A.A.A. Cercasi adulto promettente che possa fare da Supplente, Colloquio Supplente Camillo Breendbergh

« Older   Newer »
  Share  
Camomillo
view post Posted on 7/3/2024, 10:47 by: Camomillo
Avatar

Triste, come chi ha perso il nome delle cose.

Group:
Negoziante
Posts:
884
Location:
Cioccolatino Amarena Mostarda Idromele Lampone Limone Oreo

Status:


camillo breendbergh ▸ 20 anni ▸ supplente in prova
5mtQebGLa situazione nell’aula era un pandemonio e quando Breendbergh fece il suo ingresso, si sentì a suo agio con il caos che permeava l’ambiente. Mentre si avviava verso la cattedra, un ricordo vivido del suo periodo tra i banchi di scuola rinfrescò la sua mente, logorata per l’interazione con la segretaria Darmont, per quanto fosse stata breve. Ancora nutriva forti sospetti sulla sua figura, il suo collegamento con Argus Gazza, e dire che si sorprese nel vederla continuare a svolgere la propria mansione indisturbata era un eufemismo in piena regola. Detta in parole povere, avrebbe voluto carbonizzarla in loco, ma dovette fare buon viso a cattivo gioco e mostrarle una faccia da culo. Non si trovava lì per indagare, men che meno per giustiziarla arbitrariamente. Si limitò ad accogliere la sua richiesta come se i loro trascorsi non si fossero mai verificati, mostrandosi affabile, in favore di una buona prova come aspirante supplente. Forse, si disse, ci avrebbe pensato in seguito, una volta ottenuta la carica a cui ambiva, ma per l’appunto se ne sarebbe preoccupato in seguito.

Per quanto riguardava la questione della docenza, si sentiva abbastanza rilassato. La fiducia che riponeva nelle sue abilità come trasfiguratore rasentavano i livelli di un delirio maniacale di onnipotenza. Per non parlare del fatto che insegnare ciò che amava, tutto sommato, non gli riusciva poi tanto male. La sua esperienza in Atelier, con Lex, Niah, fornitori e clienti vari, gli dava le conferme di cui aveva bisogno, in tal senso.
Tirate le conclusioni, gli studenti avrebbero avuto a che fare con un insegnante che trasmetteva loro la propria serenità d’animo e l’amore per la materia. Ciò non voleva dire che si sarebbe lasciato sopraffare da una manica di scappati di casa, ma per fare una singola cosa, esistevano piú di mille modi. Si promise di non essere il rompicoglioni di turno, quello burbero e fin troppo austero nei confronti delle nuove leve. Tantomeno di lasciare che si prendessero troppe libertà. Sapeva come trovare il giusto equilibrio.

Raggiunta la sua postazione, dietro la cattedra di legno, rimase in piedi, silenzioso, osservando il delirio dipanarsi nell’ambiente, attraverso le lenti dal gradiente chiaro. Individuò subito un paio di elementi che gli sarebbero tornati utili per richiamare l’attenzione dei suoi studenti. Gli stessi elementi che si erano rivelati la principale fonte di distrazione.
Aveva deciso di richiamarli a sé, con due colpi rapidi della bacchetta. La pallina di carta stagnola, all’apice di un lancio da manuale, l’avrebbe appellata con un Accio, non verbale, ed aveva intenzione di ripetere la medesima scena con una cioccorana ancora intera, per risparmiarla da un destino funesto. Dopo il primo salto, quelle esaurivano la loro vitalità e se ne stavano ferme dove atterravano.
La procedura era la stessa da ché l’incantesimo era stato inventato. Avrebbe puntato il Salice, prima sull’uno e poi sull’altro bersaglio, ed enunciato mentalmente la formula, accompagnata dal nome dell’oggetto designato, intenzionato acchiapparli con la mancina una volta che lo avessero raggiunto. Una volta attirati a sé, li avrebbe posati sulla cattedra e si sarebbe presentato alla classe, seppur non in maniera convenzionale. Avrebbe omesso le proprie generalità, con tutte le buone ragioni del mondo, mettendo comunque in chiaro quale fosse il suo ruolo. Bussò vigorosamente con le nocche per tre volte, facendo riecheggiare il canto del legno massiccio.
«Buongiorno a tutti, vedo che avete energia da vendere, quindi direi che possiamo sfruttarla al meglio per la lezione di oggi!». Si sarebbe espresso con un tono raggiante, ed un volume della voce misurato per sovrastare il chiacchiericcio e gli schiamazzi. Avrebbe mostrato il suo solito sorrisetto divertito, mentre saltando la montatura, lo sguardo spensierato avrebbe fatto una panoramica della classe, pronto a soffermarsi ed affondare nelle pupille di chiunque avesse mostrato una carenza di disciplina.
Il contatto visivo, per sua esperienza personale, era più che sufficiente per richiamare all’ordine un subordinato, specialmente ora che si trovava in una posizione di potere, ma se non fosse bastato si sarebbe inventato qualcosa. In linea generale, a nessuno piaceva essere preso di mira da chi aveva l’autorità per fargli passare un brutto quarto d’ora, ma i preadolescenti – così come gli adolescenti – a volte sapevano rivelarsi delle vere e proprie spine nel fianco.

