John..." disse Aron. Era stato lui a tagliare la testa dello zombie... Ora che il ragno era stato tolto di mezzo, Giles trascinò Diane più in avanti, portandola verso gli altri amici del gruppo. Julien si trovava già vicino ad Aron e Gavilan fin da quando il giovane la salvò dall'attacco dello zombie. Diane balzò indietro: sentiva avvicinarsi un altro zombie: quello di Bugus. Bugus non era molto differente da morto da come era da vivo: le sue cattive abitudini non erano cambiate e la ragazza se ne rese ben presto conto. Un nuovo rigurgito d'oltretomba la fece barcollare e le cadde lo stiletto a terra. Giles se ne accorse non vedendo più accanto a sé Diane. Notando che Bugus dava le spalle a Giles per attaccare Diane, intontita, Giles stesso ne approfittò per conficcargli tra le scapole il bastone appuntito. "Muori, brutto porco!! Insulto alla mia presenza!!" urlò Giles in un grido di guerra aperta. Diane scosse la testa e tornò in sé, si abbassò e riprese il pugnale, conficcandolo nella giugulare dello zombie. Da quella azione scaturì un fiotto di sangue nero che sporcò entrambi i nemici di Bugus. Quest'ultimo allora continuava ad avanzare per strappare il cuore di Diane. Per Bugus- zombie, infatti, nel cuore risiedeva la vita e l'anima, ciò che a loro non- morti mancava. Diane fu presa, inorridita, tra le braccia di Bugus sanguinante che la tirò su con un braccio scuoiato quasi strangolandola mentre tentava di estrarle il cuore dal petto. Lei ebbe la forza di conficcare più a fondo lo stiletto mentre Giles faceva altrettanto al lato opposto del collo. La testa di Bugus fu infine recisa. "Tutto bene, Diane?" chiese Giles. "Sì, ti ringrazio... Torniamo dagli altri adesso però, stanno anche loro in difficoltà.." gli rispose Diane con un filo di voce, tossendo.
"Sto finendo le frecce! Maledizione!" disse Adrian. Solo tre frecce... e sette zombie che si avvicinano... una freccia andò a conficcarsi sulla fronte del primo... Bene, Adrian, e adesso? pensò l'uomo. E indietreggiò... All'improvviso sentì qualcosa che lo afferrava da dietro. Adrian si mise la balestra sulle spalle e scoccò la seconda freccia... del sangue gli sporcò la camicia e qualcosa ruzzolò sul pavimento... era la testa di un altro zombie... Bel colpo, Adrian! Magari se qualcuno uscirà vivo da questa situazione lo racconterà ai posteri... ma quel qualcuno non sarai tu... hai una sola freccia ora!... L'uomo strinse forte l'arma pronto a lanciare l'ultimo dardo Che questo serva a far sì che qualcuno ne esca vivo! Adrian puntò la balestra... Ma accadde qualcosa: l'uomo si sentì afferrare di nuovo da dietro... credeva che ormai fosse giunta la fine... ma non fu come si aspettava: ad afferrarlo erano stati i proprietari di quei corpi senza vita... Da ogni angolo della stanza cominciarono a spuntare spettri... Diane riconobbe lo spettro che aveva ballato con lei. "Non temete! Ora ci siamo noi ad aiutarvi!" disse il fantasma.
