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  1. schmit
     
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    Scontri tra giovani
    di destra e sinistra
    "Direttissima" per
    6 ragazzi arrestati
    Incidenti alla Sapienza,
    ieri un gruppo di studenti
    di sinistra si è scontrato con
    estremisti di destra di Forza
    Nuova: quattro feriti leggeri,
    due per parte. I sei arrestati
    processati già questa mattina
     
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  2. schmit
     
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    Fatale colpo di carrarmato israeliano
    I palestinesi: ferite altre due persone
    GAZA
    Una bambina palestinese di sei anni è stata uccisa oggi a Gaza da un colpo esploso da un carrarmato israeliano nei pressi della linea di confine con Israele.

    I medici palestinesi hanno precisato che il colpo ha decapitato la bambina. Altre due persone sono rimaste ferite, ha aggiunto il medico Moaiya Hassanain, funzionario del ministero della Sanità. Il comando israeliano ha fatto sapere di aver aperto il fuoco contro militanti che lanciavano i razzi contro Israele, nei pressi della linea di frontiera.

    Intanto ieri si è tenuta la riunione convocata dal premier israeliano Ehud Olmert del suo «kitchen cabinet» - di cui fanno parte il ministro della Difesa Ehud Barak e il capo della diplomazia Tzipi Livni - per decidere se lanciare una massiccia incursione contro Hamas nella Striscia di Gaza prima di accettare un accordo di tregua. La questione era stata già discussa in mattinata durante la riunione del Consiglio dei ministri e sarà probabilmente riaffrontata oggi nel corso della settimanale riunione del gabinetto di sicurezza che inizialmente doveva vertere essenzialmente sull’esame del bilancio della Difesa.

    Durante la riunione del governo, il ministro della Sicurezza interna Avi Dichter ha criticato l’idea di una tregua con il movimento islamico palestinese. «L’obiettivo strategico di Israele deve essere la distruzione della capacità di Hamas di condurre una guerra di logoramento contro il sud di Israele», ha detto Dichter, secondo la presidenza del Consiglio. Un alto ufficiale dell’Intelligence militare, generale Yossi Baidatz, ha messo in guardia, da parte sua, contro il rischio che l’ala armata di Hamas disponga di un numero crescente di razzi di una gittata di una ventina di chilometri, ha aggiunto la stessa fonte.

    Secondo i media israeliani, il ministro della Difesa Barak esita sempre a lanciare un’offensiva di ampia portata per il timore che l’esercito non si impantani nella Striscia di Gaza senza riuscire a fermare i lanci di razzi verso il sud di Israele. Da parte sua, Hamas ha affermato in un comunicato che «le minacce e le operazioni sanguinose non gli fanno paura». Dichiarandosi pronto a «far fronte a tutte le eventualità», ha ribadito la sua posizione favorevole ad una tregua «reciproca e simultanea che garantisca la fine dell’aggressione e del blocco».


    A farne le spese sono sempre i piccoli...




     
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  3. schmit
     
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    L'allarme: «Italia rischia significativo
    peggioramento del deficit 2008»
    ROMA
    L’Italia, assieme alla Germania, rischia di assistere quest’anno ad un «significativo peggioramento» del deficit di bilancio, che potrebbe lievitare di 0,4 punti rispetto al Pil, a causa della crescita lenta che mette a rischio il gettito fiscale. Lo rileva la Banca centrale europea, citando nel suo ultimo bollettino mensile le previsioni della Commissione Ue.

    I rischi inflazionistici nell’area dell’euro stanno peggiorando e la Banca centrale europea si trova «in uno stato di maggiore allerta», pronta ad intervenire «con tempestività e fermezza» per assicurare stabilità dei prezzi sul medio termine, come previsto dal suo mandato istituzionale. La scorsa settimana, a conclusione della riunione mensile del Consiglio direttivo, che ha deciso di lasciare invariati al 4% i tassi di interesse, il presidente Jean-Claude Trichet aveva esplicitamente avvertito di un possibile «moderato» rialzo dei tassi a luglio. Il bollettino mensile pubblicato oggi riprende, come di consueto, le valutazioni sulla situazione che i banchieri centrali Ue hanno fornito al termine dell’ultima riunione.

