C o n f u n d u s, Role corale

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view post Posted on 1/10/2023, 18:26
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You can own the Earth and still, all you'll own is Earth until You can paint with all the colors of the wind

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Stamattina mi sono svegliata con il petto che batteva forte dall'ansia, immagino che riabituarsi ai ritmi di Hogwarts sia qualcosa che non avvenga in automatico. C'è una cosa che mi aiuta sempre e quella è lo sport. Solitamente è il modo che ho per regolare le preoccupazioni, per sfogare le frustrazioni e riequilibrare le energie ed è ciò che ho abitudine di fare ogni mattina. Anche questa, per quanto stranamente particolare, la mia routine non è cambiata. L'unica differenza è che il mio corpo ha deciso di molleggiarsi nelle braccia di Morfeo più a lungo del solito, motivo per il quale non sono ancora scesa a far colazione. Sento ancora la musica che mi pompa nelle orecchie, quella dell'ultimo album degli Hobogoblins regalatomi di Draven, quando faccio qualche passo verso la sala grande. Ho un leggero fiatone, nonostante mi sia presa del tempo per fare stretching e rallentare il battito cardiaco, per via dello scatto che mi è toccato fare al fine di evitare particolari conoscenze in cui non mi andava minimamente di incappare. Appena entro comunque la scena che mi si para dinnanzi non è delle più pacifiche, c'è un Serpeverde che viene trascinato per il colletto da Draven, non so esattamente cosa sia accaduto ma c'è qualcosa per terra e la Rigos tiene in mano un bicchiere vuoto. Nelle vicinanze mi pare di notare la simpaticissima Lyvie e la socia Camille, oltre che un'altra Tassina che mi pare di aver visto in giro da qualche parte. Ah come dimenticare il caposcuola Tassorosso che sembra star cercando di guarire un altro tizio sanguinante. Dettagli. Tiro gli occhi al cielo e faccio un grande respiro. Non vedo nè Vivienne nè Cas in giro in più un primino mi si avvicina chiedendomi dov'è il caposcuola Bell. E piacerebbe saperlo pure a me. Tiro gli occhi al cielo borbottando tra me e me.

Scheiß drauf. Ich habe wirklich keinen Bock auf diese Scheiße. Warum geht es immer um mich?*

Bestemmiare i morti nella mia lingua madre non sembra aiutarmi a far scomparire i problemi per cui dopo aver abbassato le cuffie sulle spalle mi dirigo verso la scena del delitto, sentendomi come un insetto che volutamente si avventura sulla tela del ragno, rimanendone incastrato.

Buongiorno a voi. Sto interrompendo una partita di Cluedo o è un normalissimo e rilassatissimo weekend ad Hogwarts? Vedo che abbiamo il pacchetto completo. Mi chiedevo effettivamente come mai non fosse arrivato nessun infermiere ancora.

Ironizzo sarcasticamente, probabilmente non è una battuta che verrà capita da tutti, ma con lo sguardo vago sui presenti. So di dover ripulire io tutto quel casino e sono pronta a prendermene la responsabilità, come la fottuta spilla attaccata al mio top, mi ricorda ogni giorno. E tutto questo senza manco un caffè. SENZA MANCO UN CAFFE'.




Interazioni: Tutti quelli del gruppetto là vicino?
Menzioni: Cas, Viv, Draven
Fuck it. I'm really not up for this shit. Why is it always me? *
 
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view post Posted on 2/10/2023, 20:14
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Thalia J. Moran | 20 Y.O. | Hufflepuff Headgirl

Vorrei tanto essere capace di empatia in questo momento, mentre con un fazzoletto tampono il naso sanguinante di Davies; nutro il desiderio genuino di sistemarglielo con un incantesimo veloce e pratico, senza farlo correre al secondo piano, ma la frustrazione che provo per l’intera faccenda mi impedisce chiaramente di ricordare quanto male faccia davvero rompersi il setto nasale ed avere qualcuno che te lo sistemi bruscamente. Con delicatezza gli appoggio il palmo sulla nuca, invitandolo a non tenere la testa reclinata, mentre con l’altra - munita di fazzoletto - impedisco al sangue di gocciolare sul pavimento intarsiato di marmo tastando con le dita il punto della frattura. Sono gesti delicati i miei, il signorino non se ne può lamentare di certo; mi comporto con lui come la mamma chioccia che sono e aspetterò la risoluzione dell’infortunio prima di decretare la fine della sua boria con la vera punizione. D’altro canto, Matt Davies è un cretino e su questo concorderemo tutti dopo la giornata di oggi, ma chi viene a circondarci nei momenti successivi è anche peggio.
Mi domando dove sia Bell nel momento del bisogno, quando la sua protetta ha scatenato il putiferio - con un pizzico di ragione dalla sua parte - e stia ovviamente esagerando, rincarando ancora la dose; o dove siano i suoi Prefetti, almeno. Odo la voce della Rigos alle mie spalle, mentre parla con Camille con un tono quasi calmo e mi stupisco che la mia compagna, straordinariamente, sembri toccare una corda abbastanza profonda in Nieve tanto da farla quasi rinsavire. La Donovan è uno strumento prezioso in casi come questo, ma quando persino Tony Daniels si aggiunge al quadretto sento montare la rabbia dentro.
A pagarne le spese è Davies, poiché per riflesso incondizionato rispondo all’emozione con una stretta abbastanza lesta e forte sull’appendice nasale del poveraccio. Lo sento sussultare sotto le mie dita e un suono strozzato esce come un gorgheggio dalla sua gola. Mi afferra i polsi con le mani, per allontanarmi di certo, ma rincaro la dose e non mi muovo di un centimetro.
«Davies, non osare e tu, Daniels, fatti un giro. Subito.» scocco a quest’ultimo uno sguardo di fuoco e non mi stupisco di sentir gorgogliare i liquidi nelle tazze e nei calici lì attorno. E’ una risposta elementale ad un problema materiale e mi rendo conto di non poter lasciare che la situazione degeneri più di quanto non stia facendo. «Camille, ti prego.»
La supplico implicitamente di non fomentare la rissa che sento esploderà a breve. Da quando i Tassorosso sono diventati spietati attaccabrighe? Inconsciamente penso che il mio problema più grande, prima dell’estate, era Breendbergh con i suoi dannati gabbiani e ripenso brevemente a come avrebbero sistemato la faccenda Amber ed Horus al mio posto. Rido tra me e me, senza palesarlo in volto, quando l’immagine di Sekhmeth mi torna alla mente in una scenetta-tipo in cui, col benestare di Peverell, Schianta tutti. Morgana, quanto mi piacerebbe farlo!

In tutto il tempo che spreco a pensare a come sbrogliare l’ennesima matassa avviene l’impensabile. Mi aspettavo un gruppo di Grifondoro isterici pronti a dar battaglia per una malsana forma di solidarietà e campanilismo, ma mi sbagliavo. Non ho previsto che Serpeverde - nella figura di un ragazzetto che non conosco - si palesi sulla scena aggiungendo un accelerante alla scintilla pronta a scoppiare.
Non resisto alla pressione che si è originata intorno alla tavolata Tassorosso e, per certi versi, vivo la questione come un fallimento personale. Chi mi ha preceduto in questo ruolo non avrebbe mai permesso nulla del genere e, per giunta, mi sento responsabile tanto quanto Davies di quanto sta accadendo in una forma di psicologia inversa che ha dell’incredibile.
Il tempo che il ragazzetto impiega a essere lavato da capo a piedi dalla caraffa di succo di zucca ed ecco che Shaw, sia benedetto quel ragazzo!, arriva a passo lesto per portare via la sua porzione di colazione andata di traverso. Ora che ci penso, anche il mio toast mi risulta indigesto e la motivazione è praticamente incarnata dalla figura di Alice Wagner. Un Prefetto dovrebbe sedare una rissa e non istigarla con il sarcasmo. Le basi, per la miseria!
Mi disfo di Davies lasciando che si sorregga da solo il naso fratturato, posizionandogli le dita nel punto giusto per fermare l’emorragia, dopodiché mi rivolgo alla Grifondoro con un ringhio che mi esce decisamente più aggressivo di quanto dovrebbe.
«Voglio il tuo Caposcuola. Qui. Adesso.» e a mezza voce, per non sminuirla del tutto di fronte ai comuni studenti aggiungo «Porta il sarcasmo da un’altra parte, Wagner, qui non sei d’aiuto.»

Non sono solita rispondere così ai Prefetti, ma essersi alzati dal letto col piede sbagliato non è una scusa né per loro né per me. Quindi la lascio lì e mi rivolgo nuovamente a Tony, inspirando involontariamente l’odore delle sue vesti. Schifata mi limito a guardarlo con disapprovazione e di rimando quello mi rivolge il sorriso sornione di chi sia consapevole di non essere totalmente nel giusto, ma goda immensamente della propria posizione. «Togliti quel sorrisetto dalla faccia. LYNCH! Vieni a prendere Daniels, grazie!»
Come ex Prefetto, mi aspetto che Eloise sia d’aiuto più di altri, ma non sono sicura che la sua avventura coi Cespugli Farfallini si sia limitata alla sperimentazione. In ogni caso, non posso pensarci adesso.
Un problema alla volta, Moran. Dai.