Ancora lui?!? pensò Giles scocciato vedendo Diane sorpresa di rivedere il fantasma. "Avanti, amici!" ordinò lo spettro, con un cenno di braccio, agli altri come lui. Gli spettri allora si misero a vagare nei dintorni. Ogni volta che passavano attraverso agli zombie si scaturiva una fioca luce che per un attimo diventava intensa: in quel momento infatti i non- morti cadevano a terra privi di alcun tipo di vita e di alcun tipo di movimento. Quegli zombie tornavano ad essere carcasse destinate, in un tempo non molto lontano, alla decomposizione e i loro corpi si laceravano al passaggio delle anime senza corpo attraverso le loro masse scuoiate. Giles abbassò per un secondo l'arma vedendo quanto accadeva, lo stesso fece Diane che rimase sbalordita. I due si riarmarono ben presto continuando a uccidere, insieme, quanti più zombie potevano. Gavilan guardò lo spettro che aveva precedentemente danzato con Diane: A questo punto non mi meraviglio più di nulla... La razionalità bisogna metterla da parte, qui dentro. Almeno loro sono dalla nostra parte pensava Gavilan mentre continuava ad attaccare i non- morti. Notando che Adrian era in difficoltà, allora, l'uomo dall'arma nobile si avvicinò a lui ed uccise, in un unico ma forte fendente di spada, tutti e tre gli zombie che lo stavano catturando. Fu così che Gavilan mozzò le loro teste mentre Adrian si abbassò per permettere un attacco senza intoppi all'amico. Anche Aron e Julien trovarono il loro da fare. Uno zombie cominciava a strapparsi brandelli di carne lanciandoli contro Julien, che rimase scossa da tutto ciò. Aron, con la sua arma, riuscì a evitare che quei pezzi di gamba e di braccia colpissero la sua amata. I pensieri di Julien, anche se riconoscente, andavano però altrove: Marken... Starà bene Marken? Dov'è Adele? Uno spettro di una donna si avvicinò a Julien: "Non preoccuparti -disse- per ora non è successo nulla... Attenta però ai tuoi pensieri. Essi ti tradiscono. Noi spiriti possiamo ascoltare i pensieri degli uomini: siamo perciò rimasti attaccati alla vita terrena. Tuttavia non siamo gli unici...." Detto ciò, lo spettro aggraziato fece il suo dovere uccidendo lo zombie che ostacolava sia Aron sia Julien.
Adrian, alle spalle di Aron, si sentiva inutile. Aveva la balestra ancora carica dell'ultima freccia ma non si decideva a lanciarla... l'uomo si avvicinò ad un muro e rimase inerme ad assistere a quanto avveniva in quella stanza...
Intanto Diane vide avvicinarsi a lei il fantasma della donna che poco prima aveva parlato con Julien... Diane sgranò gli occhi non credendo a quanto stava vedendo... quella donna era sua madre! "Madre… Voi siete qui… Come fate voi ad essere qui?" le chiese Diane. "L'ira della dama si abbatteva su tutti coloro che frequentavano il castello." "Diane, che succede?" interrogò Giles vedendo Diane disarmata in quel preciso istante. Diane non gli rispose: "Madre.. Ma mio padre non era con voi?" "No.." "Era evidentemente a giocar d'azzardo…. Madre…" disse la ragazza sciogliendosi il ciondolo e porgendolo allo spirito della donna. "No, voglio che lo mantenga tu per me. Il fatto di rivederti per me è la gioia più grande. Figlia mia, abbi cura anche di tuo padre. So bene come è, ma è il suo carattere e una brava ragazza dovrebbe seguire il consiglio paterno…" Dagli occhi di Diane scesero lacrime e una voce flebile dalla sua bocca: "No, madre. Mi dispiace. Io non mi sottometto ai suoi ordini. Ha portato tutti noi alla perdita di dignità: per il suo vizio del gioco e magari voi sareste stata ancora qui con me, adesso, sotto mortali vesti, se non fosse stato per lui" Giles stavolta non si intromise nella discussione familiare ma continuava a lottare contro gli zombie. "DIANE! Vuoi venire ad aiutarci?" chiese scocciato Adrian. Diane riprese il suo stiletto e salutò con un cenno alla madre e con le lacrime che le solcavano le guance. "Madre, il mio compito non è quello di obbedire ai ciechi ordini di un padre snaturato ma quello di rincorrere i miei ideali". Poi provò ad abbracciare il fantasma ma le fu impossibile visto che lo spirito era inconsistente. Lo spirito della donna fece un dolce sorriso prima di tornare ad attaccare, a suo modo, gli zombie così come tornava a fare anche sua figlia.
Strano che la dama abbia fatto anche una donna fra le sue vittime... Pensò Aron mentre continuava a tagliar teste.
