DOUbLe SHOt

Un Tentativo di Risposta, al signor William Grim

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Potillo
view post Posted on 17/1/2005, 10:56 by: Potillo




Ho trovato questa cosa interessante, quindi la posto.

dal sito SISTEMA MUSICA

Perché la musica classica non uscirà dalla nicchia
Nicola Campogrande

"Se ne parla, in vario modo, su diverse pagine di questo numero di “Sistema Musica”. Ma ne scrivono con sempre maggiore insistenza tutti i giornali specializzati, e non solo in Italia. Sembra che ormai nessuno possa più far finta di niente e che il fenomeno si debba denunciare per quello che è: la musica classica ha perso del tutto la propria centralità culturale. Peggio: non potrà ritrovarla.
Che si fa: ci si butta nel Po? No, naturalmente. Ma almeno non facciamo finta di non capire un mondo crudele che, stranamente, va da un’altra parte. Un bell’articolo pubblicato da Tom Strini
sul “Milwaukee Journal Sentinel” qualche mese fa ricordava giustamente come negli anni Cinquanta chiunque, senza averne letto le pubblicazioni, sapeva che Einstein era uno scienziato di genio; e chiunque, senza aver mai sentito il Sacre, sapeva che Stravinskij era il massimo compositore vivente. I nomi di Toscanini o Bernstein erano noti a quell’uomo della strada che oggi non ha mai sentito pronunciare quelli di John Adams (il compositore più eseguito del pianeta) o di Lorin Maazel, e che mai saprà della loro esistenza.
È che, come ricorda Strini, sono successe alcune cose non da poco: la produzione delle vecchie avanguardie (dodecafonica, seriale…) ha rotto i ponti con un pubblico che non riconosce musica senza consonanze o ritmi comprensibili; la multiculturalità ha eroso il ruolo della musica classica come vetta indiscussa dell’espressione umana; orchestre ed ensemble dal 1860 si vestono nello stesso modo, suonano nelle stesse sale, interpretano lo stesso repertorio; il crollo dell’idea di Socialismo ha contribuito a mettere in crisi il sistema del finanziamento pubblico al mondo della musica classica che, come è noto, non è redditizio e non è in grado di reggersi su un’economia di mercato (si rilegga la nota legge di Baumol). Poi ci sono alcuni segnali positivi: il livello delle esecuzioni è senz’altro più alto di quarant’anni fa; Internet permette a giovani free-lance di buttarsi nella mischia senza il filtro di editori e case discografiche; l’allungamento delle aspettative di vita fa sopravvivere gli ascoltatori qualche anno in più. Ma non c’è nulla che possa far seriamente pensare a un’inversione di tendenza.
Allora la cosa seria da fare è sapere che si agisce all’interno di una nicchia. Sapere che se un politico decide che è meglio spendere denaro pubblico per sostenere un festival pop anziché un teatro d’opera non ci si può più opporre facendo riferimento a condivise ragioni storico-culturali. Che se vostro figlio vi guarda sbigottito quando uscite per andare al Conservatorio non è affatto detto che un giorno erediterà la vostra passione e il vostro abbonamento, anzi. Che dire che si apprezza la musica classica, quando si esce dal nostro guscio dorato, oggi è davvero equivalente a preferire la Nu-Metal alla Cubana. Ci va bene perché, mediamente, sappiamo ancora incutere un vago timore e dunque spesso ci si tratta con un qualche rispetto. Ma è il genere di rispetto che suscita l’abito grigio che indossiamo quando ci tocca andare a chiedere un fido in banca – non so se rendo l’idea.
Combattiamo per la causa, insomma; ma facciamolo come in un videogame: sapendo di perdere."

Sistema Musica via San Francesco da Paola, 3 - Torino
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13 replies since 21/12/2004, 10:26   386 views
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