Filosofia pellirossa

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  1. schmit
     
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    Ho trovato in rete una poesia degli indiani d'America,quelli relegati in riserve dagli americani predatori che li consideravano selvaggi.Leggete:
    Canto di Gioia

    Io sono una piuma nel chiaro cielo
    io sono un cavallo azzurro che galoppa nella pianura
    io sono il pesce che brilla e guizza nell'acqua
    io sono l'ombra che segue un bambino
    io sono la luce della sera, la gioia dei prati
    io sono l'aquila che scherza col vento
    io sono un'uva dalle goccie radiose
    io sono la stella più remota
    io sono la frescura del mattino
    io sono lo scroscio della pioggia
    io sono il luccichìo sulla neve ghiacciata
    io sono la lunga traccia della luna sul lago
    io sono una fiamma di quattro colori
    io sono il capriolo la cui immagine si perde nel crepuscolo della sera
    io sono lo stormo delle anatre in volo nel cielo invernale
    io sono la fame del giovane lupo
    io sono il grande sogno di tutte queste cose.

    Capisci? Io vivo, io vivo
    io sono in buoni rapporti con la terra
    io sono in buoni rapporti con gli dei
    io sono in buoni rapporti con tutto ciò che è bello.
    Capisci? Io vivo
    IO VIVO


    Si trova su "Dio dorme nella pietra", un bel libro di R. Kaiser, che così la commenta: "Un uomo simile vive nel mondo come un essere globale, identificandosi con tutti i fenomeni gioiosi e amari che in esso sono presenti. E per questo non conosce paura: quest'uomo si sente a casa sua nel mondo."
    Qua c'è tutta la filosofia del vivere in comunione con il mondo e la natura circostante.
     
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  2. schmit
     
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    Noi non siamo i padroni dell'universo ma gli abitanti.Ed uno che abita un luogo dovrebbe rispettarlo e mantenerlo vivibile per tutti. Uomini piante e animali ed anche minerali...il saccheggio è immorale.
     
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  3. frichicchio
     
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    Gli indiani d'america erano un popolo molto spiritualista infatti il loro Dio era il grande spirito e se facciamo mente locale a questa parola non è forse anche per noi Dio lo spirito di tutto cio' che è nell'universo? Il respiro UNO con tutti noi?
    Questo popolo di guerrieri ma leali anche nella guerra è stato sterminato senza pieta' dall'uomo bianco che anche oggi non ha capito cosa sia la lealta'...!!!
     
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  4. schmit
     
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    ...e l'hànno decimàto...
     
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  5. schmit
     
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    adesso stanno tentando la loro indipendenza, ce la faranno? ho i miei dubbi ma faccio il tifo per loro:

    Ho trovato in rete una poesia degli indiani d'America,quelli relegati in riserve dagli americani predatori che li consideravano selvaggi.Leggete:
    Canto di Gioia

    Io sono una piuma nel chiaro cielo
    io sono un cavallo azzurro che galoppa nella pianura
    io sono il pesce che brilla e guizza nell'acqua
    io sono l'ombra che segue un bambino
    io sono la luce della sera, la gioia dei prati
    io sono l'aquila che scherza col vento
    io sono un'uva dalle goccie radiose
    io sono la stella più remota
    io sono la frescura del mattino
    io sono lo scroscio della pioggia
    io sono il luccichìo sulla neve ghiacciata
    io sono la lunga traccia della luna sul lago
    io sono una fiamma di quattro colori
    io sono il capriolo la cui immagine si perde nel crepuscolo della sera
    io sono lo stormo delle anatre in volo nel cielo invernale
    io sono la fame del giovane lupo
    io sono il grande sogno di tutte queste cose.

    Capisci? Io vivo, io vivo
    io sono in buoni rapporti con la terra
    io sono in buoni rapporti con gli dei
    io sono in buoni rapporti con tutto ciò che è bello.
    Capisci? Io vivo
    IO VIVO


    Si trova su "Dio dorme nella pietra", un bel libro di R. Kaiser, che così la commenta: "Un uomo simile vive nel mondo come un essere globale, identificandosi con tutti i fenomeni gioiosi e amari che in esso sono presenti. E per questo non conosce paura: quest'uomo si sente a casa sua nel mondo."
    Qua c'è tutta la filosofia del vivere in comunione con il mondo e la natura circostante.
     
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  6. schmit
     
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    *************************************************************
    " Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento,
    il cui respiro dà vita a tutte le cose.
    Ascoltami; io ho bisogno della tua forza e della tua saggezza,
    lasciami camminare nella bellezza,
    e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto.
    Fa che le mie mani rispettino la natura
    in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce.
    Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo.
    Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a
    tutti quelli che verranno contro di me.
    Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia.
    Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per
    poter aiutare gli altri.
    Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso.
    Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello,
    ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto.
    Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto,
    il mio spirito possa venire a te senza vergogna".
     
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  7. Mari-anna
     
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    bellissima questa invocazione...
     