Adrian intanto poggiandosi su una parete fece aprire un passaggio segreto... il ragazzo vi entrò... Grazie all'aiuto dei fantasmi e alle energie di tutti quanti del gruppo, i non- morti furono sconfitti quando Gavilan uccise l'ultimo zombie che era arrivato ad attaccare. Il fantasma che aveva ballato con Diane si avvicinò a Giles parlandogli: "Il nostro compito qui si è esaurito. Al momento non ci è concesso restare qui molto a lungo. Se fosse necessario, chiunque di voi si troverà in difficoltà, potrà invocare il nostro aiuto" "Sì, sì, va bene" - gli rispose Giles -"Grazie lo stesso"
A Gavilan si avvicinò la madre di Diane. "Dovete apprestarvi. Non so quanto ancora impiegherà la dama a tornar qui oppure a trovare i vostri amici. Hanno bisogno di voi tutti al momento i due giovanetti" disse il fantasma indicando verso il passaggio segreto. "Infatti! Marken e Adele... Sono spariti e non sappiamo dove si trovano" sussurrò Gavilan.
Julien era molto preoccupata per suo fratello e per la bambina al momento.
"Ragazzi, seguiamo Adrian!" disse Giles.
Al momento in cui tutti uscirono dalla stanza per andare al passaggio segreto, i fantasmi che si trovavano lì svanirono dissolvendo le loro evanescenti e fiocamente luminose forme nell'oscurità della stanza.
Il corridoio sembrava non giungere mai a termine quando... i sei si ritrovarono in una stanza illuminata da una fioca luce rossa... al centro stava seduto un uomo di nobile aspetto... ma di età indefinibile... "Chi siete?" chiese Diane "Sono Ser Cavendisc!" rispose l'uomo. "Colui che fece costruire il castello... il padre di AMABEL!" disse Adrian. "Già.... e il responsabile di tutto ciò che sta accadendo..." disse l'uomo. "Non dica così! Non è colpa sua se..." disse Diane. "No, invece... è tutta colpa mia! Una volta la mia Amabel era tenera, dolce... poi le ordinai di sposare quell'uomo che non amava... lei mi diceva che amava un altro ma io rifiutai di ascoltarla... e lei fu costretta a fuggire... una fuga che si rivelò fatale per il suo amore... e nonostante vidi chiaramente tutto il suo dolore la obbligai ugualmente a sposarsi!!! Fu allora che il suo cuore cominciò a divenire freddo... lei accettò il patto con la morte perché era disperata... ma ora il male si è impossessato di lei... solo il vero amore con l'aiuto dell'Arcanum potrà sciogliere il maleficio..." "Il vero amore?... Che dite?" disse Diane. "Va bene! Non perdiamoci in indugi! Troviamo questo Arcanum e poi io e Diane ci daremo da fare!" disse Giles con un sorriso enorme stampato sul viso. "Fare cosa?" chiese Diane. "Non temere, piccola! Ti spiegherò tutto io!" Giles strizzò l'occhio. Diane ritenne che quello era uno dei tanti "trucchetti" di Giles per cui gli rispose: "Non vedo cosa ci sia da spiegarmi..." Giles le sorrise di nuovo ma Diane stava già guardando di nuovo in direzione di quella figura ieratica che fino a poco tempo prima aveva parlato. "Non abbiamo ancora l'Arcanum, noi sei..." disse ella dispiaciuta. "Inoltre stiamo cercando due bambini: un ragazzo ed una bambina" disse con tono apprensivo Julien. Il padre di Amabel fece un sorriso a Julien, prima di risponderle: "Insieme potrete sconfiggere mia figlia: farla tornare in sé, strappandola dalla pazzia che l'ha avvolta con la magia nera. L'Arcanum è già stato trovato. Dovete cercare infatti quei bambini prima che li trovi Amabel per voi. Attenti però perché se l'amore vero e corrisposto salverà tutti, l'amore che non è corrisposto, nemmeno in segreto, toglierà la vita a tutti quando verranno lette le parole contenute nell'Arcanum, Julien." "E dove si trovano i bambini? Ce lo può indicare?" chiese Aron. Gavilan ed Adrian stavano lì ad ascoltare quale sarebbe stata la risposta di Ser Cavendisc al loro amico. Gavilan intanto rifletteva sulle parole enigmatiche dell'uomo.
