Uriah Heep

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  1. Black Ozzy
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    secondo me è sbagliato solo definirli prog...hard rock lo sono a tutti gli effetti.
     
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  2. * Doom83 *
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    Classic rock per me va bene.
     
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  3. Black Ozzy
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    già meglio di prog...
     
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  4. * Doom83 *
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    Bhé sicuramente ^_^
     
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  5. NIKI_P
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    Demons & Wizards è l'album Rock più bello di sempre nonchè uno dei dieci album più belli della storia della musica.
     
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  6. Black Ozzy
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    CITAZIONE (NIKI_P @ 16/11/2007, 23:06)
    Demons & Wizards è l'album Rock più bello di sempre nonchè uno dei dieci album più belli della storia della musica.

    non posso che quotare quello che hai detto
     
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    Invitarmi a parlare di Uriah Heep (a tutti gli effetti una HARD ROCK band) è meglio che invitarmi a nozze (cosa della quale non potrebbe peraltro fregarmene di meno). Uno dei miei tre gruppi preferiti, una colonna del Rock, una leggenda. Quando, fra la fine ’60 e l’inizio ’70 è nato l’Hard Rock, in Inghilterra sono sempre giustamente menzionati tre gruppi che hanno dato il contributo fondamentale al genere: Deep Purple, Led Zeppelin e Black Sabbath. Non sono abbastanza spesso ricordati quelli che rappresentano la quarta gamba su cui si poggiava quel genere musicale: gli URIAH HEEP.

    Dopo esperienze a partire da metà anni ’60 in gruppi come Stalkers, Spice e Gods, si assesta la prima gloriosa formazione della band (che deve il nome ad un personaggio del romanzo “David Copperfield” di Dickens) attorno a Mick Box (chitarra – l’unico che resterà sempre negli UH), David Byron (voce), Ken Hensely (tastiere) e Paul Newton (basso) . Il ruolo di batterista, per i primi tre album non sarà mai stabile. Nel 1970 il debutto discografico, dal titolo “Very ‘eavy...very ‘umble”, un capolavoro assoluto che assieme a “In Rock” (Deep Purple), “Led Zeppelin II°” e “Black Sabbath” segnerà la nascita dell’Hard Rock britannico. Guidato dal singolo “Gypsy” (tutt’ora uno dei loro brani più famosi e rappresentativi), il vinile è un Hard Rock potente ma sempre con un grande occhio per la melodia, caratterizzato da grandi cori, dall’organo ultrasaturo di Hensley e dalla voce straordinaria di Byron, uno dei più grandi cantanti Rock di sempre. E queste saranno le caratteristiche portanti della loro musica, perlomeno per la prima parte della carriera. L’anno successivo esce il masterpiece “Salisbury”, probabilmente il mio loro disco preferito, con gemme quali “Bird of Prey” (quanti gruppi Power l’avranno imparata a memoria...), “Lady in Black”, la title track, una suite con tanto d’orchestra classica. Sempre del ’71 è “Look at Yourself”, altro disco colossale, di cui ricordo la title track e la commovente, articolata “July Morning”.
    Nel 1972 la formazione si stabilizza col neozelandese Gary Thain, autentico virtuoso del basso, ed il batterista Lee Kerslake, tutt’ora con il gruppo. Quella che sarà la formazione più classica ed amata degli Uriah Heep, farà uscire una serie di capolavori di livello incredibilmente alto. In pochissimi anni vedranno la luce “Demons and Wizard” (1972, con la celebre Easy Livin’), “The Magician’s Birthday” (1972),”Live January 1973”, “Sweet Freedom” (1973), “Wonderworld” (1974). Un’attività così intensa, segnata da un grosso successo, segna delle tensioni interne. Thain, minato da problemi con la droga e da una forte scossa elettrica presa sul palco, uscirà dal gruppo (e purtroppo si suiciderà da li a poco). Il sostituto è John Wetton, reduce dai King Crimson. Seguiranno due dischi, il buon “Return to Fantasy” (1975), che però, accanto ad episodi d’assoluta eccellenza mostra qualche piccolo cedimento, ed il pessimo “High and Mighty”(1976), fin’ora l’unico passo falso della band. Ulteriori tensioni e demotivazioni vedranno l’uscita dal gruppo di Wetton e dal leggendario David Byron, autentico simbolo della band.

