CITAZIONE (Rianne Mel'Fer @ 19/11/2007, 08:54)
che faccia cagare a te non conta, sei una nerdettina con i denti da latte
un film simile deve superare la prova arka, se fa schifo pure a lui allora eviterò, se un cimmero come lui ha apprezzato allora potrei apprezzare pure io
Che ne pensa arka?
Arka è ancora più deluso di me, fai conto
E' lui quello che per primo si è girato verso di me, io stavo per dire "mah si dai, carino.." e lui "FA CAGARE", si è alzato sdegnosamente e ce ne siamo andati
Preciso: per gli effetti digitali è straordinario, perchè alcune scene sono davvero mzzafiato e senza il computer non si sarebbero mai potute rendere; epica la colonna sonora e bella la trama, che però secondo noi non è stata sfruttata a dovere. Beowulf è un banfone, non sa dire altro che "io - sono - BEOWULFFFFF ARRRRRRRRRRR" e degli altri personaggi gli unici di spessore sono appunto la Jolie e Hopkins. Copio incollo che questa recensione esprime perfettamente ciò che penso:
Annunciato come una macchina spettacolare, con effetti mai visti prima, Beowulf si è poi rivelato per quello che è: un film al computer con alcuni passaggi mozzafiato, una costruzione molto classica e delle grettezze figurative che vanificano tanto sforzo. Il regista Robert Zemeckis ha ripreso la tecnica della performance capture (già utilizzata nel suo Polar Express) per arrivare ad un risultato che talvolta sfiora l’animazione da play station. In pratica gli attori recitano su sfondo neutro, vestiti di tutine e sensori che riproducono i movimenti. Tutto il contorno è ricreato dal computer. Che, per esempio, moltissimo può fare per i paesaggi ma poco quando ricrea scene con tanti personaggi umani (molti non replicanti attori veri) oppure con cavalli che zampettano goffamente come in un gioco da pc. E poi le evoluzioni durante i combattimenti non hanno la sostanza di una scena ripresa dal vero né la perfezione dell’intervento con gli effetti speciali tradizionali. Beowulf quindi combatte attaccato al mostro, volteggia all’indietro e finisce arrampicato su una trave ma sembra che ce lo abbia spostato qualcuno con il joystick. E pensare che la scena iniziale impressionava per la libertà di movimento della mdp, che in un piano sequenza passava dalla prospettiva orizzontale dove c’era una festa a quella dall’alto, seguiva dei personaggi per poi abbandonarli e pedinare un topo che camminava sulle travi, poi usciva fuori dalla finestra e attraversava un bosco per finire in una caverna.
Quanto alla storia, ambientata in Danimarca, è ricavata da una leggenda orale della tradizione anglosassone nata intorno al VI secolo a.C., tramandata con continue aggiunte e perdite da cantori sconosciuti e poi trascritta, dimentica e infine rilanciata da Tolkien come caposaldo della cultura. Visto che la trama presentava salti temporali e di senso, gli sceneggiatori hanno ricucito e impastato: Beowulf (Ray Winstone) è un eroe leggendario che soccorre il re Hrothgar (Antony Hopkins) e la giovane sposa (Robin Wright Penn) uccidendo il mostro Grendel. Diventa lui il signore, rispettato e onorato, anche se deve affrontare sia l’insidia della lussuria – la madre di Grendel (Angelina Jolie) è un mostro marino dalle stupende forme sensuali – sia quella del gigantesco drago. La costumista Gabriella Pescucci ha fatto il minimo indispensabile: il re Hopkins nel cuore dell’inverno danese gira con un lenzuolo alla romana che lo lascia quasi nudo. Nudo completo invece per Beowulf nel duello con Grendel. Il re e l’eroe mitico incarnano i caratteri del potere e del coraggio, che quando scende a patti con le tentazioni – una Jolie in nude look, “scoperta” solo di una pellicola d’oro – generano mostri. Fredde perchè poco espressive le facce degli attori/cloni: in alcune scene sono così definite da sembrare riprese dal vero, in altre, anche immediatamente successive, hanno le fattezze di Avatar su Second Life.