~ Le Arti Marziali ~

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<Keishu>
TOPIC_ICON12  view post Posted on 17/5/2005, 02:28




~ Forma ed Equilibrio ~


Le arti marziali non sono l'unico sport che si basi sulla utilizzazione più razionale possibile del corpo umano o che comprenda principi insegnati in fisica e fisiologia.

Tutte le arti marziali e molti altri sport basano su una forma corretta l'efficacia delle loro tecniche.
Nel baseball, una buona forma di battuta è indispensabile per ottenere una buona media di battuta, così come uno schermidore spende anni per perfezionare movimenti che al profano sembrano facili. Una tale pratica si ripercuote sul movimento del corpo, che diventa così fisicamente e fisiologicamente corretto.
Una forza corretta è indispensabile nelle arti marziali; tutte le parti del corpo devono armonizzare per creare l'equilibrio necessario a sostenere il colpo di un pugno o di un calcio. L'allievo deve spesso rimanere su un solo piede per attaccare o per difendersi, per cui l'equilibrio è di prima importanza.
Situando i piedi a una certa distanza, con un conseguente abbassamento del centro di gravità, un calcio o un pugno saranno più potenti, però è più facile muoversi se il centro di gravità è un po' più alto e i piedi un po' più ravvicinati rispetto alla massima estensione possibile. Perciò, sebbene l'equilibrio sia efficace, vi è un punto oltre il quale è dannoso andare. Curando eccessivamente l'equilibrio si perderà l'elasticità, così come piegando troppo le ginocchia, per mantenerle un saldo equilibrio, il calcio non sarà efficace. Quindi la posizione del corpo e, conseguentemente, del centro di gravità dipetendo dalle circostanze. Il centro di gravità poi è continuamente spostato.
A volte il peso del corpo è ugualmente distribuito su entrambi i piedi, altre volte grava più su un piede che sull'altro. Nell'esecuzione di un calcio laterale, il peso è completamente trasferito su un solo piede; in questo caso bisogna essere ben saldi su una gamba, altrimenti il contraccolpo del pugno o del calcio che si sferra farà capovolgere l'equilibrio.
Comunque se si rimane su un solo piede l'avversario può facilmente attaccare: per questo l'equilibrio deve essere continuamente trasferito da un piede all'altro. Il centro di gravità deve cambiare rapidamente da destra a sinistra o viceversa per evitare di favorire l'avversario nei suoi attacchi. Nello stesso tempo bisogna costantemente aspettare che si apra un varco nella sua difesa.

Buona Lettura...

Edited by <Keishu> - 17/5/2005, 03:30
 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 02:30




~ Il Bushido e i Samurai ~


Fondamentalmente le arti marziali di matrice cinese sono legate o al buddismo come gli stili del Kung–Fu Shaolin, o al taoismo come il Tai-chi, mentre quelle di matrice giapponese sono essenzialmente legate alla tradizione Zen (commistura giapponese di taoismo e buddismo).

Radice di tutta la tradizione marziale Giapponese è il Bushido, letteralmente la via del guerriero, è molto interessante scoprire come nel Bushido esista una doppia lettura, una più superficiale di tipo mondano, come la fedeltà e l’obbedienza del Samurai (Cavaliere) al proprio signore feudale, e una più sottile, meno evidente di ordine esoterico.

Il Bushido (letteralmente: "la via del guerriero", dalle parole giapponesi Bushi, Ideogramma del samurai che significa guerriero, e Do che significa via, cammino), non era soltanto un codice che serviva per indicare ai Samurai le regole da osservare durante la loro carriera militare, ma un vero e proprio stile di vita basato su rigide norme di condotta che influenzavano tutti gli aspetti dell'esistenza di un guerriro giapponese.

I fondamenti del Bushido, derivavano dai maggiori sistemi di pensiero orientali, come la scuola confuciana, lo Scintoismo, il Taoismo, il Buddhismo e lo Zen. Ognuna di queste filosofie prevalse sulle altre in una determinata fase della storia nipponica, ma il risultato finale fù un unico codice etico - morale che regolò per secoli i comportamenti dei Samurai.

La completa fedeltà al signore, fino al sacrificio della propria vita, era il fondamento principale dell'esistenza di ogni Samurai. La lealtà (in Giapponese Chigi) e il senso del dovere (in Giapponese Giri) erano per il guerriero due principi irrinunciabili, due orientamenti tanto importanti da dover essere suggellati attraverso un patto di sangue. Il giuramento di fedeltà verso il signore, veniva trascritto su di un rotolo, detto Kishomon, con un pennello imbevuto col sangue del Samurai che lo prestava. Successivamente, egli doveva "timbrare" il documento con l'impronta insanguinata di un polpastrello che veniva inciso per l'occasione. Stilato il giuramento, il rotolo veniva bruciato e le ceneri ottenute dovevano essere disciolte in un liquido che il Samurai doveva bere in modo da portare sempre dentro di sè il patto stipulato col suo signore.

Il rapporto che così si veniva a creare tra il guerriero e il suo signore, permetteva al signore di avere sempre al suo fianco dei guerrieri fedeli con i quali affrontare le numerose guerre che il suo clan avrebbe dovuto combattere per la conquista e la difesa del potere contro i popoli e le famiglie nemiche, inoltre, i guerrieri partecipavano anche dal punto di vista economico ai progetti del clan, contribuendo attivamente al finanziamento delle campagne militari. Il Samurai, invece, in cambio dei suoi servigi riceveva proprietà terriere e la protezione del clan a cui apparteneva. La vita privata dei Samurai ruotava in gran parte attorno alla loro carriera. In tempi di pace, essi diventavano degli amministratori pubblici veri e propri, infatti dovevano occuparsi dell'aministrazione dei loro possedimenti: opere pubbliche, riscossione dei tributi e allocazione delle risorse (i periodi pacfici erano solitamente brevi e bisognava sempre tenersi pronti e attrezzati per la guerra).

