Quei Bravi Ragazzi, ovvero l'era dei dinosauri contenti

Factory Girl, di George Hickenlooper

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massi78
icon12  view post Posted on 8/12/2007, 11:45




Il film è la biogrfia (romanzata) di Edie Sedgwick, musa di Andy Warhol e star della scena newyorkese anni '60. Arrivata nella Grande Mela dalla provincia californiana, Edie conosce Andy Warhol e ne diviene ben presto musa ispiratrice nonchè prima attrice dei suoi film. Forte di una bellezza e di un carisma fuori dal comune, Edie diventa in brevissimo tempo una star ed un icona della moda e dell'arte "alternativa" del tempo. Ma la vita alla Factory non doveva essere una passeggiata e l'amicizia con Warhol diventa presto un vincolo morboso e malsano. Schiacciata dall'abuso di droghe e alcool, Edie viene in breve tempo dimenticata e rimpiazzata, dal pubblico ma soprattutto da Warhol. La relazione con un cantante rock/folk (un Bob Dylan non accreditato) potrebbe salvarla, ma certi legami sono duri se non impossibili da sciogliersi. Edie morirà, dopo un paio di ricoveri per disintossicarsi, all'età di 28 anni.
Girato in una commistione di formati differenti (16mm, 8mm e video), il film ha la sua forza nelle interpretazioni di Sienna Miller e Guy Pearce (rispettivamente Edie Sedgwick e Andy Warhol), davvero convincenti, ma scivola ben presto nell'ovvio, tra la discesa agli inferi per droga e alcool della protagonista, e l'indifferenza generale da parte di chi prima la portava in palmo di mano (Warhol in testa), anche le parentesi bucoliche con il cantante folk-rock chiaramente ispirato a Dylan scadono nell'ovvietà più trita e ritrita. Il ritratto del personaggio e la descrizione degli eventi sono a senso unico, per cui la Sedgwick è un angelo corrotto e traviato dalla vita dissoluta della Factory mentre Warhol è un lucido e spietato calcolatore tanto nell'arte quanto nei rapporti personali. Forse la realtà non è troppo distante, ma alla lunga la narrazione non regge il peso del film e ci si trova ad augurarsi che la povera Edie muoia il più presto possibile e che arrivino finalmente i titoli di coda. Furbetta la regia che mescola stili e formati, e cerca spesso sequenze ad effetto, ma che non riesce a scrollarsi di dosso l'estetica di un videoclip. Qualche errore storico ad hoc (non è vero che Warhol s'innamorò dei Velvet Underground vedendoli suonare dal vivo assieme a Nico, ma fu lui stesso ad imporre la cantante tedesca alla band per lo show multimediale Exploding Plastic Inevitable) molti clichet del tempo e tanta troppa noia.
Giusto per i fan della Sedgwick.
 
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