UNA "FAVOLA SHARDANA"

come viveano i Pdm ... foto, disegni rappresentaz. grafiche...

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  1. angiolo1958
     
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    Visto che ancora è lunga l'elaborazione dello studio sul relitto di Uluburun, in quanto " la bella copia " deve essere trasferita in digitale, voglio riportarvi una parte di un argomento che , forse da alcuni può considerarsi 'faula' >> favola<< .La riporto di seguito come l'ho scritta:
    I principali strumenti di navigazione possono concentrarsi , "oggi", ed in modo estremamente essenziale, in : carte nautiche, cronometro, sestante, e bussola. Possiamo dedurre che i nostri avi Shardana possedessero, oltre al sapere tramandatogli oralmente, anche una sorta di mappe realizzate su pelli, o tavole di legno, magari d'argilla, ma l'utilizzo che ne potevano fare era ben lungi dall'essere quello delle nostre carte nautiche. Le loro dovevano sembrare, ai nostri occhi, delle opere artistiche di luoghi, forse con allineamenti già tracciati, con punti cospicui naturali ma anche artificiali, come costruzioni (nuraghe o altro). Non potevano essere in "scala", ovvero riportare in forma ridotta distanze o angoli, ne tantomento rivolte verso Nord, come sono tutte le odierne carte. La loro visione del Nord non doveva essere quella che abbiamo noi, ovvero la direzione del punto in cui l'asse di rotazione della terra di interseca la sfera ipotetica terrestre, doveva essere la Polare, di notte, unica direzione certa, ed il Sole, di giorno, alla sua massima altitudine, ovvero al mezzogiorno locale, che indica, per noi, il Sud, quindi l'opposto della direzione della Polare, per Loro. E dovevano aver sicuramente notato che la sua massima altezza la raggiungeva al mezzogiorno d'estate, e la sua minima al mezzogiorno d'inverno, quindi questo ripetersi, questa costante nel tempo.
    Il cronometro, che di fatto è un orologio molto preciso e posto in luogo assai riparato di ogni odierna nave, oggi indica, su tutte le navi che sono per i mari di tutto il mondo, l'ora esatta di Greenwich. Per non farla troppo lunga, l'ora che esso segna è fondamentale per la determinazione della longitudine, coordinata che, insieme alla latitudine, fa sì che un navigante sappia dove si trova > su una carta nautica <.
    Il massimo che posso razionalmente supporre è che i Shardana tenessero il conto dei giorni di navigazione, tutt'al più frazioni di esso, e che quindi, vista la difficoltà prettamente matematica di determinare la longitudine, approssimassero di molto questo parametro essenziale di identificazione della loro posizione. Il setante, è uno strumento atto a determinare l'angolo tra due punti osservati. Che conoscessero la misura degli angoli può ipotizzarsi certa, come sicuramente conoscevano le altre misure, lunghezza, peso, volume; ma non c'è dato sapere quale fosse esattamente il sistema usato, se sessaggesimale, centesimale, a quarti ?? Al navigante di oggi serve allo stesso scopo. In navigazione astronomica per eccellenza misura l'angolo tra un astro (sole, luna pianeti e stelle) e l'orizzonte marino; dopo una serie di calcoli e l'utilizzo essenziale dei dati riportati sulle effemeridi (tavole che danno le coordinate astrali degli astri suddetti e di 74 stelle per ogni istante dell'anno), si giunge a determinare l'esatta posizione della nave, sempre su una carta nautica. L'uso che i Shardana potessero farne, e Vi garantisco che è più semplice di quanto crediate, dovrebbe essere stato quello di determinare la LATITUDINE, che attraverso misurazioni già effettuate da loro predecessori, potevano determinare, in concomitanza di altri rilevamenti (quali il tempo) anche una buona ed approsimata posizione della loro nave. Sarei lieto di discuterne con altri esperti, ma sono convinto che visto le attuali nostre conoscenze, non vi sia alcun elemento di discordia in tal senso.
    Ed arriviamo finalmente a parlare della fantomatica BUSSOLA.
    Gli aghi posti sotto la 'rosa dei venti' di una moderna bussola magnetica sono di acciaio magnetizzato, ovvero esposti ad alta concentrazione di campo magnetico elettrico (all'interno di una bobbina su cui passa corrente elettrica) per un certo periodo di tempo in funzione dei valori che si vogliono ottenere. Il sistema più semplice, o forse più artigianale, è quello di possedere della magnetite. Questo è un minerale molto diffuso in natura, si raccoglie in piccoli cubi o poliedri nella roccia, è ben visibile quando trovato in filoni minerari, attraente non tanto per la sua particolare forma, ma anche perchè molto pesante. E' il minerale per eccellenza da cui si estrae il ferro, in quanto ne possiede oltre il 74%. Visitate qualsiasi sito in rete che parli di magnetite e ve ne renderete conto. Conosciuta da tutti i popoli antichi, tanto che se ne trovano tracce su ritrovamenti egizi di 4000 anni fa (2000 a.C.). Questo non significa che nel conoscere la magnetite, quindi il ferro, sene conoscesse la metallurgia, ovvero la sua trasformazione in acciaio (che all'inizio può definirsi "dolce", ovvero con una alta percentuale di carbonio). Il ferro come minerale, anche se fuso allo stato in cui si trova in natura, si deteriora facilmente con l'acqua (ossidazione) e non doveva essere considerato un buon metallo per i nostri avi. Solo succesivamente, con l'acquisizione dell'arte della tempera avrebbe avuto l'elogio che merita. Nell'antica Roma ante Cristo, solo gli ufficiali possedevano spade in bronzo, i soldati gerarchicamente inferiori avevano spade in ferro, questo la dice lunga.
    Perchè questa disquisizione sul ferro e, più specificatamente sulla magnetite? Perchè in Sardegna ce n'è molta, ed è concentrata sulle falde di quelle montagne che lambiscono quella meravigliosa pianura che va da Oristano a Cagliari, ove è maggiormente concentrata la presenza di reperti che ci portano ai nostri avi. Certo che conoscevano la magnetite, e che ne conoscessero le proprietà magnetiche. Magari solo per gioco, come pare sia avvenuto in Cina, così dice la leggenda.E' solo l'occhio acuto di qualche marinaio, o sacerdote o persona attenta ai fenomeni astrali, che deve averne notato quella particolarità: piccole lamine libere di ruotare, si orientavano sempre verso la direzione della Polare, di giorno, di notte, quando pioveva o nevicava e quando c'era la nebbia o il sole!
    Ed è per questo che non è fuori luogo affermare che "naviganti esperti" o "popoli del mare" potevano conoscere la bussola. Che l'avessero in qualche modo portata a bordo delle loro navi ( magari non in cima all'albero !).
    Scusate se Vi ho annoiato, ora che 'penso' sia riuscito a postare anche le immagini, Vi manderò quella che per me poteva ragionevolmente essere una bussola Shardana (non oggi!!!) aspetto che Leo pieghi il lenzuolo di Laner, buona notte a tottusu.
     
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174 replies since 9/6/2007, 07:25   9831 views
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