Buddisti? per carita'...

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  1. schmit
     
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    Scrive qualcuno:ometto il nome

    Non ho mai sopportato regole troppo definite e impegni fissi. La scuola, il catechismo, i corsi serali, persino gli allenamenti di atletica e basket.
    Li ho sempre sofferti un po’ nella loro periodica ineluttabilità comandata. Persino “la libera partita” settimanale a calcetto, tra amici. Anche quella mi andava stretta, a volte.
    Quello che segue irriterà alcuni, mi rendo conto. Però a me irrita altresì un certo comportamento illuminante. Nel senso di chi vuol farti luce sulla Via da seguire.
    La prima esperienza irrita-lumi-nante l’ebbi con un gruppo di ragazzi ciellini, da adolescente. Iniziarono a venire al mare sulla stessa spiaggia della mia compagnia di amici e tentarono in tutti i modi di inglobarci, annetterci, persuaderci. Una volta compreso che mai sarebbero riusciti nell’intento, adottarono la strategia del “con noi o contro di noi”. Oh, boy!
    Fummo subito contro.
    Molti anni dopo, l’inevitabile gruppo di amici incontrò sul suo percorso i Buddisti. Meno deprimenti e un filo più evoluti dei ciellini, essi si rivelarono però presto analogamente pressanti, per lo più, ed insistentemente inclini al proselitismo forzoso.
    “Devi venire, devi provare, ti cambia la vita”. Oh, really?
    “Un bell’incidente mortale ti cambia la vita,” pensai caustico, vedendoli recitare mantrici il namiòrenghecchiò. “Oppure un milione di dollari su un conto offshore, o anche solo fidanzarti con Michelle Pfeiffer.”
    Non questo.
    Intendiamoci, non ce l’ho con chi si accinge più o meno consapevolmente a lavorare su se stesso. Anzi. Farlo – e farlo bene, con dedizione e pazienza quotidiane – è fondamentale per l’evoluzione e la crescita interiore di ognuno di noi. Ma in qualche modo ho sempre pensato che sia un processo che dev’essere scevro da qualsivoglia tipo di inquadramento. Come dire: passi un addestramento nei Marines se devo essere spedito al fronte e mi si insegna come tornare a casa tutto d’un pezzo; passi la disciplina mentale e fisica di un allenamento di arti marziali. Ma recitare e “fare pratica” per arrivare e succedere nella vita, mi fa davvero sorridere.
    I budini tra voi già staranno insorgendo, ditino sul tasto “aggiungi un commento a ’sto deficiente”.
    Visto? Guai a mettere in discussione la “luce”. Guai a voler introdurre variabili al di fuori dalla nostra portata, vero?Eppure tutti sanno che persino per vincere la coppa del mondo di calcio occorre, oltre ad allenamento, squadra e tattica, anche un bel po’ di fortuna.
    L’uomo saggio – e soprattutto quello arrivato – sa che non basta volere, per potere. Un contatto proficuo, il tuo trovarti nel posto giusto al momento giusto… persino Murphy è conscio del fatto che

    nessuna strategia, per quanto ben congegnata vale una clamorosa botta di culo.

    Loro no. Loro ti garantiscono che è solo questione di atteggiamento e di osare. Sarà…
    A me le loro riunioni sono sempre sembrate un farsi forza a vicenda tra pavidi. “Dai, osa tu, prima…se ce la fa lui, dopo anche io…”
    Io sono sempre stato per la traversata in solitario.

    In questo senso la Vela insegna ben più del Buddismo. Perché impari presto che puoi preparati al meglio, calcolare tutto, predisporti a controllare qualsiasi aspetto del tuo viaggio, individuare e computare la rotta migliore, controllare decine di volte i bollettini meteo, e soprattutto che puoi anche voler farcela, ma alla fine devi sempre mettere in conto che qualcosa possa andare storto.
    Perché il mare, il vento, le tempeste, le correnti, le onde non le controlli proprio.
    E chi arriva alla fine della regata, chi giunge nel porto, chi circumnaviga il globo è ben conscio di avercela fatta non solo perché l’ha voluto abbastanza, perché si è dato un obiettivo, perché ha avuto il coraggio di affrontare l’oceano.
    Ma anche, e spesso soprattutto







    perché l’oceano lo ha lasciato passare.

