8° CAPITOLO - L'altra donna

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felina67
view post Posted on 7/4/2008, 13:44




CAPITOLO 8


Alle diciannove e trenta in punto, Attilio arrivò sotto casa di Clarissa.
Quando lei salì in auto, lui le diede un bacio.
“Sono troppo felice Cla. Felice di averti qui e felice per la mini vacanza che ci aspetta.”
“Anch’io sono felice. Mi dispiace solo che sia una vacanza di due giorni.”
“Saranno due giorni intensi cucciolo, te lo prometto.”
Durante il tragitto parlarono pochissimo, ma Attilio le tenne sempre la mano.
Una volta arrivati in albergo, andarono subito in camera e Clarissa si sentì in imbarazzo. Attilio si accorse che c’era qualcosa che non andava.
“Cos’hai piccola, non ti piace la stanza?”
“E’ molto carina.”
“E allora che c’è?”
Lei lo guardava e si sentiva terribilmente stupida. Non sapeva cosa dire e soprat-tutto non sapeva cosa fare. Attilio si avvicinò e le cinse la vita.
“Ti sei già pentita di aver accettato una vacanza con me?”
“Non dire stupidate! È solo che… che…”
“Dai non ti mangio mica. Che?”
“Non ho mai dormito con un ragazzo.”
“Capisco… vuoi che chieda se c’è un’altra stanza?”
“No… è solo che devo superare il momento di imbarazzo.”
Attilio dimostrò di avere molto tatto. Con una scusa uscì dalla stanza e aspettò che Clarissa si mettesse a letto, prima di rientrare.
Quando rientrò, si sdraiò a sua volta e spense la luce.
Desiderava abbracciarla, baciarla e amarla, ma sapeva che se lo avesse fatto, forse l’avrebbe spaventata.
La sentì muoversi, si era girata su un fianco. Pensò che gli avesse dato le spalle ed invece sentì il suo respiro.
“Attilio… stai dormendo?”
“No piccola, pensavo.”
“Sei arrabbiato?”
Lui l’abbracciò e l’attirò a se.
“No, assolutamente.”
Il silenzio calò tra loro.
Attilio prese fiato: “Clarissa, ma tu… non sei mai stata con un ragazzo?”
“Una volta sola… tanti anni fa.”
Attilio chiuse gli occhi e ricordò quando aveva fatto l’amore la prima volta.
Si sentiva impacciato e aveva paura di non essere all’altezza, ma Sonia lo aveva guidato pian piano fino a farlo sentire completamente sicuro di se.
Clarissa lo distolse da quel pensiero.
“Perché non parli più?”
“Stavo pensando alla mia prima volta.”
“E’ passato tanto tempo?”
“Otto anni. Sonia è stata la mia prima ragazza in tutti i sensi.”
“E l’unica?”
“No… ho fatto l’amore con altre donne, ma alla fine tornavo sempre da lei.”
“L’hai rivista in questi giorni?”
“Ieri sera.”
“Vuoi parlarmene?”
“Non so… forse non è opportuno.”
“Attilio… non si cancellano otto anni al fianco di una persona. Se hai voglia di parlarmi del vostro incontro, fallo… ti ascolto.”
“Non pensavo ci fosse anche lei alla partita di pallavolo, e invece quando sono arrivato era già lì.”
“Ti ha fatto effetto rivederla?”
“Sì, un po’. Più che altro mi ha stupito il fatto che si sia comportata come se non fosse successo niente. Mi ha confessato che non ha raccontato nulla ai nostri amici. Alla fine della partita mi sono offerto di accompagnarla a casa e lei mi ha chiesto se avessi già preso una decisione. Dopo averle detto di no, mi ha risposto che preferiva andare a casa da sola.”
“Ha una forza d’animo impressionante.”
“E’ solo apparenza. La conosco bene e ho visto quanto sta soffrendo, sono sicuro che appena è uscita dal palazzotto si è messa a piangere.”
“Anche tu però sembri soffrire per questa situazione. Sei sicuro di voler scegliere?”
“Non posso stare con un piede in due scarpe.”
“Chi vuoi al tuo fianco?”
“D’impulso rispondo che voglio te. Sto troppo bene in tua compagnia e anche se mi scoccia ammetterlo, so già che soffrirei allontanandoti, ma quando penso a Sonia provo una profonda tristezza perché so che lei sta soffrendo e non so come aiutarla.”
“La soluzione è una sola… torna da lei.”
“Ma io voglio te.” – e nel buio cominciò a baciarla.
“Ti voglio Clarissa.”
“Non stanotte… so che non penseresti solo a me.”
Lui la strinse forte e tenendola abbracciata aspettò che scivolasse nel sonno.
Rimase sveglio a lungo. Era combattuto, non sapeva come sarebbe andata a finire, ma era certo di non volersi allontanare da Clarissa.
La desiderava. Ogni fibra del suo corpo si tendeva verso di lei.