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  8. schmit
     
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    Dopo aver pazientato per centocinquant’anni, alla fine Wakan Tanka, il Grande Spirito degli indiani d’America, si incazzò. O più correttamente, vista la sua consuetudine con i suoi villosi abitanti della Prateria, si imbufalì. Spedendo lontano, a Est, fino all’Accampamento dove comandano i discendenti dei Lunghi Coltelli, una rappresentanza della parte più nobile del suo popolo terreno: i Sioux Lakota. Portatori a Washington di un messaggio inequivocabile, espresso con lingua per nulla biforcuta: «Non siamo più cittadini degli Stati Uniti d’America e chi vive nelle regioni dei cinque Stati su cui si estende il nostro territorio è libero di unirsi a noi e annunciare il pieno ritorno alla nostra sovranità in base all’articolo 6 della Costituzione, alla legge internazionale e a quella della Natura».

    Queste parole, scandite da Russell Means, attivista della causa Lakota, nonché noto attore cinematografico, devono essere riecheggiate mercoledì mattina ben oltre la navata della Chiesa Congregazionale al 5301 di Capital Street, Washington DC, dove sono state lette. All’annuncio che sono pronte patenti e carte d’identità un brivido imbarazzato avrà percorso le stanze del Dipartimento di Stato, diretto destinatario del messaggio, soprattutto in scia alla frase con cui i nativi americani provenienti dalle riserve che compongono la loro «Nazione», ovvero quelle di Nebraska, North Dakota, South Dakota, Montana e Wyoming, hanno annunciato di voler stracciare unilateralmente i trattati conclusi col governo federale, alcuni dei quali vecchi di oltre 150 anni.

    «Parole senza valore su carta senza valore che sono state violate a più riprese per privarci della nostra cultura, delle nostre usanze e per rubare la nostra terra», li ha definiti Means, divenuto famoso come il più anziano tra i tre pellerossa protagonisti del film L'ultimo dei mohicani. Ma anche per aver concorso, nel 1984, alla nomination repubblicana come potenziale vice dell’ex re del porno Larry Flint; un colorito ticket, il loro, battuto da quello più conservativo composto da Ronald Reagan e George Bush senior. «Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati», ha fatto eco a Means la attivista Phyllis Young nel corso della manifestazione di Washington durante la quale è stata anche annunciata l’imminente consegna di passaporti e patenti di guida della nascitura Nazione Sioux a tutti gli abitanti dei cinque Stati che rinunceranno alla cittadinanza Usa.

    Un disagio, quello dei discendenti di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo, che stando ai dati forniti dalla sede di Washington dell’associazione Lakota Freedom, si traduce in cifre che fanno pensare: tra i Lakota l’aspettativa di vita è inferiore ai 44 anni; la mortalità infantile è cinque volte superiore a quella del resto d’America; la diffusione della Tbc è dell’800% più alta di quella media statunitense; la miseria diffusa viene evidenziata da un 97% che vive sotto il livello di povertà; il tasso di disoccupazione nelle riserve è di circa l’85%, cifra che può spiegare infine una percentuale di suicidi giovanili superiore del 150% rispetto a quella degli altri Stati americani.

    Non è stata del resto mai facile l’esistenza di questo popolo legato al ruolo centrale della famiglia e caratterizzato da un’etica sessuale rigidissima. Un popolo il cui nome, Lakota, significa «creatura amichevole» e certamente preferito a quello di Sioux - dispregiativo che vuol dire infatti «meno di un serpente» - attribuito loro dagli Algonchini.

    Originariamente stanziali - nel Cinquecento popolavano l’attuale North Carolina - furono poi costretti dall’ostile e bellicosa Lega degli Irochesi a spostarsi verso le grandi pianure del Midwest, diventando prima agricoltori seminomadi, poi cacciatori nomadi e infine guerrieri. Una pratica, quella bellica, nella quale peraltro valore e coraggio erano le loro regole, con la non rara prassi di risparmiare il nemico. Accontentandosi di toccarlo, come a simboleggiarne l’uccisione.

    Così ci piace pensare che il vento, un amico che da secoli i Lakota hanno imparato ad ascoltare, abbia portato l’eco del loro scatto d’orgoglio al di là delle bianche colonne di Washington. Ma ben oltre, fino alle Black Hills, nel South Dakota, dove per iniziativa di uno scultore bianco di Boston, Korczak Ziolkowski, ora scomparso, dal 3 giugno 1948 un’intera montagna viene scolpita con un lavorio titanico per farla diventare la gigantesca statua - 195 metri per 172 - del più grande dei capi, Cavallo Pazzo, che afferra il suo pony per la criniera. Una degna risposta al monte Rushmore, dove erano stati immortalati i volti di cinque presidenti Usa. Alti, è vero, appena 18 metri, ma scolpiti proprio in quella roccia che per i Lakota era sacra.


    da Il Giornale
     
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  9. Krasin
     
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    "I Sioux scalpavano i nemici, noi non possiamo fare neppure quello. I nostri nemici hanno solo parrucchini e capelli di plastica." Beppe Grillo
     
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8 replies since 1/7/2005, 17:09   262 views
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