"Hai paura, vero? Anch'io... ma vedrai che ce la caveremo..." disse Marken a Adele. Poi aggiunse: "Ma dove sono gli altri?" In quel momento Amabel apparve davanti a loro. Il suo viso aveva un'espressione angelica: "Marken! - disse - Devi venire con me! Tua sorella è in pericolo!" Marken non si mosse. "Avanti piccolo! Ti sembro forse malvagia?" Marken non rispose. "E' stata una vecchia strega a provocare tutto questo.... non io.... non Amabel... e ora ha catturato tua sorella!" "Julien!" rispose a questo punto Marken. Adele tirò il giacchetto del ragazzo per distoglierlo dallo sguardo della donna che lo stava fissando. "Cosa c'è?" chiese il ragazzo ad Adele. La bambina rispose con un cenno negativo del capo. Marken intuì che Adele non voleva che Marken desse confidenza alcuna alla dama. "E dov'è mia sorella?" chiese duubbioso il ragazzo. "Vieni con me e ti condurrò da lei..." rispose la dama con voce soave ed ammaliatrice. Adele di nuovo tirò la giacchetta di Marken. "No, se sai dove si trova potresti darci delle indicazioni direttamente, senza il bisogno di accompagnarci." disse Marken con tono perentorio rifiutando l'invito di Amabel.
"NO! TU VERRAI CON ME!!!" la dama afferrò Marken per il braccio. Ma il ragazzino lanciò velocemente il libro ad Adele, che lo prese al volo. "SCAPPA, ADELE!!!!" gridò Marken. Adele non se lo fece ripetere e cominciò a correre. Amabel lasciò la presa e cominciò ad inseguire Adele. Poco dopo entrarono nella stanza Adrian, Giles, Gavilan, Diane, Aron e Julien. Quest'ultima corse verso il fratello e lo abbracciò: "Ti ha fatto del male?" "No - rispose Marken - Ma Adele è nei guai! Lei la sta inseguendo perché ha il libro!" Tutti corsero fuori dalla stanza per cercare la ragazzina. Ad un tratto si trovarono di fronte ad un bivio. "Dobbiamo dividerci di nuovo! - disse Aron - Io, Julien, Marken e Adrian da una parte, Gavilan, Giles e Diane dall'altra!" Tutti fecero un cenno di assenso e si divisero come aveva stabilito il ragazzo. Ma presto Giles, Diane e Gavilan si trovarono di fronte ad un altro bivio. "Tu vai con Diane, io andrò da solo da questa parte!" disse Giles. Gavilan lo guardò con volto stralunato. "Che hai da guardarmi in quel modo? - disse Giles - Tu sei senz'altro un combattente migliore di me e Diane sarà più al sicuro con te!" "Giles..." disse Diane. "Ma ti avverto! Se le dovesse succedere qualcosa io...." proseguì Giles. "Ti prometto che non le succederà niente! E prenditi cura di te!" disse Gavilan. "Tranquillo! Lo farò!" disse Giles e corse via.
Diane rimase sorpresa da tutto ciò e Gavilan le intimò di continuare a camminare nella direzione opposta a quella di Giles, come si erano appena messi d'accordo. Il percorso era buio, le rare torce che erano appese al muro erano perlopiù ammuffite, per cui non era possibile guardare bene dove i due mettevano piede. Diane, col piede, pestò una lastra di roccia sul pavimento che innescava una trappola: dalla parete destra infatti fu lanciata una rete che imprigionò lei e Gavilan. Subito la ragazza estrasse di nuovo il suo stiletto, così come l'uomo fece altrettanto con la spada per tagliarne i robusti fili intrecciati. Poco dopo riuscirono a liberarsi da quella rete che li imprigionava. "Mi chiedo se Adele sia passata di qua" esordì Gavilan. "Non saprei- rispose lei- ma se fosse così potrebbe essersi intrappolata anche lei da qualche parte ed è solo una bambina indifesa.." I due si affrettarono a continuare lungo il cammino prestando la maggiore attenzione possibile ad altri eventuali trabocchetti.
