2050 l'immortalita'.

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  1. schmit
     
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    L'immortalità? La otterremo nel 2050 Invia commento

    Nel 2050 sarà possibile scaricare il contenuto della nostra intera memoria in un pc, regalandoci, in questo modo l'immortalità.
    24/05/2005


    In Virgilio
    - Dio, l'uomo e... i robot
    - Immortalità al cinema
    - PlayStation 3 svelata


    L'affermazione shock è del Dottor Ian Pearson, responsabile del dipartimento di futurologia di British Telecom. Lo studioso afferma che nei prossimi quarantacinque anni la potenza dei computer sarà tale da poter immagazzinare ed elaborare abbastanza informazionni da poter gestire quelle contenute solitamente in un cervello umano.

    Nel 2050 potrebbe essere possibile scaricare l'interro contenuto di un cervello umano in un computer ottenendo in tal modo una sorta di immortalità, grazie alla conservazione di tutti i ricordi, i pensieri e le sensazioni che vengono elaborate e memorizzate lungo l'arco di tutta una vita.

    "Se siete abbastanza ricchi, la data del 2050 per il raggiungimento dell'immortalità, potrebbe essere molto probabile. Per un raggiungimento delle masse di questa tecnologia sarà invece necessario attendere intorno al 2075 o al 2080, per un abbattimento dei costi e perché questa tecnologia raggiunga la completa efficienza. Siamo molto confidenti nella data del 2050: quarantacinque anni sono un tempo enorme in ambito informatico e l'evoluzione dei computer per quella data dovrebbe consentire di realizzare il download del cervello umano."

    Il Dottor Pearson è quindi convinto che le giovani generazioni potranno vivere in un mondo nel quale la morte sarà sconfitta e sarà solo un ricordo del passato. Ovviamente la cosa si potrà verificare solamente grazie all'aumento delle capacità di calcolo dei pc che potranno essere idonee a questa operazione solo nel 2050. Il Pearson spiega meglio questa sua convinzione con un esempio: “La nuova PlayStation ha capacità di elaborazione pari all'uno percento del cervello umano ma è un grande passo avanti rispetto alla primissima PlayStation. Continuando nell'evoluzione con la stessa velocità, si potrebbe azzardare che la PlayStation 5 sarà potente quanto il cervello di un uomo”.

    Purtroppo il Dottor Pearson non sa ancora come convertire il contenuto del cervello umano in dati o in formato digitale, ma l'evoluzione dei computer porterà probabilmente anche alla soluzione di questo piccolo problema.

    Stefano Gargano

     
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  2. rsorrt
     
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    Beh...
    la vedo ancora lontana la cosa...
    voglio dire il raggiungimento dell'immortalità.

    Ammesso di poter scaricare su un PC tutto il contenuto di un cervello
    come si può poi travasare questo su un altro cervello.
    E proprio per il fatto che si tratta di un altro cervello nascono problemi del tipo:
    - e il contenuto del nuovo cervello che fine fa ?
    - la personalità, l'essenza di una persona è nelle informazioni che ha nel cervello o nel come il cervello usa queste informazioni ? Due cervelli diversi con le stesse informazioni possono dirsi due persone uguali o no ?

    Inizierà una nuova era di vampiri di cervelli ?
    Gente ricca che si potrà permettere di rubare o far nascere un cervello, due... infiniti per garantirsi l'immortalità ?

    Fabbriche di organi... perchè il solo cervello nuovo non basta.. ci vuole tutto il resto.
    Allora si potrà ordinare un paio di occhi nuovi ? un fegato... polmoni..
    un nuovo sistema nervoso...
    Insomma si potrà cambiare i pezzi ?

    Se si arriverà ad un livello scientifico tale da prelevare le informazioni contenute in un cervello allora si potrà replicare meccanicamente un Cervello.

    Insomma l'uomo evolve verso il Cyborg
    tutte le parti ora biologiche potranno essere replicate meccanicamente.
    Che ne sarà dei sensi ? Si replicheranno in modo perfetto o l'uomo Cyborg avrà
    delle sensibilità in meno ?


    Per la Playstation...
    dire potente quanto la mente di un uomo che significa ?
    I Pc attuali sono già più potenti della mente di un uomo perchè fanno quantità di calcoli che nessuno potrà mai fare eppure
    non riescono a porsi il più piccolo problema... I computer sono dei manovali ottusi che fanno certe cose in modo velocissimo ma che però non riescono minimamente ad affrontare compiti che per un bimbo sono semplicissimi.