«Noto con piacere che alcuni di voi hanno una certa predisposizione nel manipolare gli oggetti, ma quello che mi interessa davvero è sperimentare la vostra creatività». Avrebbe lanciato un paio di occhiate d’interesse sia al gruppo che si dilettava a scagliarsi la stagnola accartocciata, sia ai marmocchi che sadicamente squagliavano le rane di cioccolata. Questi ultimi, a dire il vero, erano quelli in cui riponeva la maggior fiducia. Non avrebbe escluso nessuno dei presenti, tuttavia, nemmeno i piú timidi.
La scelta delle parole non era casuale. Per quanto fosse poco ortodosso, voleva incoraggiare anche gli animi che avevano dimostrato una maggiore vivacità a sperimentare con le trasfigurazioni più eccentriche e fantasiose. Quello che aveva fatto prima, però, era mirato a destare la curiosità dei presenti, con la promessa di lasciare che dessero sfogo al loro lato piú artistico. Arrivò al dunque.

«Oggi tratteremo una nuova classe di incantesimi, un’aggiunta estremamente versatile al vostro repertorio, quindi prestate attenzione». Avrebbe spiegato entusiasta, dando loro una piccola dimostrazione pratica.
Sulla cattedra altresì libera, gli studenti avrebbero potuto notare i due oggetti di cui si era appropriato.
Partendo con ampi cerchi in senso antiorario, avrebbe gradualmente ristretto il perimetro tracciato dalla bacchetta; entrambi gli elementi, sarebbero rimasti all’interno dell’area disegnata dai movimenti circolari, anche quando questa si fosse ristretta. Da prassi, gli obiettivi della trasfigurazione sarebbero rimasti prossimi alla sua figura per tutta la durata di quel rituale, mentre il supplente in prova si concentrava sulla proprietà da trasferire, immaginandosi la superficie della ranella acquisire la lucidità argentea e riflettente della stagnola. Al completamento dell’ultimo cerchio, quello piú stretto, avrebbe enunciato mentalmente la formula “Commuto”, in concomitanza con la leggera stoccata necessaria.
E così, se fosse riuscito nell’intento di trasferire la qualità desiderata alla cioccorana, si sarebbe rivolto alla classe.

«Qualcuno sa dirmi qualcosa riguardo gli incantesimi di Scambio?». Avrebbe poi domandato, con il primo indizio evidente sotto gli occhi della classe intera, ed il secondo intrinseco nella domanda posta.
«Per la risposta corretta e piú esaustiva, ci sono 51 cioccorane come premio, quindi non siate timidi e fatemi vedere qualche braccio alzato». Avrebbe promesso, prendendo in prestito dalla sua dolce metà il vizio di sparpagliare dolciumi ai propri studenti. Non che volesse farle concorrenza, certo, ma riconosceva fosse un buon incentivo per spronarli a partecipare attivamente alla lezione.
Lezione che era appena cominciata.

”Fate pure bordello, affari del bidello”



Tutto al condizionale e via! :ph34r:

 
Top
10 replies since 6/3/2024, 21:36   277 views
  Share