Si preparò psicologicamente per ricevere un rifiuto secco da parte della ragazza, del resto quella non era stata la sua migliore performance in termini di abbordaggio, ma se non altro sarebbe stato un miracolo se non si fosse preso una borsettata sulle gengive come molte donne si apprestavano a compiere quando venivano offese o minacciate. Anche se alticcio per via del vino, Aiden vide la sorpresa della bionda, a scoppio ritardato però, e si ritrovò improvvisamente più gioviale quando lei accennò all’amicizia con Maurizio e al fatto che si ricordasse della sua origine e professione. Bene, non doveva più preoccuparsi della gaffes commessa, ma sorrise con maggiore entusiasmo.
«
Mi hai beccato!» osò scherzare, alzando appena le mani in segno di resa, come se fosse lei l’Auror e lui un delinquente spacciato. «
E tu conosci Jolene, giusto? Ho vaghi ricordi di quella serata alla pub, se non quelli che hanno preceduto il declino totale e generale, ma ricordo giusto giusto di averti intravista assieme a lei, Maurizio e Lucien al mio arrivo. Il mondo è proprio pic—»
La frase venne bruscamente interrotta quando il rumore inconfondibile di un vetro che andava in frantumi giunse alle sue orecchie e, a quel punto, scattarono una serie di emozioni che lo portarono a ricadere nell’incubo. L’esplosione dei vetri delle finestre di Hogsmeade, il primo segnale del Caos in arrivo, seguito dalle urla di chi si era ritrovato colto alla sprovvista; grida di terrore che lo circondavano, mentre lui e gli altri si erano gettati nella mischia per cercare di contenere la situazione, per trarre in salvo quanta più gente possibile, mentre la Profezia compiva - inevitabilmente - il proprio esordio. Ebbe la sensazione di sentirle, le schegge, proprio come allora, mentre lo sfregiavano e si conficcavano nella propria carne, strappandogli un brivido lungo la schiena; il cuore perse un battito, ma poi tornò a pompare vigoroso nel proprio petto come un tamburo di guerra, mandando in circolo l’adrenalina, tant’è che - in quel brevissimo lasso di tempo da quando aveva avvertito il rumore - ebbe l’istinto di far correre la mano verso l’impugnatura della propria bacchetta, celata agli occhi dei presenti per via della giacca che aveva indosso. I muscoli, però, si irrigidirono quando si sentì strattonare il braccio e avvolgere da due ben più esili dei suoi. Non si rese conto nell’immediato che era stata Ariel a compiere quel gesto, presumibilmente a seguito dell’improvviso spavento, ma si ritrovò a fissare il pavimento con i frammenti di vetro con gli occhi dilatati, il cervello palesemente andato in tilt. Non percepiva più la sensazione di leggerezza che l’alcol conferiva, semmai si sentì come se un masso gli fosse piombato addosso tra capo e collo, e i muscoli del proprio corpo vennero scossi da un fremito percettibile alla sola presenza al suo fianco, lanciando un messaggio inequivocabile: il trauma era tornato a galla e la paura e sofferenza erano tornati a fargli visita.
Le parole che la Giornalista pronunciò in seguito giunsero alle sue orecchie come ovattate, distanti, mentre lo sguardo vagava in cerca di una rassicurazione, che intuissero che si trattava solamente di un incidente, prima sui resti di vetro, poi su Jisung, lo scheletrico elefante e infine il campanello di persone attorno a loro; ebbe come il timore di trovarvi Cassandra in mezzo agli ospiti, ma non riuscendo a scorgerne i lineamenti, Weiss rilassò i muscoli e tornò a fissare Jisung.
«
Non è niente…» riuscì solamente a dire, più a se stesso che all’altro o ad Ariel. Si schiarì la voce, mentre seguì i movimenti della ragazza che si apprestò ad aiutare Jisung con le vesti bagnate dal liquido rovesciato, sperando che nessuno dei due avanzassero domande sulla sua reazione. Sicuramente era stato meglio che fosse stata lei ad estrarre la bacchetta, anziché lui.
Si riscosse appena in tempo per sentire la domanda della Vinstav e ritrovare, in parte, un po’ del proprio autocontrollo. «
Chiamami semplicemente Aiden… Sì, beh, sono arrivato al San Mungo già piuttosto sciolto. Per lo meno mi sarà più facile seguire la premiazione… Non so quanto durerà, perciò meglio armarsi di pazienza e trovare validi passatempi. Non trovate?» Si pizzicò distrattamente la barba sul mento. «
Vi andrebbe qualcosa in particolare? Offro io il primo giro.»
Lui, di certo, bramava qualcosa di molto forte per cercare di eliminare ogni residuo del trauma appena rivissuto.
Offrì il proprio braccio da Ariel, stavolta con più galanteria, e non per un mero spavento, sperando che accettasse la propria cortesia. Dunque, che ella accettasse o meno, il rosso avrebbe accompagnato i due verso il bancone e fare il proprio ordine da condividere con loro. «
Una bottiglia di Boom-Boulevardier, per favore, con tre bicchieri.» Rivolse un piccolo sorriso a due novelli compagni di bevuta. «
Se non sono indiscreto nel chiedere, cosa vi ha spinto a venire all’evento? Io sono venuto principalmente per il rinfresco, con una buona dose di spintarella fuori dalla porta da parte di mio fratello.» Non appena il servizio venne concluso, Aiden fece gli onori stappando la bottiglia e riempiendo prima il bicchiere di Ariel e poi quello di Jisung, terminando con il proprio. «
Alle cose belle!» esclamò, alzando il drink in un brindisi.
Pochi attimo dopo, quando ormai il fondo del bicchiere era stato raggiunto con una secca reclinazione del capo, che udì la voce di [
Lucien] alle proprie spalle. Schioccò le labbra con aria deliziata, sia per il buon sapore dell’alcolico che per l’arrivo provvidenziale del buon vecchio Cravenmoore, per di più in compagnia di una ragazza [
Nieve]. Non ebbe modo di scoprirne i lineamenti, ma aveva l'aria di una dell'alta borghesia a giudicare dall'abito, e aveva i capelli rossi. In circostanze normali l'alone di mistero lo avrebbe stimolato a cercare un'identità, o anche solo qualche indizio sulla persona che si stava riparando dietro la maschera, ma era come un deltaplano pronto a scendere in picchiata, non possedeva la solita lucidità per dedicarsi ad una piccola investigazione.
«
Stasera è meglio bere e sei giunto proprio in tempo. Prendetevi un bicchiere anche voi, ce n’è per tutti.» propose, indicando la bottiglia appena iniziata.
Meglio annebbiare i sensi ed essere solari, piuttosto che vivere il presente con il retrogusto del terrore o del rimpianto.
Premio Agatha & Zacharias Chapman