DOUbLe SHOt

Un Tentativo di Risposta, al signor William Grim

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H. P. L.
view post Posted on 21/12/2004, 10:26




Lo ammetto: l'articolo postato ieri da Alby non m'ha fatto dormire tranquillo. Ma non ha senso incazzarsi quanto cercare di mettere, nero su bianco, quelle che possono essere argomentazioni analoghe e speculari, per tentare di capire e di FARSI capire.

Non c'è miglior ostaggio di un morto.
Perchè anche se lo liberate, difficilmente potrà smentire quello che il suo rapitore gli ha fatto dire.
Quando il morto è pure eccellente, meglio ancora. Lo si può mettere in una frase, ed ecco che quella frase scintillerà d'autorità. Non lo dico solo io: l'ha detto anche Marcel Proust.

Pertanto, poveri J. S Bach, W. A. Mozart e L. von Beethoven, ostaggi facilissimi nelle mani di un William Grim qualunque. Che con quella facilità che solo gli americani hanno, si appropria di icone culturali alte quanto l'Everest per parlare del Passo della Cisa.
Volutamente intendo lasciare da parte ogni commento a quanto il signor Grim fa intendere di sè, dal suo gioire che l'assassino di Darrel sia a sua volta morto, al suo far trasparire la sua radice catto-talebana da mid-west bushista. Qui si parla di musica.

Un'analisi sociale del Metal richiederebbe risorse che non posseggo. Forse se nemmeno tutti noi dell'Elite ci mettessimo a farla potremmo riuscirci. Vuoi per l'ampiezza del fenomeno, sia a livello temporale (ha ormai 40 anni) che geografico, vuoi per l'estrema complessità della scena metal. che appare omogenea soltanto a chi non la conosce per niente.
Ma prima di tutto citiamolo subito: "Le migliori linee di basso le ha scritte Bach". Questo lo ha detto un metallaro (in un'intervista segnalata da Alby, ovviamente!). Il suo nome è Ronnie James Dio. Certo, un metallaro "vecchio", forse non più un autoritas per i giovani kids. Ma già questo basterebbe a dimostrare come la contrapposizione "politica" che il signor Grim vuole creare fra Bach e il metal è pura strumentalizzazione.

Ma il punto è un altro. Il punto è: cosa si può trovare nella musica.
Al liceo avevo un compagno di banco che si può dire fortunato: il padre amava la musica classica e lui fin da bambino aveva potuto scoprire e apprezzare Bach, Mozart e Beethoven. Invece in casa mia di musica non ce n'era, e me la sono dovuta scoprire io. E quando ero al Liceo, la mia rabbia, la mia frustrazione, il mio sentirmi un outsider, trovavano sollievo nel rock e nel metal. Altri stavano bene con Madonna, o con i Dire Straits. Probabilmente perchè stavano meglio con se stessi. Io stavo MALE con me stesso, e il metal mi aiutava. Lo dico sempre, il metal mi ha salvato la vita.
Perchè è inutile lamentarsi che ci sia gente che non percepisce la bellezza di Mozart o di Bach. QUella bellezza credo si possa dire che è oggettiva. Il punto è, essere in grado di percepirla, ma per percepirla bisogna RICONOSCERSI in essa, e io di sicuro a 17 anni ero troppo incazzato per riconoscermi in quei tempi lunghi, in quelle atmosfere così lontane.

C'è una scuola sociologica di pensiero (Alby potrà essere più preciso di me) secondo la quale la prima generazione di hard rock inglese, nato nelle città metallurgiche come Birmingham, NON POTEVA NON NASCERE. Come se band come Black Sabbath e Judas Priest non potessero fare UN ALTRO GENERE di musica, perchè il metal di quelle band rifletteva ciò che Birmingham era, dura, squallida, "metallica" appunto. Il metal, al di là dei testi posticci (testi con un vero valore sociale sarebbero arrivati solo dopo), esprimeva l'alienazione della città industriale inglese, fredda, popolata da gang (Tony Iommi era in una gang e terrorizzava Ozzy Osborne), senza speranza.

Questa teoria non spiega come mai l'altra metà del metal sia nato nella solare California, ma tant'è. E' anche vero che il metal, scoperto come genere e come genere estremamente redditizio, è diventato un prodotto. Ma un prodotto, lo voglio dire, ancora in grado di essere molto espressivo. Molto più di quanto possa esserlo il pop. Ho detto espressivo, non bello. Ovvero, in grado di comunicare e di convogliare stati d'animo "veri" o che come tali posso essere percepiti.
Ma qui torniamo all'ampiezza del genere, che comprende sotto di sè band "sociali" come Queensryche e pazzi integrali come il conte Grishnack; esteti come Opeth e Dream Theatre e grezzi 1000000 band americane di cui non mi importa sapere il nome.