«Camille, portala fuori per favore.» e senza troppe indicazioni è ovvio che stia parlando di Nieve. Non voglio averla intorno, ma di sicuro non la voglio vicino ai miei. Non è solo istinto di protezione, ma a questo punto è diventata una necessità quasi viscerale d’impedire che lei contamini ogni cosa o persona che tocchi. Sono stanca, lo sa lei e lo saprà presto anche l’intera Scuola.

interazioni: Matt (png), Tony (png), Camille, Alice
Menzioni: Eloise, Draven, Nieve

© Thalia | harrypotter.it



Alice, te se ama eh :<31:
 
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view post Posted on 5/10/2023, 14:23
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No rain, No flowers

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Helena S. Whisperwind
Hel
Tutto fu un susseguirsi di azioni e reazioni rapide e impreviste. Quando una grifondoro dai capelli argentati rispose a tono a quel tànghero, Hel non fece nemmeno in tempo a chiedersi a chi avesse già rotto il naso e perché, che subito la vide, come a rallentatore, afferrare una delle caraffe dal tavolo e sversarla per intero sul serpeverde. Un torrente di succo arancione lo inzuppò da capo a piedi, nell’ilarità generale.
H. era talmente arrabbiata con lui per i suoi modi strafottenti che, con un certo stupore di sé, non poté che provare una certa soddisfazione nel vederlo così combinato.
Lanciò uno sguardo esterrefatto e divertito alla ragazza dai capelli castani ondulati ma rispose con un sorriso incerto all’ammicco della grifondoro.
Certo, aveva avuto coraggio a compiere un gesto del genere nei confronti del bullo di turno - dopotutto, era figlia di Godric -, ma nonostante non si potesse dire che quel tipo fosse un santarellino, chi poteva garantire che non fosse una teppista anche lei a sua volta? Helena non la conosceva, ma quel “Senti, coglione, vuoi che rompa il naso ANCHE a te?” non faceva presagire nulla di buono. Magari pure lei andava in giro a parlar male alla gente, a strappare muffin dalle mani di ignari malcapitati e a spaccare nasi in giro per i corridoi dei castello.

Non aveva idea di cosa fosse successo prima di quel momento, del perché sembravano tutti così incazzati e agitati, ma non c’erano dubbi sul fatto che quella ragazza più grande avesse di sicuro qualcosa a che fare con quella situazione.
Poco più dietro, sangue su tela: un Matt Davies lamentoso e col viso ammaccato, veniva accudito da Thalia con gesti delicati e rispettosi, ma che nascondevano chiaramente uno stato d'animo arrabbiato ed irrequieto. Era quello, il primo naso rotto della giornata?
Forse Matt se l'era cercata, aveva fatto una cazzata così grande da innescare la rabbia della grifondoro, e okay, ma il serpeverde che diavolo c’entrava?
Hel sì pentì amaramente di essere stata così lenta ad arrivare in Sala Grande ed essersi persa la scena. Non che le facesse piacere vedere la gente spaccarsi di botte, ma per quanto non voleva ammetterlo, la curiosità era tanta, pari quasi alla rabbia nei confronti di quello scemo che aveva deciso di mollare Ingrid proprio la notte prima.

E poi eccolo, Draven, apparso da chissà dove per portare via Zuccaman. Vederlo così, umiliato, umidiccio, incazzato e imbarazzato, era talmente patetico da farle quasi pena. Chissà se anche ad Hogwarts c’era un counselor a cui poter raccontare disagi scolastici e situazioni imbarazzanti. Di certo Jake sarebbe stato il primo agli appuntamenti del giorno seguente, così come il primo in infermiera, con l'ansia di aver ingerito un muffin avvelenato.

«Ciao Lyvie, io sono Helena!» la serpeverde sembrava quasi in imbarazzo, ma con un gran sorriso la tassorosso cercò di metterla a suo agio.
«E ciao…?» si rivolse alla grifondoro, rendendosi conto solo in quel momento di tre cose: la prima, non conosceva il suo nome. La seconda, forse quel lancio del succo di zucca era stato semplicemente un modo un po’ sopra le righe per aiutarle in quel momento di difficoltà. La terza: se le cose stavano così, probabilmente a loro il naso non l’avrebbe spaccato. «Grazie per… insomma, per averci aiutato. È tutto okay?» domanda forse un po' buttata lì d'impulso, ma considerato il gesto della ragazza e il suo aspetto un po’ provato, poteva considerarsi più che lecita. Così come lecito saperne di più della loro salvatrice, no? In ogni caso, era meglio andarci cauti.
Era sempre stata dell’idea che le persone più esagitate fossero in realtà le più tormentate. Magari un po’ di gentilezza, dopo tanta poca gentilezza, sarebbe stata seppur poco, d’aiuto.
Si rivolse nuovamente a Lyvie: «Non so, sono arrivata tardi oggi. Anche tu hai ricevuto la lettera di un’altra persona?» E proprio mentre pronunciava queste ultime parole, Draven si allontanava e con lui il momento in cui avrebbe dovuto parlarci. Sospirò, rilassata. Ci avrebbe pensato a tempo debito.

12 y.o. • first year • [kən'fyoozd]


Menzioni: Thalia, Matt [png] Draven, Jake [png]
Interazioni: Lyvie, Nieve
 
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view post Posted on 6/10/2023, 11:23
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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SqoXQ1h
Confundus è ciò che Eloise prova in mezzo a tutta quella situazione. Guarda annebbiata il capannello di persone verso cui Tony si è diretto, si chiede perché le cose debbano sempre essere così drammatiche, lancia uno sguardo rapido al tavolo dei Tassorosso per assicurarsi che Hughes non sia da quelle parti: ci manca solo il suo intervento per far esplodere la Sala Grande.
Quelle situazioni non le piacciono. Il caos, sì, gli scherzi sì, divertirsi alle spalle dei compagni di scuola, abbastanza, ma mantenendo il rispetto nei loro confronti. Ma quella cattiveria lì, quella di Matt e di Dickie, la fa solo arrabbiare. Capisce Tony e il suo desiderio di mettere a tacere lo stronzo, ma non pensa veramente che il suo intervento possa fare la differenza. Anzi.
Piuttosto, la intriga il motivo per cui la lettera di Megan M. Haven sia arrivata tra i suoi capelli. La solleva, provando a guardarla in controluce, chiedendosi se per caso dietro il destinatario sbagliato si celi una lettera diretta a lei. Magari è soltanto il nome riportato sulla busta a essere ingannevole… Eppure non sta aspettando lettere: ha salutato tutti negli ultimi tre giorni, chi mai dovrà scriverle? «Aparecium» Fa pigramente, colpendola tre volte con la bacchetta. Non si aspetta davvero un risultato, ma vale la pena fare un tentativo per essere sicuri che tutto quel malinteso, la rissa e tutto il resto, non sia solo frutto di uno scherzo di cattivo gusto.
Niente.
Sbuffa, facendo per prendere la caraffa di succo di zucca per annegare quel pessimo inizio in qualcosa di buono, quando un lampo di Nieve Rigos gliela sfila da davanti. Energica, la ragazza: con la solita veemenza piomba sull’ennesimo ficcanaso versandogliela addosso. Tony, in tutta risposta, sorride compiaciuto e le porge un pugnetto.
Eloise non si arrende. Una caraffa è andata, ma il tavolo di Tassorosso è lungo, e le caraffe sono tante. Scivola sulla panca verso la successiva, e quando fa per prenderla succede qualcosa di strano: il succo di zucca all’interno inizia letteralmente a vibrare con onde concentriche, come se un terremoto stesse per colpire Hogwarts. Anche l’acqua e i succhi nei bicchieri vibrano, ma quando appoggia i palmi delle mani sul tavolo, non percepisce nessuna vibrazione. Che cosa diavolo sta succedendo?
«LYNCH!» La voce nervosa di Thalia la fa sobbalzare, proiettandola indietro di qualche anno, a quando la spilla da Prefetto era ancora appuntata sul suo petto. Il suo sguardo corre automaticamente al tavolo dei professori, mentre si domanda perché mai lei debba intervenire e quelli possano continuare a farsi i fattacci loro.
Svogliata, si solleva dal suo posto e si trascina verso il capannello di gente solo perché Thalia è una sua amica e non le va di abbandonarla nel momento del bisogno, anche se sta usando quel suo tono da Caposcuola e sa benissimo che a nessuno piacerebbe essere comandato a bacchetta in quel modo. Così, esagera quel ciondolio per comunicare con chiarezza che non vorrebbe essere lì, ma ci va lo stesso, lasciando a Moran una tregua in quel momento difficile.
«Tony. Tu non vuoi veramente stare in un cesso con Davies per tutta la settimana. Pensaci bene.» Gli tira la stoffa della camicia all’altezza del gomito, poco convinta, lanciando uno sguardo obliquo verso Camille, che sta tentando di arginare la situazione fin dalla prima scintilla. «Ooh, El, lasciami stare.» Tony fa un gesto nervoso con il braccio per liberarsi dalla sua presa, ed Eloise scrolla le spalle, sapendo di essere impotente. È inutile cercare di convincerlo che nessuno lì ha intenzione di farla passare liscia a Davies, che Rigos avrà la sua giustizia, perché lui è lì per sistemare i suoi conti personali e quella è l’occasione perfetta. Lui vuole essere messo in punizione con Davies. Vuole ritrovarsi ogni sera da solo con lui. Vuole torturarlo per tutto quel che ha fatto in passato.
Lynch non riesce proprio a insistere. Potrebbe fare leva su quei due tiri a Quidditch che si erano promessi di fare quella settimana, o sull’inutilità di quella scelta, ma la verità è che pensa che Tony sia capace di prevedere le conseguenze delle sue azioni. Quello che non pensa, è che sia anche capace di tirarla in mezzo in quella storia pur di arrivare a quell’obiettivo. «Ho fatto uso di stupefacenti, Caposcuola Moran! Proprio questa mattina, Eloise può dimostrarlo, era con me! Credo che ci meritiamo tutti quanti una bella punizione!»
Bestemmiare agli dei è ormai superfluo. La rossa si lascia sfuggire uno strozzato «Tony, madonna-» rimpiangendo di non aver fatto di più per chiudere il becco di quel ficcanaso del suo amico, tipo un Silencio ben eseguito o una Mou Mollelingua in mezzo alle sue uova strapazzate. C’era bisogno di coinvolgerla? È un piano raffazzonato per coinvolgerla in quella vendetta? Finirà, mai, Tony, di farsi gli affaracci altrui? «È una cazzata, vogliamo solo dare una mano per risolvere questo problema delle lettere.» Un risolino alla fine della frase, soffocato malamente, tradisce il suo vero stato mentale. Forse una bella punizione se la merita per davvero.
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INTERAZIONI: TONY, THALIA, CAMILLE. MENZIONI: NIEVE, MATT, JAKE.
 