    Ancora la strada da fare è lunga e il Dr. Pearson mi pare un po' cortino sui tempi.

    Aggiungo che
    se la razza umana diventa immortale cosa ne sarà di una moltitudine di persone sempre crescente in un pianetino sempre più stretto ?

    Il diritto alla vita sarà appannaggio di pochi o... addirittura di nessuno.. visto che tutti i viventi sono immortali quindi non c'è bisogno di nuovi arrivi per garantire la vita.

    Allora
    si lascerebbe morire la gente impedendo le nascite fino a che rimarrebbe soltanto la casta degli immortali in una sorta di paradiso terrestre popolato di mostri eternamente vaganti in cerca di novità per movimentare la loro eterna, infinita, pesantissima esistenza ?

    La natura che sa tutto
    esclude l'immortalità...
    e un motivo potente.... c'è:
    la morte e la vita sono due facce della stessa medaglia.

    Edited by rsorrt - 30/5/2005, 12:43
     
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  3. Scleva
     
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    Il "funzionamento" del cervelo umano è allo stato attuale abbastanza ipotetico...sappiamo alcune cose, diciamo pure che ne sappiamo tante, ma non ancora abbastanza per poter applicare qualsivoglia tecnologia.

    Il cervello è formato da cellule particolari che si chiamano neuroni ogni neurone è collegato ad un altro tramite dei "filamenti" che si chiamano sinapsi. All'interno del neurone "L'informazione" scaturisce da un fenomeno elettrobiochimico ma a livello sinaptico viene dcecodificato e "trasmesso" ad un'altra sinapsi che necessariamente non è quella collegata direttamente( la sinapsi puo' essere infatti demodulata ), tramite molecole anzi meglio dire pacchetti di molecole.... I pacchetti di informazioni cioè le molecole implicate nelle trasmissione delle informazioni variano nel nuimero da 10.000 a 20.000 molecole che sono dette anche neurotrasmettitori.

    I computer attuali basano il loro funzionemento su alcune impurità contenute in una matrice generalmente silicea e generalmente tali impurità sono rappresentate da atomi di boro. Ogni fluttuazione energetica determina il saldo energetico-orbitale degli elettroni di boro che pero' tornano al loro stato iniziale.

    Nella matrice silicea pertanto si determineranno tanti "salti" quanti sono i livelli energetici alterati. Per farla facile diciamo che se quel livello è in quel momento attraversato da tensione (sbalzo orbitale) il suo valore sarà 1 se non è attraversato da tensione il suo valore sarà 0. Chiaramente possiamo dire l'opposto il che non cambierebbe le cose. Per convenzione diciamo che 1 rappresenta un livello ove c'è tensione.

    Conseguentemente vengono misurati tutti i livelli 1 e 0 in una frazione di tempo che è data dal clock (orologio) che sarebbe la velocità con la quale si fa funzionare tutto il processore ( viene usato il Megahertz per indicare tale frequenza ).

    Scusandomi per il cappello introduttivo, che chiaramente è semplificato, viene la consolazione della logica è cioè se la nostra tecnologia attuale è in grado di produrre soltanto una serie interminabile di interruttori che possono essere soltanto accesi o spenti non si potrà ragionevolmente pensare di arrivare alla capacità di elaborazione dei neuroni che trasmettono intere catene di molecole le quali portano miliardi di miliardi di informazioni, chiaramente in quantità comprensibilmente ed enormemente superiore al semplice elettrone trasposto.

    La memoria di una vita è selezionata dalla fase REM (Rapid Eyed Movement ) del sonno e imagazzina i dati in tre livelli di memoria che sono detti a breve termine a medio termine e a lungo termine. I ricordi vengono sparpagliati per tutto il corpo si pensa addirittura all'interno dello stesso codice genetico e in ogni singola celula e viene duplicato triplicato forse chissà quante volte replicato. Tale fenomeno è detto "ridondanza mnemonica" e sembra che cosi' sia stato "progettato" per evitare che a causa di un incidente quale ad esempio la perdita di un arto si perda anche parte della memoria.