Sempre riguardo al rapporto tra Samurai e signore, non bisogna dimenticare quel particolare tipo di guerrieri che un signore non lo avevano o lo avevano perduto: i Ronin. Essi, non appartenendo ad alcun clan, vagavano per il Giappone alla ricerca di una famiglia a cui proporre i loro servigi. Spesso erano dei solitari, ma non di rado si univano in gruppi simili a quelli dei "Cavalieri di Ventura" occidentali. In alcuni casi i Ronin prestavano la loro spada al miglior offerente; in altri formavano delle vere e proprie orde di predoni dediti al saccheggio; in altri ancora assumevano il ruolo di difensori a favore di villaggi oppressi dalla minaccia dei briganti. I motivi che trasformavano un Samurai in un Ronin potevano essere tanti, e tutti contribuirono ad aumentare progressivamente la loro schiera nel corso dei secoli: Si diventava Ronin in seguito alla morte del proprio signore, a causa di difficoltà economiche o perche' si era figli di un Ronin etc.

I comportamenti dei guerrieri Giapponesi, non dovevano essere dettati soltanto dal senso del dovere e dalla fedeltà verso il loro signore, ma anche da altre importanti qualità nelle quali ogni Samurai doveva eccellere. Queste doti dovevano essere: la magnanimità verso il prossimo (in Giapponese Jin), infatti i guerrieri dovevano essere tanto efferati in battaglia quanto benevoli nella vita di tutti i giorni; la saggezza (Chi), che doveva guidare ogni loro decisione; e il valore (Yu) che non doveva mai abbandonarli durante il combattimento.
 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 02:31




BUSHIDO - Il codice dei Samurai
(LA VIA DEL GUERRIERO)


1. NON HO GENITORI: CIELO E TERRA SONO I MIEI GENITORI.

2. NON HO POTERE DIVINO: LA LEALTA’ E’ IL MIO POTERE.

3. NON HO MEZZI: L’OBBEDIENZA E’ IL MIO MEZZO.

4. NON HO POTERE MAGICO: LA FORZA INTERIORE E’ LA MIA MAGIA.

5. NON HO NE’ VITA NE’ MORTE: L’ETERNO (ASSOLUTO) E’ LA MIA VITA E LA MIA MORTE.

6. NON HO CORPO: LA FORZA E’ IL MIO CORPO.

7. NON HO OCCHI: I MIEI OCCHI SONO LA LUCE DEL LAMPO.

8. NON HO ORECCHIE: LE MIE ORECCHIE SONO LA SENSIBILITÀ.

9. NON HO MEMBRA: LE MIE MEMBRA SONO LA PRONTEZZA.

10. NON HO PROGETTI: I MIEI PROGETTI SONO L’OCCASIONE.

11. NON HO MIRACOLI: I MIEI MIRACOLI SONO LA LEGGE UNIVERSALE.

12. NON HO PRINCIPI: I MIEI PRINCIPI SONO L’ADATTAMENTO.

13. NON HO AMICI: I MIEI AMICI SONO IL MIO SPIRITO.

14. NON HO NEMICI: I MIEI NEMICI SONO L’IMPRUDENZA.

15. NON HO CORAZZA: BUONA VOLONTÀ E RETTITUDINE SONO LA MIA CORAZZA.

16. NON HO CASTELLO: LO SPIRITO IMPASSIBILE (INCROLLABILE) E’ IL MIO CASTELLO.

17. NON HO KATANA: IL SONNO DELLO SPIRITO E’ LA MIA KATANA.

 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 02:34




~ La via della Spada ~


Secondo il bushido, nei periodi di guerra le spade sono lo strumento mediante il quale il pensiero dei samurai si concretizza in azioni. I professionisti della guerra si impegnano quindi a perfezionarle, decorarle e definirne le norme d'uso affinché la loro bellezza esteriore ne rispecchi la nobiltà dell'impiego.

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La spada simboleggia l'anima stessa del samurai e perciò è un oggetto sacro e prezioso. Solo ai samurai è consentito portare la sciabola lunga (katana) e quella corta (wakasashi). In coppia queste armi sono chiamate daisho.

Le sciabole sono costituite da vari pezzi:

- la lama (TÔ)
- l'impugnatura (tsuka)
- la guardia (tsuba)
- il fodero (Saya)

Le katane vengono nominate diversamente se hanno periodi di forgiatura diversi:

# Koto, sciabole antiche fabbricate dal 900 al 1530)
# Shintô, sciabole nuove fabbricate dal 1530 al 1897
# Shin-shintô, sciabole nuovissime fabbricate dopo il 1867

La spada in Giappone è considerata come un Kami e per questo può dare la vita e dare la morte, quindi ha molti poteri soprannaturali.
Gli ideogrammi cinesi chien, per la spada a doppio taglio e tao per la spada ad un taglio costituiscono quasi sicuramente quelli giapponesi di ken e to, che pronunciati insieme indicarono ogni tipo di spada in Giappone. Secondo la leggenda è al tempo dell'imperatore Mommu (697-698) che venne inventata la katana, destinata a diventare l'arma più usata dai guerrieri giapponesi e che nessun altro paese al mondo è mai riuscito a riprodurre. Le prime spade furono forgiate da cinesi e coreani, solo in un secondo tempo, IX secolo, con l'affermarsi della classe dei samurai il Giappone sviluppa una propria tecnologia di lavorazione dell'acciaio temperato.