    Ognuno di noi, in qualche modo attraversa l’oceano.
    C’è che ha la fortuna di poterlo fare su un luxury liner da 70.000 tonnellate, senza sentire neppure il rollio delle onde; chi deve far ricorso alle proprie doti di navigatore, ma può contare su un 18 metri con comodi comandi al pozzetto; e chi invece non ha che un piccolo cabinato.
    L’importante è averlo sempre chiaro e non raccontarsi balle sul mero “volere è potere”.

    Edited by Letizia Schmit - 4/2/2017, 15:43
     
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    Non so chi ha scritto questa roba..... ma è uno scritto senza dubbio da una persona ignorante in materia. A dire la verità non meriterebbe neanche una risposta (coloro che si ergono a giudici di una cosa senza sapere di cosa parlano non meritano attenzione). Però dirò solo che quel gruppo a cui si sta riferendo è un gruppo della Soka Gakkai, che con quello che viene comunemente chiamato "Buddhismo" (di tutte le altre tradizioni, quali la Theravada, Zen, Tibetana) ha poco o niente a che fare nè nello stile nè nella pratica.
     
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  3. schmit
     
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    infatti anche dei cristiani parlava dei cellini...ma non tutti i Cristiani sono Cellini o cattolici...comunque io vi ho chiesto aiuto perche' del buddismo conosco poco e da voi piu' esperti di me, avrei gradito qualcosa da farlo riflettere...visto che in buddismo italia siete in molti... :)

    che so', magari la differenza fra le due scuole...
     
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  4. schmit
     
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    Prendo spunto da una conversazione in tag su buddismo Italia.
    Avevo augurato in tag buona domenica e rivolgendomi ai Cristiani di quel forum avevo aggiunto:"lodiamo il Signore"
    è sorta un po' di discussione che non sto a riportare perche' inutile ai fini di cio' che voglio dire ad un forumista:pietrochag.

    diceva pietrochag:
    noi partiamo da una condizione di sofferenza nel presente,loro soffrono perche' non hanno capito il sacrificio di Cristo,si cerca un dialogo,e si trova caos, nel senso che l'incomprensione è alla base di partenza,noi stiamo andando...loro aspettano il giudizio.



    Ti rispondo qui,pietrochag,non voglio essere invadente ne' farmi prendere per una che vuol fare proselitismo,ma credo tu non abbia capito il mio pensiero.
    Cominciamo con il dire che sono Cristiana.
    Essere Cristiani è un modo di essere nella vita, quindi,qualsiasi cosa io scriva e qualsiasi atteggiamento pratichi ha l'impronta di una visione Cristiana nel mondo.
    Quindi, la mia essenza Cristiana trapelera' sempre.
    Qualsiasi cosa io scriva, qualsiasi cosa io faccia qualsiasi atteggiamento io abbia mentre vivo.

    Veniamo a risponderti:
    Tutti si parte da una condizione di sofferenza...sofferenza per vari motivi:esistenziali e quotidiani.
    Un vero Cristiano ha capito benissimo il sacrificio di Cristo. Egli ha voluto, in quanto Dio, provare le sofferenze umane, per poter dire a noi di accettarle e rinascere a nuova vita.
    Credere nella VIA indicataci da Cristo vuol dire rinascere gia' in questa vita, vuol dire trovare il paradiso che è in noi,vuol dire accettare le croci umane perche' attraverso queste ci si riscatta. La sofferenza nasce dal rifiuto di essa, ma se la si accoglie si trasforma in gioia.
    Noi non aspettiamo il giudizio, perche' il giudizio lo diamo noi sulla vita riconosciuta scorretta e la rinascita gia' su questa terra è il paradiso promessoci.