Solo in questo punto il signor Grim ha ragione: nel fatto che il pubblico, i ggggiovani, riescano a trovare qualcosa in questa musica, nel metal o nel rap (genere che non capisco ma che ha tutto il mio rispetto), piuttosto che nella classica. Classica rivestita da un tale manto di sacralità, di intoccabilità, che PER FORZA non viene nemmeno sfiorata. I cosiddetti difensori della musica classica sono nerd.
Ma come ha detto RJ Dio, Bach scrive le migliori linee di basso.

A voi.
 
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preacher
view post Posted on 21/12/2004, 10:44




QUESTO è praticamente GIA' un articolo per il sito! Magari con qualche correzione del tipo togliere i riferimenti ad Alby, che su un forum ci stanno bene, ma sul sito un po' meno.
Si potrebbe fare un iniziale riferimento all'articolo originale e poi mettere il testo di HPL.
Che ne dite, elitisti (ed HPL in particolare)?
 
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Albyrinth
view post Posted on 21/12/2004, 10:53




Assolutamente d'accordo e stavo per proporlo io...basta che non mi fate tradurre l'articolo di William grim, che avrei schifo a scrivere certe cose in italiano...
 
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Potillo
view post Posted on 21/12/2004, 11:04




La questione non è esclusivamente "sociale", però. Prevalentemente, ma non solamente. Altrimenti non si spiegherebbe come nel Bronx crescano dei piccoli geni che suonano Chopin a 7 anni, per esempio.
C'è iinanzitutto una "sensibilità innata", un "essere portati verso", se preferite, contro cui nulla o quasi si può fare: l'intonazione, per es., è genetica e uno stonato può "tecnicamente" imparare a cantare, ma non avrà MAI nelle sue cellule, nei suoi neuroni, l'intonazione vera.
Seconda cosa: il background culturale (o "inculturale"...). [Ma anche qui: ricordiamoci dei piccoli geni che suonano Chopin a 7 anni, nel Bronx.]
Il background (in-)culturale ti segna innegabilmente, ma non è detto che non sia possibile scrollarselo di dosso una volta raggiunta un'età atta al ragionamento e alla scoperta autonoma.
Il fatto che la Musica Classica sia ammantata, suo malgrado -e oggi, perché non dimentichiamo chi erano i COMMITTENTI della Musica, fino a non più di 150 anni fa!- di un alone di seriosità ("seriosità", aggettivo negativo; perché la Musica Classica è comunque roba SERIA, nella miglior accezione del termine) non può e non deve essere una scusa per non approcciarsi ad essa.
E ogni approccio, comunque, costa FATICA.
Che la Musica sia un linguaggio universale è da un lato un argomento retorico, dall'altro una realtà; ma così come OGNI forma di arte è potenzialmente universale, anche la Musica Classica abbisogna di un approccio serio, che difficilmente può prescindere dalla volontà presonale.
Ricordate cosa dice Richard Gere a Julia Roberts in Pretty Woman quando la porta per la prima volta all'Opera?
L'Opera o la ami subito o la detesti, ma se la ami la amerai per tutta la vita.
BALLE!
A 15 anni l'Opera mi faceva ridere, a 19 la trovavo interessante; oggi se sento anche per sbaglio Vissi d'Arte, piango come un vitello...
All'Opera ci si approccia con umiltà, senza fare paragoni idioti (difficilmente troverete i rifoni di chitarra elettrica nella Turandot...) e CERCANDO DI CAPIRNE IL LINGUAGGIO MUSICALE. Solo dopo qualche sforzo capirete se l'Opera vi piace o no.
E se non vi piace, mi dispiace per voi, ma dal profondo del cuore, perché vi perdete una delle forme d'arte più emozionanti che esistano al mondo...
Stesso discorso vale per Bach, Beethoven ,Chopin e tutti i Grandi della Musica Classica [e potreste avere GROSSE SORPRESE ascoltando, per esempio, la Sinfonia Imperiale di Beethoven: scoprirete che Beethoven inventò il jazz! Provare per credere].
La Musica NON è solo "espressione di stati d'animo", questa è un'analisi davvero, davvero povera e impoverente verso la ricchezza della Musica!
La Musica è un LINGUAGGIO, coi suoi codici e con geni rivoluzionari che questi codici li rivoltano come calzini per creare qualcosa di nuovo.
E' a mio parere terribile scadere nel "discorso" de: "la musica classica è per i signori, il metal è per i diseredati", svilente, davvero.
Certo, può sembrare azzardato affermare che "tutto è per tutti", ma potenzialmente è invece proprio così.
Sta alle persone "riprendersi" ciò che qualcuno (ma CHI? perdio, CHI???) ha loro tolto: la voglia di scoprire e di emozionarsi, di conoscere linguaggi SOGGETTIVAMENTE nuovi, NON fare sciocchi paragoni [che perderemmo! C'è una Musica superiore? Sì, ed è la Musica Classica, poche balle! E' lungo spiegare perché è così, ma è così!] e GODERE delle infinite possibilità espressive che la Musica offre.
Perché la Musica va a toccare centri neuronali particolari, non pizza & fichi, non "mi piace/non mi piace" e morta lì.
"Mi piace/non mi piace" non significa NULLA.
 
