Loreley

Una sirenetta sul Reno

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  1. schmit
     
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    Questo sotto è il Reno e accanto a destra la rupe di loreley(è il mio nome vero)
    Sono una sirenetta e fino a poco tempo fa me ne stavo sulla mia rupe a fare invaghire i naviganti con la mia voce melodiosa,ma si da il caso che molti di loro invaghendosi di me andavano incontro a morte sicura,perche' non riuscivano piu' a ben guidare la propria nave,e questa veniva ad infrangersi nel mio scoglio.
    Io non ne avevo colpa,io cantavo solo, loro andavano a sbattere,cosa avrei dovuto fare non cantare piu'? Non era possibile perche' non sarei stata piu' io.
    Ma per ora non vado oltre Margherita,ecco le foto che ti ho portato:
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    Questa è la mia Rupe

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    e questa sono io, triste per i naviganti.

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    Edited by schmit - 19/8/2005, 16:43
     
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  2. schmit
     
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    Henrich Heine scrisse per me una bellissima poesia eccola nella mia madre lingua:

    Das Lied der Loreley
    *****************
    Ich weiß nicht, was soll es bedeuten,
    daß ich so traurig bin
    ein Märchen aus uralten Zeiten,
    das kommt mir nicht aus dem Sinn.
    Die Luft ist kühl und es dunkelt,
    und ruhig fließet der Rhein;
    der Gipfel des berges funkelt
    im Abendsonnenschein.

    Die schönste Jungfrau sitzet
    dort oben wunderbar;
    ihr goldenes Geschmeide blitzet,
    sie kämmt ihr goldenes Haar.

    Sie kämmt es mit goldenem Kamme
    und singt ein Lied dabei;
    das hat eine wundersame,
    gewaltige Melodei.

    Den Schiffer im kleinen Schiffe
    ergreift es mit wildem Weh;
    er schaut nicht die Felsenriffe,
    er schaut nur hinauf in die Höh'.

    Ich glaube, die Wellen verschlingen
    am Ende Schiffer und Kahn;
    und das hat mit ihrem Singen
    die Lore-Ley getan.



     
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  3. schmit
     
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    In questi luoghi scorre il Reno dove si trova la famosa rupe loreley. La leggenda dice che su questa rupe sostasse una sirena che col suo canto attirava i naviganti sino a fare schiantare le proprie navi a ridosso della rupe. Il suo canto era stupendo e ammaliatore e se qualcuno avesse voluto passare indenne il tratto di fiume, avrebbe dovuto tapparsi gli orecchi per non sentire il canto.
    Questa la leggenda.
    Da questa leggenda, presi spunto per il titolo di una mia trasmissione radiofonica che andava in onda la notte e serviva per compagnia a quel popolo di insonni che preferisce la notte al giorno. Raccoglieva l'ascolto di molti poeti e scrittori conosciuti e non, che attraverso l'etere facevano arrivare i loro canti...
    Da cio' il titolo della trasmissione:"Il mistero di Lorelay".
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    Edited by schmit - 24/8/2005, 12:31
     
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  4. schmit
     
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    Rupe della Loreley
    Nel Romanticismo tedesco la rupe alta 133 metri vicina alla città di St. Goarshausen divenne la dimora di una delle più famose "femme fatale" della letteratura tedesca. Secondo la leggenda la bionda fanciulla sedeva sulla rupe pettinando i suoi capelli fluenti e incantava tanto con la sua bellezza i marinai del Reno, che questi dimenticavano ogni prudenza e naufragavano contro la rupe. Questa storia ha uno sfondo reale, anche se non così romantico. In questo punto il Reno era, almeno allora, molto stretto e con pericolosi bassifondi. Passare accanto alla Loreley significava quindi un vero e proprio rischio per i marinai.
    Questa sirena tedesca deve la sua grande notorietà nella letteratura mondiale a Heinrich Heine con la poesia “Loreley” pubblicata nel 1824.