    Edited by schmit - 4/5/2008, 16:06
     
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    Non ho alcuna difficoltà a capirti, Smith. ;)
    Ho letto quasi tutti i tuoi interventi sul forum
    e credo che la tua crisitianità sia evidente a tutti.
    Il mio intervento è stato dettato dall'evidente difficoltà
    a voler interpretare le teorie cristiane con le teorie
    buddhiste, e viceversa.
    Non pensare minimamente che fosse una critica
    nei tuoi confronti o di altri, non sono in grado di
    poterne fare, specie dopo che leggo ciò che scrivete.
    Siete così informati che mi sembra di non sapere nulla!
    Per quel poco che so, ritengo inconciliabili le due
    Vie, indicando come fai tu Via anche quella dei Cristiani,
    inconciliabili perchè la radice, la fonte, l'inizio di base,
    il pensiero di base, di partenza è diverso.
    Vanno bene i discorsi sui valori più o meno vicini,
    vanno bene anche le discussioni 'filosofiche',
    ma le due mentalità partono da basi diverse.
    Non credo ci possa essere, ad esempio, la stessa visione di
    sofferenza. E non dico la coscienza diretta della sofferenza,
    ma proprio un visione diversa, che nascono da due
    visioni dell'intero universo diverso.
    Non credo ci possa essere la stessa visione di
    karma, perchè il destino cristiano ed il karma potrebbero
    essere rapportati in discussioni fino ad avvicinarli, ma sono
    due cose diverse.
    Non credo che ci possa essere la stessa visione di
    realizzazzione o Illuminazione, perchè
    la stessa idea di Illuminazione è inconciliabile
    con la visione di un Paradiso cristiano.
    E si potrebbe continuare...

    Ma leggendo, osserva bene,
    non ho scritto IO SO,
    ho scritto non credo.

    Ribadisco che sento questa difficoltà a
    comunicare ciò che ho sperimentato
    e ciò che ogni attimo della mia vita
    sento. I miei limiti ci sono tutti,
    ma ci sono anche certezze che non
    vengono da un 'sentito dire', ma sono
    frutto di più di trentanni di pensieri
    e di non-pensieri.

    Il tutto nasce comunque da una tag
    che effettivamente non deve diventare una
    vetrina per le proprie idee cristiane in un
    forum buddhista :D



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  6. schmit
     
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    permettimi di non condividere questo tuo pensiero:
    CITAZIONE
    Non credo che ci possa essere la stessa visione di
    realizzazzione o Illuminazione, perchè
    la stessa idea di Illuminazione è inconciliabile
    con la visione di un Paradiso cristiano.
    E si potrebbe continuare...

    Buddha ti offre la possibilita' di conoscere la tua natura che è in sintonia con le leggi dell'Universo, se ti attieni a queste sei in equilibrio con la natura e tutto cio' che è in essa.
    Gesu'ti dice la stessa cosa:conosci chi sei, non fare di alto e basso una differenza perche' cio' che è in alto è anche in basso(microcosmo e macrocosmo) Non cercare il paradiso in un luogo, poiche' il paradiso è dentro di te. Come fare a raggiungerlo?
    rispettare le leggi dell'Universo che sono le stesse dell'uomo e di tutti gli esseri viventi.L'equilibrio fra esse significa il nostro equilibrio e quindi raggiungere la pace e la serenita'.
    Non ti sembra lo stesso del pensiero Buddhista?
    Per veder fra le religioni i lati in comune bisogna conoscerle profondamente tutte.
    Io sto facendo questo lavoro.
     