Il fabbro era molto importante per la fabbricazione delle spade, era da lui che l'arma riceveva tutte le caratteristiche importanti e spirituali che ne caratterizzavano l'importanza, non occorreva solamente abilità tecnica del forgiare, ma il fabbro doveva possedere qualità spirituali che infondeva nella spada da lui costruita, non per niente il fabbro era spesso di nobile origine e doveva condurre un'esistenza pacata e dignitosa, quasi religiosa, attenendosi a precise regole comportamentali nel rito della creazione della katana. Ogni famiglia di forgiatori aveva delle tecniche personali che venivano tramandate in generazione in generazione.
I figli dei samurai, invece, ricevevano in eredità, dopo la morte del loro padre, la sua katana, ma la poteva utilizzare solo dopo il quindicesimo anno d'età, i figli dei samurai prima dei quindici anni si potevano riconoscere perché portavano un altro tipo di spada, la mamori-gatana, che era più che altro un talismano che un'arma.
Il samurai non si separava quasi mai dalle sue due spade, solo in occasioni speciali quali visite ed incontri o quando si recava nelle case da te,doveva per forza fare a meno della spada grande (katana), poteva però tenere la spada piccola (wakizashi) detta "la guardia del suo onore".

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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 02:36




~ Il Seppuku... più noto come Hara-kiri ~


Il SEPPUKU, chiamato anche volgarmente hara-kiri = ventre-taglio, era il modo più onorevole che il samurai aveva per togliersi la vita ed era la dimostrazione finale del suo coraggio. Questo rituale era considerato un privilegio riservato solamente ai samurai i quali avevano padronanza assoluta del proprio destino. Non si conoscono le radici del seppuku, le occasioni per praticarlo erano:

# Per seguire anche nell'aldilà il proprio Signore
# Per evitare di essere catturato dal nemico in caso di sconfitta
# Per contestare e fare cambiare una decisione presa da un Signore
# Come sentenza emanata dall'autorità
# Per colpe commesse verso un superiore

Per comprendere il seppuku bisogna tornare allo studio dello zen praticato dai samurai, secondo lo zen la morte e la vita erano sullo stesso piano e quindi l'atteggiamento del giapponese deve essere positivo per entrambi gli aspetti
In Giappone la morte viene indicata con vari termini:
- yamagakuru= ritirarsi sulla montagna
- kumogakuru= sparire nelle nuvole
- iwatagakuru= addentrarsi nella grotta
Per l'Hagakure Bushido significa morte e il guerriero deve pensarci continuamente, sia alla mattina quando si alza che la sera prima di dormire, in questo modo la sua mente sarà preparata.

Il seppuku era contemplato nel bushido come metodo per evitare il disonore. Nel XVII secolo furono introdotte regole rigide nel seppuku, che lo trasformarono in un vero e proprio rituale. In Giappone il ventre hara, veniva considerato il centro dell'individuo, sede delle emozioni, della volontà, centro fisico e spirituale, quindi compiere hara-kiri significava uccidere completamente l'uomo.


- Come si svolgeva

Quando le circostanze lo permettevano il seppuku veniva preceduto da un bagno purificatore e da un banchetto offerto agli amici dove il samurai dimostrava rilassatezza, serenità e autocontrollo.
Alcune volte si scrivevano persino brevi poesie e versi (haiku) che descrivevano lo stato d'animo e davano l'addio alla vita.
Seduto su un panno bianco (o su un cuscino) il samurai si squarcia il ventre (hara) con un movimento da sinistra verso destra e se ce la faceva risaliva verso l'alto (jumonji), per dimostrare la ferrea volontà di morire, l'arma utilizzata è la spada piccola wakizashi o il pugnale ko-ga-tana. Nella fase culminante del rituale, se il samurai non moriva e soffriva ancora dopo lo squarcio infertosi, un aiutante (kaishakunin), solitamente il migliore amico, posizionato alle sue spalle, gli tagliava la testa con un taglio netto di katana, per abbreviargli la sofferenza.
E le donne, facevano seppuku ? Il seppuku delle donne era molto differente: si suicidavano recidendosi l'arteria carotidea (del collo) con un pugnale (kaiken).
 
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Sè#9
view post Posted on 17/5/2005, 09:56




molto interessante!!!
 
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Vero X
TOPIC_ICON12  view post Posted on 17/5/2005, 11:53




Io avrei sempre voluto fare Kick Boxing , Kei mi puoi dire qualcosa al riguardo ?
Tu cosa pratichi ?
Qualcuno ha mai praticato o pratica qualcosa del genere ?
 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 12:10




Kick Boxing... lo trovo molto adatto ad una donna... una mescolanza di grinta e grazia adatte ad un fisico femmiline Infatti molte lo fanno e si trovano bene

Io in passato ho fatto Judo... e adesso Ju-Jitsu... e qualcosa di Jeet Kune Doo!

Se ti interessa qualche informazione in particolare te la posso fornire

Edited by <Keishu> - 17/5/2005, 13:16
 
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Vero X
TOPIC_ICON12  view post Posted on 17/5/2005, 12:13




Esatto hai colpito nel segno
Il Kick Boxing mi affascina proprio per quello che dici tu , sapersi difendere e allo stesso tempo essere femminile !!
Io so che il Jet Kune Doo è quello tipo Bruce Lee con i (lo scrivo come si pronuncia) nunciacu, giusto ?
 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 12:14




~ Kick boxing ~

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Kick boxing significa letteralmente “calciare boxando “ , quindi si parla di uno sport da combattimento in cui si ricorre all’ uso di tecniche di calcio e di pugno in combinazione tra loro. E’ necessario però fare una giusta distinzione in quanto spesso con il termine kick boxing si tende ad indicare anche le discipline del contact ( full – light- semi contact ) . In realtà queste discipline ; malgrado delle forti analogie , hanno delle radici diverse fra loro .

