| Facce come il Q: Marcello Veneziani
Lo notai quasi per caso in una di quelle trasmissioni dove ha ragione di grida di piu’ e lui che era rimasto educatamente in silenzio, ad un certo punto sbotto’: " Insomma, in televisione vedo Santoro, vedo Biagi, vedo Mentana: dove sarebbe questo regime ?” e mi sono detto, questo ragazzo e’ capacino, vedrai che fa carriera.
Infatti l’ascesa della Destra che voleva spezzare le reni all’egemonia culturale della Sinistra gli dette un Hatu’ incredibile che lo sbalzo’, insieme a quella testa di Pera, agli onori delle cronache. Successe che, nel tentativo di andare ad occupare tutti gli spazi disponibili e non avendo altre facce da spendere, mandavano sempre avanti lui, una volta come giornalista, un’altra come storico, un’altra ancora come filosofo, con le conseguenti combinazioni: storico-filosofo, filosofo-giornalista, intellettuale-storico giornalista, suscitando confusione nel pubblico, tanto che in una mia noterella auspicai che gli mettessero un cappello goliardico in testa. Cosi’ ad ogni comparsata, avremmo capito in che veste stava parlando dal colore del cappello,..
Poi l’apoteosi: scrisse contemporaneamente sul Messaggero, il Tempo, il Giornale, Libero e altrove, e divento’ membro… Che un po’ lo era gia’ prima ma adesso era membro del consiglio d’amministrazione della Rai, e ricordo quel fuori di testa dell’Indipendente (si fa per dire) Guerri che chiedendo alla televisione di Stato maggiore spazio per trasmissioni sceneggiati e dibattiti, si rivolse in modo maschio e brutale al dirigente della «più grande azienda culturale del Paese» in questo modo: «Caro Marcello Veneziani, scrivo a te perché sei l'uomo giusto al posto giusto al momento giusto» Peccato non lo abbia chiamato Messia….
Poi lo vedemmo nel consueto giro delle sette chiese per promuovere il suo ultimo (ultimo? Magari) libro, , arguto, controcorrente, schierato dalla parte dei vinti con cui attribuiva un colore alle categorie sociali che difendeva: rossi i comunisti, neri i fascisti, giallo i temerari, verde gli islamici e marrone i meridionali. Mi sono chiesto, chissa’ perche’ per definire con un colore i meridionali, abbia usato il colore della merda. Razzismo strisciante? Boh.
E finalmente, come appagato dal tanto agitarsi, del nostro Veneziani si seppe molto poco, se non le solite cose che appaiono sulle cronache culturali italiani: un convegno sulla comunicazione in cui lui si era defilato con un’attricetta, una conferenza a Venezia dove si era fatto sorprendere in gondola con una bonazza, un tavolino al primo sole dove tra fiori e sorrisi sbaciucchiava una giovane druda, insomma le solite paparazzate da parrucchiere che accoppiano italicamente le veline ai calciatori, le attrici ai produttori, i funzionari Rai alle smutandate… nel glorioso solco tracciato dai nostri avi all’insegna dei nani e delle ballerine.
Ma all’improvviso l’altro giorno, ecco apparire su “Libero” l’unico quotidiano in Italia che potresti avvolgerci il pesce PRIMA di averlo letto, un accorato articolo del novello Casanova che comincia cosi’:
Cari lettori, vi considero ormai la mia famiglia e perciò vorrei parlarvi con il cuore in mano di cose che solitamente non si scrivono sui giornali. Superando la comprensibile ritrosia a stendere in pubblico i panni privati, soprattutto quando sono sofferti e da lunghi mesi ormai, vorrei raccontarvi una storia che è sì assolutamente personale, ma tocca un argomento che coinvolge a vario titolo ormai tante persone….
… quando ricerco vite ulteriori e inseguo la grandezza negata al meschino gossip del giorno. Da mesi ormai sono costretto a entrare in casa mia, di mia proprietà, dove ho i miei figli, le mie cose, i miei vestiti, il mio archivio, i miei libri, come un ladro.
Insomma, per farla breve, se e’ vero che dietro ogni grande uomo c’e’ una donna, pure dietro Veneziani c’e’ una moglie e pure incazzata, e sembra che la poveretta, indispettita dal clamore delle storie extraconiugali del filosofo, abbia reagito di par suo, colpendolo negli affetti piu’ cari. Non gli fa vedere i figli, chiederete voi? Peggio. Continuando a leggere il suo lungo pistolotto, si scopre che dei figli probabilmente non gliene frega un cazzo, ma quello che ha a cuore sono i suoi libri, che la moglie, crudele, raccoglie a mazzi e va a rivendersi al mercatino rionale. Qualche volta glie li strappa per telefono, e lui soffre. Se rientra in casa furtivo, sente odore di bruciato e pensa a Fahrenheit 456. Va al cesso e se alza l’asse…
Insomma un tormento di cui il nostro filosofo-libertino sente la necessita’ di farci partecipi. Ma voi sapete, come vanno, certe cose. Tra il tragico ed il ridicolo il confine e’ cosi’ esile, che non riesco a fare a meno di ridere, primo, perche’ parteggio inconsapevolmente, illimitatamente, incondizionatamente per quella sadica della moglie (anche un po’ masochista, se e’ rimasta tutti questi anni con cotanto filosofo) e poi perche’ il sapere che insieme ad i libri, la santa donna brucia e distrugge anche i suoi appunti, gli scritti intimi e tutte le tracce per i libri futuri del Veneziani, mi da un certo non so che di sollievo che mi spinge a gridare: Forza Moglie !!
.
|