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  7. schmit
     
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    CITAZIONE
    Noi non aspettiamo il giudizio, perche' il giudizio lo diamo noi sulla vita riconosciuta scorretta e la rinascita gia' su questa terra è il paradiso promessoci.

    vorrei essere piu' chiara,non è che noi si giudichi l'operato di altri, ma il Cristiano riflette sul suo operato e quando si accorge di avere sbagliato cambia strada. E' con la rinascita in Gesu' che si ottiene il paradiso interiore.
     
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    Come ho gia detto, parlando con persone come voi,
    che avete una conoscenza profonda delle filosofie
    e delle religioni, mi trovo in un terreno a me
    ostico. Non ho una conoscenza profonda di tutte le
    religioni. Conosco un pò il cattolicesimo perchè vivo in un paese cattolico,
    mentre per il cristianesimo, ho appreso varie cose
    leggendo qua e là.
    Istintivamente ed interiormente, mi considero
    un discepolo del Dharma, ed è da quello che ho
    vissuto in questo che posso rispondere ai tuoi scritti.
    Ora, forse sbagliando,
    vedo così.
    Bhudda offre la possibilità di conoscere la propria
    natura e di superarla, o di abbandonarla.
    Le leggi dell'Universo sono parte della natura.
    Oppure sono tutta la natura.
    La realizzazione dell'Illuminazione,
    è il superamento di questa concezione.
    L'equilibrio che si pensa di realizzare
    non esiste, in sè.
    E la stessa Illuminazione non è definibile.
    Dire nè basso nè alto non è sufficiente,
    nè basso, nè alto, nè non-basso nè non-alto
    è completamento.
    Realizzare questo concetto è difficile,
    realizzare l'Illuminazione è realizzare questo concetto.
    Il rispetto di tutti gli esseri viventi,
    (che io considero relativo perchè 'gli animali sono vostri
    inferiori, nutritevene' -Ma questa credo sia la Bibbia- è un
    pensiero comune tra i cattolici)
    è un atto chiaramente riferibile ad ogni religione,
    e raggiungere la pace e la serenità
    non è lo stesso che raggiungere l'Illuminazione.
    Pace e serenità si possono raggiungere anche
    con il raggiungimento di stadi avanzati nella
    meditazione, ma raggiungere l'Illuminazione
    è un percorso più profondo e finisce soltanto
    quando finisce ciò che deve finire
    e finisce anche ciò che non-deve finire.


    Il compito che ti sei data nel cercare i lati comuni
    tra tutte le religioni è sicuramente un atto di notevole
    attenzione per gli altri, e questo è molto bello.
    Forse potrà servire per accrescere il rispetto tra
    religioni e popoli.
    Ma io medito, e pratico il Dharma
    e so che ciò che faccio è
    buono per tutti gli esseri.
    Perchè lo sò?
    Perchè lo vedo.


    :D


     
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  9. schmit
     
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    se sei tranquillo e pensi di aver trovato la via giusta, sono contenta per te. :)
     
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  11. Schou
     
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    Il buddhismo non fa per una cultura occidentale e chi dice di esserlo non lo è veramente...inteso come lo intendono gli orientali.

    Ogni popolo ha la sua storia ed è inutile dire"liberiamo la mente" quel che c'è dentro ti rimane sino a che campi...
     
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    Shankar Kulanath

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    Il buddhismo non fa per una cultura occidentale e chi dice di esserlo non lo è veramente...inteso come lo intendono gli orientali.

    Questo dimostra una profonda ignoranza del Buddhismo, e probabilmente anche dell'oriente. Ragassuoli, piuttosto che dire cavolate è meglio non parlare.

    Comunque interessante il dialogo tra letizia e pietrochag.

     
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    Shou, perchè dici questo?

