Attesa, Privata

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*Derek
view post Posted on 17/1/2024, 18:02 by: *Derek
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Parlare con Jean era una liberazione, per qualche motivo dire quelle parole ad alta voce rese più chiare le sue idee, persino le sue sensazioni e sentimenti sembravano essere calme come non lo erano mai state da quando era stato morso. Da tempo, ormai, aveva capito che percepiva le emozioni di chi gli era vicino. Una volta aveva sentito quel misto di rabbia e delusione cocente di una studentessa alla scoperta di essere stata tradita dal ragazzo. Non aveva mai sentito emozioni così forti, era come se il cuore volesse uscire dal petto lacerando ossa e carne.
Ma in quel momento, per quello che reputava una grande benedizione, era tranquillo e non era una sensazione di qualche sconosciuto, era sua e la stava assaporando come il succo di zucca fresco d'estate.
Per tutto il suo discorso sul futuro non smise di guardare Jean negli occhi, altra sorpresa. Non era solito parlare di se stesso a quel livello di informazioni e riuscire a reggere lo sguardo del suo interlocutore. Fu la prima volta che nella sua mente passò un flebile pensiero, come se questo fosse sepolto da altri, a metà tra l'inconscio ed il suo io cosciente: Questa ragazza deve avere qualcosa di speciale.
L'eco nella sua mente si spense ben presto, tanto che Derek avrebbe potuto giurare di fronte ad una giuria che non lo avesse mai pensato.
Nemmeno l'arrivo della cameriera ebbe la possibilità di distrarlo più di tanto, dopo l'ordinazione tornò a guardare Jean, nel suo parlare percepiva ciò che non era stato detto, ciò che vi era sotto le righe, comprendeva perfettamente l'idea di sentirsi smarriti, specie se dopo eventi drammatici, anche se non poteva dire se Jean ne avesse vissuto uno, eppure sentiva che era così, la capiva e probabilmente la ragazza non avrebbe mai saputo quanto, era la roccaforte di eventi traumatici, talvolta aveva pensato che il fato avesse voluto accanirsi in modo vergognoso. Aveva percepito anche la distanza tra lei e la madre. Certo, l'idea iniziale di aiutare la madre avrebbe potuto significare che non c'era un padre? Non ebbe cuore di chiederlo. Sapeva bene come il portare i pensieri su un ricordo doloroso non era affatto piacevole. A lui non sarebbe piaciuto se qualcuno, da nulla, gli avesse chiesto dei suoi genitori. Però, notò come il quel momento il ricordo lontano della loro morte, o forse più del fatto che un tempo fossero in vita, non fece breccia nel suo cuore come una spada ghiacciata, tuttalpiù sembrava un leggero spillo.
Quel pensiero, esattamente lo stesso, sopito tra l'incoccio ed l'io cosciente fece nuovamente capolino, ma andò via come prima.
Vide la sua testa abbassarsi per fissare il pavimento ed ebbe l'irrazionale voglia di prenderle una mano, addirittura di abbracciarla cingendole un braccio sulla spalla per farle sentire la sua solidarietà, o voleva confortarla con il suo supporto? Forse era un bene che il quel momento non si guardassero negli occhi. Ma Jean si riprese quasi immediatamente e gli diede la chiara immagine di una ragazza forte.
Sai disse piano e con un tono di voce pieno di gentilezza, senza inflessioni che potessero rasentare la compassione, Jean non ne avrebbe avuto bisogno, lo sentiva. Talvolta può sembrare che ciò che abbiamo davanti sia insormontabile, sono certo che verrai a capo di questa matassa. Serve pazienza, a volte ti svegli la mattina con la consapevolezza di aver fatto un passo in avanti o di aver lasciato cadere quel peso che ti portavi dietro da troppo tempo. Comprendi che ciò che ti schiaccia non era poi così pesante da non poter essere sollevato, e quel dolore...non era poi così insopportabile La luce nei sui occhi si spense per qualche secondo, negli stessi perdurò il silenzio. Poi come a voler fare un tentativo per tirarla su di moraleE poi se ancora al terzo anno, sarei stato stupito di sapere che avessi già le idee chiare Si grattò il mento e penso *Non come me che sono in dirittura di arrivo* Forse non sono nemmeno affari miei... iniziò cautamente guardandola negli occhi con intensità quasi volesse trasmettergli la sua calma e la sua comprensione Potremmo pensare al tuo presente, se vuoi, come vorresti vederti? Sperava davvero di non averla spaventata. Il suo tono lasciava intendere che era libera di scegliere se farlo o meno, e ci mancherebbe altro! Forse avrebbe dovuto fare il primo passo verso quella strada che avrebbe portato più affondo nella loro conoscenza Per esempio, mi vedo studiare fino allo sfinimento per l'arrivo dei M.A.G.O., anche se in realtà dopo i G.U.F.O non vorrei perdermi qualche occasione per staccare e vivere questo percorso con la giusta calma e godermi momenti come questo Aveva parlato senza riflettere, sperava davvero che il suo volto mantenesse il suo solito colore, nei fatti non aveva sentito il calore aumentare in zona viso, forse perché gli era venuto così naturale? Riprese dopo qualche secondo Mi vedo prendermi cura delle mie creature magiche e non, non mi potrei mai perdonare se si sentissero abbandonate. Era appena divenuto il fiero compagno di una gatta e un Jobberknoll, sorrise al pensiero Mi vedo provare nuove esperienze, sono stato troppo tempo con il naso sui libri, a volte mi sembra di non aver mai vissuto realmente. Ancora una volta si aveva parlato a ruota libera, senza riflettere. Perché era così naturale? Perché sentiva così libero da ogni peso che la sua vita gli aveva, ingiustamente, posto sulle spalle. *Mi vedo liberarmi dal mio peso più grande* Pensò alla fine, che liberazione sarebbe stata avere qualcuno che conoscesse il suo segreto, poterne parlare senza paura di esse giudicato. Ma per farlo avrebbe dovuto raccontarlo, avrebbe dovuto fidarsi tanto di quella persona. In quel momento non sentiva la mancanza di fiducia In Jean, ma la paura che le avrebbe potuto alzarsi ed allontanarsi era un prezzo che non avrebbe voluto mai pagare. Seppur sentiva di poter raccontare se stesso alla ragazza che aveva di fronte, c'era una parte di lui che non avrebbe mai voluto che la ragazza conoscesse o incontrasse. Quella preoccupazione spense per un solo istante la luce nei suoi occhi, quella luce che era divampata nel momento in cui aveva deciso che per Jean avrebbe fatto un sforzo che per altri non avrebbe mai nemmeno pensato di fare, come se una luna avesse oscurato il sole per pochi istanti. Tornò a protendersi verso di lei, tentando di allontanarsi da stesso e da quel pensiero, sperando che non lo giudicasse come se stesse valicando il confine della sua zona di comfort, si sarebbe ritratto al minimo segnale di disagio.

 






 
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