    A cominciare da quelle sull’inflazione che «è aumentata in misura significativa dallo scorso autunno» e tra caro petrolio e alimentari «dovrebbe rimanere su livelli elevati più a lungo di quanto si ritenesse i precedenza». Nel frattempo, sebbene riconosca che per la crescita economica prevalgono i rischi di rallentamento, la Bce osserva che l’area dell’euro resta «caratterizzata da variabili fondamentali solide e non presenta squilibri di rilievo». «Il consiglio direttivo ha preso atto dell’ulteriore incremento dei rischi per la stabilità dei prezzi», recita ancora il bollettino. Dopo un anno di tassi fermi, l’ultima variazione risale al giugno del 2007, si profila quindi un possibile incremento al 4,25% dal mese prossimo. Ma l’annuncio di Trichet della scorsa settimana ha parzialmente colto di sorpresa i mercati, tanto da provocare brusche variazioni sui cambi, con un apprezzamento dell’euro, e sui titoli a reddito fisso. Successivamente sia lo stesso Trichet, sia altri esponenti della Bce - ieri da ultimo Juergen Starck, che siede nel Comitato esecutivo - hanno chiarito che questo possibile aumento non prelude per forza l’avvio di una vera e propria manovra restrittiva, e di una serie di rialzi dei tassi.

    I prezzi internazionali degli alimentari dovrebbero aumentare del 44% nel 2008 e del 6,1% nel 2009. È quanto emerge dalle proiezioni macroeconomiche degli esperti dell’Eurosistema, elaborate congiuntamente dai servizi della Bce e delle banche centrali nazionali dell’area dell’euro.

    Il ministro Brunetta: «Lo statale che timbra ed esce sarà licenziato e accusato di truffa»
    ALESSANDRO BARBERA
    ROMA
    Niente più falsi certificati medici. E niente più assenteisti che timbrano impunemente il cartellino per poi uscire e andare a fare i propri comodi. I sindacati temono si tratti di un intervento surrettizio sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, ovvero quello che regola le condizioni per il licenziamento. Il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta accoglie l’invito a valutare i suggerimenti, ma non sembra intenzionato a rinunciare al suo obiettivo: pugno duro contro i fannulloni ed, entro tre anni, far scendere il tasso di assenteismo nel pubblico allo stesso livello delle aziende private.

    L’ultimo documento presentato ieri ai sindacati non solo conferma il diritto al licenziamento per coloro che presenteranno falsi certificati, ma anche verso chi timbra il cartellino e verrà colto in flagrante lontano dai propri doveri. In questi casi lo Stato potrà agire per truffa aggravata e cacciare i malfattori prima della condanna definitiva. Di più: il reintegro in caso di assoluzione - in passato è accaduto anche in casi limite - non sarà automatico. L’amministrazione sarà tenuta a valutare se sussista il diritto alla riassunzione o se invece sia sufficiente risarcire il danno. Questo è il punto sollevato dai sindacati: «Il livello di discrezionalità è tale da configurare la modifica della disciplina sul licenziamento per giusta causa», spiega Michele Gentile della Cgil.

    Al di là delle dichiarazioni il clima sindacale attorno al piano Brunetta resta comunque favorevole. Ieri il ministro ha confermato la sua volontà di «onorare» il rinnovo del contratto, che comunque il governo vorrebbe far scattare non prima di gennaio 2009: «Si può fare la riforma della pubblica amministrazione non solo razionalizzando ma anche con nuove risorse». Nelle carte della Finanziaria triennale che Giulio Tremonti sta mettendo a punto il piano Brunetta vale tre miliardi di risparmi in tre anni e, grazie al blocco del turnover e alla stabilizzazione dei precari, scatteranno già nel 2008. Il decretone che anticiperà la prossima Finanziaria dovrebbe essere pronto per mercoledì prossimo, anche se al Tesoro si mantengono cauti e non escludono del tutto lo slittamento alla settimana successiva.