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preacher
view post Posted on 21/12/2004, 11:09




CITAZIONE (Albyrinth @ 21/12/2004, 10:53)
Assolutamente d'accordo e stavo per proporlo io...basta che non mi fate tradurre l'articolo di William grim, che avrei schifo a scrivere certe cose in italiano...

No, no... L'articolo di Grim non si traduce, pellamordiddio....
 
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Potillo
view post Posted on 21/12/2004, 11:10




Invece sarebbe ottimo tradurlo.
Insisto.
 
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Speedster II
view post Posted on 21/12/2004, 12:13




Si potrebbe continuare e poi raccogliere tutti i nostri interventi in un unico articolone, no? Magari in una forma particolare, perché no? Anche dialogica.

Ecco i miei 2 centesimi sull'argomento...

Ci sarebbe da scrivere pagine e pagine sul tema, ma vorrei dare un'altro parere sul rapporto tra heavy metal e musica classica.


Ebbene, si tratta di un rapporto strettissimo, a mio parere, e chi si appoggia a Bach o Beethoven per criticare il metal mostra di mancare non in parte, ma COMPLETAMENTE il bersaglio.

A mio modesto parere, non esiste, al giorno d'oggi, musica "moderna", musica suonata dalle band con strumenti moderni, più vicina alla classica dell'heavy metal.

La storia d'amore tra il metal e la musica classica ha radici antiche e profonde: e non è sicuramente un caso che uno dei primi ad aver esplorato in maniera forte e coerente questo rapporto solo a prima vista curioso sia stato un musicista tedesco. Sto parlando di Uli Jon Roth, ex-membro (per un breve periodo) degli Scorpions e tra i primi a dare vita al fenomeno del rock "neoclassico". Certo, non si può dimenticare l'apporto dei Deep Purple con il Concerto per band e orchestra, e di tanti gruppi di progressive rock: ma Uli Jon Roth prima, e Malmsteen poi rappresentano la vera, coerente e CONTINUA applicazione del linguaggio della classica a quello dell'HARD rock e dell'heavy metal nel corso degli anni '70 e '80, i due decenni che hanno fatto, volente o nolente, la storia di questa musica.
Io sono assolutamente convinto che il metal e l'hard rock QUANTOMENO quelli di stampo più CLASSICO condividano una stessa impostazione di fondo con la musica classica, QUANTOMENO con quella SINFONICA, soprattutto del nord europa ma anche di una certa tradizione italiana: un'impostazione molto "quadrata", ligia alle regole del pentagramma, imponente ed epica nel suo svolgimento, che richiama scenari maestosi e unisce alla melodia un vero e proprio impatto sonoro. Trovo che per apprezzare entrambi gli stili ci voglia una mente abbastanza razionale, o quantomeno portata per la razionalità, che apprezzi la "matematicità creativa" di un 4/4, di una costruzione dove tutto si incastra alla perfezione e dove l'improvvisazione è quasi bandita.
Il metal ha prodotto negli ultimi anni moltissimi gruppi che hanno incorporato nel proprio sound suggestioni, strutture e a volte vere e proprie citazioni di musica classica e sinfonica, e anche gruppi di più vecchia origine si sono indirizzati su questa strada con profitto: tra i primi si possono citare gli Angra e i Rhapsody, tra i secondi i blind Guardian e i Rage, che hanno preceduto di qualche anno i Metallica nel progetto LINGUA MORTIS, che ha riportato un'orchestra accanto ai musicisti per un'intero concerto e con un ruolo da protagonista come non accadeva dai tempi dei Deep Purple.

