| Un chip informa se il figlio marina la scuola
Vita dura per alcuni studenti texani. Trattati come la merce nei magazzini di Wal-Mart: controllati nei loro spostamenti attraverso chip a radiofrequenza. Accade a Spring, dove 28mila bambini delle scuole inferiori sono costretti a indossare al collo un tesserino identificativo dotato di microchip. Ogni volta che salgono o scendono dallo scuolabus devono passarlo sul lettore che, attraverso la normale rete cellulare, invia i dati- cioè nome, ora e luogo della salita/discesa- alla scuola e alla polizia locale.
Genitori entusiasti. Il sistema, costato 180mila dollari, ha reso entusiasti i genitori. Oggi, quando non vedono ritornare il pargolo a casa alla solita ora, possono stare tranquilli. Ufficialmente, il chip è stato adottato per combattere i rapimenti di bambini: per risolvere questi casi è fondamentale avere informazioni tempestive sugli ultimi spostamenti. Da queste parti, per la verità, pare non ce ne siano mai stati. Il caso Spring comincia a fare tendenza. A Phoenix è partito un progetto simile, ma che utilizza le impronte digitali. A Bufalo, invece, la Enterprise charter school ha messo al bando i vecchi registri: per segnalare la presenza, lo studente deve passare con il suo chip a radiofrequenza attraverso uno dei due chioschi elettronici (costo:40mila dollari ciascuno) piazzati all'ingresso della scuola. Le proteste. Le associazioni dei diritti civili si dicono scandalizzate e temono che le scuole possano rifarsi degli investimenti, sfruttando questi sistemi per ottenere preziose informazioni di marketing sulle preferenze degli studenti nel doposcuola. Non mancano poi problemi di tipo tecnico, con ingressi mancati o segnati due volte, oppure con errori nei tempi o nei luoghi di uscita. E conseguenti paranoie nelle mamme texane. Infine, gli scolaretti. I più distratti dimenticano spesso il tesserino (si lasciano a casa le scarpe da tennis, figuriamoci una scocciatura come questa), i più scaltri- che non rinunciano a marinare la scuola- se li scambiano fra loro. E tra gli esperti di tecnologia, allora, è arrivata pronta la soluzione: mamme, se volete, il chip lo possiamo impiantare sotto pelle. Roberto Tallei, da @lfa de il Sole 24ore del 13/01/05
La cosa non è inquietante?? Io non ho più nessuno che mi controlli, ma non ci vuole molta fantasia, per capire la potenziale minaccia. Voi cosa ne pensate?????
Edited by canesciolto - 15/1/2005, 18:23
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