Al mattino, dopo aver fatto colazione, andarono sui campi da sci e per Clarissa iniziò il divertimento. Non aveva mai sciato, ma aveva trovato in Attilio un ottimo maestro.
Nel corso della mattinata diedero fondo a tutte le risorse di energie, tanto da decidere ad un certo punto di lasciarsi sprofondare nella neve fresca.
Prima di alzarsi per andare a pranzare, Attilio si sdraiò sopra Clarissa.
“Ho deciso! È con te che voglio stare. Sei tu la donna che voglio al mio fianco e a questo punto, niente e nessuno potrà allontanarmi da te.”
“Sono felice… ma hai già pensato a quando e come dirlo a Sonia?”
“No… sarà un problema che mi porrò quando torno a casa. Il mio tempo ora è tutto per te.” – Clarissa lo baciò appassionatamente.
Credeva di sognare, le sembrava tutto frutto della sua immaginazione e aveva paura che da un momento all’altro si sarebbe svegliata. Invece Attilio era lì, in carne ed ossa e le aveva appena detto che voleva stare con lei.
Un pensiero però offuscava la sua gioia. Era convinta che appena Attilio avesse rivisto Sonia, sarebbe stato molto meno sicuro delle proprie decisioni.
Dopo pranzo tornarono sulle piste da sci e si divertirono come due scolaretti.
Quando tornarono in camera, Attilio fu il primo a fare la doccia.
Clarissa era distesa sul letto. Continuava a ripensare alla giornata appena trascor-sa e si trovò a sorridere della propria goffaggine sui campi da sci.
Quando Attilio uscì dal bagno la trovò così. Lei alzò lo sguardo e si sentì pervade-re da uno strano calore. Attilio era coperto solo da un asciugamano che contributi-va a mettere in risalto tutta la sua presenza fisica.
Aveva spalle larghe e muscolose, pettorali scolpiti coperti da una leggera peluria riccia e nera, gambe lunghe e affusolate con i muscoli che guizzavano sotto pelle.
Clarissa non riusciva a non fissarlo e Attilio sorrise.
“Soddisfatta o delusa?”
“Chi avrebbe mai pensato che sotto i panni di un programmatore si nascondesse un apprezzabile culturista… complimenti.”
“Ti ringrazio… fa piacere che apprezzi.”
“E come si potrebbe non apprezzare?”
Le si sdraiò accanto a pancia in giù e le mise un braccio intorno alla vita.
“Che ne diresti di saltare la cena?”
“L’idea è allettante, ma devo deluderti. Se non metto qualcosa nello stomaco rischio di svenire dopo cinque minuti.”
“Allora corri a lavarti prima che ci ripensi.”
Sotto alla doccia Clarissa continuava a pensare al bel fisico di Attilio e a come si sentiva attratta da lui, ma al pensiero di quello che sarebbe accaduto quella notte, rabbrividì. Cosa c’era che non andava? Lui era stupendo e le aveva detto che voleva stare con lei, e allora perché quella non voglia di andare a letto con lui?
La presenza di Sonia nella sua mente era costante e non riusciva a lasciarsi andare. E se lui voleva solo divertirsi?
No, Attilio non era il tipo… ma chi poteva esserne certo?
Non era tutto però, nella sua mente c’era un altro pensiero: Fabio Uboldi!
Aveva continuato a pensare a lui e al suo modo di parlarle. Lei aveva frainteso, lui si era scusato dicendole di essersi reso conto di essere andato oltre.
Ma lui voleva andare oltre o lo aveva davvero fatto ingenuamente?
Mentre s’infilava l’accappatoio, decise che quella sera doveva pensare solo ad Attilio e a nessun altro. Sonia e il Dott. Uboldi sarebbero dovuti sparire dalla sua mente.
Dopo cena i due ragazzi uscirono a fare una passeggiata.
Clarissa era intenta ad ammirare il paesaggio, quando Attilio le posò un braccio intorno alle spalle. – “Che ne dici di rientrare?”
“Così presto?... è tanto bello qui.”
“Ma tu sei ancora più bella e io voglio averti tutta per me, almeno questa notte.”
Clarissa abbassò lo sguardo. I fantasmi del loro rapporto tornarono prepotente-mente a galla e desiderò che Attilio la lasciasse in pace.