    Il lavoro sulla riforma macchina pubblica è ad ampio raggio, e in molti casi, si interseca con quello che stanno facendo al Tesoro e allo Sviluppo economico: tagli, razionalizzazioni, semplificazioni per le aziende ma anche per le stesse amministrazioni. In un’audizione in Commissione Lavoro alla Camera, Brunetta ha preannunciato un piano per abbattere la documentazione di bilancio a carico dei piccoli e piccolissimi Comuni, quelli dove oltre al sindaco spesso c’è uno solo funzionario. A Giuseppe Morandini Brunetta ha poi promesso di abbattere «i 17 miliardi di euro di costi che secondo l’Istat le imprese devono pagare per adempiere a 40 obblighi verso lo Stato», spiega il leader dei piccoli di Confindustria. Da ieri all’ultimo piano di Viale dell’Astronomia c’è «una grande fan» di Brunetta, Emma Marcegaglia: «Nel pubblico impiego ci vuole una fortissima iniezione di merito, e il suo lavoro va nella giusta direzione».

     
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  4. Schou
     
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    Se è per questo siamo in ottima compagnia con tutta l'Europa!
     
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  5. filli
     
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    L'europa non si è ancora saputa costruire una politica comunitaria equilibrata, tenendo in conto tutti i paesi dal piu' debole al piu' forte.Ancora esiste la politica del più forte che si rafforza sempre più a spese del più debole.
    Il peggio non è stato evitato. L'Irlanda ha detto no alla ratifica del Trattato di Lisbona facendo ripiombare l'Europa nel buio di una nuova crisi istituzionale. Che però prima di tutto è una crsi di consenso e di capacità comunicativa. Dunque, una crisi politica profondissima. Che è esplosa a Dublino perchè qui gli irlandesi sono stati chiamati alla ratifica per via referendaria (perchè lo imponeva la Costituzione) ma quasi certamente sarebbe scoppiata anche altrove, nei 27 paesi dell'Unione, se il processo di approvazione del Trattato non vi fosse stato cautelativamente blindato dentro al voto parlamentare.
    Che cosa succederà ora? Tecnicamente l'Unione continuerà a funzionare con il Trattato attuale, che è quello di Nizza. Le 18 ratifiche finora apposte a quello di Lisbona saranno state inutili: per entrare in vigore il Trattato ha infatti bisogno dell'unanimità. Quindi niente presidente dell'Unione, niente poteri rafforzati per il suo "ministro degli Esteri", niente rafforzamento dei poteri dell'europarlamento.
    A meno che non si decida, come è già successo nel 2001 quando proprio l'Irlanda con un altro no affossò Nizza, di trovare un escamotage per riportare il paese al voto, strappandogli il consenso. E' presumibile che si tenterà di ripercorrere questa strada. Nel frattempo però l'Europa è profondamente cambiata, si è allargata da 15 a 27 membri e il mondo esterno è diventato globale e molto più instabile di quanto non fosse soltanto alcuni anni fa. Per questo politicamente il segnale di Dublino è devastante: conferma infatti una volta di più che l'Unione resta un elefante economico senza una vera spina dorsale ma un nano politico sempre più debole di cervello. Per questo non è nemmeno escluso che alla fine Lisbona possa essere abbandonata sul suo binario morto e che un'altra Europa possa tentare di emergere riaggregandosi su nuove basi di consenso.

     
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  6. schmit
     
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    ALITALIA

    Alitalia, oggi vertice governo-sindacati




    Ultima chiamata per la compagnia.
    Restano le divergenze sugli esuberi
    ROMA
    I sindacati chiederanno oggi al governo di fare un passo indietro nel percorso avviato per il salvataggio di Alitalia. Sosterranno l’esigenza di riaprire il dossier del Piano Fenice, chiuso prima di discuterne i contenuti con i rappresentanti dei lavoratori, e giudicato dalle sigle troppo debole per aprire la strada ad un percorso di rilancio che giustifichi l’alto prezzo da pagare in posti di lavoro.