Anche la cultura dei paesi di origini dei gruppi aiuta a capire meglio il loro percorso: in Germania sono le sonorità più epiche ad avere maggior successo, i riferimenti classici di gruppi metal come Blind Guardian e Rage sono Wagner, Beethoven, personaggi legati alla cultura musicale tutonica: quelli dei Rhapsody, Secret Sphere e della maggior parte dei gruppi italiani dal sound sinfonico sono Vivaldi e la musica neoclassica e barocca in genere, la cui tradizione è eminentemente italiana.

E' chiaro che i gruppi metal per la maggior parte non hanno la pretesa di volersi mettere al livello dei grandi compositori; vogliono semplicemente fare della buona musica, assolutamente e inconfondibilmente metal, con un sapore in più, con un elemento di cultura che li aiuti a canalizzare meglio le emozioni più spontanee e grezze create dalle chitarre distorte e dalle batterie in doppia cassa martellante. Nondimeno, la fusione di metal e musica classica non sarebbe venuta così bene, creando così tanti dischi buoni e a volte ottimi, se non ci fosse stato alla base un vero punto di contatto tra i due generi.
 
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H. P. L.
view post Posted on 21/12/2004, 12:18




Allora, chiedo subito scusa se divento schematico, ma non vorrei che si perdesse il succo del discorso.

Sia dall'articolo di Grim che dagli interventi mio e dell'appassionatissimo Potilllo credo si possano estrarre i due cardini della discussione, che prima metto in chiaro e poi esploro.
I due cardini sono nello stesso tempo distinti e intrecciati, perchè nonostante siano due concetti separati, sono anche uno la conseguenza dell'altro.
I due concetti sono LA FORMAZIONE e IL RICONOSCIMENTO.

Partiamo con la formazione. In senso proprio culturale.
E' quello che si domanda il tormentato Mr. Grim e che esprime anche Potillo: il fatto di riuscire ad avvicinarsi ad una musica che, per sue caratteristiche, non è immediata. La musica classica, in tutte le sue accezioni. Potillo stesso ammette che ci vuole fatica, per farlo. Mr. Grim riconosce il fallimento delle strutture formative attuali. Al di là del discutere su come si potrebbe fare questo o quello, il punto rimane, come Potillo testimonia con la propria vita, che ognuno si costruisce la propria formazione. Individualmente.
Ora, mi permetto di adottare un termine di paragone dove, non essendo io un musicista, mi sento più ferrato. Parliamo di arti figurative.
Finchè stiamo sul figurativo, ovvero fino diciamo agli impressionisti, l'arte figurativa è ancora fruibile da tutti. Perchè perlomeno se ne riconoscono i soggetti, siano un ritratto o un paesaggio.
La grande frattura fra il pubblico diciamo "di massa" e l'arte figurativa si pratica con le prime avanguardie, quando il soggetto non è più riconoscibile o smette di poter essere incasellato nella categoria del "bello". Parliamo di Picasso ma anche degli espressionisti, e poi via verso l'informalità con Mirò e il suprematismo di Malevich (scena di vita vissuta: al Centre Pompidou di Parigi, io e un mio amico davanti al Quadrato Nero su Quadrato Bianco. Io: oh, eccolo!!! Lui: Ma come! E' una piastrella!!!) e poi il concettualismo e la performance e tutto quanto il resto, fra cui la famosissima Merda d'Artista di quel genio immenso che era Piero Manzoni.
Potrei sbagliare, ma mi sembra che il fatto che QUESTO tipo di arte non sia immediatamente fruibile, se non dopo un'adeguata preparazione, mi sembra parallelo alla musica classica, che non può essere goduta con la stessa facilità di una canzone di Britney.
Anni fa Gillo Dorfles, critico d'arte, fece un interessante intervento: osservò che i siparietti della pubblicità Rai del periodo, ispirati a Mirò, potevano essere utili per i bambini, perchè li avvicinavano fin da subito ad una categoria visiva "diversa", favorendone la familiarità. In poche parole, un bambino che fin da piccolo frequenta un certo tipo di rappresentazione (arte astratta), crescendo sarà più in grado di avvicinarsene, rispetto ad un adulto cresciuto unicamente nella categoria del "bello figurativo" e riconoscibile. E poi gli adulti sono rigidi, si sa.
In questo senso, probabilmente, la formazione ideale è quella fatta di frequentazione e iniziata presto. E poi stiamo escludendo l'ingrediente fondamentale: la MOTIVAZIONE.