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view post Posted on 15/10/2023, 15:42
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entropia.

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18 Anni ↝ Entropia ↝ IV anno

Nieve Rigos

«A knife? Are you flirting
with me?»


I
o e Tony siamo un meccanismo ben oleato. Già, nonostante lo stordimento da sfumazzate simpatiche al chiar di luna, o di sole, o di torcia, o di bacchetta… A pensarci bene, non c’è nulla che abbia mai rovinato l’atmosfera per i nostri momenti di relax. Abbiamo sempre saputo crearla, mossi dall’aspettativa del risultato.
Un po’ come adesso che osserviamo il cretinetto zuppo di succo con un ghigno compiaciuto e ci disfiamo rapidamente dell’arma del delitto, ficcandola in mano a un primino seduto alla sua tavolata con un entusiasmo in corpo al limite con il terrore. Guarda la brocca come fosse pronta a esplodere da un momento all’altro, ingenuamente pietrificato dalla paura di essere incolpato per quanto appena accaduto al Serpeverde senza rendersi conto che un’intera scolaresca ha assistito alla performance. Mi prenderei il tempo per tranquillizzarlo —ammesso che la mia vicinanza non gli facesse venire un attacco isterico—, se le cose non si evolvessero a suon di tamburi.
Le labbra di Tony, irriverenti, sono pronte a emettere uno di quei commenti al pepe che darebbero alla scena un ultimo tocco di verve da non sottovalutare. Le sue parole, però, rimangono fiato allorché la figura del Prefetto Shaw s’inserisce nel cast, facendo fare allo sbruffoncello la fine della gallina. Ne sento il verso strozzato, quando la camicia preme sul pomo d'Adamo.
Un pollo in brodo di succo di zucca, rifletto con divertita curiosità, scoprendo i denti in un sorriso.
I miei occhi cercano quelli del nuovo Serpeverde entrato in scena, il portiere delle Bestiacce vincitrici del torneo di Quidditch. Gli rivolgo un cenno del capo, indice e medio all’altezza della fronte disegnano una piccola virgola con la codina verso l’alto. Lo ringrazio in silenzio e segno sul diario che porto a mente il suo gesto. Non gli devo un favore, o forse sì, lo scoprirò a breve. Sicuramente voglio tenere un gettone che porti il suo nome perché io, la riconoscenza, ho il vizio di non saperla dominare.
Sono le voci delle due ragazze a distrarmi, seguite da quella di Alice e dal tono imperante di Thalia. Devo mordermi la guancia per non scoppiare a ridere. Gestire un branco di scalmanati che io sto aizzando dev’essere quanto di peggio possa accadere per la Moran il primo giorno effettivo di scuola. Quanto starà maledicendo quella spilla!
Con la stessa forza con cui sta tentando di ignorare me, mi dico.
«Nieve Rigos. Per servirvi!» Mi presento con scherzosa enfasi, accennando un inchino. «Non so cosa sia accaduto ai gufi» inizio per rispondere alla ragazza che si è presentata come Lyvie «ma, come al solito, sono le persone a causare i problemi» concludo, voltandomi in direzione di Matt con espressione dura.
Non mi spingo oltre, alludendo al fatto che si sia divertito a decantare il contenuto di una mia lettera in pubblico. Il punto, del resto, non è mai stato nemmeno quello. Magari, cercavo solo rogne; oppure il timore che sia trapelato qualcosa su Roth e su Villa dei Gigli mi ha fatta impazzire prima che potessi ragionare. Del resto, è di Matt Davies che stiamo parlando. Non mi spingo oltre per tante ragioni, ma soprattutto perché non riesco a fare a meno di schierarmi dalla parte di Alice quando Thalia si abbatte su di lei con il peso della sua autorità.
«Cos’altro dovrebbe usare di fronte a uno schieramento di Tassorosso impazziti, oltre al sarcasmo? Io ho provato con libri e pugni e non ha funzionato!»
Fiancheggio il Prefetto della mia Casa con le braccia incrociate al petto, fronte unito. Il mio sguardo è prepotente, irrispettoso. So che sta facendo di tutto per evitarmi, ma non ho intenzione di concederle questo privilegio.
Io sono qui. Hai lamentato la mia assenza per due anni e il dolore che ne è conseguito. Ora, convivi con quello della mia presenza.
A confermare le mie parole è il siparietto di Tony con la rossissima Eloise Lynch. Spalanco gli occhi, guardando il mio compagno di lievi pensieri con sbigottimento e un “Che cazzo stai facendo?” dipinto in volto. Passo, poi, alla Lynch ed è tale l’empatia che provo nei suoi confronti che mi sento intervenire prima ancora di aver formulato il pensiero.
«Stai dicendo che stamattina eri nel bagno delle ragazze, Tony? Perché Eloise mi aiutava a gestire una ragazza cui era stato detto che il modo migliore per liberarsi dei brufoli era usare la cera calda. Abbiamo impiegato quasi un’ora a convincerla ad andare in infermeria prima che le diventasse il grugno come quello di Davies.»
Coglione. Avrebbe potuto tirare in ballo anche me.

Role scheme © ˜Serenitÿ



Interazioni: Draven, Lyvie, Helena, Alice, Tony (png), Thalia, Eloise

Edited by ~ Nieve Rigos - 7/11/2023, 18:48
 
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view post Posted on 15/10/2023, 16:47
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Sollevo lo sguardo sulla Moran, che sembra in preda ad una sincope. La tipa deve darsi una rilassata o le verranno i capelli bianchi a diaciannove anni o quanti ne ha, di getto direi una ottantina. Non mi piace per niente il modo in cui mi si rivolge, di fatti la guardo lievemente allibita, mi sono avvicinata per dare una mano nonostante la battutina atta a risollevare gli animi. Non penso di piacerle molto, anche se ognuno di noi ha il suo modo di coprire il ruolo, ho come l'impressione che lei non approvi il mio. Peccato. Un temperamento così rigido però spiegherebbe finalmente quella che è la classica tendenza dei Tassorosso alla sovversione. Sollevo un sopracciglio al suo ordine, come dovrei fare a sapere che fine ha fatto Cas? Pensa che una volta diventati Prefetti ci facciano un rito satanico di congiunzione mentale? Se crede che me ne stia in riga con questo atteggiamento, penso abbia sbagliato prefetto e a giudicare dal comportamento di Nieve, casata. Sorrido appena sotto i baffi per il suo modo irriverente di porsi dalla mia parte, l'affetto per ognuno dei membri della mia casata è sempre molto forte. Nonostante le stronzate che combinino ogni giorno. Comunque torno su Thalia, le rispondo in maniera calma ma piuttosto glaciale, anche perché cosa vuole che faccia? Che mi unisca alla ricerca con le lanterne e i cani da caccia? Abbastanza inutile al momento, preferirei occuparmi di ciò che è appena successo, anche se il suo giudizio non me ne ritiene capace.

