Capitolo 32

Le maledizioni volano ovunque. “State giù!”. Ron e Harry afferrano Hermione e la spingono a terra.
Percy è ancora sdraiato di fianco al corpo senza di vita Fred. “Percy non puoi fare niente!” urla Ron con le lacrime agli occhi.

Ma non c’è tempo per piangere chi è morto, la situazione peggiora: uno dei figli di Aragog, a sua volta gigantesco, si unisce alla battaglia e altri come lui stanno risalendo le mura del castello.

Percy si lancia ruggendo nella mischia, Ron vorrebbe seguirlo “Voglio essere d’aiuto, voglio uccidere dei mangiamorte” dice con il viso deformato dal dolore e dalla rabbia.
Harry cerca di convincerlo che è più utile cercare un altro horcrux piuttosto che mettersi a fare il tiro al mangiamorte, ma Ron vuole vendicarsi.

“Combatteremo! Dobbiamo! per trovare il serpente, ma non perdiamo di vista quello che dobbiamo fare, solo noi possiamo mettere fine alla cosa!” dice Hermione asciugandosi le lacrime, poi si rivolge a Harry “Dobbiamo sapere dov’è Voldemort, avrà il serpente con sé, guarda dentro di lui!”

Harry chiude gli occhi ed è di nuovo “collegato” con Voldemort, i suoi pensieri sono fissi sulla stanza segreta del castello che solo lui può aver scoperto…il ragazzo non può aver trovato il diadema, ma è andato molto più in là di quanto il Signore Oscuro avesse mai immaginato.

Vicino a lui Lucius gli chiede notizie di suo figlio “Se è morto è colpa sua. Non si è unito a me come gli altri Serpeverde, forse ha deciso di stare con Harry Potter?”.

“No, mai”

“Fai bene a sperarlo”.

“Portami Snape, c’è una cosa che deve fare per me”..

Harry ha capito, Voldemort è nella Stamberga Strillante “Non mi cerca, pensa che sarò io ad andare da lui”.

I ragazzi corrono sotto al mantello dell’invisibilità, vedono Draco che implora un mangiamorte “Sono Draco Malfoy, sono Draco, sono dalla tua parte”. Harry schianta il mangiamorte, Draco si guarda intorno sorridendo, Ron passandogli di fianco gli sferra un pugno da sotto il mantello facendolo cadere a terra “E’ la seconda volta che ti salviamo la pelle, bastardo doppiogiochista!” urla Ron.

Un attimo prima che ragazzi escano fuori i ragni giganti attaccano, mangiamorte e hogwartsiani lanciano maledizioni e schiantesimi contro i mostri che li inseguono. Hagrid si corre verso di loro con il suo ombrello rosa urlando “Non fate loro del male!”. Harry lo chiama per farlo tornare indietro, ma lo perde di vista nella mischia.

Superati vari ostacoli, tra cui gli immancabili dissennatori, i tre entrano alla Stamberga dall’entrata sotto al Platano Picchiatore. Harry è lì, come voleva Voldemort, è se fosse una trappola? Comunque sia, ormai ci sono, devono uccidere il serpente e il serpente è vicino a Voldemort e Voldemort è in fondo a quel tunnel. Prima di entrare nella stamberga il trio indossa il mantello.

Voldemort e Snape stanno parlando.
Snape chiede ripetutamente a Voldemort di lasciarlo andare a trovare “il ragazzo” per portarglielo.

Ma Voldemort ha un’idea diversa “Sarà lui a venire da me”.

“Severus ho un problema. Perché non funziona con me?” dice Voldemort tenendo in mano la bacchetta invincibile.

“Mio signore, non capisco, avete fatto magia straordinarie con quella bacchetta”

“No, sono io straordinario, non è stata la bacchetta, non c’è differenza tra quello che faccio con questa bacchetta e quello che facevo con quella datami da Ollivander molti anni fa. Nessuna differenza. Sai qual è il motivo Severus?”

“No, mio Signore, ma vi prego lasciatemi andare a trovare il ragazzo”

[…]

“Verrà da solo. La mia preoccupazione è quello che accadrà quando incontrerò il ragazzo”.

“Ma, mio signore, non ci sono dubbi..”

“C’è un dubbio Severus, c’è un dubbio”.

“Perché le mie due precedenti bacchette hanno fallito quando dirette contro Harry Potter?”

“Non lo so mio Signore”.

[…]

“Adesso ho la bacchetta invincibile, la bacchetta del destino, presa direttamente dalla tomba di Dumbledore”

“Mio Signore, lasciatemi andare a trovare il ragazzo”

“Tutta questa notte sono stato qui a chiedermi perché la bacchetta non fa quello che dovrebbe fare, quello che la leggenda dice che dovrebbe fare, e adesso penso di avere la risposta. Forse lo sai già, sei un uomo intelligente dopotutto Severus. E sei stato un buon servo fedele, mi dispiace per quello che deve succedere”.

“Mio Signore…”

“La bacchetta non può servirvi degnamente perché non sono il suo vero padrone. Appartiene al mago che ha ucciso il suo ultimo padrone. Tu hai ucciso Dumbledore. Finché sei vivo questa bacchetta non sarà mai davvero mia”

“Mio Signore!” Snape protesta sollevando la bacchetta.

“Non può andare diversamente Severus. Devo dominare la bacchetta per poi dominare Potter”

E Rilasciata Nagini dalla sua gabbia Voldemort le ordina “Uccidi”.

Il serpente attacca Severus, lo fa cadere e lo colpisce a morte e Voldemort freddamente dice “Mi spiace” e lascia la stanza seguito dal Nagini.

Harry si toglie il mantello, sente il bisogno di avvicinarsi a quel corpo morente. Snape lo vede lo afferra con le poche forze che gli restano, lo avvicina.

“Prendilo….prendilo”.

Un gas blu esce dagli occhi, dalla bocca e dalle orecchie di Snape, Harry lo raccoglie. Sono ricordi.

“Guar…da…mi” dice Snape con le sue ultime energie, e poco dopo aver fissato gli occhi verdi di Harry, Severus muore.