Parliamo ora del riconoscimento.
Una delle basi dell'amore per una forma espressiva è il coinvolgimento, ovvero il riconoscersi in essa. Lo stesso Potillo piange ascoltanto un'aria, perchè se ne fa pervadere.
Torniamo alla rabbia. E' facile riconoscere la rabbia in una canzone metal. Esiste la rabbia nella musica classica? Certo che sì. Ma per torvarla ci vuole preparazione. Così come esistono bellissimi ritratti nell'arte astratta. Ma bisogna saperli vedere. Bisogna cambiare l'occhio (e l'orecchio).

CITAZIONE
La Musica NON è solo "espressione di stati d'animo", questa è un'analisi davvero, davvero povera e impoverente verso la ricchezza della Musica!
La Musica è un LINGUAGGIO, coi suoi codici e con geni rivoluzionari che questi codici li rivoltano come calzini per creare qualcosa di nuovo.
E' a mio parere terribile scadere nel "discorso" de: "la musica classica è per i signori, il metal è per i diseredati", svilente, davvero.
Certo, può sembrare azzardato affermare che "tutto è per tutti", ma potenzialmente è invece proprio così.


Sulla prima frase di Potillo ho alcuni dubbi: nel senso che la musica cos'altro è se non un'arte espressiva? E' chiaro che ha un linguaggio, ma se quel linguaggio non viene riconosciuto (è proprio di questo che stiamo parlando) fallisce il suo scopo. Il linguaggio della musica è l'articolazione di un'esigenza espressiva: così come gli accordi in maggiore sono ariosi e ti portano in alto, e quelli in minore sono più introspettivi (ho detto una cosa banalissima e probabilmente sbagliata), così come, in pittura, determinati colori sono intimamente legati a certi stati d'animo e scatenano determinate reazioni, fino alle leggi gestaltiche di organizzazione del materiale visivo. Sono regole legate alla percezione, la grammatica di un'espressione, ma come sempre certi maestri ti danno l'impressione di non aver nemmeno avuto bisogno del pennello, e altri del pentagramma.

E allora dove ci porta questa discussione? A pensare che in un mondo ideale non avremmo altra musica se non quella "classica" (ma che non si ferma a Beethoven, passa per Stravinsky e Terry Riley)? Non avremmo musica pop perchè non avremmo "massa"? Qui mi risuonano alla mente certi pericolosi proclami...
Dirò che IMHO il metal ha ed avrà sempre ai miei occhi una dignità espressiva che lo renderà degno di esistere. La musica classica, ma non quella prigioniera di Mr. Grim, sarà l'espressione ultima della musicalità umana (legata anche alle limitazioni del nostro orecchio, così come la pittura è legata allo spettro del visibile), racchiuderà in sè tutto, ma per raccontare un sabato sera d'inverno in periferia, forse i Judas Priest sono più adatti di Mozart.
 
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Potillo
view post Posted on 21/12/2004, 12:59




CITAZIONE (H. P. L. @ 21/12/2004, 12:18)
CITAZIONE
La Musica NON è solo "espressione di stati d'animo", questa è un'analisi davvero, davvero povera e impoverente verso la ricchezza della Musica!
La Musica è un LINGUAGGIO, coi suoi codici e con geni rivoluzionari che questi codici li rivoltano come calzini per creare qualcosa di nuovo.
E' a mio parere terribile scadere nel "discorso" de: "la musica classica è per i signori, il metal è per i diseredati", svilente, davvero.
Certo, può sembrare azzardato affermare che "tutto è per tutti", ma potenzialmente è invece proprio così.


Sulla prima frase di Potillo ho alcuni dubbi: nel senso che la musica cos'altro è se non un'arte espressiva? E' chiaro che ha un linguaggio, ma se quel linguaggio non viene riconosciuto (è proprio di questo che stiamo parlando) fallisce il suo scopo. Il linguaggio della musica è l'articolazione di un'esigenza espressiva: così come gli accordi in maggiore sono ariosi e ti portano in alto, e quelli in minore sono più introspettivi (ho detto una cosa banalissima e probabilmente sbagliata), così come, in pittura, determinati colori sono intimamente legati a certi stati d'animo e scatenano determinate reazioni, fino alle leggi gestaltiche di organizzazione del materiale visivo. Sono regole legate alla percezione, la grammatica di un'espressione, ma come sempre certi maestri ti danno l'impressione di non aver nemmeno avuto bisogno del pennello, e altri del pentagramma.