La kick propriamente detta trova le sue origini nella box tailandese , in seguito agli scontri tra giapponesi e tailandesi i primi si resero conto della efficacia delle tecniche thai e studiarono queste tecniche tentando di appropriarsene , così nacque la japanese kick boxing , una disciplina in cui si usano tecniche di box unite a tecniche di calcio tra le quali il potente calcio alla coscia che prende il nome di low kick derivato proprio dalla muai thai . I cultori della box tailandese non accettano sempre questa tesi , quindi la riportiamo come semplice notizia senza pretese di verità assoluta .

Il full contact invece deriva dal karate full contact ,di cui importante e conosciuto campione è stato ad esempio Chuck Norris , che nel corso degli anni si è evoluto e oggi è uno sport da combattimento in cui le tecniche di pugno sono quelle tipiche della box combinate con le tecniche di calcio delle arti marziali orientali .

La differenza in fase agonistica tra queste due discipline riguarda il fatto che mentre nella kick boxing è consentito portare i low kick , nel full contact tutte le tecniche devono essere portate al di sopra della cintura dell' avversario ; questa seppur minima differenza comporta un diverso assetto sul combattimento che nella kick risulta un po’ più statico e nel full tende ad una maggiore spettacolarità . Ulteriore differenza riguarda l’ abbigliamento da gara ; calzoncini corti e guantoni per la kick , pantaloni lunghi ,guantoni e parapiedi per il full.

Sono entrambe discipline a pieno contatto e pertanto lo scopo del combattimento è mandare ko l’ avversario . La distinzione di cui ho parlato prima naturalmente riguarda le origini e in pratica riguarda degli aspetti regolamentari in quanto nella pratica sportiva non si può tracciare una distinzione così netta per cui i praticanti di questi sport hanno una conoscenza tecnica che permette di variare l’ assetto del combattimento in relazione alla competizione specifica.
 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 12:18




~ Il Nunchaku ~

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Il Nunchaku, meno noto come Sosetsukon, viene chiamato anche "flagello" presso gli Occidentali, ed è probabilmente l'arma più popolare tra quelle messe a disposizione dall'arsenale delle arti marziali.

Il Nunchaku è un'arma dalla concezione molto semplice, in quanto è costituita essenzialmente da due bastoni, leggermente più larghi alle estramità, della lunghezza di circa 30 - 35 cm e da una corda o da una catena della lunghezza di 9-10 cm. La lunghezza dei bastoni, è data dal fatto che essi devono coprire la distanza esistente tra il centro del palmo della mano e la punta del gomito. La lunghezza della corda, o della catena, che congiunge i due bastoni non è casuale, infatti essa non deve essere troppo lunga per evitare che i bastoni ruotino in maniera irregolare, nè deve essere troppo corta, in quanto un'eccessiva frizione dovuta alla rotazione potrebbe causarne la rottura. In alcuni casi su uno dei bastoni viene praticato un foro in modo che la rotazione produca un suono simile ad un fischio.

Alcuni Nunchaku presentano delle effigi sui bastoni, esse possono svolgere due diverse funzioni: la semplice valorizzazione estetica del legno, oppure (come nel caso delle incisioni), possono essere utili a mantenere più salda la presa.

Generalmente il Nunchaku s'impugna con una sola mano e può essere fatto roteare in tutte le direzioni. Si tratta di un'arma di offesa, ma può essere utilizzata anche per difendersi. In linea di massima i colpi vengono inferti sfruttando la forza centrifuga prodotta dalla rotazione delle barre di legno; ma il Nunchaku può essere sfruttato anche come una morsa per bloccare le armi o gli arti degli avversari; oppure è possibile sferrare colpi utilizzando l'estremità o la cima di uno o di entrambi i bastoni.

Con tutta probabilità il Nunchaku veniva originariamente utilizzato in Cina come strumento per batter il grano e il riso, successivamente venne trasformato in un'arma utile ai contadini e ai monaci privi di altri strumenti di autotutela.
Secondo alcune teorie, gli abitanti di Okinawa avrebbero appreso i primi rudimenti sull'uso marziale del Nunchaku intorno al XIII - XIV secolo dai Cinesi immigrati presso il centro di Kumemura. Successivamente avrebbero affinato la loro tecnica fino a sviluppare quella che noi possiamo ancora osservare nella pratica del Kobudo.

Se questa tesi fosse dimostrabile, potremmo allora stabilire con certezza che il Nunchaku di Okinawa è una trasformazione dello Shuang Chin Kun e dello Shao Tse Kun utilizzati in Cina.

Tra queste armi, vi sono alcune differenze: il Nunchaku di Okinawa è formato da due barre ottogonali tenute insieme da una corda, mentre lo Shuang Chin Kun è costituito da due barre a sezione arrotondata tenute insieme da una catena.

Lo Shuang Chin Kun poteva essere di diverse forme: munito di due barre di uguale lunghezza; formato da tre barre unite da una catena (ed in questo caso veniva chiamato San Chin Kun); oppure formato da due barre di diversa lunghezza di cui la più corta veniva usata come mazza e la più lunga come manico. Quest'ultima versione aveva alcuni vantaggi: prima di tutto si potevano colpire gli avversari alla testa anche quando questi cercavano di proteggersi con uno scudo, ed in secondo luogo la lunghezza del manico impediva che le mani potessero essere colpite a causa di movimenti errati.

Generalmente le barre del Nunchaku sono costruite utilizzando legni duri e pesanti come quelli di ebano e di quercia, ad unirle vi è spesso una corda di seta, di nailon o una catena metallica. La tradizione vuole che le barre dei primi Nunchaku di Okinawa fossero unite grazie ad una fibra ricavata da un rampicante chiamato Kanda, che per gli abitanti delle Ryukyu possedeva dei poteri magici, o da un corda formata da crine di cavallo intrecciato (in Cina veniva utilizzata anche la paglia di riso intrecciata).