    Se pero' viene lesa una parte del cervello allora anche i ricordi venmgono compromessi....questo perchè nella parte compromessa (non ricordo quale) è insito il codice, l'algoritmo di decript se vogliamo chiamarlo.
    Il sistema si baserebbe (condizionele) sul "ricordo" di quanti atomi di sodio furono scambiati all'atto della registrazione nell"Hard Disc" genetico. La capacità di immagazzinamento a livello atomico è certamente e comprensibilmente piu' elevate di ogni possibile HD che, sia pure con algoritmi di compress, scrive 1 bit alla volta.

    L'illusione che un computer faccia piu' cose simultaneamente è data dal caricatore di time sharing nel quale ogni singolo processo attivo viene caricato eseguito per un periodo di tempo infinitesimale ( dato dal clock ) e poi ricaricato in coda ad altri processi fino a che non termina la sua elaborazione.

    Vorrei pertanto tranquillizzare un po' tutti...poichè i cyborgs sono svolazzi della fantasia...almeno per i prossimi 1000 anni se non di piu.

    Certo che è altamente probabile che si riesca a risolvere tutti i problemi connessi alla costruzione o simulazione di un Computer organico ma per allora si pensa o meglio si spera che anche l'evoluzione dell'essere umanaoin quanto razza sia ad un punto tale
    che renda impossibile quello che l'amico rsorrt profetizza (concedimi il termine).

    Riconosco comunque che il pericolo è reale in quanto quando si tratta di alcuni esseri umani che oggi sono diciamolo pure abbastanza senza scrupoli l'ipotesi di rsorrt è paurosamente probabile.

    Edited by Scleva - 30/5/2005, 13:44
     
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  4. schmit
     
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    Vi ho letto e...oe' come mi duole la capa oe'...io mi accontento della immortalita' datami dalla natura:nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma.
    Proprio oggi ho seppellito un gattino aveva nemmeno un mese. Aspetto che dal luogo dove l'ho seppellito spunti il primo filo d'erba e li' ci sara' lui...
     
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  5. rsorrt
     
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    CITAZIONE (schmit @ 30/5/2005, 21:06)
    ...Proprio oggi ho seppellito un gattino aveva nemmeno un mese. Aspetto che dal luogo dove l'ho seppellito spunti il primo filo d'erba e li' ci sara' lui...

    Questa è l'immortalità...
     
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  6. sopracau
     
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    Spero proprio che il giorno in cui si raggiunge questo triste traguardo non vietino i suicidi..... sarebbe un dramma.
     
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  7. rsorrt
     
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    CITAZIONE (sopracau @ 31/5/2005, 14:34)
    Spero proprio che il giorno in cui si raggiunge questo triste traguardo non vietino i suicidi..... sarebbe un dramma.


    Atmosfere inquietanti:
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    Il suicidio sarebbe inutile perchè
    ci saranno banche dati in cui i cervelli sono memorizzati.. quindi anche se ti uccidi potrebbero riportarti in vita.
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    Oppure potrebbero ucciderti sia fisicamente che virtualmente in modo da far spazio ad un nuovo nato.
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    Potrebbero rapire la banca dati virtuale e chiedere un riscatto all'immortale relativo...

    oppure... AAAAAHHHHH...
    modificare la banca dati per cambiare la mente dell'immortale...
    oppure per un errore la banca dati si corrompe... o che ne so...

    insomma una serie di problemi che un immortale si porterebbe dietro per l'eternità..





    Edited by rsorrt - 31/5/2005, 16:13
     
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  8. Scleva
     
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    ....e si potrebbe eliminare il problema del sovraffollamento nelle carceri...risparmiando tanti soldi dei contribuenti che potrebbero essere destinati a piu' profique e sicuramente piu' utili iniziative sociali.
    Si prende il "delinquente" e gli si rifà il tagliando...... .

    Siamo sicuri pero' che anche in questo caso il "delinquente" sia colpevole al di là di ogni ragionevole dubbio ??
    Siamo sicuri che non diventi un'arma potente...diciamo un surrogato dell'omicidio ??????

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    Vado al mare fino a Domenica ( maremma Grossetana - Punta Ala ) saluti a tutti

    Edited by Scleva - 1/6/2005, 08:46
     
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  9. schmit
     
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    Buona vacanza Scleva.
     
