Viaggio negli Anni Ottanta, La moda dell'epoca penalizzava tutti

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Diufy64
view post Posted on 14/7/2008, 13:10




Viaggio negli Anni Ottanta
La moda dell'epoca penalizzava tutti.

La moda degli Anni Ottanta era crudele. Guardando le vecchie foto di quasi trent’anni fa non si può fare a meno di sentire con un brivido (di nostalgia e di disgusto) e chiedersi: con che coraggio uscivamo di casa con quei pantaloni ascellari? Che orrende maglie fluorescenti indossavamo? Che razza di pettinature sfoggiavamo, pure con un certo orgoglio? Nessuno si salva, nemmeno i vip.

Prendiamo Chris Martin. Da ragazzetto aveva in testa una marmotta morta. E che dire di David Hasselhoff, il Mitch di Baywatch, e Tom Selleck, alias Magnum P.I.? All’epoca solo chi faceva body building si depilava. Gli attori in voga seguivano le tendenze, sfoggiando un bel tappetino di peli sul petto e girando per le spiagge della California con dei terribili costumini. Che capigliatura selvaggia che sfoggiava Mel Gibson, vagamente mullet. Nulla da dire su Johnny Deep e David Beckham: belli erano e belli sono rimasti. Deep ha abbandonato la camiciole da bravo ragazzo e Beckham è diventato modaiolo e si è sbiancato i denti. Lo stesso vale per Caterine Zeta Jones: la bellezza già c’era, il cambio di look ha fatto il resto.

Le ragazze dalle chiome leonine (Halle Berry, Janet Jackson e Julia Robert), invece, hanno detto addio ai ricci e hanno domato i loro capelli. La Lindsay Lohan invece all’epoca era una bambinetta con le lentiggini. Come poteva immaginare che da lì a qualche anno sarebbe diventata una delle party girl più pericolose di Hollywood, fermata un giorno sì e uno no dalla polizia per guida in stato di ebbrezza? Le ragazze australiane invece hanno subito una metamorfosi (Danni Minogue, sorella di Kylie, e Nicole Kidman). (Libero News)
 
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cucciolina72
view post Posted on 27/7/2008, 07:52




io ero una bimbetta negli anni 80...
 
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cucciolina72
view post Posted on 7/8/2008, 12:32





I suoni, i colori, i sapori, le emozioni...i ricordi degli anni 80


Il cubo di Rubik

Sei lati, ogni lato 9 quadratini colorati, e tutti i lati che si possono muovere sia in orizzontale che in verticale..vi sembra di ricordare, vero? 43.252.003.274.489.856.000 (si, proprio 43 miliardi di miliardi..) di possibili combinazioni, e una sola che portava al risultato agognato, tutte e 6 le facce del colore giusto, nello stesso momento! Uscito dalla mente malefica di un matematico ungherese, il cubo di Rubik é stato per noi ragazzi degli anni '80 quello che i Pokemon sono per i ragazzini di oggi, una mania, una febbre da cui non si poteva guarire. In tutti i formati e le dimensioni, ci giocavamo a tutte le ore, a scuola e fuori scuola, anche e soprattutto durante le lezioni..e mentre per molti l'unica soluzione possibile era quella di staccare i quadratini colorati e attaccarli dove serviva, ai campionati mondiali c'era chi lo completava in meno di 30 secondi (grr...grr..!!).

Il super tele
Dici Supertele e per noi maschietti degli '80 é come dire Barbie per le ragazze: un mito da venerare, un'icona indimenticabile del tempo che fu...venduto nell'immancabile cordicella tagliadita a 500 lire, il tele era più rassicurante della mamma, perché sapevi che anche a bucarne tre in un pomeriggio, si riusciva sempre a fare la colletta per comprarne un altro, e poi un altro ancora..caratterizzato dalla incredibile leggerezza, era il terrore dei portieri per le traiettorie impossibili che assumeva, magari dopo una puntata maligna dell'attaccante. Inutilizzabile negli spazi aperti e nei giorni di vento, quando veniva sostituito dal più solido Super santos, se non addirittura dal maestoso Tango, ha formato generazioni di rapaci dell'area piccola e di portieri falliti, che affogavano la disperazione per l'ennesima brutta figura con una gazzosa doppia..

