Helena S. Whisperwind
Helena dovette seguire lo sguardo di Lyvie per capire che quell’espressione di fuoco era rivolta ad Alice, che a sua volta sembrava rivolgere lo stesso atteggiamento sprezzante a Thalia, con il supporto di Nieve. L’incidente diplomatico sembrava imminente mentre le pressioni sulla Moran arrivavano su più fronti: oltre le grifondoro era impegnata con quel Matt sanguinante, le assurde confessioni di Tony, le repliche di Eloise e la gestione di una sala grande impazzita. Per quanto sembrava reggere il tutto più che egregiamente era chiaro che la situazione era piuttosto snervante per lei e per Camille.
Mentre Hel si chiedeva cosa avrebbe potuto fare per supportare le concasate, cosa avrebbe fatto al loro posto in una situazione simile, perché Lyvie provava quell’odio per Alice, perché Alice lo provava per Thalia e perché ci fosse quella tensione palpabile tra lei e Nieve, quel sovraccarico di input la immobilizzò e rese uditrice impotente di un vociare indistinto.
«Stanno buttando fuori la Rigos, guarda!» - «Povera Nieve…» - «Thalia po esse fero e po esse piuma: oggi è stata piuma con Nieve! AH! Ma se fossi stato io al suo posto…» - «Certo che Nieve poteva evitare di spaccare il naso a quel tassorosso. Io ad esempio mi sarei rivolta alla mia Caposcuola e non…» - «Ma che dite? L’ha chiamata “puttanella” davanti a tutti, altro che spaccargli il naso! Io gli avrei spaccato le palle a quello lì, nel vero senso della parola però!»Hel si voltò di scatto verso il gruppetto che commentava l’accaduto alle sue spalle, con la mascella dischiusa per lo stupore. Ora era tutto chiaro.
Accompagnò con lo sguardo Nieve. La mano si alzò appena per salutarla con un cenno discreto e un sorriso agrodolce. Non aveva assistito alla situazione dall’inizio, ma stando a quanto aveva visto e sentito, era chiaro che la Rigos non era stata protagonista della migliore delle sue mattinate.
L’apprensione che Lyvie aveva per la sua lettera era più che comprensibile. Per quanto la tassorosso non avesse pensieri a riguardo dato che non aspettava posta e con ogni probabilità nessuno stava invadendo la sua privacy, la venne naturale mettersi nei panni della serpina e condividere una certa inquietudine per le sorti della sua missiva.
«Dai, magari tua nonna si è scordata di spedirla! Sai, a volte agli anziani capita di dimenticare le cose... O magari non è ancora arrivata!»Era questo ciò che si augurava, perché se fosse già stata consegnata alla persona sbagliata sarebbe stato piuttosto complicato trovarla. Propose quindi due possibilità ottimiste per cercare di tirarle un po' su il morale ed evitare di farle pensare al peggio.
Tastò piano la tasca sotto il mantello dove aveva precedentemente riposto la lettera di Draven, riflettendo sul fatto che dopotutto a lui non era andata poi così male. Certo, lei l’aveva letta involontariamente, ma almeno lui poteva avere la certezza che Hel non ne avrebbe fatto parola con nessuno.
Non troppo distante, un tipo smilzo e pallido, coi capelli lunghi, lisci e neri come la pece, conosciuto dai più come “
Metallo”, schiacciò inavvertitamente un foglio di carta accartocciato per metà. Lo raccolse e lesse mentalmente il contenuto di quella che si rese conto essere una delle tante lettere perdute:
Mo ghrá,
Tu e tuo fratello dovete chiarire tutta questa faccenda. Siete sempre stati uniti, non dovete permettere a nessuno di separarvi. Iniziate quest'anno scolastico con buoni propositi. Intanto, ho inviato questa lettera anche a lui, con la speranza che non la strappi. So che crescendo è diventato un gobshite ingestibile, ma cerca di sistemare le cose.
Ho trovato delle lettere sfuse nella tua stanza... Non è che ti sei presa una cottarellina? Chi sarebbe questo V?
Buon inizio anno, mo lotnaid bheag.
Con amore,
nonna Iris
L’indifferenza sul suo volto venne sciolta per pochi attimi da una micro sorriso, tradendo un animo mite dietro quell’aspetto dark.
«Attenzione! Un attimo di attenzione per favore» Nessuno prestò attenzione tranne alcuni dei suoi amici capelloni lì attorno.
«Attenzione!» Niente. Tutti erano presi dagli affaracci propri, chi a ridere, chi a origliare, chi nel bel mezzo di animate discussioni da opinionisti navigati su chi avesse avuto ragione e chi no in mezzo a tutto quel caos.
«Che cazzo, però!» Con balzo felino Metallo si erse su una panca, alzò un braccio al cielo e iniziò a dare violente scosse col capo facendo roteare i lunghi capelli neri svariate volte. Il richiamo della specie ebbe esito positivo e la risposta della sua cricca fu pronta ed istintiva: tutti con le braccia in alto, pugni stretti, indici e mignoli alzati e qualche ritmica oscillazione a tempo. Rullanti a mani nude e “woooah” diffusi accompagnavano il tutto.
Forte del supporto dei suoi, con una sublime tecnica diaframmatica si pronunciò buttando fuori l’aria con suoni gutturali e cavernosi:
«WHOTTONZIONUOOOOEEEEHHH!»Il growl di Metallo sortì finalmente l’effetto desiderato: spavento, sorpresa, ilarità e shock generali fecero voltare di scatto buona parte degli studenti e delle studentesse.
Si era decisamente guadagnato il suo palcoscenico.
«Molto bene, grazie a tutti» Il suo tono da bestia selvaggia si trasformò ben presto in quello di un tenero orsacchiotto:
«Dunque, ho trovato una lettera per terra ma non c’era la busta con il destinatario: chi è la fidanzata di “V”? Nonna Iris ti cerca! E per la barba di Odino, fai pace con tuo fratelloooOOOHHH!» Concluse con uno scream tecnicamente ineccepibile e un mic drop, tra le altre urla ammirate dei compagni.
Helena aveva osservato la scena dall’inizio, incantata. Per un attimo avrebbe voluto mollare tutto, ricoprirsi di borchie, tingersi i capelli di nero e unirsi all’headbanging selvaggio della cricca degli alternativi. Ma le parve quasi di sentire la voce di sua madre intimarle di
“non farlo, perché poi ti fai male la cervicale” e sebbene non sapesse nemmeno cosa fosse la cervicale, realizzò ben presto che sarebbe stato meglio lasciar perdere, che dopotutto quello non era il suo genere e che era meglio tornare alle sue faccende.
Si voltò entusiasta verso Lyvie per commentare la scena con lei, quando il solo incrociare i suoi occhi verdi le fece subito sorgere una domanda spontanea:
«Lyvie, per caso tua nonna si chiama Iris?»12 y.o. • first year • [kən'fyoozd]