Non se la sentiva di fare l’amore con lui, ma come poteva dirglielo? Attilio la sospinse leggermente verso la strada e dieci minuti dopo erano in camera.
Lui si spogliò e si mise a letto. Clarissa si chiuse in bagno.
Si guardò allo specchio e l’immagine che vide fu quella di una ragazza angosciata. “Che ti prende?” – disse ad alta voce – “Perché non vuoi fare l’amore con lui?” – poi abbassando lo sguardo confessò a se stessa che in quel letto ci sarebbero stati sia Sonia, che Fabio Uboldi.
Si lavò il viso e con rassegnazione tornò nella stanza.
Attilio si dimostrò un amante discreto e a tratti passionale, che però non riuscì ad accendere il fuoco della passione in Clarissa.
Quando tutto fu finito, Clarissa tornò in bagno, si riguardò allo specchio e sedendosi sul pavimento scoppiò in lacrime.
Si sentiva sporca, umiliata. Non aveva mai fatto l’amore senza volerlo.
Si alzò e fece una doccia… ma l’acqua non poté lavare le ferite della sua anima.
Attilio non si accorse del conflitto interiore che affliggeva Clarissa; per lui era stato tutto molto bello e si sentiva appagato.
La mattina seguente Clarissa si svegliò molto presto. Si vestì e uscì a fare due passi per le vie di Cortina.
Quando Attilio scese a fare colazione, la trovò seduta al loro tavolo.
“Come sei mattiniera.” – lei gli sorrise – “Mi sono svegliata presto e sono uscita senza fare rumore.”
Lui bevve un sorso di caffè.
“Sono stato molto bene con te questa notte” – lei arrossì – “volevo che lo sapessi.”
Clarissa non rispose, non avrebbe saputo cosa dire e lui interpretò il suo silenzio come un segno di timidezza.
Finirono di fare colazione e tornarono in camera.
Attilio si stava preparando per andare sulle piste da sci, ma Clarissa lo interruppe.
“Senti io…”
“Dimmi.”
“… vorrei tornare a casa.”
Attilio la guardò perplesso, poi si fece serio.
“Cosa c’è che non va, perché vuoi tornare a casa?”
“Ho bisogno di stare un po’ da sola.”
“Hai già cambiato idea su noi due, vero?”
“No… ma non riesco ad essere me stessa. Mi sento frenata e… mi sento anche colpevole. Non avremmo dovuto fare l’amore… non fino a quando tu avessi messo al corrente Sonia delle tue decisioni.”
“Non so perché, ma ho la netta sensazione che mi stai prendendo in giro. Usi Sonia come scusa un po’ troppe volte, e un po’ troppo spesso mi nascondi la verità. Non so perché non ti fidi di me, ma…”
“Se questo è quello che pensi, allora non hai capito niente di me. Non uso Sonia come scusa, perché Sonia c’è ed io non riesco ad amarti come vorrei, fino a quando non chiarisci la tua posizione.”
“Continuo a pensare che le tue sono solo scuse, comunque se vuoi tornare a casa non sarò certo io ad impedirtelo. Prepara pure la borsa, appena hai finito ce ne andremo.”
Attilio uscì dalla camera sbattendo la porta e Clarissa se sedette sul letto, prendendosi la testa tra le mani.
“Perché devo sempre rovinare tutto? Perché devo ferirlo ogni volta che tenta di avvicinarsi a me? Perché mi sento così infelice quando dovrei gioire?”
Cercando di darsi una risposta, cominciò a preparare la borsa.
Durante tutto il viaggio Attilio non aprì bocca, e Clarissa si sentiva sempre peggio.
Quando arrivarono sotto casa di Clarissa, lei gli prese una mano tra le sue.
“So che il mio comportamento può farti credere che abbia avuto dei ripensamenti, ma non è così, te lo giuro. Ho bisogno di stare da sola per fare chiarezza dentro me, devo capire se posso accettare la situazione. Non ho dubbi sui miei sentimen-ti, e neanche sui tuoi, è solo la situazione che non mi piace, tutto qui. Non riuscirò mai ad essere me stessa fino a che ci sarà Sonia tra noi.”
“Ti ho detto che ho preso una decisione e intendo mantenere la promessa. Sonia saprà tutto al più presto.”
“Sono felice per questo, e spero che vada tutto bene, ma fallo al più presto perché così non ci resisto più.”