Le sorprese del Mulino bianco
Una geniale idea del marketing del Mulino bianco, queste scatoline a forma di contenitori di fiammiferi svedesi contenevano piccoli giochi, rompicapo, a volte carte da gioco, puzzle, segnalini e tabelloni per giochi tipo quello dell'oca, e centinaia di altri piccoli passatempi. Il fatto poi che si potesse collezionare le piccole scatole nel mitico sorpresiere, una bacheca con la porta trasparente, rese le sorprese del Mulino bianco un vero fenomeno di culto tra i ragazzini di tutte le età..

Il Vic 20 e il Commodore 64
Il primo computer di decine di migliaia di futuri hacker, ingegneri informatici e quant'altro, che impararono i primi rudimenti del basic, il vic 20 (5 Kb di ram..), prodotto agli inizi degli anni 80 dalla Commodore, che vendette più di 2 milioni e mezzo di esemplari, introdusse al grande pubblico il concetto di computer per tutti, dato il suo prezzo contenuto. Fu sostituito dal 64, che sarebbe diventato il computer più venduto di sempre, in oltre 10 milioni di pezzi, molto più "potente" (64 Kb di ram), che introdusse un'intera generazione al divertimento videoludico, con i giochi che andavano caricati sulla memoria a cassette magnetiche esterna, e i quasi inevitabili problemi di caricamento ("load error"), almeno fino all'arrivo del mitico turbo loader..

I Quindici
La mia prima enciclopedia, "I libri del come e del perchè", che avevano nomi del tipo "Come funzionano le cose", "Come le cose cambiano", "Cosa fanno gli uomini", e poi i volumi dedicati al mondo animale, e alle piante, allo spazio, ai luoghi del mondo, oltre ai due volumi più consultati dal sottoscritto, quello delle favole, riccamente illustrato (ricordo ancora quella dei "Tre capretti furbetti"..), e quello del corpo umano, che aveva un lucido che si poteva sovrapporre alla figura dell'uomo per riconoscere i muscoli e le ossa, troppo forte..E sapete una cosa? Ho imparato molto da questa enciclopedia che non si "dava un tono" ma era molto allegra, come i colori del dorso lasciavano prefigurare..dovrei averla ancora in soffitta..

Le BMX
Create in California negli anni '60, le bmx (abbreviazione per bicicletta da motocross) divennero famosissime solo agli inizi degli anni '80, quando si sviluppò una vera e propria cultura delle piccole, leggere biciclette con le ruote da 20 pollici, simile a quella, ad esempio, del surf. Adatte sia a evoluzioni acrobatiche che a gare sui dossi di sabbia dei percorsi del motocross, ebbero una grandissima spinta anche dal film "E.T.", in cui i piccoli protagonisti le utilizzano per volare via col loro amico extraterrestre. Poi abbandonate dall'utente comune, sono ancora molto utilizzate in gare di discesa e di freestyle.

Gli adesivi del Camel trophy
Un'idea promozionale della Land Rover divenne presto per noi ragazzini sinonimo di avventura ed emozione..del resto, dei raid su jeep organizzati in paesi esotici come Sumatra, Papua Nuova Guinea, il Borneo, l'Amazzonia, non potevano non stimolare la nostra fantasia, e bastava appiccicare sulla bicicletta, e poi sui motorini, uno degli adesivi che si trovavano facilmente in giro per sentirsi parte di quell'avventura, anche se poi non ho mai saputo che fine abbiano fatto gli equipaggi italiani in gara..(ma in Borneo ci sono i cannibali?).

La Polaroid
La mitica macchina fotografica Polaroid, che rendeva inutile il passaggio dal fotografo per lo sviluppo delle foto, in quanto grazie al particolare meccanismo inventato dalla casa americana consentiva lo sviluppo immediato, sulla speciale carta che veniva caricata nella macchina. La magia di ottenere una foto immediata, dopo il classico sventolio che accelerava il processo di sviluppo rimane uno dei momenti più cari della nostra infanzia, e penso che tutti noi abbiamo qualche polaroid custodita in un album di ricordi..