    Solo di fronte ad una strategia industriale convincente, avvertono le sigle, ci sarà poi la disponibilità a parlare di esuberi e ammortizzatori sociali. Aprire un confronto che non sia spalle al muro non sarà facile. È chiara la posizione del governo: la soluzione trovata è «l’unica scelta possibile», come alternativa «c’era solo il fallimento». Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi lo ha sottolineato giovedì, dopo il decreto che ha ritoccato la procedura prefallimentare dell’amministrazione controllata spianando la strada al piano dell’advisor Intesa Sanpaolo: il commissario, nominato venerdì scorso, ha ora poteri adeguati per cedere in tempi stretti gli asset operativi di Alitalia ad una newco, che può contare sulla cordata di 16 investitori italiani destinata a crescere, e che creerà la «nuova Alitalia» integrando anche Air One.

    Il compito più difficile sarà poi quello di gestire quel che resta della «vecchia» compagnia: esuberi, debiti, asset da liquidare, azionisti e obbligazionisti da indennizzare. Domani il tavolo governo-sindacati verrà aperto, presso la sede del ministero del Lavoro di via Flavia, con una relazione del neocommissario straordinario di Alitalia Augusto Fantozzi. Il confronto con le nove sigle sindacali sarà «a tutto campo» - ha preannunciato il ministero -, non solo sui temi del lavoro ma con tutti i ministri interessati ai diversi aspetti dell’operazione: l’azionista di controllo di Alitalia, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti; per i Trasporti, Altero Matteoli; per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola; e per il Lavoro, Maurizio Sacconi.

    I sindacati sono «abbastanza delusi», dice il leader dei piloti, il presidente dell’Anpac Fabio Berti, «perchè - spiega - ci aspettavano un confronto preventivo per discutere le linee strategiche del piano». L’Anpac sarà al tavolo con «lo spirito di affrontare i temi industriali, e di non parlare di esuberi fino a quando non sarà di fronte ad un percorso che possa portare ad un risanamento effettivo». Al contrario «di fronte di un piano non condiviso, e che a nostro giudizio possa pregiudicare le prospettive di rilancio, le reazioni saranno durissime, anche perchè non partiranno solo dai vertici sindacali ma dai lavoratori stessi stremati da anni di crisi». «L’auspicio è quello di trovarci di fronte ad una trattativa vera», dice Franco Nasso, il segretario generale della Filt-Cgil: il confronto, sottolinea, «deve partire dal profilo industriale del piano, e dai problemi che emergono dai contenuti del progetto che solo indirettamente abbiamo appreso» per discutere solo dopo «degli effetti sul lavoro».

    Per un sì delle sigle serve un piano che sia «finalizzato al rilancio». La UilTrasporti garantisce «uno spirito costruttivo». «Vogliamo conoscere il progetto, e speriamo che sia un piano coerente», dice il segretario nazionale Marco Veneziani. «E solo successivamente parleremo degli esuberi, che auspichiamo siano molto meno di quelli che si leggono da indiscrezioni». Andranno gestiti «insieme al sindacato, e va chiarito che nessuno deve restare a terra». L’ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, venerdì ha avvertito: senza il sì dei sindacati il piano può naufragare.

    commento?

    che dire? non ci rimane che aspettare gli ultimi eventi,vedremo cosa diranno i sindacati...
     
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  7. schmit
     
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    il presidente della newco intervistato dal «Financial Times»
    Alitalia, Colaninno "gela" i sindacati: «L'alternativa al piano è il fallimento»
    Al via il tavolo con il governo, ma «non ci sarà normale trattativa». Epifani: «Discutere di progetto industriale»


    Roberto Colaninno (Lapresse)
    ROMA - «L'auspicio è quello di trovarci di fronte a una trattativa vera» aveva detto Franco Nasso, segretario generale della Filt-Cgil in vista dell'apertura, lunedì pomeriggio, del tavolo tra governo e sindacati sul piano di salvataggio per Alitalia. Ma a poche ore dall'incontro arriva una "doccia fredda" Roberto Colaninno, presidente della newco Compagnia aerea italiana. In un’intervista al Financial Times il presidente di Immsi ha detto che non ci potrà essere una «normale trattativa» e che i sindacati «devono capire che l’alternativa è il fallimento». Interpellato sulla possibilità di resistenze ai tagli dell’organico e a rinegoziazioni contrattuali, il manager avverte che gli attuali contratti di lavoro dei dipendenti Alitalia non sono più validi. Guardando al compito che lo attende parla di «una sfida molto eccitante. Mi piace molto, questo fa parte della mia personalità». Secondo il quotidiano britannico il manager italiano, 65 anni, è uno «specialista dei rilanci», con importanti precedenti in Olivetti e in Piaggio. Guardando alla situazione generale del Paese, Colaninno dice che «è ora di finirla di piangerci addosso e metterci a fare qualcosa: smettiamola di discutere al bar per non fare nulla. Se non faremo così, il futuro dell’Italia sarà molto cupo».