È stato già mandato qualcuno a cercarlo, arriverà sicuramente a breve. Non posso di certo materializzartelo davanti, Moran.

Mi volto verso Nieve che è accanto a Camille, non so assolutamente cosa sia successo e soprattutto non so perché la Moran, ancora una volta si metta a dar ordini che non coinvolgano chi ne è responsabile. È abbastanza irritante soprattutto perché Nieve è un problema mio, non di Camille.
Mi avvicino a loro, accertandomi che nessuno di loro sia ferito, gli chiedo se stiano bene, una lieve carezza sfiora il braccio di Camille, il mio sguardo si sofferma poi sulla Rigos. Probabilmente è stata lei a mollare il pugno al Tassorosso fermo a terra. Giuro su Merlino, una parte di me non è totalmente dispiaciuta. In qualche modo so che quel tizio se l'è meritato, ma non posso dirlo perché sono un prefetto e i prefetti devono fingere di essere migliori degli altri. In ogni caso mi dà fastidio il modo in il Caposcuola Tassorosso si pone, soprattutto con Nieve. Non so niente dei loro trascorsi, ma mi sembra di avvertire un certo grado di giudizio, di cui non capisco la fonte. Come se fosse la prima scazzottata della storia di Hogwarts. Non dico abbia ragione, ho sempre condannato la violenza in ogni sua forma, ma i suoi amati protetti non sono di certo da meno. Quindi perché focalizzarsi solo su di lei? Ai bricconcelli della mia casata ci penso io. Che si tenesse i suoi. Come volevasi dimostrare, dopo poco spunta Eloise con la sua solita espressione balorda. La Moran forse, ha problemi decisamente più gravi al momento, che il mio sarcasmo. Il mio sguardo chiaro non lascia il suo.

Di questo invece, posso occuparmene io. Forza Rigos andiamo, vieni con me. Penso che la sala grande non possa reggere altro, per oggi.

Allungo una mano nella sua direzione per farle strada e magari dirigerci fuori da qualche parte, senza gli occhi della gente puntati addosso. Il mio tono non è accusatorio ma è comunque deciso, ci saranno delle conseguenze per le sue azioni, ma lontano da questo ridicolo falò pubblico.




Interazioni: Thalia, Nieve
Menzioni: Cas, Camille, Eloise, Tony (png)


Tutto ricambiato Thaliuz :ihih: :<31:
 
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view post Posted on 15/10/2023, 23:57
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Il sorriso di Helena riuscì a metterla a suo agio. Immediatamente, Lyvie si rilassò per lasciare andar via il breve imbarazzo provato. Come poche, pochissime volte capitava in vita sua, la Tassorosso le fece una buona prima impressione. La sua premura nei confronti di Nieve, che si presentò in un modo che le fece stendere un sorriso divertito sulle labbra, era giusta. La Serpina era stata lì tutto il tempo, aveva avuto modo di sentire l'accaduto fin dal suo principio. E poteva ben confermare che, sì, Nieve era la vittima della situazione che aveva cercato di difendersi. Per quanto violente siano state le sue maniere, entrambi i malcapitati se l'erano meritate tutte. Quel che provava era profonda ammirazione nei suoi confronti.
Per la domanda della Tassorosso alzò le mani Lyvie, scuotendo il capo in diniego. Però, miseriaccia, l'avrebbe voluta tra le grinfie una lettera di qualcuno.

« No. Ho paura per la mia, di lettera. E voi? » chiese la riccia rivolta ad entrambe, nella voce una punta di sincera curiosità. Il comportamento di quei pennuti era stato davvero insolito. Che si fosse trattato di uno scherzo ben architettato?
Nieve aveva ragione: la cosa avrebbe potuto risolversi in maniera davvero pacifica. Ma, d'altro canto, un bel po' di sano drama mattutino era l'ideale per smuovere gli animi.
E ci mancava solamente la Wagner. Sentì la sua voce da lontano, le orecchie si attizzarono come smosse dal fuoco, lo stomaco in subbuglio per quanto a stento sopportasse averla in giro. Il suo ingresso le aveva fatto già venire l'orticaria: parlava anche troppo. Ma Lyvie si morse la lingua, digrignando la mascella nel tentativo di non usare lo stesso sarcasmo di lei. Era cresciuta abbastanza da poter capire che il culmine di tutto quel drama era già arrivato, non doveva essere lei a mettere altra benzina sul fuoco. Lo sguardo in cagnesco che le rivolse, però, parlava da solo.
Ben presto raggiunse il gruppetto la Caposcuola Moran, che conosceva solamente di vista. Poté dire di essersi goduta quella scena come poche cose nella sua vita, ora che lei stava dando degli ordini ad Alice, invitandola ad abbassare i toni. La Serpina, nel bel mezzo di quella situazione, dovette mordersi il labbro inferiore pur di non accennare un ghigno divertito, cercando con le iridi verdastre Helena, mentre incrociava un braccio al petto e portava l'altra mano alla bocca.
Nieve decise di difendere la sua concasata, cosa più che giusta, quando quel che poté udire la voce di Tony - Tassofesso - che si trovava nei pressi di un'altra sua concasata, di cui non conosceva il nome. Sgranò le palpebre dalla sorpresa lei, rendendosi conto immediatamente di quanto poco veritiera fosse quella frase. Ma che avevano tutti, quella mattina?
Ed era solo il primo giorno di scuola!
Alice invitò Nieve a seguirla al di fuori della sala grande - con sua grande gioia -, mentre stavolta Lyvie si rivolse a Helena, negli occhi un po' la preoccupazione c'era:

« Io volevo solo fare colazione, per Merlino. Ma ora dobbiamo trovare la nostra posta, o mia nonna mi ammazza! »




Interazioni: Helena, Nieve
Menzioni: Alice, Thalia, Eloise

 
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view post Posted on 19/10/2023, 18:14
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Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato e sarai innocente. (William Shakespeare - Romeo e Giulietta)

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Avete presente la brutta sensazione che lascia un déjà-vu? Quella voglia matta di rompere il cerchio che si ripete, il loop che rende la vita invivibile e ci blocca in scenari indesiderati? Ecco, quella. Ormai ogni primo giorno di scuola sembra una lotta alla sopravvivenza, senza ironia alcuna. Mi chiedo se i docenti, da accademici esperti quali sono, ci osservano come se fossimo una specie di esperimento sociale creato da loro. Magari alla fine ci obliviano, per farci poi tornare al punto di partenza l’anno dopo: tra risse, liti e ripicche da digerire senza nemmeno l’aiuto del caffè.
E come in un loop vero e proprio, tutto è sempre accompagnato da odori e sensazioni familiari. In questo caso specifico è il cibo, che dalle stoviglie finisce per colpire – chissà in quale strambo modo – qualcuno: lo scorso anno il porridge nei capelli, stavolta tocca all’odore acre dell’aranciata che impregna la divisa di un Serpeverde. Permettetemi di dirlo: un altro coglione di prima categoria, che ha ben pensato d’intromettersi in una situazione già spinosa e fare la fine del topo di laboratorio. In tutto questo io vorrei semplicemente urlare.
Sì, urlare.
Urlare e andarmene, battendo i piedi persino.
Vorrei concedermi questo capriccio, lo ammetto senza vergogna.
Forse, per la prima volta da quando mi è stata data la spilla, sento la responsabilità soffocarmi e opprimere il petto come un cazzo di macigno. Non mi rendo nemmeno conto di essermi isolata, di aver trattenuto il respiro finché Thalia non chiama a gran voce Eloise – che, in teoria, dovrebbe occuparsi del suo amico – e chiede a me di portare via Nieve. Sto per farlo, quando Tony sfortunatamente apre di nuovo bocca. Posso assicurare che la voglia di castare un MangiaLumache su di lui è alta, anzi altissima. Mi trattengo però e mi faccio avanti, provando ancora a troncare la discussione sul nascere.
«Eloise, per favore, portalo in Sala Comune.» il tono che le rivolgo è pacato, alla fine lei non c’entra nulla con l’accaduto «Perché, se resta qui, giuro su Merlino che l’ultimo dei suoi problemi saranno le punizioni, i gabinetti sporchi o qualsiasi cosa gli abbia appena fottuto il cervello.» lo sguardo adesso è fisso su Daniels, la calma non mi abbandona, ma lascio finalmente trasparire in volto quanto sono incazzata ed esausta. La giornata, purtroppo, è ancora fin troppo lunga per i miei gusti.
Non aggiungo altro, annuisco per far intendere che eseguirò la richiesta e la mia attenzione è tutta per la ragazza dai capelli d’argento e con il destro micidiale. Non faccio caso al gruppetto di curiosi lì radunato, che siano concasati o meno, le sfioro gentilmente il braccio per invitarla a seguirmi. La mia socia, però, irrompe con il suo solito sarcasmo e mi blocco sul posto. Se fossimo solo noi probabilmente scoppierei a ridere come una scema, ma tutto attorno il mondo sta andando a rotoli e onestamente ho paura che una nuova fiamma possa accendersi. Soprattutto quando s’intromette anche Nieve per dare corda all’animo già ribelle del mio concasato, considerando che anche la pazienza di Thalia ha raggiunto un limite. Tra le due sembra inoltre esserci tenzione aggiuntiva, estranea a ciò che stiamo passando nel presente. Non ne so il motivo e dubito questo sia il luogo, ma soprattutto il momento giusto per chiarire. Ignoro la cosa e cerco le iridi ardesia della Caposcuola per farle capire che ha il mio sostegno, confermandolo immediatamente dopo con i semplici fatti.
«Adesso basta.» lo soffio fuori quasi esasperata «Tony, sparisci.» esce come un ordine? Mi auguro di sì, la volontà di essere imperativa ce l’ho messa tutta.
Alice si offre di scortarla altrove al posto mio, non oppongo resistenza e la lascio fare. Giustamente, mi dico, è una sua responsabilità in fondo. Tiro un enorme sospiro di sollievo e annuisco con un sorriso mesto, la rassicuro con lo sguardo che è tutto – più o meno – sotto controllo, almeno credo. Noi stiamo bene, questo è ciò che conta «Ne parliamo con calma più tardi durante la ronda, così mi aggiorni.» è un sussurro quello che raggiunge l’orecchio dell’amica, alla quale ho cura di accostarmi. Mi giro poi verso l’altra Grifondoro, ho una paio di parole anche per lei «E Nieve, sul serio, sono davvero convinta che tu abbia più sale in zucca di loro.» sono risoluta «Dimostralo, per Merlino!» non c’è cattiveria, non c’è giudizio, solo un forte desiderio di farle aprire gli occhi.