Le figurine dei calciatori
Non é tanto il fatto che ho imparato a leggere con l'album delle figurine, nè quei personaggi mitici che affiorano dal passato: Mozzini, Bet, Tavola, Frustalupi, Bini, Bachlechner.. Marocchino, Spinosi, Maldera (III), Cordova...e non sono nemmeno i pomeriggi passati a imparare l'arte della contrattazione per cercare di ottenere le 5 figurine che ti mancavano per finire l'album, o le infinite partite a rosso e bianco o a muro...e in fin dei conti, non è nemmeno il ricordo dei mitici doppi scudetti della serie C2, con squadre come il Casale, il Casarano, il Derthona, il Fanfulla...Niente di tutto questo, è l'odore delle figurine dei calciatori che mi fà stringere il cuore in un moto di compassione per un bambino che ormai è più di 20 anni indietro nel passato..l'odore, ragazzi..che meraviglia l'odore delle figurine Panini..per me sarà sempre l'odore degli anni 80...

Il Subbuteo
Quando non c'era ancora il fantacalcio, la fantasia degli incalliti tifosi in erba si esprimeva su un rettanglo verde di feltro, manovrando con abili colpi in punta di dita piccole figurine di calciatori attaccati a una base semisferica, il cui compito era portare in rete un pallone molto più grande di loro, superando un portiere che si muoveva attaccato a un'asta metallica. Non è stato tanto il semplice giocarci che ha reso il subbuteo un amico indimenticabile per moltissimi bambini di fine anni 70 e inizio anni 80, ma tutto quello che c'era intorno: la cura con cui si riparavano con la colla gli omini che si rompevano (in genere all'altezza delle ginocchia), la possibilità, quando si riusciva a mettere via qualche liretta, di comprare nuove amenità quali la figurina dell'arbitro, le tribune e i tifosi, addirittura le luci per le notturne o i giocatori fermi nell'atto di compiere una rimessa laterale, o battere un calcio d'angolo..e poi le squadre incredibili che si scoprivano, quando dalla scatola imparavi che la maglia neroazzurra non era solo quella dell'Inter o dell'Atalanta, ma anche del Pisa, o del Brugges, o di qualche squadra danese, e poi squadre esotiche come il Racing di Avellaneda, l'Independiente, il Penarol, Il Falkirk. Grande, un ricordo di quando il calcio era ancora solo uno sport e un motivo per sognare.

Le macchinine BBurago
Mai stanchi di cartoni a quattro ruote, sfide sulle piste Polistil, automobiline caricate a "sparacini" che si lanciavano addosso al muro e producevano botti, noi ragazzini degli anni 80 vedevamo appagata la nostra voglia di velocità anche con le automobiline della BBurago, in particolare le mitiche 1:43, una scala di riduzione che le rendeva particolarmente pratiche da maneggiare per le sfide sulle piste nel salotto o in riva al mare, e che aveva anche il vantaggio di essere alla portata delle nostre piccole finanze dell'epoca. Uno degli oggetti più pubblicizzati sui giornaletti dell'epoca, in particolare su Topolino, introdusse molti al fascino del collezionismo, magari con le scale maggiori 1:24 o 1:18.

I regali del Nesquik
Oltre a "rendere il latte prelibato" col suo sapor di cioccolato, Nesquik era un dispensatore di fantastici regali, sempre interrati (o incioccolati?) in una bustina nel fondo del contenitore di plastica, tra cui riemergono i dischi volanti dei supereroi DC Comics (Batman, Superman..) e le monete romane di Asterix. I primi, erano dischetti di plastica con il simbolo del supereoe, che si potevano lanciare usando come leva uno stecchetto che andava meso in una fessura del disco, mentre le monete di Asterix erano fantastici pezzi di metallo contorto che rappresentavano gli imperatori romani e avevano un suntuoso raccoglitore per la imperitura conservazione...

Il dolce forno Harbert
La Harbert, mitica casa produttrice di giocattoli, superò se stessa ed entrò nel mito col Dolce forno, che consentiva a tutte le bambine di improvvisarsi cuoche, e intanto le preparava a un futuro da casalinghe..Noi maschietti magari ridacchiavamo, ma non erano poche le volte che abbandonavamo le nostre macchinine sulla pista Polistil e aiutavamo le nostre sorelle e amiche a preparare qualche intruglio, che sarebbe dovuto diventare una torta paradiso, o una crostata...