Clarissa entrò in casa.
Si sentiva una vigliacca per aver mentito ad Attilio, ma non poteva dirgli che men-tre faceva l’amore con lui pensava ad un altro… non poteva dirgli che si era resa conto di non sentirsi più attratta da lui, ma non sapeva spiegare il perché neanche a se stessa… tutto ciò che aveva in testa era una gran confusione.
Sonia c’entrava, questo sì, ma non era la causa principale.
Tentava di far capire al suo cuore che non poteva desiderare di avere per se il marito di un’altra, ma anche Attilio non era libero… e questo era tutto!
“Perché mi devo sentire attratta solo da persone già impegnate?... ah se solo ci fosse nonna Alba… “ – pensò, e proprio in quel momento suonarono alla porta.
Non aveva voglia di vedere nessuno, ma si costrinse ad andare a vedere chi fosse. Guardò dallo spioncino e aprì la porta sfoderando un magnifico sorriso.
“Ciao Nico.”
“Disturbo?”
“No, sono appena rientrata, mi hai trovato per puro caso.”
“Ti ho sentita aprire la porta e credo che dio abbia ascoltato le mie preghiere.”
“Perché?”
“Sono rimasto senza sale, e la pasta insipida fa proprio schifo…”
“Dai entra.”
“Grazie…. Domani giuro che te lo riporto.”
“Non preoccuparti, non ce n’è bisogno.”
“Che bel salotto che hai. Tutto l’opposto del mio. Non riesco ancora a capire se assomiglia più ad un deposito bagagli o alla discarica dell’Amsa.”
Clarissa rise nel vedere l’espressione del suo inquilino.
“Dai, non buttarti giù così, ci vuole tempo per sistemare le cose. Anch’io per un po’ di tempo ho avuto la casa invasa dagli scatoloni, ma alla fine ce l’ho fatta.”
“Speriamo in bene allora.”
“Ecco il sale.”
“Grazie… grazie infinite. Come posso ripagarti?”
“Per così poco?”
“Senti, se vuoi posso offrirti un piatto di pasta. Sono bravo a cucinare sai? Stasera faccio i tagliolini ai gamberetti, ti piacciono?”
“La cosa mi tenta.”
“Allora vieni, dai. È bello avere compagnia ogni tanto.”
L’invito di Nicolas le avrebbe evitato di riempirsi il cervello con pensieri inquietanti; sì… un po’ di compagnia non le avrebbe fatto male.
“Affare fatto. Tu pensa alla pasta, io porterò una bella insalata di tonno, piselli e mais. Ti va?”
“Ci vediamo dopo.”
“Perché scappi?”
“Vado prima che ci ripensi” – e sorridendo chiuse la porta.
Clarissa alzò gli occhi al cielo.
“Grazie Alba, lo so che me lo hai mandato tu.”
Dopo essersi fatta una lunga e rilassante doccia calda, preparò l’insalata, poi si infilò un maglione bianco a collo alto, un paio di vecchi jeans scoloriti e andò a suonare al campanello dell’appartamento di fronte.
Quando Clarissa entrò, si rese conto che Nicolas non aveva esagerato.
La sua casa era tutta sotto sopra. In alcuni punti c’era ancora del cellophane sporco di vernice sul pavimento, residuo di una recente imbiancatura. Scatoloni impilati un po’ ovunque e decine di oggetti sparsi per tutto il soggiorno.
“Sei rimasta sbalordita?”
“E’ veramente incasinato, come fai a viverci?”
“Mi arrangio. Non credere che sia così disordinato, è solo che ho pochissimo tempo libero per poter mettere ordine in maniera decente.”
“La cucina almeno è agibile?”
“Quella è l’unica cosa che ho reso vivibile.”
A differenza del resto della casa, effettivamente la cucina brillava e profumava di pulito. Clarissa ricordò com’era quando ci viveva nonna Alba e le venne una fitta al cuore. Alba non c’era più e lei avrebbe avuto tanto bisogno dei suoi consigli.
La voce di Nicolas la fece tornare alla realtà.
“Qualcosa non va?”
“Stavo pensando alla signora Giselli.”
“Le eri molto affezionata?”
