Attesa, Privata

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*Derek
view post Posted on 15/6/2023, 17:57 by: *Derek
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Vide Jean chiudere il libro ed alzare gli occhi su di lui, per un momento la guardò negli occhi color nocciola ma distolse lo sguardo per guardarsi intorno, nella sua avanzata verso il tavolo in cui era seduta la ragazza non aveva lo aveva fatto. La vera ragione era che non riusciva a guardarla negli occhi perché le ricordava i momenti di profondo silenzio vissuti al ballo di fine anno. Sebbene avesse voluto non farlo dopo pochi secondi tornò a guardare la ragazza concentrandosi su tutto il viso e non solo sugli occhi.
Era stata carina a scusare il suo ritardo, benché fossero pochi minuti non era comunque rispettoso arrivare dopo l'orario concordato, forse era uno dei retaggi della sua vita all'orfanotrofio, dove si doveva arrivare sempre cinque minuti prima dell'inizio di ogni evento della giornata, dalla colazione alla cena. Provò una fitta in un punto imprecisato dello stomaco nel ricordare quante volte era rimasto senza un pasto prima che imparasse ad arrivare puntuale.
Rimase spiazzato quando lei si alzò per indicargli la sedia, ovviamente l'aveva vista, ma non avrebbe preso posto finché la ragazza non avesse proferito verbo, anche questo era un retaggio di una vita passata, nessuno che arrivava in ritardo si sedeva se la direttrice non dava il permesso, e benché Jean non potesse essere più diversa della vecchia megera era come un riflesso incondizionato, qualcosa di così radicato nella sua mente che non poteva fare a meno di agire in quel modo, sperava tanto che la ragazza non avesse capito ciò che ci celava dietro quello strano comportamento.
Accolse la richiesta di Jean e si mise a sedere di fronte a lei dicendo
Grazie! Sorrise, era una delle buone abitudini che aveva preso da qualche tempo, al dire il vero dall'inizio del torneo, sebbene vi erano stati momenti in cui non avrebbe potuto sorridere nemmeno se si fosse sforzato in altre occasioni era stato quasi naturale. Nella sua mente baluginò qualche immagine del compleanno della ragazza, il sorriso si estese mentre la guardava rivolgergli la domanda sul cosa avrebbe pvoluto prendere da bere, rimase nuovamente spiazzato alla richiesta di scegliere per lei un gin da bere, questa volta lo stupore avrebbe potuto leggersi sul suo viso. Rise all'allusione alla Caposcuola, era certo che se fosse stata li avrebbe avuto il giusto suggerimento. Solitamente, in occasioni speciali come questa, prendo del whisky incendiario o dell'idromele barricato. Raramente il vino elfico. Si soffermò a guardare i duri lineamenti del volto della ragazza e si scoprì più calmo di quanto si aspettasse, quasi a suo agio, era davvero strano perché si trovava davanti una ragazza che per lui era quasi sconosciuta, solitamente avrebbe avuto paura di dover iniziare la conversazione oppure di dover rispondere a domande troppo difficili Comunque, oggi è il tuo giorno! Per cui ti farò compagnia per il primo giro con un gin Dopo di ciò si sentì stupido nell'averlo detto, non che volesse fare compagnia a Jean nel bere ciò che evidentemente l'attirava di più, perché voleva, ma non aveva idea di quale gin scegliere, e non era poi così sicuro che in quel luogo avrebbero trovato l'unico gin che conosceva. Devo dirti la verità Disse con volto falsamente contrito, non era poi la fine del mondo ma non voleva deludere la ragazza per cui optò per la sincerità Non sono proprio un esperto di gin, e non ho idea di quali abbiamo qui, l'unico che conosco è il Bombay Sunset Disse con un leggero tono di scusa nella sua voce. Mentre guardava la ragazza accadde ciò che temeva, benché si potesse pensare che la domanda "Come stai?" fosse banale, era in grado di mettere in crisi la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze di quell'età. In primo luogo portava sempre a chiedersi come andava, domanda che di rado la mente proponeva a se stessi, e poi metteva sempre nella sgradevole posizione di dover scegliere se mentire o dire la verità, di solito variava da come la proprio mente rispondeva alla domanda, non si era soliti dire "male" o ciò che andava male. Derek iniziò a sondare i suoi pensieri e sentimenti, come stava? Partendo da ciò che viveva, la scuola dava le sue soddisfazioni, la sua condizione talvolta lo avviliva altre volte lo esaltava, ma ciò che riempiva veramente la sua mente in quei giorni era la lotta interiore sul suo futuro, era estenuante ma doveva pensare al suo futuro e alla ricerca delle sue radici. Per non far passare troppo tempo rispose sinceramente, sapeva che Jean avrebbe capito, non aveva paura in quel momento, forse per farsi coraggio la guardò negli occhi sperando di non prendere il filo del discorso, come molti ragazzi che non aveva frequenti chiacchierate con altri essere umani sostenere lo sguardo poteva essere un problema, ma c'era qualcosa che lo calmava in quegli occhi e che al contempo lo agitava Tutto sommato non posso lamentarmi, ormai passo il mio tempo a studiare, credo che mi manchi il Quidditch, gli allenamenti, almeno. Erano una piacevole pausa, mi permetteva di pensare a qualcosa che non fossero compiti. Non andò a fondo, va bene essere sinceri ma non aveva intenzione di dire che gli mancavano i componenti della squadra, o almeno non al momento Ultimamente sto cercando di capire cosa fare dopo scuola Lo disse in tono neutro, come se quelle battaglie non lo rendessero spesso infelice e pieno di dubbi. Addirittura abbozzò un sorriso, forse non proprio ampio come avrebbe voluto, ma il quel momento era il meglio che potesse fare. Tu, come stai? Chiese infine cercando di mostrare interesse, forse aveva sbagliato nell'essere sincero, non che la compagnia non meritasse, ma adesso la sua mente aveva iniziato a pensare nuovamente. Fermò quei pensieri, aveva intenzione di dedicare se stesso alla conversazione per una volta, e forse a richiamarlo alla realtà fu quel profumo che innondò le sue narici, era strano che non lo avesse ancora sentito, quando aveva ricevuto la lettera era stato il primo particolare a notare. Forse non c'era troppo d stupirsi, un profumo come quello era normale che predominasse in quella baracca che puzzava di puzzo di sudore e fumo e nel momento in cui portò il busto in avanti lo sentì più chiaramente. Si concentrò su quel profumo, un'arma a doppio taglio ma gli permetteva di non badare ad altro, di non cadere nel suo vortice di pensieri.

 






 
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