Le sorprese delle patatine
Come per il nesquik, le patatine non si compravano per il contenuto alimentare, ma per i piccoli regali che contenevano: ho ricordi di una specie di pipa in cui si soffiava per far restare in aria una pallina di plastica, per esempio, o di un tubetto di plastica in cui si soffiava e che tramite una piccola ventola produceva il classico suono "wooshhh..". E ancora, i glitters, le sorprese tutte brillantate che si attaccavano e staccavano dai vetri..ma soprattutto, ricordo le incredibili magliette delle squadre di calcio: erano sacchetti di plastica leggerissimi che si rompevano al minimo movimento, ma vuoi mettere la soddisfazione di indossare la maglia della tua squadra per la partita del pomeriggio? (ovviamente con il super tele...)

La girella Motta
Un fenomeno di marketing, prima che una merendina: con le avventure dell'allegra tribù di capo Toro farcito che difendeva le sue scorte di girelle dal Golosastro, un inetto criminale che mirava al tesoro degli scaltri pellerossa. Le loro avventure imperversavano su Topolino e anche in televisione, e in fondo poco contava che la girella in sè fosse buona o meno (a me il cacao risultava un po' troppo amaro), perchè quello che volevamo era sentirci parte della tribù di Toro farcito (pensa te, roba veramente da neuro..ma che volete farci? Siamo stati una generazione di ingenui creduloni..).

I pennarelli Carioca e i pastelli Giotto
Un'accoppiata imbattibile, per gli artisti in erba degli anni 80: i pennarelli Carioca, che avevano la caratteristica di produrre un fastidioso scricchiolio quando venivano utilizzati su fogli lucidi, e i pastelli Giotto, con la storia del pittore e della sua famosa "O" sul retro delle scatole, che finivano preda dei tremendi temperini dell'epoca. I pennarelli, poi, avevano il "vizio" di finire troppo presto (ci credo, mezzo foglio tutto colorato di blu per il cielo..) e di colorare anche grembiuli, vestiti e facce. Almeno per il problema dell'esaurimento, si ovviava con abbondanti spruzzate di alcool, che aveva il potere di ravvivarli, seppure per poco..

I trasferelli
Ve li ricordate? Colpirono come un ciclone tutte le scuole d'Italia all'inizio degli anni 80: erano fogli trasparenti con delle immagini che si potevano trasferire su carta esercitando una pressione, con una penna o una matita, sulla parte superiore dell'immagine: lo stesso sistema con cui si attaccano adesso toppe e disegni con un ferro da stiro. Sempre tematici, potevano riguardare il mondo delle corse, la conquista dello spazio, un safari nella jungla...per noi ingenui bambini degli anni 80, erano uno strumento formidabile per stimolare la fantasia e la creatività, altro che i cellulari e le suonerie...

Le cabbage patch kids
Lanciate da una massiccia campagna pubblicitaria, mi ricordo soprattutto nei programmi di Mike Bongiorno, che le glorificava come l'ultima novità dall'America, le cabbage patch kids avevano due particolarità: avevano un certificato d'adozione, che doveva stimolare l'istinto materno delle bambine, invitate a diventare le mamme delle bambole trovate sotto il cavolo, e..erano bruttissime!! Ma dico, pur con tutta la simpatia che il progetto poteva ispirare, le potevano fare un po' più carine, no? Ma volete mettere Ciccio bello...

Il Giornalino
E' stato un grande compagno della mia gioventù, molto più di Topolino, che pure non ha mancato di "frequentare". Ma nel Giornalino, oltre ai fumetti, c'erano gli inserti "Conoscere insieme", davvero un modo divertente di imparare le cose, c'erano i poster dei giocatori di calcio, i concorsi a premi, e anche i fumetti erano di livello: Tiziano Sclavi, prima di Dylan Dog, proponeva l'azione di "Altai & Johnson", il mitico Pinky di Mattioli, divertentissima escursione nella comicità surreale, e ancora Alfredo Castelli, e le bellissime storie di calcio di Giovetti. Ho passato 6-7 anni in compagnia del Giornalino, e quando ho smesso di comprarlo, ho capito che una parentesi della mia vita era finita, lo dico senza paura di esagerare..

