Corso di Smaterializzazione, Parte Teorica

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Megan M. Haven
view post Posted on 26/3/2024, 17:48 by: Megan M. Haven
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Ocean eyes.

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Megan M. Haven | 19 yo
corso smaterializzazione.



Numerosi passi lenti, veloci. Rumore di sedie trascinate, zaini e borse a terra, pergamene sui banchi, il tintinnio di penne e pennini. L’aula si stava riempendo lentamente. Figure indistinte si fecero largo occupando gli ultimi posti vuoti. Voci eccitate per l’incontro, altre assonnate. Megan non seguì la scena attorno a sé, rimase con la testa appoggiata alla spalla di Draven, la mano destra intrecciata nella sua. Il pollice accarezzava con delicatezza la sua pelle, la calma in cui si riversava sembrava intangibile.
Lo sguardo, da quella posizione, non aveva abbandonato Alice. Dopo averle rivolto un sorrisino beffardo - in risposta alla sua affermazione - aveva seguito i suoi movimenti, posto degli interrogativi a se stessa che per l’ennesima volta si ritrovò ad elaborare dando una definizione a quello che sembrava un comune comportamento difensivo. Tutto suggeriva che indossasse una maschera sebbene il sorrisino e l’aria apparentemente gentile, circostanziale, con cui forse pensava di poter vincere contro qualsiasi cosa. La schiena sosteneva il corpo stanco sulla sedia, spalle dritte ma leggermente infossate verso l’interno. Se ne stava composta, attenta, lo sguardo dritto avanti a sé per catturare ogni minimo movimento dell’uomo. I lunghi capelli rosso vermiglio le ricadevano lungo le spalle, come onde di sabbia e metallo riflettevano la luce che si diffondeva nella stanza aumentando d’intensità man mano che il giorno prendeva spazio sulla terra. Si chiese a cosa stesse pensando in quel momento e, inevitabilmente, se dall’ultima volta che l’aveva vista felice, o così le era parso, fosse cambiato qualcosa. Si costrinse ad abbandonare quei pensieri, socchiuse le palpebre un paio di volte per tornare a mettere a fuoco tutt’intorno. Incontrò lo sguardo di Lyvie in mezzo alla stanza e ricambiò il saluto: strizzò naso e alzò il mento in un’espressione curiosamente dolce.
«Tutto ok?» chiese poi rivolgendosi a Jean con un piccolo bisbiglio. Non sapeva come stesse da un po’ e solo in quel momento si rese conto della distanza che nell’ultimo periodo, involontariamente, le aveva costrette a discutere nient’altro che di lavoro per la casa Corvonero, per il castello e le sue esigenze e l’Ars Arcana. Con la mano libera le toccò il ginocchio. Sorrise verso la sua direzione assicurandosi che fosse presente a se stessa, poi le parole dell’uomo riecheggiarono nella stanza, placide. Il suono limpido, il silenzio tutt’intorno. Megan si abbandonò a un lungo sospiro, posò gli occhi sul ministeriale e ascoltò ogni singola sillaba.
Dunque, in quanti resteremo fino alla fine? Si chiese. Per la prima volta, portò realmente l’attenzione sulla classe e si concentrò sui presenti. Certamente le file dei minorenni erano in netta maggioranza. Riconobbe Nieve, Helena, Camille e alcune nuove leve della casa Tassorosso. Sistemò sul banco il necessario per prendere appunti, la borsa oscillò lungo la spalliera della sedia per l’assenza del peso e tintinnò sul legno.
«Hai una penna e fogli in più?» bisbigliò Draven. Annuì in risposta e allungò ciò che le aveva chiesto. Rimase in attesa, gli occhi fissi lungo la fila di banchi dinanzi a sé persi nel vuoto.

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Menzioni: Alice.
Interazioni: Lyvie, Jean e Draven.
 
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