    Il crisitanesimo è nato in italia?
    Cristo era italiano?
    I confini della conoscenza sono tra i peggiori che abbiamo.
    Confinare una conoscenza solo perchè non viene
    dal nostro paese è una cosa poco intelligente.
    Liberati da questi schemi, e troverai
    che ci sono tantissime cose che non appartengono
    a noi italiani che sono comunque
    integrate nella nostra mentalità.
    Addentrarsi nel Dharma seriamente ti apre
    la possibilità di vedere che ciò che è detto
    non ha confini terreni.
    Lo stesso vale per il crisitanesimo,
    i valori che rappresenta e raccomanda,
    non fanno parte di una sola zona,
    ma sono ovunque.

    Come occidentali abbiamo un buon novanta per cento
    di cultura che discende dai greci.
    Non per questo non critichiamo tutto ciò che
    è disceso dalle filosofie antiche.

    Rompi gli argini.
    Quelli della conoscenza
    e scoprirai nuovi mondi :)

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  14. Schou
     
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    Ti potrei dire tante cose ma mi limito a far parlare il papa che senza dubbio è piu' autorevole di me per parlare delle nostre origini occidentali del cristianesimo.

    Con il discorso all’Università di Regensburg Papa Benedetto XVI segna un’altra tappa nell’opera di ricostruzione della mappa genetica dell’Occidente, della trama complessa della cultura occidentale, dell’identità europea.
    E’ evidente la fatica dei media a seguire di questo Papa il passo deciso e costante verso la riscrittura delle diverse forme assunte dalla civilizzazione occidentale, perfino commentatori sensibili e intelligenti come Gad Lerner e Magdi Allam, sono stati tratti in inganno dalle parole di Ratzinger indirizzate all’interno della cristianità (la perdita della Fede cristiana come elemento di disorientamento per i fedeli delle altre religioni) interpretate come incauta giustificazione dell’aggressività manifestata verso i nostri costumi e modi di essere.
    Ma più dei media è sorprendente il disorientamento della intellettualità occidentale a cogliere “il punto di rottura” della riflessione ratzingheriana. Un punto di rottura non più collocato, come per i predecessori, sul terreno morbido del rapporto tra Fede e modernità, tradizione e progresso (della scienza), etica privata ed etica pubblica, dimensione privata della religiosità e religione laica che è propria delle Istituzioni.
    Ratzinger non va solo oltre questo spazio di compromesso tra laici e cattolici ma rimette in discussione l’intero equilibrio fondato sulla separatezza, sulla autonomia, comunemente accettata dai cattolici e dai laici, tra cristianesimo e tempo della Storia. Ratzinger rimette dentro la Storia il cristianesimo perché il Cristianesimo si costruisce in continuità con le radici storiche del pensiero occidentale. Le radici del cristianesimo per Benedetto XVI è il pensiero greco, la ragione (il logos) a partire da Socrate e Platone.
    “In principio era il logos, e il logos è Dio (…). L’incontro tra il messaggio biblico e il pensiero greco non è un semplice caso. La visione di San Paolo (…) che in sogno vide un Macedone (…) può essere interpretata come una condensazione della necessità intrinseca di un avvicinamento tra la fede biblica e l’interrogarsi greco”.
    Il punto di rottura del vecchio compromesso è dato dalla “razionalità” presente fin dall’inizio nelle radici bibliche, razionalità che impedisce di interpretare la forza e la portata del cristianesimo in una dimensione trascendentale, senza storia e senza tempo, ma la radica nel mezzo del primo stadio della modernità: il pensiero greco che fonda il Logos e con il Logos la storia della cultura occidentale.

    Ratzinger è ancora più chiaro in questo passaggio:

    “ (…) Non è sorprendente che il cristianesimo, nonostante la sua origine e qualche suo sviluppo importante nell’Oriente, abbia infine trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa. Possiamo anche esprimerlo diversamente: questo incontro, al quale si aggiunge successivamente ancora il patrimonio di Roma, ha creato l’Europa e rimane il fondamento di ciò che, con ragione, si può chiamare Europa.”
    Il cerchio concettuale dunque si chiude: il cristianesimo non è solo una pagina importante della storia delle religioni che oggi deve cedere il passo alla Storia dell’Uomo, impegnato e impegnabile solo a costruire con i soli strumenti autoreferenziali della Scienza l’illimitata felicità. Il cristianesimo è il razionalismo-illuminismo che origina dal pensiero greco, si rafforza con il senso dell’organizzazione statuale dei Romani, si sviluppa nella elaborazione dei grandi pensatori della Chiesa e fa da sfondo all’intera storia europea.