    Gli Heep andranno però avanti con il nuovo, eccellente cantante John Lawton, proveniente dai Lucifer’s Friend e dal bravissimo bassista Trevor Bolder, già con gli Spiders From Mars, band di David Bowie. Il risultato sarà ancora un capolavoro, “Firefly” (1977), che con i nuovi elementi (Lawton doveva sostituire una leggenda vivente) chiamati ad una non facile prova, sarà a mio parere all’altezza delle cose migliori dei dischi precedenti. I due dischi successivi (Innocent Victim-’77 e Fallen Angel ’78) invece, pur discreti, non saranno all’altezza del precedente. Di questa formazione esiste un’ottima testimonianza dal vivo con “Live in Europe 1979” (1986).

    Con l’arrivo degli anni ’80, nuova rivoluzione nella formazione: arrivano l’ex Lone Star John Sloman alla voce (certo non all’altezza dei predecessori) e Chris Slade alla batteria. L’album che seguirà sarà il brutto “Conquest” (‘80), uno degli episodi secondo me peggiori della loro discografia.
    A questo punto il successo declinante, la mancanza d’ispirazione e i continui cambiamenti di formazione portano la band alle soglie dello scioglimento. Sloman, Slade, Bolder e Ken Hensley, colonna portante del gruppo e principale compositore dei più grandi brani escono.
    Mick Box però non si perde d’animo. Recluta il cantante dei Trapeze (ex gruppo di Glenn Hughes) Peter Golaby, il tastierista degli Heavy Metal Kids John Sinclair, ed il redivivo Lee Kerslake, reduce dall’esordio solista di Ozzy Osbourne “Blizzard of Ozz”, in compagnia del bassista ex Rainbow Bob Daisley. I dischi che usciranno con questa formazione (Abominog-1982 ed Head First-1983) saranno di buon livello, con uno spostamento verso sonorita più americaneggianti. Il siccessivo “Equator”, oltre a vedere il ritorno di Trevor Bolder al basso (tutt’ora con la band) vede accentuare le tendenze AOR. Il tour di questo disco toccherà anche l’Italia. Nella Pasquetta del 1985 ero a Bologna a godermeli dal vivo, concerto indimenticabile.

    Segue qualche anno di silenzio, in cui la band si riassesterà. Arriveranno il tastierista Phil Lanzon ed il grandissimo vocalist Bernie Shaw (entrambi ex Grand Prix), che rievocherà più di tutti le gesta di David Byron. Il ritorno è alla grande, con lo splendido “Live in Moscow” (1988). Arriveranno anche le prove in studio: Raiging Silence-’89, Different World-’91, Sea of Light-’95 (splendido, il migliore di questa formazione) e Sonic Origami-’98. Lavori mediamente di buon livello, con qualche picco qua e la. Dal vivo assolutamente formidabili, in assoluto uno dei più bei concerti che si possano vedere. Ed infatti, in questi unltimi anni la produzione di CD live è stata massiccia: Spellbinder-’96, Future Echoes of the Past-2000, Acoustically Driven (live in acustico) ed Electically Driven (2001), Magician’s Birthday Party (2002) che vedrà ospiti come Ian Anderson e gli ex Lawton ed Hensley.

    Che dire, con l’ultima formazione me li sono visti altre 8 volte dal vivo ed è sempre stata un esperienza incredibile. Uno dei più grandi gruppi di sempre, con brani fantastici che appartengono alla storia del Rock, una serie quasi ininterrotta di grandissimi cantanti, una carriera straordinaria con più di 30 milioni di dischi venduti in tutto il mondo.

    Per saperne di più: http://uriah-heep.com (sito ufficiale)
    http://www.uriah-heep-italia.com/ (sito italiano)
     
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  8. the purple
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    beh.. indipendentemente dal genere di appartenenza, posso dire che sono uno dei gruppi che più mi piace ascoltare e riascoltare. Anche se mi manca vergognosamente Salisbury..
    Una cosa che ho notato però è che è poco nominato The Magician's Birthday, primo album loro che ho ascoltato (e amato tanto..)
     
