melisenda |
|
| Per gli antichi greci e per i romani il blu non era un colore apprezzato, era il colore degli occhi dei barbari, e quindi non era un colore nobile. Non veniva considerato un colore a sé stante, ma variazioni ora di bianco, ora di verde, ora di nero. Cyanos, il blu greco, è il colore della sofferenza: "cianotico" è una persona pallida, sofferente. Coeruleus, il latino azzurro, è un'altra parola per dire bianco.
Col Cristianesimo le cose cambiano, poiché il blu è il colore della vergine Maria. Cosicché verrà ad esser considerato come colore che dà serenità e invita alla calma, simboleggiando l'evasione e la pace.
Anche per i Maya il blu non si distingue dal verde e dal punto di vista linguistico esiste una sola parola per definirli. Nella loro mistica il blu-verde è il colore del centro dell'universo.
Nell'antico Egitto il blu era opposto al rosso ed era considerato il colore dell'introspezione e dell'infinito, era anche la tinta della pelle del dio dell'aria Amon. In Oriente era considerato positivo e protettore contro il malocchio; gli occhi blu, inoltre, si ritenevano segno di poteri magici.
Il sangue reale è detto "blu" per un motivo curioso. Prima che l'abbronzatura diventasse uno simbolo di bellezza e benessere, essa era il colore di chi lavorava la terra, mentre i nobili erano pallidi, e il pallore era ricercato proprio per il suo significato di grazia e splendore. Su di una pelle livida spiccano le vene superficiali, che appaiono blu: da qui l'equazione "sangue blu=sangue nobile".
|
| |