Nel frattempo Aron Julien, Marken e Adrian continuarono verso la loro direzione. Il corridoio era ampio e pareva non finire mai. Si sentivano vagamente delle voci provenire altrove, attutite dalle pareti che là erano rivestite in legno corroso da tarli. "Deve essere uno dei corridoi principali vista l'ampiezza e per il fatto che le pareti sono rivestite e non a pietra viva" disse Adrian. "Riesci a vedere qualcosa laggiù? Sembra un portone di una sala enorme" continuò Julien. "La porta infatti è socchiusa: da lì proviene una luce fioca!" disse Marken. "Ma sarebbe troppo pesante per una bambina come Adele aprirla da sola. Pensate forse che stia lì?" chiese Aron aprendo la strada agli altri. Anche loro affrettarono il passo.
"E ora cosa dovrei farmene di te?" disse la Dama lanciando alla bambina un sorriso maligno. La piccola, intrappolata da una tela di ragno attaccata al muro, stava tremando dalla paura... la donna che aveva visto uccidere suo fratello stava, con l'Arcanum in mano, davanti a lei... e ora si chiedeva se avrebbe fatto la stessa fine... "Ora che ho di nuovo il libro non ho più nulla da temere... ma sarà un piacere tagliare la tua dolce testolina...." Che posso fare? Nessuno sa che sono qui... pensò Adele. Da quando suo fratello era morto non aveva più parlato... ma ora doveva farlo! Doveva! O non avrebbe avuto più alcuna speranza di salvarsi! Adele spalancò la bocca e cercò di gridare... ma non ci riuscì... tentò di nuovo... ancora niente... Adele cominciò a piangere... "Non piangere piccola! Sono qui!" Adele sollevò gli occhi e vide finalmente chi aveva parlato: era Giles! "Ma guarda chi si rivede! Il mio prode guerriero..." disse la dama con voce sensuale... poi si avvicinò pian piano a Giles..."Non vorrai mica uccidermi, vero? Vieni da me... so cosa desideri..." "S- sì!" disse Giles... sembrava come ipnotizzato... il ragazzo cominciò ad avvicinarsi... La dama fece lo stesso... "Baciami..." disse lei... Giles avvicinò le sue labbra a quelle di Amabel e la baciò... Anche lui morirà come mio fratello e come gli altri! pensò Adele... i suoi occhi si riempirono di lacrime quando... "Preso!" sentì dire. Guardò. E non riuscì a credere ai suoi occhi: Giles era ormai lontano dalla dama e stava correndo verso di lei... e con in mano l'Arcanum! La dama stava immobile, ancora sconvolta per quanto era accaduto... un uomo le aveva resistito... come era possibile? "N- non è possibile!" disse. Giles tagliò in fretta le ragnatele che tenevano prigioniera Adele. Poi girandosi verso la dama disse: "Sono meno sciocco di quanto tu non creda! Tutte le volte io e gli altri siamo stati attirati in una tua trappola ti abbiamo sentito cantare... credi che non abbia capito che il tuo potere di seduzione deriva dalla voce??? E così mi sono premunito!" Giles si era infatti messo della cera dentro le orecchie. La dama ora era accecata dall'ira. Spalancò le braccia e girò i palmi delle mani verso l'alto pronunciando alcune parole incomprensibili. Il pavimento cominciò ad aprirsi... dei vortici di vento cominciarono a fuoriuscire dalle aperture. "Prendi il libro e scappa!" disse Giles e si preparò ad affrontare Amabel...
"Mi sembra di aver sentito la voce di Giles! - disse Diane - dobbiamo fare in fretta!" Lei e Gavilan stavano cercando disperatamente di aprire una porta... ma era bloccata!
"Facciamo leva con la spada!" disse Aron che insieme a Julien, a Marken e ad Adrian stava cercando disperatamente di aprire la porta a sud della sala in cui si trovavano Giles, Adele e la dama...