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    Mi sono arrivati un po' di link di nuovi brani eseguiti dal vivo in alcune date tedesche, che faranno parte del nuovo album, "Wake The
    Sleeper", che dovrebbe uscire in primavera:

    https://www.youtube.com/watch?v=Rp86NiXYkFk
    https://www.youtube.com/watch?v=w01kmKycLwE
    https://www.youtube.com/watch?v=U7PdjHoPGew
    https://www.youtube.com/watch?v=NYUJi4Kfko8

    Se questi sono i presupposti, è già il disco del 2008!
     
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  10. * Doom83 *
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    Qualcuno sa se esiste un live in cui fanno Salisbury?
     
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    CITAZIONE (* Doom83 * @ 3/1/2008, 12:02)
    Qualcuno sa se esiste un live in cui fanno Salisbury?

    Se intendi come Salisbury la suite orcestrale dell'ononimo album allora no, se invece intendi brani tratti da quel disco, ce ne sono un paio in giro per i loro live:
    Lady in Black: Live in Europe 1979; Spellbinder; Future echoes of the past; Acustically Driven;
    Bird of Prey: Live in Moscow; Future echoes of the past; Electrically Driven;
     
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  12. * Doom83 *
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    No io intendevo la suite orchestrale....peccato.
     
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    C'è una petizione online alla casa discografica, per aiutare gli Uriah Heep a far uscire il loro nuovo disco (che dai brani live che si sono sentiti dovrebbe essere molto bello), si firma a questo link: http://www.petitiononline.com/uhwts/petition.html
    Datevi da fare!
     
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    E finalmente è uscito! A ben 10 anni di distanza dall'ultimo lavoro in studio, l'ottimo "Sonic Origami", nei quali la band è stata comunque molto attiva dal vivo, pubblicando anche degli egregi dischi live, mi sto ora ascoltando il nuovissimo "Wake the Sleeper".
    Che dire? Magari sarò di parte, non so... però la prima cosa che ho pensato quando l'ho ascoltato è stata "sto giro gli Uriah Heep si sono ricordati di essere gli Uriah Heep!". Insomma, un disco veramente spettacolare, a tratti clamoroso. Direi senza esitazioni che è in assoluto una delle cose migliori pubblicate dalla leggendaria band inglese da una trentina di anni a questa parte. Gli ingredienti che hanno reso immensa la band ci sono tutti: melodie, cori, organo Hammond a profusione, lo wah wah di Mick Box, i brani al tempo stesso epici, evocativi, ma anche melodici e mai stucchevoli o fuori dalle righe. Riescono ad essere stilisticamente coerenti col loro sublime passato senza ricalcarlo a carta carbone, dando lezione di stile ad un esercito di power metallari dell'ultima o penultima ora, che devono un tributo incalcolabile al gruppo di Mick Box. Tutti i componenti del gruppo sono al meglio della forma, col nuovo batterista, Russel Gilbrook che si dimostra veramente un acquisto egregio (Lee Kerslake ha purtroppo dovuto lasciare dopo una vita per problemi di salute), potente e tecnico quanto serve, Phil Lanzon va di Hammond che è una meraviglia, Trevor Bolder da l'ennesima prova di essere uno dei più grandi e sottovalutati bassisti della storia del Rock e Bernie Shaw da l'ennesima dimostrazione di essere il vero erede di David Byron, e scusate se è poco...
    Insomma, se non è già il disco dell'anno poco ci manca, l'unica cosa è la speranza che non resti negli scaffali e non venga poco considerato al di fuori della cerchia dei fans perchè magari qualcuno può pensarli un gruppo "vecchio" o puttanate del genere.
    Fatevi un grande favore, comprate questo disco e godetene, roba così bella è rara, al giorno d'oggi
     
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    let's gore

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    l'umida como

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    Ho comprato sabato su fiducia Demons and wizards.
    son da spostare immediatamente in hard rock (sia perchè è hard rock sia perchè li DEVO avere nella mia sezione) :sbaaaav:
     
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42 replies since 14/5/2007, 16:23   699 views
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