La sigla dell'Eurovisione...
In un'epoca in cui c'erano solo 2 canali in TV, la sigla dell'eurovisione aveva veramente un qualcosa di mistico, che quasi incuteva soggezione: nel mercoledi sera dedicato alle coppe europee di calcio, annunciava collegamenti con località esotiche come Craiova, Bratislava, Kiev, Birmingham...e lì le squadre italiane erano veramente in trasferta..palla lunga e pedalare, altro che pressing alto e ripartenze...Sembrava di collegarsi con la Luna, immagini molte volte poco illuminate, voce del telecronista (Pizzul, Martellini, Martino..) che scompariva all'improvviso, e tu lí a chiederti se non fossero stati rapiti dal KGB..Nelle fredde domeniche d'inverno, invece, la sigla dell'eurovisione ci metteva in contatto con Kitzbuhel, Kranjska Gora, Wengen..dove i resti della formidabile valanga azzurra prendevano legnate a destra e sinistra, in attesa dell'arrivo di un fenomeno emiliano..ma questa è un'altra storia...

..e quelle di 90° minuto e Supergulp
Con Paolo Valenti a guidare un gruppo di fenomeni del costume italiano come Tonino Carino, Giorgio Bubba, Castellotti, Vasino e l'inarrivabile Luigi Necco da Napoli, 90° minuto è stato un appuntamento cardine della programmazione televisiva degli anni 80, quando il massimo che si riusciva a vedere era la registrazione di un tempo di una partita giocata nel pomeriggio..e la sigla del programma annunciava a tutti, amici e parenti, che era ora di mettersi davanti al teleschermo. Così come, il giovedi sera su rai 2, la sigla di Supergulp (buca cica buca cica bu..super!! - fantastica!!) era il segno per noi bambini che era arrivata l'ora dell'Uomo ragno, del Gruppo TNT e degli altri fumetti-tti a puntate-te in TV!! Un momento irrinunciabile di riunione davanti al teleschermo, perchè il giorno dopo a scuola non si sarebbe parlato d'altro che di Nick Carter e dei suoi assistenti..ahh..come eravamo ingenui...

Il catch
Altro che le fesserie del wrestling moderno: negli anni 80 c'era il catch, gli incontri duravano anche mezz'ora, erano pieni di tecnica e agonismo. Sabato pomeriggio, il mitico Tony Fusaro ci portava sui tatami giapponesi, dove gli eroi erano Tiger mask, Antonio Inoki, Tatsumi Fujinami, Animal Hamaguchi, Andre the giant, e dove Hulk Hogan faceva la figura dello sfigato di turno.

Giochi di corde dell'acrobatico Tiger, lacci californiani, prese da judo, mosse spaccatesta, che puntualmente noi gasatissimi ragazzini ripetevamo negli incontri casalinghi..che tempi..

I ghiaccioli a 150 lire
Un trio che ha imperversato per le mie estati: il lemonissimo, il fior di fragola, e il magic cola: 150 lire per comprare un ghiacciolo, o meglio un mix di acqua e coloranti vari..ma vuoi mettere, con 500 lire ne compravi 3 e ti avanzavano 50 lire per 2 gomme da masticare..E poi c'era anche "lo squalo" che lasciava la lingua blu, o il jumbo jet con lo stecco di liquirizia che ci lasciava le dita appiccicose..messi un po' da parte quando arrivò il mitico calippo, restano comunque uno dei ricordi più freddi delle mie vacanze..

E ancora..
Le crystal balls, che si formavano soffiando in cannucce su pezzi di gomma nauseabonda tipo das, creando coloratisime bolle trasparenti che puntualmente rompevano i vasi di casa..la polverina di provenienza aliena che si metteva sulla lingua e frizzava e scoppiettava (per non parlare di chi ci beveva la coca cola, mamma mia, che rischiii..)... i portachiavi a moschettone tipo filo arricciato del telefono..il tamburgioco - prendi prendi, quel gioco assurdo molto cinese...
 
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