Finalmente la porta ad ovest cedette e Diane e Gavilan fecero il loro ingresso nella sala... e trovarono Giles a terra... completamente coperto di sangue... non si muoveva... "Giles!" disse Diane correndo verso il ragazzo...
In quel momento la dama chiamò a sé un suo fedele servitore... una gigantesca vedova nera... Gavilan si preparò al combattimento....
Intanto anche la porta a sud cedeva e Aron, Julien, Marken e Adrian entrarono...
Mentre Diane cercava, accarezzando il viso di Giles, di farlo rinvenire, Gavilan si portò avanti ed iniziò a difendersi dai colpi di zampa della vedova nera. Il ragno dalle dimensioni ingigantite si muoveva verso Diane e Giles, vedendoli come i più indifesi al momento. Gavilan con una sferzata poderosa riuscì a tagliare una delle otto zampe del ragno, che si volse contro di lui.
Intanto la dama si stava riavvicinando alla bambina per riappropriarsi del libro che le era stato di nuovo rubato. Adele, terrorizzata, cominciò a correre con tutte le sue forze. Correva alla cieca, più lontano che poteva, come Giles le aveva comandato. Adele infatti non vide che aveva Julien davanti a sé quando, nella fuga, urtò contro la giovane ragazza. Adele cadde a terra, lasciando cadere sul pavimento il libro. Adrian lo raccolse mentre Julien ed Aron aiutarono la piccola a rialzarsi. Marken successivamente prese Adele con sé lasciando campo libero a Aron che si preparava a difendere gli altri dall'attacco della dama. La dama si fermò. Aron stava in posizione d'attacco mentre Adrian cominciò a sfogliare l'Arcanum per vedere quale avrebbe dovuto essere la formula richiesta. Julien si mise a fianco di Aron. Non permetterò che faccia ad Aron lo stesso che ha fatto agli altri, pensò Julien.
Al vedere gli occhi di Giles riaprirsi Diane gli fece un dolce sorriso prima di aiutarlo ad alzarsi. Diane restò muta un secondo prima che lui la baciasse di nuovo. Diane e Giles accorsero in aiuto di Gavilan e lei mise nella mano di Giles il suo stiletto: "Tu sei più bravo di me e più forte, prendilo tu! Io distrarrò il ragno facendo da esca cosicché tu e Gavilian possiate colpirlo a morte" disse la ragazza. Giles allora accettò l'arma e con Gavilan staccò entrambe le zampe anteriori del ragno. "Attento al veleno" Gavilan avvertì Giles quando quest'ultimo si arrampicò sui peli del ragno fino a montargli sulla testa. Mentre Gavilan combatteva a terra, Diane continuava a distrarre il ragno che si muoveva per togliersi di dosso Giles, che prima gli accecò tutti gli occhi e poi gli dette il colpo di grazia. Cadendo morta la vedova nera, Diane rimase incastrata sotto una delle zampe di questa, le quali non erano ancora state mozzate. Giles la tirò fuori da lì la ragazza e, poco dopo, tutti e tre corsero in direzione degli altri, che erano alle prese con la dama.