    Ecco perché, aggiunge il Papa, tutti i tentativi di deellenizzazione del cristianesimo sono stati e sono tuttora tentativi di impoverimento, in pratica un modo per negare il nesso tra cristianesimo e storia dell’Europa e per spingerlo in una dimensione privata, di etica soggettiva.
    Papa Benedetto XVI pone due questioni che hanno una immediata ricaduta sulle vicende dell’oggi. La prima è di ordine generale e riguarda “l’esclusione del divino dall’universalità della ragione”. In parole semplici non sarà possibile separare il sentimento religioso dai processi che scandiscono il progresso dell’umanità. Seconda questione: sarà sempre più difficile allo spirito europeo distinguersi dal Logos cristiano e rifugiarsi nell’empirismo e nel generico e pigro multiculturalismo, senza negare l’Europa.

     
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    Sai bene che i buddhisti in Italia saranno, quanti? diecimila?
    Forse nemmeno.
    Quindi nessun pericolo da parte nostra per il cristianesimo :D

    Non intendo nemmeno dire che dovresti essere buddhista anche tu :D

    Il fatto che il Papa esprima il suo parere sulle radici greche del
    pensiero cristiano, cogliendo in pieno, comunque la loro
    ormai definita fratellanza, non è cosa nuova.
    Posso dirmi non tanto d'accordo sulla posizione
    che occupa nell'Europa, e cioè la sua storica presenza all'interno
    della gestione delle nazioni, ma è evidente dalla storia stessa
    che il cristianesimo è parte integrante delle radici culturali
    dell'Europa intera.
    Nessuno nega la sua presenza nel tempo e nella direzione
    politica del cristianesimo, ed è sempre stata evidente la
    'pressione' che la religione ha esercitato sul mondo
    occidentale.
    Detto questo, sono uno di quelli che avrebbero inserito
    volentieri nella Costituzione Europea l'appartenenza
    e la discendenza dalla religone ebraico-cristiana
    nella sua fondazione.
    Ma uno è il discorso politico che possiamo fare per
    giustificare o meno l'appartenenza ad una religione,
    che sia di Stato e meno,
    un'altro è il percorso di un Via.
    Dipende da ciò che cerchiamo e da ciò che siamo capaci
    di intuire.
    Se io definisco che in principio era il Logos,
    sto dando a qualcuno qualcosa che non può
    essere, secondo il mio punto di vista,
    perchè l'idea del Padre che tutto crea e tutto distrugge,
    che premia e condanna, che fa e disfa,
    è qualcosa che non può esistere.
    Anche volendo accettare questa idea
    resterebbe soltanto un'idea che col tempo
    diventerebbe sempre più grande e più 'inattaccabile'.
    Creo qualcosa, che ha creato me stesso
    e lo elevo al di sopra di ogni cosa.
    Lo considero irrazionale.
    Ma è soltanto la mia opinione, un'opinione
    che potrebbe anche essere errata, ma che fino
    adesso, attraverso la meditazione, ha avuto
    solo conferme.
    Il punto è che alcuni di noi hanno una via ed altri
    ne hanno un'altra.
    Io so che per me la Via è il Dharma.
    Se tu sai che per te la Via è il Cristianesimo,
    è una bella cosa.
    L'importante per me è alzare ogni
    coperchio di dubbio ed analizzarlo
    alla luce della profonda meditazione.
    E quando si è in profondità,
    non c'è più un io che decide cosa è buono
    o cosa è cattivo.
    Le cose sgorgano e tu bevi.

    :D



     
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