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  10. schmit
     
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    Grazie a [email protected]

    Nel corso della storia la vocazione della scienza è stata spesso quella di andare contro natura. Nell'ultimo mezzo secolo la medicina, ad esempio, ha fatto progressi che sembravano impossibili. Le utopie di ieri oggi si acquistano in farmacia. Infrangeremo anche quella dell'immortalità?
    Il famoso virologo francese Luc Montagnier, padre della lotta all'Aids, ha recentemente sostenuto che le sue ultime ricerche lo inducono a ritenere che la morte non è ineliminabile. Lo studioso ha detto, infatti, che nel prossimo secolo la vita media degli uomini si allungherà molto e, come ipotesi, non ha escluso la nostra immortalità. "L'individuo - afferma Montagnier - muore perché esiste la riproduzione sessuata. Per adattarsi e garantire i cambiamenti dell'individuo la riproduzione sessuata è il sistema migliore: alcuni individui muoiono e altri nuovi prendono il loro posto con una variazione genetica che facilita l'adattamento. Ma se l'ambiente non cambia, non c'è più alcuna ragione che le cose debbano avvenire in questo modo. E dunque è lecito immaginare individui immortali che naturalmente non si riproducono più con riproduzione sessuata". Lo scienziato francese ritiene che la ricerca consentirà di trovare le soluzioni per far vivere gli individui più a lungo, per esempio sopprimendo l'azione dei retrovirus endogeni, che cioè, proprio come l'Hiv, sono nascosti nelle cellule, restando invisibili. Presenti nei nostri cromosomi, questi retrovirus possono rimanere inattivi, per poi attivarsi improvvisamente. Insomma, tutto comincia, anzi tutto finisce, a partire dai retrovirus. Studiandoli, è la conclusione di Montagnier, potremo trovare la soluzione per far vivere gli individui più a lungo, molto più a lungo. Studiare i retrovirus per sconfiggere la morte? Facile a dirsi, meno a realizzarsi. Le reazioni del mondo della scienza alle affermazioni di Luc Montagnier non sono particolarmente positive. «Idea suggestiva, ma, forse, un po' troppo semplicistica», dicono più o meno i suoi colleghi, che sospettano che lo scienziato francese sia a caccia di fondi. L'ipotesi dell'immortalità appare ad alcuni scienziati una cosa assurda: neanche la Terra è immortale; anche nell'universo nulla è eterno.
    Certamente è una esagerazione sostenere, come fa Montagnier, che l'allungamento della vita sia opera esclusiva della medicina, perché bisogna tenere in considerazione il crollo della mortalità neonatale e il miglioramento della situazione socioeconomica. Secondo alcuni scienziati, inoltre, l'immortalità non è ipotizzabile scientificamente: sognare di individuare i geni della longevità e prolungare la vita indefinitivamente è un'utopia. La legge della vita, secondo questi studiosi, resta quella della riproduzione delle generazioni. Pensare che un'umanità immortale si "paralizzerà" sul pianeta, sembra loro da escludere: significherebbe, infatti, la fine dell'uomo.
    La cultura mondiale si divide sulle tesi dello scienziato francese. C'è chi dice che al massimo possiamo reggere due secoli e chi, invece, che si tratta solo di sogni. Per qualcuno, poi, un'ora o mille anni sono eguali di fronte al baratro del nulla.
    Se la morte, come sostiene Montagnier, non fosse, come spesso si pensa, qualcosa di iscritto nella vita stessa, e se in effetti l'immortalità fosse un'ipotesi da prendere in considerazione, allora l'attuale paradigma mentale dell'uomo verrebbe sconvolto dalle fondamenta. Al di là dell'aspetto scientifico, un orizzonte di vita illimitata pone considerazioni di tipo filosofico e teologico. Perché, come fa notare il filosofo Gianni Vattimo, studioso di Martin Heidegger per il quale la morte era un dato fondamentale, «una vita indefinita non riusciamo nemmeno a immaginarcela». E sebbene Vattimo trovi l'idea di un prolungamento della vita, fino a cancellare la morte dal suo orizzonte, filosoficamente intrigante, non può fare a meno di associare immediatamente a quest'ipotesi problemi filosofici e non, che vanno dalla pragmatica domanda sulla ripartizione dello spazio disponibile, a considerazioni circa il rischio immane di staticità: la storia dell'essere è storia anche di avvicendamento, di rinnovamento di prospettive. E "come pensare poi in termini religiosi, come immaginare la storicità senza mortalità?", si chiede ancora il filosofo torinese, che fra l'altro contesta alla scienza l'ansia di sopravvivenza a tutti i costi. È la qualità della vita a preoccuparlo più che la sua "quantità".
    Da un punto di vista medico, la vecchiaia è da tempo considerata una malattia e il passaggio ulteriore, ossia considerare la morte come una malattia da debellare, non meraviglia affatto il filosofo Emanuele Severino. Sull'auspicabilità di questo eventuale successo, però, il filosofo bresciano resta dubbioso: "L'uomo è uomo proprio perché intende liberarsi dal dolore, dalla morte; per questo ha inventato il mito, la religione, la stessa scienza, la quale non è una contemplazione disinteressata e ingenua, bensì la longa manus dell'istinto di sopravvivenza dell'uomo", che lo aiuta a preparare rimedi per liberarsi dall'infelicità. Morte e infelicità, però, non sono sinonimi. L'infelicità, secondo Severino, proviene dalla coscienza del dolore e il dolore estremo è la morte. Per l'autore di "Destino della necessità", inoltre, quand'anche la scienza raggiungesse il pretenzioso obiettivo di allungare illimitatamente la vita, non cambierebbe il parametro di fondo del senso dell'esistenza. E di fronte all'eternità del nulla "vivere un miliardo di anni o un'ora è la stessa cosa", conclude Severino, " perché sull'altro versante c'è il baratro del nulla". Dunque, un prolungamento dell'esistenza, per quanto notevole, non farebbe che "accumulare l'angoscia rispetto all'imminenza del termine della vita".
