ULTIMO CAPITOLO - L'altra donna

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felina67
view post Posted on 30/4/2008, 10:28




E P I L O G O


Clarissa era seduta al tavolo in compagnia di Francesca, di Antonio e del loro piccolo diavoletto Daniele, e stava sorseggiando un cocktail di frutta esotica che era stato offerto dalla casa.
Gli amici l’avevano invitata all’inaugurazione di un locale, e anche se non aveva molta voglia di andarci, aveva deciso di accettare l’invito.
Stava parlando allegramente con il piccolo Daniele, quando il titolare della birreria aprì il microfono e attirò l’attenzione dei presenti.
“Cari amici, innanzi tutto voglio ringraziarvi per essere qui stasera e mi auguro che vi troviate così bene, da farmi un’ottima pubblicità. Come in ogni locale che si rispetti, anche nel mio c’è musica dal vivo. È con piacere che vi presento i “Lampo”, un gruppo di giovani musicisti niente male, proprio niente male. Acco-gliamoli con un caloroso applauso… i lampo…”
i musicisti presero posto sul palco e fu allora che Clarissa lo vide.
I loro sguardi si incontrarono e fu come se il tempo si fosse fermato.
Improvvisamente nel locale calò il silenzio, le luci si abbassarono e i musicisti iniziarono a suonare, ma i loro occhi rimasero fissi gli uni negli altri.
Clarissa non riusciva a normalizzare il battito del cuore.
Abbassò lo sguardo e fissò il bicchiere che aveva davanti a se. Si sentiva la bocca dello stomaco contratta e avvertiva un leggero tremito alle mani.
Tornò a fissare quello sguardo e mentre una rullata di batteria animava gli entu-siasmi dei presenti, Attilio le sorrise.
Clarissa lo fissava e non sapeva cosa fare.
Aveva dato un taglio quasi netto con il passato ed ora un ricordo tra i più impor-tanti tornava come un fantasma dalla vita precedente.
Attilio si alzò, disse qualcosa ai ragazzi che erano al tavolo con lui e si diresse verso Clarissa.
Lei lo guardava avvicinarsi, incapace di muoversi. I loro sguardi rimasero incate-nati. Lui le fu di fronte.
“Allora sei proprio tu…”
Clarissa gli sorrise.
“E tu sei chi penso io?”
“Tu che dici?”
“Credo proprio di sì.”
“Come stai?”
“Meravigliosamente bene.”
Attilio salutò Francesca e Antonio, scambiò due parole di convenienza e tornò a guardare Clarissa.
“Ti va di uscire a fare due chiacchiere?”
“Con il freddo che fa?”
“Nell’auto c’è il riscaldamento…”
Clarissa guardò Francesca – “Esco un attimo… torno subito.”
“Ehi – Francesca afferrò Clarissa per un braccio – mi raccomando… non fare stupidaggini.”
“Non preoccuparti.”
“Non farmi stare in pensiero.”
“Stai tranquilla, è tutto a posto.”
Attilio la prese per mano e la condusse fuori dal locale. Una volta arrivati all’ester-no, estrasse dalla tasca del cappotto le chiavi dell’auto. Guidò Clarissa fino alla macchina senza dire una parola, le aprì la portiera e la fece salire.
Una volta nell’auto, si girò a guardarla, poi mise in moto e si voltò a guardare il suo più bel ricordo.
Attilio era diventato più maturo e radi capelli bianchi gli argentavano le tempie. Era ancora più bello ed affascinante di come lo ricordava e al sua aria da ragazzino, era completamente svanita per lasciare posto a quella di un uomo nel fiore degli anni.
“Quanto è passato Cla…”
“Sette anni… sette lunghi anni.”
“Sei ancora più bella di come ti ricordavo.”
“Anche tu sei cambiato, sei più maturo.”
“E’ un bene o un male?”
“Direi che il tuo fascino è migliorato notevolmente. Sei proprio un bell’uomo.”
“Hai intenzione di farmi arrossire?”
“Ne sei ancora capace?”
“Dipende da chi ho di fronte.”
Clarissa sorrise e abbassò lo sguardo.
Anche lei era cambiata. Ora era una donna piena di classe e di fascino. Il suo viso si era modellato. Attilio pensò che era la donna più bella che avesse conosciuto.
“pensavo di aver avuto una visione poco fa, ma è bastato guardarti negli occhi per capire che la donna che stavo ammirando era quella splendida impiegata che mi aveva sconvolto l’esistenza. Non mi sembra ancora vero di averti qui, seduta accanto a me. Ho paura che sia un sogno.”
Clarissa lo guardava senza parlare… ripensava a quello che aveva provato per lui. Averlo vicino le procurava una forte emozione, e non voleva che questo accades-se. Non voleva provare niente per lui, ma non ci riusciva. L’aveva amato troppo per farselo diventare indifferente.