“Sì, molto. Era una vecchietta veramente adorabile. Sarebbe stato impossibile non affezionarsi a lei. Le saresti piaciuto sai?”
“Dici?”
“Penso proprio di sì. Hai la faccia del bravo ragazzo… pulita, sincera.”
Nicolas sorrise – “Proprio la faccia che piace alle nonnine.”
“Per me lei era come una nonna. Mi manca tanto. A volte vorrei sentire la sua voce che mi consola, che mi culla e che mi da quei preziosi consigli che solo lei sapeva dare. Aveva un modo tutto suo di parlarmi… con calma, con dolcezza.
Riusciva sempre a tranquillizzarmi e a farmi capire qual’era la cosa migliore da fare. Penso che una come lei non l’incontrerò più in tutta la vita.”
“Sarà felice di sapere che hai conservato un così bel ricordo della sua persona.”
Quelle parole colpirono Clarissa e nei suoi occhi comparve un velo di lacrime.
Nicolas si commosse a sua volta, ma cercò di risollevare l’atmosfera.
“Forza dai mangiamo, altrimenti si fredda tutto. Spero che i miei tagliolini ti faccia-no tornare il sorriso.”
Nicolas si dimostrò un ottimo cuoco ed un ottimo intrattenitore.
Raccontò a Clarissa come era stato costretto a vivere fino a poco tempo prima, farcendo il discorso con simpatici aneddoti.
Le parlò della sua grande passione per la batteria e di come si sentiva quando suonava nei locali. Per lui avere un pubblico era fantastico; sapeva che non avrebbe mai fatto carriera nel mondo dello spettacolo, ma nel suo piccolo era certo che la gente apprezzava il modo che aveva di suonare lo strumento.
Quando si sedeva davanti alla sua batteria, dimenticava tutto il resto e diventava un tutt’uno con lei.
Clarissa si sentì a suo agio e quella sera decise che sarebbero potuti diventare amici nel vero senso della parola. Lui la faceva ridere con le sue battute e lei non pensava neanche per un attimo ai problemi di cuore.
Finito di mangiare Clarissa decise di dargli una mano a sistemare un po’ di scato-loni. A mezzanotte passata era sulla soglia di casa.
“Clarissa tu sei un angelo caduto dal cielo. Ti sarò debitore a vita.”
“L’ho fatto volentieri, quindi niente debiti, ok?”
“Niente debiti? Ma ti rendi conto che in una sera hai fatto quello che io avrei fatto in un mese?”
“Esagerato!”
“Non scherzo, è la verità.”
“Va bene, ma niente debiti… mi hai ripagato a sufficienza con quello squisito piatto di pasta.”
“Sicura?”
“Sicura.”
“Allora buona notte e grazie ancora.”
“Buona notte a te e… grazie per la bella serata.”

La mattina dopo Clarissa non aveva nessuna voglia di incontrare Attilio, ma sapeva che era inevitabile. Lui l’avrebbe cercata, ne era certa.
Aveva riflettuto molto prima di addormentarsi ed era giunta alla conclusione che Attilio le piaceva… sì le piaceva, ma da quando avevano cominciato a frequentar-si, aveva perso un po’ di interesse nei suoi confronti.
Una volta conosciuto non lo riteneva più una persona affascinante, e poi… poi era rimasta delusa dal suo modo di fare l’amore.
Non era riuscita a lasciarsi andare e lui non era stato capace di risvegliare in lei un minimo di interesse.
Non era stato capace di impedirle di pensare al dott. Uboldi!





 
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dolcino
view post Posted on 9/4/2008, 10:46




Mi fa una tenerezza Clarisse!!!!!!!!
 
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sarettamas
view post Posted on 14/4/2008, 13:55




io tifo per Nico, è il migliore tra i tre!! vai clarissa!
 
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2 replies since 7/4/2008, 13:44   52 views
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