    Per migliaia di anni e in diversi modi l'uomo ha cercato di raggiungere la completa libertà spirituale dal ciclo interminabile di nascita e morte. Ma che cosa si intende per «immortalità»? Se con questo termine si fa riferimento al concetto di "memoria", l'arte è da sempre stata in questo senso la grande invenzione dell'uomo per continuare a vivere in eterno. Il riferimento alle grandi civiltà del passato, da quella egizia a quella greca a quella romana, non sono altro che la testimonianza del fatto che l'uomo vive per non morire o quanto meno che, nel vivere, cerca di non morire.
    Ma se da un lato "vivere in eterno" significa preservare negli altri il proprio ricordo, è anche vero che l'idea di immortalità biologica non fa piacere a tutti. Si tratterebbe, secondo alcuni, di cambiare completamente il concetto di vita e allo stesso tempo bisognerebbe rivedere gli studi filosofici, religiosi, psicanalitici che costituiscono il pensiero. Ma non è da accettare l'idea di un corpo eterno senza l'eterna giovinezza. Se continuare a vivere significa portare avanti una vita a pieno ritmo, allora si può essere favorevoli. L'idea di un'eterna vecchiaia, non affascina molto. All'idea, invece, di una vita eterna che si bloccasse alla soglia dei trent'anni si può certamente essere favorevoli. L'unico rischio negativo per l'uomo stesso potrebbe essere quello di pensare di avere un tempo infinito a disposizione e, di conseguenza, non impiegarlo al meglio. Dal poema epico di Gìlgamesh fino ai romanzi di Milan Kundera, per ricordare gli estremi cronologici più immediati, da sempre gli uomini hanno raccontato in tante maniere il viaggio, fisico e spirituale, alla ricerca della vita eterna. Il re di Uruk, protagonista del grande ciclo sumerico, sconvolto dalla scomparsa dell'amico fraterno Enkidu, attraversa catene di montagne, varca sconfinate distese di mare, uccide animali selvaggi, oltrepassa cento pericoli, pur di arrivare davanti a Utnapistim, l'immortale. Gìlgamesh, allo stesso modo di Roy, Nexus 6, il cyborg di Blade Runner, vuole sapere a tutti i costi quale è il segreto per durare. Umanissima pretesa! La risposta che riceve s'è inchiodata per secoli nella coscienza della civiltà occidentale, come il più solenne dei baluardi, la più invalicabile delle muraglie: «Nulla permane. Costruiamo forse una casa che duri per sempre, stipuliamo forse contratti che valgono per ogni tempo a venire? Forse che i fratelli si dividono un'eredità per tenerla per sempre, forse che è duratura la stagione delle piene? Solo la ninfa della libellula si spoglia della propria larva. Fin dai tempi antichi nulla permane. Dormienti e morti, quanto sono simili: sono come morte dipinta». Di fronte a tale potenza icastica, neppure l'imprecisa richiesta d'immortalità che Aurora rivolge a Giove a favore di suo marito, può reggere il confronto, dal momento che Titone non muore ma sperimenta su di sé tutte le devastazioni di una vecchiaia che nessuno può arrestare. Aurora avrebbe dovuto avere l'accortezza di chiedere eterna giovinezza: ma, si sa, anche gli dei quando sbagliano sono costretti a pagare. "Nessun uomo troppo preoccupato di allungare la propria vita vivrebbe serenamente", ha lasciato scritto Lucio Anneo Seneca.
    Quale è dunque l'unica, possibile immortalità sognata in letteratura? Lo affermò Orazio, una volta per tutte, nella sua celebre ode: "Più immortale del bronzo ho lasciato un ricordo, / che s'alza più delle piramidi reali, / e non potrà distruggere morso di pioggia, / violenza di vento o l'incessante catena / degli anni a venire, il dileguarsi del tempo».
    La cultura moderna ha spesso respinto con fare sprezzante questa consolazione: ma chi, come il Faust di Goethe, è giunto a stipulare con Mefistofele un patto per fermare l'attimo fuggente ha finito per smarrire l'anima. Da allora in poi l'immortalità sarà riproposta solo come favola, come, ad esempio, la storia del Peter Pan di J. M. Barrie, che si rifiuta di crescere, o macabro scherzo: basti pensare all'indimenticabile fantasma di Gogol che strappa i cappotti ai passanti per vendicarsi di chi rubò il suo. Quando Oscar Wilde tornerà a prefigurare in Dorian Gray l'ideale di un'imperitura avvenenza, spostando sul ritratto del giovane ogni vizio e insidia senile, si sentirà anch'egli obbligato a condannare il ragazzo, che aveva squarciato la tela con il pugnale, a un improvviso, orribile tracollo. Solo Ugo Foscolo aveva saputo trovare requie in una concezione attiva del sepolcro, proclamando: «Sol chi non lascia eredità d'affetti, / poca gioia ha dell'urna». Infine, se la letteratura testimonia la finitudine, possiamo esserne certi: un immortale non scriverebbe.