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    Edited by schmit - 24/8/2005, 12:39
     
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  5. schmit
     
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  6. schmit
     
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    Piacera' conoscere chi era il poeta che canto' Loreley:

    Heinrich Heine 13 dicembre 1797
    17 febbraio 1856
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    Romantico, non sentimentale
    Heinrich Heine nelle opere letterarie
    Heinrich Heine nasce il 13 Dicembre 1797 a Dusseldorf da una stimata famiglia di commercianti e banchieri ebrei. Il padre è un commerciante di stoffe molto a contatto con le fabbriche inglesi, la madre invece appartiene ad una illustre famiglia olandese. I primi rudimenti di cultura li ha proprio dalla madre Betty che, nel 1807, lo iscrive al Liceo cattolico di Dusseldorf retto dai Padri Gesuiti, dove rimane fino al 1815. La scuola è per lui un supplizio. Oltretutto, le materie vengono insegnate non solo in tedesco, ma anche in francese, particolare che lo rende ancora più inquieto, data la sua scarsa dimestichezza con le lingue e il loro apprendimento (ma le alterne vicende della dominazione francese nella sua città risvegliarono in lui precoci tendenze francofile e una profonda antipatia per la Prussia).

    Nel 1816 arriva il primo amore: la bionda figlia del presidente della corte d'appello di Dusseldorf che conosce all'accademia letteraria di fine anno.
    Terminato il liceo, Heinrich rimane a lungo indeciso sulla scelta della facoltà universitaria. Il padre lo invia allora a Francoforte, con lo scopo di fare pratica presso il banchiere Rindskopf, per poi passare ad Amburgo presso suo fratello Salomon (cosa che avviene nel '17).

    Uno dei motivi che spinge il giovane Heinrich a trasferirsi e ad accettare la proposta dello zio è la certezza che in questo modo avrebbe rivisto Amalie, una sua cugina, che sarà poi la sua Laura, la divina ispiratrice delle sue poesie migliori. Purtroppo, però, la dolce fanciulla non ne vuole sapere, e così anche l'altra cugina, Therese. Sempre nel 1817 Heine pubblica le sue prime poesie per la rivista "Hamburgs Watcher".

    Lo zio Salomon apre per lui un negozio di stoffe e un'agenzia bancaria per dargli una sistemazione dignitosa. Ma Heine ha in mente solo Amalie, e la bancarotta non tarda ad arrivare. Eccolo dunque, poco dopo, fare ritorno a Dusseldorf. L'11 Dicembre 1819 si immatricola alla facoltà di Diritto dell'Università di Bonn. Lì ha modo di stringere amicizie intense durate poi per tutta la vita ed ha anche la possibilità di seguire le lezioni di letteratura di A. W. Schlegel. È per suggerimento di questo grande maestro che scrive il suo primo saggio critico intitolato "Die Romantik".

    L'anno seguente lascia l'Università di Bonn e si iscrive a quella di Gottinga. L'anno dopo lascia Gotinga e si iscrive a Berlino. Qui segue i corsi filosofici di Hegel e diventa il "poeta prediletto" della intellighentia germanica. Il 1821 è un anno a doppia faccia per Heine: da un lato muore l'amato Napoleone Bonaparte, che lui esalterà nel "Buch Legrand", ma dall'altro riesce finalmente a sposare Amelie. Nel frattempo, sul piano letterario, la lettura di Shakespeare lo spinge verso il teatro. Scrive due tragedie e nello stesso periodo esce anche una raccolta di 66 brevi Lieder.

    Nel 1824 lascia Berlino per Gottinga, dove porta a termine gli esami e si accinge a preparare la tesi di laurea in diritto (si laurea nel '25 con ottimi risultati). Questo è anche l'anno della sua conversione dall'ebraismo al protestantesimo. Ricevuti da uno zio cinquanta luigi d'oro trascorre un periodo di vacanza a Norderney, soggiorno che gli detterà il ciclo di poesie "Nordsee", che pubblicherà l'anno seguente. Nell'ottobre 1827 ottiene il suo più grande successo letterario con la pubblicazione del "Buch der Lieder" (il celebre "Libro dei canti"). Nel 1828 è in Italia.

    I suoi scritti satirici e soprattutto la sua adesione al sansimonismo innervosiscono la "gran caserma prussiana" a tal punto che Heine, nel 1831, sceglie il volontario esilio in Francia. A Parigi viene accolto con ammirazione e diventa presto assiduo frequentatore dei salotti letterari della capitale, dove frequentò la comunità di tedeschi qui immigrati, come Humboldt , Lasalle e Wagner; ma anche gli intellettuali francesi come Balzac, Hugo e George Sand.