Una variante del Nunchaku è il Sansetsukon, un'arma snodabile formata da tre bastoni ognuno della lunghezza di 70 cm, uniti attraverso una fune o una corta catena metallica.
 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 12:32




~ Jeet Kune Doo ~


"Al diavolo tutti gli schemi imparati!!" Bruce Lee

Essenza del Jeet Kune Doo

Il JKD non ha mezzi termini ne' mezze misure, esso e' la semplicita', l'assenza di regole o schemi fissi, e' la ricerca, l'allenamento continuo rivolto alla perfezione e semplificazione. Lavora sull'intero organismo e non solo su una parte di esso ( Allenamento Totale ). Potenza esplosiva e determinazione !


Un pò di storia

Il jkd e' nato con Bruce Lee dopo un lungo e attento periodo fatto di sacrifici, studio, passione, il grande entusiasmo hanno sempre spinto Lee a dare il meglio nella continua ricerca di nuove tecniche e di nuove soluzioni atte a migliorare il combattimento. Durante il suo cammino egli ha appreso numerose tecniche di combattimento che spaziano nelle diverse discipline orientali ed occidentali. Il Suo intento non era quello di creare una nuova disciplina, ma bensi' di semplificare i contenuti di quelle gia' esistenti, migliorando cosi la Sua capacita' di Fuoco. Non solo un bravissimo attore, ma anche uno studioso di filosofia, educazione fisica e medicina. Padre di due figli "Brandon e Schanon Lee". Oggi Jun Fan (questo e' il vero nome di Bruce ) e' piu' vivo che mai grazie al lavoro che egli in passato ha saputo costruire per se stesso, ma anche per coloro che gli erano vicini. La Nucleus (associazione Americana di cui amministratrice e coordinatrice oggi e' Linda Lee) segue, promuove, attiva numerosi istruttori nel MONDO !


Da cosa e' composto il JKD

Tecniche di combattimento corpo a corpo a distanza lunga, media, corta - Studio e applicazioni di leve articolari - Intrappolamenti, strangolamenti, azioni di fuga - Sviluppo delle senzazioni emozionali - Sviluppo della sensibilita' - studio del corpo umano e della sua capacita' di resistenza allo sforzo - tecniche di assalto - azioni contro piu' avversari - allenamento fisico e mentale - sviluppo delle qualita' quali precisione, forza, velocita' - eccezionale lavoro di footWork (lavoro di piedi) e di power geb (energia di pugno) - posizionamento - tempismo - concentrazione durante il combattimento reale - massima attenzione della propria forma fisica - continuo processo di apprendimento, allenamento e semplificazione - potenza esplosiva


L'allenamento

Profondo conoscitore del corpo umano, egli era famoso per le sue doti atletiche, ma quelle le ottenne con grande dedizione quotidiana. Diviso in giorni, alternava potenziamento muscolare a allungamento e flessibilita'. Gli allenamenti di Bruce Lee erano caratterizzati da Allenamento Fisico - Allenamento Mentale - Allenamento al Combattimento. Numerosi erano gli attrezzi utilizzati, da l'uomo di legno a macchine piu' rudimentali ideate da lui e create dai suoi stretti collaboratori. Era in grado di adattarsi perfettamente alla circostanza e di traformare quindi uno strumento semplicissimo in un efficace attrezzo da allenamento. es. gli scalini, una corda, un bastone, ...mentre mangiava, mentre lavorava ..era in grado di tenere il suo corpo e la sua mente in continuo lavoro.

Il lavoro classico era rivolto quindi ad addominali, flessioni, piegamenti, sviluppo dei riflessi rispondendo ad attacchi fatti di sorpresa in un tempo rapidissimo, irrobustimento di mani, polsi, caviglie, collo con attrezzi da palestra e piegamenti continui, lavoro aerobico per tonificare e dare resistenza al proprio organismo, capire il ritmo per economizzare energie, allungamento muscolare per rendere sempre il proprio corpo flessibile, attenzione anche alla alimentazione. Lee dedico' ore, giorni, mesi, anni, per migliorare la sua buona forma fisica e il combattimento. NON pensiate di potere raggiungere in qualche tempo il suo livello...ma dedicatevi invece ad allenanrvi con costanza, anche poco, ma di continuo, solo cosi' potrete rendervi conto dei Vostri sviluppi !!!


Il Trapping

Sistema per creare il vuoto,(intrappolare) un efficentissimo sistema di attacco e di difesa che ha come base la energia del corpo e la sua cedevolezza. Consiste nello stoppare, togliere, intercettare, la difesa del ns. avversario e di permetterci cosi ' di colpire con molta facilita' . Il flusso della nostra energia in scarico e in carico non viene mai interrotta, anzi alimentata da colui che sferra un attacco. Alcuni elementi che compongono il treaping sono il pak sao ( stoppare la mano ), il lap sao ( prendere la mano ) ,il jut sao (strappare la mano), bon sao ( scivolare di gomito ), jao sao ( scivolare di mano )

Devi sempre seguire la linea immaginaria centrale del tuo avversario durante gli attacchi, colpire con insistenza e devi volerlo !

( Oggi questo sistema viene studiato attentamente da numerose forze speciali nel mondo )


Il Grappling

Prendere e intrappolare, la difficolta' di questo sistema sta' nel fatto che si passa da una distanza medio lunga-medio corta ad una distanza corpo a corpo. La tecnica e le qualita' fisiche sono indispensabili per la buona riuscita delle nostre azioni. Praticate di continuo con un compagno in modo da affinare sempre piu' la tecnica e poi provatela in combattimento, le azioni devono essere semplici e devono portare ad un risultato concreto altrimenti continuate fino a quando esse non siano spontanee e assolutamente vostre.IMPORTANTE, adattate sempre la tecnica al vostro peso, corporatura e istinto.