Lui le prese una mano e la strinse tra le sue.
“Ho saputo cosa ti è successo… ora però stai bene, vero?”
“Sì, ora sto bene e mi sono lasciata il passato alle spalle.”
“So che hai cambiato casa.”
“Come fai a saperlo?”
“Perché ti ho cercata. Era passato circa un anno da quando avevi cambiato lavoro, e avevo sentito il bisogno di cercarti, ma tu non abitavi più lì e non me la sono sentito di andare dai tuoi zii a chiedere dove fossi andata.”
“Hai fatto bene, non credo ti avrebbero accolto a braccia aperte. Perché mi cercavi?”
“Avevo bisogno di vederti. Stavo attraversando un periodo molto brutto e avevo sentito il bisogno di averti vicina.”
“Non ti sarei stata di grande aiuto. È passato molto tempo prima che riuscissi a tornare ad essere me stessa, e non è stato facile… ma alla fine ce l’ho fatta ed ora sono più forte e sicura di prima.”
“Non sai che piacere mi fa sentirti dire queste cose. Non mi sono mai perdonato il fatto di non esserti stato vicino quando ne avevi bisogno. Ancora una volta mi ero comportato da vigliacco… e ancora una volta ti avevo deluso.”
“Non ti avrei voluto nella mia vita. Non volevo avere più niente a che fare con le persone che appartenevano al passato.”
“Capisco… allora è stato meglio così.”
“Già!”
“Adesso come te la passi?”
“Direi benone. Lavoro per una multinazionale, vivo in un attico nel centro di Milano e sono circondata da amici che mi vogliono bene.”
“Sei sposata?”
“No.”
“Stai con qualcuno?”
“Ha avuto qualche storia più o meno importante, ma poi mi sono resa conto di essere diventata esigente… non è facile starmi accanto.”
“Ricordo che non facevo nessuno sforzo.”
“Quella Clarissa non esiste più. Ora non accetterei mai di dividerti con un’altra.”
“Non dovresti più farlo.”
“No?... e Sonia?”
“Abbiamo divorziato tre anni fa. Ero arrivato al punto di non sopportare neanche più l’idea di trovarmela davanti. Non è mai andato bene il nostro matrimonio, l’abbiamo sempre trascinato avanti in qualche modo. Trascorrevo sempre più tempo fuori casa e ogni volta mi trovavo una compagnia diversa. Ad un certo punto mi sono fermato a riflettere ed ho capito che stavo buttando via la mia vita per colpa di una donna che mi teneva legato psicologicamente. L’ho lasciata senza ripensamenti e senza farmi degli scrupoli, in fin dei conti Sonia mi aveva rovinato l’esistenza. Comunque è stato meglio così, so che adesso sta insieme ad un brav’uomo ed è felice.”
“E tu?”
“Se sono felice?”
“Se stai con qualcuna…”
“Sono libero da qualsiasi legame affettivo, ma non sono particolarmente felice.”
“Perché?”
“Sono arrivato all’età di trentasette anni e mi sono accorto di non aver combinato niente di buono. A parte il lavoro, il resto della mia vita è uno strazio.”
“Mi dispiace.”
“In fin dei conti me lo sono cercato. Ho dedicato la maggior parte del mio tempo al lavoro, trascurando tutto il resto ed ora ne pago le conseguenze.”
“Abiti sempre a Vigevano?”
“Ora vivo a Milano, mi sono trasferito per lavoro due anni fa.”
“Adesso anche tu fai parte della metropoli…”
“Non è particolarmente esaltante. Milano è una città troppo fredda.”
“E’ vero, però offre molto.”
“Questo sì, ma non a livello umano.”
“Dipende dalle persone che frequenti. Nel mio gruppo d’amicizie mi trovo benis-simo. Questa sera ad esempio non volevo uscire, ma loro mi hanno trascinata fuori e se non l’avessero fatto, non avrei rivisto un vecchio amico.”
“Un vecchio amico eh?”
Clarissa fece finta di non sentire e continuò il suo discorso.
“Forse dovresti frequentare altra gente, persone nuove.”
“Forse potrei tornare a frequentare te.”
Clarissa abbassò la testa e strinse le mani in grembo.
“Forse…”
“Dici davvero?”
“Non ci sarebbe niente di male nel vederci qualche volta.”
“E se volessi avere qualcosa di più?”
Il cuore di Clarissa accelerò i battiti. Era contenta di suscitare ancora interesse in Attilio. Sorrise e lui continuò, interpretando quel sorriso come un assenso.