     
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  11. Scleva
     
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    Figurati cara Letizia che avevo letto, non ricordo pero' dove...., che c'era l'intenzione ( terribile ma probabile.. ) di inserire dei retrovirus nei vaccini obbligatori. Quelli dei bambini per capirci....che si sarebbero attivati ad una certa età provocando la morte dell'individuo, oppure attivarli seguendo un iter contenuto in un database Nazionale......alla prima visita.............

    Si pensava al sovraffollamento e alla conseguente "liberazione" di certe aree della terra attraverso questo "metodo"..... non ricordo prorio dove l'ho letto..

    Edited by Scleva - 6/6/2005, 15:17
     
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  12. otherway
     
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    Sembra che la scienza abbia determinato che la programmazione dellavita corporea abbia un target approssimato di 112 due cicli completi vitali.

    Questo conferma quanto si trova raccontato nella Bibbia, dopo una contaminazione con non meglio specificati alieni fu stabilito di ridurre la vita corporea, non esisterà più un Matusalemme.

    L' immortalità penso sia una caratteristica naturale della Vita, La vita corporea è segnata dal passaggio a quella incorporea. Quello che Io Sono è immortale ma non nel senso corporeo. solo nel senso spirituale.
    Infatti mi pare molto logico il modello umano concepito come corpo + anima + spirito. e sarebbe proprio questa parte quella immortale.

    Anche in oriente questo concetto trova supporto nella reincarnazione , conoscenza che scompare dal bacino del meditteraneo nel secondo secolo. Non perchè uno si reincarna, ma perchè si reincarna la stessa entità spirituale. Se questo è possibile, è possibile anche per lo spirito non sperimentare una altra vita corporea. ma continuare la sua evoluzione in altri piani.
     
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  13. schmit
     
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    alcune religioni per esempio la buddista dice proprio cosi'...
     
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  14. filli
     
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    l'immortalita'? con questi tempi...no grazie mi bastano i miei 70 anni in media di tempo su questa terra.
     
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    CITAZIONE (otherway @ 1/10/2006, 21:27)
    Sembra che la scienza abbia determinato che la programmazione dellavita corporea abbia un target approssimato di 112 due cicli completi vitali.

    Questo conferma quanto si trova raccontato nella Bibbia, dopo una contaminazione con non meglio specificati alieni fu stabilito di ridurre la vita corporea, non esisterà più un Matusalemme.
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    Se questa me la rispieghi in italiano... :blink: :wacko:
     
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