Hai detto una cosa giusta, invece: gli accordi in minore sono "down", quelli in maggiore sono "up"

Cerco di spiegare meglio il concetto che volevo esprimere, e a cui tengo molto:
l'arte non è sempre espressione di sentimenti (nell'accezione che diamo comunemente al termine). L'arte è anche ricerca di canoni & rivoluzioni di canoni "utili" e significativi di per se stessi.

Non pensiamo che Chopin piangesse mentre componeva le sue tristissime Mazurke (piango IO che le ascolto, non necessariamente LUI che le componeva): molte opere di Chopin sono dettate da un'ansia di ricerca stilistica (riuscita in pieno! Imho è lui il Genio Musicale dell'800, ma qui va a gusti), tecnica (è noto che certi brani di Chopin sono eseguibili, proprio tecnicamente, solo da grandi pianisti, tecnicamente perfetti), genialità nello scalzare vecchi canoni musicali (non sentimentali). Attenzione a non confondere sempre le due cose o a dare per scontata l'unanimità di opera/stato d'animo.
Proprio il costruttivismo o Malevic, per es., hanno dato vita ad opere molto più "razionali" che "sentimentali", ma non per questo sono meno "arte".
Io piango quando sento Vissi d'Arte perché la nostra cultura musicale occidentale ci ha costruiti in base a "certe corde", e quelle ormai sono, le quali se toccate nel modo giusto, ci fanno piangere.
Ma magari Puccini mentre la componeva sghignazzava dicendo "facciamo un po' piangere 'sti bovari, và!"

CITAZIONE
E allora dove ci porta questa discussione? A pensare che in un mondo ideale non avremmo altra musica se non quella "classica" (ma che non si ferma a Beethoven, passa per Stravinsky e Terry Riley)? Non avremmo musica pop perchè non avremmo "massa"? Qui mi risuonano alla mente certi pericolosi proclami...

Non è certo il mio pensiero! Anche perché la musica popolare ha la medesima dignità di ogni altra forma musicale!
Certo, un mondo senza Britney Spears non mi farebbe certo schifo, ma...
Il pop, il jazz, il blues, il soul ecc. ecc. sono forme musicali che amo e senza le quali mi sentirei monco, quindi non ci penso nemmeno a sperare in un mondo dove c'è posto solo per "certe" forme d'arte!

CITAZIONE
Dirò che IMHO il metal ha ed avrà sempre ai miei occhi una dignità espressiva che lo renderà degno di esistere.

Concordo al 100%!

CITAZIONE
ma per raccontare un sabato sera d'inverno in periferia, forse i Judas Priest sono più adatti di Mozart.

Non concordo affatto
 
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H. P. L.
view post Posted on 21/12/2004, 14:40




[QUOTE=Potillo,21/12/2004, 12:59]Non pensiamo che Chopin piangesse mentre componeva le sue tristissime Mazurke (piango IO che le ascolto, non necessariamente LUI che le componeva): molte opere di Chopin sono dettate da un'ansia di ricerca stilistica (riuscita in pieno! Imho è lui il Genio Musicale dell'800, ma qui va a gusti), tecnica (è noto che certi brani di Chopin sono eseguibili, proprio tecnicamente, solo da grandi pianisti, tecnicamente perfetti), genialità nello scalzare vecchi canoni musicali (non sentimentali). Attenzione a non confondere sempre le due cose o a dare per scontata l'unanimità di opera/stato d'animo.
Proprio il costruttivismo o Malevic, per es., hanno dato vita ad opere molto più "razionali" che "sentimentali", ma non per questo sono meno "arte".
[/QUOTE]
Ho capito e sono d'accordo. E' lo stesso discorso del Caravaggio (tutt'altro che uno stinco di santo) che prende una prostituta morta annegata e la usa come modella per la sua morte della Madonna.
E' il fatto che l'artista, in quanto tale, possiede una serie di strumenti espressivi "tecnici" con cui è in grado di destare emozioni.
Tuttavia, sarai d'accordo con me (spero!), solo un artista che DI SUO ha provato sentimenti è poi in grado di esprimerli. Chopin non piangeva componendo, ma sapeva cosa significa piangere. E se le sue composizioni sono in grado di "muovere" tanto gli animi, è perchè va ben oltre il puro tecnicismo, la pura ricerca, ma da quella ricerca riesce a COMUNICARE.