"Octopus ai garth dialmenneh!" disse la dama e delle lingue di fuoco fuoriuscirono da pavimento e cominciarono a lanciare sfere di fuoco. Adele stava per essere colpita e Adrian si gettò su di lei per salvarle la vita... il libro cadde a terra. Lo raccolse Diane che lo aprì e cominciò a recitare una formula: "DIARETES AGAMUN..." La Dama lanciò una freccia di ghiaccio contro di lei e Giles fece appena in tempo ad afferrarla per un braccio per farla spostare prima che questa la colpisse... il libro cadde di nuovo a terra. Questa volta fu raccolto da Adrian che continuò a recitare la formula: "...DIORUL ATRAK...". Una sfera di fuoco fu lanciata contro di lui facendogli perdere il libro che questa volta fu raccolto da Marken. "...SARNAT BORGUS..." disse il ragazzino. Un'aura di luce cominciò a circondare la dama che gridò infuriata: "DANNATA PESTE! IO TI FERMERO'! ATARUN FURMEDOS!" La dama congiunse le mani in un pugno e le puntò verso il ragazzino. Un insieme di fiamme nere cominciarono a fuoriuscire... Julien precipitò davanti a suo fratello... la ragazza chiuse gli occhi e attese la sua fine... che non arrivò! Appena li riaprì vide, steso davanti a lei, Aron.... il ragazzo le aveva fatto scudo col suo corpo... ora giaceva a terra svenuto... "A- Aron!...." disse Julien e si chinò sul ragazzo per baciarlo... Marken intanto stava ancora fermo lì come paralizzato... "S- sbrigati!" gli disse una voce... era quella di Adele! La ragazzina aveva recuperato la parola. "Subito!... TEKBERN ODPARAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!" Julien baciò Aron in segno del suo amore. Questo gesto, alla pronuncia della formula per intero, ebbe un esito nefasto sulla padrona del castello. Di colpo, questa, infatti, si sentiva più indebolita. Il suo bellissimo corpo era avvolto da una luce che man mano si faceva sempre più intensa, accecante per coloro che stavano in quella stanza. Il bagliore fece chiudere gli occhi a tutti i presenti. Al momento di massima intensità del bagliore, il corpo della dama sussultò e rimase in piedi a braccia allargate come se le fosse strappata l'anima. Dopo questo scorporo, si poteva notare che la luce andò affievolendosi pian piano. A questo punto Julien, Aron, Gavilan, Adrian, Giles, Diane, Marken e Adele riuscirono ad aprire nuovamente il loro occhi. Videro che la dama si accasciò a terra, come esanime. Pochi minuti passarono e la donna riuscì a rimettersi seduta facendo leva sulle sue braccia ricoperte dal velo nero. I suoi lunghi capelli si erano sciolti coprendole il viso, prima che questa alzasse il volto in direzione dei vincitori. Gavilan fu il primo ad osservare la dama in viso. Se la magia nera le aveva dato giovinezza prolungata con le sue formule e con i riti, le parole scritte sull'Arcanum, che erano state pronunciate, le avevano tolto ciò da cui era posseduta, cosicché il volto della dama appariva stanco. Poco tempo dopo, la dama si volse in direzione di Giles, che la vide bene in faccia in tutte le sue rughe che le costellavano il volto e attorno ad una bocca sdentata. Giles fece un passo indietro: "Strega, ma fai veramente schifo!!" disse di primo impatto l'uomo guardando la dama. Poi egli si avvicinò a Diane. La dama implorò la morte chiese a Gavilan di esaudire quest'ultimo suo desiderio: "Dammi la felicità di raggiungere il mio unico amore" disse lei a Gavilan chinando la testa verso il basso. Vedendola così inerme Gavilan non riusciva a toglierle la vita, così la dama cercò di assalire, con perfidia, con le sue ultime forze, l'uomo che, per legittima difesa, le trapassò il ventre con la spada. La dama cadde a terra moribonda. I suoi occhi velati ormai erano rivolti verso il vuoto, prima che esalasse l'ultimo respiro. Il castello era sempre tetro all'interno ma dall'oscurità che lo avvolgeva si potevano notare spiragli di luce di un mattino sereno che irraggiavano di tanto in tanto l'interno del castello attraverso gli squarci sui muri e dalle fessure tra i lastroni di pietra di una parete piuttosto fatiscente. Il sole era già alto in cielo e emanava un tiepido calore primaverile. La nebbia era ormai scomparsa e non avvolgeva più la città: la magia nera non aveva più effetto su di essa. Tutti si guardarono negli occhi, essendo quello un evento straordinario. La dama, inaftti, non avrebbe più mietuto vittime nel suo castello ed Adele aveva finalmente parlato dopo un lungo periodo di tempo. Julien aiutò Aron a rialzarsi. La ferita avrebbe dovuto essere disinfettata. Gavilan aprì il portone, che non era più bloccato, aiutato da Giles. Il gruppo uscì fuori dal castello, per far ritorno alla locanda di Julien dove lei avrebbe potuto curare Aron. Tutti tornarono ai cavalli, chi al proprio, chi a quello altrui, per far ritorno alla locanda: Adrian e Marken presero un cavallo, Julien adagiò Aron in groppa al suo cavallo, Gavilan ed Adele salirono su un altro cavallo mentre Giles si offrì di condurre Diane alla locanda sul cavallo di lei.
