LA VERA SIBILLA

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marina53
TOPIC_ICON6  view post Posted on 7/5/2007, 20:50 by: marina53




Cenni storici
La storia della Vera Sibilla è semplice e suggestiva al tempo stesso, intrisa del romanticismo tipico dell'epoca nella quale questo "gioco per interrogare i destini" è stato concepito e realizzato. Tracciarne con precisione assoluta i capitoli fondamentali non è tuttavia ogget-tivamente semplicissimo, anche perché un'impresa di questo tipo richiederebbe tempi di ricerca assai lunghi e laboriosi, degni di un'opera a sé stante.
E' dalla fine del '700 che iniziano a manifestarsi i primi timidi ma concreti tentativi da parte di veri e propri pionieri di quest'arte divinatoria, orientati a dar vita a forme autonome di cartomanzia figurata. L'idea nasce dalla volontà e dalla necessità di creare tavole illustrate il cui carattere allegorico fosse esplicitamente rivolto a facilitare e semplificare l'interpretazione cartomantica non più intesa come applicazione secondaria e quasi abusiva dei comuni giochi di carte adoperati per passatempo, bensì quale fine primario e preferibilmente unico, rivendicandone in questo modo l'indipendenza dal modello di carta "profano" e la stretta peculiarità fino ad allora mai apertamente affermatasi. Si tratta in genere di mazzi ispirati ad un linguaggio simbolico talvolta fantasioso o influenzato da vaste componenti di ordine mitologico, in alcuni casi vagamente iniziatico, più spesso aderente al significato tradizionalmente attribuito ai Tarocchi.
La capillare e apprezzata opera divulgativa e l'intraprendenza di personaggi non privi peraltro di aspetti alquanto pittoreschi, come Etteilla e M. Lenormand, contribuiranno efficacemente alla diffusione e al successo in gran parte d'Europa di mazzi per cartomanzia di ogni genere.
Dall'inizio del XIX secolo in poi, la moda dilaga oltre i confini e i limiti dei tetri antri delle fattucchiere, delle stamberghe sulfuree di zingare e sibille o dei più lussuosi e professionali studi o "gabinetti per consultazioni" delle più famose e affermate veggenti. I misteriosi e affascinanti giochi per conoscere la sorte entrano nei salotti e negli angoli discreti della vita quotidiana, suscitano interesse e curiosità senza distinzione di classe o ceto sociale, sfidando i veti e le condanne di un bigottismo intollerante, diventano lo svago appassionante o la consolazione di nobili dame e di semplici popolane. Il segreto appuntamento con un destino di volta in volta ironico, complice, beffardo, amico, ostile, leale o menzognero, ma sempre utile per coltivare una speranza, un'illusione o un sogno. Le carte che compongono "La Vera Sibilla" così come oggi la conosciamo non nascono dalla fertile fantasia di un artista contemporaneo o moderno, come molti credono. La fonte alla quale si è ispirato l'anonimo illustratore per dipingere le cinquantadue tavole divinatorie si perde nei primi e numerosi giochi di cartomanzia apparsi in Europa nei primi decenni del XIX secolo. Dalla seconda metà dell'Ottocento in poi, sull'onda di un crescente interesse per l'occulto che investe tutto l'occidente, si diffondono vari mazzi di carte riconducibili in qualche modo all'attuale Sibilla. In particolare, riusciamo a cogliere alcuni tratti caratteristici che possiamo collocare alle sue origini in un gioco di 36 carte figurate, con didascalie esplicative in cinque lingue comprendenti l'italiano, edito dalla Piatnik a Vienna e Budapest. Questo mazzo nel quale il simbolismo di base della Sibilla appare ben delineato e strutturato in una forma che rimarrà pressoché inalterata, verrà riproposto dalla stessa Casa nel primo Novecento, con illustrazioni differenti e l'aggiunta nelle spiegazioni della lingua inglese. A Torino, senza indicazione dell'editore e dell'anno di stampa (ma fine '800), viene pubblicato un mazzo dal titolo "La Scienza di leggere nell'avvenire colle carte - dedicato al bel sesso", in elegante contenitore cartonato e libretto esplicativo. Più o meno nel medesimo periodo la ditta Solesio di Genova da alle stampe un gioco di 52 carte, molto belle, dal titolo "La Vera Sibilla". Viassone di Torino propone invece una versione limitata a 32 carte, intitolate "Bonaventura", nella quale compare in alto a sinistra il simbolo corrispondente alle carte francesi. Due ridottissimi giochi privi di ogni riferimento utile per identificare l'editore o il luogo di stampa, appaiono con i titoli "La Sibilla del Gentil Sesso - solo per Signore e Signorine" e "Segreti e Passioni di Nostradamus". Troviamo finalmente i modelli originari della nostra Sibilla in tre mazzi assai interessanti e di ottima qualità. Il primo, 52 carte della Armanino di Roma, nel quale le classiche figure si presentano in una forma che si avvicina sensibilmente all'ultima versione. La seconda, ancora di 52 carte, mancante di qualunque indicazione, recante il titolo "L'Arte per scoprire i segreti del Passato, Presente e Avvenire". Il terzo, "La Vera Sibilla", con "52 tavole colorate e istruzioni -passatempo dedicato al gentil sesso", della Casa editrice Milano. Altro gioco curioso nel quale troviamo immagini e simboli analoghi alla Sibilla, appare a Palermo negli anni '30, con l'altisonante titolo "II Futuro rivelato attraverso il Linguaggio dei Simboli - La Fede è Luce, Sapienza e Verità", in 36 carte " di facile interpretazione" a cura della Signora Diana Légrange della Società di Studi Psichici Sperimentali "Alfa".
E giungiamo alla edizione definitiva della "vera Sibilla", uscita negli anni '40 dalla ditta Morreale di Milano. Le 52 carte appaiono riunite in una magnifica custodia cartonata color argento, assieme al noto libretto di istruzioni firmato dal "famoso cartomante" Docteur Marius, che da allora sarà unito al corredo della Sibilla in ogni successiva edizione.
Ma il vero successo e l'affermazione pressoché completa della "Vera Sibilla" è affidato alla ottima edizione curata dalla Casa che attualmente produce e distribuisce il mazzo, la Masenghini di Bergamo. Ad essa va il merito di aver creduto in questo "gioco dei destini", sostenendone la validità anche in periodi ben diversi dall'attuale, in cui il solo parlare di cartomanzia poteva suscitare sospetti o ilarità. E di aver attivamente e costantemente contribuito alla sua diffusione e alla sua popolarità fino a renderlo uno dei più importanti e rappresentativi punti di riferimento per l'Arte Divinatoria in generale e in special modo per la Cartomanzia italiana
 
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