    «CONFRONTO VERO» - Molto distante la posizione del segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, che in un'intervista all'Unità sottolinea che quello con il governo «deve essere un confronto vero sul piano industriale, non un prendere o lasciare. Se non fosse così non ci sarebbe il nostro consenso» avverte. «La nostra posizione è chiara - dice il leader della Cgil -. Non siamo disposti a discutere di esuberi se non si discute di piano industriale. Solo dopo aver convenuto su questi punti è possibile affrontare il tema organici. Passera dice che è fondamentale l'accordo con il sindacato? Bene. Ma questo significa confrontarsi con le nostre opinioni». Quanto la piano di salvataggio, «la mia opinione - dice Epifani - è che questa cordata, sulla quale Passera stava lavorando da tempo e per la quale il governo ha cambiato in corsa le regole, sia formata da imprenditori che, per una parte, hanno altri interessi (penso a quelli che operano nell'edilizia o nel campo delle concessioni pubbliche) e per l'altra puntano sul guadagno finanziario». E «se gli azionisti non si concentrano sul cuore dell'attività c'è il rischio di fallire nell'intento». Un interesse industriale «allo stato non è visibile».




    01 settembre 2008 da Il Corriere della Sera

    commento

    coi sindacati non si uscira' un ragno dal buco...se i soldi non ci sono per salvare tutti, qualcuno si deve sacrificare. Si cercheranno un altro posto. E' finita l'era del posto fisso fino a che morte non separi...
     
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  8. frichicchio
     
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    http://www.zeusnews.it/index.php3?ar=stampa&cod=8252
    leggete e meditate
     
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  9. Schou
     
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    Cara TV...

    Ieri sera la prima di anno zero, ha avuto un ascolto del 20 per cento di altri programmi, ma a superarla è stata la fiction:Provaci ancora prof 3
    Debutto ad anno zero di Santoro, il maresciallo dei carabinieri (donna) Granbassi,oddio ha detto poco in mezzo ad una confusione di parlato che non faceva capire nulla...insomma...non è stato un granché


     
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  10. Schou
     
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    LA MOBILITAZIONE

    Scuola, Epifani minaccia lo sciopero
    15:20 CRONACHE Il leader della Cgil alla manifestazione romana contro la politica economica del governo: «Mobilitazione generale
    se le cose non cambieranno e spero che sarà un'iniziativa unitaria»

     
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  11. francesco56_8
     
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    Ma questi non sanno far altro che indire scioperi? alternative mai vero? :)
     
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  12. Schou
     
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    gli incrementi su base annua sono rispettivamente di 3,7 e 61,5 euro
    Dal 1° ottobre aumenti per luce e gas
    L'Authority: la bolletta della luce salirà dello 0,8%, quella del metano del 5,8%

    ROMA - Dal primo ottobre arriva un leggero aumento per la bolletta della luce (+0,8%) e un incremento più significativo per il gas (5,8%). Lo ha deciso l’Autorità per l’energia elettrica per il quarto trimestre 2008, spiegando che dal primo ottobre «La spesa su base annua delle famiglie aumenterà di 3,7 euro per l’energia elettrica e di 61,5 euro per il gas, sull’onda lunga del caro-petrolio».