Camille Donovan | Hufllepuff Prefect | 15 y.o







Interazioni: Thalia, Nieve, Eloise, Tony (PNG) & Alice

Perdonate il ritardo e, non so com'è successo, avete svegliato il chihuahua dormiente :grat:


 
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view post Posted on 25/10/2023, 11:02
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No rain, No flowers

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Helena S. Whisperwind
Hel
Helena dovette seguire lo sguardo di Lyvie per capire che quell’espressione di fuoco era rivolta ad Alice, che a sua volta sembrava rivolgere lo stesso atteggiamento sprezzante a Thalia, con il supporto di Nieve. L’incidente diplomatico sembrava imminente mentre le pressioni sulla Moran arrivavano su più fronti: oltre le grifondoro era impegnata con quel Matt sanguinante, le assurde confessioni di Tony, le repliche di Eloise e la gestione di una sala grande impazzita. Per quanto sembrava reggere il tutto più che egregiamente era chiaro che la situazione era piuttosto snervante per lei e per Camille.
Mentre Hel si chiedeva cosa avrebbe potuto fare per supportare le concasate, cosa avrebbe fatto al loro posto in una situazione simile, perché Lyvie provava quell’odio per Alice, perché Alice lo provava per Thalia e perché ci fosse quella tensione palpabile tra lei e Nieve, quel sovraccarico di input la immobilizzò e rese uditrice impotente di un vociare indistinto.
«Stanno buttando fuori la Rigos, guarda!» - «Povera Nieve…» - «Thalia po esse fero e po esse piuma: oggi è stata piuma con Nieve! AH! Ma se fossi stato io al suo posto…» - «Certo che Nieve poteva evitare di spaccare il naso a quel tassorosso. Io ad esempio mi sarei rivolta alla mia Caposcuola e non…» - «Ma che dite? L’ha chiamata “puttanella” davanti a tutti, altro che spaccargli il naso! Io gli avrei spaccato le palle a quello lì, nel vero senso della parola però!»
Hel si voltò di scatto verso il gruppetto che commentava l’accaduto alle sue spalle, con la mascella dischiusa per lo stupore. Ora era tutto chiaro.
Accompagnò con lo sguardo Nieve. La mano si alzò appena per salutarla con un cenno discreto e un sorriso agrodolce. Non aveva assistito alla situazione dall’inizio, ma stando a quanto aveva visto e sentito, era chiaro che la Rigos non era stata protagonista della migliore delle sue mattinate.

L’apprensione che Lyvie aveva per la sua lettera era più che comprensibile. Per quanto la tassorosso non avesse pensieri a riguardo dato che non aspettava posta e con ogni probabilità nessuno stava invadendo la sua privacy, la venne naturale mettersi nei panni della serpina e condividere una certa inquietudine per le sorti della sua missiva. «Dai, magari tua nonna si è scordata di spedirla! Sai, a volte agli anziani capita di dimenticare le cose... O magari non è ancora arrivata!»
Era questo ciò che si augurava, perché se fosse già stata consegnata alla persona sbagliata sarebbe stato piuttosto complicato trovarla. Propose quindi due possibilità ottimiste per cercare di tirarle un po' su il morale ed evitare di farle pensare al peggio.
Tastò piano la tasca sotto il mantello dove aveva precedentemente riposto la lettera di Draven, riflettendo sul fatto che dopotutto a lui non era andata poi così male. Certo, lei l’aveva letta involontariamente, ma almeno lui poteva avere la certezza che Hel non ne avrebbe fatto parola con nessuno.

Non troppo distante, un tipo smilzo e pallido, coi capelli lunghi, lisci e neri come la pece, conosciuto dai più come “Metallo”, schiacciò inavvertitamente un foglio di carta accartocciato per metà. Lo raccolse e lesse mentalmente il contenuto di quella che si rese conto essere una delle tante lettere perdute:

Mo ghrá,
Tu e tuo fratello dovete chiarire tutta questa faccenda. Siete sempre stati uniti, non dovete permettere a nessuno di separarvi. Iniziate quest'anno scolastico con buoni propositi. Intanto, ho inviato questa lettera anche a lui, con la speranza che non la strappi. So che crescendo è diventato un gobshite ingestibile, ma cerca di sistemare le cose.
Ho trovato delle lettere sfuse nella tua stanza... Non è che ti sei presa una cottarellina? Chi sarebbe questo V?
Buon inizio anno, mo lotnaid bheag.

Con amore,
nonna Iris

L’indifferenza sul suo volto venne sciolta per pochi attimi da una micro sorriso, tradendo un animo mite dietro quell’aspetto dark.
«Attenzione! Un attimo di attenzione per favore» Nessuno prestò attenzione tranne alcuni dei suoi amici capelloni lì attorno. «Attenzione!» Niente. Tutti erano presi dagli affaracci propri, chi a ridere, chi a origliare, chi nel bel mezzo di animate discussioni da opinionisti navigati su chi avesse avuto ragione e chi no in mezzo a tutto quel caos.
«Che cazzo, però!» Con balzo felino Metallo si erse su una panca, alzò un braccio al cielo e iniziò a dare violente scosse col capo facendo roteare i lunghi capelli neri svariate volte. Il richiamo della specie ebbe esito positivo e la risposta della sua cricca fu pronta ed istintiva: tutti con le braccia in alto, pugni stretti, indici e mignoli alzati e qualche ritmica oscillazione a tempo. Rullanti a mani nude e “woooah” diffusi accompagnavano il tutto.
Forte del supporto dei suoi, con una sublime tecnica diaframmatica si pronunciò buttando fuori l’aria con suoni gutturali e cavernosi: «WHOTTONZIONUOOOOEEEEHHH!»
Il growl di Metallo sortì finalmente l’effetto desiderato: spavento, sorpresa, ilarità e shock generali fecero voltare di scatto buona parte degli studenti e delle studentesse.
Si era decisamente guadagnato il suo palcoscenico.
«Molto bene, grazie a tutti» Il suo tono da bestia selvaggia si trasformò ben presto in quello di un tenero orsacchiotto: «Dunque, ho trovato una lettera per terra ma non c’era la busta con il destinatario: chi è la fidanzata di “V”? Nonna Iris ti cerca! E per la barba di Odino, fai pace con tuo fratelloooOOOHHH!» Concluse con uno scream tecnicamente ineccepibile e un mic drop, tra le altre urla ammirate dei compagni.

Helena aveva osservato la scena dall’inizio, incantata. Per un attimo avrebbe voluto mollare tutto, ricoprirsi di borchie, tingersi i capelli di nero e unirsi all’headbanging selvaggio della cricca degli alternativi. Ma le parve quasi di sentire la voce di sua madre intimarle di “non farlo, perché poi ti fai male la cervicale” e sebbene non sapesse nemmeno cosa fosse la cervicale, realizzò ben presto che sarebbe stato meglio lasciar perdere, che dopotutto quello non era il suo genere e che era meglio tornare alle sue faccende.
Si voltò entusiasta verso Lyvie per commentare la scena con lei, quando il solo incrociare i suoi occhi verdi le fece subito sorgere una domanda spontanea: «Lyvie, per caso tua nonna si chiama Iris?»
12 y.o. • first year • [kən'fyoozd]


Menzioni: Alice, Thalia, Camille, Draven, Metallo [png]
Interazioni: Lyvie, Nieve

Concordato con Lyvie il ritrovamento della sua lettera, modalità a sorpresa.

