La ricerca della vita extraterrestre

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Sè#9
TOPIC_ICON11  view post Posted on 4/5/2005, 17:30




Nella storia è sempre piu' cresciuto il desiderio da parte dell'umanità di ricercare nello spazio cosmico eventuali forme di vita. Infatti, da quando si è raggiunta la certezza di uno spazio immenso, ben piu' grande di quello occupato dalla Terra, o se vogliamo dal sistema solare, i confini dell'osservazione astronomica si sono allargati a dismisura arrivando a comprendere quelli dell'intero universo. E' naturale quindi il desiderio di ricercare forme di vita aliene, con le quali confrontarsi, e poter così fugare il turbamento che deriva dall'idea di essere soli nell'universo.

In passato si riteneva certa la presenza di esseri viventi nel nostro sistema solare, particolarmente sul pianeta Marte. Tutto questo è nato da errate valutazioni che nei secoli scorsi hanno visto protagonisti persino eccellenti scienziati. Ad esempio nel diciottesimo secolo un astronomo Schiaparelli, attraverso le sue osservazioni al telescopio, notò sul pianeta Marte delle linee che tagliavano il pianeta. Furono interpretate come delle opere irrigue di ipotetici ingegneri marziani, mentre in effetti non erano altro che delle distorsioni visive dello strumento.

Le sonde spaziali del ventesimo secolo, inviate su Marte e verso altri pianeti, hanno però escluso in maniera categorica ogni possibile presenza di vita sul pianeta rosso od all'interno del sistema solare, sottolineando la mancanza di quelle condizioni necessarie all'evoluzione di una qualsiasi forma di vita attuale o pregressa. E' come se la posizione della Terra sia quella piu' favorevole per lo sviluppo di determinati elementi ritenuti indispensabili a modelli vitali simili al nostro. La temperatura ad esempio, proibitiva su quasi tutti i pianeti, o la mancanza di una atmosfera simile alla nostra, per non parlare della gravità, eccessiva su Giove e Saturno e debole sulla Luna.

Conclusasi la ricerca nel sistema solare, gli orizzonti del campo d'indagine si allargano necessariamente alla nostra galassia ed a quelle adiacenti, avvalendosi di teorie, oramai accertate dagli studiosi, le quali fanno pensare che comunque da qualche parte nello spazio cosmico una qualsiasi forma di vita dovrà pur esistere.

Per prima l'immensità dello spazio che rende irragionevole pensare che il fenomeno della vita possa essere circoscritto ad un'area così ristretta qual è il sistema solare, seguita dalla scoperta in quasi tutto l'universo di quei componenti, ritenuti essenziali per la vita di ogni organismo, ossia le molecole organiche. Basate sull'idrogeno, ossigeno, carbonio ed azoto, esse sembrano essere presenti sia nei corpi del sistema solare come nelle grandi nubi intergalattiche che adornano il cosmo.

La cosa piu' importante che supporta la ricerca di vita extraterrestre è comunque la scoperta di alcune stelle che come il Sole sono dotate di pianeti, i quali se dotati di caratteristiche simili alla Terra, potrebbero presentare forme di vita in evoluzione o già sviluppate.

La ricerca di queste probabili civiltà aliene è comunque resa difficoltosa dalla impossibilità di poter interagire con loro, date le immense distanze in gioco. E' per questo che in passato, precisamente negli anni settanta, alcune sonde interplanetarie sono state equipaggiate con dei particolari messaggi sperando che in futuro possano essere intercettati ed interpretati da civiltà intelligenti, visto che le navicelle, una volta assolto il compito di esplorazione all'interno del sistema solare, avrebbero vagato nello spazio esterno.

E' il caso della sonda PIONEER 10, inviata verso il pianeta Giove, che conteneva un disegno raffigurante l'uomo e la donna, nonchè dei riferimenti alla Terra, al sistema solare ed alla rotta della navicella. Le sonde VOYAGER, inviate verso Saturno, Nettuno ed Urano, sono state dotate invece di dischi sui quali sono stati registrati immagini e descrizioni della nostra civiltà.

Il sistema piu' pratico su cui si può basare la ricerca di eventuali contatti con civiltà aliene provenienti dallo spazio, è quello delle onde radio, visto che esse viaggiano alla velocità della luce, attualmente la piu' alta conosciuta.