    Nel 1834 visita la Normandia, ad ottobre conosce Mathilde Mirat e la sposa nel 1841. Escono intanto alcuni saggi critici e qualche raccolta poetica. Negli anni successivi viaggia molto, ma l'ispirazione è assai assente. Visita talvolta anche il malato zio Salomon in Germania.

    Il 22 febbraio 1848 scoppia a Parigi la rivoluzione e il poeta si trova coinvolto in prima persona nei numerosi combattimenti che si svolgevano nelle strade. Purtroppo, poco dopo questi fatti, iniziano le acutissime fitte che alla spina dorsale che segnano l'inizio del calvario che lo porterà nel giro di otto anni alla paralisi e alla morte. Si trattava in realtà di un'atrofia muscolare progressiva, che lo costringeva inesorabilmente a stare seduto su di un letto. Ciò non gli impedisce di pubblicare, nel '51, "Romancero" (in cui sono descritte le atroci sofferenze della malattia), e di riunire nel '54 in volume (poi intitolato "Lutetia"), gli articoli di politica, arte e vita, scritti a Parigi.

    Lo stanco poeta è vicino alla fine. Nell'estate del 1855 il suo spirito ed il suo fisico ricevono un valido conforto dalla giovane tedesca Elise Krienitz (chiamata affettuosamente Mouche) e alla quale indirizzerà le sue ultime poesie. Il 17 Febbraio 1856 il suo cuore cessa di battere.

    Indubbiamente grande e intenso poeta, la fortuna critica che ha incontrato l'opera di Heine dopo la sua morte è oscillante. Mentre per alcuni fu il maggior poeta tedesco del periodo di transizione tra romanticismo e realismo, per altri (e si vedano i grandi critici moderato-borghesi come Karl Kraus o BenedettoCroce) il giudizio è negativo. Nietzsche invece gli riconosce un ruolo di precursore, mentre Brecht ne apprezzò le idee progressiste. Il suo "Libro dei canti" possiede comunque straordinaria lievità e levigatezza formale, è una delle opere più diffuse e tradotte della produzione tedesca. Ma il segno più originale dei versi di Heine sta nell'uso ironico del materiale romantico, nella tensione verso la poesia e, insieme, nel moto opposto, volto a negare ogni sentimentalismo, nella consapevolezza che i nuovi tempi esigono anzitutto una lucida e realistica razionalità.

    Edited by schmit - 26/8/2005, 17:08
     
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  7. schmit
     
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    ho rispolverato questo tema che a me era piaciuto molto scrivere il perche'? a voi scoprirlo

    Edited by schmit - 24/2/2007, 00:57
     
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  8. Satja
     
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    ci provo.
    forse perche' ti ricorda la tua terra di origine?oppure il nome di una tua fortunatissima trasmissione radiofonica?
     
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  9. rsort
     
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    ricordo la voce melodiosa
    la fresca carezza fascinosa
    il dolce sentir della tua vita
    fresca ridente gioiosa e mai tradita

    ed io che ti ascoltavo con amore
    che il mio cuore scoppiava di dolore
    tu non ame volgevi il guardo
    preferivi altri lidi di strapazzo

    oh fanciulla geniale che mi incanti
    perche' non ti fermi e poi mi guardi?
    Le mie membra sono vecchie
    stanche e inferme
    ma il mio cuore fremente ancora sente

    rt
     
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  10. frichicchio
     
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    ma questa cos'è una dichiarazione d'amore? :P
     
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  11. frichicchio
     
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    non mi hai risposto :P
     
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  12. schmit
     
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    credo lo fosse...ah...i miei carissimi ascoltatori...
     
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  13. schmit
     
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    non ci posso credere che non vi interessi la storia di questa sirenetta...
     
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  14. schmit
     
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    e pensare che sono posti stupendi...ma dove vanno gli italiani?ah gia'...alle maldive.

    Edited by schmit - 19/10/2012, 18:11
     
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  15. filli
     
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    Due anni fa con mio marito decidemmo di fare un giro nella germania del sud e ti assicuro sono posti incantevoli...la selva nera...che non era quella descritta da Dante...era una meraviglia della natura...
     
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24 replies since 19/8/2005, 15:39   3580 views
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