:cool:
 
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view post Posted on 26/10/2023, 20:31
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You can take the darkness out of the man, but you can't force him to step into the light.

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Thalia J. Moran | 20 Y.O. | Hufflepuff Headgirl

Negli anni trascorsi ad Hogwarts ne ho viste tante - forse troppe - ma mai come in questo giorno mi pento di essere stata scelta come Caposcuola e di non aver già un piede fuori dalla proprietà, proiettata nel magico mondo degli adulti che, almeno nella mia testa, non è popolato da persone frivole, superficiali o snervanti. E’ un’utopia, lo so io e lo sa il mio cervello, benché entrambi risultiamo incastrati in un processo distruttivo innescato da un certo fattore X.
Non ho il tempo di pensare al perché i gufi abbiano deciso di farmi andare di traverso la colazione dopo solo dodici ore ad Hogwarts, ma so che non posso cominciare la giornata con un fegato le cui dimensioni superino quelle normali. Ho sperato - forse pregato? - che Eloise mi desse man forte in quel momento, ma Daniels è una spina nel fianco per me quanto lo è per lei; scocco uno sguardo esasperato nei confronti della mia compagna e le chiedo con la forza del pensiero - l’unica rimasta - perché mi abbia implicitamente, seppur involontariamente, tradito anche lei. Non riesco a dire mezza parola e mi trovo completamente sola, circondata da adolescenti irati, incapaci di gestire le emozioni e perfino la lingua lunga che si ritrovano. Vorrei sbraitare, ma non sarei d’aiuto e percepisco nettamente la carotide pulsare sul mio collo insolitamente rosso di rabbia al pari delle mie guance. Comincio persino a sospettare che ci sia qualcosa nel succo di zucca, nel latte o nel caffè che abbia agitato gli animi di tutti, il mio in primis, ma non posso iniziare a congetturare perché i liquidi intorno a me reagiscono al mio stato emotivo, mostrando davvero quanto la mia pazienza sia al limite.

«Eloise, non importa.» mormoro, mentre la Wagner mi parla con quell’insopportabile tono saccente. Lascio dunque perdere i miei concasati e dedico ad Alice il mio sguardo infuocato di rabbia repressa. Vorrei toglierle quell’espressione idiota di supponenza dalla faccia, ma non aggiungerei nulla di buono a quanto già bolle in pentola. Del resto, che bisogno c’è che lo faccia io? Nieve ci mette del suo e, come al solito, riesce a sfiorare corde della mia anima che solo lei può osare e sperare di raggiungere. In quel momento, quando Alice la prende per il braccio, è Nieve che guardo.
*L’ultima volta le hai prese tu, però.* vorrei dirle. Ricordare il nostro incontro della primavera scorsa non fa onore a nessuna delle due, ma non so più quali metodi utilizzare per far sì che qualcosa cambi per davvero. Non smetto di essere arrabbiata - né con lei né con chiunque nel raggio di due metri - e lo testimonia la vibrazione delle caraffe sulla tavola a noi più vicina. Me ne rendo conto dagli sguardi istupiditi dei miei compagni, che si guardano attorno con l’aria di chi tema il terremoto e non sappia che cosa stia accadendo davvero, e faccio appello al mio autocontrollo - se esiste ancora - per sedare l’emozione che mi travolge come un fiume in piena.
Quando Camille molla la presa su Nieve non si tratta solamente di un gesto dovuto nei confronti di un problema Grifondoro da risolvere in separata sede: mi sento fisicamente ed emotivamente meglio a saperla lontana dall’aura distruttiva della Rigos. Non la voglio intorno e non voglio che rovini ulteriormente ciò che mi è più caro. Ha già distrutto la nostra amicizia, non corromperà nient’altro, non se posso evitarlo. Allungo quindi un braccio per sfiorare l’uniforme di Camille, afferrandola se ci riesco, e l’intento è quello di farla avvicinare a me.

«Ognuno ha le sue beghe da risolvere. Camille…» la richiamo, portando a compimento la sua separazione, anche spaziale, da Nieve «Portiamo Davies in bagno, gli diamo una ripulita e vediamo di aggiustargli i connotati senza spargimento ulteriore di sangue.»

Mi rendo conto di aver raggiunto e superato un limite che mi sono autoimposta molto tempo fa. Congedo con lo sguardo Eloise e Daniels, non ho voglia di fare adesso i conti con loro, ignoro completamente Alice Wagner e il suo orgoglio inutile e mi rivolgo a Camille in un sussurro così che solo lei possa udirmi nel trambusto di una Sala che, piano piano, torna alla sua quotidianità.
«Ho imparato a mie spese quanto sia difficile starle lontano e non aiutarla, ma… non farti coinvolgere da lei. Per favore.»
Stringo la veste di Davies, che ho fatto alzare forzosamente, e mi rendo conto di non essere completamente lucida solo quando l’idiota con il naso fratturato prova a chiedermi qualcosa ed io non capisco assolutamente di cosa stia parlando. E’ come se non comprendessi davvero o avessi difficoltà a sentire i rumori intorno a me: quello che sento perfettamente è il cuore che mi martella nel petto e nelle orecchie, il respiro affannoso e la sensazione che, se non mi allontanassi in fretta da quella enorme stanza colma di persone, finirò per impazzire.
interazioni: Matt (png), Tony (png), Camille, Alice, Eloise
Menzioni: Nieve

© Thalia | harrypotter.it



Panic attack in 3... 2...
 
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view post Posted on 5/11/2023, 20:01
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Vide la Caposcuola Moran in seria difficoltà, il peso delle responsabilità sulle spalle a farle salire i nervi a fior di pelle. Come lei, anche la Donovan. Di certo, Lyvie non sarebbe mai stata in grado di gestire una situazione del genere. Al contrario, sarebbe probabilmente stata la miccia ad appiccare il fuoco.
Tuttavia, gli animi sembravano essersi calmati. Il peggio era passato, ora era rimasta tutta la tensione nell'aria da smaltire. Gli sguardi si cercavano, sussurri e pettegolezzi erano nell'aria attorno a sé: sembrava stesse per incombere su quella folla di studenti una catastrofe oltre ogni misura, tutti se l'aspettavano. Tutti si aspettavano qualcosa di eclatante da vedere, quella mattina. Solo per poterne parlare per settimane e settimane fino alla nausea. Il solo pensiero le fece storcere un po' il naso, ora che le iridi verdi balzavano di viso in viso all'interno della sala grande, nel notare tutti questi piccoli particolari che - per lei - erano irritanti. Troppe informazioni insieme, un senso di nausea e un groppo alla gola le fece capire che era giunto il momento di andarsene. Doveva allontanarsi da tutta quella situazione, si sentiva ormai confusa e spaesata.
Guardò Nieve andarsene senza dire una parola, Helena al suo fianco la salutò. E così le rispose anche, dopo averle confessato la preoccupazione inevitabile che aveva per la sua, di lettera.
Percepiva una brutta sensazione.

« Dici? Mah... Lo spero.
» replicò la Serpina, lo sguardo un po' perso nel vuoto mentre ci pensava su. Sperò che Helena avesse ragione.
Purtroppo, nonna Iris non dimenticava mai la lettera del primo giorno di scuola. Già poteva immaginare il suo contenuto, per cui cominciò a sudare freddo solo al pensiero che qualcuno potesse leggerla. Come lei, nonna Iris aveva il brutto vizio di scrivere nero su bianco, anche particolari estremamente confidenziali.
E proprio in quel momento, guardacaso, un ruggito disumano fuori dal coro le fece gelare il sangue nelle vene. Sembrava essere stato ignorato parecchie volte questo tizio - mai visto prima in vita sua, anche perché lei entrava in sala grande solo per fare colazione, mica per interagire con la gente a caso -, per cui quando riuscì a catturare l'attenzione di tutti, Lyvie notò il foglio stropicciato che aveva in mano, senza apparente busta. E ora questo cretino che cazzo vuole?
Ci mancava un altro coglione di turno che non si faceva i cazzi propri.
All'inizio, per lei la "fidanzata di "V"" poteva essere chiunque e squadrò il tipo con un'espressione schifata e anche abbastanza confusa, non capendo lei stessa chi fosse il destinatario di quest'altra lettera. Ora tutti lo stavano ascoltando, bastò che "nonna Iris" uscisse dalla sua bocca per farle capire che - cazzo - era la sua lettera. Sbiancò in pieno viso, soprattutto nell'attimo in cui venne tirato in ballo anche suo fratello che - cazzo se lo sperava - sperò non fosse lì in mezzo. Era certa che Helena, nel momento in cui si rivolse a sé, si sarebbe accorta immediatamente della sua espressione sconvolta. Senza parole, turbata, spogliata della sua privacy e, soprattutto, incazzata come un troll. Se ci trovassimo in un cartone animato, dal naso di Lyvie sarebbero spuntate anche nubi rosse dalla rabbia.
Prese un profondo respiro, ora le gote erano diventate rosso fuoco. Helena non c'entrava niente, mica poteva arrabbiarsi pure con lei.