Al passaggio del gruppo la nebbia si diradava... gli otto sopravvissuti non ci impiegarono molto a raggiungere la locanda di Julien. Ad attenderli all'interno c'era il padre di Diane. "Ho visto la mamma..." disse Diane. "Sapevo che sarebbe successo..." disse Wells. Fece un sospiro... poi proseguì: "Io e tua madre eravamo molto innamorati... ma come te anche lei aveva una smisurata passione per l'occulto... un giorno venne da me dicendomi che aveva ricevuto un messaggio dagli spiriti che le dicevano di recarsi al castello di nebbia per sconfiggere la dama... io la giudicavo una follia e decisi di non assecondarla... le dissi di non andare... ma lei non mi ascoltò... quando mi accorsi che si era allontanata era ormai troppo tardi... mi dispiace Diane..." "Oh padre!" La ragazza, con le lacrime agli occhi, abbracciò suo padre.
Nel frattempo Aron veniva portato nel retro da Julien con l'aiuto di Adrian.
Giles invece continuava a dire a Gavilan: "Il padre di Diane?!? Che dici? Sono presentabile?" "Devo essere sincero? NO!" rispose. "Tutta colpa di quella vecchiaccia! E così?" Giles si sistemò i capelli. "Ancora peggio!" "Così?" Giles si sistemò le maniche. "E BASTA!!!"
Marken e Adele osservavano la scena divertiti mentre si riempivano lo stomaco con dell'ottimo cibo.
Giles era troppo preso dal sistemarsi per presentarsi al padre di Diane come il suo ragazzo che non fece caso alla risposta di Gavilan. "Allora? Va meglio adesso?" gli chiese. "Sei quasi più presentabile, se la pianti di metterti le mani fra i capelli e di chiedere se stai messo bene o no!" disse infine Gavilan per evitare quella tortura. Giles con un sorriso smagliante sulle labbra ed impettito si avvicinò a Diane, prendendola per la mano. "E chi sei tu, damerino?" chiese il duca Wells. Prima che Giles potesse rispondere, Diane lo interruppe: "Lui è Giles, padre!" "Quale titolo ha il qui presente Giles? Sir?" "Veramente io non…" esordì Giles. "Lui è l'uomo della mia vita, padre. Sir o non sir" disse Diane stringendo la mano di Giles. "Figlia scellerata! Ma quante volte ti ho detto che tu sei la figlia di un duca e che avresti dovuto sposare un uomo di alto rango! E continuare così la progenie!" alzò leggermente la voce il duca Wells. Giles guardò Diane per sentire la sua risposta. "Padre, mi dispiace che le vostre aspettative siano divergenti dai miei pensieri ma…" disse Diane guardando Giles negli occhi prima di continuare a parlare "non amo nessun conte o duca o principe ma Giles" "I non nobili non portano rispetto alle donne, non hanno idea di cosa sia l'etichetta, te ne rendi conto?" disse il duca Wells abbassando il tono di voce. "Io la amo" disse Giles prima di baciarla. Vedendo che ogni sua rimostranza non aveva avuto alcun esito, il duca Wells disse: "Diane, non mi lasci scelta. Forse questa volta hai ragione tu"
Intanto Julien prese dell'alcool per poter disinfettare la ferita di Aron. Fu in quel frangente che i due si dichiararono amore eterno. Qualche giorno dopo si unirono in matrimonio, a cui parteciparono tutti coloro che erano reduci della dama e delle insidie del castello. Dopo quel lieto evento, Diane, Giles e il duca Wells partirono da quella città, con la speranza di tornarvi un giorno per ritrovare i loro compagni d'avventura che avevano lasciato.
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