I Principi

-Rigorosa economia strutturale nell'attacco e nella difesa (attacco: mani avanzate - difesa: mani che trafiggono)
-Armi versatili, calci e pugni sferrati con arte senz'arte, senza attenersi ai metodi, per evitare paralizzazione
-Ritmo spezzato, mezzo ritmo e ritmo intero e ritmo tre quarti (ritmo del jkd nell'attacco e nel contrattacco)
-Allenamento coi pesi, allenamento scientifico supplementare e messa a punto completa
-Movimenti diretti, il movimento diretto del jkd in attacchi e contrattacchi sferrati dalla posizione in cui si e' (senza modificarla)
-Tronco mobile e lavoro di gambe disinvolto
-Materia morbida e tattiche di attacco imprevedibili
-Corpo a corpo spietato
-Irrobustimento dell'intero organismo (allenamento totale e allenamento mediante contatto, sui bersagli mobili)
-Armi aguzze dal continuo affilamento
-Espressione individuale e non produzione di massa, vitalita' non morta applicazione di regole classiche (comunicazione vera)
-Totalita', non frammentarieta' strutturale
-Oltre ai movimenti fisici, cura la continuita' dell'io che si esprime
-Rilassamento e insieme potente penetrazione, ma un rilassamento ricco di elasticita', di scatto, non un corpo fisicamente rilassato. Versatilita' mentale e interiore
-Flusso interrotto (movimenti rettilinei e curvilinei) in alto e in basso, verso destra e verso sinistra, passi laterali , oscillazione verticale e circolare del busto, movimenti circolari con le mani
-Atteggiamento ben bilanciato durante il movimento, costantemente. Continuita' fra massima tensione e massimo rilassamento.


Il JKD Secondo Bruce Lee

Per ragioni di sicurezza la vita, che non ha limiti, viane trasformata in qualcosa di morto, in un modello che ha dei limiti. Per capire il Jeet Kune Do, getta alle ortiche tutti gli schemi, tutti i modelli, tutti gli stili e lo stesso concetto di ciò che non è ideale nel jett Kune Do. Sai definire una situazione senza darle un nome? Definire dare un nome fa paura.

Vedere un situazione semplicemente come essa è, è difficile. Le nostre menti infatti sono molto complesse - mentre è facile insegnare una tecnica, insegnare un atteggiamento interiore è difficile.

Il Jeet Kune Do favorisce l'informalità(ciò che non ha una forma) per poter adottare tutte le forme, e non avendo un suo stile specifico può adottare tutti gli stili. Il JKD si serve di tutti i metodi e non è condizionato da nessuno di essi, si serve di tutte le tecniche (o mezzi) che sono utili al suo corpo. Affronta il JKD con l'idea di dominare la volontà. Non penare di vincere o perdere, dimentica l'orgoglio e la sofferenza. Se il tuo avversario ti scalfisce la pelle, maciullagli la carne e fratturagli le ossa; se ti spezza le ossa togligli la vita. Non pensare a salvarti, poni la tua vita ai suoi piedi. pensare all'esito del combattimento è un grosso errore; non pensare a come finirà, se con la vittoria o con la sconfitta. Lascia che la natura segua il suo corso e i tuoi strumenti colpiranno al momento giusto. Il JKD ci insegna a non guardare indietro. Una volta stabilita la rotta, non voltarti più. Per esso vita e morte sono la stessa cosa.

Il Jeet Kune Do rifugge dal superficiale, penetra nel complesso, va al cuore del problema e ne individua i fattori chiave.

Il Jeet Kune Do non gira attorno alle cose, non prende strade secondarie, va diritto allo scopo. La distanza più breve tra due punti è la semplicità. L'arte del JKD consiste nel semplificare. E' essere se stessi, è la realtà nella sua essenza; ed essenza significa libertà nel vero senso del termine; non lasciarti condizionare da vincoli, limitazioni, parzializazioni, complessità. Il JKD è illuminazione. E' uno stile di vita, significa possedere forza di volontà e controllo delle volontà, però deve essere illuminato dall'intuito. Mentre durante l'allenamento l'allievo deve essere attivo e più dinamico possibile, durante l'incontro esso dev'essere calmo e imperturbabile, deve sentirsi come se non si stesse svolgendo un evento drammatico. Deve comportarsi in modo normale, la sua espressione non deve cambiare, nulla deve rivelare che è impegnato in una lotta mortale. Gli strumenti, sue armi naturali, hanno il duplice scopo: 1) di distruggere l'avversario, annientamento di tutto ciò che ostacola la pace, la giustizia e l'umanità;2)di distruggere i tuoi impulsi dettati dall'istinto di autoconservazione, di distruggere tutto ciò che turba il tuo spirito; non di danneggiare l'avversario, ma di vincere la tua ansia, la tua collera a la tua follia. Il JKD si rivolge contro se stesso. Pugni e calci sono mezzi per uccidere l'ego. Rappresentano la forza dell'immediatezza intuitiva e istintiva, la quale - a differenza dell'intelletto e dell'io complesso - è monolitica e quindi perfetta. I pugni e i calci seguono la via diretta. Quando l'atleta ha il cuore puro e la mente libera i suoi strumenti partecipano in queste qualità e svolgono la loro funzione con la massima libertà. Gli strumenti sono i simboli dello spirito invisibile che governa la mente, il tronco e gli arti.

Vuota la tua coppa affinché possa essere riempita, per partecipare della totalità fa' il vuoto dentro di te.

La sostanziale assenza di una tecnica stereotipata rende liberi e totali. Sono ammessi tutti i movimenti e tutte le traiettorie (linee).

La non-interruzione come base è tipica delle funzioni umane. Fa parte della natura originaria dell'uomo. Quando funziona normalmente, il pensiero non si arresta; pensieri passati, presenti e futuri fluiscono ininterrottamente.