“Non posso prometterti una vita tutta rose e fiori, sarei un ipocrita se lo facessi, ma posso assicurarti che l’amore non ti mancherebbe mai. Anch’io ti ho amata e lo sai. Rivederti questa sera mi ha fatto capire che non potevo lasciarti andare via una seconda volta. Di colpo mi sono reso conto di quanto mi fossi mancata e di come non sapessi più cosa significa avere il batticuore per una donna. Mentre mi avvicinavo al tavolo, pregavo che fossi libera da sentimenti, lo speravo con tutto me stesso. Volevo darmi una seconda possibilità, volevo avere un’altra chance per potermi riscattare da quello che avevo fatto nel passato. So di non poter cancellare tutto con un colpo di spugna, e so di non poterti chiedere di ributtarti a capofitto in una relazione con me, ma quello che ti chiedo è di non sparire un’altra volta dalla mia vita. Dammi la possibilità di riconquistarti, di farti conoscere un Attilio completamente rinnovato e sicuro di se. Dimmelo sinceramente, saresti disposta a buttarti sette anni alle spalle e ricominciare tutto da quella famosa vacanza a Cortina?”
“No Attilio… proprio no. Ora sono felice ed ho al mio fianco una persona che mi ama come tu non sei stato mai capace di fare.”
“Hai detto che non sei legata a nessuno.”
“Ho detto che sono diventata molto esigente e che non è facile starmi vicino, ma non ho detto di non aver trovato nessuno disposto a farlo.”
“Quindi non sei sola…”
“No.”
“E sei innamorata?”
“Tantissimo… vedi Attilio, dopo di te pensavo di non riuscire più ad amare vera-mente, ma mi sbagliavo. Ti ho amato… ti ho amato tanto, ma quello che provo per il mio attuale compagno va oltre. È la persona più buona e più disponibile che possa esistere. Mi è stato vicino in momenti terribili e nonostante l’abbia trattato molto male, non ha esitato a buttarsi tra le mie braccia quando sono andata a cercarlo. Sono sicura del suo amore, so che lui non mi darà mai dispiaceri… so che per lui io non sarò mai “l’altra donna”, ma l’unica e sola, e ho giurato davanti a Dio che non me lo lascerò scappare per nessun motivo al mondo.”
“E’ dentro al locale?”
“No, è in viaggio per lavoro, torna domani sera.”
“E’ fortunato ad avere una compagna come te.”
“Sono io fortunata ad avere un uomo come lui.”
“Sarei curioso di vederlo quest’uomo che ti ha fatto innamorare…”
“Guarda che lo conosci…”
“Lo conosco?”
“Ti ricordi di Nicolas ?... il mio inquilino…”
“Certo… lo sapevo che tra voi c’era qualcosa.”
“No, non potevi sapere niente. L’amore è arrivato dopo che tu sei uscito dalla mia vita… non prima.”
“però lo vedevo che tra voi c’era del tenero.”
“Sei molto lontano dalla realtà. Nicolas era solo un amico ed è stata l’unica perso-na a strami realmente vicino nel momento del bisogno. Quando è avvenuta la disgrazia… sai di cosa parlo… mi ha confessato il suo amore, ma dopo il processo gli ho detto che me ne andavo e che volevo tagliare i ponti con il passato. Dopo sei mesi di solitudine però, ho capito che non potevo buttare via un amore come quello di Nicolas. Ho ingaggiato un investigatore e sono riuscita a trovarlo. Quan-do mi sono presentata a casa sua, non sapeva neanche lui se ridere o piangere. Ha dimenticato in un attimo le sofferenze che gli avevo causato e senza soffer-marsi un solo istante a pensare, mi ha fatto entrare nella sua vita. Da quel giorno sono tornata a vivere e Nicolas è diventato la mia linfa vitale.”
“Fa male sentirti dire queste cose. Io volevo ricominciare dal principio con te, ma mi lasci senza speranze, mi sbarri completamente la strada.”
“Il tuo momento l’hai avuto. Non metterei mai in discussione il mio rapporto per te… non lo farei per nessuno, perché nessuno vale quanto Nicolas.”
Attilio abbassò la testa e rimase in silenzio.
Clarissa stava per uscire dall’auto, quando lui parlò.
“Davvero hai così poca stima di me?”
“Sei stato tu a creare la situazione in cui ti trovi…”
“Sono cambiato Clarissa.”
“Anch’io… ed è per questo che non tornerei mai da te. Non me ne faccio niente di un perdente, soprattutto ora che ho al mio fianco un vincente sicuro.”
“E se fossi tornato prima che tu cercassi Nicolas?”
“Non sarei tornata con te neanche se fossi stata sola…” – e così dicendo uscì dall’auto. Prima di chiudere la portiera, si abbassò a guardarlo.
“Ti auguro buona fortuna Attilio… davvero. Addio.”
Mentre rientrava nel locale, sorrise.
L’amore per Nicolas aveva vinto su tutto, anche sul peggiore incubo della sua vita, e sapeva che ora più nessun fantasma sarebbe tornato dal passato.
Lei e Nicolas si amavano… tutto il resto era niente!
:coro:
 
