Attesa, Privata

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Jean Grey.
view post Posted on 13/4/2023, 14:13 by: Jean Grey.
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Jean Grey
17 anni - In quieta attesa

Se l'era immaginato sempre così. Cupo, disastrato, inquietante ma a suo modo confortevole. La parete alla sua destra sembrava poter crollare da un momento all'altro, ma era chiaro che non sarebbe accaduto. Aveva scelto un piccolo tavolo in disparte, nascosto per metà dal bancone, in un angolo del locale, e si era seduta in modo da avere il muro sia a destra che dietro la sbilenca sedia in legno su cui aveva preso posto e da poter osservare, anche se di sfuggita, chiunque fosse entrato nel pub. Davanti a sé una sedia vuota.
Non aveva aperto la lettera di risposta. Non che non ne avesse avuto il coraggio, più che altro aveva preferito lasciarsi la sorpresa. Non si può restare delusi se non ci si crea aspettative. Era già stato carino a rispondere, non serviva sapere se sarebbe effettivamente venuto. Se avesse accettato l'invito lo avrebbe visto entrare, altrimenti avrebbe ordinato un gin, avrebbe letto uno o due capitoli del romanzo e poi sarebbe tornata al castello da sola. Probabilmente nel giro di un'oretta avrebbe iniziato a fare freddo, ma nonostante indossasse solamente un paio di stretti jeans neri, una camicetta rossa smanicata e un cappotto abbastanza leggero, avrebbe potuto scaldarsi facilmente nel viaggio di ritorno con una o due fiammelle.
Era seduta da poco, un paio di minuti forse. Non aveva ancora ordinato niente, sia perché non si era ancora avvicinato nessuno, sia perché una parte di lei voleva aspettare. Non erano ancora nemmeno le 18, mancava ancora qualche minuto. C'erano due motivi principali per cui aveva scritto nella lettera di incontrarsi direttamente lì. Il primo era che sapeva che sarebbe stata già a Hogsmade da qualche ora prima per i cavoli suoi, si era voluta prendere un paio d'ore per leggere in santa pace in una panchina. Era stata fortunata, quel pomeriggio le aveva regalato un bel sole che le aveva baciato il viso durante quasi tutta la sua permanenza. Il secondo motivo era piuttosto semplice: non voleva che sembrasse un appuntamento più di quanto già l'invito in sé non facesse pensare. Voleva vederlo, voleva passare un po' di tempo con lui, ma non voleva per forza definire che tipo di incontro sarebbe stato. Per cui aveva cercato di rendere il tutto il più spontaneo possibile, organizzando solo l'indispensabile, ovvero un luogo, un orario e la possibilità di presentarsi o meno. Sarebbe stato carino anche solo bere un bicchiere o due con una chiacchierata, parlando del più e del meno. Sarebbe stato ancora più bello parlare un po' di loro, perché di fatto Jean di Derek non sapeva praticamente nulla. Se non fosse venuto, beh... non sarebbe cambiato niente.
Ruotò il polso per guardare l'ora dall'orologio che le aveva regalato Megan per il compleanno: un minuto alle 18. Picchiettava le dita sul tavolo, creando un suono costante che andava ad aggiungersi al vociare sommesso degli altri cupi avventori e al tintinnio dei bicchieri proveniente dal bancone. Il tempo non voleva saperne di passare, sembrava che mancassero due minuti alle 18 da mezz'ora. Decise quindi di ingannare l'attesa continuando l'attività che aveva iniziato quel pomeriggio. Tirò fuori il libro dalla borsetta, lo aprì dove aveva lasciato il segnalibro e iniziò a leggere.

Philip Lombard aveva l'abitudine di svegliarsi all'alba.
E così accadde anche quel mattino.
Si sollevò sul gomito e rimase in ascolto.


 
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