Dei tra di noi

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stellina_29
TOPIC_ICON1  view post Posted on 5/3/2008, 00:29




"Ho combattuto tutta la vita contro le facili certezze, le teorie dogmatiche, i luoghi comuni che insidiano la scienza. Ma oggi una certezza ce l’ho: il pianeta Terra è in grado di soddisfare la curiosità di esploratori dagli occhi ben aperti e mente libera da preconcetti."


Così ha parlato Thor Heyerdal, il famoso archeologo che varcò sul Kon Tiki, poco più che una zattera, l’Oceano Pacifico alla ricerca di una prova della provenienza da Oriente delle culture paleoamericane.

Gli occhi ben aperti… la loro visione ci offre uno sguardo più profondo e più lontano…

Consideriamo, per esempio, la visione tradizionale della storia.

Grecia culla della storia, questa la prima informazione che, anni fa, abbiamo imparato.


Poi, risalendo nel tempo, Egitto culla della storia.

Ma l’Antica Sapienza, a seguirne le tracce, porta, attraverso culture pre-ellenistiche, alle culture Minoica e Micenea, fino ad arrivare alla Mesopotamia.

Qui Assiri e Babilonesi, lo sappiamo tutti. Ma questi popoli sono gli eredi dei Sumeri… siamo arrivati al capolinea…o no?

Che c’era prima dei Sumeri?

Chi erano questi popoli che già dal quinto millennio costruivano città come Kish, Eridu e Uruk, culla della scrittura e degli studi astronomici ed astrologici più raffinati?

Con occhi aperti… la visione di Zachrias Sitchin, famoso sumerologo di cui ho ascoltato le affascinanti lezioni, che tengono inchiodati alle sedie, va molto lontano… oltre lo spazio e il tempo.

Le ricerche archeologiche, abbastanza recenti, hanno portato alla luce intere biblioteche, migliaia di tavolette di argilla, molte delle quali quaderni su cui scolari scrivevano con un cuneus, chiodo, da cui il termine cuneiforme.

Testi di Astronomia, Astrologia, Epica e Testi Sacri.

Il loro contenuto mostra un legame fortissimo con il Cielo e gli dei che lo abitavano, verso cui gli uomini dimostravano una sottomissione gioiosa. All’uomo gli dei avevano donato una parte divina, dicono i Test Sacri, perché continuassero la loro opera di organizzazione.

Uomo che era passato attraverso differenti fasi evolutive e che aveva sperimentato il disastro del Diluvio, descritto in termini assolutamente simili a quelli biblici.

La differenza sta nel fatto che gli dei guardavano dall’alto la Terra inondata e piangevano affamati e spaventati.

Marduk-Anu era il dio supremo, padre di Enlil e Enki, gli dei che approntarono il disegno di Cielo e Terra.

Il suo tempio era la casa per ascendere e discendere dal cielo.

Astri e pianeti erano stati fatti da Marduk a sua immagine e somiglianza: qui sta l’originalità della Cosmogonia Sumerica.

Gli dei parlano a nome dei pianeti. Il riferimento cosmico è sempre presente. La cosmogonia è una lotta tra dei-pianeti.

La Terra, tra loro, è il settimo… settimo contando da che cosa?

In un sigillo, il va/243, c’è la descrizione del sistema solare: i pianeti sono tutti dell’ordine di grandezza che conosciamo e nella giusta disposizione. Sono presenti anche Urano, Nettuno e Plutone… scoperti, in Occidente, dal XVIII sec. in poi!

L’unica differenza è che esisteva un altro pianeta, posizionato tra Marte e Giove, Nibiru, il dodicesimo pianeta, contando come pianeta anche la Luna.

Con questa sequenza la Terra è il settimo pianeta… se si proviene dall’estremità esterna del sistema solare!

E’ da questo pianeta, Nibiru, dice Sitchin, e lo dimostra nel suo libro "Il Pianeta degli Dei", che provenivano gli Annunaki e i Nefilim, che abitavano nel Cielo ed erano insieme uomini e dei.

L’Epica della Creazione dice che gli "dei" vennero sulla Terra per precisa decisione del loro capo, Marduk.

Essi avevano bisogno dell’oro e dei minerali della Terra, avevano bisogno della rozza creatura terrestre per il duro lavoro di scavo, creatura a cui diedero parte della loro conoscenza perché fossero efficienti e facessero sviluppare l’ambiente che avevano scelto come seconda casa.

Questo spiegherebbe il balzo improvviso dello sviluppo della razza umana in homo sapiens, questo spiegherebbe il suo progredire a sbalzi…

Nibiru, nella sua orbita ellittica avvicinava la Terra ogni 3.600 anni, ed era questo il momento di contatto tra colonizzatori e pianeta madre.

Abitanti di un altro pianeta, dunque quegli dei che dall’alto guardavano (Sumer vuol dire la terra di coloro che osservano…) la Terra devastata dall’acqua e che piangevano di fame e di paura perché erano lontani da casa, da Nibiru, irraggiungibile in quel momento...

Dall’alto della nave spaziale, di cui rimangono tante tracce, sconcertantemente precise, nell’iconografia Sumera.

Figure alate, simboli straordinariamente simili a razzi, con i loro moduli di atterraggio, oggetto di venerazione da parte degli uomini, parole suggestive per definire stele, pilastri di pietra recanti l’effige del dio: na.ru per i Sumeri, pietre che si innalzano, naru, per i Babilonesi, oggetti che emanano luce, nuras per gli Amorriti, oggetti fiammeggianti (ancora oggi l’ebraico ner, pilastro che emette luce, viene usato per indicare candela).

Nelle lingue Indoeuropee degli Ittiti e degli Hurruti le stele si chiamavano hua-shi, uccelli di fuoco fatti di pietra.

E come non pensare agli Uccelli di Fuoco e ai totem degli Indiani d’America…

Quando gli occhi sono ben aperti, lo spirito viaggia.
 
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