Ed è appunto in questo settore che si stanno intensificando l'osservazione e gli studi. Già dagli anni sessanta è stato introdotto questo metodo grazie ad uno scienziato americano F.DRAKE, che persino quantificò nella seguente equazione l'esistenza di civiltà intelligenti nella nostra galassia:

C = S x Sp x St x Sv x Si x Sit x D

C - numero di possibili civiltà intelligenti;
S - numero delle stelle della Via Lattea;
Sp - percentuale di S con pianeti;
St - percentuale di Sp con pianeti simili alla Terra;
Sv - percentuale di St con presenza di vita;
Si - percentuale di Sv con presenza di vita intelligente;
Sit - percentuale di Si con presenza di vita intelligente ad un livello tecnologico simile al nostro;
D - durata media di una civiltà.

Risolvere una data formula non è cosa facile, viste le numerose incognite attualmente esistenti, ragion per cui la ricerca continua con metodi sempre piu' raffinati. Nel 1974 ad esempio venne trasmesso dal radiotelescopio di Arecibo, nell'America centrale, un messaggio radio in codice binario contenente descrizioni della nostra civiltà, del nostro livello tecnologico nonchè dei riferimenti al sistema solare ed alla Terra. Inviato verso l'ammasso di stelle M13 nella costellazione di Ercole, distante 25000 anni luce, se ricevuto e correttamente decifrato potrà darci una risposta comunque solo fra 50000 anni.

Un altro metodo è quello rappresentato dal progetto SETI (Search for Extraterrestrial Intelligence), dove oltre 2 milioni di computer di tutto il mondo sono collegati attraverso il web per scandagliare uno spettro radio molto vasto alla ricerca di un eventuale segnale alieno. Il progetto consiste infatti in un software, praticamente uno screensaver, che dopo aver analizzato i dati ricevuti via internet dal radio telescopio di Arecibo li rispedisce al server centrale dove vengono archiviati.

La ricerca della vita extraterrestre è perciò da considerarsi come all'inizio di un lungo percorso dove, nonostante i limiti degli attuali sistemi di ricerca, si spera che, affinando sempre piu' le tecniche di osservazione nel campo della radioatronomia, si possa dare un giorno una risposta alla domanda che da sempre ci angoscia: Siamo soli nell'universo?
 
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Vero X
TOPIC_ICON12  view post Posted on 5/5/2005, 10:52




NO, non siamo soli nell'Universo!!

Ci sono rimasta un po' male quando ho letto: "Le sonde spaziali del ventesimo secolo, inviate su Marte e verso altri pianeti, hanno però escluso in maniera categorica ogni possibile presenza di vita sul pianeta rosso od all'interno del sistema solare, sottolineando la mancanza di quelle condizioni necessarie all'evoluzione di una qualsiasi forma di vita attuale o pregressa"

Quindi i Marziani non esistono

Ma e negli altri Pianeti ? ....ne hanno scoperti nuovi, possibile che da nessuna parte ci sia niente ? Secondo me c'è qualcosa...
Chissà se loro pensano di essere soli o ci hanno già visto
 
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Sè#9
view post Posted on 5/5/2005, 12:32




bè, nel passo ke hai riportato dice solamente ke nel nst sistema solare nn ci sono forme di vita...ma nell'universo ci sono miliardi di galassie con miliardi di pianeti!!!
 
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Vero X
TOPIC_ICON12  view post Posted on 5/5/2005, 12:46




Sì ma se ci pensi, i Marziani sono gli alieni che più si è parlato, fin da piccoli no ?
I Marziani verdi con le attenne , perfino all'asilo li disegnano...proprio loro non esistono ?
Dice che non c'è nessuna forma di vita quindi immagino nemmeno batteri o cose varie...e forse mai ci saranno


Edited by Vero X - 5/5/2005, 13:46
 
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Sè#9
view post Posted on 5/5/2005, 12:49




Sistemi e pianeti extrasolari

Le recenti scoperte di numerosi sistemi extrasolari hanno confermato che l'esistenza di pianeti attorno alle stelle, non è una peculiarità del nostro Sole, bensì un fenomeno diffuso in tutta la galassia. Tutti i pianeti extrasolari sinora scoperti, sono dei giganti gassosi, simili a Giove e Saturno, e quindi inadatti a supportare la vita come la conosciamo noi, ma l'esistenza di mondi extraterrestri, con forme di vita e civiltà simili alle nostre, è molto più probabile di quanto si possa pensare. Questi, ed altri sistemi planetari infatti, potrebbero comprendere corpi di tipo terrestre, che potranno essere identificati in futuro, con l'uso di ulteriori e più sofisticati strumenti d'osservazione.