« ... Sì. Scusami. » fu la sua unica risposta alla Tassina - consapevole del fatto che, se avesse detto una parola di più, si sarebbe incazzata anche con lei -, ormai le iridi erano puntate tutte sulla sua nuova vittima.
Accecata dalla rabbia, senza assolutamente pensare al fatto che - se fosse stata ferma - forse non tutti si sarebbero accorti che quella lettera era proprio per lei, avanzò a grandi falcate verso quella specie di metallaro stronzo. Spinse parecchie persone prima di giungere a lui, che le rivolse uno sguardo confuso fin quando non realizzò - dall'espressione diabolica della Serpina - che era proprio lei la destinataria. Ma ebbe solo il tempo di realizzare la cosa, che Lyvie saltò sulla panca e poi sul tavolo - ma solo per sembrare più alta -, lo afferrò per i capelli per tirargli con forza la testa, una volta affondate saldamente le falangi nella sua folta chioma.
Che peccato.

« Coglione, o stai zitto o ti faccio la pelata. Hai capito?! » urlò queste ultime due parole in una minaccia bella e buona, Lyvie lo guardò negli occhi con uno sguardo di fuoco.
Probabilmente si stava per cacciare in un enorme guaio, data tutta la crombiccola di smidollati che aveva in sua difesa. Ma non avrebbe mai e poi mai permesso a nessuno di poterla prendere in giro, non davanti a tutta la scuola, non davanti al gruppetto di suo fratello che - - odiava più di Alice Wagner.




Interazioni: Helena (vi adoriamo :picchiare:), Metallo scemo scemo
Menzioni: Alice, Thalia, Camille, Nieve

 
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view post Posted on 7/11/2023, 18:50
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entropia.

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18 Anni ↝ Entropia ↝ IV anno

Nieve Rigos

«A knife? Are you flirting
with me?»


L
a solidarietà è un lusso cui non sono abituata, non da un anno a questa parte. Riceverla — in un solo giorno — da così tante persone è una sorpresa che decisamente non aspettavo. Il calore che provo nell’incrociare lo sguardo birbante di Alice risveglia qualcosa di antico, profondo. È il senso di appartenenza a una Casa che ho trascurato negli ultimi anni, distaccandomi dai suoi valori e dai suoi membri con la pretesa della protezione e dell’essere rimasta indietro; della solitudine autoinflitta. Invece, è qui che mi ritrovo dopo tanto peregrinare, al fianco di chi veste i miei stessi colori.
È strano, molto, il ribaltamento di posizioni al quale sto assistendo. Un tempo, non avrei esitato a schierarmi dalla parte di Thalia. Probabilmente, tutto questo scompiglio non sarebbe neppure venuto fuori perché mi sarebbe bastato meno di un secondo per ottenere giustizia. O forse, un pugno, non glielo avrebbe risparmiato nessuno a Davies. Sta di fatto che, adesso, mi trovo di fronte alla persona con la quale ho condiviso più di quanto abbia mai fatto con chiunque altro; e non sono sue le spalle che sto coprendo.
Un vuoto all’altezza del petto mi dice che, a dispetto della mia irriverenza, non posso ignorare l’affetto che ancora ci lega. Ti ferisce come ferisce me questo scontro? Sono incoerente, lo so. L’ho cercato io. Ti sto provocando. Eppure, per ogni picco di adrenalina, segue una discesa negli inferi della mancanza che non mi aspetto e che mi ricorda cosa siamo state. Che mi taccia di ingratitudine. Poi, lo stesso giudizio torna su di te e la saga ricomincia.
«Grazie di tutto, Camille» dico al giovane Prefetto con tono dolce e un sorriso gentile.
Comprendo la sua esasperazione e non posso essere in disaccordo con lei. Ha tentato in tutti i modi di sedare una situazione che è precipitata a rotta di collo e, nonostante le sue preghiere, io ho continuato a soffiare sulle braci accese. Non ho mai voluto che le fiamme divampassero, né ho continuato a infierire per il piacere di contaminare la Sala Grande con il mio caos. Certo, avrei potuto risparmiarmi la doccia al succo di zucca, ma l’umiliazione non è un peccato per il quale è prevista la misericordia nel mio regno.
L’ho subita, Camille, da che sono stata messa al mondo. Mia madre non mi ha voluta, mio padre non so chi sia, il paesino in cui vivevo mi trovava ripugnante, i bambini non osavano giocare con me — che ero uno scarto. L’ho patita perfino da adolescente, in talune occasioni, prima di diventare l’ombra rabbiosa che sono adesso. Non so se, conoscendo le mie ragioni, capiresti. So solo che quest’onta andava lavata via e la sola forma di comunicazione che io conosca, da selvaggia quale sono — randagia, direbbe qualcuno — è la violenza.
«Non per fare la melodrammatica, ma… non sei tu. Sono io.»
È un modo contorto per rassicurarla, per dirle che non ha sbagliato nulla nell’esercitare la sua autorità da Prefetto. Ha soltanto avuto la sfortuna di incontrare lungo il cammino una particella impazzita, che di regole e confini proprio non sa che farsene.
Sposto lo sguardo su Alice. Il suo congedo comprende anche me. Mi chiedo se ci sia qualche punizione all’orizzonte ed eventualmente quale. Sta di fatto che le devo un ringraziamento per questo assist. Sfidare l’intero corpo docenti e una sfilza di Prefetti e Caposcuola non è l’ideale per cominciare quest’anno scolastico dopo una bocciatura. Quindi, le sorrido e le rivolgo un cenno del capo, incamminandomi verso l’arco d’uscita proprio mentre un altro simpaticone prende il posto di Davies e comincia a declamare con altrettanta teatralità il contenuto di una lettera. Sospiro con disappunto e, per un attimo, rallento. Vorrei intervenire e ficcargliela in bocca, quella lettera, perché di coglioni paonazzi ne ho piene le cioccorane. Il mio istinto di sopravvivenza mi dà una spintarella sul fondo della schiena, però, intimandomi di proseguire.
Per oggi — o, meglio, per ora —, ho fatto abbastanza.

Role scheme © ˜Serenitÿ



Interazioni: Camille
Menzioni: Alice, Thalia


Edited by ~ Nieve Rigos - 7/11/2023, 20:48
 
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view post Posted on 20/11/2023, 19:41
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all that is gold does not glitter, not all those who wander are lost

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Nella manciata di momenti che seguono l’azzardata affermazione di Tony, Eloise si raggela, rimanendo con le braccia strette e tese lungo il corpo e lo sguardo vacuo. Il suo timido tentativo di arginare l’autoaccusa si disperde nel vento, e non c’è nessuna barriera che può innalzare tra sé e le conseguenze che l’attendono, a cui si è già quasi rassegnata.
Quello che non si aspetta è l’intervento tempestivo di Nieve, che riesce a costruire una scusa plausibile manifestando anche un certo disdegno nei confronti di Tony e della sua bugia. La verità apparente è invece una menzogna bella e buona , il falso sostituisce il vero, ed Eloise è estasiata da quel rovesciamento di ruoli. Grazie, mima con la bocca chinando leggermente il capo. Le è piaciuta quella tempestività e quel cameratismo, complice l’essere entrambe frequentatrici del cortile della fontana e delle sue zone a fumo denso. A modo suo, Rigos le ha offerto il ghiaccio per sgonfiare i colpi subiti, a ruoli inversi rispetto alla festa di Natale dell’anno precedente.
Nonostante l’impegno profuso nello smarcarsi dalle colpe, accuse e difese sembrano sparpagliarsi nel brusio circostante. I tentativi di Tony non interessano a nessuno, il picco della crisi è passato e ora non restano che scambi piccati tra i membri dello staff e tra le Casate.
A Eloise quella dinamica provoca un prurito fastidioso. Con gli anni ha scoperto che i battibecchi cameratismi le stanno stretti, e che non riesce più a separare noi da loro. Va bene la Coppa delle Case, va bene il Quidditch e va bene avere leggende, tradizioni e segreti: ma le persone sono persone, e la suddivisione per indole e caratteristiche caratteriali non può essere rappresentativa. Lei si sente molto più di leale e rispettosa, e può capire che sia più semplice gestire gli studenti con quella suddivisione, ma non si sente di inscatolarla non quei compartimenti stagni. Non si sente di appartenere alla stessa categoria di umani di certi Tassorosso, così come si trova affine ad Alice, o ad altre creature intrappolate a loro volta in altre Casate. Insomma, non riesce più a ragionare in termini di voi Grifondoro, voi Corvonero e voi Serpeverde per tutto ciò che non riguarda il Quidditch.