Assenza di pensiero, come dottrina, significa non lasciarsi coinvolgere nel processo ideativo, non lasciarsi influenzare dai fatti esterni, pensare e non pensare.

La sostanza del pensiero è la vera essenza, e il pensiero è la funzione della vera essenza. Pensare all'essenza, definirla col pensiero significa contaminarla, alterarla.Metti a fuoco la mente e mantienila vigile perché possa intuire immediatamente la verità, che è in ogni dove. Libera la mente da abitudini, processi ideativi restrittivi e dallo stesso pensiero ordinario.Gratta via tutta la sporcizia che il tuo essere ha accumulato e metti a nudo la realtà nella sua essenza o nella sua vera identità, il che corrisponde al concetto buddhista di vuoto.

L'arte del Jeet Kune Do consiste nel semplificare


L'uomo di legno nel Jeet Kune Do, "Muk Yan Chong"

L’uomo di legno o “Muk Yan Chong” è parte integrante del Jeet Kune Do.Noto anche come “Wooden Dummy”(in inglese),l’uomo è,come sanno tutti,originario del sistema Wing Chum Dui Kung Fu,la prima Arte Marziale che Bruce Lee imparò sotto la guida di Yip man,a Hong Kong.

Anche se,per essere più precisi,la prima Arte Marziale che Bruce praticò fu il Tai Chi Chuan con suo padre che ne era un appassionato praticante.

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Sfortunatamente,la focosa natura del giovane Lee gli impedì di vedere le qualità marziali del sistema;decise così di cercare qualcosa di più aggressivo.Si crede che nel monastero Shaolin,esisteva un corridoio con diversi uomini di legno azionati meccanicamente,con lo scopo di mettere alla prova i monaci durante i passaggi di grado.Innanzitutto voglio subito precisare che il Chong del Wing Chun e quello del JKD sono alquanto differenti,non soltanto per gli aspetti tecnici,ma anche per la forma.Quando era ancora a Seattle,Bruce Lee si fece spedire un uomo di legno da Hong Kong per potersi allenare nei 108 movimenti che imparò a Hong Kong.

Dopo averlo fatto a pezzi,chiese al suo amico James Lee di fargliene uno su misura.Tenendo conto delle tecniche che avrebbe applicato ad esso,furono fatti alcuni cambi.Per prima cosa vennero aggiunti un collo e una testa,per potere eseguire diverse prese e persino degli strangolamenti.Venne reso anche più pratico,mettendolo su una pedana di legno per poterlo smontare, trasportarlo e metterlo in diversi posti più comodamente.Inoltre gli fu aggiunta una gamba asportabile che poteva essere di legno o di metallo.A Bruce piaceva l’idea di cambiarla a seconda del tipo di allenamento.Per quanto riguarda il numero di movimenti del Chong,bisogna dire che in principio l’allenamento con l’uomo originale di Wing Chun si basava sui 140 movimenti codificati da Yip Man.

Più tardi, quando cominciò ad impartire delle lezioni a Hong Kong,ridusse il numero a 108.Il motivo di questa scelta fu principalmente quella di eliminare le tecniche più lunghe e laboriose,in secondo luogo il 108 era era numero magico ed il preferito tra i praticanti di Feng Shui.

Dopo alcuni anni Yip Man concluse che i 108 movimenti non includevano le parti più essenziali delle tecniche del Chong, così decise di portare le tecniche a 116 che si conoscono aggigiorno, dividendole in otto sezioni diverse.

Come abbiamo detto prima, l'uomo di legno del Jeet Kune Do non è diverso soltanto nella forma, ma anche nel "contenuto". Bruce Lee basandosi sull'idea originale dei 140 movimenti divisi in 10 sezioni (invece di 8), ed adattando i principi del Wing Chun, creò ciò che oggigiorno conosciamo come le 10 sezioni del Chong del Jun Fan Gung Fu.

Di chiara matrice Wing Chun, queste sezioni ci ricordano molto i 116 movimenti di Yip Man, ma il concetto è differente, come lo è il sistema Jun Fan con il sistema originale di Kung Fu.

Più tardi, Bruce Lee avrebba sviluppato i dieci "Set" del Jeet Kune Do, che a quel punto non avevano più nulla a che vedere con quelli del del Wing Chun, essendo molto più lunghi e complicati dei dieci del Jun Fan.

In principio furono creati 15 Set di Jeet Kune Do, ma siccome erano talmente lunghi e complicati, finirono per non essere insegnati, arrivando ai 10 che si conoscono oggi.

I Set del Jeet kune Do furono tenuti segreti per diversi anni e persino oggi vengono insegnati soltanto a un gruppo scelto di allievi.

Ma torniamo alle qualità del lavoro del Chong ad al motivo per il quale era uno dei sistemi favoriti di allenamento di Bruce Lee.

Nonostante il Chong non potrà mai sostituire un compagno, bisogna però ammettere che esso resiste molto di più ed è un modo perfetto per allenare le tecniche del JKD, a contatto pieno, senza la paura di fare male al compagno. questo era un fatto molto importante per Bruce, difatti per le sue qualità superiori, aveva dei seri problemi per trovare dei compagni di allenamento che potessero resistergli, specialmente quando sferrava tutta la sua forza contro l'avversario.

Inoltre, l'allenamento con l'uomo di legno e un efficace metodo per indurire gli avambracci e le tibie e anche per per praticare le tecniche di presa, come il "Pak Sao". Inoltre si possono esercitare tutte le tecniche, come il colpo di rovescio "Gua Choi", i calci circolari "O'o Tek", gli "stop Kicks" o "Jeet Tek" e tutti i tipi di combinazioni che sarebbero considerate come un sacrilegio per i classici praticanti del Wing Chun.