I primi risultati ottenuti dagli studiosi in questo campo d'indagine sono giunti nel 1980, quando, attorno alla stella BETA PICTORIS, è stato osservato un disco di gas e polvere (disco di accrescimento), dove probabilmente risiede un giovane sistema planetario in via di formazione, che quindi risulta conforme all'attuale modello di origine del sistema solare. Secondo questa teoria infatti, i pianeti si formano a partire da nubi di gas e polvere, che sono i residui della stessa materia interstellare che ha dato vita alla stella attorno a cui orbitano, e che per condensazione ed aggregazione gravitazionale, daranno poi vita ai cosiddetti planetesimi, e quindi ai pianeti.

La prima vera scoperta di un pianeta extrasolare è avvenuta invece nel 1995, quando è stata annunciata l'individuazione di un corpo orbitante attorno alla stella 51 Pegasi, la cui massa ammonterebbe a circa 0,5-2 volte quella di Giove.

In seguito la ricerca di nuovi pianeti extrasolari ha avuto un'impennata, portando il numero totale di quelli sinora osservati ad oltre 100, anche se solo alcuni di essi fanno parte di sistemi simili al nostro, essendo quasi tutti dei giganti gassosi che orbitano molto vicino alle loro stelle. Tutti questi corpi non sono stati individuati attraverso l'osservazione diretta al telescopio, cosa quasi impossibile considerata la distanza e la luminosità della stella, ma tramite l'influenza da essi esercitata sulle stelle attorno alle quali orbitano, e quindi su metodi indiretti d'investigazione, che permettono comunque di calcolare orbita e massa di eventuali pianeti:

Effetto Doppler - Analizzando lo spettro della luce stellare, si possono rilevare delle piccole oscillazioni della stella, che orbitando assieme al pianeta attorno al comune centro di massa, si allontana e si avvicina alla Terra, provocando uno spostamento delle righe spettrali rispettivamente verso il rosso o verso il blu.
Misure astrometriche - Misurando quei piccoli spostamenti angolari della stella rispetto allo sfondo celeste, che sono causati dalla sua rivoluzione attorno al comune centro di massa.
Transito - Rilevando le periodiche variazioni di luminosità causati dal passaggio del pianeta davanti alla stella.
Osservazione diretta - Sfruttando la capacità di future tecnologie che permetteranno di rilevare direttamente eventuali corpi planetari orbitanti attorno alle stelle, attraverso tecniche interferometriche (soppressione della luce stellare e conseguente rafforzamento di quella del pianeta) e coronografiche (creazione di eclissi artificiali).

Per individuare pianeti e sistemi extrasolari, i maggiori enti spaziali stanno programmando per i prossimi 15 anni, una serie di progetti, che unitamente a future missioni spaziali, si avvarrano di strumenti e tecniche sempre più perfezionate:

Keck Interferometer - Sfruttando i due più grandi telescopi del mondo (Keck - Mauna Kea/Hawaii), ed usando le tecniche interferometriche, sarà possibile studiare le nubi di gas e polvere che circondano le stelle, dove nuovi pianeti si formano, ed ottenere le loro prime immagini.
Kepler - Un nuovo telescopio spaziale, che sarà lanciato dalla NASA nel 2007, e che si avvarrà di uno speciale specchio di un metro di diametro, per rilevare quelle minime variazioni della luminosità di una stella dovute al transito di un pianeta.
Large Binocular Telescope Interferometer - Con l'impiego del telescopio di Mt.Graham in Arizona, collegato ad un interferometro ad infrarossi, sarà possibile intercettare oggetti 10 volte più deboli di quelli finora inquadrati dall'HST.
Space Interferometry Mission - Programmata per il 2009, permetterà la misura delle distanze e delle posizioni stellari con una precisione centinaia di volte maggiore quella degli strumenti attuali, e quindi la possibilità di intercettare pianeti di tipo terrestre.
Terrestrial Planet Finder - La ricerca di pianeti simili alla Terra è uno degli obiettivi di questa missione che, tramite una capacità visiva 100 volte maggiore quella dell'HST, ottenibile con una serie di telescopi collegati in formazione spaziale, punterà ad analizzare la composizione chimica, ed i parametri fisici, di eventuali corpi planetari extrasolari capaci di supportare la vita. Indici di risoluzione saranno allora la presenza di un'atmosfera, di una temperatura e di dimensioni simili alla Terra, oltre alla distanza dalla stella, non troppo vicino, nè troppo lontano, la cosiddetta "zona abitabile", ossia una collocazione che permetta all'acqua di esistere allo stato liquido sulla superficie.
 
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