    DIPENDENTI DAL PETROLIO - L'Authority segnala che «il sistema energetico italiano è ancora fortemente dipendente dall'importazione di idrocarburi; perciò il forte aumento del prezzo del greggio dei mesi precedenti (con punte record di 144 dollari al barile per il Brent) pesa ancora sull'aggiornamento delle condizioni di fornitura, specie per il gas». «Gli aumenti della spesa per le bollette nei passati nove mesi (+7,9 % per l'energia elettrica e + 4,4% per il gas) sono comunque stati più contenuti della spesa per il petrolio nello stesso periodo di confronto (+26,2% in dollari e +19,7 % in euro); ciò anche per effetto della costante diminuzione delle tariffe di trasporto e distribuzione e del contenimento di alcuni oneri generali di sistema» si legge nella nota. In particolare, in luglio, l'Autorità ha diminuito dell'1,3% la componente trasporto gas degli stessi prezzi di riferimento, limitando così l'aumento complessivo che altrimenti avrebbe superato il 6%.

    GAS - Quanto alle modalità di aggiornamento trimestrale delle condizioni economiche, per il gas i prezzi di riferimento tengono conto dei prezzi della materia prima gas naturale sul mercato internazionale, che seguono normalmente di qualche mese quelli del petrolio. Gli stessi prezzi di riferimento nazionali vengono opportunamente basati su indicatori legati non solo alle quotazioni medie di petrolio, ma anche a quelle di oli combustibili e gasolio dei nove mesi precedenti. Tale metodo di fissazione del costo della componente materia prima, per i prezzi di riferimento applicabili ai più piccoli consumatori (ad esempio le famiglie), garantisce comunque una certa stabilità, attenuando e diluendo nel tempo l'incidenza dei periodi di picco degli idrocarburi, sia in aumento che in diminuzione. Con il nuovo aggiornamento, si registra una maggiore incidenza della componente «materia prima», ed una minore incidenza delle altre componenti. Per l'energia elettrica, l'attuale aggiornamento si basa: sui dati consuntivi del costo di approvvigionamento dell'Acquirente Unico; su una previsione meno sfavorevole per l'andamento,da qui alla fine dell'anno, delle quotazioni del greggio; su conseguenti ribassi attesi nella borsa elettrica. Le condizioni economiche di fornitura per l'elettricità vengono infatti calcolate con un metodo necessariamente diverso da quello del gas, dovendo tener conto di quanto speso dall'Acquirente unico (l'organismo deputato agli acquisti per le famiglie in maggior tutela) per l'approvvigionamento di energia elettrica sul mercato all'ingrosso fino al momento dell'aggiornamento trimestrale, e delle stime su quanto prevede di spendere nel resto dell'anno.


    29 settembre 2008

     
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  13. Schou
     
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    con probabilità gli saranno riservati gli onori militari o addirittura i funerali di stato
    È morto Delfino Borroni, l'ultimo
    reduce italiano della Grande Guerra
    Aveva 110 anni e da anni viveva nella casa di riposo “Don Guanella” a Castano Primo, nel Milanese
    NOTIZIE CORRELATE
    I reduci della Grande Guerra ancora vivi - SCHEDA

    Delfino Borroni
    CASTANO PRIMO (Milano) – Si è spento oggi, a 110 anni appena compiuti, Delfino Borroni, l’ultimo reduce italiano della Grande Guerra e l’ultimo cavaliere di Vittorio Veneto, l’onorificenza istituita dalla Repubblica nel 1968 per «esprimere la gratitudine della Nazione» a tutti coloro che avevano combattuto sul fronte durante la prima guerra mondiale per almeno sei mesi. Borroni era nato il 23 agosto del 1898 a Turago Bordone, in provincia di Pavia, ma da anni viveva nella casa di riposo “Don Guanella” a Castano Primo, nel Milanese, dove si era trasferito dopo il matrimonio.

    CAPORETTO - Nel 1917, a diciannove anni, fu arruolato di leva nei bersaglieri ciclisti. Da allora combattè sul fronte dell’altopiano di Asiago, poi sul Pasubio e infine a Caporetto, dove visse l’esperienza delle trincee. Proprio a Caporetto fu fatto prigioniero, ma dopo qualche settimana riuscì a fuggire e a unirsi ad un battaglione italiano a cavallo. Finita la guerra, nel 1918 riprese a fare il meccanico, poi si sposò e si trasferì a Castano Primo, dove fu assunto come macchinista sul “Gamba de Legn”, lo storico tram milanese. Dopo la sua scomparsa, al mondo restano solo altri sette reduci del primo conflitto mondiale: tre in Gran Bretagna, due in Canada (tra cui una donna, Gladys Power, di 109 anni), uno in Australia, uno negli Stati Uniti.