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clotilde30
view post Posted on 22/5/2008, 08:51




Eccomi qui, ho avuto un po' da fare ultimamente, ho comunque letto gli ultimi capitoli ed.....anzi....riletto il tutto.

Ora scusami se sarò un po' caustica...
Pensi di aver finito il lavoro? Secondo me adesso inizia il tutto: il day after.
Hai attraversato la vita di una Clarissa ventitreenne, spaesata, timida, quasi virginale. Le sue prime (quasi prime) emozioni, timide quanto intense. Il suo modo di vivere un amore quasi adolescenziale in modo completo, come solo chi ha amato veramente sà essere possibile.
Poi, piano piano, il tarlo dell'amore vietato, quello che ti coinvolge con la passione ma non con l'amore.
Ed il suo cambiamento nel mettere in dubbio l'amore sacro per quello profano (citazione deandreiana...). E scegliere in modo esclusivo quello profano, considerando anche la scarsa levatura di Antonio, personaggio che fa prevalere la sua pavidità rispetto al sentimento, tanto da perderlo.
E l'arrivo di Nicolas, personaggio pieno di contraddizioni, paure e del fare o non fare. Che pensa di risolvere il tutto con una situazione temporanea. Tanto temporanea che "lei" entra solo come unica comparsa nel tutto, pur essendone una vittima, quanto mai consapevole o no, non ci è dato da capire.
Lui entra ed esce dalla vita di Clarissa solo secondo il volere di lei,dei suoi drammi, delle sue tragedie.
Trova il momento giusto per fare il Don Chisciotte, ma avrebbe avuto tante occasioni per essere protagonista e non comparsa nella storia. In realtà non è presente quando serve realmente e, quando c'è, non dà seguito all'azione, solo sanguigna, di una semplice scazzottata con l'esimio dottore.
Ogni volta esce dalla porta e rientra dalla finestra, mai in grado di dire la sua.
Ed arriviamo al "tuo" finale: il dottore in galera, la moglie del dottore quasi riconoscente con Clarissa, Antonio che ricompare uscendo dall'ombra e sperando in una possibile (solo nella sua mente), quanto improbabile "seconda opportunità".
A lei batte il cuore ma è irremovibile (ha anche ragione...): lui le sue carte se le è già giocate, anche male, in precedenza. E: la rivelazione: lei stà con Nicolas.
Questo ci può anche stare, ma è la spiegazione che lei dà che lascia perplessi: stò con lui perchè è un vincente (????!!!!) e non posso stare con te che sei un perdente (!!!). E' questo l'amore della candida Clarissa che abbiamo conosciuto all'inizio?
Ora lei è una donna affascinante, di classe, di successo. Ma... ?
Di Nicolas (e di cosa ne pensa), non si sà niente...

In conclusione: ho avuto l'impressione che hai avuto fretta di chiudere il tuo romanzo. C'è una netta differenza tra la prima parte (Clarissa virginale), la seconda (Clarissa vittima e carnefice) e la terza (Clarissa fredda e pragmatica).
Dove la seconda e la terza parte (soprattutto la terza) hanno dei tempi di trattazione nettamente inferiori alla prima, pur essendo più vivi e "crudi".
Questo ci può anche stare, se si considerano queste tre parti come la prefazione di una storia che inizia adesso: la Clarissa... a te come può proseguire la sua storia...

Scusa per quello che ti scrivo, ma ti avevo promesso che ti avrei dato il mio parere dopo l'ultimo capitolo. Non sono né critica né criticona, ma solo una lettrice.

E mi piacerebbe che tu iniziassi il proseguio dall'ultima riga dell'ultimo capitolo...

Ciao, spero di rileggerti presto
 
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dolcino
view post Posted on 23/5/2008, 12:09




Ciao felina, ho appena letto l ultimo capitolo. debbo dire che ho provsto un senso di pietà nei confronti di Attilio, però ho avuto la sensazione che manca qualcosa e son d accordo su quello che dice Clotilde.
 
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2 replies since 30/4/2008, 10:28   61 views
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