Dopo aver appreso le dieci sezioni del Jun Fan e le 10 del Jeet Kune Do, l'ultima tappa dell'allenamento con l'uomo di legno consiste nella libera espressione, in cui il praticante applica tutte le tecniche che ha appreso, dando loro una propria "personalità", aggiungendo quelle sue e rifiutando quelle che non si adattano al suo modo di combattere.

E' stato per questo che Don Inosanto consiglia di inserire delle sezioni personalizzate tecniche della Savate(o boxe francese), della Muay Thai e altre arti merziali che ogniuno di noi ha appreso.

L'uomo di legno è quindi un elemento che permette al praticante del Jeet Kune Do di fare evolvere l'arte, lavorando le tecniche a pieno contatto e sviluppando il senso o "timing"(tempismo nel portare un attacco) e della distanza che saranno d'aiuto nella pratica reale.

E' infatti comune tra la gente del Wing Chung che il Chong sia stato studiato per dare al praticante un certo "Feed Back", ovvero per trasmettergli le angolazioni corrette e il modo più efficace per eseguire le tecniche prese alle braccia del compagno, utilizzando dunque, non solo come strumento di allenamento, ma addirittura come maestro silenzioso.

Comcludiamo dicendo che il vostro allenamento, quindi l'applicazione delle tecniche dovranno essere semplici, pratiche ed efficaci.

Edited by <Keishu> - 17/5/2005, 13:34
 
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Vero X
TOPIC_ICON12  view post Posted on 17/5/2005, 12:41




Allora mi ricordavo giusto!!
Grazie Kei
Peccato che ormai non abbia più tempo da dedicarmi agli hobbie (almeno quelli che portano via troppo tempo )...magari un giorno
Mi piacerebbe diventare una specie di Sonya Blade (hai presente ?) lei però fa Tea Kon Do (o come cappero di scrive, Tea proprio no )
 
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<Keishu>
view post Posted on 17/5/2005, 13:43




~ Tae Kwon Do ~


L’arte marziale coreana è di sicuro di vecchia data, ed è ispirata dai vicini fratelli cinesi.
In rapporto a questo si trovano tracce di affreschi e pare sia apparsa più di due mila anni fa, ancor prima della venuta di Damo.
Questi affreschi, ritraggono antichi guerrieri in posizioni di guardie e tecniche che, nel lontano periodo delle rappresaglie e dei continui attacchi, misero a dura prova i valorosi coreani.
La storia ricorda, che una sorta di monaci guerrieri detti HWARAN DO, vennero selezionati in difesa del regno, in virtù della sopravvivenza, della libertà e delle nobili cause .
Essi, praticavano diverse tecniche come : TAEKYON , SOOBAK , TAGYOK, il tiro con l’arco a cavallo, inoltre si esercitavano con intensi allenamenti in posti specifici sulle montagne, che includevano anche la meditazione.
Con il passare del tempo e delle continue lotte di potere in cui i coreani subirono molte perdite e imposizioni pian piano molte di queste originale pratiche scomparvero .
Ma l’arte non poteva morire o venir soppressa da altre pratiche simili non coreane , la necessità, l’istinto, le tracce dei racconti ed i testi rimasti fecero riaffiorare, dopo la seconda guerra mondiale, il desiderio di libertà e di riappropriarsi delle loro originali pratiche .
Nel 1955 su consiglio del Generale CHOI studioso e ricercatore dell’arte coreana si tenne una storica tavola rotonda con i più prestigiosi maestri coreani, per cercare di raggruppare i vari KWANS, per dare una nuova vita all’arte coreana sotto un unico stile e nome.
In questo congresso, veniva discusso il nome per la “nuova” arte marziale coreana; il nome scelto fu Tae Kwon Do .

TAE = mezzo per dare calci

KWON = pugno

DO = via

( La via dei calci e dei pugni )

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La nascita del Tae Kwon Do

Nel 1955 dunque, nasceva il Tae Kwon Do, la nuova arte marziale coreana , un’efficace metodo di difesa “disarmata”.
La maggioranza degli istruttori coreani, si misero subito al lavoro per rendere noto e prestigioso il Tae Kwon Do, mentre alcuni, rimasero ancorati a vecchi stili o pratiche .
Oggi il Tae Kwon Do è sparso in tutto il mondo , diventando in Corea disciplina ufficiale sia sportiva che di difesa personale, adottata anche dai militari coreani.
Il Tae Kwon Do quindi insegna attraverso la pratica: la sua storia, la sua filosofia, il rispetto e i sani principi come: cortesia, integrità, perseveranza, autocontrollo, spirito, disciplina.
Seppur oggi il Tae Kwon Do è praticato su larga scala, ci sono ancora differenti modi di pratica, il più conosciuto è il Tae Kwon Do sportivo. A seguire ci sono altre scuole di Tae Kwon Do che evitano la mentalità “sportiva agonistica (olimpic school ), e quindi si concentrano più sulla pratica dell’allenamento tradizionale, abbracciando filosofia e difesa personale.

II Taekwondo è allo stesso tempo un Arte Marziale e uno Sport da combattimento che, senza l'uso di armi insegna ai praticanti tecniche di difesa e di offesa anche se l'obiettivo primario del Taekwondo è di accrescere nell'uomo la saggezza, che deriva dalla consapevolezza delle proprie capacità. Il Taekwondo insegna ai praticanti ad usare il proprio corpo in ogni evenienza, senza alcuna distinzione o controindicazioni legate all'età o al sesso.

Lo scopo del Taekwondo è perseguire le virtù della Vita Umana
 
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Shiva!
view post Posted on 17/5/2005, 13:45




Interessante davvero
Io sinceramente avrei voluto praticare Kali Escrima
 
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33 replies since 17/5/2005, 02:28   1230 views
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