    TESTIMONIANZA – «Caporetto è stato il posto peggiore che ho visto durante la guerra» aveva sempre dichiarato il bersagliere, che grazie alla memoria vivissima in questi anni ha confidato le sue memorie a decine di storici, provenienti da tutto il mondo. «La vita in trincea era terribile – ricordava Borroni - Il freddo, la fame, il rombo delle granate, poi c’erano gli attacchi con il gas. Quando pioveva, poi, si aveva la tentazione di dormire, ma quello era il momento in cui un attacco era più facile, allora il capitano passava, con indosso il suo cappello nero e ci urlava di stare all’erta». A Caporetto, il fante rischiò di morire. «Il sergente mi disse di uscire a vedere la situazione fuori dalla trincea. Io gli chiesi perché mandava a morire me che ero il più giovane e lui mi rispose che tutti gli altri avevano figli» raccontava il bersagliere. «Allora uscii strisciando, ma un proiettile mi colpì subito sullo scarpone. Mi finsi morto accanto a due cadaveri di altri soldati e quando gli austriaci se ne andarono, raggiunsi i miei compagni in ritirata. Il sergente mi prese la testa sulle ginocchia e pianse». Dopo qualche settimana, Delfino fu catturato. «Una volta, in prigione, cominciai a urlare, volevo scrivere alla mia famiglia che da sette mesi non aveva notizie – spiegava il veterano - L’ufficiale austriaco mi rispose: "io è da dieci anni che non torno a casa", ma poi mi diede un foglio e una penna». Qualche mese dopo, la fuga. Dopo un giorno di marcia, alla sera, nella prigione, anche l’ufficiale romeno di guardia crollò dal sonno. Delfino fuggì e si unì a un battaglione italiano a cavallo, poi prese un treno che lo portò a Piacenza. Da lì, scrisse ai genitori, che lo raggiunsero. «Stavo riposando in una tenda, alzai gli occhi e vidi gli scarponi di mio padre. Mia madre lanciò un urlo così forte, che quasi mi moriva fra le braccia». I suoi racconti si trovano anche in Rete.

    ONORI MILITARI -La data delle esequie non è stata ancora fissata, ma molto probabilmente al fante saranno riservati gli onori militari, o addirittura i funerali di stato. A Castano Delfino Borroni viveva con i suoi figli, Angelo e Pinuccia e tredici pronipoti.

    Giovanna Maria Fagnani
    26 ottobre 2008



    da il Corriere della Sera



    Aggiunti nel Dna i geni di una pianta che aumenta gli antiossidanti
    I pomodori ogm anticancro
    Studio europeo con Veronesi

    Sono di colore viola e sono stati già usati con successo sulle cavie: allungano la vita



    MILANO — Pomodori viola per combattere i tumori. La frontiera dei cibi-farmaco anticancro segna un nuovo risultato, grazie a uno studio europeo (il progetto Flora) a cui partecipa l'Istituto europeo di oncologia (Ieo) di Umberto Veronesi. Creati da Cathie Martin, presente anche a Venezia al «Futuro della scienza», che da anni studia le proprietà dei pomodori, contengono i geni di un fiore e producono una quantità importante di antocianine, antiossidanti del gruppo dei flavonoidi, di cui i pomodori normali (pur ricchi di anticancro come i licopeni) sono privi. La combinazione triplica lo scudo. Così almeno si è visto sui topi di laboratorio. Lo studio viene pubblicato oggi su Nature Biotechnology. Cathie Martin e la sua équipe lavorano nei laboratori britannici del John Innes Centre di Norwich. Lì sono stati creati i pomodori viola. Inseriti nella dieta di topi mutanti (senza il gene p53) particolarmente suscettibili ai tumori sono riusciti ad allungare la sopravvivenza dei topi. O meglio a posticipare la comparsa scontata del tumore. E lo Ieo ora punta molto sullo studio di questi cibi «arricchiti» per prevenire i tumori, se non per bloccare lo sviluppo di cellule neoplastiche. La strada è aperta. Verdura e frutta migliorata geneticamente per farci arrivare sani ai 120 anni di vita media programmata dai nostri geni. In un futuro non molto lontano potrebbe essere l'ortolano sotto casa il neofarmacista, consigliando un'insalata al pomodoro viola, banane al vaccino, riso alla vitamina A, aglio viola, patate lilla, broccoli o cime di rapa modificate con i geni dell'uva rossa, arance blu dagli effetti anti-ossidanti moltiplicati. Tutto è salutarmente modificabile. Insomma, la nocciolina che trasforma in supereroe il Pippo disneyano non è proprio fantascienza.