È rimasta sovrappensiero troppo a lungo, e adesso che il peggio è passato sembra che non ci sia più nulla a trattenerla in Sala Grande, neanche la sua colazione lasciata a metà. Thalia e Camille hanno ripreso il controllo della situazione, ed Eloise decide che è meglio dissolversi nel nulla e mettere più metri possibile tra se stessa e Tony, a cui intende girare al largo almeno per un po’.
Si guarda un momento attorno, cercando di individuare Megan nei paraggi, ma non sembra aver solcato la Sala Grande quella mattina. Buon per lei. Così, appurato che nessuno dei Corvonero presenti rientra tra le sue conoscenze, decide di custodire la lettera e dargliela alla prima occasione buona, possibilmente entro sera.
Invece, il suo sguardo incrocia quello di Helena, e si apre in un sorriso. Sembra confusa tanto quanto lei da quel modo originale di iniziare l’anno scolastico. «Qua c’è da diventare scemi…» Si ticchetta la fronte e spalanca gli occhi, facendo mezzo passo verso di lei. «Se senti che qualcuno con una lettera per me me lo fai sapere? Io scappo prima che la Sala Grande esploda e Tony decida di darmi la colpa…»
Così, con mezza colazione sullo stomaco e un intero anno scolastico da affrontare, Eloise si avvia verso la prima lezione.
Potere della pazienza Tassorosso, vieni a me.
PEF9dAm
INTERAZIONI: NIEVE, HELENA. MENZIONI: THALIA, CAMILLE.
 
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view post Posted on 6/12/2023, 11:51
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No rain, No flowers

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Helena S. Whisperwind
Hel
L'ammirazione di Helena per Metallo si era limitata alla teatralità con cui lui era stato in grado di attirare l’attenzione.
Il gesto in sé risultava obiettivamente discutibile e per quanto in realtà il capellone non avesse avuto cattive intenzioni, non era per nulla riuscito nel suo intento di essere carino e gentile nell'aiutare qualcuno.
Metallo, davvero, non aveva agito con cattiveria. Forse il suo comportamento impulsivo era dovuto alle cose speciali che ogni tanto si fumava, o alla sua abitudine di consumare succo di zucca corretto con succo di qualcos’altro, o quella ancor più frequente di far schizzare la testa avanti e indietro, a destra e a manca, che potrebbe avergli causato qualche rottura dei legamenti del buonsenso e della discrezione.
Ma si sa, spesso le buone intenzioni non sono sufficienti.

Incrociare lo sguardo ridente e pressoché familiare di Eloise, permise alla giovane tassina di avere un piccolo e piacevole break. «Più scemi i gufi ad aver combinato questo casino o noi a fine giornata? Lo scopriremo presto!» una smorfia con un sorrisetto e i denti a castoro le increspò buffamente il viso per un attimo «Puoi contare su di me, Capitano!» piegò la testa di lato e la salutò, guardandola andar via.

Iris era decisamente la nonna di Lyvie. Nemmeno il tempo di distrarsi un attimo, che la serpina era balzata sul tavolo degli alternativi e stava tirando indietro la testa e i capelli del leader vestito di pelle nera, come se volesse spezzargli il collo -già particolarmente provato- da un momento all’altro.
«Eddai, non c’era il destinatario! Io volevo solo aiutare!» Metallo rideva e tossiva sotto la morsa ferrea di Lyvie, ma non sembrava veramente agitato o deciso a reagire in qualche modo.
La sua risata era indecifrabile. L’espressione stralunata che ne caratterizzava i lineamenti lo rendeva quasi inquietante, e la prospettiva non faceva che accentuare l’impressione stirandogli i lineamenti come se fossero quelli di un drow dai colori invertiti.
Lyvie venne ben presto accerchiata dalla cricca di alternativi -molti dei quali parecchio più grandi di lei-, e per quanto ce ne fossero alcuni sconcertati e fermi ad assecondare la pacatezza del loro leader, qualcun altro stava iniziando a perdere la pazienza e con espressione cupa si stava facendo largo tra il capannello di compagni in direzione della ragazza verdeargento.
La situazione non si stava mettendo bene ed Helena non poté che provare un certo timore per l'incolumità della ragazza dai capelli castani e ondulati, tanto che ben presto si ritrovò alla velocità della luce lì davanti al gruppetto, decisa a fare qualcosa per evitare il peggio.
«Oh Lyvie dai, grazie, sei tanto cara a volermi coprire…» iniziò a tirarle il lembo della manica destra con insistenza, mentre le sue iridi si spostavano circospette e con velocità da uno all’altro tizio del gruppo, nel quale la fetta di indispettiti stava velocemente ottenendo sempre più consensi anche tra le schiere dei personaggi che erano apparsi più calmi «…ma non occorre, ormai lo sanno tutti che io e Valley usciamo insieme!» Valley, che diavolo di nome è Valley? Se ad Hogwarts c’è davvero una persona che si chiama così, sono fregata. «Forza, andiamo via! E questa la prendo io, tante grazie»
E così Helena prese con cautela la posta della Serpeverde dalle mani di un Metallo inerte, il cui volto era ormai una maschera deforme per le risa e la fatica della posizione forzatamente innaturale.
Con dei sorrisi tiratissimi la tassorosso cercò di congedarsi dal gruppo e di portarsi dietro Lyvie prendendola a braccetto: «Vieni via con me, Lyvie. E non aggiungere nulla, please» Un sussurro deciso ma appena percettibile, rivolto alla ragazza, nascondeva la speranza di non dover tornare indietro e ripescarla in mezzo a quel mare di piranha incazzosi. O peggio, doverla poi accompagnare in infermeria a far compagnia a quel rimbecillito col naso spaccato.

12 y.o. • first year • [kən'fyoozd]


Interazioni: Eloise, Lyvie, Metallo [png]
 
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view post Posted on 25/12/2023, 20:40
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L’obiettivo era fargli male, molto male. La rabbia predominava nella mente e nel corpo di Lyvie, che teneva saldamente i capelli di Metallo tra le mani. Le sue parole riuscirono a irritarla ancor di più, come se leggere ad alta voce una lettera e invadere la privacy delle persone fosse un gesto generoso. Il tizio non reagiva sotto la morsa della Serpina e, anzi, addirittura rideva. La cosa la mandava fuori di testa, ormai il desiderio di fare a botte ora era immenso.

« Era meglio se ti facevi i cazzi tuoi! » esclamò la riccia mentre strattonava, se possibile, ancor di più i capelli di quel povero malcapitato.
Non aveva proprio notato i suoi amichetti che la stavano per accerchiare, tanto era cieca dalla rabbia. Quel che sentì poi, fu solo la voce di Helena che, di soppiatto, riuscì a venirle in soccorso. Le strattonò la manica del braccio libero per attirare insistentemente la sua attenzione e fu proprio in quel momento che Lyvie si rese conto dell’imminente pericolo in cui si stava per cacciare. Guardò la Tassina come se fosse la sua unica salvezza: stava cercando di salvare proprio lei? Ma allora le stava simpatica o se lo stava solamente immaginando?
Valley?
Un’espressione da ebete spuntò sul viso della mora, che venne trascinata a braccetto dalla sua salvatrice. Ben presto collegò il filo del discorso, capendo il senso delle sue parole. L’aveva non solo salvata, ma aveva anche riversato tutte le colpe dell’accaduto su di sé. Dire che Lyvie ne fosse ammirata era dire davvero troppo poco.
Tuttavia, niente le impedì di mandare per un’ultima volta a fare in culo Metallo e tutta la sua gang di sballati.

« Stronzi. » non riuscì proprio a trattenersi, masticando quelle sillabe sottovoce quando Helena la esortò ad andare via con lei.
La seguì di conseguenza, fidandosi per la prima volta di una ragazza con cui - prima di allora - non aveva mai interagito. Solo quando furono in prossimità dell’ingresso della sala grande la Serpina cercò il suo sguardo, stavolta in un’espressione decisamente più pacata e quasi dispiaciuta. Non avrebbe mai voluto cacciarla in nessun guaio per colpa sua. Fortunatamente, non era successo niente.

« Grazie. Hai rischiato parecchio. » esordì in un sorriso più tranquillo, cercando di sdrammatizzare sulla situazione.
Era vero: Lyvie avrebbe potuto tranquillamente trascinare Helena nei guai. Invece, ne erano uscite vincitrici e indenne. Ben presto, la lettera indirizzata a sé tornò nelle sue mani, e allora il proprio cuore poté riprendere a battere a un ritmo più regolare.
Le lezioni sarebbero iniziate presto, era ora di andare. Si congedò con una promessa, rivolgendole un nuovo sorriso sincero, di quelli che non rivolgeva mai a nessuno.

« Ti devo un favore, Helena! »




Interazioni: Helena, Metallo scemo scemo
È stato un piacere :abbraccio:

 
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