Attesa, Privata

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Hoiuth
view post Posted on 8/9/2023, 10:17 by: Hoiuth
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𝑤𝑒'𝑟𝑒 𝑎𝑙𝑙 𝑚𝑎𝑑 𝘩𝑒𝑟𝑒

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Quel giorno le capitò il turno serale. Non che fosse particolarmente contenta di prendervi parte, difatti dalla sua espressione si poteva ben evincere tutto ciò. Non che odiasse lavorare lì, nonostante l'ambiente già di per sé talmente angosciante da farle passare la voglia di vivere, ma il pensiero delle lezioni e di tutte le nozioni che aveva da recuperare in quel periodo le rendeva il lavoro più difficile. Si ritrovava spesso con la testa tra le nuvole, di chi si trovava lì ma non era lì.
Si sistemò il grembiule più stretto in vita, che puntualmente si sfilava e allargava in una maniera che le dava immensamente fastidio; strinse il mezzo chignon sulla testa che si allentava ogni due per tre subito dopo. Quella sera la situazione era abbastanza tranquilla: in fondo, non era ancora orario di cena. C'era solo qualche cliente sparso per il pub, di cui la maggior parte già serviti. Lyvie si premurò di preparare al volo una globingrappa appena ordinata al bancone, quando nel posto giunse un viso conosciuto solo vagamente.
La rossa non sembrava assolutamente in linea col pub, che era frequentato principalmente da uomini di mezza età, donne losche e tizi inquietanti. Inoltre, tutta quella polvere e l'atmosfera tetra e sinistra che aleggiava nell'aria rendevano quel posto un anti-gioventù. Era, difatti, raro che uno studente di Hogwarts venisse lì. Eppure, eccola. In un angolo del posto, tra il muro e il tavolino, mentre leggeva un libro. Proprio per questo, Lyvie attese volutamente: forse aspettava qualcuno.
E così fu. Un ragazzo che non conosceva, ma che sapeva facesse parte del gruppo studenti del castello, la raggiunse. Si domandò se fossero o meno della stessa casata, osservando semplicemente la scena da lontano. Come garzone lì, in cui ormai lavorava dal primo anno, la giovane Serpeverde aveva grossomodo capito quando avvicinarsi ad un tavolo e come farlo. Li lasciò un po' parlottare, quando si sfregò le mani con lo strofinaccio attaccato vicino al bancone, per recuperare il blocchetto e la penna per l'ordine. Tutto ciò perché la ragazza aveva cominciato a guardarsi attorno, invece che concentrarsi sul suo interlocutore.
Uscì dal bancone lateralmente, avanzando qualche passo verso di loro. Giunse al tavolo e sorrise, un sorriso un po' abbozzato, di chi era già stanco di quel turno e che voleva solamente portarlo a termine. Non aveva bisogno di carinerie particolari per rigirarsi per bene il cliente: la fama del Testa di Porco lo precedeva e, in fondo, chiunque consumasse lì non era mai chissà quanto amichevole di per sé. Non che lei lo fosse particolarmente, amichevole.

« Cosa vi porto, ragazzi? » esordì, carta e penna alla mano e le iridi verdi che si alternavano tra i due.

15 anni • garzone • II anno • Serpeverde • Scheda
 
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