Corso di Smaterializzazione, Parte Teorica

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view post Posted on 29/3/2024, 17:43 by: ~ En
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Weave, weave the sunlight in your hair...

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what if i got weirder
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aru percorre distrattamente con lo sguardo l’intero perimetro dell’aula di Smaterializzazione. L’agenda non si schioda di un millimetro dalla sua posizione protettiva, totalmente dimenticata là dalla sua padroncina disorientata e mentalmente assente. Non è affatto abituata a dover attendere che le cose comincino (non le è mai capitato, ripensandoci). Fino a dieci minuti fa era molto fiera di sé per la straordinaria impresa appena compiuta. Ora, ad esperimento fatto (e tutt’ora non finito), deve ammettere che non è per niente una fan. 0/10, would not recommend, ma letteralmente chi glielo fa fare alla gente di arrivare con largo anticipo ai luoghi di ritrovo? Esperienza da non ripetere in un futuro prossimo.

L’occhiolino divertito di Helena la riscuote dalla rêverie mista a borbottio interiore in cui è immersa abbastanza da strapparle un ghigno altrettanto ammiccante. Il Ballo dei Draghi è stato uno spasso (ed è anche e soprattutto merito della sua partner di danze nonsense), c’è poco da fare. Osserva la concasata prendere posto accanto ad una ragazza castana che non riconosce. Per un istante, lo sguardo smeraldino della sconosciuta incrocia quello nocciola di Haru. Da ghigno furbesco e complice rivolto alla concasata, il sorriso di Haru si fa invece curioso e cordiale. La Tassorosso accenna un saluto con la mano alla sconosciuta, ripromettendosi di chiedere intel a Mademoiselle Whisperwind sulla sua presunta amica(?) dagli occhi di bosco. Mademoiselle Whisperwind non gliela racconta giusta, pensa. Un angolo della bocca si incurva all’insù.

Sporgendosi un po’ a scrutare il resto dell’aula, Haru intravede prima il suo Prefetto del corazón e poi il suo Prefetto-San-Francesco. Il cenno che rivolge a Draven col capo è giusto un pelo più sogghignante del necessario, ma è più forte di lei: semplicemente lo guarda e non può fare a meno di pensare che starebbe alla grande a capo di un’armata di brontosauri; Camille si becca invece un sorriso caloroso e intenerito al pensiero della prossima seduta di pet therapy che indubbiamente condivideranno a breve.
Incrocia occhiate di studenti mai visti prima d’allora su cui non si sofferma con particolare attenzione. Verrà il tempo di farci amicizia e di adottarne anche di altri, ne è certa. Non vede l’ora. Sta ancora studiando il lento fluire di nuovi studenti più (letteralmente i suoi bro) o meno (i bro a cui avrebbe dovuto chiedere una mano, invece di farci inutilmente l’orgogliosa per tentare di giungere a destinazione in perfetta autonomia) spaesati nell’aula, quando un rumore di passi accanto a sé la avverte che qualcuno le si sta avvicinando.
Si volta in automatico verso la sorgente del suono, imponendosi di non farlo troppo velocemente. Come sempre, la tentazione c’è ed è molto forte, ma le è parso di capire in diverse occasioni che non sia proprio buona norma farlo. Ritarda abbastanza a lungo l’azione da osservare la ragazza (mai vista prima) giusto sedersi accanto a lei. Le piace la naturalezza un po’ spaccona con cui l’altra prende posto al suo fianco, invece di porsi dubbi sul fatto che la Tassorosso la voglia là. Dal canto suo, Haru non potrebbe essere più contenta; ha il petto invaso dello stesso calore che prova quando un micio scostante la sceglie apposta per accoccolarcisi accanto. Tanto più che non può fare a meno di notare un lieve tremore nelle mani dell’altra quando posa la bacchetta sul banco. Impensierita ma determinata a non corrucciare la fronte in un’espressione visibilmente preoccupata, Haru si chiede se la sconosciuta non sia più nervosa di quanto non voglia dare a vedere. Beh, tempo di mettere in atto la strategia Adotta-Anche-Tu-Un-Altro-Micetto-Scostante-E-Fallo-Sentire-A-Suo-Agio, no?
Haru inclina la testa di lato, pronta a concentrare i fanali della sua attenzione interamente sulla nuova arrivata. Ha una missione. L’obiettivo le è chiaro. La vittima prescelta anche.
È l’altra a esordire inaspettatamente con un «Nieve Rigos, incantata!», ma quella che resta incantata per qualche secondo di troppo è Haru. La bocca si schiude in una piccola ‘o’. Imbambolata, la fissa senza dire una parola. Nota a malapena l’intonazione nordica che sfuma i contorni delle sue parole. Poi, finalmente, si risveglia. «Nieve Rigos, incantata!», ripete meccanicamente la Tassorosso. Improvvisamente acutamente consapevole della gaffe, le guance di Haru diventano color granita al lampone.
«Ehm… No, in realtà io», si corregge Haru, indicando sé stessa nel vano tentativo di rammentare al proprio cervello di chi sta parlando, «sono Min Haru. Haru e basta». Riflette per qualche istante. «E tu», indica Nieve, sempre per imprimere la direzione corretta alla propria mente, «Tu sembri fatta della stessa sostanza della luna». Gli occhi di Haru vagano curiosi dalla chioma candida alle iridi nivee dell’altra ragazza, e poi al contrario.
Contagiata dal luccichio mischievous dello sguardo dell’altra, il sorriso di Haru prende a sua volta una piega dispettosa ed entusiasta. «È un piacere conoscerti. Ah, e sappi che non mi ricordo già più il tuo nome. Ero troppo concentrata a non sbagliare il mio».
Che poi ha effettivamente sbagliato comunque, ma nel senso.


*poses for the security camera*


INTERAZIONI: Helena Whisperwind, Lyvie Synfenir, Draven Shaw, Camille Donovan, Nieve Rigos

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