[QUOTE]Dirò che IMHO il metal ha ed avrà sempre ai miei occhi una dignità espressiva che lo renderà degno di esistere. [/QUOTE]
Concordo al 100%![/QUOTE]

Mi fa piacere!


[QUOTE]ma per raccontare un sabato sera d'inverno in periferia, forse i Judas Priest sono più adatti di Mozart.[/QUOTE]
Non concordo affatto [/QUOTE]

Beh, forse le periferie dei tempi di Mozart...

Edited by H. P. L. - 21/12/2004, 14:45
 
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Albyrinth
view post Posted on 21/12/2004, 16:09




Sara' la quinta volta che tento di rispondere, cancellando immancabilmente quello che scrivo...da un lato ho paura di essere comunque troppo di parte e troppo "offeso" dagli insulti gratuiti del signor Grim per rispondere coerentemente, dall'altro temo di non avere le conoscenze necessarie per continuare una discussione cosi' interessante. Pero', forse con un po' di supponenza tentero' di esprimere qualche opinione.
Aldila' degli insulti che il signor Grim si sente di dover rivolgere a chi ascolta musica rap o metal, che non meritano forse neanche una replica, e' di certo interessante il discorso sociale alla base del tutto. Non sbaglia affatto quando afferma che la musica classica e' una musica superiore: penso che solo uno stolto o qualcuno talmente patito di un certo tipo di musica possa affermare il contrario. Pero' affermare che, sulla base di questo, la musica classica sia la sola degna di esistere e' un discorso presuntuoso ed assurdo. Il signor Grim aggiunge anche che e' perche' non si insegna il valore della musica classica ai giovani. Aldila' della discussione sul sistema formativo che potrebbe portare via da sola ore ed ore, e' quantomeno utopistico pensare che se insegnassero a scuola musica classica, allora tutti ascolterebbero solo quella, tralasciando la "musicaccia barbara". Sono d'accordo con Potillo: aldila' di quello che ci viene insegnato ognuno ha la liberta' ed il potere di crearsi autonomamente il proprio percorso e, nonostante di certo una conoscenza, o meglio un incontro con un certo tipo di espressione artistica in eta' piu' giovane aiuti questo processo, ancora di piu' con una musica "difficile", o meglio complessa, articolata, straordinariamente ricca di elementi come quella classica, c'e' sicuramente qualcosa di piu'. C'e' una predisposizione naturale che non si puo' creare, una capacita' di metabolizzare (e in conseguenza di crearla) meglio la musica che e' innata. Banalmente, c'e' anche la mera questione dell'interesse. Ma c'e' anche la questione dell'essere pronti a capire un certo tipo di musica, o forse, del volere essere pronti e per quello ci vuole comunque tempo. tempo per conoscere, per imparare, per avere gli strumenti necessari (e non parlo di nozioni ovviamente) per capire a fondo una musica straordinariamente ricca e complessa come la musica classica (musica che, umilmente, ammetto di non riuscire a capire se non ad un livello abbastanza superficiale).

Chiudiamo questa divagazione e torniamo al caro signor Grim: lo sbaglio grosso che compie e' quello di ritenere che nessun altra musica abbia una dignita', un suo motivo di esistere ed una sua bellezza. Cosa che invece ogni genere di musica, pur con finalita' diverse ha. Il metal in particolare e' un tipo di musica che riesce a toccare con un impatto maggiore e sicuramente piu' diretto alcune corde emotive rispetto ad altri generi. Potranno a volte non essere stati d'animo troppo nobili, ma sono comunque parte dell'uomo: la violenza, la rabbia, l'oscurita', l'alienazione. Stati d'animo che sono provocati anche dalla situazione sociale in cui nacque il metal ben descritta da HPL (altra parentesi: HPL si chiede come sia potuto succedere che succedesse lo stesso nella solare California. Il discorso e' difficile da affrontare, basti pensare che nelle 4 formazioni piu' importanti della Bay Area c'erano un tennista danese benestante, un esule per motivi politici cileno, un nativo americano (penso Cherokee, ma non ne sono sicuro) ed un megalomane con manie di grandezza. Penso che la nascita della scea thrash sia piu' da imputare alla quantita' di universita' presenti nella zona che ha permesso una propoagazione piu' diretta della da poco nata musica metal) e che probabilmente spinsero i musicisti a ricercare un'evoluzione nel rock che esprimesse meglio la loro vita. E' una scelta nata per soddisfare un bisogno di comunciazione di quei musicisti e come tale va rispettata.
Boh, non so piu' cosa scrivere, quindi finisco qui...spero di avere detto cose sensate...
 
