Non guardare giù, privata

« Older   Newer »
  Share  
.Urania
view post Posted on 1/1/2024, 21:32 by: .Urania
Avatar


Group:
Auror
Posts:
684

Status:



Non guardare giù

uIamdXN
Era
ovvio che non avrei trovato il davanzale così facilmente. Anche un solo metro poteva essere una lunghezza infinita per me, figurarsi tastare alla cieca alle mie spalle un muro scivoloso come l'olio. Mi fermai e sollevai lo sguardo nella direzione del ragazzo quando lo sentii muoversi. Disse qualcosa sui migliori ospiti del San Mungo dei quali io facevo parte o qualcosa del genere. E certamente non potevo dargli torto visto che si poteva dire che fossi tra i residenti più longevi. Il ragazzo parlò ancora e quando mi disse di aspettarlo, che voleva aiutarmi, mi fermai. Dal suo sguardo e dal tono di voce mi era parsa spontanea premura la sua e non potevo reagire male a delle buone intenzioni. Ecco perché cercai in tutti i modi di non apparire sgarbata quando fu vicino a me.

«Ti ringrazio ma...» mormorai con il richiamo di una fitta di dolore nella voce, «...vorrei farcela da sola. Se mi aiuti solo a tornare dritta. Vorrei provare-» aggiunsi quindi, facendomi guidare dal suo braccio per cercare il bordo del davanzale. Quando finalmente fui in piedi tirai via un sospiro stanco e mi appoggiai con i fianchi alla finestra per riposare appena.

Quando parlò ancora, guardai alle sue spalle i fiori e le altre cose appoggiate tra il mobiletto e la poltroncina. Un profumo delizioso che cercava una corrispondenza con i miei ricordi - quel profumo così familiare di cibo cinese - risvegliò in me una memoria improvvisa. Come un tassello che andava a conficcarsi nel punto giusto del puzzle.

Era estate. Un mese dopo essere diventata Recluta. Dorian - Didi e Kappa mi avevano fatto visita nella mansarda che avevo affittato quando avevo ottenuto l'incarico. Il profumo degli spaghetti saltati, gli involtini fritti e i ravioli cinesi li aveva accompagnati e aveva riempito quella sera ormai lontana - che mi sembrava lontana cent'anni. E così, a ripensare alla convivialità di quegli istanti avevo immaginato che chiunque fosse il destinatario dei ravioli di XiaoXì doveva essere un amico caro. Che lo stava aspettando e che avrebbe vissuto con lui qualche attimo di spensieratezza e condivisione che in quel momento a me apparivano inacciuffabili.

«Non sono per me» scossi la testa. «Non è giusto, mi dispiacerebbe troppo per Aston» sorrisi abbassando lo sguardo. E un po' invidiai questo Aston. Per i motivi sopracitati mi feci trasportare da un po' di egoismo e un po' di leggerezza al pensiero che, dopo tutto quello che i miei familiari avevano passato io stavo lì a lamentarmi di non avere compagnia - cosa che mi fece sentire anche molto in colpa. Io che non amavo essere circondata da persone adesso, dopo tutto, riuscivo solo a pensare che quelle settimane senza nessuno con cui parlare erano state uno stillicidio. La verità è che mi mancava una certa normalità.

«Io sono Urania» dissi di getto, senza guardarlo, cercando invece con gli occhi il letto per capire quanto fosse distante. La mia mente fece un breve calcolo. Cinque... no, sette passi. Se mi riposavo ancora qualche istante ero sicura di farcela. Poi avrei trovato il materasso e anche se ci fossi caduta sopra poco male. «E sono un po' arrugginita nelle presentazioni» aggiunsi quasi a me stessa. Iniziavano a gelarmi i piedi perciò guardai a turno le ciabatte e i calzini immaginando di avere la bacchetta con me e poter fare un bell'accio. Ecco, sicuramente la bacchetta mi sarebbe tornata molto utile in quel frangente. Merlino solo sapeva perché ancora non potevo riaverla.


 
Top
10 replies since 30/12/2023, 18:52   219 views
  Share