    «Senza esagerare con la fantasia, si tratta di un importante passo avanti — dice Pier Giuseppe Pelicci, direttore della ricerca dello Ieo — nello studio degli antiossidanti, dei flavonoidi (le antocianine) in particolare, ormai largamente considerati una valida arma di prevenzione nei confronti di una vasta gamma di patologie, dalle malattie cardiovascolari ad alcuni tipi di cancro. La dieta seguita dalla maggioranza della popolazione nel mondo occidentale non sembra essere sufficiente a garantire un apporto adeguato di queste sostanze, presenti nelle verdure e nella frutta (soprattutto frutti di bosco, uva, arance rosse). Per questo il progetto Flora punta a capire meglio i loro meccanismi di azione e a trovare nuove strade per aumentarne il consumo».

    Per ottenere una particolare ricchezza in antocianine nei pomodori che non ne hanno, i ricercatori inglesi hanno fatto ricorso a due geni presenti nella comune pianta bocca di leone (un fiore): conferendo così un colore viola (blu-rosso) ai nuovi pomodori. «I due geni che abbiamo isolato dalla bocca di leone — spiega Eugenio Butelli che lavora nel centro di Cathie Martin ed è primo autore della ricerca — sono responsabili dei colori dei fiori e, se introdotti in altre piante, sono la combinazione vincente per produrre antocianine». Una polvere ottenuta dai pomodori viola è stata somministrata a topi di laboratorio mutanti privi del gene della proteina p53 (comunemente conosciuta come «guardiana del genoma»). È una proteina fondamentale nel processo di sviluppo dei tumori. I topi che ne sono privi sviluppano, e precocemente, diversi tipi di tumore, soprattutto linfomi.

    Gli animali usati per i test sono stati divisi in tre gruppi, a dieta diversa: al primo gruppo è toccato cibo comune, al secondo è stato aggiunto un 10% di estratto di pomodoro rosso normale, al terzo mangime con estratto di pomodoro viola. «Tra i primi due gruppi non sono state riscontrate differenze — spiega Marco Giorgio, dello Ieo, che ha condotto la sperimentazione sui topi —. Mentre l'ultimo gruppo, che ha mangiato pomodori viola, ha mostrato un allungamento della vita significativo: è sopravvissuto in media 182 giorni rispetto ai 142 dei topi a dieta comune». Anche se i risultati sono molto promettenti, i ricercatori però invitano alla cautela. I pomodori scuri, comunque, non sono una novità. Esistono già il Kumato, un ogm, e il Nero di Crimea, anch'esso con una colorazione scura. Queste varietà non hanno antociani. Infine, c'è il pomodoro Sun Black (progetto italiano Tom-Anto finanziato dal ministero dell'Università e della Ricerca): non è un Ogm, ma gli antociani sono accumulati nella sola buccia.

    Mario Pappagallo
    27 ottobre 2008



    da il Corriere della Sera
     
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  14. frichicchio
     
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    con la morte di questo ultimo reduce della grande guerra si perderà la coscienza viva di chi l'ha vissuta




     
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  15. schmit
     
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    oscurato sito

    http://www.repubblica.it/2007/09/sezioni/s...pirate-bay.html
     
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28 replies since 28/5/2008, 10:16   257 views
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