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Potillo
view post Posted on 17/1/2005, 10:56




Ho trovato questa cosa interessante, quindi la posto.

dal sito SISTEMA MUSICA

Perché la musica classica non uscirà dalla nicchia
Nicola Campogrande

"Se ne parla, in vario modo, su diverse pagine di questo numero di “Sistema Musica”. Ma ne scrivono con sempre maggiore insistenza tutti i giornali specializzati, e non solo in Italia. Sembra che ormai nessuno possa più far finta di niente e che il fenomeno si debba denunciare per quello che è: la musica classica ha perso del tutto la propria centralità culturale. Peggio: non potrà ritrovarla.
Che si fa: ci si butta nel Po? No, naturalmente. Ma almeno non facciamo finta di non capire un mondo crudele che, stranamente, va da un’altra parte. Un bell’articolo pubblicato da Tom Strini
sul “Milwaukee Journal Sentinel” qualche mese fa ricordava giustamente come negli anni Cinquanta chiunque, senza averne letto le pubblicazioni, sapeva che Einstein era uno scienziato di genio; e chiunque, senza aver mai sentito il Sacre, sapeva che Stravinskij era il massimo compositore vivente. I nomi di Toscanini o Bernstein erano noti a quell’uomo della strada che oggi non ha mai sentito pronunciare quelli di John Adams (il compositore più eseguito del pianeta) o di Lorin Maazel, e che mai saprà della loro esistenza.
È che, come ricorda Strini, sono successe alcune cose non da poco: la produzione delle vecchie avanguardie (dodecafonica, seriale…) ha rotto i ponti con un pubblico che non riconosce musica senza consonanze o ritmi comprensibili; la multiculturalità ha eroso il ruolo della musica classica come vetta indiscussa dell’espressione umana; orchestre ed ensemble dal 1860 si vestono nello stesso modo, suonano nelle stesse sale, interpretano lo stesso repertorio; il crollo dell’idea di Socialismo ha contribuito a mettere in crisi il sistema del finanziamento pubblico al mondo della musica classica che, come è noto, non è redditizio e non è in grado di reggersi su un’economia di mercato (si rilegga la nota legge di Baumol). Poi ci sono alcuni segnali positivi: il livello delle esecuzioni è senz’altro più alto di quarant’anni fa; Internet permette a giovani free-lance di buttarsi nella mischia senza il filtro di editori e case discografiche; l’allungamento delle aspettative di vita fa sopravvivere gli ascoltatori qualche anno in più. Ma non c’è nulla che possa far seriamente pensare a un’inversione di tendenza.
Allora la cosa seria da fare è sapere che si agisce all’interno di una nicchia. Sapere che se un politico decide che è meglio spendere denaro pubblico per sostenere un festival pop anziché un teatro d’opera non ci si può più opporre facendo riferimento a condivise ragioni storico-culturali. Che se vostro figlio vi guarda sbigottito quando uscite per andare al Conservatorio non è affatto detto che un giorno erediterà la vostra passione e il vostro abbonamento, anzi. Che dire che si apprezza la musica classica, quando si esce dal nostro guscio dorato, oggi è davvero equivalente a preferire la Nu-Metal alla Cubana. Ci va bene perché, mediamente, sappiamo ancora incutere un vago timore e dunque spesso ci si tratta con un qualche rispetto. Ma è il genere di rispetto che suscita l’abito grigio che indossiamo quando ci tocca andare a chiedere un fido in banca – non so se rendo l’idea.
Combattiamo per la causa, insomma; ma facciamolo come in un videogame: sapendo di perdere."

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Speedster II
view post Posted on 17/1/2005, 13:18




Molto interessante davvero, Potillo.

E soprattutto mi colpisce il paragone con il new metal

La classica è ormai un genere di nicchia come lo è l'heavy metal; nicchie che per di più a tratti (solo a tratti, ovviamente) si sovrappongono...
 
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Johnc8823
view post Posted on 29/4/2014, 05:21




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13 replies since 21/12/2004, 10:26   386 views
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